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{.

' REGESTRATG

EMILIA GALOITI
|

DRAMM TRAGIC'O
. DEL

S I f; N O R

GOTTHOLD
LESSING
augzazmtmgaEFR
maAIM
in itqliano
Q
.

BA M. A.
Version: inedita ,

I N

V E N E Z I A
L'ANNO 1806.
PRESSO ANTONIO ROSA
mm pfhu'leglo

. I

EERSONAGGIf
EMILIA GALOTTI, glia di

ODOARDO, e di
CLAUDIA GALOT'I'I.
ETTORE GONZAGA, principe di Guastall.

MARINELLI, ciamberlano dcl. principC .


CAMILLO ROTA , consigliere.

CONTI, pittore.

IL QQ.I:TTE APPIANI.

. .

L,A*CN;SSA ORSINA.. ; ",

SiCAIio.

" ,

Pkffervitorc di Odoardo:

BATTISTA , servitore di Marinelli :' "

UN CAMERIERE del principe.

'

La scena . in Guastalla , ed in Dosala


terra vncina.
.?.

'I'T o. 1 R 1MQ.
'.'.'

. ~

..

:t; .

s CE'N A I.
.

Gzbiettp.
J

.
\\

..

' '
f

.'

2'

Brrons ndeme ad un rae.}oli'no'.rlffn; mpqrro q(i .Zmer


re, e daltre lqitc, delle quQqli izlcmu 13' zzg noc
vendo; poi un CAMERIERE. .

En, Qmoiiie, e pd.queriidnie'!'kupPehe ,


e null'altro, che sf>plichel.l x:he U'IStO uf
'zo! e siamo anco n'vidiaih. V'q ben ere
derlo: se si potesse Soddisfa! h'lttf,allora s
saremmo invidiabil, - [ml [Mimrf {m4 hl/f

rupplrle; dopo avtr.ne Inni la rpuorngane] Emi-.

lia ?.. una Emiha ?...ma Emiha Bruncschi


non Galotti; non Emila Galorr!.., Che vor
r mai questa Emilia Buneschi ? E.lfgl la
ram, poi] Un po troppo; ma troppo dad.
dovvero... Tuttavia., nom.asi Emilia, conca
dasi. [un.vivi, l ruota il campanello]
(hm. m'enl, i n premuta al Prim=ipf in len(l'llf]
Err.

on ci sarebbe ancora ycrun.o dc'consiglip


ti in anticamel'a? .

.. .

CANI .AltzZa no.

Err.

Mi sono alzato di bphbra.hn po troppo


questa manc.... Il mattino s vago!" vo
.uscire in birotcioAll marchese Marinelli
dee tenerrhicorhpa'gnial. Che si chiami.

CAM, party, pal torna]

Err. .on. posso oramai pi proseguire... lo era


cos tranqunllo; cos tranqu1llo almeno. pa

tearm desscre
'

ad un rratto una povera


1|

2.

i}

EMILIA Gnorrr
Bruneschi ha ad aver nome Emilia ed ccCo saritala quiete, e tutto!"

CAM. [fbf ritorna] Fu inviatp, pel marchese; e qui


v una lettera dell contessa Orsina.

E11'. [trarcilmtnmemd DOrsina? f1lttasi l.


Cm- Il suo lacch attende.

ETT. Se ci sar;materia di risposta gliela far te.


nere. - Doir? In citt, o alla sua villa?

CAM. E venuta da ieri in cirr.


.
Err. Tanto peg... meglio, cio. Tanto meno Oc
Corre che il.lacch aspetti..
CAM.[pnrte, poi ram]

. . .

EU. [con amarezza prma'endn In lettera] Oh, che pre;

giata contessa L. Ma gi quanto se io l


avessi letta, [In tonm. a {gettar sulla mula] S,

s, ho creduto di amarla; e cosa mai non


si crede ?.. Pu darsi anco ch'io labbia
amata davvero ma a'ar passatoCllM.[tbe ritorna] Il pittore Conti vorrebbe aver
'

lonore

'

Err. Conti ? Oppottunolfch entri . [Ra/(4] Ci

. varr a distrarmi,

. CAM. [parte]
I

"
S

II.

'

CONTI, E rrmua .
EH. Buon giorno, Conti. Come state? Come
va la professione ?
/ CON. La professione, mio principe, sen corre die
rro al pane.
'
Err. Ci non convien.ri; essa nol dee

nel mio

. piccolo stato almeno non lo dee di certo


ma lartista poi dee anco voler lavorare .
CON. Lavorare? Anzi ei non brama alrro.. Il so

lo dover lavorare assai pu fargli Ortener


nome darrista .

Ar'r Premio.

Err. Io non m intendo molti lavori , ma molto

lavoro . Poco , ma con diligenza... Non sa


rete gi venuto, Conti, con lcmani vuote?
CON. Reco il ritratto, principe, che laltezza va
stra mi ha ordinato. bie.reco poi un altro

che non mi fu ordinato: ma poich merita


di esser veduto
.
ET T. Il primo ... in verit stento a ramentar
mene
.
'
CON.
E U.

La contessa Orsina .
'
Ah s
la commissione alquanto vec
Cbr

CON. Le nostre belle damine non sono in tutti i


giorni a dipingersi. In tre mesi, la contes
sa non seppe risolversi che una volta sola

ad assidersi in faccia mia.


E ti. E dove sono?
CON. Nellanticamera.

V0 a prenderli. [partr]

,s .c E'N A

111.

Erroxe .}

Il suo ritratto?.. ma sia pure 1.. . il suo ri


tratto in ne non lei E chi sa, ch io
non torni a trovare nel ritratto, ci che

non iscorgo pi nelloriginale ma non cel


voglio pi nepp'ur ritrovare. - Pittore im
porruno! Mi fo a creder quasi, chella gli
desse a tal ne la mancia, -

se la fosse

anco cos: purch un tutt altro ritratto, di


pinto a tutti altri colori, e su tutt altro
fondo... le volesse tornare a ceder posronel
mio cuore
davvero io credo, che ne sarei

contento. -- So, che allora quando io la


mava, io era sempre s lieto, s gaio, s
disinvolto... ed ora sono tutto Iopposto...
4

EMILIA Guom

' Ma no! no, no L. piaccetto, o meno ae-'


cetro: mi gradisce meglio cos .

SCENAIV.

Comt tori le pitti: , delle quali ne appoggia una


rivolta! verso una sedia, e nsrro .
CON. [milat'm di rei/un lnhm in hm: lumej Supplico laltezza vostra di voler avere in con
siderazrone i limiti dellarte nostra. Molto

. di ci che nella belt v di pi piccante,


giace fuori desuoi conni. - Lo consideri
da questo punto.
Err. [dopo urta breve drrvaane] Egregiamente ,
Contil., davvero, per eccellenza! -_ Quest

Opera veramente degna dellarte vostra,


e del Vostro pennello. '- Ma essa lusin
gata, Conti, adulata oltre misura!
CON.

Eppur loriginale sembra non essere di que


Sto parere. E per dire il vero, non nep

pure pi

alata di quello che l arte sia in

necessit

i farlo . Essa\dee dipingere nel

modo con.cui dalla plastica natura

se una

ve nha s concepita limmagine: senza


cio il decadimento inevitabile della materia

che vitcsiste, senza quel deperimento acui


. contrasta il tempo .

E.L Bravo, Conti. L artista che ragiona, ad


aversi doppiamente in pregio. -* Ma lori
ginale
Chieggo
nonostante,
umilmente dicevate,
perdono, trovar
o mio princi
CON.

pe.Lorigitrale una persona, che esige


tutto il mio rispetto. Non mi sono inteso
di dire la menoma cosa in suo pregiudizioEr,r. Dite pure ci che vaggrada.... E che disse
veramente 1 originale?

Arr0 Panno.

CON. Sono contenta, disse la contessa, se non

comparisco pi brutta.

Err. Se non pi brutta!.. Ah, questa poi da


vero originale!
Con. E lo disse con certi movimenti di viso

dequali per la verit questo suo ritratto no


ha veruna traccia, non ne mostra neppu
lombra.

EH, Lo credo bene anchio. Questo appunto

quello..in che io lo trovo estremamente adu

lat. ._ Lo conosco, si, quell"altero 'd1spet


t0so sguardo, che sarebbe capace di guasta

re persino il volto ad unadelle.Grazie.Non


nego che una bella bocca inessa alcun po
co schernevolmente, non riesca non di rado che tanto pi vaga; ma intendiamci:
non deve esserlo che un momento . Le inessioni non devono giunger poi alle con

torsioni, come in questa contessa. Se ance)


la sonomia ha un non so che di derisorio
che le dia del piccante, gli occhi per de
vono soprintendere perch sia una derisione

che diletti
occhi, che questa contessina
dabbene non ha di sorta . Non li ha neppur
qui sulritratto.
Con. Altezza serenissima, io sono stupefatto.
E'IT. Di che?Tutto quello che in quegliocchiac
ci bovini, stirati, e stravolti come quei di
Medusa.larre potea correggere, voi lavere .
fatto, Conti, e con bravura ..;.Ma che di.
co io, con bravura?.. se ne aveste impie
gara meno, sareste riuscito ancor meglio-

Impocch, ditelo voi stesso Conti, da

questo ritratto pu ben dedurs il carattere


della persona? e.il si dovrebbe pure. Voi
le avete tramutata la superbia in dignit, la
derisione in sorriso, e la disposizione eh
.}(

e 4

Emma GALOTII"

ellha ad una frenesia malinconica in soave


mestma.
CON. [alcun po irritato] .Ah, mio

principe ... l'li


altri pittori calcoliamo che il ritratto com

piuto abbia a trovar lamante cos caldo


comera nellordinarlo. Noi dipingiamo co

gli occhi dellamore, e gli occhi dellamore


soltanto dovrebbero giudicarci.
ma perch non venire un me
Er.r. Sar, Conti

se prima ?.. Riponetelo l . - Cosa rappre


senta quellaltro?
Con- [prmdeado I altva, 0 prima dnrurlo voluto] Un

altro ritratto femminile.


Err.. Sarebbe quasi meglio non guardar.lo. Poicht

a quell ideale che ho qui [indica in ffmn] 0


piuttosto qua [indica il man], dicile ch'

esso s approssimi. - Desidero d ammirare


la vostra abilit in altri argomenti.
Con. Arte pi degna dessere ammirata, si, 'ma
oggetto pi mirabile di questo certamente
mi si d.

'

Eri. Quandcosi, c! scommetto, Conti, chel


la l amante dello stesso pittore. [in quella
. ;u- il pilran volta il ritratto] Che veggio ?..
opra vostra,Conti, o della mia fantasia 3..
Emilia Galotti?

Con. Come? conosce l altezza vostra questam


gelo?
Err.. [tmmnrlo di niuaglns senza mai rimavn gli rwh'
dal qual'ro] Un poco !.. tanto per poterla qui
ravvisare. -' Alcune settimane sono , ho

avuto a trovarla con sua madre ad una ve


glia. - Dopo si allora, non mi venne fat

to dincontrarla altro che in luoghi sacri


ove mal conviensi il ssare in volto. -

Conosco ancor suo padre. Bi non mtrop-_


po amico; fu quello che fece le maggiori


ATTO Penso.
9
opposizioni alle mie pretensioni sopra Serbia
netta... Un vecchio militare altero e zoti

cc; per altro probo e dabbene...


Con. Il padre... maqui abbiamo la glia.
Err. Per bacco} come se fosse stata

involata

fuori dallo specchio! [remfm cogli vali n

sul ume] Voi non ignorate, Conti, che

Con.

il maggior elogio
lo di dimenticarsi
sua.
Eppure di questa
simo soddisfatto .
tentissimo d'essere
co pago. Ah, se

per un artista, quel


di fargliene per lopera
io sono rimasto pochis
- Ma sono per con
di me medesimo s po
si potesse dipingere im

mediatamente cogli occhi! Quanto

n va

perduto. dallocchio al pennello , dovendo


assai: pel lungo cammino del braccio! iIa, comio diceva, dal saper ci che
andato perduto, e come sia andato, e per

ch dovesse andarsene, vado superbo egual


mente , ed ancor pi, che noi sono per
tutto quello che ho potuto far.che non si
perdesse. Da quello pi che.da questo, mi
ravviso in realt un non inmo ittore ,.
ma la man solamente sempre non 0 . O non sarebbe vostra altezza d avviso ,
che '.Raffaellog se anco per mala ventura
fosse nato cieco, tanto sarebbe stato il mag

gior genio della pittura? N01 crede laltez


la vostra?

E r r. [narrapdo in quel ume gli orrbi dal quadro] Che


Con.

dite, Conti? Cosa volevate sapere?


Eh, nulla, nulla 2.. ciarle 1.. L anima di
vostra altezza, osservo, chera concentrata.

tutta negli occhi. - Oh, come io amo co


tali anime, ed occhi tali!

EMILIA GALO'I'I'I

IO

E1 1. [fon n''attam fredr/Igza] Sicch, Conti, VO

contate veramente Emilia Galotti fra le pi.


distinte bellezze della nostra citt?
Con. Buona, con questo sicch: fra; fra le pi
distinte : e fra le pi distinte di questa no-
stra citt . _- L'altezza votra vuol far
si

giuoco di

me; o ch'ella deve in tut

to questo tempo aver si poco veduto, che


udito. .
ETT. Caro Comi , [torna a drig(nn gli arabi ml n-

nano] come oserebbe un di noi darsi de

gli occhi jproprj? Non dato propriamen


te che ai soli pittori il giudicare dellabelt.
Con. Ed ogni sentimento avrebbe ad aspetta
re la sentenza d'un pittore prima di far
si sentire ?.. Vada in un chiostro colui, che
vuol imparare da noia conoscere ci che

sia bello !.. In qualit di pittore, posso


bens dir questo a vostra altezza, che una
delle maggiori beatitudini ch'io mabbia
gustate in mia vita, stata quella di ve
dermi Emilia Galotti seduta di prospetto.
Quella testa, quel viso, quella fronte, que
gli occhi , quel naso, quella bocca, quel
mento, quel collo, quel petto, quella vita,
e tutto quellinsieme divenuto. da quell
istante il mio unico studio di belt mulie

bre. - Il ritratto stesso, dipinto lei pre


sente, l'ebbe suo padre fuori in villa; ma
questa copia...
Err. [uljamfowgl rol/rrira] Che, Conti ?, [101113 53

rcbbe gi impegnare ?..

' Con.

Essa e.per l altezza vostra , se la trova di


suo gusto.
.

Err.

Di mio gusto! [mrridmdvi Cosa poSs io far

meglio, caro Conti, che far che questo vo

'
Arr rtrt/ro
it
stro studio di'belt muliebre divenga ama

il mio? - Col , tornate. a portar laltro


via con voi per
Con. Benissimo.
Err. Quanto mai vaga
intagliatore . Deve
lera. Quest' altro

farvi farla cornice.


'

e ricca possa farsi dallo


essere collocato nella gal
pu restar qua . Non ci

vogliono tante eleganze con ci che dee ser


Vite allo studio ; noi si appende neppure ,
ma va tenuto pi volentieri fra le mani.

Vi ringrazio, Conti; ve ne ringrazio di tut


to cuore . - E com' io vi diceva dapprima:
nel mio ducato larte non dee,correre die

tro al pane quando non avessi io stesso a.


PCULi3UIC . -_ Mandate , Conti, dal mio
tesoriere , e rilasciandone ricevuta , fatevi

pagare pe due ritratti

fatevi dareci che

vorrete, quanto vorrete, Conti.

In cotal modo dovrei quasi temere , che si


volesse rimunerare tutt altro che larte.
011, che delicatezza eccessiva da artista !..
Non questo', no. - Ehi, Conti, udite...
tutto quello che ne vorrete.
I

Con. [parte]

SCENA

V.

Erwm.: .

S, quanto sa chiedejtne -'..[zmro il fitrntt0]A


qualunque prezzo, io t ho ancora a buon
mercato. -.- Ah, bellopera dellarte! e poi
vero eh io ti possedo? -- Chi potesse pos
seder te ancora opera eccelsa di natura! '-Tutto quel che ne vuoi , o degna madre !

s, tutto ci che ne vuoi, burbero padre !


non avete che a chiedere. - Pi volohtieri

amerei bene comprarti da te , soave incan


\

12.

EMILIA GALOI'TI

'tatrice! - Quell occhio pieno d amorosi


vezzi, e di modestia! quella bocca! e qua
lor si schiude per favellare, o che sorride !

.,

ah , quella bocca L. Ma alcun viene sono


ancora di te troppo geloso.l [rivalm i! quadro

Non lo avessi fatto chiamarel.. Che matti!

cm la pittura vrrn il muro] Sar Marinelli .

ma potrei qui passare!

SCENA

VI.

MARINELLI, e mano.
.,...'s
;..r,

;.'.,.i.i

MAR.L altezza vostra vorr ben perdonarmi. -I-a

"

Non mattendeva ad un comando cosmar


tutino. .

Err. Mera venuta voglia di uscire un po fuori.


La mattina era si bella!.. ma (Oramai s
cangiata e me n passata la brama. \.

Cos'abbamo di nuovo?

Mn.Niente d importanza , ch io sappia... La


contessa Orsina venuta ieri in citt.

.'Err; Eh non dubitate, che v gi l [additamlo


la lnura] il suo buon giorno, o qualche al

tra cosa. Non ne sono punto curioso ...V0i


le parlaste? .
Maz.Non son io, per disgrazia, il suo conden
te ?.. Ma se torno ad esserlo mai pi con

nessuna damina , che voglia porsi in testa


di amare laltezza vostra in sul sodo , mi

contento

E'I'T. Lasciamo i giuramenti per ora, Marinelli.


Max.Davvero, mio principe? Potrebbe , s , la
cosa ancora avverarsi?.. Allora poi , la

contessa potrebbe non avere tanto torto.


Err. Anzi tutti i torti. - Il mio prossimo ma
trim0nio con la principessa di Massa , esi
\

ArroPxrrm.
r;
ge assolutamente eh io incominci dal rom
pere tutte queste talr tresche.
Mn.Se non fosse che questo: dovrebbe certamen

te Orsina sapersi cos ben adattare al pro


prio destino, come il principe al sbo.
ET1'. Ben pi arduo inconrrastabilmente del suo.

Il cuor mio si tende vittima d'un miserabi


le interesse di stato. Ella non ha duopo che

di riprendersi il proprio: non costretta a


dnarlo a contragenio.
.
Max.Riprendersi? e perch riprendendo? chiede
' la contessina: se non trattasi che di una
moglie, che vien data al principe , non da
amore, ma dalla politica ? Presso una sif
fatta moglie, pu sempre aver luogo lamarr

te; ella non teme d essere sagriiitata ad una


tal moglie, ma

Err. Ad una nuova amante

E cos? me ne fa

reste un delitto, voi, Marinelli?

l\rm.S dunque? ._ Deh , non'fvoglia il mio


principe confonder me con la pazzerella di
cui porto la parola... per sola misericordia!
I

Poichieri, ella in verit m ha t9ccato il


cuore fuor di modo . Ella non voleva par
lar di sorta delle cose su. Voleva far pur
la fredda, e la tranquilla . Ma a mezzo i
suoi discorsi pi indifferenti, la invase un

cotal giro d'idee, passando da uno in altro

rapporto, che il torturato suo cuore vi si


trad. Nel modo pi giocondo, disse le co
se pi malinconichege di bel nuovo le lpi
strambe ridicolagg'inifeolle maniere pi me
ste e pi dolenti. Ella ha preso il suo ti
fugio alla lettura: e temo che questa non
sia per darle lultimo tracrollo.
Err. Come fu gi quella che ha dato il primo
urto al suo povero cervello. -- Ma di ci

EMILIA Garorrm
che soprattutto me ne ha allontanato, Vot
qeste forse, Marinelli, servirvi ora per ti
condutmivi. Se per amore ella ha impaz
zato, o presto otardi sarebbe caduta in

tale sciagura anco senza di questo. -. Orsi:


niamola..., Parliani d altro . -- Non v
niente pa'att6 di nuovo in citt?
Matt.Quanto nulla; giacch , che il conte AP1.
pianioggi prendamoglie... non e gran cosa pi che niente affatto.

. .
'TI. Il conte Appiani ? e chi prende i.. Ho elsa.
pere ancora chei fosse promesso ..

Msx.La faccenda fu tenuta segretissima ;"e non


era neppurea farne troppo strepito. --- Vo-

stra altezza ne rider... La va cos per so


lito con codeste anime'sentimentalih. Amo-

re fa ad esse sempre le pi. brutteburle .


g
a.
.,

Una ragazza, senzaVeri, senza rango , ha


saputo trarselo in rete... con un po di lar

va; ma con molta pompa di virt, daffete


to, di spirito, e di che so io?
ETT. Chi pu abbandonarsi. intieramente alle im
. pressioni che riceve dalla innocenza, e dalla. belt , senza ulteriori riguardi... parmi
esser degno piuttosto d invidia che di deri
si0ne. -- E chi . lavventurata?.. poicha
. fronte di tutto questo, Appiani ... so gi

che voi, Marinelli, nolpotete soffrire , n


egli voi... ma contuttoci, dico, egli un
garbatissimo giovine, un belluomo, un uo
mo ricco e pien di onore. Avrei ben voluto
p0t.erme10 attaccare , ed obbligarmelo; ed

/' ancora ci pensert .


.
Mae;Quando non sia omai. troppo tardi

giac-

ch da quanto ho udito, non suo divisa


ment0 quello di fate laisua fortunaalla con
te. Egli pensa a passare nelle sue valli in

.\

Ano PRIMO.

Piemonte con la dolce sua met

rqr.

dar la

caccia alle camozze su per le Alpi , ed a far


ballare le marmotte -- Cosa gli resterebbe
neppure a.fardi meglio ? Col matrimonio
: '. ..ineguale eh egli ora incontra, qui la ni

ta per lui. Da ora in poi , i circoli (nelle


primarie case per lui son chiusi.

Eri. Come mi ristecate con queste vostre pri-'


marie case... dove non.pritrreggia che ceti
moniale, affettazione, noia, e non di rado
.an'co penuria.l - Inne, chi quella aeui,
egli fa cosi grandi sacriiizj?
.

Mui.Ell una certa Emilia Galorti.

'Err. Che ?.. chi ?-. Marinelli 'una Certa...

Maa.fEmilia Galotti .

Err. Emilia Galott'i?.. Non mai.

. .

Max. Certissimamente , altezza Serenissima .


Err. No, dito; cinon, n pu essere. -

Sbagliase nel I'IOtCH. La famiglia Gal'otti


estesa... Una G10tti. ella sar... ma non

Emilia Galotti... no Emilia!


'
Mmt.milia.. Emilia Gaiotri,
. . .
EH. Vene sar.un lti'a dunque con lo stesso
nome e cognome. -Diceste pure una certa

Emilia Galotti ,.. una certa . Di. quella che


irnintendo io, non.v che uno scimunito

che possa parlar cosi.


' MrmL altezza vostra e alterata alistrerrto . Conosce ella adunque codesta Emilia?

Err. A me saspetta l interrogare, e nonavoi.


Emilia Galotti?.; La glia del colonnello
"che vive ritirato qui .pressi: a Sabion=tta
Max. Appunto dessa .
.
.
Err. Quella che soggiorna qui, in Guastalla con
"

sua madre?

Miss. Appunto dessa.


_
Err. Contiguo agli Ognissanti ?

. ,,j

15

EMILIA GALOI'TI

lhx.Appunto dessa .
EI'T. Alle corte
[carte vena il ritratto , r ponendole
in mano a Mar-bulli] EccO! C questa ?.. que

sta Emilia Galotti? -- Vomita unaltra vol


ta quel tuo abborrito appunto dama, e mi
concca il pugnale nel cuore.

Max.Appunto dessa.
E'IT. Manigoldol - Questa 2.. quest Emilia Ga

lotti sar oggi


Man.Conrcssa Appiani
ETT. [rtnppn aMnrirull il ritratto, e la maglia a terra
da un lato]

MAIL. Le nozze si fanno privatamente alle terre

del padre in Sabionetta . Verso mezzod ,


madre , figlia, sposo, e forse un paio d a

mici hanno a recarvisi in carrozza.

Err. Sono dunque perduto! [agitalrrimo , ynrmdari


mpm una mlin] Cos non v0 vivere!
M.ut.Ma cos ha mai vostra altezza?
Eri. [ral{mlnfngli in piedi in faccia] Traditore l.. C0

sa ho?.. Ebben , s, sappilo; lamo, l'ado


ro. -- Sappiatelo pur quanti siete , e lo a
veste pur saputo da lungo tempo, voi tutti;

che preferireste di vedermi perpetuamente


strascinare.le vergognose catene della folle

Orsinal.. Ma che voi, Marinelli , voi che


s di sovente miveniste a milantare la pi

viva amicizia... Ah , ma un principe non


ha amici, n pu avernel.. che voi, voi ,
con tanta perdia, e tanta malizia abbiate
osato tenermi occulto sino a questo istante

il pericolo che mi acciava 1 amor mio : se


giungo mai a per onarvelo, non abbia pi
pace in tutta la mia vita.

MAR. lo so appena trovar parole, mio 'principe


ancorch piacesse all altezza vostra di con

eedermi. . eh io le potessi manifestreilrp)h


s a

)
ATTO larnro.

,17

" " .sbalordimento.-- Ella ama Emilia. Calot


n,s,_- Gluramento contra giuramento . se
/

. '

mai. ho saputo lapipiccola cosa diquesto


amore, se ne ho avuto mai il bench mini

mo sentore, non vi sia,pi angolo di terna


che mi sostenga. -_ Sarei per giurare lostes
so anco di Orsina come s io le leg essinell
anima . I suoi sospetti sono. sul uto di
tutt altre pedate .
Era. Quand cos, perdonatemi, Marinelli, [gn
tnndogliri in braccio] e deploratemi.

Mss.Ecco, mio principe ! veda un poco , quai


sono i frutti della'riservatezza! - I primi

pi non hanno amici, n pennino noemi! -- E


se purci fosse vero, qual n la ca io

ne ?.. chessi non vogliono averne . - ggi


ci onorano di tutta laloro condenza, ci
mettono a parte delle pi segrete loro bra

me, ci aprono.intimamente l anima... edo


rnani torniamo ad esser loro cos stranieri ,
comese non ci avessero parlato mai, n
veduto.
.

Eri. Ah, Marinelli! come poteva io condarvi


ci che io non ardiva di confessar qua.sinep
. e pure a me stesso?
' MAR,E sta a vedere, che fu ancora men confes

sato ali autrice della pena?


Err. A lei ?.. Fu vana ogni fatica di poterle fa-

vellare una seconda volta..;\


MALE la prima?.. .
'\.
Err. Le parlai Ma io, che sotto.pcrimpazzire,
avrei qui a narrarvi tutto per esteso ?.. Mi

vedete preda delleonde furenti; cosa m an

date chiedendoper le lunghe com io vi sia ?..


'
Salsaremi seiil potete , e domandare poscia.
Mn.5alvare? Talhrodasalvarc qua? Ci
'
Emilia Galotti, dram.
b

\'
l

18

m1ua GALOT'I
che vostra altezza ha ommesso di palesare

ad Emilia Galotti, lo confessi alla contessa

Emilia Appianir Meranzie che non possa

no aversi di prima mano, le si com rano di


seconda

e. tal merce non di rado a si ot

tiene a miglior mercato di seconda mano.


Err.
MAR.E'd
Lasciamo
oltre aglicischerzi,
, il conte
Marinelli,
se la vuol
o ch'io
mena:
scco alle sue terre. - Qui dunque conver

rebbe pensare ad altro.


.
.
Eh. Ed a che? .- Caro, amatissimo Marinelli ,
'deb, pensate voi per me. Cosa fareste voi,
se foste nel caso mio?
MAR. Prima di tutto non riguarderci una bazzeco

lache come una bazzecola... e poi mi dirci,


e che non indamo voglio essere principe, giac
che lo sono.
Ef'IJM adulate ben malea' proposito con .l esaL
tare una potenza, della quale non saprei ve

der qui a che potesse servire . *- Oggi di


ceste ?. di bell oggi? ' .
.

MAR.0ggi per lappunto


denno farsi gli spon
sali. E le cose gi fatte, sono le sole che
non ammettono riparo_ [daga aver nlquamp [0)!
ridurne] Vorrebbe l altezza vostra lasciarmi

le mani libere? vuol ella approvare tutto


quello che io f0?

Err. Tutto, Marinelli, si, tutto ci che valga a


deviare un tal fulmine.
Maa.Dunque non perdasi un momento di tempo
- Ma, Vostra altezza non resti in citt. Si
faccia tosto condurre alla casa campestre
di Dosalo. La strada che mena a. Sabionet

ta passa di col. Se non mi riesce di allonf


tanare il conte sul momento, allora penso
eh, ma egli intiamper per certo , siccome
ro credo, in questo trabocchetto. - Vostra
.

ATTO Psinrch

r9

altezza vuol mandate uri.ambasciatore a Massa per questo matrimonio, nonvero? Eleg

ga per questa ambasciata il conte, con lim


pegno di dover partir di belloggi. --a Mi
comprende 1 altezza vostra ,3.

rr. Per eccellenz'aL.Conducetemelo fuori tosto.

Andare, sbrigatevi. lo Vado a pormisulfat#


to m carrozzina.

'

MAlt.[fnrtel

s o E N" A

vn.
\

rrorari, poi il Cameausarz.


Era. Sul fatto. sul fatto!--Ovrestat0?fgri.m
dando atra'mo del fini/ma, indi scoprendolo] A tera

ra? ah , questo stato un po troppo.L. [4L

fondelli] Conem,tilarti per... contemplarti ,


per ora io noi posso. --a A che avrei io a
conccarmi il dardo pi addentro nella feri
' ta? [10 pone {la lato] Ho languito, ho Sospil'ato abbastanza... e pi che non avrei lio=
vuto: senza aver fatto nulla; e per linatti

va mia tenerezza , non si stette che d un


. capello che tutto non si perdesse . .-. E se
tuttonon ostante fosse ancora perduto 9.. se

Marinelli non vi riuscisse 9.. Perch vorri


darmi soltanto all'opera di CostuidMi pas
sa per mente essere questa l ora ... [grmmmL

da rlla MINI] si, questa appunto l ora in


Cui quella pia fanciulla suol andare ogrrigi0n
' no al tempio - E sio cercassi col di
parlarle? -- Ma oggi, giorno di.nozze 0g
gi ellavr a cuore ben . altro che
Tutta
via... chi sa? -Ella v solita. [mano il.
tanrnnello,vd.in quel/0 r11e va. 'ru ammncrirmdr
c. . ,frrttalomr'nmrt alcune delle carte lui/a tavola , mtm

6 a .

'

29

Emma GALOI'TI

il Mmnn'f] Sieno attaccati i cavalli. -Non


c ancora nessuno de consiglieri cpl fuori?

CAM. Camillo Rota.

Err. Chentri .
CAM. [parte]
Eta. Ma trtten'ermi per oggi egli non deve... 9g

gi, no certo. .,.- Mi prester volentieri un


altra volta a suoi scrupoli anco per doppio

tempo; ma oggi no. nn- [Hicnt1t] C era pur


qua la supplica di una Emilia Bruneschi
Eccola!
se Il tuo -Ma,
1ntercessore=..
la mia Bruneschi dabbene

S C E N A
VIII.
Camu.o ROTA con fascio di carte, Errmua.

ETT. Venite pur, Rota, venite. .._ Ecco ci che


\

mi vidi questa maneallo spuntar il giorno.


Non c nulla che di rattrrstante
Vedrete
voi ci che sia a farsif. -_ Prendete tutto

con voi .
R0r. Altezza sr.
Err. Qui c pure

una supplica di certa Emilia

Gal... Bruncschi io volea dire. - Ci ho po


sto veramente il mio assenso: ma tuttavia
non si tratta di piccola freddura
lasciate
ne lespedizione ancora pendente
od anco
non pendente... Inne come vorrete.

Ror. Non come voglia io, altezza serenissima.


Err. Cosa c' altro P.. qualche cosa a sottoscri
versi?

R01'.1Vi sarebbe qui a sottoscrivere una sentenza


di morte.

ErT. Volentrerrssmo. --Date qui; sbrrghram0cr.


R01. [colpito , gnu/nudo n; il prnzipe] Una senten
za, diceva io, di morte!

Err. V ho capito benissimo.-L avrei anca sot


toscritta. -- Io son sollecito .

ATTOIRIMO

R01. [mm/giuda 'le me mm] Ecco , ch' in 1 ho la-

sciata sullo scrittoio! -Nc chieggio perdono,-altczla. E cosa gi da potersi indugia


re a domani.
ETI'.

Sia pure. -Raccogliete tuttomi convie


ne andarmene. - A domani, Rota, farem
di pi. [parn]

Ror.

[dmmnndo il mp0 ml rum-..10 mm, e partendo

Ii] Volentierissimo ! - Una sentenza di

morte: volemerissimo? -- Non glie lavrc


lasciata sottoscrivere in questo punto, se si
fosse anco trattato dell.assassiro. d un mio

unico glio. Volentien'ssimo ! volenteris


mo! Questo infame volcnticrissimo mi par
s l anima. [puru]

"

'

'

ATTOSECONDOU
,
.
/

SCENAI.
Sala in casa Galotti.

Ccauma, Fumo,
CLA. [mhvmla in mia diede a Pirro lbe mira dal! al-

in; km] Chi cavalca gi nel cortile?


Pur.

Il padrone, illustrissima.

CLA. Mio marito? mai possibile!

'

Pur. E qui che mi segue.

Cm. Cos inopinaramenre!..[k snvw'u incontro] Ah,


mio caro!

SCENA

II.

Onoaaoo, e DETTI.

Ono. Buon giorno, mia cara! -. Non vero ,

che questo si chiama sorprendere?

Cui. E nel modo pi gradito


quand' essa non
sia che una sorpresa.
.
Quo. Niente di pi: stanne pur certa. -- La fot

'

tutta di questo beato giorno, mi fe sveglia


re assai per tempo; il mattino era si vago;

il cammino, si breve; mimmaginai che


sareste qui affollate da cento cure . -- Mi
pass per mente, chera facile che vi pote.-.
ste dimenticare alcuna cosa. ._ In una pa

rola, balzai a cavallo, ed eccomi qua. Do


una occhiata, e men torno via subito. Dov' Emilia? Occupata probabilmente ad

abbellirsi...

'

EMILIA Gru-orrr ATTO SECONDO.

2}

CM. No. -.-. Ella al tempio. ._-Oggi bo bimgno


pi che mai, ha ella detto, d implorare il Cie

lo. *- Lasci l tutto, prese il suo velo, e


corse via ...
090. Sola?

CLA. Non ci son che due passi.


()Do. Un solo basca a far mettere il piede in fallo.
CLA. Via! non vadirare, amico mio.; entrate un

momento per riposarvi, e per prendere qual


che cosa se volete.

000. Come vi piace. Claudia


ma ella avrebbe
dovuto non,andar sola.
.CLA. E voi, Pirro , trartenetevi qui in sala per

dispensarmi oggi da tutte le Visite. [partenn


Odoarda]

SCENAIIL
:" ~

Puuro, indi Amaro.

Pm. Che si fanno annunziare per mera curiosi


.l. _-. Quante ricerche non mi vennero gi

fatte in mendunora? -Ed ora, chi giunge?


ANG. [mm di dentro] Pirro! Pirro!
Pur. Un conoscente?

ANG, [avvolto in un mantello con cui gli rta reparto il voL

n, I mi cappella m gli ora/n, r inno/1m, o riapre


il manie/la]

Pm. Oh cielo! Angeio ?.. tu qui?


Arre. N01 vedi? - Ho girato buona pezzainrorno alla casa per favellarri. .-_. Ascolta...
Pux. E ti cimenti di rieomparire ancora qua}? -

Dopo lulrirno farro, sai pure che sei stato


bandito, e che v taglia sulla tua testa...

Aura. Che tu, m immagino , non vorrai guada


gnare.
._

Pia. Ma che vuoi qui? Per piet, non voler es


sere la mia rovina.
.
._

2.4.

EMLIA GALOT'I'I

ANG. In questo modo forse ?.. [futrgmdogh' una barra


di dnmrv] Prendi, sono tuoi.
PIR. Miei? .

.
.

Ano. Hai gi obbliato quel tedesco che servivi


Pur. Non ne parlare.
Axe. E che sulla via di Pisa tu ci hai condotto
in trappola

,Pux. Se alcuno ci udissel

Arte. E che ha avuta la bont di lasciarci anca


un prezioso anello? - Non te ne ricordi

pi? -- Quellanello era di troppo valore ,


perch se ne potesse far danaro sul fatto ,

senza desta: sospetti. Finalmente m' riu


scito . Ne ho ritratto cento pistole , ed ec
co qui la tua parte; prendi!
Pur. lo non v0 n/ulla... tienti tutto.
ANG. Alla buon dm! -3 [tme n valawen'martan il

danaro] Quando per te lo stesso d esporre


la testa a qualsisiztprezzo

Pur. Da qui, da qui! -[prend: la bona] Ora co


saltro c? Pet'chc, che tu abbia ad esser venu-.

to in traccia di me unicamente perquesto


Aura. Ci non ti par gran fatto credibile, eh?..

birbantel.. Cosa ti penseresti di noi .. che


fossimo capaci di trattener le dovute merce
N di a chicchessia? Questa potrebbe esser la
moda fra i cos detti galantuomini : fra di
noi, HO. -. Addio! [fa mm: 1e volerti partire,

indi formi] Una cosa per eh io tidoman


di... or ora giunto in citt galoppandp ,il
.vecchio Galot.ri soletto... cosa sintende chei
voga?
\

Pur. Niente affattissimo: sennonch aver fatta


una passeggiataa Cavallo. Sua glia, questa
sera, alla villa donde venuto , deve spo

sarsi col conte Appiani, ed impaziente an


co di queste poche ore...

Arro SECONDO.

a5

Ano. Torna lori subito?


Pux. Cosi presto chei ti coglio qua se imiugian
c0ra un oco. - Non avresti gi disegnato
Arre.

sopra di ui?. Bada bene, eh egli duomo da...


Come s io nol conoscessi! Non ho forse seivito sotto di lui? _- Basterebbe solo che ci
fosse a far bene attaccando 10
E gli altri

quando lo seguono 9..


Pnz. Verso mezzod.
Ave. Molto seguito?
Pnz. Madre, glia e sposo in una sola carrozza .
Un paio d amici verranno per testimoni al
la villa di Sabionetta.
. .
Ano. E servi?
Pur. Due soli; senzame, che d ovr precedere a
cavallo. .

.
Arm, Va bene. -- Di ancora: di chi l equi.

paggio, vostro, o del conte?


Pur. Del conte
ANG. Male! un Postiglione

di pi , oltre un car
rozziere robusto. -- Manon fa nulla.
Pux.' Io son di sasso. Cosa vorresti? - I pochi
arnesithe possono forse occorrere alla spo

sa, stentano a compensarne la fatica.


ANG. La compenser la stessa sposa.
Pur. Ed anco in un tal delitto ti degg io esser

complice ?
Ano. Tu se il foriere, eh? Cavalca, cavalca; n

ti curar daltro .
P|R,4

Ama.

Non sar mai!

Sta a vedere che mi fai lo scrupoloso. - .


Camerata, dico, credo che tu miconosca.-Se apri bocca, o se rrovo la pi piccola co
sa diversa da quanto m"hai qui esposto...

Pm. Ma, per amor del Cielo. Angelo


Ano.
Pur.

Fa ci di che non puoi esirnerti. [pam]

'

Ah.'..lasciatevi prender dal diavolo per mi

36

EMILIA GALOTTI

sol capello , e siete suoi per tutta leterui


t. -- Oh , misero me!

.SCE.NfA

'

IV.

(.)noa1uo, Cratlml, Punto. .


Quo. Per me, ella trattiensi troppo

CLA. Un altro momento, Odoardo! Le rincresce


rebbe se le fosse tolto in cotal guisa il vederti.
0m0. M d'uopo di parlare anco al contef. Sen
to di poter appena atrender tanto da poter
melo chiamar glio questo degno giovine ,
Tutto in lui mi rapisce; e pi che altro .
quella sua risoluzione di vivere a se nelle
sue valli paterne.

'

Cm Il cor mi scoppia a ripensarvi . - E cosi

0nd.

avrern noi del tutto a perdere quest adorata


unica glia?
Cosa chiami tu, perderla? il saperla in brac.
cio allamore ?.. Non confondere il tuo pia
cere di rimirarla col suo vero bene. - Tu

potresti,Claudia, giungere a ridestare i miei


sospetti antichi: che non fosse tanto la ne
cessit di

are unaIcohvenevole.educazione

alla glia, ma'piuttosto lo strepito e la dis


. sipazione del mondo, e la vicinanza della

corte fosse ci che ti movesse a fermarti in


citt
lontane da un marito e da un pa
dre, che aveva per voi tanta tenerezza.
. Come se ingiusto, Odoardo ?.. Ma permetti
che almen oggi io possa (dire una sola cosa
a favore di questa corte e di questa citt,
cos abborrite dalla tua rigida virt... Qui,
e solamente qui amore poteva unire insieme ci chera fatto per andar unito. Qui.

\1

ATT(rSECONDO.

3?

solamente il conte poteva trovar Emilia ; e


la trov .

()Do. Ne convengo
Ma, cara la mia Claudia ,
hai tu forse ragione perch l esito ti d ra
gione?-Buona che la sia andata cos, con
questa educazione cittadinesca. Non van

tiamo prudenza. , quando non siamo stati


che fortunati. Buon per noi, che la sia an
data bene Ora che si sono trovati, giac
ch erano fatti luno per laltro, vadano
ora dove. li chiamano linnocenza, e la,pa- .
ce. -. Che cosa avrebbe a fare il conte.
qua? curvarsi , adulare, avvilirsa', e studiar- '

si a rivalizzare con un Marinelli ? per far


poi una fortuna della quale non abbisogna?
per essere in ne decorato di onori....che

\'

non sarebbero onor: per lui 2.. [ulgmdrr]


Pirro.

'

'

.,

Pur. Comandi.

'

0m0. Vammi a menare il cavallo alla porta del

' conte; vengo dietro ancofio,e monter su


col.

PIR. [park]

;..

"

ODO. [Iegne.Mrru la moglie] Perch avrebbe. il con


te qui a servire, se. pu col comandare ?..
E poi, non rietti, Claudia , che per mez
zo di nostra glia, egli termina dalienarsi

l animo del principe? Il principe mi odia.,.


CLA. Forse meno assai che non temi.
0m0. Temi! Va l, chio netemo ben molto.
CLA. Poich parmi daverti gi raccontato, che
il principe ha veduto nostra glia.
1

Omo. Il principe ?.. quando? dove?

CLA. Nellultima veglia in casa del cancelliere


Grimaldi, chegli ha onorata di sua presen
.
za . Si mostr con lei si demente ...,

Quo. Si clemente? 4
'

EMILIA G A Lorrr

Cm. Stratttznne con lei si a lungo


0m0. S' trattenuto con lei?

Cm. Parve cos incantato del suo brro, e del suo


spirito...
Incantato ?..

Le fece intorno alla sua bellezza cos esale


rati elogi

Esaltati elogi?./E tu mi narri tutto questo


con una sorta di rapimento? -. Oh, Clau
dia! vana, insensata madre!
Perch?
Va ben, va bene! Cos nita anche que
sta. -*Ciel! sio potessi immaginarmimque
sta, ab! questa sarebbe la parte, ove po

trei esser ferito mortalmente! ..--- Un volut


tuoso che ammira , appetisce. -.. Q Clau
dia, Claudia! il pensier solo mi mette infu
rore. - Avresti dovuto avvertirmene t0<
sto... Ma non ho voglia oggi di dirti cose

sPiacevoli; e potrei farlo se mi trattengo di


pi...
[gli prendo la mano]
[lirrmmmem] Lasciami, IZSCiQ.IDi , Claudia f

addio.'.. a rivederci ber: ro'sto

seguitemi

con lieta sorte. [parto]


S

V.

CLAUDIA.

Che spezi duomo! 4- Che 20t'ica \irt


se pur essa merita un c0tal nome. - Tutto gli par sospetto, tutto colpev'ole. - Oh,

se qucstd si chiama conoscere gli uomini;


chi avrebbe a deSiderar di conoscerli ?.. Orio
ma.resra Emilia per?.. E nemicd del pa
dre, e conseguentemente
bella conseguem,
b

ATTO SECONDO.

a,

za! -- Se alza locchio sulla glia, nome


che per disonorarla ?..
SCENA
VI.
EMILIA, e DETTA.
EMI. [mirando preripitararmma ml pi ango'rciaro smarri
menta] Lode al Cielo! Sono nalmente in
sicuro . 0 mavesse inseguita sin qua? [rollrrmndori il vela ah gnm allinllra, 0 17e41:71

110 ma madre] E desso , madre ? E lui ?..


No ?.. sia ringraziato il Cielo!
CLA. Cos, glia mia? coshai?
EMI. Eh, nulla, nulla...

E volgi dintorno uno sguardo c0s. feroce i..


e palpiti per ogni membro?
EMI. Cosa dovetti udire! e dove, dove l ho io

CLA.

dovuto udire!
CLA.
EMI.

lo tho supposto nel tempio


.
E col appunto. Che fa al vizio il tem
pO .9 .... [rmgh'armor nelle. bmuin di Claudia]

Ah, madre mia!


CLA. Parla, glia mia, pon ne al mio spaven

to. Cosa pu esserti accaduto di cos sini


stro, col, in luogo sacro?
EMI.

Giammai pi che oggi la divozione mia


avrebbe dovuto essere fervida e raccolta; e

giammai lo fu meno diquello che dovrebbe.


(CLA. Siamo umani, cara Emilia. Il dono lora

re non ist sempre in poter nostro . Voler


fare orazione pel Cielo gi farla.
.m, Ed il voler peccare ancor esso di gi un.
eccare.
.
,
CLA. .a mia Emilia non pu aver ci voluto.
EMI. No, madre mia. A tanta b'assezza non mi

lasci piombare il favor celeste. - Ma che


..

. EMILIA GALOTTI

li altrui vizio ci possa render complici nostro


malgrado?

Ti rassicura. - Raccogli le idee alla mc


gli0 . -'- Dimmi ad un tratto ci che t
accaduto.

Postami appena ginoccbioni


pi lungi
dall altare che di costume, per esservi giun
\

ta troppo tardi... appena il mio cuore inco-'


minci ad esaltarsi, che non so qual cosa

venne a prender posto dietro dir,me, assai


dappressc). Mi premeva al dorso talmente ,"
che io non me ne poteva scansat'e n inol
trandomi, n facendomi da lato, per quan
to il volessi; per timore di non essere tur

bata nella mia divozione da quella d'un al


tr0. - Divozionel questo era tutto quel
.che di peggio in ci io tem'cssi. .-4 Ma
non tard guari, che vicinissimo allorec

chia}, dopo un sospiro profondo, cbbi ad


udire non gi il nome dun Apostolo
ma il nome

deh, non vi .sdrgnate, 0 mia

drel.. ma il nome di vostra glia! Il mio


nome 9.. oh , che fragor.osi fulmini mi aves

sero alm'eno impedito ludr di pi! -'- Par


lava di belt, parlava d amore.. querelava
si che questo di, che fa la mia felicit...
se la fa... decida della perpetua sua mise
ria. - Mi scongiurrn.. ed io dovetti ascol
rar tutto .. Non mi voltai permai; volendo

mostrare di non udire. - E che cosa pote

va io far altro ?... porger preci al Cielo di


rendermi sorda, se anco, si, se anco aves
si dovuto rimanerlo per sempre; questo sd
lo poteva fare: ed il feci... questa in anzi
la sala preghiera che ho potuto far Oggi.

Inne fu d'uopo di rialzarmi . Tremava di

Arro Seconno}

3.t

voltarmi '; tremava di dover mirar colui che


osato averi di permettersi cotanta sfrenatez

za. Nell atto di rivolgermi, in quello ch'io


lo guardo...

CI.A. Chi, glia?


EMI. Indovinate, madre mia; indovinate 3.. Io mi

stimai di dover essere inghiottita dal suo


. lo. - Egli stesso: lui l..
'

CLA. Ma chi? chi questo lui?

EMI. Il principe.

'

Cui. Il principe !.. Oh, benedetta limpazienza di


tuo padre, eh era or ora qua, e che non ha

voluto aspettarti .

/"

MI. Mio padre qui ?.. n volle aspettarmi?


Cm. Che nella tua c0s'ternazione tu gli avessi
dovuto far udire anco

nesta!

EMI. Ebbene, madre l in che avrebbe egli potuto


.

trovarmi rea?

CUI. In nulla; non pi che me. Eppure , eppu


re

ah, tu non lo conosci appieno tuo pa

,dre! Nel suo sdegno egli sarebbe stato ca


.

pace di prendere 1 innocente oggetto delde


litro pel delinquente. Nel furor suo, gli sarei parsa aver io data occasione a ci chio

non avrei potuto ne: impedire , n prevede


re. - Ma continua, glia mia, pr0siegui!
Quando hai riconosciuto il principe
io
vo sperare, che tu abbia avuta tanta forza
sopra te stessa da fargli conoscere con una
sola occhiata tutto il disprezzo eh egli si
merit.

'

'EMI. Questo quel eh io non ebbi, o madr'el--.


Dopo il primo sguardo, che mel feravvira

re , non ho avuto cuore dindirizzargliene


un secondo. - Fuggii
CLA. Ed il "rincip dietro?
.

EMI. Non iiwe n avvidi, che al sentrmr agguan

32.

EMILIA GnLorrr

tar la mano. -. E da lui !.; Per vergogna

,ho dovuto arrestarmi: lo svincolarmi da lui


con forza, m avrebbe attratto troppo L lat
tenzione di chi passava. Questa almeno -

stata l unica considerazione di cui allora io


mi sentissi capace
o della quale almeno
ora mi risovvenga . Parl , ed io ho rispo
sto: ma ci ch'ei dicesse, e ci ch io ri
spondessi, se mai mi torner in memoria,
ve o dir, madre mia; per ora.non ne so

una sillaba. La presenza mabbandon; in


darno v ripensando ancora al come me ne
staccassi, e come io mi sia uscita fuori del

tempio. Rienrrai in me stessa al vedermi


sulla pubblica strada, e me ludii dietro;
me ludii persino por meco il piede in ca

sa, e salir meco le scale


CLA. Il timore, glia mia, ha ancor esso i suoi

sensi a parte. - Non muscir pi di men


te con quai disperati gesti ti sei precipitata

qui dentro. .. No, non pu essersi cimen


tato a tanto dinseguirti sin qua. - Dio,
Dio immortale , se tuo padre lo sapessel-.-<

Egli che divenne feroce al solo udire, che


il principe t avea poco fa veduta con com
piacenza! - Tacdheta intanto, glia mia!
Prendilo per un sogno ci che t accadu
to; n avr pi conseguenze chequelle di

un sogno. Oggi ti sottri ad un tratto solo


da tutte le insidie.

EMI. Ma non vero, madre? Il conte lo dee


sapere. A lui deggio dirlo.
CLA.

No per arnor del Cielo! - a qual ne?


Perch? -- Vorrest per nulla, per meno
ancora che nulla, renderlo in uieto? - E
quandanco ei non lo fosse
gi: sappi,
glia mia, che un veleno, per non essere
.

-.-_z a,.......

im

Arro Seconoo
3;
immediatamente mortale, non men per
questo pericoloso veleno. Ci che non fa
impressione sullamante, pu farla sul ma

riro.L amante pu tenersi in speme con


la lusinga persino di scavalcare il ..suo riva

le, e rival cos possente; ma scavalcato chei


l abbia: ab, mia cara .glial.. L>amante an

co pi tenero diviene spesso un essere af

fatto diverso. Voglia la tua buona stella


preserva'rti dal farne il saggio.
V noto ,. o madre,.com io mirassegni in
tutto ai.vostri migliori lumi... ma sei ve

nisse a saper daltronde, che oggi il princi


pe mi parlasse? il mio silenzio non aumen
terebbe o presto o tardi la sua inquietez
za? - Io mi pensava di non avere a te
nergli mai nulla. nel cuor di nascosto.

Debolezze! debolezze d amanti! - No, ii


glia, no; nulla di sorta. - Non gli dir
nulla; n f.uchei s avvegga di nulla.
EMI. Ebben, madre ;; io non ho volont contro
CLA.

la

vostra . ..- [traendo

profondamente il ztrv]

Aha!.. Mi par anco di sentirmi affatto ri


messa. - Che meschina paurosa creatura
non son io mai! -. Non egli vero, ma

dre, ch io mi sarei dovuta comportare di


versamente in questo incontro, e mi sarei
scompigliata meno?

CLA. Non tel volea dire, o glia, prima che a


te stessa noi dicesse il tuo sano intendimen- .

to; ed io sapea bene che te lo avrebbe det


ro, tosto che tu fossi rientrata in te stes
sa. - Il principe fa il galante; e tu sei
troppo poco pratica dellinsignicante frasa.
rio della galanteria. Essi trattano una puli
tezza come un tenero affetto; un compli

mento per un affermazione; un concettino


Emilia Galam', dram.
c

Emma Gar-orrr

34

per un desiderio, ed un desiderio per unin


tenzione positiva. In quel linguaggio, ogni
espressione da nulla, suona per da molto;
e le pi ampol'lose in esso non signican
nulla .

EMI.

0h, madre mia, il mio spavento dunque


dee farmi comparire a me stessa ridicola! Or vedo bene ancor io, che il mio buon

Appiani non ne dee saper nulla. Ei potria


facilmente tenermi piuttosto per vana, che
per virtuosa . -- Ma zitto .'.. eccolo qui,
questo il suo passo.

SCENA
VII.
II. come Arri/mi, e narra.
Are.. [entra agli uri uri dinanzi a re, e r r'rmohnv

n'nzn radarle]
EMI- [le rbalqa' incentra]
Are- Ah, la mia cara !.. Non mi sarei supposto

di trovarvi qui in sala.


EMI. Vi bramo sereno anco. l dove 'non supp0

nere di rrovarmi,. conte. -. S grave? si

pensoso? - Questa giornata non degna


di verun trasporto di letizia?
API. Essa lo pi che tutta quanta la mia vi

ta. Ma pregna comell di tanta felicit;


per me... potria ben essere questa felicit
medesima quella che mi rende cosi serio- o
come dite voi, cos grave. - [InrgandoClnu
dia] Ah, ella! pur qui, riverita dama, che
a momenti mi o'norer di chiamare con un

nome pi tenero ?
Cm. .E che mi render superba! - Te ' fortuna
ta, Emilia mia! __ Ah, perch tuo padre
non ha voluto essere aparte de nostri tra

ap0rti?

0|

ArroSecouno.
;.,
Are. Non_fo appunto che atrapparmi dalle sue
raccna... o piuttosto, egli dalle mie. -.-.
Che uomo, 0 mia Emilia, non mai v0.
8t10 padre!" Esemplar vero di tutte le viri
li virt! -- A quai pensieri non mi sin
nalza la mente a! suo cospetto! La mia fer-
ma risoluzione d'oprar sempre virtuosamcn

cc, e Sempre nobilmente non si sente pi


accesa mai
Yeggo, che
' me possio
marmi suo

, n pi viva, che quando il


quando me lo presento . E co
rendermi degno dell onor di no
glio, senonch coli adempiere

siffatta risoluzione?.. e meritarvi , 0 mia


Emilia?

EMI. E non ha neppur voluto aspettarmi!

Poich, siccome io giudico, la .sua Emilia


lo avrebbe scosso troppo in questa momen
ranea visita, e si sarebbe impossessata op
po di tutta lanima Sua.
CLA. Egli 3timava di trovarti occupata de1u0i
ornamenti da sposa2 ed ud
Arr. Ci di io da lui ho riudito con la pi te
nera ammirazione. -- Brava, la mia Emi
lia!.. avr in voi una moglie pia, e non or
Alw,.

g)gliosa d esserlo.
Cm.

'

rs , gli miei , facciasi luno, e non


ommezrasilaltrow-E' ormai tempo; animo,

A.
CLA.

Emilia!

'
Tempo di che, nobil dama?
Non la vorrete gi in quell' arnese , come.

Cos com. l non la vorrete condurre ali


altare .
AH.

In verit eh io non ci aveva punto bada


to. -- Chi pu vedervi, Emilia, e por men

te a vostri ornati?" Ma, e perch .no co


si? cos. com ?
EMI.

'

Oh, cos poi no, caro come; affattqaac


I

'12.

EMILIA Guam

to cos, no. Manemmen troppa gala, non


dubitate; niente di troppd, In un istante
sono in punto. - Nessuna di sorta delle
gioie regalatemi di fresco dalla vostra gene
rosir; niente di ci che non compete a ta
li gioie. -. Potrei averli in avversione que
gioielli , se non fossero vostri. -- Tre volte
ti essi mi sognai...
Cur. Che cosa mai? Non me nhai detto ancor
nulla.
.
EMI. Mi pareva come se le portassi, e come se

tutto ad un tratto.ogni pietra si convertisse


in una perla. - Perle per, madre , perle
sigmcan lagrime. .
Su. La mia fanciulla! - Il signicato pi so

gnato ancora dello stesso sogno... Non sei


stata forse ancopcr lo passato pi amarrice
di perle che di diamanti?
/

EMI. E vero, madre, vero


Are. Lrg'fttcm/u metto] Signican.lagrimel
CLA. Come ?...e ci in voi fa colpo?

conte ?
Are.

in voi,

E vero; dovrei vergognarmene... ma una

volta che limmaginazione sia rivolta ad


idee malinconiche...
EMI. E perch mai lo ? __ Ma, dico, come,
cosa pensereste voi chio volessi mettermi ?._.

cosa portava. io quel primo di in cui vr


piacqui? .-- Ve ne sovvien pi?
PP. Se me ne sovviene? Il mio pensiero non sa

vedervi anzi altro che a quel modo. Vi


vedo cosi, anco quando vi vedo messa di
versamente.
iiEMl. Un vestito dunque di quel medesimo colo
re, di quel medesimotaglio; sciolto e ut
"curante .

A es.

Egregiaments .
.

-..

17

ATTO Seconho.
EMI.

Ed i capegli...

Nel loro vivido natural castagno, inannel


lari come lo sono di lor natura;
EMI. Non dimenticando di porvi la rosa: questo
gi vi sintende. -- Bene , bene!.. Un

di pazienza , ed in un batter docchio vi


comparis.co cos! [parte]
1
1
Are.

SjC E N A

V111.

Il- coma APNAN! , .CLAUDIA.


AiP. [guara'mn/ofe dietro llriamrnte] Perle

Jigm't'zm

lagrimc 1.. un podi pazienza! - Andrebbe be


nese il tempo non esistesse che fuori di
noi; e se un minuto marcato dallindice di

un onologio non potesse in noi estendersi e


dilatarsi in anni!
(in.

Losservazione dEmilia, signor conte , .fu


tanto rapida quanto giusta . Siete , i vero,
oggi m0lt0 pi serio del solito.
o solo
passolungi dalla meta delle vostre brame,
vi farebbe per avventura pentir, conte, che
ci f0rmasse loggetro delle vostre brame 2

Ah , madre mia! ed ella potrebbe avere in


si sinistro sospetto il suo glio? - Ma non
che troppo vero; oggi io sono oltre lusa
.to errisro; e cupo. - Osservi per , rive
rira dama. un passolontan dalla mera, e
non averne fatto alcuno nella lizza, lo
stesso... Tutto ci eh io vedo, chio odo ,
Eo chio sogno .da ieri in qua, non fa che

n'nunziarmi questa gran verit. Questuni


co pensierq viene a frammertersi, e s inca

tena a qualunque altro, che solo io dovrei,


e eh io vorrei avere. - Che vuol dir mai

tutto questo? io non lo intendo


1 .angusria
; 3
C1 A. Conte , voi mi poncte i,n

38
EMILIA Garorrr
Art. Luna non fa che sopravvenire allaltra!
Sono stizzoso; mi trovo di mal umore co

gli amici, con me stesso


CI-A. Ma Come, come?

'

A21. Gli amici pretendono assolutamente, che da


me si debba fare un cenno al principe del
.mio matrimonio, prima di celebrarlo. Con

vengono chionon sia a ci tenuto; maso


. stengono che la riverenza lo esige; ed io
ho avuta la debolezza di promctterlo . Sta- .
va appunto per farmivi condurre con la car
K'OZZQ. .

CLA. [wrpnm] Dal principe?


S C E N A
IX.
Pumo, poi MAIJNELU, e man.
Pur. lilustrissima signora; il marchese Marinelli

tiensi alla porta, e chiede del signor conte'.


Are.Di me?
PIR. Eccolo gi qui. [gli apre la portiera, I parte]
MAR. dirfgenda:i a Claudia] Chieggo umilmente per
ono a questa dama riverita... [unltori adAp
piani] Nobile signor conte stimatissimo, so
no Stato alla sua casa, ove mi fu detto che

la troverei qua. Un pressante affare richie


de
[u.olgmdori .ad un tm0 0 Claudia] Nobi
lissima dama, chieggo di bel nuovo perdo-.
no, un affare di brevi minuti.

.CLII. E che per cagion mia non dee divenire pi


lungo. [gli fa rvnnrpa, e parul
; MARINELLI,
s e EIL N
come
A APPIANI.

APP. [mm qualche imjm{ienqzj Sicch , siggr

mio?

MAR. Vengo per commissione di suaaltezza sere


ms51ml.

39

Arr0 Secorwo.
\

1
. API. In che posso ubbidirlo?

.
Max. Vado superbo di poter essere app'rratore d"

un favore cos . segnalato e distinto E se


il conte Appiani non .si ricusa a tutta forza
dal voler in me riconoscere il suo pi affe

zionaro amico
,
.i\r!. Meno preamboii, la prego.

Mn.Auco questa! 7-9-' Il principe dee inviare 1m:


mantinente un plenipotenziario al duca di
Massa , ad oggetto del matrimonio che stq
per incontrare." con la principessa glia di
quel duca. Fu a lungo indeciso, chi doves-

se a ci eleggere. Finalmente, signor con


fre, la=scelta venne a cadere sopra di lei.

Are.Suiime.? .i"
1" "f'u,.
MALE ci
s permesso all'amicizia il darsi
.
vanto... non senza il mio concorso. ~ .
Are. In"vero , ella uniipone in grand'inilarar'zzo
per cercare ilfr"rrrgraziamenro che le si con
viene. - Io non 'm aspettava pi: da agrh.il

tempo, che il principe discenf:,sse a voler


faruso divine.2;

" ...:1 ' "


'l

Mmt.8bn cerro, nonesserg=lifmancato altro che

unoccasibrtt: degna di lei. E seneppur qu'e-


sta corrisponde ai meriti di un uomo tale
qual il conte Appiani, c'dhv-ih dir certa
mente, che la mia amicizia siasi precipitata
troppo.

.I C

11

A. Amicizia! ad Ogrii tre, parole, amicizifa,B-


Con chi parlo io dunque ?Dell'1icizia
d un marchese M.arrelli norni sarirna
sognato.
.
.
L
MAR. Riconosci) il mio.torto, signor conte"; l1,
il mio imperdonabile torto d:rva velino es
serle amico senza lasua permissionep-In
ogni modo, cin0n' fa nulla. 'Lagra ia
del principe, che impartisce a leifseeg a
i r.

fis| , A:

'

40

EMILIA GALOII'I

'

lato onore, resta poi.sempre.quello che lis


ss.I; e non dubito chelia non assuma Con
. impegno daggtadjrlO.
API. [dopo breve rierrarre] Si certo.
Mntt.Dunquc vorr venire
.
Avr. Dove?

MAR.A Dosalo dal principe. --. Tutto 4 gif'in


a

'

pronto, e convien partir di beiloggi .

'AP'P. Ch'e!.. di belloggi? .


MAx..Piut/costo anzi in questo stesso punto, che
pi tardi. L affare della maggior solleci
.tutimm '

|. ..

API. Davvero? - Qund cos, mi duole alle


strem0 di dovermi dispensare dall onor se
gnalato che il principe mi .vorrebbefimpartil'C'."

Msx.Come? n.'.; c. .

.' .||14:

. .,

..

t.

,,

Ar.;r0ggi.norr potrei..partire .:.r .e nemm'engdoma,


~ a mi
eposdomarii.non pi =

Max.Ellwscberza, signorcome?

Al. Con chi? con lei?; ..


1
Msx. Magnica in vero! Ese' lo scherzo avesse
';PQ a riguardare il principe la sarebbe ancor

'; pi magnica. - Ella non pu?


,fugr. No, signor mio, non posso..... e spero, che
, , .. lostesso principe abbia a trovar s. ragione. .1
(3

vole, 1a mia scusa per, menarmcla buona.

Msx.Sarei ben bramoso di udirla.

Art, Eh, una; cosa da nulla; gaserv


prender moglie; '
. ., .;
MrmgBegissisno
e perci?

oggi boa

AH. E perci? e perci? -- La domanda e ve


ramente d una semplicit stravagante .

MMLVi sono parecchi esempi, signor conte, di


,; nozze protratte- Non dir che la sia cosa
sempre molto grata agli sposi.ll ritardo pu
"
esser .loro ,discaro, Ma panni, che . il co

manda del padrone ... .

ATTO Seconno;

4;

AN, Clnando del padrone 2.. del padrone? -_


.Un padrone di propria elez1one, non ci e:
poi tanto tanto padrone. -- In quanto a
lei, conced\p che ella gli debba unubbidienza illirm ara: ma io no. Io son venuto'
=. alla sua Corte come volonrario.Misdno pro

posto 1 onor di servirlo, ma non di divenirgli schiavo. Io son vassallo'dun signore

pi grande ...

Max.Pi grande, o meno grande: un padrone


padrone.
.
Arr. Ed io rn ho la dabbttnaggine di starmi qui.

disputando con lei! -- Ella dica al principe


ci che ha udito, e basta: che mi duolsom
mamente di non poter accertar lonore che

voleva impartirmi , dovendo appunto in og


gi dar compimento ad un contratto che for
ma la mia felicit.

Man.Non vorrebbella in pari tempo fargli sape.


re anco con chi?
}.
API. Con Emilia Galotti.
.
Mpx.Figlia cio, qui, di questa casa?

A. Di questa casa.

Mnx.Hm, hm!
,
Arr. Avrebb ella nulla che dire?

' ='
'

Mau.Avrei stimato, che avessero quindi ad es


' servi tantominoridifcolt a procrastinarne
. la cerimonia sino al suo ritorno.
i
Are. La cerimonia 9.. La sola cerimonia?

MAR.I genitori dabbene non ci guarderanno tan

to per sottile .
Are. I genitori dabbene ?..
.
M1ux.Ed Emilia resta sempre sua; si, si.
.
Arr. S, s,?.. Con questo marcato si, si, ella
mi par proprio una scimmia; si, si.

MAR. A me , conte?

Are. E perch no? i

Mnu.Poffare il diamine! .. Ci parleremo,

.;4:

Emma Garorrr ATTO Saconno .

API. Oh, oh! malizioso il scimmiotto;'mam


Max.Cospettonel Conte! cbicggo soddisfazione.
Are. Eh, vi s intende.
Max. E subito la vorrei... ma non vo'amareggia
re in questo giorno la tenera sposa.

API. Oh, il buon cuoricino! no , no! -F.[Pm'


[maiala per la mano] A Massa , per oggi vera
mente non posso farmi inviare: ma per fa
re seco lei una passeggiata , ho pi tempo
assai che non bisogna - Andiamo , an
diamo.
l\Imx_[rmppmurlogli di manu] A tempo, CODtC, un

,;,", .

po di pazienza. [pure]
S C E N. A
XI.
IL come. Arrumr, CLAUDIA.

APP. V3, vi, va pure. .- [rnpiramln con .f0f(n]

Ah !.. sento che ci mha giovato. Il sangue


m entrato in ebollizione. Mi sento un al
tro; sto meglio.
CLA. [frena/on: , e con npprerrioru] Dio !.. Conte !..
Ho udita una viva altercazione. - Avete
un volto di bragia. Cos' accaduto?
APP. Nulla, nobil signora, niente alfattissim0.

. Il ciamberlano Marinelli m'ha prestato. il


maggior de servigi. Mha risparmiata la gi
ta a Corte.
.
Cui. Positivamente?
A99, Possiamo quindi partire pi tosto. Men vo
' a l'acCbt la mia gente, e torno sabito.Emi
lia frattanto sar in ordine.

CLs. Possio essere pienamente tranquilla, conte?


Are. Tranquillissima, dama rivetita,
CLA. [nnm nel]e ruo nmy]

API. [parte]
una nzu-arro secormo.

.4;

,ATTO T..ER Z0."


L.{

S .C E

N A

I.

"' Sal inun palazzo di campagne del principe a Donlo.


-

Erro.1u.s MnmzLu .

Mn.Fu vano. Rigettil onor confbritogli col


ma gior disprezzo .
.
Err. E affare sen re;ta l? Avran luogo le noz
ze? Di belloggi Emilia dunque sar sua?

MAx.Per quel che parco.


~
Eri. lo mera promess'o'tr'oppo dalla vostra in
venzione. - Chi sa quanro scioccamente

non vi ci siate preso? +- Se dalla mente di


un pazzo sfcappa fuori talora; ,ur_1 buon pen
siero, cl vuole yn,uom grudrzroso per ese.

guirlo. Avrei dovuto pensarci prima.


Mn.Ecco'mi rimunerato .
En. Rimunerato di che?

Miix..D'avervi cimentare. pern la vita. -Quand


ho veduto che n seriet, n beffe ,seppero
indurre il conte a posporre .lamor suo all"
onore, tentai la via di sdegnarlq. Gli ho
-detto cose, che valsero a far ch'ei5'0bblias
se. Pro'erse contro di me alcun ingiurie ,

e gliene chiesi soddisfazione , e gliela chiesi


sul fatto, - Ecco il mio raziocinio: o egli
me, o io. lui. Se io lui, allora il campo

nostro, e non c' pi nulla che dire . 0


egli me, ed allora, posto anco cos, gli con
vien fuggire, ed il principe , se altro non

fosse, guadgha tempo.

'

44,

"

Emma Gaccrn

Err. Voi avreste Osat0. tanto, Matinelli? ,


Max.Ah, eraa sapersi prima, che quando. siam

cos pazzi da,rrischiar la vita pci Grandi ,


era a saper prima come ne sumo riconoscenti.
ETT. E il conte? -Egli ha pur fama di non far
si dire tal". cose due vplte. .
Max.Secondo i casi, non vha dubbio ./.. Ma chi
non glie l'avrebbe menata buona?..,-=- Mi ri

Spose, daver oggi altro che fare', che di


venirsi a spaccar con me lecervella; elab

biam rimessa allottaVo'di dopo le nozze...


Err. Con Emilia Galotti!.. ci mi rende. {uten
te. - E con ci voi.vi siete acchet'ato, eh,

..e siete partito... e venite poi qui a darvi


' "vanto da.vei' pb'sta a.l'ischio la.vit,a per'riie;
davermela sagricata.
.f; . A.
MAR.Ma cosa pretenderebb l alt'e2z.' 'lvstira
ch"io avessi fatto di pi?
.
" "l
ETT. Di pi? come Se gi aveste fatto Qualche

08.2

' .

'., j.

Mia.Udi&md rin poco ci che vostra altezza ab

bia fatto dasc (Ella ha avuta la sorte di

trov'arla nel tempio. Cosa le riuscito di


concertare ?
.

Err. [con irlbfrq] Curiosit poi , quanta, se ne


vuole... e chip solo deggio appagare. -- A
maraviglia. tutto and a norma delle mie
brame. Non occorre chella si prenda ulte-

riori pene, amico arciof'cioso. Essa ha pre


venuti i ritiei desideri pi che alla met del
cammino; Mc lavrei potuta prender meco
sul fatto. --- ffne'cndri rigido I imponente] Sa

, peste omai quanto v occorreva; p0tc.te an


darvene .

. . '

. .

Mn.Potete ndarvene! Va bene: questo gi il


solito ne della canzone; e lo sarebbc'quan

do pure avessi voluto tentar limposaibile


\

AT,ro TERZO.

4;

Impossibile? impossibile non lo sarebbe poi


tanto; ma bens ardito. - Se avessimo la

',U, ;..sposa in.poter nostro, mi farei mallevadore


che gli sponsali nonavrehbero effetto.
ETT. Di Cosa mai non si farebbe mallevadore que-

; sto valentuorno?, Non ho che a dargli un


\. distaccamento della mia guardia del corpo ;
ed eccolo l in a guatosu dun capostradti,
che assalisce la arraza se fossero anco in

cinquanta, ne strappa fiori la donzella, e


me la mena qua.in trionfo

'

MAR.NOD sarebbe il primo caso, cheuna' ragaz-'

za fosse rapita , senza che'pare'sse esservi


ratto.

. <

EH. Se. foste capace di tanto, non istareste qui


a farmi il Rodomonte.
Mn.Bellesito per , non sidee voler rendere

nessuno responsabile. -_ Potrebbe accadere


ualche sinistro .

Err.

ome se fosse mio costume , di voler la

gente responsabile delle eventualit che non


si prevedono.

Mnx.Quand cos, altezza serenissima... [orhrzli


Izmlarm unmrlrugutn] Ah! che fu questo ?..
Ho io ben udito ?.. ha udito anco laltezza

.vostra un colpo di archibuggio ?.. [bra-ne un


'altrv] ed ecco un altro!

' Err.{jhe faccenda questa? Cosa vuol dire?

VIAR.E cosa si penserebbella che fosse? -Cosa


direbbe,\s io fossi stato pi attivo chelal

mezza vostra non sei credesse?


Er'r. Artivol.. spiegatevi una volta.

Mn.Alle corte: ci che ho detto, fatto.


ETT. Possibile!

MAR. Non si dimentichi per vostra altezza, di


ci chella mha assicurato test... N ho
di bel nuovo la sua parola.
.\

46

Emma GALOTTI

Err. Le'disposizioni per sono tali


ManyQuali potettero prendersi in tanta fretta .

L esecuzione aidata apersdtra, sulla qua


le posso riposar sicuro. Il cammino si strin

ge passando lungo le pareti del parco, 'Co


l la carrozza deve essere stata assalita da
una banda duomini , come se fossero la

dri che volessero svaligiarla. Unaltra ban


da, fra quali un mio dato servo , si sar
scagliato fuori del parco, come per soccor

rere gli ggressi. Durante la mischia appa


rente'de due partiti, deve il mio servo pren

},r Emilia a pretesto di porla in salvo. ed


/ attraverso del parco condurla qua. -- Que_
/

sto il concertato... Che ne dIcC vostra al


tezza?

Err. Voi mi sorprendere oltremodo

Mi senl0

colto da uno spavento


MAR.K maura alla nutra o un guardando]
Err.
che guardate?
.
.

Mnn.La faccenda dev essere accaduta da quella


parte. - Per lappunto. -'Ecco una ma

..schera che va scavalcando il muro indu


bitatamente per venirmi a ragguagliar del
successo. "- S allontani laltezza vostra.
ETT. Ah, Matinelli!"
..
.
Mal.[rtvmando dalla finestra] Sii? a' vedere , che

ora' ho fatto troppo; e prima troppo poca?

EH. Non dico questo; ma tuttavia non penetro...

Max.Penetrarelu tutto in un ato ! - Presto ,,


presto, sallontanr... La maschera non dee

vederla qui .
E Il. [pane]
'
j

.",l,.

Arr0 Texzo.

'

47
...I.

Il.

"Muuueru , poi Arnasco.


MAll.ctafnnmlo a: nertm] La carrozza sen va tor
nando col lentamente ver'solacitt ?- Ma,
cosi adagio?.. ed a ciascun degli sportelli

un servitore? - Questi indizlj non mi piac


ciono. Fosse mai, che il colpo non riuscis
se che per met? Ci mostra esservi un fe
rito bens che si riconduce blandeniente:
ma nessun morto. - Ecco la maschera gi

calata gi..E lo stesso Angelo . Che ani


ma risoluta! ..- Egli pratico gi della Sca
la segreta . -.. Mi va facendo de cenni. Co

stui devessere sicuro del fatto suo. - Oh,


. il mio caro signor contin.o , che non volle
"andare a Massa, e che or deve andare un

po. pi in l! Chi le ha mai insegnato a


conoscer si bene le scimmie ?.. [awinn'wnllu
porta] Esse di fatto sono maliziose. -Eb

bene, Angelo? .
Ano, [mnm In farvr] Ella stia attento ,

signor

ciairrberlano . Sar qui condotta a momem},

MAR.E come and la faccenda?


Arre. Benissimo , a parer mio.

Marr.E come se la passa il conte?

Ano. Per 'servirla; cosi, cosi..sConvien dire pe,


r, ch'egli ne debba aver avuto alcun sen
rore, poich non era del tutto sprovvisto.

Msx.Sbrigati a dirmi cio che mhai a dire E


morto?

'

Ano. Mi dispiace in vero per qul buon signore.


Mmz.Ebben , prendi in grazia del tuo buon cuore.
gli da una barra cm danaro] 1)

Arre.

particolarmente del mio bravo Niccol ,


a cui pur toccato di pagar lo scorto.

43
Emma Garorrr
,
Maa.Davvero? perdita dunque da ambe le parti?
Ano. Potrei piangere per quel valoroso garzone !
\

v,

bench la sua morte [pnamloronlammra laiana]


me ne accresca la porzione di un quarto, per

esser divenuto io il suo erede , avendolo io


vendicato . Tale la legge fra di noi ; una

delle migliori, a parer mio, che sieno state


fatte mai per la fedelteperlamici2ia. Que
Niccol , signor ciamherlano...
.
Mrut.Eh, non mi ristuccare col tuo Niccol. Ma
il conte , il conte ?..
Ano. Pohm! e me lo ha colpito giusto; per que

sto, ho cerato.amcor io di ben colpire il


conte. - Stramazz ; e bench torn vivo
in carrozza, m'impegnerei chei non torna
vivo ad uscirne .

Mn.Che la sia poi cos , Angelo?


Ano. V0 perderla per av ventore , se non ve
ro. - Ha niente altro a comandarmi? Poi
ch vado un po di lontano: vogliamo pas- "

sare il conne dentroggi ancora .


MAR.V3 pure .

Ano. Se mai fosse per occorrere nulla , signor


ciamberlano, ella sa dove possa chieder di
me. Ci ch capace di fare un altro, non
sar nemmen per me stregheria; e son pi
discreto d ogni altro .'[1Jartr]
Mn.Egregiamente! - Ma non tanto , per dire
l

il vero. - Vergogna! vergogna , Angelo ,.


desserc cosi spilorcio! un secondo colposa

rebbe andato pur bene . - Povero conte ?


ch'egli avesse mai a penare? .-. Vergogna ,
Angelo; questo un far il mestiero inuma-

namente, da vero ciarpohe! - Ma il prin


cpe non ne dee saper nulla. E! deve scntrr
prima da s quanto questa morte glasra van
. )'

..

,\ .

tag

Arre: TERZO.
..49
taggiosa. - Questa morte ! Oh cosa mai
non darei per esserne ben certo!
* S C E N A
III,
ETTORE, MARINELLI.

i.

.
.

El'l'. Ella sen vien da col per quel viale, evien

correndo dinanzi al servitore. Par che il ti


more le metta le ali ai piedi. Convien dire
chella' non sospetti ancora di nulla . Ella

pensa di salvarsi da ladri ; ma quanto sar


sar per durare?
'
MAR.A buon conto labbiamo.

,E4,T. Non correr sua madre a cercarla ? non le


verr il conte dietro? in che siamo avanza

ti allora? come gliela potrei trattenere?


Mrrn..Certo, chio non saprei qui su due piedi
rispondere a tutto; ma si vedr. Vostra al

tezza pazienti un poco. Bisognava bene aver


fatto il primo passo.
Errl. A che prq,.se avessimo a dare.indietro?
Mrur.Chi sa ? forse anche no . - Vi son mille
cose su cui poter fare maggior capitale . ._

Epoi, Obblia l altezza vostra la principale?


Er1'. Cosa poss io obbliare , se non sono stato )

3..
ancora capace di pensar aiwlla? -- La prin

. cipale? e sarebbe?

. MALI. arte di piacere, quella di persuadere, che


ad un principe, che ama}, non falliscono mai.

Err. Non falliscono mai? toltorre allora eh egli


navrebbe appunto maggiormerite du'opo. Non fecio ancor oggi unsaggio ben tristo

di questa abilit ? Tutte le mie blandizie ,


tutte le mie proteste non valsero aspremer

le di bocca una parola sola . Ammutolita,


abbattuta e tremante stavasi l come una
colpevole che oda la sua condanna . Il suo
Emilia Gnloni , dram.

go

., EMILIA GALOTTI
affanno mi divenne contagioso ; tremai anf

cor io con lei, e la nii col chiederle perd


dono. Mi sento appena ilcoraggio di tor.
' narle a favellare . Al suo primo apparire al
meno, io non vo esserci . _. Accoglietela

voi, Maritlelli. Ascolter qui da vicino co


me la vada, e comparir raccolto ch' io mi
sia. [fune]

SCENA

IV.

MARINELLI , poi Burrsra ed Emma.


Marz.Se non lo ha veduto cadere ella stessa... e
'

noi dovrebbe , al modo 0nd ella corre. -,

Eccola. -. Non va neppur io essereil prid


mo oggetto che le Cada qui sotto gliocchi
'

g? .rirm in un angolo in fimda alla mia]

Bar. on ha che ad entrar qui. damina.


EMI. [rmzo nt_g].Ahl ah! - Vi ringraziobuon
uomo, vi ringrazio; - Ma, Dio mio ! ove
son mai? e cos sola? ove sen resta mia ma

dre? doveresr il conte? Vengono anch' es


si? mi seguono?

Bar. Lo suppongo.
EMI. Lo supponete.J noi sapete? noti li avete ve-.
duri? -- Non fu tirata dietro di noi una ar;,
Chibugiata?
'

Bar. Unarchibugiata? La sarebbe ben...

EMI. S, S Certof.Essa ha colpito il conte , 9


I

mia madre...

Bar. Vocorrervi tosto .


EMI. Non senza di me... Vdanch'io, deggiove
nir anch io. Andiamo, amico.

'

Mag.[nallmnllnri come re non fntrrr (be giungere'nllornl

Ve! nobile, gentil damina! Perquale sven


tura , o piuttosto perrqual fortuna... qua.l.
fortunata sveuura ci procura lonore....

4.4..4 ,ILA

I.

ArroI'rarrz'o.

.{ti

EMI. [interdetta] Come? Ella qui, signor mio? Son


io dunque da lei? --1 Perdono, signor ciam
berlano. Siamo stati assaliti q'ui presso da
malandrini. Col accorse molta gente dal)
bene in nostro aiuto, e questo galantuorno

qui mi trasse dalla carrozza, e mi rec qua


in salvo. - Ma io inorridisco nel vedermi
salvata sola.;Mizi madre d.tuttora in perito

lor. Dietro di noi


Cile Ella forse
perdoni.. C0nvien
torni, dove avrei

vi fu anco un tiro di fu:


perita ed iovivo.?'-_Ml
chio vada; convien chio
d0vuto rimanermi sin dap

prima
'
,
hMAR.Si
calmi, di grazirl, si calrir'i
, bella dami-

ria! Tutto va bene; ella vedr qui tosto le


diletre persone, per le quali ella prova un
. si tenero affanno. -- Va intanto, Battista,
corri; pu essere che igriorino, dove questa
damina siasi salvata .. Forse la stanno cer:

cando nei bergeaux in giardino 4 Menalr qui


senza indugio.

'

BAR [parte]

.
l

..

"

EMI. Per certo? Che. srend poi essr tutti in sr_cug


Io? Che non sia loro accaduto verun smia
.stro? _- Ah, che giorno di spavento nou.
.., mai questo per me! --s Ma io non deggd

starmene qui; d'eggioandar loro incontro.


MARIA qual oggetto, gentilissima damina ? An
co senza di questo, ella si trova gi senza
lena e spossata. Si rimetta piuttosto, 6 ,SI

degni dentrare in una stanza un po PIL


agiata. -- Ci scorhmetterei , che lo stesso
principe di gi presso a sua madre, eglrea
la conduce in persona.
, /
.

EMI]. Chi ha detto ?4 .


Mare. Il nostro principe serenissim. ,
EMI. [ertrrrnn'nmts' colpita] Il principe .I v
.
.
d 1.
.
"

51. '
EMILIA GALOTI'I
MAR. Al primo. avviso, vol personalmente in lo
ro aiuto. -- Egli nel maggior furore, che
siasi osato di commettere un tal delitto co
si a lui da vicino, e quasi sotto a suoi oc
chi. Fa inseguire i malfattoni, e se son pre
si , il castigo sar inaudito.
EMI. Il principe? _ Ove sono io dunque?

.'I\rha.ln Dosalo, al castello di diporto delnostro


principe .
. EMI. Oh , strano caso! ..- Ed ella crede chei

possa qui comparire in persona?


MAR.ECCOIO anzi.

SCENA
V.
ETTORE, EMILIA, Mmuuuu.
Err. Dov dessa, dovc?.. O vaghissima da
mina! labbiamo cerca dappertutto Si sen
te ella bene? - Tutto va bene dunque . Il
conte, e sua madre...

EMI. Ah

serenissimo signore ! ove son essi? dov

mia madre?

Er.r. Non discosti', qui vicinissimo.


EMI. Dio immortale! in che stat0 avr io mai a
trovare luna, o laltro! - Ah, si
vo
stra altezza studiasi d occultarmelo; lo ve.
do; ella cerca di nascondermi...

Err. Oib, cara damina . -- M onori del suo

braccio, e mi segua di buon animo.


EMI. [induim] Ma se non vi son sinistri.. se i
miei presentimenti son vani
perch non
sono essi gi qui?.perch non vennero con
l altezza vostra?

ETT. Saffretti-dunque , vezzosa damina, a veder


disparire,a un punto solo tutte queste spa.
ventose immagini

EMI. [inlocinlia.ndo lo mani] Che deggio fare?

ATTO Tex.20.

53

Err. Come, amata damina! Coverebbe ella mai


sospetti contro di me?,
EMI. [piarrrbnlrdggli grrarcioni] A piedi suoi, pl'ltlii

pe seremssrmo...

Eri. [riaI11171110111] Io sono morticato fuor di mo

do. e- Si, Emilia, sento di meritarlo que:


J

' sto tacito rimprovero. La mia condotta di


questa mane non ammette giusticazione ,

0 tutti) al pi non e che scusabile. Perdo


no, di grazia, per la debolezza mia! Avrei
dovuto non esser.le importano con confessim
rri, dalle quali non aveva ad attendere ve

run protto . Vermi punito abbastanza col


muto scompiglio , 0nd ella m ascolt . .-*
Ah, potesse questo accidente... giacch es
so mi procura il ben di vederla e diparlar=
le. prima che svanisca per sempre ogni lu
singhevole mia speranza .... potess io risguar

darlo come una sospensione portentosissima


della mia condanna tropp'o meritata, ain=
ch io potessi di nuovo tornare ad irriplorar-

grazia: eh io ben vorrei... deh , non trepi


date, adorata damina l.. vorrei dipendere so

lamente ed unicamente da un suo benigno


sguardo. N con parole, ncon sospiri, non
le sar pi molesto; ma non mi tormenti ,
per piet, con questa sua diiiidenza . Non
dubiti almen neppur un istante della'ssoluto

dominio chell ha sovra di me. Non ie.pasg


si almen per mente di abbisognare dell al:

trui difesa contro di me . -.- Ors venga ,


bella damina, venga dove lattendono asta
si chella approveri diqueste ....[1n fd
de pel brucio, mm un a iii Ifrmremra] Seguite.
ci, Martinelli- [parte conducendo JH0 Emilia, rin
quar lo regru (i fin-v]

Man. Seguiteci L.' Ci vuol dire f non ci state a


J 3
"

54.

EMILIA Ga1orri

rseguire
.

A che anco avrei a seguirli? Sta

. a lui ora a vedere ci a che sapr ridurla a

" ."quam occhi. - Tutto quello che ho a far


, io , si ... dimpedire che non vengano distur

"* bari, Dal conte, spero cheno, ma dalla ma' dre; dalla madre! Oh la sarebbe assaistrana,

chella se ne fosse partita sichetamente, ed


avesse lasciata in abbandono la glia. [ve
dendo Banina] Ebben, Battista, che c?
5 .C E N A
VI.
Barnsrn, MMNELLI , poi Cuwnm di dentro. .
'/

Bar. [frenol0:0] La madre, signor ciamberlan0 ,


. la madre.
MAR,(NO diceva io?)Dov?
.
BAT; Se vostra eccellenza non la previene , ella
' sar qui a momenti. - Non era mia in

tenzione di gitue in traccia , benchella mo


. strass: di cornandarrnelo ; ma ho udito le

" sue grida di lontano. Ell dietro ad. inve


stigare le traccie della glia , se non anco
quelle di tutta l'afaccenda . Quanti vi son
uomini in questa solinga contrada , se gli
ha raccolti tutti ci intorno a s , e ciascun

,\

cerca di farsi merito nell additarle il cammino. Se le sia stato detto eh ella . qui
col principe, nol so. - Cosa dee farsi?

MAR. Esaminiamo. -_ [meditando] Non ammetter.

la, s ella gi sa esser qui la glia; ci non


pu correre. - Certo che avr a fare gli

occhiacci trovando il lupo con la pecorel


la. -- Occhiacci! non ci sarebbe ancora gran
male; ma il Cielo vogli aver misericordia
delle nostre orecchie . -- Ma faccia pure :

anc0 il miglior polmone si sata alla ne ;

Jsse quell anco d una femmina . Giunte


4

ATTO Taazo

5.5

che siano a non poterne pi cessano di


strillare. - S io non mi conosco male in
fatto di madri il d.ivenir d un principe ,,,
cosi

una spezie di suocera, per lo pi non

dispiace. -Fa chellentri, Battista, falla


entrare.
.
.

BAT. Ascolti, ascolti!

GLA. [di Jmm] Emilia! Emilia l' glia mia ! do


ve sei?

Mnn.Va, Battista; cerca solo dallontanare la

curiosa plebaglia .

SCEN

VII.

CLAUDIA , e DETTI.
Cr,4. [entra per la porta mllzmo [Le Battirta rrrr Q'ir

uscirne] Ah! ecco quello che lha tratta dal


la carrozza! Esso la port via. Ti ravviso.
Dov ? parla infame.
.

Bar. E questo il ringraziamento?

CLA. [in 40710 mite] Se meriti ringraziamenti; al

lor mi perdona , uomo dabbene ! -.-Dov ?


Non me la far languire pialungo. Dov?
Bar. 0, nobil signora, essa non potrebbe in grem

bo alleternir trovarsi pi in sicuro. -Qui


il padronela condurr ad essa... [wrmCon
tndim' eh si rpngonn avanti] Indietro, Y0i altri!
[pane]

S C E N A
VIII.
ti
.

.
CLAUDIA, Mzmmraru, por EMILIA di dentro.
CLA. Il tuo padrone? [n' wlge , raide Marinel11' , e
rmula] Ahl.. Ella, ella. qui? -- E qui mia

glia?..llla, ella dee condurmivi?


MAR.E con sommo genio, dama riverita.

CLA,' S arresti. Or misovviene.dNon stata lei,


. ,

4_

EMILIA GALOTU

56

che

fu ; questa

mane a cercar del conte

l.

in casa mia? con cui l ho lasciata solo ?

con cui ebbe querela?

Mmt.Querela? no , eh io sappia : una disputa


d opinione insignicante in fatto di servizio.
CLA. E si nomina Marinelli?
.

Msu.Per ubbidirla; il, marchese Marinellr .


Cm. Va a dovere. -.-Ascolti, signor marchese...
Il nome di Marinelli fu quello... fu questo.
detestato nome... accompagnato da esecra

zioni... ma no; calunnia: non deggio quell'


anima nobile e, pura. Non vi furono esecra
zioni di sorta . queste ce le unisco ro. Ma il nome di Marinelli fu l ultima voce
del conte spirante.

Mn.Del conte spirante? del conte Appiani?


' Ella vede, 0 gentildonna, ci che pi mi .

colpisce in questo suo bizzarro discorso. Del conte spirante? - Ci poi chella vo. .
glia dirsi io nol comprendo.
CLA. [un amara lentqqrr] Il nome di Marinelli fu
lultima voce del (DM: spirante'... Mi com

prende ora? - Io pure non l intesi da tut


ta prima; sebben l esprimesse con un tal
tuon di voce... con un tuono... Me 1 odo
ancora rimbombar sul Cuore. - Doveranoi

miei sensi, che non compresero sulfatto un


cotal tuono?

'

Max. Qual maraviglia?.. Sono sempre stato lami


co del come, e l amico pia) intimo. Sicch

se mi nomin spirando...

Cm. E con quel tuono? -_ Io nol saprei imitar,


a;
'.

n descrivere: ma esso contenea tutto , tut


to. -- Malandrini ci hanro assaliti ?..Sicar,j
furon essi, e compri sicari... e Marinelli ,

Marinelli fu l. ultima parola proferita dal


. moribondo conteg.sna con un tuono L\

\ .

Ar.r.0Traxo

"

'37

Man,Con un tuono: con un tuono: s mai pi

' udito di stabilir laccusa dun uomo d onore


sopra d un tuon di voce espresso in

mento di s mento?

CLA. Ah, potess io solamente rappresenrarlo da


vanti al tribunale quel tuono.oendol;.Ma
che? misera me! Vado obbliahdo intanto la.
lia. -.- Dov. ? - Anch'essafmor'ta? -

Cosa ha che fare mia glia, se anco eri ne


mico dAppiani?
Max.Dono tutto ad una madre in angu:tia. -

Venga, signora; sua glia qua;


delle vicina stanze ; e pienamente
dal terrore, come spero. Lo stesso
in persona presso di lei occupato

in una
riavuta
principe
con le

pi tenere cure ...

Cm. Chi ?.. chi in persona?


Max.ll principe.
CM. Il principe? propriamente il principe? -- il
nostro principe?

MAR. Qual altro?

CLA. Ora si! - Oh sventurata madre! - E suo


padre, suo padre! maledir il giorno in cui
nacque; maledir me
Max.Per amor del Cielo , gentildonna ; cosa le

passa mai per mente?

.CL'A. [parlando Mia] E"claiaral ..-. Non loforse ?..


[unirmi a Marinell e con malta wmunpa] Ah ,
assassino! miserabile, vile assassino. senza

valore per assassinare di propria mano , ma


abbietro tanto per assassinare
per far as
sassinare, onde appagare l altrui solletico .
O schiuma di sicari. I veri sicari stessi ti
devono abborrire, tu
tu... Perch non
t avr a sputare in faccia con una sola pa

rola tutta la bile mia, tutta la bava ?.. Tu,


si, tu nefando me14ano!

53

Emma GsLorn ATTO Tano.

Maa.Ella vaneggia, signora mia. Moderi almeno


si feroci strida, e rietta dov' . '
CLA. Dove io sia! riettere dove io sia! -_ Che
importa alla leonza a cui sien tolti i leon.-.
celli nella foresta, di chi metta rngiti ?
EMI. [di dmvo] Madre mia 2.. Odo mia madre".

CLA. La suavoce!.. E dessa; mud, m'ud...E non

avrei dovuto gridare ?... Ove sei la mia 6


glia ?.. Son qua! vengo! [ti prm'pm entro una
naiqa]

'

'

MAR.[lrr N"! dnro]

ma: DLLL ATTO razzo .

'
T'.
e

'

59

ATTO.QUAILTO
SCENA'I.
Errom: , MARINELLI .
n, [usando dalla stanza d Emli] Venite , Man

nelli. M duopo di respirare , e di trarre!

dei schiarimenti da voi.

MAR.Oh, che madre in furia! [rdv]Ah, ah, ah !


ETT. Ridere?
/
MAR. Ah, se vostra altezza avesse veduto, qui,

in questa sala gli strani contorcimcnti di


questa madre, che pareva impazzata! Ma/
gi ella deve ben averla udita a strillare.
E poi, com divenuta in un punto man
sueta al primo sguardo di vostra altezza.
[ride] Ah, ah, ah!.. Gi lo sapeva beneio,
che nessuna madre graffia gli occhi ad un
principe che trovi bella la glia.
Err. Il gran balordo di osservatore che siete.La
glia cadde svenuta in braccio alla madre.

Perci la madre obbli i suoi furori; non


gi per me. Us riguardo verso sua glia,
' e non con me', se non disse pi schietta
.
mente e pi chiaramente... ci eh io vor
rei bene non aver udito n inteso.
Max, Che cosa, altezza serenissima?
ETT. Finiamla con le dissimulazioni. -- Fuori,"

alla prima. -- E vero, o no ?.


MAR,E quand'anco fosse?

Era. Quandanco fosse! .--. E dunque vero ?

egli morto? morto? [mnarram] Marinelli!


\

60

EMILIA Gx1orrr

I Mau.Sicchl
Err. Giuro con tutti i giuri: io sono innocente:
di questo sangue versato . Se maveste detto
in precedenza , che ci dovesse costar al
conte la vita... no certo; nemmen se avesse avuto a costarmi la mia

Max. Se glielo avessi detto in precedenza!.. Buo


ma per mia f! quasi che la sua morte fos
se entrata nel mio piano come uno deglian
ticoli! -- lo aveva precettato ad Angelo,
per quanto gli potesse esser cara la vita, (il
doversi condurre in modo che alcun non
fosse per soffrirne il menomo danno. Tutto
anc0 sarebbe stato effettuato senza che aves
se luogo la pi piccola violenza, se il con
te non fosse stato il primo a permettersi
ne.Ma egli fu quello, che ne stese uno
bello e netto a terra...

E". Eppur doveva capire che era uno scherzo


eh?

MAR.Ed Angelo entrato in furore, si mise averidicare la morte del compagno.


Err. [iram'n] La faccenda, per dire il vero, cam
mina con tutta la naturalezza.

\ MAR.GHC l ho anco rimproverato, e come va.


Err. Rimproverato, eh ! e come amicalmente!
[con qrmlrlw impera] Fate, chei non ardisca

di por mai pi piede su.questo dominio. I


miei rimproveri potrebbero esser meno con
diali.

Max.Egregiamente! - Io, ed Angelo; pre'medh


rato, o accidentale; tutt'uno. .'- E ve
ro , che s' convenuto prima; vero, che
s era promesso prima di non avermi ad in
colpare per verun sinistro, che ne potesse
eventualmente derivate
'

Eri. Che ne potesse, direste, o ne dovesse?

Arro QUARTO.

6:

MA'R.MCgliO ancora!. - Ma, altezza serenissima,


prima che con mozze parole ella mi vada

qui dicendo ci ch'ella mi considera... sof


fra , di grazia, chio possa farle una sola

rappresentazione. La morte del conte tut


t altro che indifferente per mefIo lo aveva

sdato; ei mi doveva soddisfazione; usc di


vita senza avermcla data, e lonor mio ne
resta leso. Posto ancora, che in qualunque

" altra circostanza potessi meritarmi il sospet


J to, di cui piace a vostra altezza addossar

rni; ma anco in questa 9.. [mi n'malato mia


re] Chi pu pensare cos di me?
ET". [mzfrlolrm] Via, via!

ivhx, Ah, vivesseglr ancora! vivessegli! Tutto,


tutto il mio darei per ci volontieri.[mn
amaregzfi]Persin la grazia del mio principe ...'
. questa grazia mapprezzable, questa grazia
troppo cara per averla ad arrischiare .., per

sin con questa vorrei poterlo riscattare.


E,rr. Ho capito, ho capito; basta cos. La sua.

morte fu accidentale, fu un uro caso.Voi


me lo. assicurate, ed io, io vo crederlo.
Ma e chi altro? Lo creder anco sua ma
dre? Emilia? il mondo?
".

' Mnx.%fudahmmu] ADHCilI'DCDC .

Ell'.

se noi credono, cosa si creder? - Vi


stringere nelle spalle ?.. Si terr il vostro
Angelo per lo stromemo, e meperlautor...

bAx.[ncor pi frm'dammrr] Pur troppo.


EH. Me! me stesso 2.. o che mi conviene da
questo istante .rmunzrare a qualunque mia

mrrasopra d Emilia .
Mlut.[am romma indi-uenyr] Come sarebbe anco
se il conte vivesse.
.
EU. [con veemenza, ma rimodfmmla:i mi fatto] Ma-

rinellil.. Ma non voglio che abbiate a far

62

MII-I/i GALOTTI

mi perdere la pazienza.. -- Cosi sia... anii


cos . Voi non v intendete di dir altro

sennon che la morte il l conte una for


una per me la maggior anzi che mi po
tesse avvenire... lunica che potesse favorir .

lamor mio, e come tale, accadesse essa poi


come si voglia: non serve... Un conte di
p]i o di meno sulla terra, non fa nulla..

i pare chio sia ben penetrato nel vostro


, pensiero ? -- Ebben , vacconsento. . Nem
, men io poi, non sono tanto pusillanime,per;
. un msfattello. Ma, amido, dee trattarsi d

un misfattello, un delitto leggiero , ed in


sieme utile; ma questo nostro, caro ,. non
sarebbe n tacito, n giovezole. Esso avreb

be aperta la strada, Vero; ma lavrebbe


ancora chiusa nello stesso tempo. Ognun ce
lo imputerebbc, e noi non lo avremo tam

, poco commesso. Ci dipende pur solo dal


le savie ammabili disposizioni che avete.
prese.

Mm.Quando poi vostra altezza la vuol cos...


Err. Dacch altro? udiamo.

' .

Man.(_i mette a conto mio pi che non con


vIeIISI.

'

E1'r. Ragioni, vi chiedo , e ndn parole.


MAR. Sia pure. Cosa v che dire nelle disposi:
zioni che da me si son prese? Che {il prin
cpe in questa sciagura venga a cadere ma
nifestamente in Sospetto? Ci cagionato
da quel colpo maestro ch"egli medesimo ha
fatto col voler ingerirsi nelle mie misure.
Err. lo?

Maa.Egli _mi permetter ch'io gli dica, che il


passo da lui fatto questa mattina nel tem
pro... per quanto sia stato fatto con garbo

per quanto non si potesse ritenere dal far

.ATTO Quattro}

.G;

lo. questo passo, dico, essere. stato fuori

de concerti a
.
rr. Cosa ha esso guastato ?.
.
.MAR;TIItO il ballo, no; ma per ora la misura.
Era. Chi diamine viha a comprendere?

I.

Man.Sar breve dunt1ne,.e.schietto. Quando presi sopra di me la faccenda, non Vero


eh Emilia non Sapeva a'ncor nulla della pas-

sion' del principe? E la. madre d'.Emilia ne


sapeva ancor meno. Se io dunque ho pian

.tato tutto il mio edizio su questa base; e


che il principe intanto melo andasse mi

mando dalle fondamenta .>..


.. .
Eri. [bmmdm' la fama] Oh, esecuzione!

Mnk.Se ha voluto da s palesaie il suo segreto ?..


Err. Deteslato,pensitrd che mi venne! .
Mait.Chesegli; stesso non si fosse tradito: dica
si il vero; vorrei ben saper da quale delle
mie disposizioni potessero
madre, n,
glia, dedurre il pi lieve sospetto contro di
lui?
.

rr.. Avete ragione voi questa. volta.


Man.ln questo poi il torto mio, e ne chiedo

perdono all altezza vostra.

.,sCENA

n,

Burrsra ,e DETTI..
Bar. [fretta/0m] Sta per giungere la contessa
in. La contessa? qual contessa?
..
sr. La c0ntessa Orsina.
ETT. [rbalrlfdito] OlSi-8

'

MarinelHl,.

Man. Nonne trasecolo niente menodi vostra altezza.


Err. [n Bmuna] Va; corri , Barriera , Non dee
neppur dismontare. Non ci sono. Per lei
qui non ci sono. Che se ne. tgrr.vi indietro

sul momento. -..- Va, coliiri;.p

j.;g
.

51

EMILIA Guorrr

BAI. {ima}
'
\
.

.
Err. Cosa vuol questa pazza? Che oserebbe 00t
stei? E comesache siam qui?" Che venis
se mai per ispiare ?.. Che avesse gi sub0d5
rato qualche cosa? -' Marinelli ! parlate ,
via, rispondete. - E forse offeso quel Ma

rinelli che pretende d essermi amico? ed of


feso per una meschina disputa di parole?
Ho a chiedergli perdono?
MAR. Ah, mio principe! Tosto chella torna ad
esser lei, torno io pure con tutte le facol

t del mio spirito ad essere il suo. - Lar_


rivo di Orsina per me pure un enigma ,
quanto per vostra altezza. Non si lascer

congedar cosi di leggeri . Che intende ella


di fare?
f
Err. Parlarle, no certo. Allontanarmi...

Maa.S, s, v bene; ma tosto: la ricever io.


Err. Ma per ommetterle solamente che se ne . .
vada; capite! - Non v allungate troppo

con essolei in discorsi. Abbiamo qui altro


che fare.

Msxr.Se non fosse che per questo... questa di


gi cosa fatta. Riprenda pur animo. Ci
che pu ancora mancarci, verr sicuramen
te da s. -- Ma, non l odo io di gi ?..
S'aflretti, altezza. [addimnda un gabinetto, da
110 il principe un a riporti] Qui, qui! Ella P0

tr udir tutto, Volendo. .--- Ho gran timore


ch'ella non sia qui giunta in cattivo punto.
SCENA
III.
La connessa Oasmn, MARINELLI.
.I.S. [Imza dapprima rmier Marim'l/i] Cosa signica?
. Nessuno mi vIene ad incontrare fuorch un

impertinente, che avrebbe voluto ;,poterm


f'\

VIC

ATTO QUARTO.

65

vietare pern l.ingresso? - Sono pur a Dosalo! a quel Dosalo, ove in passato una.

turba di servitori attentissimi ad ogni mio


cenno, mi si precipitavano incontro! ovio
era attesa con amore,'e con trasporto! Il sito si, lo stesso; ma

Veh.'Marinel

li.I Ho ben piacere, che il principe vipren-.


lesse con s.. - Ma no veramente, no;
ci che ho qui a. trattar con lui, non lho

.i

a disbrigar che con lui. Dov?

.MAR.VUOI dire il principe, nobil signora con,tessa?


. DRS. E chi altro?

MAR.LO suppone ella qui? Sa, chegli sia qui?..


Egli almeno non suppone qui certo la con
tessa Orsina;

Ons. No? non ha avuta una mia lettera questa


mane?

,.

, .

Max. Una sua lettera ?.. S, s, mi pare di riso.v

venirmi chegli mi motivasst: d una. sua let


tera.
'

Qas. Ebben dunque. Non l ho in essa pregato d

accordarmi un colloquio qui in Dosalo? -E vero, chei non s degnaro di rispon


dermi neppure una riga. Ma rilevato aven

do un ora fa chei fosse partito per Dosa- .


10, la risposta mi parve chiara, c son ve

.
nuta.
Mini. Bizzarra combinazione!

Oss. Combinazione? Udite pure, chell cosa

concertata; o tanto quanto concertata. Per


parte mia , la lettera; dalla sua il fatto . -.
Guardate un poco questo signor. marchese,
come se ne stia li! -- Che occhi. ch ci
fa! - Stupisce la testolina? Tanto v da

stupire?

Msn.leri ella mi parve lontanissima dal voler pi


., x, ricompauire agli occhi del principe.
'
Emilia Galotn, dram.
/

66

" EMILIA GALOTTI

. /

09.s. La notte passa per esser madne den'aigliori


consigli. - Dov, insomma, dov? -Ci
scommetto io ,. chegli in una stanza di

dove ho udito grida e stridi! - Voleva


entrarvi, ma uno sguaiato di servitore ebbe
linsolenza di farmi fronte.
'
. Matt.Stimatissima, pregiata contessa

Oas. E quello strdo era demmrna: ci scommet


to. Ah, ditemi, ditemelo, Marinelli, s
vero ch io sia la vostra stimatissima , pre

giata contessa! [mi dirpreun] Colga la ma


ledizione a tutti gli escrementi delle Corti!
Tante son le menzogne, quante le paro

lel- Ma, che serve che mel dioiate, o


no? non sapr io vedere?.[zmol emmrvi]
Max..[lmtrenmdoh] E dove ?

Oas.. Ove avrei dovuto esser di gi.- Pensate


che si convenga, chio marresti qui con
voi in una sala comune in sciocchi chiac

chieramenri? e ci uellatto che il principe


mi sta nella sua stanza.aspettando?

'

M{Ax.Ellae in errore, nobile contessa. Non


vero che sua altezza'lattend'a. Il principe
non pu... n. vuole qui fvellarle.
(RS. E sarebbe tuttavia qui.LE sarebbe qui tutravia in grazia della miti lettera?
MAR- Per. Et sua lettera, no.
Oxs. Ch a per ricevuto, dceste.

Muckcevuta, ma non letta ..


ORE. [mv geme veemenza} Non letta ? [pr' mire] Non
letta ? [memmeeme ed nrciugendoeigl cedri] Nem

men letta?
'
Mn..Per distrazione gi, ne son certo; non mai
per disprezzo.

Or.s. Disprezzol. E chi sel sogna?A chi decorre

.che lo diciate? Che impudente cotrfortatore


non siete mai, Marinelli! -- Disprezzo'.

ArroQunro.

.6'7
disprezzol.. mi si sprezza n anco ?.. me ?.a
[rnnpn pi raddrlcmdo la non sino al mano della
umida] Non mi ama pi , vero ; ci

fuor dogni dubbio. E nel posto occupato da

amore, entr nell animo suo tutt'altro; ci

\ ben naturale. Ma perch poi disprezzo?


Non v'era che disprezzo a sostiruirvi? . PO
teva pur bastargli il restare indifferente.Non
vero, Marinelli?
Mau.'S certo.,
.
,
Otis. [tnrtbema] S certo? -. Oh, il valenttlomo,

che si pu far parlare come si voglia! -

Indi'erenza! indifferenza in lubgo d'amore!


Ci si chiama nulla invece di qualche cosa . Im erocch , imparate, papagallino di
Corte,.rmparare da una donna, che indiiie
renza e una parola vuota, un mero suono,
che non equivale a niente, a nulla affattlsi
simo. L indifferenza dell anima non ha per

oggetto che ci a che essa non pensa. Non


pu essere indifferente che per cose, che
t . per,essa non sieno cose. E lessere indiffe
rente solamente per.cose che non son co
se, lo stesso che non essere indierente di
sorta. -- E troppo sublime questo per te,
uomicciatolo ?
.

Mu.(Oiml aveva ben io ragione se ne te


meva.)
r
Ons.Cosa andate borbottarrdo? .

Man..Non fa che ammirate, -E chi qwn sa,


nobile contessinag, eh ell:r. losofessa?

Gas. Che ne dite , eh? - Si, si; lo sono. .-..


Ma, misarei fatta conoscer qui ora di es
serlo? _-. Ah , la brutta cosa, se me1 la fe

ci capire, e peggio.seme l ho fatta spesso


capi;p|l .-.- E sar poi a .tupirsi se il princi
pe ' disprezzzil'hi pdtnrtrare una co

e a

62

EMILIA GALUTTI

succia, che a nostro marcio dispetto voglia


anco pensare? Una donna che pensa , mo
ve lo stomaco quanto un uomo che sim
biacca. Non deeche ridere, e niente altro

che ridere, per mantener sempre in buon


umore questi prororipi della creazione. Via,
Marinelli, dire; su di che deggio pormi a
ridere qui sul punto ?.. Ah si; sulla combi

nazione .. Chio scriva al principe di recarsi


a Dosalo, chi non legga la lettera, e che

venga tuttavia a Dosalo..[d] Ah, ah, ah!


Davvero, una combinazione bizzarrissima!
bella, bellissima! vaga quanto mai!.. Ah,
ah, ah! - E vOI non ridere insieme, Ma
1ineili? -- [futuri gnwfye imponente] OIISII, l'i
ete.'
'

MAR. Subito, contessa , subito.


Ors. Animale!. e intanto il momento passa. -

No, no; non ista.te pi a ridere

Poich,

vedete voi ben, Marinelli, [pmmm fine alla


commoznm] ci che fa rider me cos di cuo-
re, ha anc0 il suo lato serio, seriosissim0:

come ogni cosa. '-.Combinazione? Un ac


cidente sarebbe che il principe non si fosse
neppur sognano di qui parlarmi, e che rur
tavia dovesse qui parlarmi? Caso? combina
zione? accidente? - Cre'detelo a me, Ma
. rincili; la parola caso una bestemmia.
Niente v daccidental sotto il sole, emol

ro meno ci, di cui loggetro sbalza agli


occhi cos manifestamente. - Perdono, o
Cielo, perdonami, se con questo ignorantac
cio di peccatore, ho nominato accidente ci

eh evidentemente opera tua! [con mpne


drizzatmi a Marinell] Anim0, di) ; accOII

pagnatemi questa volta ancora come tante '


altre ad una sorta d iniquit.
. H

Arro QUARTO.

69,

Man.(0im, la va lunga.).-- Ma, contessa...


Gas. Non voglio udir ma . 1 ma inducono a
ponderate... e la mia testa! la mia testa!
{:i pone la mano alla f'0ntr] Via, Marinell,

spicciatevi. Fate eh io gli parli tosto; alm


menti potrei ben non esserne capace . -

Gi lo vedete, dobbiam parlarci ;v forza


che ci parliamo.

'

SCENAIV.
Errou, (DETTI.
\

ETT. [uscendo dal gninma]


in suo soccorso.)

du0p0 chio venga

Oas. [rin lo rsargsi, e rertn pcrplerm n debba ndnre 0

lui, o no] Ah, eccolo!

ETI'. [attraverm la mia a In dimm(i., parmrm'd (in al' tra nenia, renqnrrt'arr nel parlare] Ve! la,

nostra bella contssinah. Quanto mai non


mi dispiace, madamina, di poter oggi ap

prottar si poco dellonore della sua visita!


Ma, sono, occupato: non sono solo ...'un
altra volta, mia cara contessa, unaltia vol
ta... Per oggi non si trattenga pi lunga

mente. Non sarresti di pi. e-- E voi, Ma


rinelli , vattendo subito. [parta].
S C E N A
V.
" .
LA.eonrsssa Oxsma, Masrn-u.
'

MAR.LO ha poi udito, nobile .contessina, da lui


medesimo, ci che a me non ha voluto cre
dere?
. . '
,
.
ORS. [mezza mmm]
vero chio ludissi?

Man.Con tutta verit.


ORS. [con molta pnrrom] Sono occupato? non son

solo? -- Questa tutta la scusa di cui


.

EMILIA GnLorrr

son degna? Chi non si manda via cos?


ogni importuno; ogni pezzente. Non si tra
va per me nessu_nameuzogna di pi ? riep
pur una bugia drwr per me? -- Occupato?
e di che? --- Non solo? e chi dunque
con lui? -- Ah, Marinelli; per atto di mi
sericordia, caro Marinelli! venite qua; in

nocchiatemene una su per proprio conto.


Cosa poi per costarvi una menzogna? Che cosa ha egli a fare? Chi con lui 2.;

Su, dite; dire ci che sa venirvi alla boc


ca, e men vado.

MAR.(A questa condizione prima in parte dirle


anco il vero.)

Oas. Via! Marinelli, e men vo. - Il principe


ha gi detto: un altra volta, cara conteni
1m. Non ha forse,detto cos? -_ Ain eh
J! ci m attenga la sua parola : tanto chei non
abbia almeno verun pretesto per mancarvl
nuovamente; ditemi su alla presta una bu
ia. Da bravo, Marinelli; e parto tosto.

M1nun veiit, corftessina, il principe non e so


lo. Vi sono persone, dalle quali non gli
permesso di staccarsi un solo istante. Sono
persone che hanno test incontrato un gra
ve pericolo. -- Il conte Appiani...
Gas. Sarebbe con lui? - Peccato. ch io vabbia

dovuto coglier sul fatto in bugia. Presto,


presto un altra... poich, se nol sapste, il
conte Appiani fu ucciso poco fa dagli assas
sini. Ho incontrata io non molto la car
rozza col cadavere poco discosto dalla cit

t. -- 0 non forse vero? Sta a veder che


ho sognato.

.l

\..

Man. Pur troppo ella non ha sognato


Ma gli
altri, che troVavansi col conte , vennero a
salvarsi per fortuna qui nel castello. La

Azr.o QUARTO.

7I

sua.sposa cio, e la madre della sposa, con


. le quali si recava a Sabionetta per celebra
re il suo sposalizio .

Oas. Esse dunque? Esse son quelle che sono con


lui? La sposa, e la. madre della sposa? E bella lasposa?

Mu..La loro sciagura ha commosso il principe


fuor di'modo.
.
.
Oxa. V0 sperarlo: arico se fosse brutta; poich

la sua fatalit lagrimevole, - Povera e


buona fanciulla! Nel momento chei fdove-

va per sempre 'esser tuo, esserti strappato


per sempre! -- Chi dessa? La conosco?

Vivo da tanto tempo lungi dalla citt, che


non so pi di nulla.

MAR. 1311 Emilia Galorri.

Oisb. Chi ? che?.. Emilia


Emilia Galotti? _
Ah, Matinelli! chio non abbia almeno a

prende: per vera questa bugiail


Muz.(ome sarebbe a dire?

0Rs. Emilia Galotti?s =

MMI.E difcile ch'ella la conosca.


.
0ns. Eppure, il potrei; quando anco non fosse
. che da questa manein qua. - Ma, Mari

nelli , parliam sul sodo; Emilia Galotti?..


Emilia Galotti la sventurata sposa, che .
sdal principe si sta conforrando?
MAa.(Chiole avessi detto gi pi del bisogno?)
O,ss. E il conte Appiani stava per ammogliarsi
con questa Emilia? Quelloche rest ucciso?
Man. Egli stesso.
"

Ons. [ 6attm1n le mani] Oh bravo , bravo , ma


bravo!
.
MAR. Cosa vuol ella dirsi?

Oas. Oh, mi sentirei capace di dare un;.baslo al


malvagio demone che ve loindusSC.
MAR.IIICHSSC? chi? a che?
.
.
e 4
l

Emma Gru.oifi
7'
Oas. S, baciarlo, baciare io lo potrei... ancor
se :.fostc stato voi stesso questo demone ,
Marinellr .

~ .

MAR. Contessa !

'

ORS. Venite qui. Guardatemi;so. Miratemi ne


gli occhi .

Mah.Via .

,
Oas. Sapete nulla di ci chio pensi?
Man.Come poss io saperlo?
Oas. Non ci avete parte di sorta?
Mrut.ln che?

Otis. Gmrate!.; Ma no, no; non giurate. Potre


ste commettere un delitto di pi. -- Oppure, S, s; giurare, giurate. Un delitto di
pi o di meno, non fa nulla per chi gi

dev'essere dannato . Non ci avete parte,


voi?
'
Mn.Contessa, ella mi fa "inorridire!

Oxs. Sicuro? Ebben, Matinelli, la vostra prolat


. t non vi desta verun sospetto?
MAR. Sospetto! di che mai?
Otis. Benissimo: vi far dunque una condenza -.
' Vi conder cosa che vi far dri2zare i ca
pelli in piedi. -Ma qui siamo troppo vici
ni alla porta; alcun potrebbe ascoltarci.
Venite in qua
E [ponmdori un dito alla 60:
m] udite; ma, zitto zirro,in gran segreto
[re gli apprnm con In boccaallureuhio come re gli
volare parlm mltovon, indi grida fortinimo] il

principe lassassino
Max.Contessal.. contessa 2.. Ha ella smarrita .1i,l'
1
fatto la ragione?
0115. La ragione? [ridendo n. mm: pnrm] Ah, ah,

ah! Di rado , o non mai sono stata cos


contenta del mio criterio , come appunto
adesso. - Siatene certo, Matinelli
Ma,
eh essa resti fra di noi. [umane] Il princi

"

A- 4..:... ._A_.<.. .

Arro Qunaro.

73

pc lassassino. Assassino del conteAppia


ni. - Non furono, no, malandrini . Fu il

complice del principe; fu il principe cio


che lo assassin .

Man. Come un tal orrore pu giungerlesullelab


bra, o passarle per mente.

Ons. Come ? naturalissimamente . Con questa Emi


lia Galotti ch' qui con lui il di cui spo
5. ha dovuto cos a rompicollo cessar di vi
vre... con questa stessa Emilia Galotti, og

-. gi, nel tempio qui. vicino, il principe ha te


nano discorso alla lunga. Io lo so; le mie

spie l hanno veduto. Esse udirono anco ci


chegli le disse.--0ta, signormio, ho io per
dura latagione?Patmi ancora di saper passa
bilmerittombinare ci che s'accorda insie
me.-Osarebbe ancor questa una mera com

binazione?E' per voi ancor questo un caso


eventuale ?Ob, Marinelli dabbene, voi v'in
tendere si poco di malizia umana...
Mss.Contessa, ella arrischia la vita...
.
ORS. Se lo dicessi ad altri, eh? - Tanto meglio,
tanto meglio! -- Domani, nel/ mezzo della
piazza vo' gridarlo a piena gola. E chi mi

contraddice, chi mi contraddice fu il capo


rion desicarj. Addio, addio! [mllutto slum:
per unire, inrornmri alla porta nel vswbio Gs0tti
eh entra prniprommante]

SCENA

VI.

DDOARDO, e ur;ru.
Omo. Perdono, nobil signora.,.
Oas. Io non ho qui nulla a perdonare, n li: a

prendermi quindi a male di nulla qui. [mi


dir/mdc: Marini/Ii] Si rivolga col.

Max. (Ora compiuta! Anco il vecchio.)

34
. EMILIA Gru,orn
Quo. P.crdoni , di grazia,.signore , ad un padre ,
se,nella pi estrema costernazione ,

si pre

senta cos, senza farsi annunziare.


0RS. &:In te ne andava, volmmlqri] Padre! Senza dub

ib di Emilia. - Ah, siate il benvenuto.


Ono. Un servo corse a recarmi notizia, che in

..

queste vicinanze la mia famiglia corresse un


pericolo. Volai qui a tutta briglia, ed udii
essere il conte Appiani stato ferito; che fos
se ricondotto in citt; e che mia moglie e.
mia glia si ricovrassero qui nel castello. Dove son esse, signore, ove sono?

Max.Ell ne stia pur tranquillo, signor colonnel


lo. La nobile sua moglie, non che la glia,
non nebbero a risentir verun danno, mir
tono lo spavento. Il principe presso ad
esse. Vado sul momento a recarne lannun
'

Zi0<

' 000. A qual oggetto? V bisogno di questo?


MALA motivo
a cagione... per rispetto del
principe. Ella non pu ignorar, signor co
.' lonnello, comella stia col.principe. Sul pie
de pi amichevole ,. no certo. Se si e mo
strato cortese con moglie e glia

esse son

dame nalmente dovrebbe perci anco la


di. lei comparsa , cosi inopinata , essergli
.
,grata?
.(
Ouo. Ella ha ragione, signor mio, ha ragione.

Mu..[alla Cmmm] Nobile contessinal..Possio pri


ma aver lonore di ricondurla alla carrozza?
ORS- Oi'o, oib !
.
MAR. [prenlnrn'ole la mano, non una wpuzza] Per
metti! ch' io eserciti un atto di dovere...
'
Ots. Un po pi piano, sgarbato. Io ne la di

spenso. vostri simili hanno a far sempre


della compitezza un dovere, per far poi c0
sa secondaria ci che sarebbe dun dover

.AT.IO QUARTO.
g;
positivo. .-Fkr entrare al pi tosm qucst
uomo rispettabile ; questo ii suo.dovere.

Mn.Non si risovvien pi di ci che lo stesso


" principe le ha ordinato?

'

0x9. Venga a commqttermelo nuovamente. Lja

spetto.
.
'
'
MAR. [muovere ad Odaudo, tm'iwdnlo a pena] (Mio si:
gnorc, mi convicn lasciarla qui con mada
ma, che
la quale
a cui la, menta... Ella

gi m intende. Deggio. avvertirnela, ali-in


ch ella sappia qual conto debba farsitle"
discorsi che spesso cla tiene, e talvolta
depi stravaganti. Il meglio, mi creda, sa
ti di non darle parola.

' (3D0. Ho capito . '- Basta chellat. safl'retti, si


gnore . )
Mu.[parn] '
..
S C..E .N

.VII.

1
LA comsssn On,sma , Ononno .
Gas. [Ja,po buie :lud(io, (amano il qual: ulla tom'r/rm
il Cnlovmello fon pommnmgz'mr, ed egli lei con mm
curiont paupggiom] Qualunqup 033 colui le

possa aver detto , sventurato. vecchia...


IDO. [mfuo fra 1e, rmq{o una di [ei] sventurato!

Ous. Una verit, essa non fu per certo


e mc-
no una di quellechc spettano a lei.
.
Omo. Che spettano a me? - Non s0 gi abba
stanza, madama? (qtmi mv1udldw] Ma par

li, parli pure.


Oxs. Ella non: sa nulla .
Omo. Nulla!

Ons. Tenero, afflitto padre!.- Che non darei


s

perch'ella fosse anco il mio!-% Perdono!

Gli sventurati sattaccamo volontizri lu.no

' EMILIA GALOH'I .

76

allaltro. . Vorrei sinceramente dividere


secO lei dolore, e furore.
Ono.

Dolore e furore! - Ah, io mi scordava...


Parli, parli pure.

Oxs. Se mai essa fosse anco lunica

se fosse
anco lunica sua glia! Ma, unica, o no;
chi sgraziato sempre l unico.
Omo. Sgraziato? Madama L. A che v0 io badar
le? _- Tuttavia, i pazzi, no, no, non par
lan cos!
Oxs. Pazzi! - Ora capisco. Questo ci dun

que, che colui le ha condato di me. Via,


via: potrebbe non esser questa una delle sue
menzogne pi patenti. Sento io stessa, dl
.fatto, d esserlo un cotal poco . Mai, ella
mi creda, mi creda, che chi non perde il

il cervello in certi casi, non ne ha a poter


perdere.

Omo. Cosa dovr mai persarmi?


Ons. A non avermi in dispregio

Imperocche' ,
ancor ella, degno vecchio , si, ella pure ha

un cervello a poter perdete. Lo scorgo a.


quell aspetto risoluto insieme, e veneran
do; e non mi costerebbe che una parola so
la ella non n avrebbe .pi.
Gno. Madama! madama! - Smarrito io lho di
gi, prima ancora ch ella la proferisca, se
non la pr0ferisce tosto. - La pronunzi
la dica o non vero, non vero ch'ella
. sia di quell?ottrma spezie di pazzi, degm
tanto della nostra compassione, e del no
stro rispetto. Ella non che una pazza co

.mune . Dir, ch'ella priva di ci, chella


non ha posseduto mai.

Oks. Ebben, ponga mente. Cos quello chella

pretende di saper gi abbastanza? Che Ap

ATTO Quanto.

77

piani restasse ferito ? - Ferito , e niente


pi ?.. Appiani morto!
Out). Morto? morto? .. Non questo, o donna,
il convenuto. Diceste di farmi impazzare;
e fate il mio cuore a brani.
On s. L'uno e laltro fa'r; proseguiamo. - Lo

sposo ,. dissi, e morto; e la sposa... la di


lei glia, la di lei glia... peggio che
()UO.

morta.
Peggio! peggio che morta! - Ma morta
pur essa sul fatto per Poich non so che
vi sia che una cosa sola di peggio

()i\S. No , morta sul fatto, no; no , padre ono

rato, no. - Essa vive, vive; ora anzi ella


incomincia a vivere, a menar vita piena di

4etizie . S, . la pi vaga, la pi gioconda


delle cucagne, per sin che avr durata.
Omo.

Questa parola, di grazia, .madama;. questa


parola, che dee farmi uscir di senno! -

Fuori, una volta'! - Non mi vada disper


.gcntlo in un anfora la sua gocciola di vele

no. - Questunica parola: presto!


ORS Ors; si. metta a combinare le sillabe . La mattina il principe parla con sua glia
nel tempio, a mezzod egli lha asuo dipor
to al suo palazzo di diporto.
Omo.
0RS.

Le parl nel tempio? Il principe a mia ii


glia?
.

E con una familiarit! con un fervore!..Es


si non avevano gi bazzecole a concertare,
e furono concertate per dire il vero, a ma

raviglia,.se tanto che tutto siasi fra di


loro convenuto; a maraviglia, dico, se sua

glia e: corsa qui volontariamente a porsi in


salvo. Poich, ella ben vede, che qui non

ctntra ratto violento di sorta, non si trat

78

.
;ta.fche

EMILIA SALOTTI
,
d un piccolissimo assassinio di

niente .

.,

'

Omo. Calunniel detesra'te, abborrire calunnie! Io


conosco mia glia. Se vi fu assassinio, vi
fu ratto ancora '. [g.rmrdandw nttvrn' cll fuan'n, pntamla i piadi, r rhrfnnzlo] Ebben, Cla

M... dia! cbben,mama! - Non siam pervenuti


. . nalmente,ad averne consolazione? - Oh,

che principe clemente! oh, che.onor segna


lato!

. "

On. Fa eetro, si, buon vecchio? fa 1' e'etm,"


QDO. Giacch son fraladroni [ii urca namh,
' e rumedr dnrnr nn(4 rpadn] Miraclo , Se:

per :la fretta non ho lasciato gi anco le


mani! f,tnnmmiari {10'' le ucmueunu rermnla

qmvk!f mm] Niente! niente.affatto! in nesv


munito!

..

Oas. Intendo , "si, intenda. . --.. Questo il posso


fornire io. Ne recai uno con me . [elevando
fuori un pugrulr] Eccolo; lo prenda . Presto ,

lo prenda prima chealcun ei.ve'gga. -Avre


anco veleno; ma il veleno non che per
noi altre femmine, non per uomini. - Lo
prenda, [unndogll un i)llgnalf in maa] prenda,

O'n0. Grazie! oh grazie. - Cara persona, se al


cun torna a dirmi che sei pazza avr a fa
.

ire con me. '

Ons. Se lo ascoada in tasca; presto, in tascab


. A me fa tolto di farne ,uso; A lei locca
sione non mancher; e e0nvien afferrarla

tosto che si offerisca se veramente ella


un uomo. --10,' misera, io non son che una
donna;.ma pur venni... e fermamentedecL
SI. -.'.- Nei, vecchio dabbene, noi oramai

possiamo condarci tutto. Sia'mo offesi en


rrambi, ed ambedoe dallo stesso seduttore . .-

Arre QUARTO.
7,
Ah, sella sapesse, sella sapesse aq1nl eccesso, in che modoindicibile, inconcepibile, io lo
sia stata da lui, e tutt0rlo sia

son sicura

.ch ella potrebbe si, ella potrebbe sospen


. der per un momento il sentimento depro
prj torti , per non sentir che i miei. Mi,
conosce? Io sono Orsina: lingannata, labbandonata Orsina . Abbandonata, ve.
ro, solo forse per la di lei glia
Maqual
colpa ne ha la glia? -- In breve ancor est
sa lo sar, e poi un'altra , e poi ancor un

altra. - [come rapita m.mmi] Ah ! che ce


leste fantasia! Se mai tutto m~u noi tut

wte; la schiera intiera delle abbandonate...


se noi tutte trasformate in baccanti, o in
. furie, avessimo una volta ad inseguirlo, a
farne strazio, a scarnicarlo, a.soavar per
entro a quevrscerr, onde trovarne Il cuore
'prom\ess0 tutte, e non dato dal traditore
ad alcuna'... ah, quella, quella sarebbe una
. festa!.. quella avrebbe... .

S c E .N A

vni.'

. Cuwmn, e marn. .

CLA. [guarda intorno mirando mila mia , mula al mo


rro una tire lolm veduta] L indoyingi ben

io. -- Ah, nostro difensore, nostro salva


tore! Tu qui, Odoardo? tu sei qua? Lo

dedussi .gi dal loro bisbigliarsi allorecchia


col dentro. -_ Che deggio dirti, se ancor
.non sai nulla ? e che deggi0 dirti , se sai
.gi tutto? - Ma siamo innocenti! io, e

.tua glia, lo siamo; irmoeenri, Odoardo!


, .in ogni conto innocenti .

000. [da ri,e' nudiato d rcomponi dal manuale man

lm wdum la moglie] Bene , bene , t actheta


\

} EMI'LIII GALGTTI
soltanto; taccheta... e mi rispondi. [vimf.
Orrrm] Non gi, madama, chio ne dubi
ti. [(1 Claudia] Di, il conte morto?
CLA. Pur troppo!
Omo. E vero che il principe favell.asse ton Emi

lia questa mane nel tempio?


.CLA. E vero; ma se sapesti lo spavento che ci

le ha cagionato? In che scompiglio mai,


non se ne torn a casa!
I
Oes. Ho detto il falso io?
Omo. [fan un rider! amaro] N0 lo avrei {neppur
voluto; e per quanto mai

,
Oas. Sono io pazza!
Ovo. [andando m o gi furibondo] Ah ! nemmen il)
nol sono ancora.
..
CM. Mi commettesti d essere tranquilla; e lo so

000.

no. - Potrei scongiurarti, marito mio


potrei ancor io
Che vuoi tu? Non lo son forse? - Si pu
essere pi tranquillo di quel ch io lo sia? -

[fannlor far(11] Sa Emilia, che Appiani


morto ?

Saperlo ella non pu; ma temo, che lo so-'


spetti, non vedendolo ricomparire.
Quo. E piange? e geme?

.CLA.

CLA. Ora non pi. - Il nero p passato; tu


gi la conosci. Ella ;l{Ii pavida, ed in
Y

sieme la pi risoluta '

mostro sesso.\ln

capace di far fronte al primo colpo; ma

dopo la pi breve riessione, si trova in


tutto, ed pronta a tutto. - Ella si tiene

il principe ad una tal distanza, e le parla


.in un tuono ma fa di tutto, Odoardo, che
partiam di qua.
'
000. .Sono a cavallo. - Che deggio fare? - Ma
per altro

[ad Om'a] Madama, ella torna

in citt, non vero?


..

Ons.

ATTO QUARTO.
Oxsi. Senz altro .
\

81
.

OnoMi vorrebbe usare la gentilezza di prender


seco mia moglie?
. Oas. Perch no? Ben vol0ntieri.

090, [1: Claudia, facendole conornn Orrimu] Claudia!

Vedi la ;contessa Orsina; dama di molto

senno , mia amica, 9f.benefattrice. Rientrerai


con lei per mfndarmi tosto fuori la carroz
za. '- Emilia non pu tornare aGuatalla.
Ella verr con me.

'

.CLA. Ma quandanco... non mi distacco volon

/
tieri da mia glia.
0mo. Non le resta il padre vicino? Inne. poi,
gli si vorr ben permetter denrrare. ,- [f
ra] Non voglio opposizioni . -- [ad Offrimi]
Venga, nobile damina! [mluvou] Udr par

laredi me. - Andiamo, Claudia. [Parterre]

'.
|..

,.

.'.0

\\ ..

Emilia Galotti, dram.

".1

. f

r.To QUINTO
SCENA

1.

. 4.
Errone, MAIMHELLI.
I.

Man. [nmdurmda il principe ad unafiiunm] Qui, quif


altezza Serenissima, qui

a questa nestra

ella pu vederlo. Va and'andosene su gi


sotto a quel colonnato. - Ora si gira ;' ci
viene. -.- No, no; torna a voltarsi. Par

chei non sia per anco troppo ben d accor


do con se medesimo .. Egli per dunajsom
ma tranquillit, o sembra almen diesserlo.-
Gi~ per noi lo stesso : ed ben naturale.
Per quante corbellerie l duo femmine gli
possano aver tte in testa, avvenfurer' egli

mai destemarle? _- Da quantoBattist'a ha


potutovudiro, sua moglie dee mandarglifuo
ti tosto la carr zza;; poich egli venutoa
cavallo. Stia iento laltezza vostra, se ai

comparirle din zi, non le far i pi osse-f


quiosi e divoti ringraziamenti per lagrazio
sa protezione trovata qui dalla sua famiglia
in questa fatalit; e se non si raccomanda
se stesso e la glia alla continuazione della
sua alta clemenza .. Radi bene ,. sei non la

riconduce zitto zitto in citt , aspettando


con la pi profonda rassegnazione di saper
quanta parte I altezza vostra seren'issima vorr d'egnarsi di prendere al' destino della sua.
cara e sventurata fanciulla .
I:,'rr.. E se non fosse poi cos mansueto? e dii
cilrtente, difii'cilissimamente. lo sar ;. io noli
v
.

M'HA (irnrhi Ano Qumr.

' -

conosco che tr'oppm


E se tutto al pi ,
non facesse che soffocare il suo sospetto, e
dissimulare il suo furore ; ed invece di ri

condurre Emilia in citt, se la menasse con,

s, e sec0 la ritenesse? ovvero pure la rin


se'rrasse in un ritiro fuori del mio dominio?

allora?

Min..ll timoroso amore mira molto da lungi,


vero. J- Ma pur non avverr.

rr. E se mai? Che sar allora? Di qual giova;

ment ci sar che; In sventurato conte vi


perdess la Vita?

., '.

Malo.A che quel mesto sguardo di anco? =--Sa-


Vanzil grida il vincitore: amico sia nelnico

chi ha a cadeigli a laro.:-Ma se pur, se pure


;qullstihataccid di vecchio fosse per volere
ci ,ch ella va temendo"; [rmldq] Questa,
si; questa ; questa la Vera. - Pi in l.

che volerlo, egli non porr; o per Certoa-s


.Ma non lo stiamo intanto a perdere di via
.

Sta; -.[rmm nlla.mnivx]

'
.

pi, egli ci avrebbe sorpresi; Etcolo.-Per=


fr'retta che lo.evitiahto ancora per poco ; ed
oda intanto 'l.alte'zza vostra , .ci che dob

Un momento di

biam fare nel tern'uto caso. .


'l'1". gmvmtrz'oro] Martinelli!
.

Max.

on dubiti, altezza Serenissima , Trattasi


di un mezzo innochtissitho . [pnmw in quil10
eh Odaarda mm {m altivz porla rntza Iudvrl}

S. C E N A

Il.

ODOARDG.

N si Vede alcuno ancora ?.. Ma meglio;


convien eh io mi rafi'reddi un Po pi, E]
la_ anzi una fortuna per me. Non v d

prente di pi disprezzabile quanto una testa


.

ti.

.t.f

.
EMILIA GALOT''I
calda da ragazzone cocapei canuti! Me]
dissi gi ben cento volte: e non per tanto
ho potuto lasciarmi strascinare
e da chi?
da' una gelosa :' da una che ha smarrito il
senno per gelosia. _- Cos ha che fare lama

reggiata, la desolata virt col vizio Vendi


cativo? - Quella, e quella soladegg io sai-

vate. _- Pel .tuo..affar poi


caro glio

mio figlio! mio

non seppi pianger mai; e non

v0 neppur ora incominciare ad impararlo..-

l'aar tuo [guardando il Cz'oln] sar preso a


vendicare da ben altro che da me . .A me
bastar dee, che il tuo assassino non fruisca
del frutto del suo delitto. Possa ci tormen
tarlo pi ancor del delitto ! - Quando la
saziet e la nausea saranno per ispingerlo

da dissolutezza in dissolutezza, passa la ri


membranza di questa solanon appagata , av

velenargli tutti gli altri gustatidiletti! Ogni


notte in sogno, vedasi condurre dal sangui
nolento sposo la sposa al letto, enello sten
dere a lei le libidinose braccia , l inferno

tutto con ridacchiate di derisione venga im


provvisamente a risvegliarlo!
S C E N"A
III.
MARINELLI, e nerro.f
Mrrx.Dove mai si trattiene, signor colonnello?
Uno. Sarebbe stata mia glia qui?
.M.nz.Essa no: ma il principe.

0m0. Egli vorr perdonarmi . - Ho accompagna

ta la contessa.

Man. Ebbene ?
Ooo. Povera signorina!
VAEE sua consorte?

. .

Quo. E partita con la contessa, per mandarciro

f.

Arr'<> QUISI''Ot

845

sto fuori la carrozza. Concedal altezza Sua,


chid pos'sa fermarmi qui con mia glia an.

cora per qualche poco .

MALA cheprendersi queste brighe , signor co


lonnelo? Nonsi sarebbe il principe' fatto
un piacere di far egli stesso ricondurre in
citt e madre e glia?
~ ' \

006. La glia almeno avrebbe dovuto supplicare


d essere dispensatada tanto onore.
MAR. Perch ?
.
.
Ooo.Poich non dee? tornare a Guastalla.

MAR.NO! perch no?

MAR.
000. Il
E conte
tanto pi...
morto; r .
Omo. Dee venire con me;

"

. 1. . .
'f t... x."
f;...

.i .A

Duo.
Mmr.Con
Con lei?
me . Le 'ho pur
detto
1~
, s ella n0l sa
.ancbra, che il conte morto. Cosha essa

ora pi che fare in Guastalla? - Dee"venir


con me .

MALE indebitato, che il futuro soggiorno della


glia, dovr dipendere unicamente dalla vo
' lont. del padre; ma prima...
Ono; Ma prima che?

MARA Vorr il signor colonnello permettere che sia


Condotta a Guastalla.

Ooo. Mia lia? a Guastalla? a qual ne? S


MAx.Perch - Consideri solamente
.
090. (riscaldati!) Considerare! Considerare! -.Con
sidero che qui non v' niente a considerar
si. Ell ha a venire... ella dee venir con me-

MALE inutile, signor mio, l andarci qui l'iscal

dando. Pu darsi benissimo eh io sia in er


rore, e che non ci sia quellai necessit chio
v1, suppongo. Il principe sapr deciderlo me

giro di noi. Vado, e glielo conduco. [parto]

f 3

36

EMILIA Gnnorrl

se E.N A IV.
ODOARDO

Clre? Non fia mai. vero. Prescrivermidove


dovr recarsi? r- Ritenermela? Chi lo vuo
le? chi pu osarlo? -- Colui forse che pu

qui ci chei vuole? Ebben; avr dunque


a veder/ci ch'io pur possa, bench noldo
vri. O tiranno di corta vista ! tu non mi
spaventi ancor tanto. Chi non rispetta leg

gi, tanto forte quanto chi non ha leggi .


E tu nol sai? Vien pur, vien pure? -'- Ma
eccoci di bel nuovo ; ecco lo sdegno , che

corre a giostra con la ragione . - A che


m'irrito? Vedasi accader prima ci che mi

rende furibondo. Cosa non mai capace di


andar parlacghiando un vile uom di corte?

Oh, lavess io. piuttosto farro chiacchierare!


avrei potuto forse udire il pretesto per cui
si Vorrebbe farla passare a Guastalla. Potrei
frattanto prepararmi ad una risposta... Bench, come potrei mancarne, qualunque es
ser possa il pretesto? Se peravessi aman
carne, allora
Ma essi vengono. [ruwur]
Calma, incanuito ragazzone, calma!

SCE,NA

v.

Errorus, MARINELLI, e DETTO.


Efl'.

Ah, caro il mio probo Galotti


non ci
vuol dunque mente (il meno per avervr a
. veder da me. A1ar pi lieve non sa indur

vi'a farlo. ... Ma lasciamo da un canto i


rimproverr.
Ooo. Altezza seremssima, ho tenuto sempre per

isconvenevole lo strmgers,r troppo addosso al

,rvo Qunvro.

87,

suo principe. Chi gli conosciuto , sa egli


stesso chiamarlo se gliene occorre . Deggio
chieder. perdono ancor adesso, se
Etr. Oh, com io brame'rei di trovare in parecchi

altri quesra orgogliosa modestia! - Ma par


liam di ci che pi preme . Sarete brama
so, mi penso, di veder vostra glia, .Ella
entrata in nuove inquietudini per l improv
visa disparizion di. sua madre , e madre si
tenera .. r-, Perch mai allontanargliela ? IO

attendea solamente che lamabile Emilia si


fosse pienamente ria.vuta , per condurle amen
due alla citt in trionfo. Me lo aveteeste

nu_ato della met ; ma tutto non me . lo 1a


0m0.

scro carpire.

Troppe grazie! Perrnetta, altezza , ch 10


risparmi alla mia sventurata glia tutte le
moltiplrd morticaziooi, che amici e nemi

ci, Chi per comm.iserazione, e chi per com


piacenza del mal daltmi , le riderxzano di

aiin Guastalla.
E rr.

'!

Toglierle la soave compartecipazione.degli


amici , e della compassione , sarebbe urla
crudelt. Che le morticazini poi dei ne

miei e della malvagit non abbiano a poter


toccarla, lasciatene la cura, caro alotti ,
a me .
.
,,.
Duo, Mio principe, l amor paterno non ama di
divider con altri le proprie cute. -.u.10 cre
do di saper pi che altri ci che unicamen
te convenga a mia glia nelle sue l'agrime

voli circostanze . '-.- Separarsi dal mondo :


un chiostro, ed al pi tosto.
Err. Un chiostro?
_ _
0m0. E sino a quel di, pianga sotto gli occhi di
suo padre.

LE1 r.

Tanta belt avr ad appassire in no chio

\.

13

EMILIA GALOTTI

str0? Una sola fallita speranza avr a ren


derci irreconcrlrabrlr con tuttorl mondo?.Per, non v che drre. Nessuno ha diritto

dopporsi ad un padre. -Recatela, Galotti,.


dove vi pare e piace.

Ono. ['vfrra MnrirNl/i] Che gliene par, signor mio?


Mut.Sella poi mi vi provoca
Ono. Io no, no; non ne dubiti.

Err. Che cosa averv'insieme?


Ove. Nulla, altezza, nulla
Consideravamo sol- .
". tanto, chi di noi siasi maggiormente ingan
nato sul conto di vostra altezza.
ET'I'. Come sarebbe a dire? -- Parlate, Marinelli,

Mnn.Mi duol sommamente di dovermi opporre


all assenso grazioso del mio principe. Ma
qualor lo impone lamicizia, sono in neces
sit di esigere chei voglia prirria esser gin
dice.

ET1'. Di quale amicizia parlate?


Mna.Sa ben vostra altezza serenissima quanto io
amassi il povero conte Appiani ; e come gli
animi nostri paressero insieme contesti
Ono- E vostra altezza lo sa? In vero , ella il

solo che lo sappia;


Man,Trovandomi istituito dunqurda lui medesi
mo per suo vindice

Omo. Lei? lei?


MAIL. Non ha che a chiederlo alla sua riverita.
consorte- Matinelli, il nome di Marinellifu
lultima parola del conte nello spirare ; ed

in un tnon di voce! in un tuono! che quel


su o terribile non cesser di susurrarmi
aglr orecchi, sin ch'io nomabbia tutto po
'
sto in opera per far che si scopra, e si pu
' nisca il suo assassino.
En. Fate pur conto sulla mia pi valida coope
razione.

, Arro QUINTO.
I
090. E sui miei pi fervidi voti. - Non, pu
andar meglio. -Ed ora, cosaltro'c?
..
Err. Questo quello che vorrei sapere ancorio\,
Manelli.

MAR.Si sospetta che non sieno stati gi ladri ,


'. che assalissero il conte..
'
ODO. [hm nmnro mrriro] NO? ClaCCOVCIO?

.Mux.Ma che un rivale gli facesse sgombrarla via.


Omo. [come mpra] Veh! un rivale!
Mrrr.Cos vien mormorato..
.
000. Se cos , lo stcrmini il Cielo questo ribal<
do assassino!
. \

Mllx.Rivale, e rivale preferito


Ouo Che? preferito ?.. Che cosa ha duro?
MAR.F3]Siti, sicmissimamente . Non pu esser
vero. Sarei pronto a darne una mentita in

faccia a chiCchefosse. -Malgrado perrur


to questo, le presunzioni anco pi fondate,
altezza serenissima, non sono sulle bilance

del giudice di nessun peso; n si pudispen


. sarsi a fronte di tutto dall assumere la de-

posizione della bella desolata su questo sgra


ziato affare.
Err. S , veramente.

MAR. E dove altro, dove alrro mai ci pu aver


luogo, senn'onch a Guastalla?

Err. In questo, trovo anchio, Marinelli, che


avete ragione... In tal caso poi, caro Ga
lotti, cambia la faccenda.Non vcro?Non
lo vedere ancor voi?

Ov0. O, se vedo! e come vedo! -- Eterno Dio!


Err. Cos, Galotti? a che pensate?
000; A non aver preveduto ci che vedo ora .

Ci mi pesa: non altro.- Ebbene;sia pur


cos; dee tornare a Guastalla: torner. La
ricondurr presso a sua madre ; e sinoatan

to che dietro agli esami pi rigorosi venga

go

EMILIA GALOI'I'I
dichiarata innocente, o colpevole, non. v0
mvermi neppur io da Guastalla... Poich ,
chi sa? [mm amino rito] chi sa, se la Giusti
zia non possa abbisognare anco delle mie de
posizioni ?

Msx.Sarebbc possibilissimo.ln casi di questa na-

tura, luizio criminale ama piuttosto di far


troppo, che troppo poco. -.-. Perci temo
anco
.

Err. Che cosa? che temete?


Mm.Che provvisoriamente non . sia nemmeno a
' permettersi che madre e glia possano ab.
boccam.

Ouo. Non abboccarsi?


MALE che sia necessario il tenerle separate.
O'no. Madre e glia separate?
.
Mm. Madre, glia, e padre. Le formalit d un

interrogatorio criminale, esigono assoluta


mente questa circospetta precauzione. E. mi

duol nellanima, altezza serenissima,. di ve


dermi sforzato a far le pi espresse rappre
sentazioni, ainch almeno Emilia sia te
unta in una separata custodia .

Ooo. Separata custodia? -. [gridando] Principe!


principe! .-- [ima fmmfrzdor] Ma si per;

vero, verissimo. Va anzi a maraviglia: in


separata custodia! e vero principe? non .'
cosi? Oh con qual esattezza non procede
mai la Giustizia! [pam rolletilo la mano in la

nuca ove 51 porta il pugnale]

1211-, [,Ippnrmna'vn'gli cartafeale] Caro Galotti, rimettetevi


0m0. [rirmem/o fuori la mm 0WM] (Fu

l.
5110 ge-

mio tutelare che favell!)


.
Eri. Siete in errore; non lo avete compreso. Con

la voce custodia, andreste voi pensando a


prigioni, a carceri?

Ar10 QUINTO.

jr'.

020. Mi lasci pensarvi: e son tranquillo. .


b'l, Marinelli! neppur parola di prigione, ve ne
sovvenga. In questo caso la. severit delle

- .|

leggi pu combinarsi facilmente co riguardi


dovuti ali incontaminata virt. S egli d
uopo, che Emilia debba tenersi in separata
custodia, mi si presenta gi quella che pu
convenirl; la pi.decente di tutte; la casa

del mio cancelliere... oh, non vo repliche,


Marinelli ! _Voglio accompagnarvela io stes
so, e col rimetterla'. sotto l ispezione di
una dama delle pi compire . Essa dovr es
serne mallevadrice con la sua responsabilit.
Spingereste un po troppo oltre;questa fac

renda, Marinelli, esigendo di pi; in ve-


ro, troppo, troppo oltre . - Voi conoscete

gi, Galotti, il mio cancelliere Grirnaldi, e


la sua sposa?
000. E come no? Conosco anco le garbate glie
di questa degna coppia. Chi non le cono
sce? _,. (rum: Marz'mlli] NO, signor mio,

non si arrenda. Se Emilia ha ad essere cu


stodita, lo deve essere in una profonda e
terra carcere. Insista , di grazia, io ne. la
prego! _-Pazzo eh" io sono con le mie preghiere! vecchio rimbambito! __ Oh, come
avea ragione quella buona Sibilla:. chi non
perde su certe cose il cervello, non ne ha

a poter perdere.

Err. In verit io non v intendo. .-- Cosa poss'


io far di pi, caro Galotti? - Adatt2tevi,
vi prego, adattarevi. - Insomma , dal mio
cancelliere; col dee starsi; ce la condurr

io; e se non vi sar trattata con tutti que

rispettosi riguardi che le si devono, dire


che la mia parola non vale un zero. Ma

non ve ne date pena di Sorta, no. .- Sic-

EMILIA GA'L0T

ch, siamo'intesi. 4 In quanto a voi stes.


so, Galotti , potrete starvene dove vorrete.

Potrete venirci dietro aGuastalla, o tornar

vene a Sabi>onetta, inne far Ci che vor


rete. Sarebbe ridicolo il prescrivervi nulla.

Econ ci, abuou rivederci, caroGalotti.


Matinelli, venite; fa tardi.
Ono. [da rm allora I mm mrmrru in profondi punie
ritnlvmduri] Come! non potr neppur veder

la? nemmen parlare a mia glia? neppur


qua? - Maccomodo a tutto: trovo anzi

tutto ben fatto. La casa d'un cancelliere,


chi non converr chessa non sia il vero a
silo della virt? - S, mio principe, meni
pur l mia glia; in nessun altro luogo an-

zi, fuorch col... Ma vorrei ben parlatle


almen prima. La morte del conte le ancora ignota. Non dee poter comprendere,
perch la si separi da Suoi genitori. Per
indurvela di buon grado; perch sadatti a
questa separazione, convien ch io le parli,
altezza, convien ch io le parli.
Err. Andiamvi pure .
Omo.

.
La glia potrebbe ben.ella recarsi ov' suo pa

dre..--- Qui a quattr occhi; mi sbrigo in

un istante. Mela mandi soltanto qui, al


tezza.
EH. E questo pur sia. Q Galotti, se mi voleste
essere amico, Memore, padre! [pnru un
Marinailli]

SCENA

VI.

ODOA R DO .
[guardandggiz' dietro. e dapo hme paura] Perch

no? anzi con tutto il cuore. [da] Ah, ah,


ah! -- [mi grumi; attorno con fl'f0.tn] Chi ride

rro.Qururo.,

93

qua.- Cielo! credo dessere stato io me


desimo: - Ma, si, si; va bene; stiamo

allegri. La farsa sta per nire: 0 cos; 0


cos. - Ma -.e s ella fosse di tutto .inte
sa con lui? Se fosse ancor questa una delle
solite barzelette che accadono tuttodi? Sella non fosse degna di cief.io sto per fare
a pro suo?- A suo pro? e cosa sto io per

fare apro suo?Avr cuore di proferirlo?.Io vopensando a cosa ...a cosa,acui per
messo appena 1' andar pensando. - Orrore!
abissol.. va lungi da mel_.Non voglio as

pettarla, no. [un.m il Cielo] Egli, che la im


merse innocente in

uesta voragine,egli ne

la tragga. - Qual isogno. pu aver egli


della mia mano? Via di qual..[vual parti
(n, 0 sule Emilia abe un viene] Oim! IIOP

po tardi. - Egli la vuol la mia mano! ah ,


egli la vuole!
SC ENA
VII;
EMILIA, e nano.
EMI.

Come! ella qui, padre mio ?.. e 3010?..N0


v mia madre ?.. il conte non qui ?.. ed
ella si inquieto, padre? _

Uno. E tu si tranquilla, glia?


EMI. E perch no, padre? O non ve" nulla di

perduto, o perduto tutto. Poter essere ,e


dover essere tranquilla : non torna allo stesso?
0130. E qual ti sembra dover essere il caso tuo?
Emr. Che tutto sia perduto ed esser forza il ras

segnarsi .

Quo. E potresti saper essere tranquilla, per la


ragione che si deve esserlo? - Chi sei tu?

una ragazza! e glia mia! - Io uomo, io


tuo padre, avr a vergognarm.i in tuo cori

94

MILIA GALG'I'T

"front0? =' Ma ridiamo un pocof cb'sa interi;


di tu per aver tutto perduto? Ch;.6 sia peri-r
w il conte?

E il perch perissel il perch! .--. Oit'ri!


dunque ci vero, padre? E dunque vera
tutta la tragica storia, che ho gi letta ne
lagrimosi

inferociti occhi .di mia Madre?

Do'v la madre mia? dov ella andata,


adre?

no. nrranzi , se pur veto chele andiamo dietro.


EMI. Subito! subito .' al pi tOSCOl-SB il conte p'erl;

se ha dovuto perci perire... perci !..a che


si tarda ancora? Fuggiarh, adt, fgg'ia'no.
Uno. Fuggirc? - Non ci .saihc at1cora gran'
male
Ma sei, e testi in mano del tuo m
pitore .
"
EMI.

ODO.
EMI.

.Io testo in sue m'a.ni .5


E sola. Senza di tua.madre, senza dime.
Io in sue mani, e. Sola? Non a n1ai'.f no,
non fiarnai. o chella non m" padre, -

Solai in sue mani? --'- Ebbeh, mi lasci,. mi

lasci purc. Voglio veder un poco chi mi


trattiene, chi mi
forz'a, .c.hi sia Colui,
che possa far forzai ad un altro.
Onolo
mi ,stimava,fglia mia, che tu fossi tran.
'
villa?
. .
EMI. o Sono etneo. Ma cosa intenderebbe mio
padre per.essere tranquilla? lo starsi colle
mani incrocicchiate? soffrire ci che non
deesi? tollerare ci che non lice?
006 Ah, se tu pensi Cosi
vieni al mio seno,

o glia mia! - L'ho sempre detto, che la


donna doveva essere il Capo d opera di na
tura; ma chessa sbagli nell' argilla, Pren
dendone di troppo sopraina per tal layoro.

Se ci non Fosse, tutto sarebbe pi perfetto

in vpi, che iEIIIO altri. - Ah, se la tua

_f

|.,..,

ATTOQUINT. ,

\ Quiete questa, io pure ho in essa ritrova-r


ta la mia. Lascia eh io .tabbracci, pregia

'

ta glia! - Il crederesti? sotto pretesto di


una giudiziaria procedura ..,. oh lin fernal ciur

merial.. ti sirappla.dalle nostre braccia, e ti


mena da Grimaldi.

EMI. Mi strappa? mi mena ?.. e vuol istraprarmi?


vuol. menarmi? il vuol? lo vuole ?.. come'

se noi, padre, noi fossimo senza volont?

Omo. Anchro, figlia, sono entrato in furore alla


solai idea di tanta turpitudine'. - Tuttavizt
ci promette di rispettartijpromett'e che pres
so i Grimaldi...
.
E1vu. Padre mio, che dire mai? - La conosco, si,;

quella! casa. Essa la casa del bagord'o.Vi


fui per unora sola sotto gli occhi di mia.
madre! eppure bast per sollevare hellani,

ma mia tanta spezie di tumulti, che i pi


ausreri esercizi di religione valsero appena
in pi settimane a riparla in'. Calma. No,
padre, non me li.pll'laf,
.
.
0m. In.che nuovo orgasmo or tu mi pani! -e
Fgli per s impegna .
.
EMI. Che impegnil.- il t,errierario mi ama; ed
ha avuto pern l impuden1a di palesarinelo.

Non lascer via intentata per appagare le


infami sue voglie . Giung'er alle violenze.

Qual delitto sar troppo grande per chi ha


potuto far tre'idare un Appiani? Lassassi
no del mio sposo, lo sar pur anco dello-.
nor mio,lo sar persino dellanima mia. Mio
padre non pu assent'ie atanta ignominia;

o, lo ripeto; egli non m padre . Dio e


Natura in esso lui mi additano un difenso
re. A lui solo spetta il salvarmi.

Omo. [con agitazioni ermma mu di lana il pugnale,. a

EMILIA Guorrr

96

mortranrio/a alla glia] Altro scampo, glia io,


non vedo...
EMI.

Per evitar di peggio,a migliaia si sono sca


gliati fra 1 onde, e tuttavia son santi.

Out'). [un per trucdnrln, I rnrnrta ropmiuto dalla "


nnf/I paterna] Ah, glia!

EMI. Lo dia a me quel ferro.


Omo. Oh, se tu lo conoscessi!
EMI.

mia!

Non serve. Un amico, anco sconosciuto,


sempre amico... Mel dia.

Quo. E se tel dossi ?.. Eccolo! [glielv d]


EMI. Ed EccOL. [mllatlo ab: un per ferirn', il padre
la dmmm]
/
Omo. Vedi,.come tu se impetuosa. - No , no;

non per le tue mani. -. Non gi uno

spilletto da capegli .
EMI. E. vero; uno spilletto fatto per me

.
[por

la la maa alla urta por amarla, 0 si abbntlr ad

abbmnrm la ram] Ancora sei qua ?..gi di l !


gi di l! [re la rtruppn] N00 per te lo

star fra capegli d'una..(qual mio padre mi


vorrebbe.
,
Omo. [un rman1'e drnrolureqa] Oh , mia glia 3..
EMI.

Che, padre. Lavrei io indovinata.> - Ma


no, mio padre non pu volerlo. Ed a che
pi differire?[in amara runna,mll'nno di onda
n rpurnaa:iando In mm] Altravoltn vi fu ben
un padre, che per sottrarre la glia alla i
gnominia, seppe piantargli nel cuore il pri

mo ferro che gli venne alle mani; .- dan


dole per la seconda volta la vita. - Ma
que;te,azioni .son d'altri tempi. Tali padri
non vi son pI.
Omo. [dv n ) manmto rmaniornma, d indin, tal
voltarti vena la porta, di udire il prnn'pr [In ri

lama, e cm) mqzo voltato formdaln] S , che ve


ne SOIIO\- Dio! che feci ?.. [la ram'me] E

MI.

ATTO QUiNt..

9]

EMI, Avete recisa una rosa, prima che la.procel


la ne sparpagliasse le oglie
Deh, ch 10
baci la man paterna.
. ~
,

s o E N A 'v.ur.
, Enorme, Maamrztu, e nurrr.
Etr.gmwmfl Cosa vuol dir ci? Non ist
ene Emilia?
.
;
Duo. Bene, benissimo..

Err. [aummmlar] Che veggro? .- Oh spavento!


Ma'a.iMisero nie!)

Err. [nrcorrundnn'] Disumanato padre. che faceste?

0130. Ho recisa una rosa prima che la procella


ne sparpagliassele foglie: non cos, 5-.
glia ima?
EMI. Ella non gi, padre m.io.---lo...io stessa
Omo. Tu no, glia, non tu. .- Non tappressarc

al tribunale della verit con una menzogna


in bocca. .- No, glia ;tu no. Ma ben tu
padre! il tuo sv0nturatqpadrel,
'
EMI Ah... padre .'.. [rfn'm]
..
0D0. [cn/Mlfladrltemller a terra] Vattene in pace,

anima pura! [vetro Ettore] Ors , principe! le

incontra ancora? le stimola essa ancora gli


.appetiti?cos ancora? anco immersa in quel
sangue, che sta gridando: vendetta ?-Ma,

ella sta forse aspettando per veder come tut


to sen vada a nire. Ella s attende forse
chio rivolga ora quel ferro Contro di me,

per terminar 1 azione come una sciapita trar


gedia. -- Ella singanna . [ltngliandg/i il pu
gn'f 1" Piedi] Ecco qua !..' Qui giaeeiltesti

monio cruento del mio delitto . Vado a ri


pormi da me stesso in carcere. Vado, e co

l l attendo mio giudice. - Colass poi l


attendo dinanzi al giudice di noi tutti.[partr]
Emilia Galom', dram.

98

EMILIA GALOTTI Ano QUINTO.

ETI. [dopo dawr nmn'drrato taciturno lmdrwfn con arzrare I 'munfrrirrio, vrlwr Il Marinell

additandugli

il pugnale] RaccogliVia!.. bilanci ancora?


MAR. [fmvido lo mungle] . .
ETT. Infame! [Itrnppnmlugli il ferro di maa] No; il
tuo sangue non dee mescolarsi col suo.Va!

togliti agli occhi miei?,. Nasconditi per sem


pre. - Va, dico
MAR. [park a capo clrnn]

Err. Oh, Dio immortalelNon basta per la scia


gura di tanti, che. i principi sieno uomini:
che anco demoni hanno a prender con essa
loro la larva d amici?
.

.
,
NOTIZIE STORICO-GRITIGHE

su

SOPRA

EMILIA' GALOTTI,

arrese da un maestro di tettorica.


.

\\ Le Npte ribrfbe di Lerrng veggansi al tomo IX di


,
questo Anno III Teatrale a Sara Smpron. -- Non di
spiaccia, che I Emilia sia da noi chiamata Dramma Tra

gira piuttosto che Tragedia. In questo fatto non v ha


nulla deroico, cominciando dal personaggi. Tutti'i tra
gici ragionevoli si dorrehbbno, se il titolo Tragedie si
abbassasse , o avvilisse . Siam tenuti coloro , che primi
introdussero sul teatro a'amrrtla fala, e t'emperarono lo

stile per modo, che fosse separato dal basso comico, Sn

za sublimarlo alle vette tragiche con trampoli inverisimi


li . E perch i principi mm eroi sdegtierauno di coriipatit
uomini e farsi oggetto o di compassione o di secrazone?
Se vero , che il teatro imrgnl, desso pu aver molte

mole ) e linma, e la suprema , e la media. Ettore'


Gonzaga faccia ora i suoi studi in qucstulrimi. Avr la
sua medaglia, se si porter. bene, ovvero si scriver il suo

nome nel libro una, se non avr al suo dovere adem


pruto.

" f.

Tutta la protasi dell atto I ci d un idea del Imam


.Irtorm, anche senza il pittor Conti. (luel signor princi
I C0mprisce con un carattere da damerino.Tutrobuiu,

tutto Emilia, epoco pnmperra di IJarra, per cui d0v=v'


essere .'Si vede con quale.indifferenza e trascuratezza

12826 1 suppliche ; che sviene"al nome d Emilia qualun


<rwr ma; che pensi a trottare in cocchio , e si perde in

.ioo
lungo colloquio con un pittore; che esamina ritratti; che

ascolta un adulatore, o a dir meglio un cattivo consigli:


re in Marinelli ; che vuol profonderc in mercerie esorbi
tante per fomeuto di sua passi0n; che Spasima amante es

send0 gi sposo. il poeta ne stuzzica la curiosit sul vici


no avvehire Le nozze d Emilia gi pronte solleticarro Sil
desiderio dellatto Il . Diciamolo: il primo buono , e.
sarebbe migliore , se alcuni: scene fosset pi brevi. Quel

Conti e quel Marinclli sono un po parnlai ; n il princi


pe. pure . molto laconico.

Qrell'Ange/a sicario e assassino, che rivede e sente nel


principio dell atto Il non garba molto. Certi personaggi
aspri, e che partecipano ai diritti del! infamia civile , si
debbono nascondere a un colto uditorio, che sivuole spet
tatore dun: Unger/ira .

Tre attori necessari spiegano.nelle prime scene il lord


carattere al naturale, gadre, madre, glia. Hanno pensie

l'l diremi . La madre e un po corti.va , e signica che fht


ne'primi anni civetta . L'azione del principe verso Emlil'
dee sembrar detestabile; ma il poeta non vuol mentire il
ritratto. Cos si protrae il dramma , e cresce il pericolo.

dEmilla. O incrementi quanto diiclilMa qui non mair-'


a . l.ambsiat.r a Massa diviene un anello opportuno ad

annodar la catena . Niente di pi naturale. stratagemma.


di corte; si crede un onore, ed un laccio. - LAppi

Iii si fa amare; ed entra a parte della nostra compassione


insieme con Emilia . Cos il dramma prosegue felicemen
te; non solo con incongruit , ma con impegno lodevole.
. Poteva. mai il principe cadere in, mani peggiori? che be-.

stia i} quel Marinelli ? che diavolo quell Angelo ? Le


hra.vate troppo aperte , che in buon linguaggio si dicono
xelleraggini, non piacciono in teatro, dova nissnno vuol

esser enpi0 . Gli antagonisti son genti, male. Tal sia iii

loro fuor di teatro. Qgi ogni personaggio ha le sueleggif


.Quru ultra ritraqur nrqut (5n'rtert reum .
U mio mestiere mi autorizza a. citare il gran procttistd
Vmusin0, il quale disse ancma;
'

101
N): plum comm papuiv Mola; tlto'eh
e per sono.a rimproverar.si , se si vedesse sulle scene un

figlio, che facesse a'o'gare sua madre , o un amante che


mangiasse il cuore della sua amica infedele ..Il nostro Ma
rinelli ha dato nelleecesso col suo Angelo sicario.
Piace la scena lll clellatro [li in cui il principe si ri-

tira . e d la ragione di ritirarsi. Secloto da un cortigian


perdo fa pi di quello, che vorrebbe la sua. passione. -

Le smanie dEmili giuste e virtuose ci colpiscono. Lih


treccio ingegnoso delle scene IV e V.
Chiude l arto Claudia in trasporto. Questo le si permetie anche furibondo, perch troppi affetti violenti le

si aggruppano al cuore . Intanto sussiste il {urmla dEmi


lia,. e cresce il pregio del dramma. --. Gli spettatori ago<

gnano al ne, e si compicciono, quando in scen si


. viaggia. I primi Greci,disse Platone, velendo. il. movi
mento del sole , della luna, delle stelle , li chiamarono
Dei , perch di lo; natura correvano, e in greco la voce.

rmmv si dice rlmn. Di qua venne la sentenza lfiragoric'a: poich- bisogna abbagliare gli occhi del popolo , dagli
per divinit il SOCi Il popolo ama gli Dei , che cammi

nano..

La scena I dellatto IV divieri occessoria. Un principe


con tal consigliere a anco si trova imbarazzato . Ed un
nuoyo imbzirazzo pure lzrrivz; (P.Orsiria Tutti credia
mo , che il Marinelli

tender, nuova rete , ma senza lo

scoppio dei faulvr p_yinr


.
ll'follerro Ursino .tien desti. Ha la contessa tutto il

linguaggio delle vecchie corrigiane pvur parenr di nuovo


e ripassar d '4nt4Cyr la mini. Marinelli sta in caratte
re
. Il popolo non intende ancora la finezza del Jcolpo,
Tutto bene per una polputa apogiosi.
Non si pu negare , che la Scena V non sia un capo (1

opere. Quanto la venuta d Orsina potea, parere un episo


dio, tanto ii suo congresso con Maririelli diede ailarm
145 nuovo vigore, e maggiormente ayv,alorz il desi.lerio

IO)

dellavvenir non lontano. Ne men bello il congresso d


Orsina con Odoardo. Oh la pettegola! Vendetta di don
Ila. Fa duello colla lingua, alquanto fanatica, e che a ra

gione Odoardo pu sospettar donna pazza. Scene non iso'


..Iate; ma che riran linee, e n ponti, onde passare al
quinto atto .

Atto III, IV e V cominciano la scena I sempre: Eltam

e Marimll. Monotonia da fuggirsi. Bench possa esser


vero , che la necem'r conduca a un dialogo di questi'tluev
pare conviemdare una tinta di variet a chi ascolta. -

Come mai termina la faccenda? dicon molti in s ; e


qui si fa plauso al poeta.

. Il'soliloquio della scena Il non interessa, anzi noia col


le. imprecazioni . Dopo la scena III, che ha del verisimile,
ti sopraggiunge un altro non breve soliloquio dello stesso
Odoardo . Bombe morte. Si perdonino in parte ad un.
Vecchio in passione queste due pappolate. Non si cerchi

far nodo scorritoin , Quando duopo sringerlo. ,.


, I,,)ella scena. V non possiam dire che bene; rinfranca il
passo.Ci prepara a qualche colpo, e ne mantiene le stes;
se tendenze e verso il principe e verso Marinelli.
Ingegnosamente si fa, eh Emilia parli del conte, che
pi non , piuttosto che alcuno pubblicamente abbia a
fame o cenno o narrazione. L incertezza dello stato d
Emilia ne.colma di piet. Ma ne disgusta assai in bocca
del padre nel momento pi interessante dagtalonei fa
dorma doveva onere il capo dopem di natura, maJ'

;Imgli nel/argilla, prendendam di troppo ropmna 1m Ml


lavoro cc. Dice il losofo: bwmm ex integra mura, ma
lum ex ringular d:fen. L uomo che scrive cos , non
in passione; e il poeta deve mostrar d esserlo.

A niuno potr mai piacer la catastrofe. L'amore e co


me la medicina, cio Imte dsutzrr la natura. Se E.miIla innocente, perchmeriter di morire per si cura

mano? Negli antichi tornei,la bellezza dava il premim


del valore, e della desterit. @i si sacrica dagli stessi
tamp1om.
'

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