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Nel Cerimoniale viene poi indicato il modo in cui il celebrante si segna e benedice. Quando
si segna, egli volge verso di s il palmo della mano destra, e con tutte le dita congiunte e
distese fa il segno di croce dalla fronte al petto e dalla spalla sinistra alla destra. Quando
benedice altre persone o qualche oggetto, volge il mignolo verso colui che deve essere
benedetto, e benedicendo distende tutta la mano destra con tutte le dita ugualmente congiunte
e distese (cf. CE nota 81 al n. 108). Inoltre, quando durante la Messa il celebrante seduto,
pone i palmi delle mani sulle ginocchia (cf. CE n. 109).
Viene poi precisato che, durante la Preghiera eucaristica, al momento dellepiclesi prima
della consacrazione, i concelebranti stendano le mani sulle offerte in modo tale che i palmi
siano aperti e rivolti sopra le offerte (cf. CE nota 79 al n. 106). Al momento della
consacrazione poi, proferendo le parole del Signore, essi tengono la mano destra stesa e
rivolta a lato (ibidem), orientandola verso il pane e il calice (cf. CE n. 106).
Vi sono ancora altri dettagli che vengono disciplinati dal CE. Presentiamo una lista di alcuni
di essi:
1) La riverenza, sotto forma di inchino profondo, viene rivolta al celebrante quando ci si
accosta a lui, ce ne si allontana o gli si passa dinanzi (cf. CE n. 76).
2) Nel momento in cui il ministro ordinato proclama il Vangelo, tutti i fedeli partecipanti
allazione liturgica sono rivolti verso di lui (cf. CE n. 141).
3) Il diacono, o altro ministro, dopo che il celebrante abbia incensato le offerte, lo incensa
stando al lato dellaltare (cf. CE n. 149).
4) Prima che inizi la Preghiera eucaristica, il diacono, se il calice e la pisside sono coperti, li
scopre, e dallepiclesi fino allelevazione del calice resta in ginocchio. Inoltre, uno dei
diaconi immette incenso nel turibolo e incensa lOstia e il Calice alle due elevazioni (cf. CE
n. 155).
5) I concelebranti con il vescovo, prima della Comunione, gli si avvicinano uno dopo laltro,
genuflettono e ricevono da lui con riverenza il Corpo di Cristo. Tuttavia i concelebranti
possono restare al loro posto e ricevere l il Corpo di Cristo (cf. CE n. 163).
Si tratta solo di alcuni esempi, utili a ricordare che il Culto divino non pu sottostare
allarbitrio, ma al contrario regolato dalla Chiesa, che lo custodisce e lo celebra.
Losservanza delle norme liturgiche non segno di legalismo e rigidit. Essa aiuta ad
incarnare sempre di nuovo la cattolicit della sacra Liturgia e a celebrarla in unione con
tutta la Chiesa (Canone Romano, Communicantes).