2015
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DALL'EDUCAZIONE A
DISTANZA ALL'ELEARNING
2009
di Antonio Calvani
Dalleducazione a distanza alle-learning
Il rapporto tra tecnologie della comunicazione ed educazione si arricchisce, nel
passaggio tra il 20 e il 21 sec., di sfaccettature nuove con implicazioni che investono
gli scenari e i modelli delleducazione. Significativo il caso delleducazione a
distanza, riproposta in questo secolo come e-learning che si presenta come una
risposta promettente nellottica di conseguire il traguardo di un apprendimento per
tutta la vita (lifelong learning). Mentre penetra nelle istituzioni e nelle prassi per lalta
formazione, le-learning si coniuga con riflessioni pi ampie relative alla natura della
conoscenza e dellattivit educativa; attraverso di esso si rideclinano dicotomie
fondamentali della contemporaneit: presenza/virtualit, soggetto/comunit,
apprendimento formale/informale.
Paradossalmente, proprio nel momento in cui leducazione a distanza assume tale
rilevanza tende anche a dissolversi; la pervasivit delle tecnologie a cui si lega la
portano a calarsi nella quotidianit e a divenire parte integrante dei modelli formativi a
cui essa stessa cerca di dar vita.
Tecnologia della comunicazionee formazione
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sotto gli occhi di tutti il grande sviluppo delle tecnologie comunicative e la rapidit
con cui innovative soluzioni tecnologiche appaiono, evolvono, pervadono la vita
quotidiana nei suoi diversi aspetti. Non si tratta solo di apparati che vanno ad
accrescere il gi vasto strumentario tecnologico offrendo funzionalit aggiuntive: esse
entrano nelle pratiche quotidiane, incidono sulle relazioni e appartenenze, sono
tecnologie cognitive, influenzano cio i nostri modi di pensare e i modelli concettuali
con cui noi interpretiamo la realt.
I loro effetti modificano in modo evidente il senso dello spazio allinterno del quale
stabiliamo i rapporti con gli altri. Per lungo tempo le relazioni umane sono state
condizionate dal limite fisico della vista e delludito, perch era possibile entrare in
rapporto soltanto con qualcuno con cui si era in grado di parlare, di cui si poteva udire
fisicamente la parola. I limiti sensoriali hanno cos scandito i rapporti interpersonali in
quanto essere in un altro luogo o nello stesso luogo in tempi diversi rendeva
impossibile entrare in contatto, scambiare emozioni ed esperienze. Le tecnologie
comunicative (o media) hanno introdotto la possibilit di separare la comunicazione
dalla contestualit fisica. La scrittura, da questo punto di vista, stata la prima e pi
importante tecnologia della comunicazione: la parola scritta ha infatti la capacit di
estendere i suoi effetti oltre i limiti dello spazio-tempo in cui stata generata; essa
conserva il suo messaggio con la recondita speranza di imbattersi in possibili
interlocutori futuri, in qualunque luogo questi siano situati.
Il contesto contemporaneo si caratterizza per la straordinaria accelerazione nella
produzione di tecnologie comunicative-cognitive. Negli ultimi due decenni queste
sono diventate pi penetranti, sottoposte a unincessante metamorfosi e
miniaturizzazione a cui si accompagna un pervasivo, accresciuto senso di immanenza
ubiquitaria e relazionale: si pensi, per es., alla condizione di prossimit virtuale
alimentata dalla telefonia cellulare.
Quando si parla dei recenti dispositivi per la comunicazione, il fenomeno pi
considerevole rappresentato da Internet che, come noto, si afferma per il largo
pubblico intorno alla met degli anni Novanta dello scorso secolo, allapparire del
world wide web, il sistema che ha reso agevole la navigazione nella rete e che ha
segnato un decisivo passaggio nella storia dei media da tecnologie centriche e
monofunzionali, che vedono il soggetto come fruitore sostanzialmente passivo
rispetto a un centro erogatore del messaggio, a tecnologie acentriche, polifunzionali e
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partecipative. Internet si presenta come uno spazio di relazione nel quale si possono
riprodurre attivit ed eventi della vita quotidiana, che sono caratterizzati da rapporti di
reciprocit, transazione economica, intrattenimento, divertimento, arte,
apprendimento; in Internet si chiede al soggetto di intervenire, scegliere, cercare,
comunicare, socializzare.
Nella rete si sviluppa, inoltre, una particolare fenomenologia identitaria: non pi un
unico io, ma molteplici maschere-persone entrano in azione; si creano identit pro
tempore, assunte solo per il tempo limitato della comunicazione mediale, simulacri
effimeri del cyberspazio, mentre si amplificano a dismisura, e allo stesso tempo si
volatilizzano, le appartenenze alle aggregazioni sociali a cui la rete d luogo
(nomadismo virtuale).
Di particolare rilievo lintreccio che si crea tra Internet, i processi di produzione della
conoscenza, i modelli stessi con cui la rappresentiamo: da un lato, Internet costituisce
una gigantesca infrastruttura volta ad amplificare gli spazi relazionali che possono
supportare in concreto la formazione di conoscenza, dallaltro si presenta come una
poderosa metafora capace di impressionare le nostre concezioni della mente e del
pensiero e del loro costituirsi a livello individuale e sociale.
Da alcuni decenni sono in corso evidenti cambiamenti nelle forme di produzione della
conoscenza scientifica (Gibbons, Limoges, Nowotny et al. 1994). Secondo il modello
tradizionale questa procede dalla teoria alla pratica, attribuita a istituzioni specifiche
(universit, centri di ricerca), matura in ambiti disciplinari delimitati. Si tuttavia
venuta affermando una modalit che attenua la tradizionale distinzione tra ricerca di
base e ricerca applicata, tra scienza e tecnologia, a favore di forme pi flessibili,
articolate, transdisciplinari che non si avvalgono solo delle strutture universitarie e di
ricerca specializzate, ma anche di ambienti non accademici, e che hanno prodotto
circuiti in cui i rapporti teorico-pratici appaiono indissolubilmente connessi; si pensi a
settori come la biomedicina, lingegneria chimica, lingegneria aeronautica, la
computer science, le scienze dellambiente.
Se questo cambiamento ha avuto origine prima di Internet (possiamo in senso lato
datare il suo avvio in relazione al formarsi di una information society a partire dagli
anni Sessanta-Settanta), proprio con lavvento di Internet che viene accelerato e
riconfigurato. In particolare a partire dagli anni Novanta, si assiste a
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a diffondersi a partire dal 2004 e che sottolinea un decisivo cambiamento nel rapporto
tra lutente e la rete, nel senso di unaccresciuta partecipazione attiva da parte del
primo. Gli utenti diventano in misura maggiore soggetti-autori in un contesto di
condivisione o collaborazione; Internet sempre meno un luogo in cui si ricercano
informazioni e sempre pi un luogo in cui si costruiscono contenuti personali con
strumenti come i blog e i wikis, si condividono risorse e si comunica in forme pi
coinvolgenti tramite strumenti come instant messager, podcast, servizi di condivisione
di foto o filmati. Il web 2.0 caratterizzato dal cosiddetto social networking, un
insieme di attivit in virt delle quali il soggetto che ha fornito una descrizione di s e
delle risorse che rende disponibili nella rete, pu ricevere informazioni prodotte da
persone con caratteristiche similari; i contenuti riconosciuti come rilevanti in rapporto
al profilo designato raggiungeranno automaticamente il soggetto senza passare ogni
volta attraverso azioni esplicite di ricerca. Nel mondo del web 2.0 si diffonde maggiore
consapevolezza riguardo alle acquisizioni che possono avvenire in contesti e modalit
informali. In un mondo pur strutturalmente formalizzato, in quanto digitale, il
complesso interscambio delle dinamiche della comunicazione d luogo a flussi
comunicativi e relazionali in forme imprevedibili che portano in primo piano nuove
dimensioni della espressivit soggettiva (attraverso storie, dialoghi, narrazioni,
autobiografie, blog, wiki). Si possono fare allora scoperte significative in momenti
inaspettati, in un colloquio con amici, o imbattendosi in una notizia occasionale.
Dietro allaffermarsi di queste tecnologie emerge un orientamento epistemologico
radicale, sostenuto da autori come George Siemens e Stephen Downes, chiamato
connettivismo, basato su un forte senso di relativismo conoscitivo: la conoscenza
interpretazione di continue emergenze (unemergenza , per es., londa che
percepiamo, che in realt la risultante di ben altri fenomeni a livello sottostante) con
una propensione a opporsi alle gerarchie a favore di reti ed ecologie capaci di
adattamenti rapidi e continui. La conoscenza connettiva vede lapprendimento come
costruzione di network (network forming process), processo che si svolge in modo
continuo, imprevedibile, per scontri tra idee che si generano nella rete stessa. La
formazione di configurazioni e reti provoca, dunque, uninarrestabile contaminazione;
attraverso di essa esperienze e mondi tradizionalmente separati si compenetrano:
intrattenimento, apprendimento, lavoro perdono i loro tradizionali confini.
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Se da un lato Internet pone i presupposti per rinnovate forme di costruzione del sapere
basate sullinterazione collaborativa e sul networking, dallaltro evidente come esso
produca una sorta di diluvio informazionale (per usare unespressione di Levy),
sottoponendo il soggetto a rischi crescenti di dispersivit e ingannevolezza. In
conseguenza di ci, anche il problema dellaffidabilit dellinformazione comincia a
diventare un tema epistemologico ed educativo di cruciale importanza: nella societ
tradizionale erano le istituzioni educative a selezionare le conoscenze da acquisire,
facendosi garanti della loro affidabilit e rilevanza; in quella dellinformazione, invece,
il soggetto lasciato a s stesso dinanzi a uno sterminato magma informazionale.
Occorre allora fornirgli strumenti critico-culturali necessari per metterlo in condizioni
di distinguere ci che valido e pertinente da ci che, intenzionalmente o meno,
risulta fallace o comunque fuorviante: il tema della web deception nelle sue complesse
forme (Web of deception, 2002) diventa sempre pi centrale nelle politiche di media
education e di digital competence.
In questo quadro si inserisce il caso emblematico delle-learning, in cui possiamo
ritrovare gran parte delle problematiche sinora accennate.
Educazione: educazione a distanza
Tra comunicazione ed educazione c sempre stata una stretta interdipendenza dal
momento che latto educativo un atto relazionale e comunicativo che si svolge tra
soggetti che operano nello spazio e nel tempo e qualsiasi mutamento nella struttura
spazio-temporale della comunicazione comporta un mutamento nelle modalit di
esercizio educativo. La storia stessa garante del fatto che le innovazioni tecniche
nella sfera della comunicazione hanno spesso avuto una ricaduta su quella
delleducazione, vuoi sulle modalit didattiche, vuoi sul versante delle implicazioni
cognitive; si pensi, per es., a come la stampa abbia condizionato le forme
dellistruzione e le concrete pratiche di studio.
La condivisione spazio-temporale tra educatore e allievo ha rappresentato un
riferimento costante nelleducazione e fa ancora parte del sentire comune ritenere che
questa, nel senso vero del termine, si debba svolgere attraverso una compresenza
fisica anche se, dallaffermarsi della scrittura, la storia della comunicazione ha
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mostrato come siano possibili dialoghi educativi a distanza (si pensi agli epistolari
scritti a scopo di educazione-istruzione come le lettere di Platone a Dionigi di Siracusa
o quelle di s. Paolo rivolte alle comunit cristiane).
La consapevolezza vera e propria dellesistenza di uneducazione a distanza come
ambito a s stante delleducazione emerge solo dagli anni Ottanta, quando decade
anche lespressione sino ad allora prevalente di educazione per corrispondenza.
per negli anni Novanta che leducazione a distanza registra un incremento
esponenziale, trovando uno straordinario alleato in Internet, sia dal punto di vista delle
applicazioni concrete nelle organizzazioni sia coniugandosi alle speculazioni teoriche
sulla natura della conoscenza e della formazione. La diffusione delle reti telematiche
sollecita un ripensamento sui modelli stessi dellautoformazione e della formazione a
distanza, tendendo progressivamente a ricollocarli allinterno di una concezione
negoziale, cooperativa e pluricentrica dellapprendimento che n il libro, n le altre
forme tradizionali distruzione a distanza possono consentire. In questi anni emerge
un ambito di riflessione teorica sulla formazione in rete, indicato con varie espressioni
(on-line education, on-line learning, e-learning, computer mediated distance learning,
web based learning), sino al prevalere indiscusso del termine e-learning.
La crescente penetrazione delleducazione a distanza procede in parallelo, oltre che
con la diffusione di Internet stesso, con laffermarsi di un quadro concettuale e
normativo. Il tema della conoscenza, intesa come uno dei valori pi rilevanti della
societ in cui viviamo, gi introdotto dagli apporti teorici di autori come Peter Drucker,
Peter Senge, Ikujiro Nonaka, ripreso con i libri bianchi nel corso degli anni Novanta, e
la riflessione su come produrla, conservarla, trasferirla, acquisirla, sono al centro delle
politiche dellUnione Europea che, a partire dal Consiglio di Lisbona del 2000, si
propone lambizioso obiettivo di rendere lEuropa del 2010 la pi competitiva e
dinamica economia basata sulla conoscenza.
Una societ della conoscenza si deve confrontare con bisogni conoscitivi articolati e
crescenti. Il problema investe in particolare i sistemi per lalta formazione
(universitaria e postuniversitaria) sottoposti negli ultimi trentanni a una profonda
trasformazione che ha visto unutenza limitata, con studenti della stessa et, dello
stesso retroterra culturale, frequentante a tempo pieno, essere gradualmente
sostituita da unutenza di massa, formata da studenti di tutte le et, di diversa
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strutturati, verso modelli che pongono al centro un soggetto pi attivo che partecipa
alla costruzione del suo percorso didattico, con unaccentuazione verso
lapprendimento collaborativo in modalit pi o meno informali.
Diffusione delle-learning in Italia
A partire dal 21 sec. anche nel nostro Paese si sviluppato un vasto interesse verso
le-learning e le opportunit da esso fornite, con unampia casistica di volumi
pubblicati a cui si aggiungono convegni, eventi espositivi, nascita di associazioni,
newsletters e cos via.
Alcuni momenti significativi hanno accompagnato e favorito la diffusione dellelearning e delle tecnologie in questo periodo. Nel 2002, per es., il Ministero per
lInnovazione e le Tecnologie intervenuto con un decreto per favorire lutilizzo del
software a codice aperto (open source) nella pubblica amministrazione. Nel 2003, il
Ministero della Salute ha accreditato i providers per la formazione a distanza con lo
scopo di potenziarne limpiego per i professionisti della Sanit.
Il mondo universitario che sino ad allora, tranne specifiche iniziative come il Consorzio
Nettuno, aveva trascurato leducazione a distanza, comincia a essere coinvolto in
esperienze di e-learning. Nel 2003 viene varato il decreto sulle universit telematiche,
noto come legge Moratti-Stanca, su cui si acceso sin dallinizio un vivace dibattito:
tra le critiche principali quelle di rappresentare un volano per favorire una
proliferazione incontrollata di pseudoatenei, di separare linsegnamento dalla ricerca,
di subordinare il concetto di qualit al rispetto di standard di tipo strettamente
tecnologico, anche se viene riconosciuto a questa iniziativa il merito di aver
sottolineato le potenzialit connesse allimpiego della rete come soluzione rilevante
per la formazione universitaria e postuniversitaria del futuro.
Nel 2004, per favorire laccesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici, viene
approvata una legge che sancisce il diritto di ciascun individuo a usufruire di tutte le
fonti informative nellambito della pubblica amministrazione, frutto di una sensibilit
che da alcuni anni andata crescendo anche sulla scia delle azioni sostenute a livello
internazionale da organismi come il W3C (World Wide Web Consortium) impegnati a
favore del diritto allaccessibilit universale.
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Accanto alle azioni legislative, vasto stato in questi anni il movimento culturale di
supporto da parte di commissioni, gruppi di studio, associazioni, sotto forma di
produzione di linee guida, definizione di profili professionali, costituzione di
osservatori, associazioni culturali; si pensi, solo per fare qualche esempio, alle linee
guida per le-learning nella pubblica amministrazione prodotte nel 2004 dal CNIPA
(Centro Nazionale per lInformatica nella Pubblica Amministrazione), ai lavori del
CEPAS, Certificazione delle professionalit e della formazione, e AIF (Associazione
Italiana Formatori) intorno alle figure professionali delle-learning, alle numerose
iniziative culturali della SIe-L (Societ Italiana di e-Learning) o agli atti prodotti dal
gruppo di lavoro ministeriale per lapprendimento permanente attivo nel corso del
2007.
Un primo bilancio critico
Mentre nel primo quinquennio del nuovo secolo in Italia, cos come in tutto il mondo
occidentale, le-learning riceve unenfasi crescente, penetrando nel linguaggio
quotidiano e allinterno di scuola, universit, pubblica amministrazione e imprese, nel
secondo quinquennio comincia a emergere lesigenza di una valutazione critica: ci si
chiede se le aspettative che le-learning ha sollevato siano davvero realistiche. Prende
corpo la consapevolezza di alcuni errori e si inizia a spostare lattenzione su criticit e
aspetti che prima erano stati trascurati.
Come gi accennato, nei primi anni prevale unidentificazione delle-learning come
riproduzione sulla rete della didattica in aula, assumendo come riferimento il modello
lezione; da qui la rilevanza del modello espositivo del tipo videoconferenza (in
sincrono) o trasmissione di contenuti predisposti. Grande enfasi ha avuto la
produzione dei learning objects, ossia di prodotti didattici autosufficienti, riconoscibili
attraverso metadati, capitalizzabili, riusabili in contesti diversi, assemblabili in moduli
e percorsi didattici individualizzabili; in breve, ha predominato una visione
ingegneristica delleducazione, orientata a soddisfare gli standard tecnologici che
consentono di garantire la trasferibilit dei materiali tra le diverse piattaforme e la loro
integrabilit, ripercorrendo un tragitto non molto dissimile da quanto accaduto in
passato. Altre volte, infatti, nella storia delle tecnologie educative si pensi
allistruzione programmata o allintelligenza artificiale si ritenuto di ridurre i
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Ben presto cominciano a diffondersi le soluzioni open anche per le-learning. Come
noto il mondo open (open source, open access) fautore di una politica
emancipatoria, in contrasto con gli interessi commerciali che predominano nella rete:
per la prima volta Internet offrirebbe la possibilit di realizzare quello che stato un
antico sogno dellumanit, la pansofia, un accesso gratuito, libero al sapere per tutti.
La diffusione della filosofia e delle applicazioni del mondo open, a cui si lega letica del
diritto alla conoscenza universale, rappresenta uno dei fenomeni culturali pi rilevanti
di questi anni anche se, per ci che riguarda le implicazioni pratiche, il fenomeno ha
maggiore impatto in ambiente anglofono data la prevalenza nel mondo di Internet
della lingua inglese.
Gli effetti del movimento open source si sono fatti sentire anche sullo sviluppo di
piattaforme come Moodle, Atutor, Docebo, per citare alcuni degli esempi pi noti,
intorno a cui si sono ben presto aggregate comunit composte da centinaia di
sviluppatori e migliaia di utilizzatori diffusi in tutto il mondo e che hanno, di fatto,
inferto un duro colpo alle politiche dei produttori commerciali, mostrando altres la
velleit delle numerose esperienze proprie dei primi anni, di piattaforme private create
a scopi commerciali. Pi recentemente il movimento open si esteso ai contenuti con
lidea di dar vita a biblioteche universali, frutto dellintegrazione di pi contributi.
Mentre prende sviluppo la nota Wikipedia, un forte stimolo viene dalla svolta avviata
dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) che ha deciso di rendere accessibili
via rete i propri corsi. Sotto limpulso di queste iniziative pilota stanno ormai
emergendo centinaia di archivi di risorse educative digitali aperte, prodotte da diverse
universit e organizzazioni che raccolgono corsi e altri materiali informativi e didattici
rendendoli di pubblico accesso.
Ulteriori riflessioni emergono sul versante socioculturale: il 90% della popolazione
connessa riguarda solo il 10% della popolazione mondiale, il resto vive ai margini
delluniverso elettronico delle reti. Anzi, la condizione umana si viene ancor pi
polarizzando: a unlite che vive svincolata da limiti spaziali si contrappone una
maggioranza che non riesce ad accedere ai servizi essenziali per la stessa
sopravvivenza; alle vaste e multiformi comunit extraterritoriali che si generano nel
cyberspazio fanno riscontro le folte moltitudini reali della non appartenenza. Il divario
digitale (digital divide) non mostra dunque di venir superato negli anni, lo stesso elearning non riesce ad andare oltre una certa soglia, anche se sono in corso tentativi di
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Nei primi anni del nuovo secolo le-learning comincia a esercitare un impatto
crescente anche nelle istituzioni relative alla formazione adulta (universit, formazione
post lauream, formazione professionale e aziendale). In questo periodo oltre il 90%
delle universit americane eroga attivit educative a distanza o in modalit singola
(solo distance education) o duale (corsi a distanza accanto a quelli tradizionali).
Nellunica indagine sistematica esistente per il nostro Paese, attuata dalla CRUI
(Conferenza dei Rettori delle Universit Italiane) allinterno del progetto ELUE (ELearning and University Education), il 64% delle 59 universit interpellate (il 75% del
totale) dichiara che presente una politica universitaria sulle-learning, ma da una
valutazione analitica delle esperienze risulta che il processo di diffusione delle nuove
metodologie didattiche che ricorrono alluso di ICT sta prendendo piede in massima
parte attraverso processi di tipo bottom up che danno vita allinterno delle universit
ad una pluralit di esperienze spesso scaturite dalla spinta innovatrice di singoli
docenti (CRUI, ELUE 2006, p. 138).
Negli ultimi anni le universit sembrano voler incorporare la distanza nei corsi ordinari
con uno spostamento di accento a favore di ununica modalit in cui distanza e
presenza si intersecano; in pratica la maggior parte degli interventi formativi, a partire
dal livello universitario, si caratterizza ormai per una particolare integrazione di
didattica in presenza e didattica on-line, la cosiddetta modalit combinata o blended; il
particolare dosaggio dipende da vari fattori, ma ormai tutte le istituzioni sono
sottoposte a questo processo di riconfigurazione.
Non ancora chiaro se allinterno delle istituzioni universitarie la presenza sempre pi
diffusa delle-learning si accompagner nei prossimi anni anche a un pi generale
ripensamento sulla natura e finalit della universit stessa, se in qualche modo ci
comporter soluzioni organizzative in grado di incorporare pi profondamente i nuovi
modelli di produzione collaborativa del sapere propri di una societ globalizzata o di
accogliere la sfida della formazione continua, aprendosi a dimensioni a essa
tradizionalmente estranee quale quella rappresentata dagli apprendimenti informali.
Un processo in fieri
Il senso della complessit dellapprendimento e della profondit dei processi che ne
stanno alla base un dato caratteristico e cruciale del nostro tempo; le dinamiche a
esso sottese appaiono pi profonde e imprevedibili rispetto a come apparivano nelle
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