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UNIVERSITA’ degli studi di Messina

Facoltà di Filosofia
Corso di Laurea in
Filosofia e Scienze Umane L – 5

“Filosofia 3.0: essere umani nell’era IA”

Tesina:
Sabrina Cosentino
Matricola
n. 489176

Anno accademico 2022/2023


Sommario
Introduzione....................................................................................................................................................3
1. Il progresso nel corso dei secoli e i comportamenti morali ed etici.................................................3
2. L’etica e la filosofia: due validi strumenti a sostegno della governance tecnologica visto come bene
sociale..........................................................................................................................................................4
3. IA: velocizza l’acquisizione di concetti semplificando la vita o impedisce i processi cognitivi e di
relazione nel mondo reale?.........................................................................................................................5
Conclusione.....................................................................................................................................................7
Bibliografia...................................................................................................................................................10
Sitografia.......................................................................................................................................................11
Introduzione

La storia dell'umanità ci ha mostrato che le grandi scoperte scientifiche e l'avanzamento


tecnologico spesso generano una sensazione di inevitabilità, una convinzione che nulla rimarrà
come prima e un certo timore per il cambiamento imminente. Non sorprende quindi che si parli
spesso di "rivoluzione" per descrivere tali eventi, come la rivoluzione scientifica, industriale e, più
di recente, digitale.

1. Il progresso nel corso dei secoli e i comportamenti morali ed etici.

Mentre il mondo antico mostrava spesso una certa ostilità o avversione all'innovazione, la
storia delle idee ci insegna che il progresso - sia nella conoscenza, ovvero nell'ampliamento delle
conoscenze, sia nel sociale ed etico, riguardante l'organizzazione della società e i comportamenti
morali - è stato ampiamente riconosciuto e celebrato nel corso dei secoli. In effetti, il progresso ha
assunto una dimensione programmatica nell'Illuminismo, come evidenziato dalla celebre risposta di
Immanuel Kant alla domanda "Che cos'è l'Illuminismo?" nel 1784: "È quando l'uomo esce dallo
stato di minorità che egli stesso ha causato [...]. Sapere aude! Abbi il coraggio di usare la tua propria
ragione! Questo è il motto dell'Illuminismo"1.

La varietà di visioni riguardo al progresso è stata presente fino ai nostri giorni, in particolare
con i grandi cambiamenti dell'era digitale che vengono talvolta accolti come notevoli successi,
mentre altre volte sono denunciati come la fine del dominio umano sul mondo e l'inizio dell'era
delle macchine.

Per comprendere appieno le intelligenze artificiali e il valore dei dati, considerati da molti
come la risorsa più importante del futuro immediato, è necessario guardare alla storia dell'umanità a
lungo termine. Infatti, tali tecnologie sono in grado di modificare gli equilibri di potere a livello
globale e di rivoluzionare la distribuzione della ricchezza.

Avere la consapevole riflessione su tematiche di attualità come questa in oggetto, spinge i


soggetti con competenze intellettuali adeguate a integrare le informazioni di vario tipo per aprirsi ad
un approccio razionale alle trasformazioni e alle sfide sociali. Si tratta di una crescita filosofica,
1
Kant I., Foucault M. & Habermas J., “Che cos’è l’Illuminismo”, a cura di Curi U., Mimesis piccola biblioteca
economica, manageriale, politica e giuridica poiché l’interdisciplinarità e la complessità del mondo
sono in costante aumento. Pertanto, diventa indispensabile istaurare relazioni in cui sussiste
l’interazione e l’integrazione reciproca oltre che complementare.

La potenzialità tecnologica ed il predominio dell’intelligenza artificiale (I.A.) preoccupano


in merito al ruolo degli uomini e agli squilibri sociali che potrebbero contrastare il valore
dell’umanità.

Purtroppo o per fortuna, si è già nell’Era digitale in cui il quotidiano di ogni individuo è
affidato all’uso di dispositivi tecnologici; ma disconosciamo dove, come e da chi sono conservati i
nostri dati o le nostre informazioni e soprattutto non sappiamo con precisione l’uso che ne viene
fatto e con quale scopo. Questo eleva la diffidenza verso gli avanzamenti tecnologici che solo lo
sviluppo scientifico potrebbe contenere mediante al sapere umano nei vari ambiti, in modo da
fondare le paure sull’uso distorto della tecnologia. Controllare lo sviluppo tecnologico, con
ragionevole ottimismo al domani, potrebbe indirizzare il progresso tecnologico verso una
dimensione sociale autenticata. Questo poiché la IA è una tecnologia che presenta la peculiarità di
essere una novella ed efficace forma di agire, ma non è intelligente visto che si tratta pur sempre di
un sistema digitale a cui vengono inviati dati e informazioni. Occorre però dire che l’avanzamento
tecnologico induce la suddivisione tra capacità di resolving problem e la necessità di possedere
l’intelligenza per farlo.

2. L’etica e la filosofia: due validi strumenti a sostegno della governance tecnologica visto
come bene sociale.

Pertanto, l’etica e la filosofia devono fungere da validi strumenti atti a sostenere la


governance tecnologica per direzionare e modellare la via eticamente più adeguata e sostenibile per
produrre il bene sociale.

La prima questione da trattare è la comunicazione. Le modalità di scambio comunicativo


attuali sono notevolmente diverse rispetto a quelle di qualche decennio fa, un cambiamento radicale
che viene discusso in letteratura psico-pedagogica, neuro-scientifica e sociologica. Invece di
approfondire tale trasformazione e le sue implicazioni future, ci si concentra sulle caratteristiche del
nuovo paradigma, considerate positive da alcuni e rischiose da altri. Solo le generazioni di
"immigrati digitali" hanno memoria del passato e percepiscono il cambiamento in corso, mentre i
"nativi digitali" lo considerano normale e naturale 2. Tuttavia, i media non sono solo strumenti di
comunicazione e informazione, ma dispositivi filosofici che plasmano l'ambiente di vita delle
persone e influenzano il loro agire sociale, universi culturali e il modo in cui si relazionano alla
realtà, a sé stessi e agli altri.

I media sono risorse simboliche che pongono nuove questioni sul tempo e lo spazio
relazionale in cui avvengono gli atti comunicativi, con una forte enfasi sulla velocità e la
frammentarietà del processo e sulla virtualità degli spazi in cui si svolgono. Questi spazi virtuali
sono limitati ma al tempo stesso aumentati dalla potenzialità immersivi del virtuale, che consente di
dilatare i limiti fisici del soggetto attraverso lo sguardo e le dita 3.

La velocità può essere considerata un valore importante in molte situazioni, come ad


esempio, in alcuni contesti professionali, la velocità nell'acquisizione e nello scambio di
informazioni può anche essere utile per ridurre i costi cognitivi e migliorare l'efficacia; mentre in
altre aree della vita e del lavoro, la lentezza può essere necessaria poiché consente di riflettere e di
esplorare in profondità, è importante per le decisioni che richiedono attenzione, attesa e pazienza
nel considerare tutti gli elementi.

3. IA: velocizza l’acquisizione di concetti semplificando la vita o impedisce i processi


cognitivi e di relazione nel mondo reale?

Maryanne Wolf ha evidenziato come l'immersione quotidiana in esperienze digitali possa


impedire la formazione di processi cognitivi più lenti, come il pensiero critico, l'immaginazione e
l'empatia, che sono tutti elementi fondamentali della lettura profonda 4.

Secondo Maryanne Wolf, gli studi sull'apprendimento della lettura dimostrano che la sua
capacità di adattarsi dipende dal mezzo attraverso cui si legge e dal metodo d'istruzione 5. Tuttavia,
l'esperienza del tempo frammentato e la cultura dell'immediato, tipica di internet, hanno portato
molti a evitare la lettura di testi complessi e a preferire la brevità dei messaggi online 6. Allo stesso
tempo, l'uso massiccio dello spazio virtuale ha portato a una riduzione delle interazioni fisiche e alla
sostituzione delle relazioni personali con quelle online. Per molti giovani, le chat e i giochi online
2
Cappello G. 2013, “Analisi Critica Vs. Produzione Creativa. Le Nuove Sfide Della Media Education nell’Era Digitale”, in
Form@re, 70, pp. 37-44
3
Marzano A., Vegliante R., Iannotta I.S. 2015, “Apprendimento Digitale e Processi Cognitivi: Problemi Aperti e
Riflessioni da Ri-Avviare”, in Form@re, 2, pp. 19-34
4
Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e Pensiero, Milano, pag. 15.
5
Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e Pensiero, Milano, pag. 24.
6
Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e Pensiero, Milano, pag. 71-72.
rappresentano luoghi di incontro e di amicizia, ma questo può portare alla mancanza di contatto
fisico e di esperienze condivise nella vita reale. In generale, l'uso massiccio delle tecnologie digitali
può portare ad una cultura del potenziamento tecnologico, che va integrata con l'esperienza umana 7.

Il problema non è la presenza di nuove modalità di relazione, ma la loro tendenza


all’esclusività d’uso. Accettare i limiti naturali dell’essere umano sono una condizione antropica e la
loro accettazione è necessaria per una relazione autentica con gli altri. Invece, spesso si tende a
dominare la realtà con l’uso inappropriato della tecnologia8.

Inoltre, le tecnologie non presentano la capacità di comprensione altrui e ciò potrebbe


compromettere l’adattabilità a strategie o comunque potrebbero insorgere equivoci. Per cui,
l’accettazione dei limiti umani mantiene la relazione umana e l’intimità con gli altri 9.

L'uso eccessivo dei dispositivi digitali può interferire con la scoperta e la formazione
dell'identità e dell'interiorità, con le relazioni, gli aspetti comunicativi e la trascendenza; poiché
ostacolano la comunicazione interiore, il dialogo di sé con sé, che richiede un impegno cognitivo ed
emotivo elevato. Questo impedisce la chiusura degli occhi del corpo per aprire quelli del cuore e
accedere alla dimensione trascendente del vedere, che consente di percepirsi come un tutto e di
percepire l'altro e la realtà come un'interconnessione complessa di elementi 10. Il dialogo intimo è un
modo per indagare e conoscere la realtà e distinguere le azioni che umanizzano da quelle che
sviliscono l'umanità. Questo richiede l'esperienza del tempo come continuità e la distensione
dell'interiorità, che permette di raccogliersi e raccogliere in unità lo dispersione dei propri atti 11. Nel
fare ciò, si coglie l'esclusività del proprio io e il fatto di essere una parola pronunciata una volta sola
e una volta per tutte. Questa esperienza consente di recuperare il nucleo essenziale della propria
identità, indipendentemente dalle funzioni che si svolgono e dalle manchevolezze che si hanno.
Tuttavia, l'uso eccessivo dei dispositivi digitali può emarginare questi fattori protettivi e rendere
l'esperienza di autoconoscenza, autoconsapevolezza e auto-accettazione più difficile.

La tecnologia ci offre strumenti che utilizzano un linguaggio diverso e pervasivo, con


un'identità digitale che può essere plurivoca, polisemica, manipolabile e potenziabile, senza
necessariamente aderire all'identità reale. Questa identità può essere rappresentata come una serie di
maschere che possono sviluppare fisionomie varie per usi diversi, disperdendo l'unitarietà dell'io
7
Prensky M. 2010, “H. Sapiens Digitale: Dagli Immigrati Digitali e Nativi Digitali alla Saggezza Digitale”, in TDTecnologie
Didattiche, 50, pp. 17-24.
8
Prensky M. 2010, “H. Sapiens Digitale: Dagli Immigrati Digitali e Nativi Digitali alla Saggezza Digitale”, in TDTecnologie
Didattiche, 50, pp. 20
9
Prensky M. 2010, “H. Sapiens Digitale: Dagli Immigrati Digitali e Nativi Digitali alla Saggezza Digitale”, in TDTecnologie
Didattiche, 50, pp. 21-22
10
Platone 1994, Tutti gli scritti, Rusconi, Milano, pag. 1235-1237
11
Agostino 1982, Confessioni, Città Nuova, Roma, pag. 11. 28.
reale. Questo fenomeno è particolarmente pericoloso per gli adolescenti, poiché la convivenza con i
limiti e l'intelligenza necessaria per farlo sembrano compromessi.

Inoltre, l'intreccio tra lettura confusa dell'identità e distorsione comunicativa è significativo.


Manifestare sé stessi in modo adeguato è sempre un impegno delicato e complesso, ma diventa
ancora più rischioso a causa della dominanza degli aspetti funzionali, processuali e dell'esposizione
costante dell'io che i media digitali favoriscono. Identificarsi con le proprie azioni e dipendere
dall'approvazione degli altri può assorbire le energie intellettuali ed emotive fino a condurre alla
solitudine e allo smarrimento.

L'autoreferenzialità esistenziale può diventare un impedimento serio alla vita relazionale


autentica, generativa di benessere per sé e per gli altri. Questa tendenza può essere una ricaduta
della distorsione delle categorie interiore-esteriore che può essere causata dall'uso eccessivo della
tecnologia. L'interiorità chiusa alla trascendenza della relazione con la verità può diventare
autosufficienza, mentre l'esteriorità priva di ancoraggio nell'intimità può diventare pubblicizzazione
indifferenziata del sé, esponendolo all'utilizzo e alla dipendenza dal consenso.

Infine, la mediazione esclusiva dei dispositivi digitali può inaridire i riti che sostanziano le
relazioni, in particolare l'amicizia. Creare legami richiede azioni che coinvolgono interamente la
persona e richiedono la mediazione del corpo, il tempo prolungato dell'attesa e della pazienza, e il
luogo fisico e simbolico di un incontro reale 12. La perdita di empatia nei giovani può essere
ricondotta al declino dei rapporti faccia a faccia e alla distanza che il modo di utilizzare la
tecnologia mette tra le persone13.

Conclusione

In un mondo in cui l'educazione filosofica degli adolescenti e dei giovani è oggetto di


dibattito, è importante sottolineare che la filosofia può offrire un contributo formativo significativo.
Tuttavia, la questione riguarda non solo se insegnare la filosofia sia possibile, ma anche come farlo
in modo efficace14. Alcuni sostengono che la filosofia debba essere trasformata in pratiche di

12
Saint-Exupéry A. 1998, Il Piccolo Principe, Bompiani, Milano, pag. 91-98.
13
Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e Pensiero, Milano, pag. 46-52
14
MIUR, Orientamenti per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza, ottobre 2017: https://
www.philolympia.org/pdf/2018/documento-orientamenti.pdf
pensiero, mentre altri rifiutano l'idea di adattarla allo scenario comunicativo attuale. Personalmente,
ritengo che la situazione attuale sia un'opportunità per ripensare a ciò che costituisce veramente
l'esperienza del filosofare, soprattutto per coloro che hanno fatto della filosofia la loro professione e
il loro approccio personale alla vita. In questo modo, possiamo trovare nuovi modi di comunicare e
insegnare la filosofia che siano più adatti alle esigenze e agli interessi dei nostri studenti, senza
perdere di vista il valore unico dell'esperienza filosofica.

L'uso indiscriminato e irrazionale della tecnologia, in particolare dei media digitali, espone
tutti a forme di sottrazione o manipolazione dell'identità personale. Tuttavia, tale esposizione al
rischio è ancora più elevata per gli adolescenti, che stanno attraversando una fase di ridefinizione e
formazione dell'identità. A mio avviso, il sapere filosofico, grazie alle sue caratteristiche distintive,
può rappresentare un valido supporto per l'educazione dei giovani. Tuttavia, per farlo, è necessario
riconoscere e riaffermare il valore della filosofia nel contesto scolastico e accademico, mantenendo
al tempo stesso la sua legittimità epistemologica15.

L'esperienza delle domande filosofiche, attraverso l'incontro con testi e autori, ma anche
mediante l'approccio problematizzante alle situazioni della vita, apre le menti alle questioni che
interessano l'intelligenza e il cuore umani, alle verità essenziali che ogni esistenza si nutre o con cui
deve confrontarsi. Tale esperienza richiede l'esercizio delle capacità cognitive e strategiche,
promuovendo la formazione e lo sviluppo, e insieme attivando processi che sviluppano e tutelano la
libertà e l'autonomia del pensiero.

Fare esperienza autentica del filosofare non significa accettare passivamente ciò che hanno
detto i grandi filosofi del passato, ma implica prendere coscienza delle questioni con cui si sono
confrontati e decidere quale posizione assumere rispetto ad esse 16. Ciò richiede riflessione,
consapevolezza, valutazione e iniziativa, aspetti che contribuiscono a formare la libertà e la
responsabilità del pensiero17.

Tale lavoro mentale coinvolge la dimensione psico-emotiva della persona e richiede lettura
profonda, riflessività e pazienza cognitiva, elementi che distinguono ancora l'uomo dalla macchina.
Questo costituisce un valido equilibrio per i processi stimolati e richiesti dai dispositivi digitali.
Pertanto, è importante proteggere uno spazio di cura dell'interiorità in cui dedicare tempo a
preservare l'essenza di ciò che siamo, un'arte dell'esistere per far fiorire l'esserci, una necessità
ontologica che include una necessità vitale.

15
Modugno A. 2018, Pensare Criticamente. Verità e Competenze Argomentative, Carocci, Roma, pag. 102-110.
16
Dummett M. 2001, La Natura e il Futuro della Filosofia, Il Melangolo, Genova, pag. 38
17
Mortari L. 2017, La Sapienza del Cuore. Pensare le Emozioni, Sentire i Pensieri, Raffaello Cortina, Milano, pag. 58-67
La filosofia, attraverso i secoli, ha sviluppato un'ampia gamma di concetti che aiutano a
comprendere l'essere umano. In particolare, durante l'adolescenza, due fattori costitutivi dell'essere
umano, il desiderio di integrità e la consapevolezza della propria incompletezza, sono
particolarmente importanti. La filosofia è un'opportunità insostituibile per la formazione della
persona nel presente e nel futuro, poiché aiuta a cercare sé stessi e a definirsi come individui unici.
Inoltre, l'esperienza filosofica è anche un'opportunità per sviluppare la dimensione riflessiva, critica
e argomentativa del pensiero, che mobilita specifiche energie cognitive e affettive. Pensare
filosoficamente richiede di tenere insieme questioni e processi, contenuti e competenze,
contribuendo a forgiare non solo le convinzioni, ma anche le modalità operative con cui la mente
entra in rapporto con il mondo.

Credo che la saggezza digitale richiesta dal mondo odierno non consista nella quantità di
informazioni raggiungibili o nella disponibilità infinita delle tecnologie, ma piuttosto nel
discernimento delle ragioni, dei modi e dei tempi del loro utilizzo. Per questo, è importante educare
l'esercizio del pensiero non necessariamente veloce, ma che richiede focalizzazione e capacità di
porre in relazione diversi elementi per cogliere l'interezza della realtà.

Pensare filosoficamente richiede di assumere uno sguardo contemplativo e di porre in atto


una disposizione all'interezza delle diverse realtà, di ricercare i principi e di mantenere la tensione al
fine. Porre domande filosofiche significa sviluppare opportunità alternative a quelle offerte dalle
tecnologie digitali, richiedendo e supportando abilità e competenze utili per programmare e
apprendere discipline scientifiche e tecnologiche. Al contrario, l'ascolto, il dialogo e l'analisi di un
testo richiedono e promuovono la focalizzazione, il coinvolgimento attivo e la necessità di mettersi
in gioco, sperimentando mancanza, incertezza e complessità, fattori che fanno parte integrante della
condizione umana.
Bibliografia

Agostino 1982, Confessioni, Città Nuova, Roma, pag. 11. 28.

Cappello G. 2013, “Analisi Critica Vs. Produzione Creativa. Le Nuove Sfide Della Media
Education nell’Era Digitale”, in Form@re, 70, pp. 37-44

Dummett M. 2001, La Natura e il Futuro della Filosofia, Il Melangolo, Genova, pag. 38

Marzano A., Vegliante R., Iannotta I.S. 2015, “Apprendimento Digitale e Processi
Cognitivi: Problemi Aperti e Riflessioni da Ri-Avviare”, in Form@re, 2, pp. 19-34

Modugno A. 2018, Pensare Criticamente. Verità e Competenze Argomentative, Carocci,


Roma, pag. 102-110.

Mortari L. 2017, La Sapienza del Cuore. Pensare le Emozioni, Sentire i Pensieri, Raffaello
Cortina, Milano, pag. 58-67

Platone 1994, Tutti gli scritti, Rusconi, Milano, pag. 1235-1237

Prensky M. 2010, “H. Sapiens Digitale: Dagli Immigrati Digitali e Nativi Digitali alla
Saggezza Digitale”, in TDTecnologie Didattiche, 50, pp. 17-24.

Prensky M. 2010, “H. Sapiens Digitale: Dagli Immigrati Digitali e Nativi Digitali alla
Saggezza Digitale”, in TDTecnologie Didattiche, 50, pp. 20

Prensky M. 2010, “H. Sapiens Digitale: Dagli Immigrati Digitali e Nativi Digitali alla
Saggezza Digitale”, in TDTecnologie Didattiche, 50, pp. 21-22

Saint-Exupéry A. 1998, Il Piccolo Principe, Bompiani, Milano, pag. 91-98.

Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e
Pensiero, Milano, pag. 15.

Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e
Pensiero, Milano, pag. 24.

Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e
Pensiero, Milano, pag. 46-52
Wolf M. 2018, Lettore, Vieni A Casa. Il Cervello che Legge in un Mondo Digitale, Vita e
Pensiero, Milano, pag. 71-72.

Kant I., Foucault M. & Habermas J., “Che cos’è l’Illuminismo”, a cura di Curi U., Mimesis
piccola biblioteca

Sitografia

MIUR, Orientamenti per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza,
ottobre 2017: https:// www.philolympia.org/pdf/2018/documento-orientamenti.pdf

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