Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il Dottore Ubertoso:
Mastri e la dimensione letteraria
dei discorsi filosofici
1. «Vis verborum»
“Rem in seipsa cernere”. Saggi sul pensiero filosofico di Bartolomeo Mastri (1602-1673). Atti del Convegno di studi
sul pensiero filosofico di Bartolomeo Mastri da Meldola (1602-1673), Meldola - Bertinoro, 20-22 settembre 2002,
ed. by M. Forlivesi, (Subsidia mediaevalia Patavina, 8), Padova: Il Poligrafo, 2006. – ISBN 88-7115-534-3
166 Matteo Veronesi
1. Per la definizione e lo studio del discorso filosofico come genere (ma sa-
rebbe meglio dire come insieme di sottogeneri, senza ovviamente conferire a
questo termine alcuna valenza riduttiva) della letteratura, si possono vedere Il
paesaggio dell’estetica. Teorie e percorsi, seconda sezione, Trauben, Torino 1997
(in particolare gli scritti di Carlo Gentili e Annamaria Contini), La filosofia co-
me genere letterario, a cura di C. Gentili, Pendragon, Bologna 2001 e lo studio,
a mio avviso illuminante, di F. COSTA, Struttura e genesi dell’enunciato filosofico,
ETS, Pisa 1996, che coglie sapientemente, da Platone a Kant, da Hegel ad Hei-
degger, il modo in cui la dinamica, o viceversa la staticità, del pensiero si riflet-
tono, a livello argomentativo e stilistico, sulle scritture dei filosofi.
La dimensione letteraria dei discorsi filosofici 167
2. A proposito di questa visio Dei che, non potendo avvenire mediante spe-
cie expressa, et verbo inter obiectum, et intellectum, trascende, alla maniera dei
mistici, il linguaggio mortale ed è prerogativa dei soli beati, si veda MASTRIUS,
In I Sent., disp. 6 De visione beata, in particolare la quæstio nona.
3. M. CANUS, Comm. Schol., I, 7.
4. L. VALLA, Retractatio, I, 9.
5. H.U. VON BALTHASAR, Nello spazio della metafisica: l’epoca moderna, Ja-
ca Book, Milano 1978, p. 34.
168 Matteo Veronesi
2. «Omnigena eruditio»
24. Fr. REDI, Esperienze sulla generazione degli insetti, in Scienziati del Sei-
cento, a cura di M.L. Altieri Biagi e B. Basile, Ricciardi, Milano – Napoli 1980,
pp. 591-592.
25. Farò riferimento a MASTRIUS – BELLUTUS, In De cœlo, disp. 2, q. 2, a. 3.
La dimensione letteraria dei discorsi filosofici 177
42. S. PALLAVICINO, Trattato dello stile e del dialogo, in Trattatisti... cit., p. 213.
43. MASTRIUS, In Met., disp. 6, q. 7, a. 2.
La dimensione letteraria dei discorsi filosofici 185
44
te” che Mastri affonda «nelle pieghe più segrete degli enti». È
proprio attraverso il variopinto riflettersi delle immagini còlte da
questo sguardo sul tessuto stilistico della pagina che la ubertas
mastriana trova il proprio fondamento ontologico.
Vi è un altro aspetto della teoria delle distinzioni che sortisce
esiti stilistici di un qualche rilievo. In un altro passo dello In
Met., Mastri, per chiarire la natura della ratio ratiocinata (insita
nell’immanenza materiale e fenomenica degli oggetti, già presen-
te, o almeno inchoata, in essi, ante opus intellectus), ricorre al-
l’efficace similitudine, variamente articolata e sviluppata nei suoi
dettagli, del Sole, e degli effetti che le sue virtutes (luce, calore)
45
sortiscono nella materia. Qui, la scrittura mastriana, pur senza
nulla perdere della sua precisione astrattiva e definitoria e del
suo ostinato rigore argomentativo, tocca la superficie multiforme
e cangiante dei fenomeni con una versatilità e una duttilità che
possono trovare riscontro nella coeva prosa scientifica di un Redi
o di un Magalotti – fermo restando, ovviamente, che il metodo
ipotetico-sperimentale, di ascendenza galileiana, seguito da que-
sti autori, è altra cosa dalla visione metafisica ed onto-teologica
del Meldolese.
La distinctio rationis ratiocinatæ, scrive Mastri (ferma alle so-
glie dell’aisthesis, al di qua delle essenze, dei concetti puri, delle
nozioni necessarie), non esige «a parte rei (...) extrema actualiter
plura, et distincta, sed virtualiter solum, et æquivalenter»; essa,
cioè, si arresta all’apparente molteplicità delle manifestazioni
sensoriali di un dato oggetto, «ut constat in exemplo allato de
virtute calefactiva, et exsiccativa in Luce solari, quæ solum pluri-
ficantur per opus intellectus Lucem solarem inadæquate conci-
pientis nunc per modum calefacientis, nunc vero exsiccantis, er-
go sunt genera distinctionum diversa, nec una coincidit cum
46
alia». Nell’altro passo prima indicato, la sfera della percezione
sensoriale è associata a quella della distinzione concettuale, senza
per questo perdere la sua concretezza e la sua evidenza: «Intel-
52. Il testo si legge in FORLIVESI, “Scotistarum princeps”... cit., p. 313, nota 11.
53. T. ACCETTO, Della dissimulazione onesta, a cura di S.S. Nigro, Einaudi,
Torino 1997, p. 12.