Claudio Tugnoli
Per molto tempo gli animali sono stati la sola alterità con cui
l'uomo ha costruito il suo sviluppo. Marchesini invita a considerare con
attenzione i prestiti animali presenti nella cultura umana. L'alterità
animale o il confronto con essa media o promuove gran parte delle
espressioni culturali. La cultura dunque avrebbe un carattere
sostanzialmente ibrido, teriomorfico. Di solito l'animale totem è quello
che ha insegnato una tecnica fondamentale per il gruppo che lo venera:
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della propria vita. Del resto, il rifiuto della morte spiega scelte
decisamente discutibili come quella della crioconservazione, in attesa di
sviluppi della scienza che permettano di restituire la vita al cadavere
congelato. Marchesini riporta in dettaglio le diverse e sofisticate
procedure di ibernazione, alcune delle quali prevedono la distruzione
del substrato biologico e la riproduzione elettronica dell'intera
configurazione ottenuta con lo scanning di ogni pellicola del cervello
ottenuta con tecnica microtomica. Le duplicazioni di soggetti umane
così ottenute sarebbero copie della stessa persona, ma quali di queste
sarebbero proprietarie di quella specifica identità? La vita degli
individui così duplicati avrebbe ancora la dignità di un'esistenza
umana? Marchesini osserva che la questione nasce dalla pretesa di
ridurre l'identità a informazione; l'informazione può essere modificata,
rinchiusa in un supporto inerte, può diventare uno strumento in mani a
individui privi di scrupoli, ecc. (p. 509).
30.11.2002