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OGNI LETTORE, QUANDO LEGGE, LEGGE SE STESSO. L'OPERA DELLO SCRITTORE SOLTANTO UNA
SPECIE DI STRUMENTO OTTICO CHE EGLI OFFRE AL LETTORE PER PERMETTERGLI DI DISCERNERE
QUELLO CHE, SENZA LIBRO, NON AVREBBE FORSE VISTO IN SE STESSO. (DA "IL TEMPO RITROVATO" -
MARCEL PROUST)
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DUE POETI RUMENI
Argomento: Poesia
di Matteo Veronesi
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Pubblicato il 19/08/2014 6.05.53
Ho il privilegio di presentare al lettore italiano due testi di due fra i pi significativi poeti rumeni. Si
tratta di due voci certo diverse: pi corposa, aspra, quasi crudele nella sua lucidit spietata e metallica,
quella di Radu Vancu, del quale andranno ricordate almeno le raccolte Biographia litteraria, del 2006, e
Amintiri pentru tatl meu, Ricordi per mio padre, del 2010; pi lirica, distesa, melodiosa, quella di Floarea
uuianu eppure, spesso, accesamente, intensamente sensuale, anche se nel senso di quella che stata
definita una sensualit sovrasensoriale, aperta e tesa ad una sfera superiore e pi pura, una sorta di
dannunziana sensualit rapita fuor de' sensi, come nei versi erotici riuniti nell'antologia Sappho (Cartea
romneasc, Bucureti 2012): S-i iei apoi cu team mna / i s o pui pe pntec: Acesta e Cuvntul /
El e buricul lumii (Prendile poi la mano con timore / e posala nel grembo: Questa la Parola /
l'Ombelico del mondo). (Della poetessa si pu leggere, in italiano, un'antologia con le fedeli e fluide
versioni di Angela Tarantino, Non voglio invecchiare nel sonno, Mobydick, Faenza 2012, http://www.ibs.it
/code/9788881784974/tutuianu-florea/non-voglio-invecchiare.html ).
Ecco, l'elemento fondamentale che accomuna questi due poeti cos all'apparenza lontani proprio il
richiamo al valore assoluto e fondante (tanto spesso richiamato nella grande poesia rumena del
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Novecento, da Stnescu a Sorescu) della Parola, del Cuvnt etimologicamente con-ventum, unione,
fusione, legame fra gli uomini ma anche congiunzione, abbraccio del molteplice nell'Uno,
ricomposizione dionisiaca dei frammenti e dei lacerti per una rinascita, per una nuova vita e tramite tra
sfere distinte, quella dei vivi e quella dei morti, quella del transeunte e del perituro e quella di ci che
invece destinato a restare, nella memoria e sulla pagina, appunto attraverso la mediazione del Verbo.
Parola-Luce, luce rivelatrice, quasi metafisica (ma di una metafisica vissuta, incarnata in una dolente
esperienza) quella della uuianu: parola-luce come in Ungaretti, spiraglio di comunicazione, di respiro e
di apertura, nel momento dell'abbandono, della discesa, della perdita dell'altro, e di se stessa nell'altro;
infine, Parola divina, parola del Dio che si fa tutto in tutti.
Slava, gloria (anche in senso mistico), riposa sulla stessa radice indoeuropea da cui deriva il greco
Klos, gloria ma gloria nel senso di luce, rivelazione, voce eco risonanza e questa gloria-silenzio,
questa rivelazione muta, sono l'ossimoro fondamentale che nutre il discorso poetico, e in cui esso si
muove.
Ancora pi abissale e tragica la distanza, la voragine quasi, da cui parla Radu Vancu. Quella della
morte, anzi della mors voluntaria, che essa stessa segno, enigma, messaggio criptico, gesto indecifrabile,
eppure gravido di senso, per coloro che restano, nel dolore e nella perdita.
La solitudine del padre nella morte la stessa Solitudine di Dio. Nel nome dell'assenza, nello spazio
infinito ed oscuro della perdita, il padre terreno si ricongiunge con il Padre celeste. Due solitudini che si
specchiano e si fondono l'una nell'altra, in un abbraccio da cui il poeta escluso. La natura sorda,
gratuita, ed ignara, come il respiro solitario delle rose stordite dal loro stesso profumo come il palpito
e il mormorio essenziali e ciechi della vita e della morte.
Il poeta continuer a vivere, per gli affetti che lo vincolano, con dolce e amorosa ferocia, al mondo
dei vivi anche se la vita stessa ormai simile ad una quotidiana morte, rinnovata e nuovamente
celebrata ogni giorno, ad un continuo inesorabile logorio del tempo vitale.
Il richiamo al simbolo biblico della Merkavah, del carro divino (che qui non si leva verso un cielo
fulgido, ma discende nella cruenta profondit della carne martoriata), suona di un'ironia tragica e amara.
(Matteo Veronesi)



Radu Vancu

Drag Sinucidere

Tati, prea mult mi-ai vorbit,
ajunge, de acum o s-i vorbesc eu.
Nu-n vis, ci chiar pe bune.

i i-o spun neted din capul locului:
orict de mult iubesc sinuciderea ta,
nu m voi sinucide.

Orict de tehnicolor e moartea,
orict de frumoi am arta amndoi
n filmul cu sinuciderile noastre regizat

de nsui la, orict
poezie pur e-n manualele de suicidologie
nu m voi sinucide.
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2 di 6 19/08/2014 17.55

Mi-am tiat i eu braele cu lama,
am pe ele mai multe cicatrice
dect poze cu noi doi, sau numai cu tine.

Am but alcool metilic cu cana,
spernd ngrozit s mor direct,
s nu m trezesc a doua zi orb.

Crezi c eu nu tiu ct de dulce
se adncete lama n carnea
antebraului, cobornd tot mai mult

n fgaele mustoase de snge
prin care va trece mprocnd totul
carul cu roi aurite al lui Dumnezeu?

Crezi c nu vd cum cicatricele se fac
luminoase ca nite copii rsfai
atunci cnd m gndesc la tine?

Am invidiat, invidiez nc pn la lein
morii att de cufundai n linitea lor
c-s nite trandafiri mirosindu-se pe ei nii.

ns, tati, trandafirii-s fr de ce,
ei nfloresc aa cum oamenii se sinucid.
N-au alt soluie. Cum nici eu n-am:

Dup ce i-am tiat frnghia din jurul gtului,
tu n-aveai de dat ochii dect cu mine.
Eu am de dat ochii cu Sebastian.

Iar acum, singur printre trandafirii ti,
tu n-ai de dat ochii dect cu Dumnezeu.
Pe cnd eu am de dat ochii cu Sebastian.

Aa c nelege i iart, tati
nu m voi sinucide.
(i abia asta-i, de fapt, o sinucidere.)

[Vatra, nr. 6-7/2014]


Mio diletto suicidio
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3 di 6 19/08/2014 17.55


Padre, troppo a lungo mi hai parlato,
ora basta, lascia che sia io a parlarti.
Non nel sogno, ma nel mondo vero.

E te lo dico chiaro dal principio:
per quanto io possa amare il tuo suicidio,
io non mi uccider.

Per quanto multicolore sia la morte,
per quanto graziosi appariremmo entrambi
nel filmato della nostra morte,

proprio per questo, per quanta
pura poesia vi sia nei manuali
di suicidologia, io non mi uccider.

Anch'io mi sono tagliato le vene,
porto su di esse pi numerose cicatrici
delle foto con noi due, o con te da solo.

Con volutt ho ingoiato metilene,
sperando agghiacciato di morire sul colpo,
di non svegliarmi cieco il giorno dopo.

Credi non sappia con quanta dolcezza
affonda la lama nella carne
dell'avambraccio, profondamente scendendo

lungo le vie cruente che percorrer
spargendo sangue il carro
divino dalle ruote d'oro?

Credi che non veda come brillano
le cicatrici, quasi bambini accarezzati,
quando penso a te?

Ho invidiato, ancora invidio fino all'incoscienza
i morti sprofondati nella pace
come rose inebriate da se stesse.

Ma non hanno, padre, una ragione le rose,
fioriscono cos, come si uccidono gli uomini.
Non hanno altra soluzione. E neanch'io l'ho:
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4 di 6 19/08/2014 17.55

Dopo che ebbi reciso la corda stretta intorno al tuo collo,
non dovevi guardare altri che me.
Io devo guardare Sebastian.

Ma ora, solo fra le tue rose,
non devi guardare altri che Dio.
Mentre io devo guardare Sebastian.

Perci, padre, comprendi e perdona
io non mi uccider.
(E anche questo , in fondo, un suicidio).


******


Floarea uuianu

Tcerea femeii este slava ei
Stau n colul camerei
i m preling de pe perei n genunchi
De apte ori a trecut un vers prin mine
i nu i-a gsit locul
Zile i nopi zile i nopi gura mea nu s-a atins
de niciun cuvnt
i am nceput s vd am nceput s vd
Negru n faa ochilor
i o lumin de la un singur cuvnt
Luminnd
O tu care eti singur ntre cei singuri i
totul n toate
Durerea e mut. Iubirea e oarb.


Il silenzio della donna la sua gloria

Abbandonata in un canto
scivolo in ginocchio lungo i muri

Per sette volte un verso mi ha sfiorato
e non ha trovato in me un luogo in cui abitare
Giorni e notti giorni e notti la mia bocca
non ha toccato parola
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5 di 6 19/08/2014 17.55

E ho iniziato a vedere ho iniziato a vedere
Nero davanti agli occhi
E una luce che veniva da una parola sola
Luminosa

O tu che sei solo fra i soli e
tutto in tutto
Muto il dolore. E l'amore cieco.
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Matteo Veronesi, nella sezione Articolo, ha pubblicato anche:
:: [ Poesia ] Due poeti rumeni (Pubblicato il 19/08/2014 6.25.08 - visite: 8)

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6 di 6 19/08/2014 17.55

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