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Scienza e Tecnologia dei Materiali (A.A. 2006/07) http://raid996.altervista.

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Scienza e Tecnologia
dei Materiali
(Prof. CARASSITI)
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Elaborato da:
Renato Campus Giraldo
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Materiale del sito del professore
Lucidi proiettati dal professore a lezione
Appunti presi a lezione
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SOMMARIO
Cap. 1 : La scelta dei materiali nell'ingegneria 03
1. Introduzione 03
2. Le classificazioni dei materiali 03
3. La scelta dei materiali 04
4. Le caratteristiche meccaniche dei materiali 08
5. Legge di Hooke 09
. !ur"a sforzo#deformazione 10
Cap. 2 : Generalit sll'at!m! e si legami at!mici 11
1. !enni storici 11
2. $lettronegati"it% 11
3. Legami 11
4. &orze ed energia di legame 14
Cap. 3 : Strttra ed !rgani""a"i!ne dei s!lidi 1#
1. 'istemazioni atomiche 15
2. 'truttura cristallina 15
3. 'trutture amorfe 1
4. 'truttura com(atta dei materiali 1)
5. 'truttura com(atta dei materiali metallici 18
. '(azi interstiziali 18
). !ristalli ionici 19
8. 'trutture dei solidi a legami co"alenti 19
Cap. $ : I di%etti della strttra cristallina 20
1. *acanze ed atomi estranei 20
2. +ifetti di linea o dislocazioni 20
3. +ifetti di su(erficie, -ordo di grano 23
4. $sem(i e analogie 23
Cap. # : Il cediment! per %rattra 2&
1. La frattura duttile 2
2. La frattura fragile 2
Cap. & : Il cediment! per %atica 30
1. Il carico ciclico 30
2. .rogettazione di un com(onente a fatica 31
3. /((roccio micromeccanico 33
Cap. ' : Sc!rriment! (isc!s! a cald! ! )Creep* 3'
Cap. + : I materiali p!limerici 3+
1. Introduzione 38
2. 0ateriali (olimerici a struttura sem(lice 40
Cap. , : L'etettic! $1
1. +efinizione e concetti di -ase 41
2. +iagramma di fase di e1uili-rio 42
3. 'istemi eutettici -inari 43
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Cap. 1 : La scelta dei materiali nell'ingegneria
1. Intr!d"i!ne
In generale nella scienza dei materiali si (u2 dire che le (ro(riet% dei materiali di(endono dalla microstruttura3 che deri"a
dalla com(osizione 4grani o micro(articelle5 e dai (rocessi di la"orazione. Il com(ortamento di un materiale 6
caratterizzato dalla sua reazione ad una sollecitazione. 'i definisce (ro(riet% il com(ortamento del materiale in una (ro"a.
'i (ossono distinguere in,
-r!priet meccanic.e 4che riflettono li com(ortamento dei materiali sotto(osti ad un sistema di forze57
-r!priet %isic.e 4che misurano il com(ortamento dei materiali sotto l8azione della tem(eratura3 dei cam(i elettrici o magnetici3 o della luce57
-r!priet c.imic.e 4che caratterizzano il com(ortamento dei materiali in un am-iente (i9 o meno aggressi"o5.
Le (ro(riet% sono l8interfaccia tra i re1uisiti dell8utilizzo e la scelta del materiale. :n sem(lice esem(io (u2 essere utile a
ca(ire 1uanto 6 com(lesso il (rocesso di selezione3 si (renda in esame la scelta di materiali (er un reci(iente che de"e
contenere un li1uido, "etro3 ceramiche3 metalli3 legno3 carta3 termo(lastica3 ecc.
La scelta di un materiale di(ende da di"ersi fattori ,
costo7
durata 7
resistenza 7
as(etto esteriore.
'i consiglia di leggere i lucidi del .rofessore in merito ai (arametri caratterizzanti le tecnologie dei materiali.
2. La classi%ica"i!ne dei materiali
$8 con"eniente classificare i materiali in "aste categorie (er studiare (ro(riet% e caratteristiche. La maggior (arte delle
caratteristiche comuni dei materiali di una categoria deri"a dalla struttura e dalla natura dei legami tra gli atomi.
!on"enzionalmente i materiali "engono classificati in sei am(ie classi
mostrate in figura, metalli3 (olimeri e elastomeri3 ceramici e "etri e
com(ositi.
I materiali inclusi in una (articolare classe (resentano caratteristiche
comuni 1uali, simili (ro(riet%3 simili schemi di (rocesso e3 s(esso3
simili a((licazioni.

I metalli hanno un relati"amente alto modulo di ;oung. .ossono essere
resi (i9 resistenti legandoli3 attra"erso trattamenti a caldo o trattamenti
meccanici (ur mantenendo comun1ue una certa duttilit%. / causa in
(arte della loro duttilit% hanno scarsa resistenza alla fatica e ris(etto alle
altre classi di materiali sono i meno resistenti alla corrosione.

I ceramici e i vetri hanno anch8essi un ele"ato modulo di ;oung e a
differenza dei metalli sono fragili.
'ono (articolarmente fragili se sotto(osti a sforzi in tensione mentre in
com(ressione (resentano un carico a rottura circa 15 "olte su(eriore.
/ causa del fatto che non sono duttili sono molto sensi-ili agli sforzi concentrati e agli sforzi su(erficiali. 0entre i
materiali duttili riescono a distri-uire gli sforzi attra"erso la deformazione i ceramici e i "etri non (resentano 1uesta
ca(acit%. !i2 nonostante (resentano caratteristiche interessanti. 'ono rigidi3 duri3 resistenti all8a-rasione e alla corrosione
e conser"ano le loro caratteristiche alle alte tem(erature. 'ono da considerarsi un8im(ortante classe di materiali (er
l8ingegneria.
I polimeri e gli elastomeri hanno un -asso modulo di ;oung orientati"amente 50 "olte inferiore a 1uello dei metalli ma
(ossono comun1ue essere resistenti 1uasi come i metalli. :na conseguenza di 1uesta ca(acit% 6 che le deformazioni
elastiche sono ele"ate e se sotto(osti a carico (ossono nel tem(o assumere un assetto (ermanente.
Le loro (ro(riet% di(endono molto dalla tem(eratura tanto che un (olimero tenace e flessi-ile a 20<! (u2 di"enire fragile
alla tem(eratura di 4<! o deformarsi ra(idamente in ac1ua -ollente a 100<!.
!i2 rende le a((licazioni con 1uesta classe di materiali limitate sotto i 200<!. !i2 nonostante tro"ano un largo utilizzo e
1uesto grazie alle loro molte(lici (ro(riet%. Hanno un8im(ortante resistenza (er unit% di (eso com(ara-ile con 1uella dei
metalli3 sono facili da modellare in forme (i9 o meno com(licate e facilmente assem-la-ili grazie alla loro elasticit% e se
"engono accuratamente fa--ricati non necessitano (articolari (rocessi di finitura. 'ono resistenti alla corrosione e
(resentano un -asso coefficiente d8attrito.
I compositi com-inano le (ro(riet% (i9 interessanti delle altre classi di materiali (ur comun1ue mantenendo degli
s"antaggi.
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metalli
polimeri
elastomeri
vetri
ceramici
compositi
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&ondamentalmente sono duri3 resistenti e tenaci. La maggior (arte dei com(ositi utilizzati nell8ingegneria sono di matrice
(olimerica3 e(ossidica o (oliestere normalmente rinforzati con fi-re di "etro3 car-onio o =e"lar. >on (ossono essere
utilizzati oltre i 250<! a causa dell8ammor-idimento della matrice (olimerica anche se a tem(eratura am-iente hanno
delle eccellenti (restazioni. In generale sono materiali costosi e che (resentano una difficile (redis(osizione ad essere
formati e saldati.
?uindi nonostante le loro interessanti (ro(riet% in generale "engono utilizzati sono 1uando l8aumento delle (restazioni
do"uto al loro utilizzo giustifica i costi aggiunti"i che ne deri"ano.
3. La scelta dei materiali
*ediamo una suddi"isione grafica dei materiali di
di"erso ti(o da 1uella "ista in (recedenza.
!aratteristiche meccaniche3 termiche3 elettriche3
chimiche3 caratteristiche di (rocesso3 dis(oni-ilit% e
costo del materiale3 ri(ercussioni am-ientali deri"anti
dal loro utilizzo etc.
?uesto elenco di attri-uti "iene comunemente chiamato
profilo delle propriet e il (rocesso di selezione 6 "olto
alla ricerca del miglior a--inamento fra 1uesto (rofilo
delle (ro(riet% e le esigenze di (rogetto.
?uesto (rocesso ha origine da due (rinci(ali fasi, una
selezione e classifica, e un' informazione di supporto.
:na scelta non affetta da errori (resu((one che nessun
materiale sia trascurato fino a 1uando non si dimostra
la sua inutilit%. Il (rocesso di selezione 4screening5
ser"e ad o(erare una (rima scrematura eliminando 1uei
materiali che (resentano delle caratteristiche che
risiedono fuori dai limiti di (rogetto.

:na analisi delle (ro(riet% comun1ue non ci aiuta ad ordinare il materiali rimasti3 (er fare ci2 occorre ser"irsi di un
criterio di ottimizzazione. !i "engono in aiuto degli indici3 s"ilu((ati di seguito3 che ci (ermettono di sta-ilire 1uanto un
materiale che ris(etta i limiti (er 1uanto riguarda le caratteristiche 6 in grado di s"olgere correttamente una funzione.
:n classico indice che si utilizza 6 la rigidezza s(ecifica
E
j
e il carico s(ecifico

f
j
con
f
il carico a rottura3 come
1uesto ce ne sono altri che ci aiutano a destinare un ti(o di materiale ad una certa funzione.
Il risultato della selezione 6 una lista di materiali che soddisfano i re1uisiti di (rogetto3 (er continuare a (rocedere ci
ser"ir% un (rofilo dettagliato di ciascuno ossia le informazioni di supporto.
?ueste informazioni differiscono molto dalle informazioni utilizzate durante lo screening3 normalmente sono
informazioni di ti(o descritti"o3 grafico3 diagrammi che trattano (recedenti casi di studio riguardo ad esem(io
a((rofondimenti sul com(ortamento a corrosione in un (articolare am-iente3 informazioni sulla dis(oni-ilit%
commerciale3 (rezzo3 im(atto am-ientale etc.
?ueste informazioni (osso essere fornite dai manuali3 fornitori3 dati informatici3 internet e riducono drasticamente il
numero delle (ossi-ile scelte (ortando alla scelta finale.
'(esso (u2 accadere che la scelta del materiale finale di(enda dalle condizioni locali in (articolar modo da (erizie o
a((arecchiature dis(oni-ili al momento3 dai fornitori locali e cosi "ia. .er a((rofondire il metodo di ricerca occorre ora
s(ecificare meglio 1uali sono le funzioni, gli obiettivi e i vincoli che interessano il materiale in 1uestione.
:n 1ualsiasi com(onente 6 chiamato a eseguire una 1ualsiasi funzione 1uale, resistere ai carichi3 alla (ressione3
trasmettere il calore e cosi "ia. Il (rogettista ha in"ece la necessit% di raggiungere un o-ietti"o come, ridurre i costi al
minimo3 ridurre il (eso3 massimizzare la sicurezza o una com-inazione di 1uesti. @utte 1ueste necessit% de"ono (er2
rientrare all8interno del dominio im(osto dai "incoli come ingom-ro3 inter"allo di tem(erature3 condizioni dell8 am-iente
di la"oro etc.
La ta-ella seguente ci aiuta ad indi"iduare le funzioni3 gli o--ietti"i e i "incoli che costituiscono le condizioni al contorno
della scelta.
&:>AIB>$ !osa de"e fare il com(onenteC
BDI$@@I*B !osa de"e essere massimizzato o minimizzatoC
*I>!BLI ?uali condizioni de"ono essere soddisfatteC

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/lcuni "incoli si trasformano direttamente in limiti delle propriet del materiale come ad esem(io il (ro-lema
dell8inter"allo di tem(eratura, se 1uesto su(era la tem(eratura di ser"izio del materiale 1uest8ultimo "err%
automaticamente scartato3 altri "incoli in"ece3 come rigidezza e resistenza "engono trattati differentemente. / 1uesti non
corris(onde un unico metodo (er soddisfarli3 la rigidezza desiderata infatti (u2 sE di(endere dalla (ro(riet% intrinseca del
materiale come il modulo di ;oung ma altresE dalla forma e configurazione dell8oggetto costruito con 1uel materiale3 si
(otr% infatti aumentare la rigidezza aumentando la sezione o conferendo una forma o((ortuna 4 cu-ica3 cilindrica3
tu-olare5.
La com-inazione delle (ro(riet% che caratterizzano le (restazioni di un materiale "iene riassunta attra"erso l8indice dei
materiali. In generale si distinguono, gli elementi strutturali 3 com(onenti che rico(rono una funzione fisica3 ca(aci 1uindi
di so((ortare i carichi3 trasmettere calore3 accumulare energia e cosi "ia.
Il progetto di elementi strutturali si suddivide in tre concetti: i requisiti funzionali, la geometria e le propriet dei
materiali di cui sono costituiti. La (restazione dell8elemento in 1uestione 6 caratterizzato dalla seguente relazione,
p=f |(requisiti funzionali ) ;(parametri geometrici ) ;(proprietamateriali ) .
+o"e p descri"e 1ualche as(etto delle (restazioni del com(onente, massa3 "olume3 costo3 "ita ed f significa "funzione di".
L8ottimo si -asa sulla scelta di materiali e geometrie che massimizzano o minimizzano (. I tre gru((i di "aria-ili (ossono
dirsi se(ara-ili 1uando l8e1uazione (u2 essere scritta come,
p=f
1
(F )f
2
( G)f
3
(M)
con f
1
3 f
2
3 f
3
funzioni indi(endenti.
?uando 6 (ossi-ile se(ararle la scelta del materiale di"iene indi(endente dai dettagli del (rogetto3 in 1uesto modo la
com-inazione ottimale dei materiali (u2 essere identificata senza risol"ere interamente i (ro-lemi di (rogetto. !i2
com(orta un enorme sem(lificazione, le (restazioni di tutte le & e le F sono massimizzate massimizzando f
3
405 che
"iene chiamato il coefficiente d'efficienza del materiale o -re"emente indice del materiale. f
1
4&5 e f
2
4F5 si riferiscono
in"ece all8efficienza strutturale o all8indice d'efficienza.
Gli indici dei materiali
Bgni com-inazione di funzioni3 o-ietti"i e "incoli (orta all8indice di materiale in 1uanto 1uest8indice 6 caratteristico di
una (articolare com-inazione. *ediamo un riassunto dei (arametri (rimari e secondari e come "engano usati (er tro"are
indici caratteristici dei materiali.
-arametri di /ase
0ensit 1Mg m233 :
.ro(riet% Intrinsecadel materiale
+i(ende (rinci(almente dal (eso atomico e dalla struttura
cristallina
Rigidit 1M!dl! di 4!ng5 M!dl! di 6agli!3 1G-a3 :
Gesistenza alla deformazione elastica
.ro(riet% Intrinsecadel materiale,
+i(ende dalla forza del legame atomico
Resisten"a 1Resisten"a all! sner(ament!5 Resisten"a a
r!ttra3 1M-a ! G-a3 :
Gesistenza allo scorrimento (lastico
.ro(riet% $strinsecadel materiale
+i(ende molto fortemente dalla microstruttura del materiale
4mo"imento delle dislocazioni5 .
6enacit 16enacit a %rattra: M-a m172 5 allngament! a
%rattra: 85 energia a %rattra: 959m223 :
Gesistenza alla frattura
.ro(riet% $strinsecadel materiale,
+i(ende molto fortemente dalla microstruttura del materiale
4com(ortamento allHa(ice delle cricche5
-arametri sec!ndari,
-r!priet a 6emperatra 1Creep5 !ssida"i!ne3
.unto di fusione
Gesistenza a ossidazione
'ta-ilit% microstrutturale
!om(osti intermetallici
Resisten"a a :atica 1Ini"ia"i!ne e crescita delle cricc.e nelle
s!llecita"i!ni ciclic.e3
+urezza
'truttura cristallinaImeccanismi di indurimento
.ro(agazione delle cricche nelle microstrutture
Resisten"a alla C!rr!si!ne
$lettrochimica dei materiali di -ase3 (ro(riet% dei film
ossidici
0icrostruttura di regioni locali di differente com(osizione
chimica
:!rma;ilit
&ondi-ilit%
.unto di fusione3 fluidit%
&orgia-ilit%
'corrimento a (ressione e a tem(eratura
'alda-ilit%
La"ora-ilit%
0odifiche di microstruttura
C!sti
!iclo di "ita glo-ale
Strategicit
:nicit% del materiale (er le funzioni desiderate
+is(oni-ilit% del materiale
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>elle ta-elle seguenti si riassumono la (rocedura (er rica"are gli indici del materiale e 1uelli (i9 comuni.
/d esem(io considerando la relazione che descri"e il com(ortamento della colonna di diametro 2r sotto(osta a
com(ressione,
E=
4Fl
2
nn
3
r
4
si (u2 (orre in e"idenza come la restrizione (er il raggio r im(one un limite inferiore al modulo $ e l8im(osizione di un
limite alla densit% im(one che J K JL.
:na modo (er a((licare 1uesti limiti 6 illustrato dalla figura a fianco do"e "iene illustrata sul (iano $#J. Il risultato del
(rocesso di ottimizzazione sar% limitato 1uindi dalla finestra data dall8intersezione delle linee limite.
.ro(riet% meno 1uantifica-ili come resistenza a corrosione3 ad usura (ossono tutti a((artenere alla classe dei limiti
(rimari e (rendono la seguente forma, .M.L3 .K.L 3
do"e . 6 la (ro(riet% e .L 6 il "alore critico
sta-ilito dal (rogetto3 tutta"ia non 6 necessario
a((licare 1uesti limiti in modo tro((o
(reci(itoso3 s(esso infatti (ossiamo o(erare oltre
i limiti ricorrendo ad o((ortuni metodi di
(rotezione.
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*ediamo 1ualche esem(io3 la (rima figura a sinistra di cui sotto mostra la relazione fra il modulo $ e la densit% J in scala
logaritmica3 gli indici di materiale $IJ ed E
1!
" (ossono essere ra((resentati come rette. La condizione,
E"#$ o in forma logaritmica log E#log " %log $
6 una famiglia di rette (arallele ad ognuna delle 1uali corris(onde un "alore di ! e (ossono essere chiamate linee guida
nel senso che danno l8inclinazione alla famiglia di rette (arallele in funzione dell8indice considerato. In 1uesto modo 6 (i9
facile indi"iduare 1uel gru((o di materiali che ottimizza le (restazioni (er ogni geometria di carico, ogni materiale che
giace ad esem(io so(ra la linea $
1I2
IJ 6 com(ati-ile (er a((licazioni do"e si necessita leggerezza e rigidezza 4"edere
esercitazioni (er il (rocedimento dettagliato nelle "arie condizioni5.
La figura a destra mostra una serie di linee che corris(ondono all8indice 0N$
1I2
IJ con "alori da 1 a 8 con unit% F.a
1I2
O0g m
#3
P. *alori di 0 crescenti corris(ondono a (esi decrescenti dell8asta considerata. Il gru((o di materiali che
soddisfano la nostra ricerca (u2 essere isolato indi"iduando l8intersezione fra la retta dell8indice di materiale e la retta che
es(rime limiti di (ro(riet% come ad esem(io $M10F(a 4ultima figura in -asso5.
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$. Le caratteristic.e meccanic.e dei materiali
*ediamo la reazione di un (ro"ino sotto(osto a trazione3 si ha una situazione
come in figura. 'e l8oggetto fosse (erfettamente rigido non (otre--e
deformarsi ma non 6 o""iamente il caso3 si ha che le assunzioni di continuit%
nella fisica del materiale si discosta note"olmente dalla realt%.
+efiniamo la @$>'IB>$ >BG0/L$,
c
r
=
F
A
3
1uesta definizione non considera che il materiale (u2 non occu(are tutta l8area / considerata 4l8acciaio 6 uno dei materiali
che (i9 ris(etta il concetto di omogeneit% e continuit% della fisica5. Lo sforzo non 6 misura-ile e si ottiene attra"erso la
misura della forza a((licata di"isa (er l8area di a((licazione3 si ha che la dimensione dello sforzo 6 in O>Im
2
P o((ure in
O.aP. Infine (oichQ i materiali si deformano si ha una certa difficolt% a conoscere lo sforzo (erchQ cam-ia anche la
direzione3 si definisce 1uindi lo '&BGAB >B0I>/L$ 4engineering stress5,
c
N
=
F
A
0
da cui la relazione tra sforzo e sforzo nominale,
c
N
=c
r

A
A
0
.
'e consideriamo un cor(o continuo soggetto ad un sistema di forze3 cor(o di cui consideriamo una sezione,
in un (unto B 1ualsiasi di 1uesta sezione si (ossono decom(orre le forze in 2 com(onenti giacenti nel (iano di sezione e
1 normale ad esso3 si definiscono cosi le com(onenti dello sforzo, &
c
x
;c
y
;c
z
; t
xy
;t
xz
;t
yz
' .
!onsiderata una -arra di lunghezza l
(
sotto(osta ad allungamento Al =l l
0
si definisce allungamento nominale
4engeneering strain5,
e
l
=
Al
l
0
Il c!e%%iciente di -!iss!n
'i fornisce (er ogni direzione indi(endente ed86 la relazione tra sforzo e allungamento3 in tutto risultano 21 costanti
elastiche indi(endenti che diminuiscono se ci sono simmetrie di 1ualche ti(o,
+=
e
y
e
x
=
e
z
e
x
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F
F
area A
0
iniziale
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#. La legge di <!!=e
6ensi!ne niassiale
La legge di Hooke,
c=Ee
con $ il modulo di ;oung.
?uesta es(ressione della legge di Hooke 6 1uella (i9 usata e
riguarda materiali isotro(i (er i 1uali consideriamo uno stato di
tensione esterna e uniassiale. 'e consideriamo in "ece le
tensioni interne al materiale (ossiamo scri"ere la forma
generalizzata della legge di Hooke che "ale (er i materiali
anisotro(i,
6agli! semplice
!onsideriamo una -arra attaccata sulla su(erficie inferiore al (iano fisso e su cui
a((licchiamo sulla su(erficie su(eriore una forza di taglio sem(lice,
t=
F
S
0
.
?uesto (roduce una deformazione definita dall8angolo di taglio 3 si ha,
tg=
Ay
z
0
=
Ay
z
0
3
a((liccando la legge di Hooke si ha che, t=GtgG .
C!mpressi!ne ni%!rme
Il terzo ti(o di deformazione sem(lice3 in -ase alla legge di Hooke si ha che la "ariazione di "olume AV 6
(ro(orzionale3 entro i limiti di linearit%3 alla (ressione,
p=K
AV
V
.
Legame tra le c!stanti
'ono state definite le tre costanti $3 F e = a cui si aggiunge anche il coefficiente di .oisson3 ma di 1ueste 4 solo 2 sono
indi(endenti3 le altre infatti sono legate dalle relazioni,
E=3K(12+) 7 E=2G(1+) .
>el caso di cor(i anisotro(i le costanti elastiche sono 21.
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&. La cr(a s%!r"!2de%!rma"i!ne
Sforzo
Allung.
Def. a
rottura
R
Duttilit

S
Resilienza
DUREZZA
+efiniamo,
m!dl! di 4!ng 3 o modulo di elasticit%, E=
dc
n
de
n
con e
0
=0 3 1uesti "alori de"ono essere considerati nel
tratto lineare ed86 una caratteristica intrinseca del materiale7
caric! di sner(ament! c
s
che fornisce il "alore del carico nominale teorico a (artire del 1uale il materiale si
inizia a deformare (lasticamente3 siccome 6 difficile sta-ilire un "alore (reciso (er tale grandezza si assume un
carico di sner"amento con"enzionale che corris(onde ad un allungamento (ermanente dello 032R della
lunghezza totale7
caric! di r!ttra c

che fornisce il carico massimo so((orta-ile dal (ro"ino un istante (rima della rottura7
l'allngament! a r!ttra e

che 6 fondamentale nel definire la duttilit% del materiale7


la dre""a 3 data dal "alore numerico dell8area sottesa dalla cur"a7
la resilien"a 3 ra((resentata dall8area sottesa della (arte lineare della cur"a e che fornisce una misura della
resistenza a rottura (er flessione dinamica.
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Cap. 2 : Generalit sll'at!m! e si legami at!mici.
1. Cenni st!rici sl m!dell! at!mic!
Il (rimo modello (lanetario dinamico introdotto fu 1uello di Gutherford3 a cui (oi "enne ad aggiungersi il modello
1uantistico di Dohr3 1uesto era caratterizzato da stati stazionari3 dalla 1uantizzazione del momento angolare dell8elettrone3
dei raggi delle or-ite3 dell8energia dell8elettrone.
'ommerfeld introdusse (oi un altro modello -asato su or-ite ellittiche degli atomi e dell8introduzione dei numeri 1uantici
m ed ms. Infine il modello ondulatorio considera gli elettroni delocalizzati su or-itali che (ossono immaginarsi come nu-i
di elettricit%.
'ia nel modello 1uantistico che in 1uello ondulatorio3 ciascun elettrone dell8atomo 6 caratterizzato da 1uattro numeri
1uantici3 che ra((resentano i gradi di li-ert% dell8elettrone. .er ca(ire come gli elettroni si dis(ongono negli or-itali3 si
(ossono considerare le seguenti regole,
In ogni or-itale non "i (ossono essere (i9 di due elettroni 4(rinci(io di .auli5
'e in un or-itale "i sono due elettroni3 essi de"ono a"ere s(in o((osto
L8elettrone occu(a l8or-itale che ha la minore energia3 se 1uesto non 6 com(leto di due elettroni
/"endo a dis(osizione due or-itali con la stessa energia3 uno con un elettrone e l8altro "uoto3 l8elettrone "a in 1uello "uoto con s(in (arallelo a
1uello dell8altro elettrone 4regola di Hund5.
2. >lettr!negati(it
La scala delle elettronegati"it% e l8elenco degli elementi ordinati secondo la crescente ca(acit% di ciascuno di essi di
attrarre a sQ gli elettroni che condi"ide in un legame con un atomo cam(ione3 che nella scala .auling 6 l8atomo di
idrogeno. 'ull8elettronegati"it% di un atomo influiscono la carica nucleare ed il raggio atomico, essa cresce all8aumentare
della (rima e al diminuire del secondo.

3. Legami
La formazione del legame chimico 6 do"uta alla tendenza s(ontanea di due o (i9 atomi uguali o di"ersi a legarsi
ridistri-uendo i (ro(ri elettroni (eriferici in strati o li"elli il (i9 (ossi-ile com(leti.
?uesta formazione a""iene inoltre con li-erazione di energia o""ero3 gli aggregati formati hanno energia (i9 -assa di
1uella degli atomi se(arati. $sistono di"ersi ti(i di legame caratterizzati da,
+istri-uzione degli elettroni so(rattutto (eriferici attorno ai nuclei degli atomi che (arteci(ano al legame
&orza del legame3 ri"elata dalla tem(eratura necessaria (er fondere il materiale e rom(ere i legami 4energia li-erata al momento della
formazione del legame 63 infatti3 uguale a 1uella necessaria (er rom(erlo5
?uando due o (i9 atomi formano legame si hanno,
&orze coulom-iane attratti"e tra il nucleo di ciascun atomo 4(ositi"o5 e l8atmosfera elettronica dell8altro atomo 4negati"a57
&orze coulom-iane re(ulsi"e fra i nuclei dei due atomi 4entram-i (ositi"i5 alte fra le loro atmosfere elettroniche 4am-edue negati"e5.
I ti(i di legame che saranno discussi a seguito sono, il legame ionico3 co"alente3 metallico e di *an +er Saals.

Legame i!nic!.
Il legame ionico 6 un legame essenzialmente di natura elettrostatica3 1uando due atomi di"ersi si legano a formare una
molecola3 in generale i loro "alori di elettronegati"it% sono di"ersi. T chiaro 1uindi che la nu-e elettronica risulter% (i9
densa sull8atomo (i9 elettronegati"o e meno densa sull8altro. >asce una attrazione elettrostatica tra i due centri di carica
che si (u2 (ensare essere la (arte elettrostatica del legame.
In 1uesto modo risulta chiaro che il legame ionico consiste in un (assaggio di un elettrone da un atomo a -asso "alore di
elettronegati"it% ad uno con un alto "alore di elettronegati"it% che tende a stra((arglielo.
La formazione di un com(osto ionico 6 (er2 (ossi-ile soltanto se 6 accom(agnata dalla formazione di un cristallo. ?uesto
ti(o di interazioni 6 caratterizzato dalla cosiddetta energia retic!lare.
Il cam(o elettrostatico do"uto ad una (articella carica 6 a simmetria sferica3 (erci2 la natura del legame ionico 6
adirezionale. .er 1uesto moti"o gli atomi di un cristallo ionico si sistemano in modo da dis(orre accanto ad ogni ione
negati"o3 1uanto (i9 ioni (ositi"i sia (ossi-ile.
I cristalli ionici sono catti"i conduttori di elettricit%3 in 1uanto non hanno elettroni li-eri di muo"ersi che consentano il
tras(orto di cariche elettriche e non sono la"ora-ili attra"erso deformazione (lastica (oichQ non consentono lo
s(ostamento di (iani reticolari. Infatti se due (iani del cristallo di cloruro di sodio 4>a!l5 "engono s(ostati tra loro si
tro"ano so"ra((osti ioni dello stesso segno che si res(ingono in maniera molto forte e (ro"ocano la rottura del cristallo.
Legame c!(alente
Il legame co"alente e un legame ad ele(ata energia che unisce tra loro atomi uguali o di"ersi3 i 1uali condi"idono una o
(i9 co((ie di elettroni di "alenza (ro"enienti (ariteticamente dai due atomi. Fli or-itali originari degli elettroni condi"isi
si so"ra((ongono formandone uno solo7 6 dun1ue e"idente che in ciascuna co((ia condi"isa3 gli elettroni do"ranno a"ere
s(in o((osto (er collocarsi sullo stesso or-itale7 inoltre gli or-itali atomici dei due atomi3 rico(rendosi3 creano un
addensamento di carica negati"a e tra i due nuclei (ositi"i3 che costituisce legame tra i due atomi 4si generano3 infatti3
all8a""icinarsi dei due atomi forze attratti"e tra la nu-e elettronica dell8uno ed il nucleo dell8altro3 che ad una determinata
distanza3 detta distanza di legame3 "incono le forze re(ulsi"e tra nucleo e nucleo5.
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'i distinguono due ti(i di legame co"alente,
@i(o

, la zona di rico(erturadegli or-itali che danno luogo legame si tro"a sulla retta che congiunge i 2 nuclei
@i(o

, la zona di rico(erturadei due or-itali si tro"a al di fuori della congiungente dei duenuclei.

>el caso in cui i due atomi mettano in comune 2 o 3
elettroni ciascuno si hanno ris(etti"amente legami do((i
e tri(li. 'e un atomo 6 interessato da (i9 legami
co"alenti3 le nu-i elettroniche degli elettroni condi"isi si
res(ingono e tendono a (orsi alla massima distanza
reci(roca (ossi-ile7 (er esem(io3 nel caso di un atomo
legato ad altri 4 da legami co"alenti3 si ha che gli or-itali
di legame si dis(ongono nello s(azio a formare un
tetraedro con un atomo centrale.

Strttra tetraedrica


'e in una molecola esiste un legame

ed uno o due
legami

4cio6 un do((io o tri(lo legame5 la rico(ertura


degli or-itali

risulta sem(re minore di 1uella degli


or-itali

e dun1ue il legame

6 (i9 forte di 1uello

.
+a 1uanto detto si (u2 facilmente ca(ire che il legame
co"alente 6 un legame fortemente direzionale3 che si
manifesta cio6 solo in determinate regioni dello s(azio.
'e gli atomi che si legano con legame co"alente sono di"ersi 4e hanno 1uindi dire differenti "alori di elettronegati"it%5 la
molecola che si forma non 6 (i9 elettricamente simmetrica e si "erifica un addensamento di carica elettrica sull8atomo (i9
elettronegati"o3 con formazione di un (olo elettrico. +i conseguenza i due atomi sono legati3 oltre che dagli elettroni
condi"isi3 anche dalla attrazione elettrostatica fra la (arte (ositi"a e 1uella negati"a della molecola. Il legame co"alente
non 6 1uindi un legame (uro come l8omeo(olare3 ma 6 un legame misto, in (arte di ti(o atomico 4elettroni in comune53 in
(arte elettrostatico.
Il legame co"alente 6 fre1uentissimo nei com(osti organici in molti materiali solidi 4detti a((unto solidi co"alenti che di
(arentesi e da esso di(endono alcune caratteristiche di 1uesti materiali.
Legame metallic!
I metalli ra((resentano i tre 1uarti degli elementi3 hanno (ro(riet% caratteristiche che li differenziano dalle altre sostanze e
di conseguenza si i(otizza un nuo"o ti(o di legame, il legame metallico.
'i ricordano alcune caratteristiche dei metalli3 che "erranno (i9 accuratamente a((rofondite nel resto del corso,
/lta conduci-ilit% elettrica
Frande conduci-ilit% termica
Lucentezza
!aratteristiche meccaniche come la duttilit% e la deforma-ilit%
!aratteristiche strutturali date dagli atomi dis(osti in maniera molto com(atta, struttura cu-ica a cor(o centrato3 a facce centrate ed esagonale
com(atta.
?ueste strutture ti(iche dei metalli sono s(iega-ili solo se si introduce un nuo"o ti(o di legami. Il legame co"alente non 6
infatti ammissi-ile in 1uanto nei metalli ogni atomo si tro"a ad a"ere 8 o 12 atomi "icini a causa della struttura com(atta.
Il legame ionico non 6 com(ati-ile con le (ro(riet% dei metalli di"erse da 1uelle dei cristalli ionici.
?uello di ti(o *an +er Saals 6 caratterizzato da -asso "alore di energia3 non 6 in accordo con le (ro(riet% fisiche dei
metalli.
Il legame metallico si forma tra atomi che hanno un -asso "alore di
elettronegati"it% e che facilmente cedono gli elettroni dei li"elli esterni 4di
"alenza5 distri-uendosi su nuo"i or-itali. 'i ottiene cosE un (ezzo di metallo
costituito dalla struttura reticolare molto regolare di ioni metallici3 (ositi"i3
immersi in un gas costituito dagli elettroni di "alenza.
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'ono (ro(rio 1uesti elettroni3 non legati ad alcun atomo (articolare e
li-eri di muo"ersi che assicurano il legame tra gli ioni (ositi"i. Il
legame metallico 6 non direzionale 4agisce ugualmente in tutte le
$ un legame forte3 che richiede3 (er essere rotto3 un energia solo
leggermente minore ris(etto ai legami co"alenti e ionici. $ inoltre
fa"orito dalla -assa affinit% e da una -assa energia di ionizzazione cio6
da 1uelle energia necessaria (er togliere un determinato elettrone ad un
atomo e (er (ortarlo a distanza infinita. $ 1uindi3 l8energia di
ionizzazione che determina il carattere metallico di un elemento.

Legame di ?an 0er @aals
Il legame ionico non 6 l8unico legame elettrostatico esistente7 un altro
ti(o di legame elettrostatico 6 (ro(rio 1uello di *an +er Saals. La
differenza tra i due 6 determinata dal fatto che il (rimo "iene a formarsi
unicamente (er l8interazione di due ioni3 mentre il secondo 6 do"uto ad
altri ti(i di interazione3 di seguito elencati,
1. Ione#di(olo
2. Ione#di(olo indotto
3. +i(olo#di(olo
4. +i(olo#di(olo indotto
5. +i(olo indotto#di(olo indotto
>ell8elenco (recedente il significato delle interazioni tra ioni e molecole di(olari o tra molecole di(olari 6 intuiti"o 4il
cam(o elettrico dello ione o del di(olo esercita una forza sull8altra molecola57 ci2 che in"ece necessita di un chiarimento 6
il come (ossa a""enire un8interazione elettrostatica tra uno ione 4o un di(olo5 ed una molecola a(olare. ?uello che
accade Q che la (resenza di un cor(o carico elettricamente nello s(azio in cui si tro"a la molecola a(olare3 d% luogo ad
uno s(ostamento della nu"ola elettronica7 a 1uesto (unto i centri delle cariche (ositi"e e negati"e non coincidono (i9 e si
ha la creazione del cosiddetto di(olo indotto.
Gesta infine da descri"ere l8interazione di(olo indotto#di(olo indotto7 1uesta interazione ha origine dal fatto una molecola
a(olare (u2 di"entare3 (er 1ualche istante3 un di(olo carico elettricamente.
+al momento3 infatti3 che gli elettroni (resenti in una molecola sono dotati di una note"ole mo-ilit%3 essi (ossono tro"arsi
s(ostati (i9 "erso un nucleo che "erso l8altro7 1uesta situazione determina un8asimmetria di carica nella molecola3 e si
forma cosE un di(olo istantaneo. La (resenza di un tale di(olo in una molecola (rima non (olare determina (olarit% nelle
molecole "icine7 e deformazioni delle nu"ole elettroniche di tali molecole seguono necessariamente la dis(osizione
asimmetrica che si 6 "enuta a creare casualmente nel (rimo di(olo. *erso la (arte (ositi"a di
un di(olo si orienta la (arte negati"a di altri di(oli.
Il legame di *an +er Saals 6 un legame de-ole3 infatti la sua energia di legame dell8ordine
delle decine di kcalImol. 'e--ene il legame di *an +er Saals sia de-ole3 esso 6 molto
im(ortanti molti materiali7 molte (lastiche3 ad esem(io3 de"ono la loro resistenza e
deforma-ilit% al largo numero di legami de-oli tra le loro molecole.
:n esem(io (articolare di legame di *an +er Saals il legame idrogeno3 il 1uale si realizza
1uando nella molecola sono (resenti atomi di idrogeno legati ad atomi fortemente
elettronegati"i3 1uali ad esem(io il fluoro3 l8ossigeno3 l8azoto.
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$. :!r"e ed energia di legame
:!r"a di legame
'i definisce forza di legame la risultante delle forze attratti"e e re(ulsi"e che ciascun atomo esercita su 1uella cui 6 legato3
a""icinando (rogressi"amente due atomi inizialmente a distanza infinita fra loro3 fra essi si generano,
&orze coulom-iane attratti"e fra il nucleo di ciascun atomo 4(ositi"o5 e l8atmosfera elettronica dell8altro 4negati"a5
&orze coulom-iane re(ulsi"e fra i due nuclei3 am-edue (ositi"i3 e fra le due atmosfere elettroniche3 am-edue negati"e
&orze 1uantistiche di scam-io
?ueste ultime sono forze 1uantistiche che inter"engono3 come 1uelle re(ulsi"e3 al momento della com(enetrazione dei
gusci atomici. La (resenza di tale forza 6 giustificata dalla teoria 1uantistica che sostiene che ogni elettrone di "alenza di
ogni atomo che (arteci(a ad un legame "iene condi"iso con tutti gli altri atomi (arteci(anti al legame e dun1ue
interagisce con tutti i nuclei indifferentemente contri-uendo alla generazione dell8energia di legame. .er 1uanto riguarda
le forze di legame si ha che esse di(endono dalla distanza che se(ara i due atomi3 ogni modifica della distanza
interatomica ris(etto a 1uella iniziale (roduce una forza di ritrazione che tende a ria""icinare gli atomi7 (er (iccoli
s(ostamenti3 1uesta forza 6 direttamente (ro(orzionale allo s(ostamento3 si (u2 1uindi ra((resentare le differenti forze
interatomiche come delle molle la cui costante
elastica 6 un indice della resistenza del materiale.
?ueste considerazioni sono direttamente collegate al
modulo elastico del materiale7 (er com(renderle (i9
a fondo si consideri il grafico in figura che
ra((resenta l8andamento della forza risultante fra due
atomi.
>nergia di legame
La cur"a dell8energia di legame ris(etto alla distanza
interatomica definita dalla funzione integrale della
cur"a descritta dalla risultante delle forze
coulom-iane di legame in funzione della stessa
distanza interatomica.
5 4r )
dr
dE
=
/5 cur"a delle forze di attrazione#re(ulsione in funzione della
distanza interatomica
D5 cur"a dell8energia di legame in funzione della distanza
interatomica
/l minimo della funzione integrale corris(onde
1uindi il (unto di e1uili-rio3 che3 come si 6 detto3 lo
zero della funzione integranda.
L8energia E
(
corris(ondente alla distanza r
(
ra((resenta l8energia di legame3 ed 6 1uindi anche
l8energia necessaria (er s(ostare un atomo dalla sua
(osizione di e1uili-rio 4energia di estrazione5. .i9 Q
grande 1uesta energia (i9 se ne de"e fornire (er la
rottura del legame3 e dun1ue (i9 alta 6 la tem(eratura
di fusione.
.oichQ la forza re(ulsi"a cresce col diminuire della
distanza3 (i9 "elocemente della forza attratti"a3 il
grafico dell8energia di legame 6 asimmetrico.
'e fornissimo energia dall8esterno3 al nuo"o "alore
che andremmo a tro"are sulle ordinate3
corris(ondere--ero sulle ascisse due "alori distinti
della funzione. ?uesti "alori (ossono essere
inter(retati come le nuo"e distanze medie assunte3 al
dato "alore di energia3 dalla maggior (arte degli atomi costituenti materiale. La distanza media com(lessi"a sar% data
allora dal (unto medio tra i due nuo"i "alori letti sul grafico e3 a causa della suddetta asimmetria della cur"a3 indi"iduer%
un (unto sull8asse delle ascisse a destra del (unto di e1uili-rio.
.er 1uesto moti"o la maggior (arte dei materiali si es(ande 1uando "iene riscaldata. +allo studio di 1uesto fenomeno si
(u2 inoltre dedurre che 1uanto (i9 (rofonda 6 la -uca di un (otenziale tanta (i9 energia occorre (er s(ostare
definiti"amente gli atomi dalla loro (osizione di e1uili-rio3 tanto minore sar% l8es(ansione termica3 a (arit% di calore
fornito dall8esterno.
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Cap. 3 : Strttra e !rgani""a"i!ne dei s!lidi.

1 . Sistema"i!ni at!mic.e

L8e"oluzione delle tecniche e dei (rocessi di fa--ricazione3 di trasformazione e di la"orazione dei materiali3 si -asa
essenzialmente sulla necessit% di studiare 4e dun1ue di conoscere5 le (ro(riet% della materia attra"erso le leggi
fondamentali che ne regolano il com(ortamento3 (er (oi sta-ilire delle relazioni tra com(osizione e organizzazione
atomica o molecolare3 e microstruttura dei materiali.
In generale i materiali (ossono essere classificati secondo la loro com(osizione3 microstruttura e (ro(riet%. Il
com(ortamento di un materiale 6 infatti caratterizzato dalla sua reazione a una sollecitazione3 da cui scaturiscono
im(ortanti (ro(riet% meccaniche3 fisiche e chimiche3 di(endenti essenzialmente dalla microstruttura dei materiali stessi.
!on la microstruttura dun1ue3 6 (ossi-ile effettuare una (rima classificazione in 1uanto 1uesta descri"e l8insieme dei
grani e so(rattutto i di"ersi legami che uniscono le (articelle nelle di"erse strutture. Fli stati di organizzazione della
materia (ossono "ariare dal disordine (i9 com(leto degli atomi o delle molecole3 nel caso di un gas a de-ole (ressione3
fino all8ordine 1uasi (erfetto degli atomi in un monocristallo3 nel caso dei solidi.

La maggior (arte dei materiali a tem(eratura am-iente si (resenta allo stato solido3 ossia una (orzione di materia3 oltre a
(ossedere forma (ro(ria e ad essere incom(ressi-ile3 (ossiede anche una struttura cristallina. In tale condizioni3 infatti3 gli
atomi sono dis(osti in modo regolare3 o""ero dis(osti in una struttura ordinata e ri(etiti"a chiamata retic!l! cristallin!.
0ediante la s(ettrografia con raggi U si osser"a come il reticolo cristallino di un solido risulti dalla ri(etizione nelle tre
dimensioni dello s(azio di una cella elementare 4o (rimiti"a53 che costituisce la (orzione (i9 (iccola del reticolo stesso.
/ll8interno di 1uesta struttura le (articelle3 (ur non essendo li-ere di muo"ersi3 sono comun1ue animate da un moto
"i-ratorio attorno ad un (unto3 detto n!d! retic!lare3 assunto come ra((resentati"o della (osizione media delle (articelle
nel reticolo.
I legami che uniscono i "ari atomi 4legame ionico3 co"alente3 metallico3 eccetera...53 determinano le forme di tali strutture.
0ateriali che sono incom(ressi-ili e rigidi3 ma (ossiedono una struttura irregolare 4non cristallina5 sono detti am!r%i.
.er materiale amorfo intendiamo 1uindi una sostanza (ri"a di struttura cristallina in cui 6 assente l8ordine a lunga distanza
che 6 ti(ico dei materiali cristallini.
2. Strttra cristallina

@utti i metalli hanno una struttura cristallina3 gli elettroni "anno a (iazzarsi in modo da dar luogo al minimo dell8energia
interna. Fli elettroni inoltre si com(ortano (er (oter occu(are meno s(azio (ossi-ile.
'i ottengono cosE delle (osizioni (eriodiche nelle 1uali si im(acchettano gli elettroni.
?uesto d% luogo a delle configurazioni del reticolo cristallino dette,
!u-ico a cor(o centrato
!u-ico a facce centrate
$sagonale com(atto
La differenza (rinci(ale tra 1ueste configurazioni consiste nel numero di atomo contenuto in ogni cella elementare7 le
configurazioni !&! e !!! (ermettono di calcolare il lato del cu-o dalla dimensione della molecola. Inoltre (ermettono
di calcolare la densitV della cella elementare dal ti(o di molecola.

0ire"i!ni cristall!gra%ic.e.
'ia a la distanza fissa tra gli elementi del reticolo cristallino7 essendo il reticolo cu-ico tutte le distanze
interatomiche saranno uguali ad a.
/ssimilando la dimensione della cella elementare uguale ad 13 si (ossono definire le coordinate
cartesiane assumendo gli assi 4W3 X3 z5 a coincidenti con gli s(igoli della stessa cella in modo tale che
l8origine del sistema di riferimento si tro"i in corris(ondenza di un nodo.
In 1uesto modo si (ossono dare le (osizioni dei "ari atomi con una terna di "alori interi3 eccone alcuni esem(i,
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-iani e densit planare
.er indi"iduare la giacitura di un (iano si utilizzano generalmente gli indici di 0iller 4h3 k3 l5 mentre nel caso di reticoli a
cella esagonale (er designare i (iani si usano gli indici di 0iller#Dra"ais.
Fli indici di 0iller sono tre numeri interi3 scritti tra (arentesi tonda3 che (ossono essere determinati tracciando le
intersezioni del (iano considerato con gli assi 4W3 X3 z5 4traslando l8origine se necessario modo che non a((artenga al
(iano5. I "alori delle intersezioni "anno in"ertiti e molti(licati (er il (i9 (iccolo intero n che li renda interi 4se un (iano 6
(arallelo ad un asse le sue intersezioni con esso sono infinite3 l8in"erso 6 1uindi uguale a 05.
I (iani (ossono incontrare uno degli assi nella sua (arte negati"a in 1uesto caso l8indice di 0iller corris(ondente 6
negati"o. La densit% (lanare 6 (ari al ra((orto tra il numero di atomi cui centri sono tagliati dall8area in esame l8aria
selezionata. La simmetria della cella cu-ica fa sE che ci siano famiglie di (iani con la stesa dis(osizione degli atomi e la
stessa densit%. Le famiglie di (iani si indicano con gli indici di 0iller o di 0iller#Dra"ais scritti tra (arentesi graffe.
'i noti che gli indici di 0iller sono identici (er una famiglia di (iani (aralleli3 dato che in una struttura infinita non
a"re--e senso distinguere un (iano in (articolare. +i conseguenza le sei facce di una cella cu-ica3 due a due3 hanno gli
stessi indici.
Le deformazioni (lastiche dei metalli sono do"ute al mo"imento delle dislocazioni che a""iene (referi-ilmente lungo i
(iani e le direzioni a (i9 ele"ata densit%.
La duttilit% 6 la resistenza dei materiali con strutture !!!3 !&!3 $! e di(ende dal numero e dalla densit% dei (iani che
contengono il maggior numero di atomi3 (i9 (recisamente si definisce duttilit% la ca(acit% di un materiale di deformarsi
(lasticamente. La duttilit% ha un ruolo molto im(ortante nella la"orazione dei metalli ed 6 anche essenziale nel caso di
strutture metalliche che de"ono assor-ire l8energia di un im(atto3 come ad esem(io3 la carrozzeria di un automo-ile. La
ca(acit% di deformarsi (lasticamente aumenta in modo sostanziale ad alte tem(erature do"e (er tem(eratura ele"ata si
intende la tem(eratura alla 1uale (er un determinato materiale3 la diffusione a""iene ra(idamente. I metalli a struttura
cristallina cu-ica (ossiedono 12 sistemi di scorrimento ad alta densit% di atomi,
>ei cristalli !&! "i sono 1uattro (iani di"ersi del ti(o Y13131Z con tre direzioni indi(endenti K 1 1 0 M ogni (iano
I cristalli !!! si deformano di solito secondo sei (iani di ti(o Y13130Z e secondo due direzioni K1 1 1 M
I metalli a struttura esagonale 4titanio3 zinco3 magnesio5hanno solo tre sistemi di scorrimento.
/lla luce di 1uanto detto si e"ince che i metalli a struttura cu-ica hanno maggiore ca(acit% di deformazione 4duttilit%5 dei
metalli a struttura esagonale.
3. Strttre am!r%e
.er materiale amorfo intendiamo 1uindi una sostanza (ri"a di struttura cristallina in cui
(erci2 6 assente l8ordine a lunga distanza che 6 ti(ico dei materiali cristallini. La
condizione di solido amorfo si ha 1uando un materiale3 come ad esem(io il "etro3
soggetto a raffreddamento3 raggiunge una tem(eratura inferiore a 1uella di
solidificazione tro((o "elocemente (er (ermettere alla struttura cristallina di formarsi.
?uesto (rocedimento effetti"amente -locca l8arrangiamento nel li1uido degli atomi che
in 1uesto modo non sono (i9 in grado di scorrere l8uno dietro l8altro.
Bgni atomo 6 circondato da tanti atomi 1uanti sare--ero (resenti nella struttura regolare3
ed alla stessa distanza. La differenza sta che non esiste3 come nel caso dei li1uidi3 ordine
a lungo raggio. .er 1uesto moti"o le strutture amorfe sono strutture fondamentalmente
insta-ili3 (ronte a trasformarsi in cristallo nel momento in cui le condizioni
termodinamiche e cinetiche lo (ermettano. :na caratteristica fondamentale dei materiali
amorfi 6 la loro anisotro(ia 4assenza di direzionalit% nelle loro (ro(riet% meccaniche53
do"uta alla mancanza dei (iani di scorrimento.
'olitamente si (arla di solidi amorfi e di li1uidi mettendone in risalto la
dis(osizione degli atomi che (er entram-i 6 a corto raggio si tende 1uindi
s(esso a confonderli 4strutturalmente (arlando5 (er sem(lificarne la
descrizione.
$ im(ortante (er2 tenere sem(re (resente la differenza di tem(eratura che
li caratterizza3 (arametro 4energia termica5 che 6 fondamentale (er la
determinazione di uno stato fisico3 insieme all8energia di coesione. !86
infatti da tenere (resente che legami che caratterizzano i solidi amorfi non
si rom(ono tutti alla stessa tem(eratura 1uesto com(orta il fatto che non
ci sia una (recisa tem(eratura di fusione, cosE il solido amorfo3
all8aumentare della tem(eratura3 (rima rammollisce e (oi fonde.
La differenza fondamentale tra un solido amorfo ed un li1uido sta
(rinci(almente nella distanza tra gli atomi, i li1uidi hanno gli atomi (i9
distanti e la struttura 6 (i9 "uota ris(etto a 1uella dei solidi amorfi.
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$. La strttra c!mpatta dei materiali

Retic!l! di /ra(ais e celle elementari
Il fenomeno della cristallizzazione 6 un (rocesso s(ontaneo (oichQ com(orta la diminuzione dell8energia li-era del
sistema considerato ed il reticolo cristallino che si forma 6 un sistema in e1uili-rio3 ra((resenta la struttura cui
corris(onde il contenuto minimo di energia com(ati-ilmente ai com(onenti che lo costituiscono e alle condizioni di
tem(eratura e (ressione.
'i 6 detto come un cristallo risulti dalla ri(etizione3 nelle tre dimensioni dello s(azio3 della sua cella (rimiti"a3 che ne
ra((resenta la simmetria geometrica. La cristallografia descri"e la struttura di 1uesti cristalli e le leggi geometriche che ne
determinano la (osizione.
$ stato Dra"ais a definire le ) forme geometriche a cui corris(ondono i ) sistemi cristallini, cu-ico3 tetragonale3
ortorom-ico3 monoclino3 triclino3 trigonale ed esagonale3 differenti tra loro (er gli elementi di simmetria. Fli altri )
sistemi cristallini che si ottengono dalle stesse ) forme geometriche "ariano (er numero di (articelle contenute nella cella
elementare3 (er un totale di 14 reticoli di Dra"ais.
Cella elementare c;ica ed esag!nale c!mpatta
@ra le di"erse configurazioni3 1uelle (i9 com(atte e con addensamento massimo di atomi sono la struttura cu-ica a facce
centrate3 e 1uella esagonale com(atta. Inoltre si osser"a che3 in -ase alla distri-uzione degli atomi nei cu-i elementari3 si
(ossono tro"are tre di"ersi ti(i di celle cu-iche,
C;ica semplice: $ una struttura molto sem(lice nella 1uale i nodi sono
localizzati sui "ertici del cu-o.
C;ica a %acce centrate 1C:C3: La struttura cu-ica a facce centrate
corris(onde ad una configurazione molto com(atta la cui diagonale 41115 6
(er(endicolare ai (iani com(atti 41115. la maglia contiene 1uattro atomi con
numero di coordinazione >!N12
C;ica a c!rp! centrat! 1CCC3: La struttura cu-ica cor(o centrato 6 meno
com(atta delle altre3 comun1ue nella cristallizzazione dei solidi7 (ossiede un
atomo al centro3 che a contatto con ciascun atomo del cu-o. La maglia
elementare contiene due atomi ed il numero di coordinazione 6 >!N8.
'i osser"a facilmente che 1uesto ti(o di struttura 6 1uella che (resenta la
maggiore simmetria e ci2 ne facilita i calcoli. / causa della sua ele"ata
simmetria e 1uindi sta-ilit%3 la maggior (arte dei metalli cristallizza nei sistemi
!!! e !&!, nel (rimo cristallizzano 1uelli con media durezza e media
(lasticit%7 nel secondo3 in"ece3 cristallizzano 1uelli con (i9 -assa durezza ed
alta mallea-ilit%.
>sag!nale c!mpatta 1>C3: :n8altra comune configurazione 6 l8esagonale
com(atta 4$!53 essa 63 come la struttura cu-ica3 ad alta simmetria3 ma (resenta
una maggiore anisotro(ia reticolare. ?uesta 6 caratterizzata da addensamento
massimo di atomi che occu(ano i nodi di reticoli esagonali. 'olitamente
materiale struttura esagonale com(atta sono la"orati tramite trafilatura e
laminazione.
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#. Gli indici caratteristici dei materiali metallici
*ediamo i (arametri caratteristici delle strutture cristalline.
a . Amer! di at!mi per cella: 'i (u2 "edere come (er la !!! "i sia un atomo
al centro e otto atomi situati sui "ertici del cu-o3 ciascuno di 1uesti ultimi 6 in
comune con altre 8 celle elementari7 ne consegue in totale "i saranno 2 atomi
(er cella o""ero,
>ella !&! si (u2 notare che al centro di ogni faccia 6 (osto un atomo3 ciascuno dei 1uali do"r% essere condi"iso con la
cella adiacente7 sommando i contri-uti degli atomi dis(osti in corris(ondenza degli 8 "ertici del cu-o3
a"remo in totale 4 atomi (er cella o""ero,
.er la cella $! si (u2 "erificare facilmente che essa contiene atomi,
;. Amer! di c!!rdina"i!ne: 6 il numero di atomi (rimari "icini ad un atomo considerato7 risulta essere (ari ad 8 (er la
!!! 6 (ari a 12 (er la !&! e $!.
c. :att!re di c!mpatta"i!ne: 6 il ra((orto tra il "olume occu(ato dagli atomi in una cella ed il "olume della cella stessa7
d. 0ensit del materiale: 6 il ra((orto tra la massa degli atomi che occu(ano una cella ed il "olume della cella stessa,
6ras%!rma"i!ni all!tr!pic.e
Le strutture cristalline di molti materiali3 di interesse ingegneristico3 "ariano al "ariare della tem(eratura 4o""ero la
struttura di(ende dalla tem(eratura5. ?uesto ti(o di trasformazioni (rende il nome di trasformazioni allotro(iche o
(olimorfiche. Il (olimorfismo 6 la (ro(riet% di una sostanza di dare origine a differenti reticoli cristallini.
/d esem(io l8acciaio ha una struttura !&! (er tem(eratura al di so(ra dei 910<! ed assume una struttura !!! a (i9 -asse
tem(erature7 1uesto accade in 1uanto3 con l8aumentare della tem(eratura la de-ole forza secondaria tra gli atomi3 che
genera il sistema !!!3 "iene "inta dalla crescente energia termica3 che fa"orisce la tendenza degli atomi ad addensarsi
lungo linee di massimo im(ilaggio con numero di coordinazione (ari a 12 4che 6 a((unto caratteristico del !&!5.
&. Spa"i intersti"iali
'ono i "uoti che si "anno a formare tra gli atomi del reticolo cristallino7 essi (ossono ser"ire alla locazione di altri atomi
di diametro inferiore3 come a""iene in di"erse leghe. Fli s(azi interstiziali (ossono essere di due di"ersi ti(i,
6etraedrici, "uoti formati dall8addensamento di tre sfere3 l8una accanto all8altra3 su uno stesso (iano ed una 1uarta (oggiata sulle (recedenti7
cosE si ottiene un "uoto in grado di os(itare una sfera a"ente il diametro (ari a,
dN0.225 +
essendo + il diametro degli atomi che com(ongono il reticolo.
Ottaedrici, (er ottenere tale sito 6 sufficiente so"ra((orre due terne triangolari di sfere sfalsate tra loro di 0 gradi7 in 1uesto caso il "uoto
maggiore di 1uello tetraedrico3 infatti esso 6 in gradi di os(itare una sfera a"ente diametro (ari a,
d#(.*1* +
in riferimento a 1ueste due formule de"e essere (recisato che ha comun1ue (ossi-ile inserire negli s(azi interstiziali anche atomi con
diametro maggiore di 1uello ammissi-ile7 1uesto (er il fatto3 che (ossiamo immaginare i legami atomici come delle molle che "anno a unire
gli atomi e che 1uindi sono in grado di so((ortare e trasmettere le sollecitazione.
!omun1ue un limite dettato dalla legge s(erimentale di Hagg con la 1uale (ossi-ile calcolare il diametro massimo di un atomo che (u2
tro"arsi in (osizione interstiziale ,
d#(.,- + 4legge di <agg5
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?uesto diametro 6 stato calcolato considerando l8influenza delle sollecitazioni 1uando "engono allontanati gli atomi che
com(ongono il reticolo. I sistemi di massimo im(ilaggio e 4!&!3 $!5 la so"ra((osizione dei (iani sfalsati tra loro
determina3 attorno ad un atomo (reso come riferimento e a((artenente allo stesso (iano3 l8esistenza di tre "uoti tetraedrali
ciascun alternato da un "uoto ottaedrale.
>ei sistemi !!! non si (u2 (arlare di due ti(i di "uoti nettamente distinti in 1uattro (resente3
tra i 1uattro attimi al "ertice di una faccia e i due al centro di due celle contigue3 un solo ti(o
di "uoto, il "uoto ottaedrale.

'. I cristalli i!nici
>el legame ionico non si considerano singole co((ie ioniche3 ma cristalli ionici costituiti da molti ioni legati da forze
!oulom-iane formanti un reticolo cristallino. ?uindi mentre i legami co"alenti (ortano alla formazione di molecole (er
1uelli ionici si (u2 (arlare solo di cristalli. I cristalli ionici hanno tem(erature di fusione a--astanza ele"ate a causa degli
ele"ati "alori dell8energia reticolare.
+. Strttre dei s!lidi a legami c!(alenti

In materiali a legame co"alente generalmente hanno numeri di coordinazione e densit% molto (i9 -assi di 1uelli ionici
(erchQ i legami si res(ingono uno con l8altro e sono fortemente direzionali.
>el caso dei solidi (re"alentemente co"alenti3 la struttura determinata in (rimo luogo dalla geometria degli or-itali e
successi"amente dall8ingom-ro degli atomi. 'i ha (erci2 a che fare con materiali che hanno leggerezza e resistenza
ele"ata. I "alori delle energie dei legami co"alenti sono di norma assai ele"ati (erci2 le sostanze di 1uesta classe hanno
ele"atissime tem(erature di fusione e -asse o -assissime (ro(riet% conduttrici sia termiche che elettriche.
In 1uesti cristalli gli elettroni3 tutti im(egnati nei legami co"alenti tra atomi3 non sono mo-ili. Bgni cristallo co"alente
(u2 essere considerato una molecola gigante.
?uesti cristalli co"alenti sono in genere tridimensionali3 ma ci sono casi di cristalli co"alenti -idimensionali uniti fra loro
da forze di *an +er Saals7 ad esem(io la grafite3 nella 1uale il reticolo 6 (lanare con forma esagonale7 i (iani sono
de-olmente legati tra di loro dalle forze di *an +er Saals. Lo scorrimento di un (iano sull8altro rende la grafite adatta a
fare le mine (er le matite.

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Cap. 4 : I difetti della struttura cristallina
1. Vacanze ed atomi estranei
:n cristallo (erfetto 6 costituito dalla regolare ri(etizione nello s(azio di una stessa
cella fondamentale. >ei cristalli reali in"ece3 (er 1uanto si tenti di ricreare le
condizioni ideali di cristallizzazione3 esistono sem(re im(erfezioni localizzate in un
nodo -en determinato del reticolo7 tali im(erfezioni (rendono il nome di difetti
(untiformi. @ale denominazione non de"e trarre in inganno7 l8intera regione
limitrofa risulta infatti (ertur-ata (er distanze dell8ordine di un centinaio di raggi
atomici.
/nche nei casi in cui tali difetti siano in numero trascura-ile3 la loro (resenza ha note"oli ri(ercussioni sulle (ro(riet% del
cristallo7 (erci2 selezionando o((ortunamente le im(erfezioni reticolari si (ossono conferire materiali (ro(riet% che essi
non (ossede"ano originariamente.
/ seconda delle loro caratteristiche difetti sono di"isi in,
.acanze/ un nodo del reticolo non 6 occu(ato da alcun atomo e rimane "uoto.
La (resenza di una "acanza (ermette il mo"imento degli atomi del cristallo da
un nodo reticolare ad un altro7 1uesto fenomeno (rende il nome di diffusione. In
generale3 concentrazione delle "acanze "aria in funzione della tem(eratura.
Atomi interstiziali/ un atomo che3 in"ece di occu(are regolarmente un nodo3 occu(a uno degli s(azi interstiziali
del reticolo. ?uesti difetti normalmente non si generano in modo naturale3 ma (ossono essere introdotti a seguito
di irradiazione. L8atomo (u2 essere costituti"o del cristallo3 e 1uindi si ha un auto#interstiziale3 o((ure di elementi
estranei7 1uesto fenomeno "iene sfruttato ad esem(io (er aumentare le (ro(riet% meccaniche del ferro3 attra"erso
l8introduzione nel reticolo di atomi di car-onio che si dis(ongono in (osizione interstiziale.
$ssendo gli atomi di car-onio molto (iccoli essi (ossono andare ad occu(are gli
s(azi interstiziali (resenti nel reticolo cristallino del metallo. Il car-onio
interstiziale di im(ortanza fondamentale nel ciclo di incrudimento dell8acciaio
4lega di ferro e car-onio5 e la (resenza di 1uesto 6 controlla-ile tramite il
trattamento termico del metallo.
'o(ra i 910 < ! la struttura 6 !&!. Lo s(azio maggiore
tra gli atomi di ferro una raggio di 03052 nm che 6
leggermente (i9 (iccolo dell8atomo di car-onio.
/ 1uesta tem(eratura nel ferro !&! si (u2 sciogliere fino ad un massimo di circa il 23 1R
in (eso di car-onio3 1uantit% limitata dalla deformazione del reticolo do"uta la (resenza
di atomi interstiziali.
'otto i 910 <! la struttura del ferro cam-ia in !!! ed anche se 1uesta struttura
meno com(atta dell8altra3 lo s(azio interstiziale dis(oni-ile 6 inferiore3 non
su(eriore a 0302 nm. / causa della maggiore deformazione del reticolo3 una
1uantit% minore di car-onio 4circa lo 0302R5 (u2 essere sciolta nel ferro !!!.
:n trattamento termico dell8acciaio 6 la tem(ra7 essa consiste nel riscaldare la lega in modo tale che si trasformi
in !&!3 sciogliendo la 1uantit% richiesta di car-onio3 1uindi si raffredda la lega stessa in modo che gli atomi di
car-onio rimangano intra((olati una struttura !!! 4causando una deformazione del reticolo53 "engano s(inti a
formare car-uri di ferro.
Atomi sostituzionali/ un atomo di un elemento estraneo
al cristallo occu(a uno dei nodi del reticolo. @ale
atomo (u2 a"ere raggio atomico maggiore o minore
degli atomi che com(ongono il reticolo
2. 0i%etti di linea ! disl!ca"i!ni
La dislocazione3 o difetto di linea3 6 un difetto del cristallo do"uto alla deformazione della struttura cristallina3
deformazione incentrata intorno ad una linea 4detta linea di dislocazione5.
Le dislocazioni si creano durante la solidificazione di solidi cristallini ma si (ossono anche formare dalla deformazione
(lastica di 1uesti solidi3 (o8 essere anche do"uto all8addensamento di "acanze e dal disadattamento atomico nelle
soluzioni solide.
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!onsideriamo3 ora un cristallo a reticolo cu-ico ideale e immaginiamo
di tagliarlo secondo un (iano /D!+ 4come in figura53 s(ostando la
(arte su(eriore di una distanza interatomica. .er (ermettere il riformarsi
dei legami tra gli atomi necessario che lo s(ostamento si effettui lungo
il (iano di taglio. 'ul (iano di taglio /D!+ esistono un8infinit% di
direzioni di s(ostamento (ossi-ili3 di cui due sono (articolari.
?uando lo s(ostamento degli atomi a""iene in una direzione
(er(endicolare alla linea di dislocazione3 si com(rime una (arte del
cristallo e si osser"a la formazione di un semi(iano reticolare che
termina (ro(rio lungo la linea di dislocazione7 1uesto ti(o di difetto
(rende il nome di dislocazione a s(igolo. In genere si indica una
dislocazione a s(igolo (ositi"a con una @ ro"esciata e una dislocazione
a s(igolo negati"o con una @ normale.
!onsideriamo una dislocazione a s(igolo (ositi"a, so(ra la linea di dislocazione gli
atomi sono com(ressi e il cristallo si tro"a in com(ressione3 mentre al di sotto gli
atomi sono dilatati e il cristallo si tro"a in trazione. /ll8esterno del cristallo si osser"a
la formazione di un gradino la cui grandezza3 dell8ordine delle distanze interatomiche3
caratterizza lo s(ostamento degli atomi lungo il (iano di taglio.
?uando gli atomi si s(ostano la direzione (arallela alla linea di dislocazione si ha una
dislocazione a "ite. ?uesta (roduce una torsione li1uidare del cristallo a"ente come
asse la linea di dislocazione.
Disogna comun1ue notare che la maggior (arte delle dislocazioni sono com-inazioni
di com(onenti a s(igolo e a "ite e "engono dette dislocazioni miste. ?ualsiasi ti(o di
dislocazione (u2 essere "isualizzata con un microsco(io elettronico a trasmissione3
condizione della sezione del cam(ione in esame sia o((ortunamente assottigliata 4non
su(eriore ai 100 nm5.
0e%!rma"i!ni
:n materiale in esercizio 6 sotto(osto in cam(o elastico a sollecitazioni 4stress5 la cui natura (u2 essere (i9 com(lessa
ris(etto alle sem(lici sollecitazioni normali 4trazione e com(ressione5 o di taglio3 le 1uali tutta"ia ne ra((resentano le
com(onenti.
/((licando una sollecitazione su un cam(ione si (u2 causare una dislocazione7 se si "a ad analizzare la su(erficie
sollecitata si (ossono osser"are delle deformazioni a gradino chiamate -ande di scorrimento do"ute allo scorrimento degli
atomi del metallo lungo s(ecifici (iani cristallografici chiamati (iani di scorrimento. Il mo"imento delle dislocazioni3
detto a((unto scorrimento3 6 alla -ase della deformazione (lastica dei metalli e delle loro leghe. La deformazione 4strain53
intesa come ris(osta dei materiali ad una sollecitazione3 di(ende da "ari fattori,
dalla loro resistenza meccanica 4strenght5, cio6 dalla struttura reticolare 4solido#ceramico3 metallico3 (olimerico3 com(osito3 eccetera...57
dalla forza dei legami interatomici 4cur"e di !ondon#0orse57
dal numero di legami interatomici (er unit% di "olume7
dalla direzione di a((licazione del carico.
'e la deformazione si annulla istantaneamente allorchQ "iene tolta la sollecitazione3 nel caso 1uindi di deformazione
(uramente elastica3 ci2 (u2 a""enire secondo la legge di (ro(orzionalit% tra sforzo#deformazione7 se in"ece si continua a
sollecitare il materiale oltre il limite elastico si entra nel cam(o della deformazione (lastica e ci si scosta in maniera
sem(re (i9 accentuata dalla legge di (ro(orzionalit% sforzo#deformazione.
/ li"ello microsco(ico il com(ortamento deformati"o dei metalli3 delle leghe3 dei ceramici e dei (olimerici (u2 essere
s(iegato a (artire dalle fasi di (roduzione e la"orazione effettuata con dei (rocessi com(lessi costituiti da molti (assi.
Bgni (asso introduce difetti (untuali3 difetti lineari e difetti di su(erficie3 caratteristici ed il com(ortamento finale a"r%
delle (ro(riet% di(endenti dalla somma dei difetti introdotti lungo tutto il (rocesso. /lcune "olte nemmeno la conoscenza
della (o(olazione dei difetti introdotti dal (rocesso non garantisce la (re"edi-ilit% del com(ortamento e della
deforma-ilit% di 1uesti materiali 4ad esem(io una nuo"a (o(olazione di difetti (u2 nascere a causa di im(ro""ise
"ariazioni di tem(eratura detti shock termici5.
I difetti influiscono su di"erse (ro(riet% del materiale,
la resistenza meccanicadi(ende dal difetto (i9 grande in (rossimit% della su(erficie sotto(osta a trazione7
le (ro(riet% elastiche di(endono in"ece dalla intera (o(olazione dei (ori contenuti nei materiali7
la conduci-ilit% e la diffusi"it% termica diminuiscono all8aumentare del contenuto di im(urezze (resenti nel reticolo cristallino e del contenuto
di difetti cristallini7
la dilatazione termica 6 meno sensi-ile alla (orosit% ed ai difetti3 ma di(ende dalla omogeneit% del (otenziale atomico del reticolo cristallino.
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Sc!rriment!
Lo scorrimento3 definito come (rocesso in cui gli atomi
hanno la (ossi-ilit% di scorrere gli uni ris(etto agli altri3
im(lica necessariamente la rottura simultanea dei legami
molecolari (reesistenti nella struttura cristallina. La rottura di
1uesti legami a""iene grazie alla a((licazione di forze
esterne definite come sforzi di taglio3 la cui intensit% 6
in"ersamente (ro(orzionale al numero di dislocazioni
esistenti nel materiale stesso.
Le dislocazioni (ossono muo"ersi con facilit% attra"erso il
cristallo (erchQ sono (ochi gli atomi coin"olti nel (rocesso di
scorrimento e sono 1uindi (ochi legami che si de"ono
rom(ere. La facilit% di scorrimento "aria a seconda della
struttura della cella del cristallo (oichQ si ha un di"erso
numero di (iani di scorrimento.
L8insieme di un (iano e di una direzione di scorrimento 6
chiamato sistema di scorrimento3 1uesto nelle strutture
metalliche a""iene lungo una serie di sistemi caratteristici di
ogni struttura cristallina.
@utto ci2 com(orta o""iamente che anche uno stesso
materiale in condizioni di"erse e con una di"ersa struttura
cristallina3 a--ia caratteristiche meccaniche differenti.
In (articolare (ossiamo affermare che,
I cristalli metallici hanno (iani di scorrimento con densit% atomica ele"ata7 la "elocit% di scorrimento di(ende dallo sforzo a((licato 4(u2
essere (rossima a 1uella del suono5
I cristalli ionici hanno il mo"imento delle dislocazioni meno facilitato3 (oichQ il sistema di scorrimento effetti"o non di(ende unicamente
dalla struttura cristallina7 inoltre sono fa"oriti scorrimenti che non mettono a contatto ioni dello stesso segno.
I cristalli co"alenti hanno i legami orientati3 1uindi gli s(ostamenti delle dislocazioni risultano difficili ed altrettanto la deformazione (lastica3
ci2 "uol dire 1uesti materiali hanno un com(ortamento fragile.
I (olimeri hanno il mo"imento delle dislocazioni difficile (er la (resenza di catene7 anche essi sono materiali fragili.
Ostac!li delle disl!ca"i!ni
'i (u2 rafforzare un materiale (onendo degli ostacoli al mo"imento delle dislocazioni3
ad esem(io3 facendo (reci(itare una (articella del reticolo3 1uesta o arresta
com(letamente la dislocazione o la costringe a s(ostarsi su un (iano di"erso7 ci2
richiede (er2 molta energia. ?uesto fenomeno accade assai facilmente ad alte
tem(erature ed 6 il moti"o (er il 1uale un materiale in tali condizioni si deforma
(ermanentemente sotto un carico momentaneo.
?ett!re di /rgers
Il "ettore di Durgers Q la distanza di scostamento degli atomi attorno alla
dislocazione7 caratterizza l8am(iezza3 la direzione e il "erso delle dislocazioni. 'i
calcola nelle dislocazioni a s(igolo e in 1uelle a "ite (er mezzo del circuito di
Durgers eseguito in senso orario.
.artendo da un atomo 1ualun1ue del (iano reticolare ed effettuando uno stesso
numero di scatti in tutte le direzioni si torna nel caso di cristalli (erfetti all8atomo
di (artenza, il "ettore risulta nullo. +i"ersamente se il circuito si muo"e su una
dislocazione a s(igolo 4come figura5 o a "ite non si torna all8atomo di (artenza e
il tratto di chiusura 6 (ro(rio il "ettore di Durgers.
>elle dislocazioni a s(igolo il "ettore 6 (er(endicolare alla linea di dislocazione3
mentre nelle dislocazioni a "ite il "ettore di Durgers e la linea di dislocazione
sono (aralleli3 (er cui il (iano di scorrimento non 6 definito in modo uni"oco e
ogni (iano reticolare di grande densit% che contenga la linea di dislocazione 6 un
(ossi-ile (iano di scorrimento. .er 1uesto moti"o la dislocazione a "ite ha
maggiori (ossi-ilit% di s(ostamento.
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0isl!ca"i!ne a (ite
'i ha 1uando gli atomi si s(ostano in una direzione (arallela alla linea di
dislocazione. ?uesto (roduce una torsione li1uidare del cristallo a"ente
come asse la linea di dislocazione e si formano due scalini, i segni esteriori
dello scorrimento degli atomi gli uni sugli altri sono i gradini /++8 D!!8.
lo s(ostamento degli atomi 6 dato dal "ettore di Durgers.
+all8immagine si (u2 osser"are come il "ettore di Durgers sia (arallelo alla
linea di dislocazione /D.
La dislocazione a "ite si (u2 formare in un cristallo (erfetto che sia stato
tagliato da un (iano di sezione e al 1uale sia stato a((licato ris(etto al
(iano di sezione da una (arte e dall8altra una co(ia di sforzi di taglio.
?uesti sforzi di taglio introducono una regione di reticolo cristallino
distorto con forma di una ram(a a s(irale di atomi distorti3 da cui il nome
di dislocazione a "ite. La regione di cristallo distorto non 6 -en definita ed
interessa comun1ue un diametro (ari a molti atomi. /ttorno a 1uesto ti(o
di dislocazione si crea una regione di sforzi di taglio3 nella 1uale "iene
immagazzinata energia.
Inoltre la dislocazione non contiene (iani su((lementari, i (iani reticolari (er(endicolari alla linea dislocazione sono
leggermente deformati e si a""olgono a s(irale lungo la linea di dislocazione (resa come asse con andamento destrorso o
sinistrorso.
/ande di sc!rriment!
Lo scorrimento 4termine inglese cree(5 6 il (rocesso mediante il 1uale i (iani cristallini si muo"ono uno sull8altro in
conseguenza dello sforzo a((licato.
)ormazione di bande di scorrimento durante la deformazione plastica/ 4a5 ra((resenta uno cristallo sotto(osta a
trazione3 1uando lo sforzo a((licato su(era il carico di sner"amento 4-5 com(aiono le -ande di scorrimento e le
"arie (arti del cristallo scorrono le une sulle altre. In 4c5 6 ingrandita la zona e"idenziata in 4-5, lo scorrimento
a""iene su un gran numero di (iani (aralleli.
@ale meccanismo consiste nello sci"olamento di alcuni (iani cristallini su altri (iani sotto l8azione di sforzi di
taglio7 osser"ando un (ro"ino che ha su-ito 1uesto (rocesso3 si nota che sulla su(erficie sono com(arse delle
deformazioni a gradino3 dette -ande di scorrimento3 causate dallo scorrimento dei (iani cristallini. In realt% le
-ande di scorrimento sono suddi"ise in ulteriori gradini molto sottili detti linee di scorrimento.
)ormazione di bande di scorrimento durante la deformazione plastica/ 4a5 monocristallo sotto(osto ad una forza
di trazione3 4-5 -ande di scorrimento (er uno sforzo a((licato su(eriore al carico di sner"amento3 4c5
ingrandimento in dettaglio di -
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3. 0i%etti di sper%icie: di%etti di ;!rd! di gran!
Bgni grano 6 costituito da un reticolo cristallino con orientamento differente da
1uelli adiacenti. ?uesti microcristalli sono di"isi tra loro da zone chiamate -ordi di
grano. I grani hanno origine durante la solidificazione del metallo3 o""ero dalla
formazione di nuclei di solidificazione casualmente orientati che (oi si accrescono
fino alla conclusione del (rocesso ostacolandosi l8un l8altro.
Le dimensioni3 l8orientamento e la struttura dei grani determinano alcune (ro(riet%
meccaniche 1uali ad esem(io la resistenza a carichi ele"ati al "ariare della
tem(eratura. +8altra (arte la dis(osizione degli atomi lungo i -ordi di grano
influenza le (ro(riet% chimiche ed elettriche.
'e si considerano due grani distinti e contigui3 tutte le (ossi-ili reci(roche orientazioni (ossono essere sem(lificate come
rotazioni degli stessi a intorno ad uno dei tre assi coordinati di una o((ortuna terna di riferimento.
>elle figure a e - si ha un esem(io di -ordi di flessione 4tilt5 i 1uali contengono un asse di rotazione dei grani7 nella
figura c si ha un -ordo di torsione 4t[ist53 in cui l8asse di rotazione 6 ad esso (er(endicolare. Inoltre il -ordo di grano (u2
non essere simmetrico ris(etto ai due cristalli ma ruotare a sua "olta intorno agli assi W e X 4 figure d ed e5. In un materiale
(olicristallino ogni -ordo di grano ha 1uindi cin1ue gradi di li-ert% e sono necessari cin1ue (arametri (er indi"iduarlo.
I -ordi di grano non sono altro che regioni dello s(azio dello s(essore di (oche distanze interatomiche3 do"e due grani
adiacenti si adattano l8un l8altro3 se l8angolo che i due cristalli formano tra loro 6 minore di dieci gradi si (arler% di -ordi di
grano a (iccolo angolo. In 1uesto caso il -ordo di grano (u2 essere descritto in termini di im(ilamento regolare di
dislocazione e gli atomi ad esso adiacenti a((artengono con (iccole distorsioni ad entram-i i cristalli.
?uando l8angolo su(era i dieci gradi si hanno -ordi di grano a grande angolo e non 6 (i9 (ossi-ile distinguere le singole
dislocazioni a causa del disordine atomico nella regione di contatto.
In ogni caso (otre--e sem-rare che 1uesti -ordi inde-oliscono il materiale3 in realt% accade il contrario. In caso di tem(ra
il materiale formato da grani (iccoli (resenta numerosi -ordi in grado di ostacolare le dislocazioni e di ridurre il numero
di "acanze in (rossimit% degli stessi. /l contrario3 ad alta tem(eratura 6 o((ortuno aumentare le dimensioni dei grani
4cosa che a""iene anche naturalmente5 (oichQ una e"entuale frattura si (ro(aghere--e lungo le loro su(erfici di
se(arazione.
.arlando 1uindi di -ordi di grano non do--iamo mai scordare la du(lice funzione di sorgente di difetti ed al tem(o stesso
di ostacolo al loro mo"imento.
$. >sempi e anal!gie
Le figure seguenti mostrano lo scorrimento di un -locco di atomi su un altro in un
cristallo metallico (erfetto (er un (ossi-ile modello atomico. I calcoli fatti -asandosi su
1uesto modello mostrano che la resistenza di tali cristalli do"re--e essere circa da 1000 a
10000 "olte (i9 grande della resistenza allo scorrimento realmente osser"ata. >el caso di
scorrimento atomico di grossi cristalli metallici3 durante la deformazione (lastica non si
ha scorrimento contem(oraneo di grandi 1uantit% di atomi3 (oichQ richiedere--e tro((a
energia7 ha in"ece luogo un (rocesso a (i9 -assa energia che im(lica lo scorrimento di
un (iccolo numero di atomi (er "olta.
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La deformazione di grossi cristalli metallici (er -assi "alori di sollecitazione (u2 a""enire solo nel caso di un ele"ato
numero di dislocazioni (resenti 3 1ueste si formano in grande numero gi% durante la solidificazione3 ma durante la
deformazione se ne formano ancora di (i9. In 1uesto modo un cristallo che ha su-ito un alta deformazione (u2 contenere
fino a 10
12
cmIcm
3
.Le figure mostrano schematicamente come una dislocazione a s(igolo (u2 (rodurre uno scorrimento
unitario in (resenza di -assi sforzi di taglio. ?uesto meccanismo di scorrimento richiede uno sforzo relati"amente -asso3
(oichQ ad ogni istante solo un (iccolo numero di atomi scorre sugli altri.
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Cap. # : Il cediment! per %rattra
T indis(ensa-ile (oter (re"edere accuratamente le sollecitazioni che (ro"ocano il cedimento di un materiale e le modalit%
con cui tale cedimento (u2 a""enire3 in di(endenza delle condizioni am-ientali3 delle "elocit% di a((licazione delle
sollecitazione3 della conformazione del materiale secondo di"erse geometrie.
'i definisce la frattura come la di"isione in due (arti di un cor(o do"uta all8a((licazione di una forza a tem(eratura
inferiore a 1uella di fusione del materiale. !i sono "arie ti(ologie di cedimento,
frattura duttile , 6 caratterizzata da una deformazione (lastica a((rezza-ile e alto assor-imento di energia7
frattura fragile , ha una deformazione (lastica (oco e(er niente a((rezza-ile e ha un -asso assor-imento di energia7
frattura a fatica , la (i9 insidiosa (erchQ a""iene (er sollecitazioni -assissime e non d% (rea""iso7
frattura dovuta a creep .
'i (referisce solitamente la frattura duttile (erchQ i materiali che seguono 1uesto (rofilo di solito sono (i9 tenaci e ci sono
e"identi segnali 1uando il materiale si a""icina alle condizioni di cedimento.
1. La %rattra dttile
Il la"oro necessario (er (ortare un materiale a frattura duttile 6 a--astanza ele"ato (erchQ oltre ai fenomeni dissi(ati"i c86
anche una modifica della distorsione e un riallineamento che a""engono a s(ese del la"oro. @utte le (ro"e di trazione
sono simili fino alla strizione 4(er (ro"ini uguali53 i "alori si addensano intorno al loro "alore medio ma non sono mai
uguali3 in ogni caso la definizione teorica dell8allungamento non si "erifica mai,
e
0
=Al / l
0
.
>elle (ro"e di trazione uniassiale si ha che,
la su(erficie finale di frattura 6 a 45< ris(etto all8asse del (ro"ino7
il "alore massimo del taglio 6 a 45<7
inoltre tagliando il (ro"ino a 45 < si "ede che gi% all8interno del
materiale le dislocazioni si muo"ono (er sforzo di taglio e non (er
sforzo di trazione.
*ediamo il (rocesso di frattura,
formazione di strizione iniziale7
formazione di (iccole ca"it%7
coalescenza dele ca"it% a formare una cricca7
(ro(agazione della cricca7
rottura finale a taglio a 45<.
'i hanno fratture di (rofilo caratteristico3
nella fotografia si ha il (rofilo detto a
\tazza e cono]3 sotto in"ece si hanno
ris(etti"amente due (ro"ini, uno altamente
duttile e uno moderatamente duttile.
Infine "ediamo due immagini '$0 di frattura fragile3 nel (rimo
caso si hanno ra((resentate delle fossette sferiche ti(iche di frattura
duttile (er trazione uniassiale3 in"ece del secondo caso si hanno
fossette (ara-oliche che si ottengono nel caso di sollecitazione di
taglio.
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2. La %rattra %ragile
In 1uesto caso3 come a--iamo gi% "isto3 non si ha una deformazione (lastica a((rezza-ile,
le cricc.e si (ro(agano lungo (iani cristallografici di cli"aggio se(arando gli atomi 4si (arla di %rattra transgranlare53 i (iani di cli"aggio
sono 1uelli con indici di 0iller (i9 -assi (ossi-ili3 o""ero laddo"e non ci sono s(orgenze di atomi di altri (iani 46 anche una zona di energia
di legame -assa57
i materiali meno duri e a grani grossi tendono a mostrare i )c.e(r!ns* o una dis(osizione \fan#like] 4sono come linee di flusso5 che si
estendono dal (unto di inizio della frattura7
materiali duri o a grana fine non hanno (attern riconosci-ili7
materiale amorfi 4come il "etro5 hanno su(erficie di frattura lucenti e smussate7
i cristalli (erfetti su-iscono una frattura fragile (er uno sforzo 0=E/10 3 in"ece i materiali a struttura cristallina normale hanno
resistenza a frattura 0=E/10-E/1000 .
Cricca che si propaga da un punto
Frattura transgranulare
6e!ria di Gri%%it.
In 1uest8ottica Friffith (ro(ose l8idea che delle microsco(iche cricche nel "olume del
materiale (ro"ocassero un innalzamento degli sforzi in zone (articolari del materiale
e offrissero 1uindi dei luoghi do"e la (ro(agazione delle cricche 6 facilitata
riducendo cosi la resistenza a frattura del materiale intero.
'i ha il coefficiente di concentrazione degli sforzi,
K
t
=
c
m
c
0

se,
m M resistenza a frattura allora si ha cedimento7
m K resistenza a frattura allora >B> si ha cedimento7
il "alore
m
6 calcolato (er una sezione considerata (ri"a di
cricche o anomalie3 (oi "iene inserito un coefficiente di
sicurezza (onderato in -ase all8es(erienza.
*ediamo anche la deformazione all8a(ice della cricca in fase di allargamento,
*ediamo la formula di Friffith3 consideriamo il (ro"ino in figura di s(essore unitario3 si ha,
energia elastica rilasciata
E
E
=2nl
2
1
1
2
c
2
E
E
E
=
nl
2
c
2
E
7
energia di sper%icie per de %acce
E
S
=|2l12E
S
=4l .
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'i ha,

l
( E
e
+E
s
)=

l
(
nl
2
c
2
E
+4l )=
2nl c
2
E
+4=0 da cui
2nc
2
E
l=4 e 1uindi nl c
2
=2E
c
.
nl =
.
2E con,
K
!"
=.2E detto &/@@BG$ !GI@I!B +I '&BGAB3
ser"e a determinare le situazioni di frattura fragile3 in tali casi infatti non si (u2 determinare una lunghezza o uno sforzo
di rottura3 ma il loro (rodotto d% un indicazione utile alla (rogettazione.
'i tro"a lo sforzo critico definendo il fattore di intensit% dello sforzo come,
#c.l=K
!"
3
"ediamo che 6 funzione della geometria3 dello sforzo e della lunghezza della cricca. 'e il
com(ortamento 6 duttile allora si de"e inserire in = l8a((orto energetico ma c86 in (i9 la com(licazione
che riguarda la forma della cricca che tende ad arrotondarsi3 nel caso in cui non ci fosse stata la cricca
si a"re--e a"uto la sola ^ . 'i ottiene dalla (recedente le es(ressioni della tensione critica o della
lunghezza di cricca critica a seconda che siano note &1
2$
3 l' o &1
2$
3 ',
c
c
=
K
!"
#
.
l
7 l
c
=
K
!"
2
#
2
c
2
?uando si ha che,

l
( E
e
+E
s
)=$ENA"!$A A FA$$%A
allora si ha che tutta l8energia "iene con"ogliata nella cricca che si (ro(aga (er tutta la sezione del (ro"ino (ro"ocando la
&G/@@:G/ !/@/'@GB&I!/.
!onsideriamo ora il meccanismo di formazione della cricca3 "alutiamo il
diagramma sforzo#deformazione3 la cricca che (ro"oca la rottura non c86
al momento della creazione del (ro"ino ma si "iene a creare al momento
della strizione. Il meccanismo che (orta a cricca nel caso della teoria di
Friffith 6 identico e causato dal fenomeno delle dislocazioni3 1uindi
1uesto diagramma ra((resenta un riassunto del com(ortamento del
materiale.
'i ha che la (ro"a 6 definita lenta 1uando all8interno del materiale c86
tem(o (er gli assestamenti3 i fenomeni diffusi"i che hanno luogo nel
materiale im(ediscono 1uesta omogeneit% e (ortano a una (ro"a non
lento3 1uesta ridistri-uzione energetica mancante 6 1uella che (ermette la
"ariazione di dimensioni del materiale.
'i ha che l8energia di legame oscilla tra 1uesti due (unti di minimo e
massimo do(o l8a((orto di energia termica do"uto all8a((licazione delle
tensioni. !i2 che noi osser"iamo a li"ello macrosco(ico non 6 altro che la
media dei fenomeni microsco(ici.
6ransi"i!ne dttile2%ragile
0olti metalli mostrano un cam-iamento del (ro(rio com(ortamento
da duttile a fragile con l8a--assarsi della tem(eratura oltre un "alore
limite.
'i sfrutta il fenomeno dell8im(atto (er tro"are a 1uale tem(eratura la
frattura a""iene in modo fragile3 ricordiamo il modulo di tenacit%,

0
e

cde .
'i a"r% che il "alore della frattura (er urto sar% di"ersa dal modulo di tenacit% tro"ato in (ro"a uniassiale3 (erchQ la (ro"a
d8urto a""iene grazie al (endolo di !har(X che 6 a((rossimato da una deformazione (lastica ma la com(onente di frattura
duttile (u2 essere ignorata (er "ia dell8intaglio che si fa al (ro"ino.
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_
s
^
s
0,002
Apporto !i
energia
termica
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?uindi (er materiali che de"ono contenere materie fredde si de"ono scegliere materiali criogenici che non hanno
transizione duttile#fragile col freddo3 ad8es. i metalli !&!. ?uesto 6 stato il moti"o di affondamento del @I@/>I!.
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Cap. & : Il cediment! per %atica
1. Il caric! ciclic!
'otto(oniamo un -arra a sezione circolare (iena ad un carico assiale ciclico di trazioneIcom(ressione3 si ha,
c
max
=
F
max
A
e c
min
=
F
min
A
1uindi Ac=c
max
c
min
date c
a
=
c
max
c
min
2
e c
m
=
c
max
+c
min
2
si
definiscono,
ra((orto di sollecitazione =
c
min
c
max
7
ra((orto di am(iezza
A=
c
a
c
m
=
1
1+
.
Cicl! altern! simmetric!
'e F
min
=F
max
allora si ha un ciclo a "alore medio nullo, c
m
=0 da cui c
min
=c
max
e (er le altre grandezze,
=
c
min
c
max
=1 7
A=
1
1+
=
e c
a
=
c
max
c
min
2
=c
max
1uesto ti(o di ciclo 6 anche detto \alterno simmetrico] ed86 caratterizzato da =1 e A= .
Cicl! dall! "er!
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+efiniamo altri (arametri influenti,
)re4uenza OHzP , cicli al secondo3 in generale influenza la fatica solo se sono anche (resenti effetti am-ientali come l8umidit% o tem(erature
ele"ate7
)orma d'onda , ci sono molte(lici forme d8onda 4sinusoidale3 1uadrata3triangolare3 e altre5 e influenza la fatica solo se sono (resenti anche
altri effetti am-ientali.
2. -r!getta"i!ne di n c!mp!nente a %atica
'i (u2 (rocedere in due modi di"ersi,
il (rimo modo3 1uello (i9 classico3 consiste nel mettere in relazione la durata del com(onente 4numerodi cicli5 (rima di giungere alla rottura
con lo stato di sollecitazione agente sul com(onente e -asandoci sul confronto con dati s(erimentali7
il secondo3 un a((roccio (i9 locale3 concentra l8attenzione sul difetto e sulle condizione al contorno chene determinano l8accrescimento fino
alle dimensioni critiche3 mettendole in relazione con i carichi agenti e le caratteristiche di resistenza a frattura del materiale.
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Cr(e S%!r"!2?ita del c!mp!nente
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-r!getta"i!ne a )stress2li%e*
'e (ro"iamo a ra((resentare la legge log(c
a
) in funzione di
log(2N
f
) do"e (2N
f
) ra((resenta il numero di in"ersioni 4due
(er ogni ciclo5 si otterr% una relazione lineare ti(o,
Ac
2
=c
a
=c&
f
(2"
f
)
'
do"e,

c&
f ra((resenta il coefficiente di resistenza a fatica 4(er la maggioranza
dei metalli 6 (i9 o meno la met% della c
f
reale a fatica57
'=0,0#-0,12 6 l8es(onente della relazione di Das1uin7
-r!getta"i!ne a )strain2li%e*
L8a((roccio a \stress#life] 6 a((lica-ile a situazioni che coin"olgono essenzialmente
solo deformazione nel cam(o elastico. !i si as(etta comun1ue una lunga "ita a fatica e
(er situazione con altri sforzi3 tem(erature e concentrazioni degli sforzi 4ad es. in caso
di (resenza di intagli5 do"e si (ossono localmente "erificare deformazioni (lastiche
1uesto a((roccio non 6 consigliato.
In 1uesti casi (i9 che all8am(iezza degli sforzi c
a
con"iene concentrarsi
all8am(iezza delle deformazioni (lastiche
Ae
p
2
. @racciando un grafico di
log(
Ae
p
2
) "erso log(2N
f
) si ha un andamento lineare.
.er ra((resentare 1uesto andamento si ha la relazione di !offin#0anson,
Ae
p
2
=e&
f
( 2N
f
)
c
3 do"e,

e
p
/2
6 l8am(iezza della deformazione (lastica7
e&
f
6 il coefficiente di duttilit% a fatica 4N duttilit% a rottura (er la maggior (arte dei metalli57
c 6 l8es(onente della duttilit% a fatica3 (er molti metalli si ha c=0,#-0,$ .
3. Appr!cci! micr!meccanic! della r!ttra a %atica 1L>GG> 0I -ARIS3
La differenza fondamentale tra sollecitazione statica e sollecitazione ciclica 6 che nella (rima3 finchQ il fattore di intensit%
degli sforzi = non raggiunge un "alore critico =
c
le cricche (resenti nel materiale non (ossono aumentare di dimensioni3
in"ece nel caso di sollecitazione ciclica il = a((licato (u2 essere -en al di sotto di =
c
ma con il (assare dei cicli le cricche
aumentano comun1ue di dimensione.
La (rogettazione (u2 1uindi essere sicura (er carichi statici e di"entare (ericolosa nel caso di sollecitazione a fatica3 ecco
(erchQ 1ualun1ue fluttuazione del carico "a (resa in considerazione3 anzitutto dalla (rogettazione,
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/ 1uesto (unto ci si (one un (ro-lema o""io, cosa succede 1uando un difetto 6 sollecitato da un carico "aria-ile nel
tem(oC e 1uale relazione c86 tra la fatica e la meccanica della fratturaC
'i (ossono raccogliere in un grafico dei dati s(erimentali3 tro"ati im(onendo una serie di carichi "ia "ia crescendo
c
4
>c
3
>c
2
>c
1
e con dimensioni del difetto anch8esse "aria-ili a
4
>a
3
>a
2
>a
1
.
*ediamo che la "elocit% di (ro(agazione della cricca
da
dN
di(ende dallo stato di tensione
all8a(ice del difetto che di(ende solo dal modo di a(ertura e dal fattore di intensit% delle
tensioni =,
da
dN
=f (Ac( a(#)=f (AK) detta L$FF$ +I ./GI'3 si ha,
da
dN
="AK
n
con
AK=#Ac.na
In 1uesto modo il grafico do"re--e essere una retta con (endenza m3 l8andamento reale
in"ece ha 3 regioni Y/3 D3 !Z. +efiniamo (er una sollecitazione ciclica,
AK=K
max
K
min
che deri"a da Ac e dalla geometria della cricca3 sia Aa l8aumento delle dimensioni
della cricca do(o > cicli3 si ha la relazione,
Aa
AN
-
da
dN
="(AK)
m
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/ 1uesto (unto definiamo il concetto di fattore di intensit% dello sforzo \soglia] che chiamiamo AK
t)
3 1uando AK
6 inferiore o uguale a AK
t)
la "elocit% di crescita delle cricche 6 cosi -assa che si (u2 su((orre che le cricche
rimangano dormienti (er un tem(o indefinito. 'ul (iano (ratico si assume come definizione o(erati"a di AK
t)
1uel
AK a cui corris(onde una "elocit% di crescita inferiore a 10
#8
mmIciclo.
/--iamo "isto che AK=#Ac.na con ; di(endente dalla geometria e che (u2 1uindi essere considerata costante
da
dN
="(#Ac.na)
m

a
0
a
f
da
a
m/ 2
="#
m
(Ac)
m
n
m/2

0
N
f
dN
(er m>2 ,
N
f
=
2
(m2)"#
m
(Ac)
m
n
m/ 2

|
1
a
0
(
m2
2
)

1
a
f
(
m2
2
)

7
(er m=2 ,
N
f
=
1
"#
2
(Ac)
2
n
ln
a
f
a
0
.
Le costanti c e m sono (arametri che di(endono dal materiale considerati e de"ono essere determinati s(erimentalmente
4"alori ti(ici sono m=2-4 (er i metalli e m=4-100 (er i ceramici e (olimeri5. >el caso in cui ; non fosse
costante la soluzione dell8e1uazione di .aris de"e essere effettuata con metodi numerici.
/ltra nota im(ortante 6 che nel regime di .aris la "elocit% di crescita delle cricche 6 (oco sensi-ile al ra((orto di
sollecitazione G3 il (arametro chia"e che go"erna il fenomeno 6 AK .
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Cap. ' : Sc!rriment! (isc!s! a cald! ! )Creep*
!i sono due modi (er deformare il materiale,
0e%!rma"i!ne c!stante
E
r
(t )=
c(t )
e
0
S%!r"! c!stante
E
c
(t )=
c
0
e(t )
Il com(ortamento dei di"ersi ti(i di materiali 4elastico3
"iscoelastico e "iscoso5 cam-ia a (arit% di carico a((licato.
/l crescere della tem(eratura il materiale (assa da
essere elastico a essere "iscoso3 lo scorrimento
"iscoso a caldo 6 un fenomeno che (orta il materiale
a deformazione e ser"e (er caratterizzare il
com(ortamento "iscoelastico. !onsiste
nell8a((licare3 ad alte tem(erature3 uno sforzo
costante e osser"are l8e"oluzione della deformazione.
+urante lo scorrimento iniziale 4primari!5 c86
scorrimento delle dislocazioni seguito
dall8allungamento del materiale e dalla creazione di
nuo"e dislocazioni. / 1uesto (unto il materiale
incrudisce o ha resistenza inferiore a (rima.
>el sec!ndari! il calore non smaltito (ro"oca la
ricottura del materiale (ermettendogli di recu(erare e
dislocazione3 in"ece nel ter"iari! il materiale non ha
(i9 1uesta ca(acit% e si a""ia al li"ello di
incrudimento massimo e infine alla rottura.
*ediamo ora l8influenza dello stress e della tem(eratura sul cree(. Il tratto iniziale delle cur"e ci fa ca(ire che si tratta di
un materiale (lastico e non di un metallo (erchQ non ci sare--e il tem(o di transizione nei metalli.
'i ha l8es(ressione della "elocit% di deformazione,

e
s
=K
1
c
n
7

e
s
=K
2
c
n
e
*
c

$
36/42
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Cap. + : Materiali p!limerici
1. Intr!d"i!ne
>on si ha un "ero e (ro(rio materiale a li"ello di monomero3 esso de"e essere sintetizzato di"ersamente dai metalli che si
tro"ano gi% in natura. I monomeri de"ono essere aggregati in lunghe catene (er dare consistenza all8insieme e creare cosE
un materiale usufrui-ile allo sco(o della meccanica. :na catena (olimerica (u2 essere formata da (i9 monomeri3 in
1uesto caso si (arla di co(olimero.
Addi"i!ne
?uando si sintetizzano i (olimeri si ha che3 di"ersamente da altre
sostanze le cui molecole non cam-iano3 nei (olimeri 4do"endo
essere cosE sintetizzati5 l8effetti"a lunghezza delle macromolecole
sar% casuale.
'i considera il (eso medio macromolecolare (er dare una idea del
risultato della addizione7 o""iamente (i9 lunghe e meglio
distri-uite saranno le catene 4con una cur"a di distri-uzione (i9
stretta5 (i9 si a"r% un miglior risultato (er l8uso industriale e
tecnologico.
!onsiderato il grafico sottostante in cui le (ro(riet% sono
strettamente legate in modo crescente al (eso molecolare del
(olimero3 si ha che oltre un certo "alore si ha una zona di (lateau
do"e le (ro(riet% "ariano (ochissimo con un ulteriore aumento
del (eso molecolare.
-!limeri""a"i!ne
La costruzione di una struttura (olimerica non Q (ossi-ile che con elementi a"enti una "alenza uguale o su(eriore a due, i
tre (rinci(ali elementi alla -ase delle strutture (olimeriche sono l8ossigeno 4-i"alente53 il car-onio ed il silicio
4tetra"alenti5. I meccanismi di formazione dei (olimeri sono,
Policondensazione , >ella (olicondensazione di"ersi monomeri o (rodotti intermedi "engono uniti fra di loro mediante gru((i terminali
reatti"i con dissociazione di (rodotti secondari "olatili 4ac1ua3 ammoniaca5. La grandezza molecolare dei (olicondensati "iene regolata dal
ra((orto di massa dei (rodotti di (artenza e dalle altre condizioni di reazione.
0onomeri del medesimo ti(o "engono uniti assieme nei (unti delle molecole3 da((rima occu(ati da idrogeno3 in modo tale che l8ossigeno3
mediante ossidazione si se(ari sotto forma di ac1ua.
'e si uniscono monomeri con ognuno dei due gru((i reatti"i3 in modo da formare lunghe molecole a struttura lineare3 allora si formano
materiali termo(lastici, (oliammidi3 (oliestere lineare3 eccetera.
La (olicondensazione a stadi di materiali con (i9 di due (unti reatti"i (orta a macromolecole reticolate tridimensionalmente3 cio6 a materiali
termoindurenti 4ad8es. i feno(lasti e gli ammino(lasti5.
Poliaddizione , >ella (oliaddizione le macromolecole "engono costruite mediante l8unione reci(roca di gru((i reatti"i3 con raggru((amento
strutturale interno3 senza la dissociazione di sostanze "olatili. /l creare i monomeri da (olimerizzare tramite (oliaddizione3
caratteristicamente a -asso (eso molecolare3 le reazioni di dissociazione (er la formazione di gru((i terminali che (oi andranno a legarsi3
antici(ano le cosiddette reazioni di condensazione macromolecolare.
?uesta tecnologia 6 adatta (rinci(almente (er la reticolazione senza (ressione durante la la"orazione delle materie (lastiche. Le resine
e(ossidiche e i (oliuretani risultano ti(ici (rodotti di (oliaddizione.
La reazione di (olimerizzazione3 in generale3 6 note"olmente esotermica (oichQ ogni legame do((io3 "iene sostituito con
due legami sem(lici con energia di formazione (i9 -assa. ?uesto ti(o di (rocesso 6 maggiormente usato (er la sintesi di
materiali termo(lastici. I monomeri (rodotti da sostanze gassose o li1uide3 si accatastano in seguito alla dissociazione di
do((i legami insaturi fino a formare molecole a struttura lineare3 senza se(arazione di (rodotti secondari.
Le reazioni di (olimerizzazione "engono a""iate mediante atti"azioni dei monomeri reatti"i o mediante assor-imento di
energia 4luce3 calore3 irradiamento5 o((ure mediante catalizzatori 4(er esem(io (erossidi che in (iccole 1uantit% si
decom(ongono in radicali molto reatti"i funzionanti da efficaci agenti iniziatori5.
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L8interruzione della catena ad un grado di (olimerizzazione desiderato
"iene effettuata mediante la saturazione laterale di catene crescenti
o((ure mediante ini-itori radicali aggiunti alla miscela di reazione
come sostanze di regolazione. Il radicale trattato (u2 far originare una
nuo"a catena.
'e si dis(one di una catena finita3 allora si origina una ramificazione
della catena. .er ottenere (articolari caratteristiche si (roducono
(olimerizzati a segmenti o((ure co(olimeri a -locchi3 nei 1uali le
sezioni (i9 lunghe di catene di monomero3 (olimerizzano
alternati"amente con altre3 o((ure (olimerizzati ad innesto3 do"e in
determinati (unti atti"i delle molecole a struttura lineare 4(olimero
matrice5 si fanno (olimerizzare catene laterali di altri monomeri. La tecnologia della (olimerizzazione ad innesto rende
(ossi-ili molte(lici com-inazioni di (olimeri altrimenti non com(ati-ili e materie (lastiche con 1uesto ti(o di (ro(riet%.
*ediamo i "ari ti(i di catene (olimeriche e di co(olimeri che (ossono formarsi,
La ro-ustezza dei (olimeri 6 strettamente legata a catene e gro"igli. In un (olimero lineare i legami tra le catene 4o tra
differenti (arti della stessa catena5 sono i de-oli legami di *an +er Saals che non riescono ad im(edire alle molecole di
scorrere l8una sull8altra causando la deformazione (lastica. $ soltanto la (resenza dei gro"igli che garantisce la
ro-ustezza. L8energia termica fa sE che le catene si sgro"iglino e slittino (i9 ra(idamente.
Lo scorrimento dei (olimeri 4deformazione sotto un carico inferiore alla forza di legame5 6 un fenomeno im(ortante.
?uando le catene sono (arallele tra di loro la dis(osizione degli atomi (ermette un maggior numero di legami e 1uesto
incrementa la ro-ustezza. /nche il (i9 regolare (olimero (u2 essere semicristallino ma soltanto se il materiale in fase
li1uida 6 lentamente raffreddato3 si (ossono formare sferuliti nei 1uali il ri(iegamento delle catene molto regolare e
contri-uisce ad un ordine a grande distanza con un8am(ia cella unitaria.

Cristallinit
/ll8interno della macromolecola c86 il legame chimico
atomico (rimario molto rigido3 1uesto rende la
macromolecola rigida e difficile da deformare3 ma tra
le macromolecole c86 un legame elettrostatico che non
6 rigidissimo3 e (ermette il mo"imento se((ur limitato
4a meno che non ci sia un (onte di legame5 .
:n8altra differenza tra i (olimeri e gli altri solidi 6 che
al momento della solidificazione3 il materiale
(olimerico non ha una riorganizzazione della sua
struttura cristallina che "iene sem(licemente fissata
nello stato in cui si tro"a.
I (olimeri 1uindi non hanno una tem(eratura di fusione
ma una tem(eratura do"e le catene si fissano senza
organizzarsi senza una li-era mo-ilit% tra di loro3
"ediamo 1uindi che li"ello microstrutturale i (olimeri
sono amorfi 41uesta 6 una regola che si a((lica alla
maggioranza dei casi ma non 6 sem(re cosE7 di(ende
dal materiale e dalle tecnologie usate (er sintetizzare e
(er riorganizzare micro strutturalmente il materiale5.
/lcune (arti (er2 del materiale (olimerico che sono gi%
organizzate tendono ad a""icinarsi e a fissarsi3 1uesto
(orta alla creazione di zone cristalline.
'i definisce @
g
la tem(eratura di transizione "etrosa3 sotto 1uesta tem(eratura la struttura amorfa ha comun1ue delle
caratteristiche meccaniche3 studiando le "elocit% di scorrimento delle catene (olimeriche l8una sull8altra in -ase alla
tem(eratura in cui si tro"ano si ottengono i grafici di cui so(ra.
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2. Materiali p!limeri a strttra semplice
I (olimeri sono generalmente classificati ris(etto alla loro struttura3 alle (ro(riet% e all8uso che ne "iene fatto come,
5olimeri termoplastici , costituiti da macromolecole di grandezza limitata3 lineari o ramificate e fusi-ili a tem(erature relati"amente ele"ate7
rammolliscono ri(etutamente con il calore solidificano (er raffreddamento. In seguito ad un (rocesso di trasformazione essi assumono
cam-iamenti di stato re"ersi-ili.
5olimeri termoindurenti , e a struttura tridimensionale3 formati da una sola macromolecola infinitamente grande7 nonfondono ma si
decom(ongono a tem(eratura ele"ata.
Elastomeri , consistono in catene (olimeriche lineari leggermente incrociate. /llungare un elastomero causa una deformazione (arziale di tali
catene3 ma tale effetto non 6 (ermanente 4come (er i termo(lastici5.
-!limeri term!plastici
(er la loro struttura chimica3 i (olimeri termo(lastici esistono allo stato solido in forma amorfa 4"etro organico5 o((ure in
forma semicristallina. L8attitudine dei (olimeri a cristallizzare 6 in stretta relazione con la loro struttura molecolare3 e
(erchQ ci2 a""enga 6 necessario che la loro catena a--ia una struttura molto regolare3 fissata al momento della sintesi.
>on si assiste 1uasi mai alla formazione di monocristalli3 in genere i (olimeri sono caratterizzati da zone cristalline
dis(erse in una fase amorfa. / causa della differenza dell8indice di rifrazione tra zone amorfe e zone cristalline3 1uesti ti(i
di (olimeri non sono generalmente tras(arenti -ensE traslucidi. La struttura semicristallina conferisce loro maggiore
resistenza alla tem(eratura gli agenti chimici. :n as(etto molto im(ortante dei termo(lastici che all8aumentare della
tem(eratura (assano allo stato fuso e (ossono essere modellati (er colata ri(etutamente3 cio6 il (rocesso di fusione e di
solidificazione (u2 essere effettuato un gran numero di "olte senza alterare la struttura molecolare del (olimero. $ forze
di legame dei termo(lastici sono forze di "alenza secondaria che (ermettono il (assaggio allo stato fuso e dun1ue il loro
stam(aggio a tem(erature (i9 -asse ris(etto ad altri materiali3 con ritmi di (roduzione estremamente ele"ati.

-!limeri term!indrenti
>ei (olimeri termoindurenti il tasso di reticolazione 6 (i9 ele"ato ris(etto agli elastomeri con un8energia di coesione
molto (i9 ele"ata tra le catene3 che (ermette di raggiungere una resistenza meccanica e so(rattutto termica su(eriore ai
termo(lastici.
La la"orazione dei termoindurenti molto meno ra(ida e facile dei termo(lastici3 (oichQ lo stam(aggio di 1uesto (olimero
de"e a""enire (rima della formazione dei legami tridimensionali che li rende insolu-ili e non (i9 fondi-ili3 1uindi
difficilmente ricicla-ili.
I segmenti di catena com(resi tra i legami a (onte sono legati fra loro dalle forze di *an +er Saals .
>last!meri
Fli elastomeri sono (ratica dei li1uidi molto "iscosi caratterizzati da legami secondari molto de-oli3 sono ottenuti da
(olimeri lineari.
.er essere utilizzati come sostanze gommose3 6 necessario introdurre nelle catene un certo numero di legame a (onte che
conferiscono al materiale una struttura tridimensionale e assicurano (ro(riet% di elasticit% molto ele"ate. ?uesti legami
co"alenti o ionoco"alenti sono introdotti do(o lo stam(aggio del materiale3 mediante una reazione chimica chiamata
"ulcanizzazione. :na caratteristica molto im(ortante delle gomme 6 la loro grande deforma-ilit% (ari #) "olte la
lunghezza iniziale. La densit% di reticolazione negli elastomeri3 ossia il numero di legame a (onte3 6 molto -assa (er la
struttura stessa del materiale (olimero. I segmenti di catena com(resi 3 legami a (onte sono (ure 1ui collegati fra loro
dalle forze di *an +er Saals .
@utte le (ro(riet% e classificazioni so(raelencate (ossono essere assunte in un unico diagramma riassunti"o,
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Cap. , : L'etettic!
1. Definizioni e concetti di base
La conoscenza dei diagrammi di fase per le leghe estremamente importante perch c' una forte relazione tra la
microstruttura e le propriet meccaniche di una lega. Inoltre i diagrammi di fase ci forniscono preziose informazioni sulla
fusione, solidificazione, cristallizzazione e altri fenomeni.
Vediamo qualche definizione:
componente: sono i metalli puri e/o i composti di cui formata la lega;
sistema: corpo specifico del materiale considerato o serie di leghe possibili che hanno uno stesso componente;
soluzione solida: formata da atomi di almeno due tipi, si ha che gli atomi del soluto occupano posizioni interstiziali o di
sostituzione nel reticolo cristallino del solvente.
Limite di solubilit
Per determinati sistemi di leghe a una certa temperatura esiste una
concentrazione massima di atomi di soluto che possono essere sciolti nel
solvente per formar una soluzione solida, questa concentrazione massima detta
limite di solubilit.
Oltre questo limite si ha formazione di un altra soluzione solida o di un
composto che presenta una composizione molto diversa, si consideri l'esempio
della soluzione acqua-zucchero: lo zucchero si scioglie nell'acqua fino ad una
concentrazione massima oltre la quale non si scioglie e si va a depositare sul
fondo del recipiente.
Il limite di solubilit (lds) dipende dalla temperatura alla quale si trova il
solvente, nel caso precedente acqua-zucchero si pu tracciare un diagramma
come quello a fianco.
Fasi
Una fase definita come una porzione omogenea di un sistema che ha caratteristiche chimiche e fisiche uniformi. Ogni materiale puro
viene considerato come un unica fase, cosi anche ogni solido, liquido e le soluzioni di gas. Ad esempio la soluzione acqua-zucchero
che abbiamo considerato prima una fase e lo zucchero solido non sciolto un altra fase
Se in un sistema ci sono pi fasi, ognuna avr le sue propriet fisiche e ci sar una superficie di separazione tra fasi attraverso le quali
c' un discontinuo e brusco cambiamento delle caratteristiche fisiche e/o chimiche, non deve per forza trattarsi di sostanze diverse,
anche la sola presenza di ghiaccio e acqua sufficiente a definire un sistema bifasico.
Microstruttura
Spesso le propriet fisiche dipendono dalle microstrutture delle sostanze, queste si possono osservare direttamente al microscopio.
Nelle leghe metalliche la microstruttura caratterizzata dal numero di fasi presenti, dalla quantit e da come sono disposte
Equilibri di fase
Altro concetto importante quello dell'equilibrio, pu essere descritto molto bene in termini dell'energia libera: una funzione
dell'energia interna e dell'entropia di un sistema. In determinate condizioni di temperatura, pressione e composizione un sistema in
equilibrio se la sua energia libera al minimo, questo significa che le caratteristiche del sistema non cambiano col tempo ma si
mantengono per un tempo indefinito, il sistema considerato STABILE.
Un cambiamento forzato di condizioni del sistema porta ad un aumento dell'energia libera ed un possibile cambiamento progressivo
fino ad uno stato dove l'energia libera di nuovo minima.
Si definisce equilibrio di fase la costanza nel tempo delle caratteristiche di fase di un sistema, se riprendiamo l'esempio acqua-
zucchero e consideriamo una soluzione oltre il lds a 20< C si ha una soluzione di equilibrio, all'innalzare la temperatura fino a 80< C si
ha che il lds aumenta permettendo ad una maggiore quantit di zucchero di venire sciolta nell'acqua.
Lo studio dell'energia libera e l'uso dei diagrammi ci permette di studiare un composto bifasico, ma non ci da' indicazioni sul tempo
necessario al conseguimento di un nuovo stato di equilibrio. Si hanno casi, soprattuto nei sistemi solidi, in cui uno stato di equilibrio
non viene mai raggiunto perch la velocit di avvicinamento all'equilibrio estremamente bassa, un tale sistema definito come di
non equilibrio o metastabile. Questo stato pu mantenersi indefinitivamente con variazioni estremamente basse nel tempo.
Vediamo quindi che non solo importante capire lo stato di equilibrio di un sistema ma anche la velocit con cui si stabilisce uno
stato di equilibrio ed i fattori che influiscono sulla velocit.
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2. Diagrammi di fase di equilibrio
Si riassumono le informazioni sulla microstruttura e sulle fasi nel diagramma di fase che descrivono le relazioni fra
temperatura e il numero delle fasi all'equilibrio, si possono cosi prevedere le trasformazioni di fase che influenzano a loro
volta la microstruttura.
Considereremo per il seguito soltanto leghe binarie, ovvero con due componenti, infatti all'averne pi di due il diagramma di
fase diventa estremamente complicato e di difficile rappresentazione. comunque possibile esporre il concetto di controllo
della microstruttura con un sistema binario anche se la maggior parte delle leghe contiene pi di due componenti.
Anche se la pressione esterna un parametro che influisce sulla struttura delle fasi, in pratica rimane virtualmente invariata
e quindi i diagrammi di fase saranno rappresentati alla pressione costante di 1 atm.
Sistemi binari isomorfi
Il tipo pi semplice di diagramma di fase binario da comprendere quello del
sistema rame-nichel, sul diagramma compaiono tre diverse regioni di fase (detti
anche campi):
un campo alfa 6 do"e la fase ` 6 una soluzione solida di sostituzione formata
sia da atomi di nichel che di rame con una struttura cfc7
un campo liquido L do"e Il li1uido L 6 una soluzione li1uida omogenea di
rame e nichel7
un campo a due fasi 6 % L 7
ogni regione 6 definita dallaIe faseIi che esistono entro un inter"allo di
tem(eratura e com(osizione delimitato dalle cur"e di confine delle fasi.
*ediamo che sotto i 1080 <! rame e nichel sono mutuamente solu-ili l8uno
nell8altro allo stato solido (er tutte le com(osizione3 1uesto 6 s(iegato dal
fatto che entram-i i com(osti hanno struttura cristallina 4cfc53 raggio atomico3
"alenza ed elettronegati"it% 1uasi uguali. Il sistema rame#nichel "iene definito
isomorfo a moti"o della com(leta solu-ilit% dei due com(onenti sia sotto
forma li1uida che solida.
Le cur"e di solidus e li4uidus si intercettano alle due estremit% della com(osizione3 1uesti (unti corris(ondono alla
tem(eratura di fusione dei com(onenti (uri.
Interpreta"i!ne dei diagrammi di %ase
.er un sistema -inario di com(osizione nota e tem(eratura all8e1uili-rio3 sono dis(oni-ili tre ti(i di informazioni rile"anti
(er lo studio del sistema,
Le fasi presenti/ sta-ilire le fasi (resenti 6 relati"amente facile. 'i localizza il
(unto tem(eratura#com(osizione sul diagramma e si osser"ano le fasi
corris(ondenti 4ad8esem(io nella figura di (rima si ha il (unto / con O0R
>i # 40R !uP a 1100 <! e il (unto D con O35R >i # 5R !uP a 1250 <!5.
La loro composizione/ localizzato il (unto concentrazione#tem(eratura si ha
che se 6 (resente una sola fase allora la com(osizione della fase 6 la
com(osizione del sistema. .er una regione -ifasica in"ece si (rocede in
1uesto modo,
si traccia una retta isoterma 4o linea corris(ondente5 in corris(ondenza del (unto
considerato7
si tro"ano le intersezioni di 1uesta isoterma conla linea di li1uidus e solidus7
tracciate le "erticali di 1uesti (unti si tro"ano le com(osizioni di ` e di L.
La loro 1uantit% in (ercentuale o frazione, tralasciamo la situazione
monofasica (er cui la 1uantit% 6 sem(licemente la stessa del sistema3 nel
caso -ifasico in"ece si usa la regola della le"a,
si traccia la linea corris(ondente alla tem(eratura considerata attra"erso la regione -ifasica7
la frazione di una fase si tro"a come la lunghezza della linea corris(ondente dal (unto considerato 4ad8esem(io il (unto D nella figura
so(ra5 al limite della fase considerata di"isa (er la lunghezza totale3 1uindi considerando l8esem(io di (rima si ha la frazione di fase L
nella regione -ifasica,
7
L
=
8
9+8
o((ure si (u2 ottenere la frazione (er sottrazione delle com(osizioni,
7
L
=
$
o
$
0
$
o
$
L
.er le leghe multifasiche 6 s(esso (i9 con"eniente s(ecificare le 1uantit% relati"e delle fasi come frazioni "olumetriche
(iuttosto che di massa (erchQ le (rime (ossono essere determinate dall8esame della microstruttura. +efiniamo 1uindi la
frazione "olumetrica della fase ` come,
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. o=v
o
v
o
v

do"e v6 e v: indicano i "olumi delle fasi nella lega3 e si ha che (er una lega formata dalle sole due fasi,
.
o
+.

=1
infine diamo la relazione tra frazione "olumetrica e frazione massica, v
o
=7
o
/ j
o .
3. Sistemi etettici ;inari
:n altro ti(o comune di diagramma di fase (er le leghe -inarie 6 il diagramma di fase eutettico3 si hanno nel diagramma
del sistema rame#argento tre regioni monofasiche,
` soluzione ricca in rame3 ha l8argento come com(onente soluto ed una struttura cristallina cfc7
a ha una struttura cfc3 ma il soluto 6 il rame7
L fase li1uida.
'tudiando il grafico "ediamo alcuni (unti di interesse,
Il rame e l8argento (uro "engono considerati ris(etti"amente come fasi ` e a3 1uindi la solu-ilit% in 1ueste fasi 6 molto -assa
e ad ogni tem(eratura inferiore alle retta D$F solo una limitata concentrazione di rame si scioglie nell8argento e "ice"ersa.
Il segmento D$F (osto fra i (unti di massima solu-ilit% (u2 essere considerato una cur"a di solidus (erchQ ra((resenta in
ogni lega in e1uili-rio del sistema la tem(eratura (i9 -assa a cui (u2 esistere la fase li1uida.
>elle regioni -ifasiche e"idenziate sul grafico si (ossono calcolare le com(osizioni e le 1uantit% relati"e (er ogni fase
a((licando la regola della le"a.
0an mano che l8argento "iene aggiunto al rame diminuisce lungo la cur"a di solidus la tem(eratura in cui la lega 6
com(letamente li1uida 1uindi (ossiamo dire che la tem(eratura di fusione del rame "iene a--assato (er l8aggiunta
dell8argento e "ice"ersa. ?ueste due cur"e di li1uidus 4/$ e &$5 si incontrano nel (unto $ attra"erso cui (assa la retta
isoterma D$F3 il (unto $ "iene detto punto invariante e "iene indi"iduato dalla com(osizione $E e dalla tem(eratura ;E. .er
una lega di com(osizione $E si "erifica nel corso del raffreddamento una reazione 1uando si raggiunge la ;E,
L($
E
)=o($
oE
)+($
E
) 3
1uindi (er raffreddamento alla tem(eratura ;E una fase li1uida "iene trasformata in due fasi solide ` e a3 1uesta 6 definita
reazione eutettica 4cio6 di facile fusione5 e $6E e $:E ra((resentano le com(osizioni delle fasi alla ;E .
Il segmento orizzontale D$F "iene chiamato isoterma eutettica.
La reazione eutettica3 al raffreddamento3 6 simile a 1uella della solidificazione (er i com(onenti (uri in cui la reazione
(rocede fino alla solidificazione com(leta ma il solido (rodotto dalla solidificazione eutettica 6 sem(re costituito da due fasi
di"ersamente dal caso di com(onente (uro.
>ella costruzione di diagrammi di fase -inari 6 im(ortante sa(ere che entro un cam(o di fase (ossono essere in e1uili-rio
massimo due fasi3 in"ece nel caso di diagramma di fase eutettico si (ossono a"ere anche 3 fasi in e1uili-rio ma solo nei (unti
lungo l8isoterma eutettica. T comun1ue "ero che le regioni monofasiche sono di"ise da una regione -ifasica com(rendente le
due fasi che se(ara.
/ltro sistema eutettico molto comune e 1uello del sistema (iom-o#stagno3 ha un as(etto simile a 1uello rame#argento ma
in tal caso,
` soluzione solida di stagno in (iom-o7
a soluzione solida di (iom-o in stagno.
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