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2 - Difetti dei solidi cristallini

Difetti nei solidi organizzati

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Difetti nei solidi cristallini

Struttura Struttura
Difetti cristallina reale
cristallina Ideale

Proprietà ideali Proprietà REALI


del materiale del materiale

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Difetti nei solidi cristallini

Esempi dell’influenza della presenza di difetti sulle


proprietà (macro) dei materiali

Proprietà Non dipendente Dipendente


Plasticità
Modulo elastico
Meccaniche Frattura
Densità
Durezza
Temperature di
transizione del I ordine
Termiche Calori latenti -
Conducibilità termica
Calore specifico
Conduzione nei
Elettriche (Conduzione nei metalli)
semiconduttori
Magnetiche Para- e diamagnetismo Ferromagnetismo

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Difetti nei solidi cristallini - classificazione

Vacanze
Difetti di punto
Auto-interstiziali
(~ un atomo)
Impurità

Mono-dimensionali
Difetti (~ una linea di atomi)
Dislocazioni

Geminati
Bi-dimensionali
(~ una superficie di Bordi Grano
atomi)
Superfici Esterne

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Difetti nei solidi

Vacanza

Auto-interstiziale

Rappresentazione bidimensionale di vacanze e


auto-interstiziali
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Difetti nei solidi

Vacanza: sito reticolare vuoto (non occupato da un atomo).

N = # di atomi / m3
N A A= peso atomico
N= ρ = densità
NA = Numero di Avogadro
A Nv = # vacanze / m3
 QV  Qv = energia di attivazione richiesta
−  per creare una vacanza
NV = N  e  kT  k = Costante di Boltzmann
1.38 (10)-23 J/atomo-k

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Difetti nei solidi

◼ L’introduzione di un difetto nel reticolo


di un cristallo provoca un disordine
nella configurazione della struttura e
un conseguente aumento dell’entalpia
(nuova materia) e dell’entropia del
sistema termodinamico.
◼ L’entalpia libera G varia
conseguentemente, come mostrato nel
grafico.
◼ Esiste quindi un minimo calcolabile
ponendo pari a zero la derivata prima
di G:
Δ𝐺𝑓
𝑛 − 𝑅𝑇
𝜒𝑖 = =𝑒
𝑁𝐴
◼ P,T = cost
◼ n = numero difetti in una mole
◼ NA= numero di Avogadro
◼ R = costante dei gas perfetti

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Numero dei difetti di punto

◼ Poiché la temperatura dello zero assoluto non è raggiungibile, non è possibile


portare a zero la concentrazione delle vacanze e quindi non è MAI possibile
ottenere un cristallo perfetto, qualunque sia il processo utilizzato.

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Numero dei difetti di punto
Δ𝐺𝑓
𝑛 −
𝜒𝑖 = =𝑒 𝑅𝑇 (1)
𝑁𝐴

◼ La relazione (1) che definisce il numero di difetti all’equilibrio per una certa P e
T si ricava attraverso una forte semplificazione di tipo termodinamico; non si
tiene cioè conto della cinetica del processo di cristallizzazione né dell’entità
finita dei cristalli reali.
◼ La concentrazione reale dei difetti un cristallo è sempre maggiore di quella
ricavabile applicando la (1) che pertanto rappresenta un limite minimo teorico.
◼ Nel caso, ad esempio, di un raffreddamento rapido di una lega metallica
(tempra) la cinetica del processo è troppo rapida per consentire il
raggiungimento degli stati di equilibrio termodinamico, portando ad ottenere
una sovrassaturazione dei difetti (i.e. una concentrazione più elevata di quella
calcolabile termodinamicamente).
◼ Per poter ridurre i difetti è necessario riportare il materiale ad una temperatura
elevata (inferiore però a quella di fusione) per un certo tempo (ricottura
isoterma), aumentando quindi la mobilità degli atomi così da consentire la
riorganizzazione del cristallo (riduzione dei difetti).

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Difetti nei reticoli metallici

◼ 1) DIFETTI RETICOLARI DI PUNTO:

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Difetti nei reticoli metallici

◼ Come nascono i difetti di punto? superficie

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Difetti nei cristalli ionici

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Difetti nei polimeri

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Difetti nei solidi cristallini

Auto-Interstiziali
Un atomo dello stesso materiale che si è
posizionato in un sito interstiziale.

Ci sono notevoli distorsioni reticolari per i metalli


quando è presente un auto-interstiziale.

Di conseguenza, si formano meno auto-interstiziali


che vacanze.

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Difetti nei solidi

Impurezze

Impurezza
Impurezza interstiziale sostituzionale

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Difetti nei solidi

◼ Metalli puri in grandi quantità consistenti solo di un


elemento non esistono. Ci sono sempre atomi estranei.
◼ Un metallo puro al 99.9999% contiene ancora 1022
impurezze per metro cubo.
◼ Il solvente è l’elemento presente in maggior quantità.
◼ Il soluto è l’elemento presente in minor quantità.
◼ La maggior parte dei metalli sono usati in forma di lega.
(soluzione solida)

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Difetti nei solidi

Campo di stress indotto dalla


presenza di una impurezza

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Siti interstiziali

Interstizi tetraedrici
Gli interstizi tetraedrici
sono circondati da
quattro atomi, che
formano un tetraedro

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Siti interstiziali

Interstizi Ottaedrici
Gli interstizi tetraedrici
sono circondati da sei
atomi, che formano un
ottaedro

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Siti interstiziali

Interstizi Ottaedrici nella cella CFC

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Siti interstiziali

Interstizi tetraedrici nella cella CFC

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Siti interstiziali

Interstizi
Ottaedrici nella
cella CCC

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Siti interstiziali

Interstizi
tetraedrici nella
cella CCC

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Siti interstiziali

Interstizi nella cella CFC

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Siti interstiziali

Interstizi nella cella CCC

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Difetti nei solidi: correlazione con le proprietà

Introduzione di Incremento
atomi estranei delle
a formare proprietà
soluzioni
solide
meccaniche

La realizzazione di soluzioni solide e/o


alligazione comporta in genere un
aumento delle proprietà meccaniche.

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Difetti nei solidi: correlazione con le proprietà

Trasporto di
Difetti
materia
puntiformi
(diffusione)

Il meccanismo di trasporto di materia allo stato solido


(diffusione) è fondato sulla presenza dei difetti reticolari!

La maggior parte dei trattamenti termomeccanici


applicati industrialmente sugli acciai si basano sul
fenomeno della diffusione!

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Struttura dei metalli: meccanismi di trasporto di
materia

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Difetti nei solidi

Variazione percentuale della conducibilità elettrica del rame in


funzione dell’aggiunta di impurezze.
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Difetti nei solidi

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Difetti nei solidi: difetti di linea

◼ Dislocazioni - Difetti Lineari: Difetto mono-dimensionale in materiali


cristallini; è presente dove c’è una fila di atomi disallineata rispetto al
cristallo.

◼ Dislocazioni a spigolo: difetto lineare cristallino associato con una


distorsione reticolare prodotta in vicinanza della fine di un “mezzo
piano extra” di atomi.

◼ Dislocazione a vite: difetto lineare cristallino associato con una


distorsione creata quando piani normalmente paralleli sono uniti
insieme a formare una “rampa elicoidale”.

◼ Dislocazioni miste: la maggior parte delle dislocazioni esibiscono


componenti sia a spigolo che a vite.

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Difetti nei solidi: difetti di linea

Si immagini
di inserire un
semipiano
aggiuntivo di
atomi

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Difetti nei solidi: difetti di linea

Dislocazione a spigolo

Semipiano
aggiuntivo di
atomi

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Difetti nei solidi: difetti di linea

Vettore di Burgers: distanza di scostamento degli atomi


intorno alla dislocazione;
Circuitazione intorno alla linea della dislocazione:

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Difetti nei solidi: difetti di linea

Dislocazione a vite

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Dislocazioni

Arrangiamento degli atomi conseguente al moto di


una dislocazione sotto l’applicazione di uno sforzo
di taglio.

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Difetti nei solidi: difetti di linea

Taglio con un
semipiano ed
applicazione di
uno sforzo di
taglio

Dislocazione a vite
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Difetti nei solidi: difetti di linea

Dislocazione a
vite

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Difetti nei solidi: difetti di linea

◼ Dislocazione a spigolo: Il vettore di Burgers è ortogonale alla linea di


dislocazione (direzione di scorrimento);

◼ Dislocazione a vite: Il vettore di Burgers è parallelo alla linea di


dislocazione (direzione di scorrimento)

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Difetti nei solidi: difetti di linea

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Difetti nei solidi: difetti di linea

Dislocazione mista
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Difetti nei solidi: difetti di linea

◼ Le dislocazioni NON sono difetti di equilibrio termodinamico:


aumentano l’energia libera del cristallo;
◼ Si formano all’atto della solidificazione oppure durante lavorazioni
meccaniche;
◼ “Quantità” di dislocazioni presenti: misurata come lunghezza totale
per unità di volume; normalmente 106 – 108 cm/cm3
◼ 1012 cm/cm3 per materiali fortemente deformati plasticamente

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Dislocazioni, plasticità

◼ La presenza di dislocazioni nel cristallo ha come effetto


principale una rilevante diminuzione dello sforzo necessario a
innescare un meccanismo di deformazione plastica nel
materiale.

Dislocazioni Plasticità

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Dislocazioni, plasticità

◼ Esperimenti di deformazione plastica nei monocristalli:


◼ Nei metalli la deformazione plastica è per slittamento ed è

◼ Macroscopicamente => omogenea (a)

◼ Microscopicamente => disomogenea (b)

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Dislocazioni, plasticità

◼ La deformazione plastica di un monocristallo ha inizio quando la


componente secondo la direzione di slittamento dello sforzo di taglio
t agente sul piano di slittamento supera un certo valore critico tc, che
dipende dalla natura chimica del metallo e dalla T di prova.

◼ Deformazione elastica: t < tc la deformazione è solo un


allontanamento coordinato di atomi, si annulla togliendo la
sollecitazione applicata

◼ La proprietà fondamentale dei metalli è la facilità con la quale


possono deformarsi plasticamente (tc REALE basso)

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

Forze di legame tra atomi


FR

FA
r0

FR

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

Lo sforzo di taglio t necessario allo scorrimento


relativo dei due piani è correlato alla forza di
interazione tra gli atomi

y t b

d r0 r x

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico
q

◼ G = modulo elastico di taglio


◼ g = x/d = tan(q)

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

◼ PERCHE’ tc REALE << tc TEORICO ?


◼ Lo slittamento dei piani non è rigido ma graduale e innescato dalla
presenza di dislocazioni

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

SFORZO CRITICO DI TAGLIO

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Dislocazioni, plasticità, sforzo critico

Lo sforzo di taglio critico per la deformazione


plastica di un cristallo perfetto è svariati ordini
di grandezza superiore rispetto a quello reale
misurato sperimentalmente

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movimento delle dislocazioni (spigolo, vite, mista)

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Dislocazioni

Le dislocazioni garantiscono la presenza di zone


energeticamente MOLTO più attive in cui è favorito
l’innesco della deformazione plastica.

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Dislocazioni

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Dislocazioni

E' difficile far scivolare un grosso tappeto tirandolo da un


capo, per l'attrito con il pavimento. Ma formando una
piega (una dislocazione) il tappeto può essere mosso
attraverso una graduale traslazione della piega stessa.

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Dislocazioni

Formazione di un gradino sulla superficie di un cristallo a seguito del


moto di (a) una dislocazione a spigolo e (b) di una dislocazione a vite.
Si noti che per una dislocazione a spigolo la linea di dislocazione si
muove nella direzione parallela allo sforzo applicato τ, mentre per una
dislocazione a vite essa si muove in direzione perpendicolare a τ.

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Dislocazioni

campo di stress
nell’intorno di una
dislocazione a
spigolo

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Dislocazioni

INTERAZIONE TRA DISLOCAZIONI

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Dislocazioni

◼ Dislocazioni in una lega Pt-Cu laminata a freddo

TEM, 50000x TEM, 100000x

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Dislocazioni, deformabilità plastica

◼ Una considerazione fondamentale (che verrà ampiamente espansa nel


prosieguo del corso):

◆ La modalità principale per inibire la deformabilità plastica dei metalli è


bloccare il moto delle dislocazioni, ovvero porre degli «ostacoli» che
aumentino l’energia necessaria a innescarne lo scorrimento.

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Dislocazioni, deformabilità plastica

◼ ESEMPIO: RAFFORZAMENTO PER SOLUZIONE SOLIDA

◼ Gli ostacoli sono gli atomi di soluto => deformano il reticolo del
solvente => interagiscono con le dislocazioni ostacolandone il
movimento

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Dislocazioni, deformabilità plastica

◼ RAFFORZAMENTO PER
PRECIPITAZIONE

◼ Gli ostacoli sono precipitati


incoerenti o fasi disperse => quelli
che hanno R>Rc =4nm non si
lasciano attraversare dalle
dislocazioni,che per superarle
devono inflettersi tra una
particella e l’altra:

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Dislocazioni, deformabilità plastica

◼ Le nano-strutture a forma di
«conchiglia» sono in realtà
il campo di deformazione
indotto da particelle di
soluto finemente disperse in
una lega Pt-Cu
◼ Le linee nere sono le
dislocazioni, il cui moto è
ostacolato dalla presenza
dei precipitati

TEM, 500000x

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Difetti nei solidi

Difetti di interfaccia
Superfici Esterne : non c’è il massimo numero di
atomi vicini e quindi sono ad un livello energetico
più elevato.
Bordi grano: sono caratterizzati da un piccolo
aumento delle distanze interatomiche e da un
disallineamento cristallografico. Possono essere
ad alto angolo e a basso angolo
Bordi geminati: bordi grano che presentano una
specifica simmetria cristallografica. Possono
essere di origine meccanica(BCC & HCP) e di
ricottura (FCC).

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Difetti nei solidi

Bordi di Grano:

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Difetti nei solidi

Bordi grano a
piccolo e grande
angolo

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Difetti nei solidi

Gli angoli tra i grani tendono


spontaneamente ad assumere
l’orientazione a 120°, in quanto è
proprio in questa situazione che si
realizza il minimo di energia
all’interfaccia.

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Difetti nei solidi

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Struttura dei metalli

3)DIFETTI RETICOLARI DI SUPERFICIE :


◼ I bordi grano si formano durante la
solidificazione del metallo

◼ Le proprietà meccaniche del metallo


dipendono da: dimensione dei grani,
struttura e orientamento del reticolo

A T non elevate RBORDO > RCUORE


◼ Se sollecitata, una struttura
policristallina può cedere a seguito
dell’insorgenza di fratture
transgranulari se a bassa temperatura,
intergranulari se ad elevata
temperatura

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Difetti nei solidi

◼ I bordi di grano sono un ostacolo (barriera energetica) al moto delle


dislocazioni.

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Difetti nei solidi: LEGGE DI HALL PETCH

Influenza della dimensione del


grano sul limite di
snervamento
k
 y =  y0 +
d
y0 e k sono costanti sperimentali che dipendono dal materiale;
d è la dimensione del grano; y è il limite di snervamento
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Struttura dei metalli

Basso carico di snervamento Alto carico di snervamento

Nota: a temperatura <circa 0,5 Tfusione


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Struttura dei metalli

◼ 4)DIFETTI RETICOLARI DI VOLUME:

◼ Reticolo cristallino come impilamento regolare di piani a max densità


atomica

◼ Difetto di impilamento => difetto dovuto ad irregolarità nella


sequenza di impilamento dei piani (stacking faults)

◼ es.reticolo c.f.c. (in fig. dall’alto: invece di CBACBACBA…CBACBACA)

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Difetti nei solidi

Geminati

Due distinti cristalli condividono alcuni punti


di reticolo cristallino in modo simmetrico

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SEM-SE, 25kV 3000x
(perlite)

ottico, obj 50x

Microstruttura policristallina di un acciaio per molle

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Difetti nei solidi

Microstruttura policristallina di una lega Pt-Rh (filo di diametro 0.5 mm, tagliato in
sezione, lucidato e osservato tramite sonda ionica focalizzata, FIB)

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Difetti nei solidi

Ottone caratterizzato da diverse granulometrie

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Difetti nei solidi

I vari tipi di difetti in una struttura cristallina:

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Difetti nei solidi

Altri Difetti
Altri difetti interfacciali : domini ferromagnetici.

Difetti di volume: pori, cricche.

Vibrazioni atomiche: gli atomi vibrano molto


rapidamente intorno alle loro posizioni reticolari. Le
vibrazioni interagiscono con i fenomeni di trasporto
di materia (diffusione, flusso) e calore (conduzione
termica) e possono provocare la rottura dei legami.

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