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Sul nuovo Anacreonte Author(s): Luigi Alfonsi Reviewed work(s): Source: Aegyptus, Anno 35, No.

2 (LUGLIO-DICEMBRE 1955), pp. 201-205 Published by: Vita e Penseiro Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41216301 . Accessed: 17/04/2012 05:55
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Sul nuovo Anacreonte

Catullo in 61, 87-9 paragona Aurunculeia,la sposa bellissima, al 11 paragone stato per lo pi rapportato dai comflos hyacinthinus. mentatoria Saffo(1), e particolarmente al fr. 2 Gali, del 9 libro dei 'K-tS-aXiuoc contenente veda C. Gallavotti, Saffo e Alceo, Mzk'n, (si gli : P. Napoli 1947, I, p. 127) o'tavtv 0uv3"ov v wpsat7:oi|/.eve avSps; TuTdi ttaTaiTE S ts ~p<pupov av3*o; troiai,yu.7.1 Altri ancora (ad es. Lenchatin,// //ra// Catullo, Torino 1944, p. 112, n. 93; F. Arnaldi, C. Valerius Catullus, Carmina selecta, Milano 1949, p. 63, n. 87-91; W. Kroll, C. Valerius Catullus erklrt..., Leipzig und Berlin 1929, pp. 113-114 ad loc. richiamaOmero, Od. VI, 231 e Iliad. XI, 68 solo, senza nominare Saffo,con generiche osservazioni sull'immagine)ricordano pure il fr. 43 Gali, (di libro incerto) dicono che Leda una volta sotto un giacinto trovasse un uovo (dove la lezione non neppur sicura). Ma non chi non veda quanto il paradove si tratta gone sia generico (prescindendodal secondo frammento solo della menzione del giacinto, e di nulPaltro).Invece pi vicino ed interessante appare nella nuova ode anacreontea pubblicata da poco da in POxy. XXII, 2321 e studiata da C. Gallavotti (Un reLobel Edgar stauro dy in La Parola del Passato 1955, pp. 47-50) - il Anacreonte, fr. 1 - l'accostamento del corpo femminile a campi e giardini di giacinto tc 6ax,iv[3"tva pjopa;
t]va iuizoic . . . (rr. 7-8).

Le immaginisi corrispondonoperfettamente : la bella Aurunculeia

(1) Si veda C. Valerii Catulli, Carmina selecta, a cura di F. Cantarella, Genova 1946 (8a edizione a cura di R. Cantarella), p. 180, n. 91 ; nulla al riLiber, erklrtvon G. Friedrich, Leipzig u. Berlin guardo in Catulli Veronensis 1908, p. 270 ad loc.
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si erge come il giacinto,cos come Erotima si mostra simile a campi di giacinto: entrambeper le loro fisichedoti. Sarebbe arrischiatonaturalmente supporre conoscenza da parte di Catullo proprio di questa ode di Anacreonte : piuttostosi trattadi tradizione,tantopi che moltimotivi - t-oi per quanto rivissuti- sono stati gi rilevati nel carme catulliano (1). D'altra parte le incertezze sulP interpretazione dell'espressionedi Auacreontedovrebberoscomparire,e confermarsi appunto dopo il nostro raffronto l'esegesi del Oallavotti: e qui non c' dubbio che apo:>:*: secondo un'usuale metafora ... indichi il corpo femminile, mentrel'aggettivoa/.iv.jiva;stava ad indicare le carni sode e morbidedella ragazza poich il fioredel giacinto y.v.1 mentre appunto tt'jx.vv il Lobel pensa (Horn. E 349) y.vXv.vJft ai capelli. Che qualche traccia di immaginicontenute in quest'ode di Anacreonte si trovi in Orazio non stupisce chi ricordi le menzioni che Orazio stesso ha fatte del poeta di Teo (2) (Carni. I, 17, 18; IV, 9, 9 ed epod. XIV, 10), anche se esse sono piuttostogeneriche : si tratter : anche di meritevoli di .t-oi essere rileprobabilmente qui comunque vati. E partiamoda Carrn.Ili, 11, 9 ss. la raffigurazione di Lyde quae velia lats equa tritna catnpis ludit exsultim metuitque tang nuptariim expers et adhuc protervo cruda marito Gi dai commentatori si ricordatoAnacreonte(fr.88 Diehl)
IIcoX ():'/) /.y,t r, v.z ").oovwj.y.nvj $'i~yjfjy. vy Aoi; ^eyei;, So /.sic Ss yS oOSv eSvai iookW; ltS^ toi, k7.au: v iv toi 707 yy..wjv y.fiyJjAv.i 'rvy.^S' zyoM n-'yjV).L '((>')^o zzy.y.zy.Spy.ou * vuv Se )viy.(ov;ts -^/.sy.. zoOc t ^/.t^Toica Twat^et Ssiv yp tTrxoTsbyjvoOjc s/et; 7re[/.[iaTV)v

(cfr. V. Ussani, L^ Liriche di Orazio, voi. II, Torino 1927, p. 108, n. 9; Kiessling-Heinze,Q. Horatius Flaccus, Oden und Epoden, Berlin 19307,

di Catullo, (1) Per una loro analisi si veda ora L. Ferrer, Interpretazione Torino 1955, pp. 283 e ss. e specialmente p. 311 e note p. 448 (a p. 292) e pp. 449-50 (a p. 311). (2) Si veda G. Pasquali, Orazio lirico, Firenze 1920, pp. 133-5; p. 444; p. 501; p. 504 e ss.

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p. 310 nn. 9-12; O. Tescari, Orazio, I Carmi, Torino 19393,p. 240, n. 9 con molti altri riferimenti ; Pasquali, op. cit., p. 134). Ma non sar fuor di luogo notare consonanza di immaginianche con la nuova anacreontea,la quale anche per questa via rivela la sua vicinanza ad altri testi dello stesso poeta. Ecco i punti: la timidezza e ritrosia della fanciulla S' z/sic ::g; xlloy. <po^sp>.; cppvy.; e poi l'immaginedelle cavalle :
72 K'jTTvt; ex. y.e^Xvcov

: ma resta coanche diversamente 11passo pu essere interpretato i una vicinanza tra due testi pu ben letteralmente preso, munque che, essere ravvisata,tanto pi che dal fr.88 D (v. 1) si vede come la metaforanon fosse rara in Anacreonte. conAltririchiamiprecisi in Orazio non sembranosufficientemente : che Orazio spesso chiama iuvenca la giovane donna come in vincenti II, 8, 21 e specialmente11,5: se mai qualche movenza affine in I, 23 dove Cio paragonata ad un cerbiatto. Anche lo spunto di questa odicina anacreonteo,come bene stato osservato (cfr. Ussani, op. cit., vol. I, p. 123; Kiksslin-Heinze, op. cit., pp. 104-105; Pasquali, op. cit., p. 133; F. Arnaldi, Orazio, Odi ed Epodi, Milano 19474,p. 60, n. 1-4; I. Cazzanka, Le Odi di Orazio, Milano 1950, pp. 45-7), dal fr.39 D : ma pu essere accostata anche la nuova ode per l'insisteresulla timidezza della fanciulla: vitas inuleo me rem (vv. 1-3) similis, Chloe, / quaerenti pavidam montionsaviis / mat ed ancora: -p; oXbv. ft'lyst; <pofsp; .... <ppva (cfr. vv. 3-4 . . . non sine vano / aurarum et silvae meta e v. 8 et corde et genibus tremit). Inoltre il richiamo alla madre vigilante (tandem desine matrem/ segui viro vv. 11-12) pu ricordare: tempestiva
TCimv& zyo'j(jy. ' /.^TVjp

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Per Io meno qui la situazione con i due personaggi - ragazza e madre - ben pi determinatache nel fr. 39 D di Anacreonte che dire con che cosa (1). contiene un paragone: ma difficile Se mai risulteranche da questi esempi la tecnica con cui Orazio in particolare (ma il discorso pu valere anche per Catullo) si serve degli originaliellenici,traendo qualche spunto ed immagineo iniziale o come paragone,da un greco e poi continuandoa suo modo : collaterale, anzi spesso non neppure un preciso ed esclusivo passo ma un complesso di immagini, quasi diremmopiuttostoun costante motivo(come della quello giovane ttXo;o forco;)dell'artistaellenico che egli fa suo, tenendo presenti probabilmentepi composizioni. Ma qui, nei nostri passi, piace trovarenella lieve scherzositoraziana un'eco del gioco anacreonteo,quello appunto che Orazio mostravadi apprezzare: nec si quid olirti lusit Anacreon delevitaetas (IV, 9, 9-10). consonanze di situazione e quasi si direbbe di espresInteressanti sione sono tra Pode di Anacreontee Tibullo I, 2, 5 ss. Si veda : c' una custodia saeva puellae : e si cfr.v. 5
Tvu/av);^ou?a[ OCTlTaXsiV

II v. 15 Tu quoque ne timidecustodes,Delia, falle ricorda ancora S' /,&& sia il zu/avco; : | <ppsva; e/ouda sia il v. 2-3 <po[3sp ~?o oCkon e i| tu tarnenabstineas aliis di v. 57 pu essere accostato a Xeoxpps, Ma anche qui possiamo vedere come lo spunto anaXsaxpp' 'HpoTtjAY). creonteo stato fuso e confuso con altri (si veda anche al v. 1 della stessa elegia vinoquenovos compescedolores, e si confronti anche I, 5, curas depellere vino, e si cfr. K. Flower Smith,The 37 ... temptavi Elegies of Albius Tibullus, New-York 1913, p. 207 e ss.; p. 298; p. 319 a I, 6, 57 ; p. 261 a I, 3, 84-5) in omaggio quasi alla latina tecnica della e tibuUianamente contaminatio, disperso per cos dire per tuttoil corso dell'elegia. Ma di questo Anacreonteche ha perso il sorriso scherzoso ed diventato lagrimoso, di questo Anacreonte che viene ridato in chiave piuttosto alessandrina (come si direbbe oggi, e si cfr.G. Pasquali, op. cit., p. 134 per i ritmilesbii) attraversospunti da TrapaxXau-

da Ugolini e Setti, Firenze (1) Si veda Lirici greci,sceltie commentati 19486, p. 207.

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(1), interessantecogliere qualche eco, anche se mediata, in ai'3-upov Tibullo, il classico (2), il contemporaneoe l'amico - si ricordi - di Orazio. Del resto il motivo della custodia di Delia, da parte o della vecchia o della madre stessa (cfr.I, 6, 57 ss.), e dell'ingannonon raro in Tibullo : si ritrovaancora in I, 3, 83-84 : sanctquepudoris adsideat cusios seduta semperanus dove custos seduta . . . anus vale -ir/av iyousx (y^rn??), e in I, 6, 59 ss. dove l'ambiguitdelle situazioni pu avere qualche rassomiglianza condii quadro dato da Anacreonte.Ed in I, 8, 55 ancora : poterai custodia vinci: dedit cupidis fattereposse deus. ipse Nota venusfurtiva mihi est della puella nonchnell'elogio di Cupido in H, 1,75 la rappresentazione timida che inganna i custodi per recarsi dallo iuvenis sembra, qui in lo spiritodi Anacreonte : un tono leggermente scherzoso,darci veramente tini transgressaiacentes hoc duce custodesfur ad iuvenem tenebrissola puella venit et pedibus praeternptat iter suspensa timore ...
c' il cpospi; S' SSi; ttocoXon | ssvx; ; c' il ~ir&vo>c yo^nx .... Ma anche a questo proposito si pu vedere come il centro, la scena fondamentale del poeta greco, sia diventata qui tocco marginale, sia entrata in una composizione pi vasta. Comunque l'aver colte queste strane e costanti consonanze, - che forse nella loro stessa fissit rivelano il t~o; derivato da una illustre fonte classica, - l'aver constatato l'applicazione che Tibullo ne fa a Delia, la donna amata, pu offrire anche, almeno in parte, qualche indicazione sull'ambiente e sul rango di Delia stessa (3) : che non appare troppo lontana dalla ^soxppo; Erotime (cfr. Gallavotti, art cit., pp. 49-50). Luigi Alfonsi

, (1) Cfr. L. Alfonsi, Albio Tibullo e gli autori del Corpus Tibulliamim Milano 1946, p. 26; B. Riposati, Introduzioneallo studio di Tibullo, Milano 1945, pp. 203-4. (2) Cfr. Alfonsi, op. cit., p. 52 e ss. (3) Cfr. Riposati, op. cit., pp. 30-35.

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