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UNIVERSITA DEGLI STUDI DEL MOLISE FACOLTA DI SCIENZE UMANE E SOCIALI

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA


a.a. 2012/2013

Laboratorio di metodologia e tecnica del gioco e dellanimazione

ELABORATO FINALE

Referente Studente Prof. Filippo Bruni Maria Claudia 145253

Borgia

mariaclaudiabor gia@yahoo.it

INDICE
1.Premessa 2.Introduzione 3.Cenni 4.Unit

pag.3 pag.4 pag.6 pag.9 pag.13

teorici di apprendimento

5.Bibliografia

PREMESSA

In questo lavoro, ho affrontato il tema del gioco. Dopo una breve introduzione, che potrebbe incuriosire un possibile lettero di questo elaborato, relativo all'uso delle attivit ludiche in una mia esperienza didattica, ho inserito alcuni cenni storici dai quali si evince limportanza del gioco nello sviluppo globale del bambino e nella vita di ognuno di noi e del ruolo che esso riveste in ambito scolastico. Visto che tra attivit ludica e didattica vi un forte legame dovuto al potere formativo che il gioco detiene. Nell'ultima parte, infine, ho inserito la programmazione di ununit di apprendimento Cosa mi sta intorno??, in cui vi sono esposti cinque giochi, indirizzati a bambini di 5 anni. Credo che il gioco rappresenti per tutti i bambini uno dei modi privilegiati per esplorare il mondo esterno e quello delle relazioni interpersonali, per sviluppare abilit motorie e cognitive, per sperimentare ruoli, per agire la propria creativit. quindi un mezzo privilegiato per promuovere la piena integrazione di bambini disabili e per valorizzare le loro qualit.

INTRODUZIONE

Il gioco stato alla base della maggior parte di attivit che ho svolto nella mia vita, a partire dai giochi che in infanzia mia madre, da buona maestra, mi faceva fare con i miei fratelli, per passare alla mai carrieranegli SCOUT fino a giungere alla metodologia che uso ora con i miei alunni disabili. Considero il gioco il miglior mezzo didattico per un insegnante, importantissimo nella vita del bambino e successivamente delladulto. Lattivit ludica permette infatti al bambino di controllare la realt, di agire su ci che lo circonda e lo spaventa. L'esperienza in cui mi stato pi d'aiuto come strategia didattica risale al mese di agosto di quest'anno, periodo in cui ho fatto un viaggio indimenticabile e che conserver preziosamente per tutta la vita. Il due agosto sono partita con una missione di Padri Gesuiti per la citt dell'Habana a Cuba; da buona insegnante il mio ruolo stato quello di Proff di lingua italiana per una classe di bambini di et compresa tra i sette e i dodici anni. Nonostante le differenze legate all'et eterogenea del gruppo classe, gli alunni sono stati sempre molto attenti e collaborativi, entusiasti per tutte le attivit proposte. La programmazione aveva come obiettivo il raggiungimento di un livello di italiano base, cos, trattandosi di un corso tenutosi durante le vacanze estive, ho deciso di renderlo piacevole introducendo qualsiasi tipo di nozione con uno o due giochi e verificando in itinere il raggiungimento degli obiettivi con attivit ludiche. Allego cos testimonianze degli effetti di questo piacevole corso che a mio avviso ha raggiunto tutti gli obiettivi didattici prefissati, ma allo stesso tempo non stato considerato dai bambini un sostituto della regolare e a volte tediosa routine scolastica, ma una piacevole e divertente alternativa ai giochi da strada con ottimi risultati didattici! Il gioco dell'oca per la verifica degli apprendimenti

il gioco delle fettuccine

la classe :)

CENNI TEORICI
Comincio questa breve introduzione teorica accennando l'affermazione dellOrganizzazione mondiale per la prima infanzia: [] Il gioco uno dei modi in cui il bambino pu sviluppare la propria capacit di far fronte allo stress e alle difficolt della vita che lo assillano. Agisce inoltre come valvola di sfogo per permettere al bambino di rivivere e affrontare le paure e le ansie che possono sopraffarlo. Il gioco agisce sulla formazione della personalit perch permette al bambino di soddisfare i suoi bisogni fondamentali (come il movimento, lesplorazione, lautonomia, etc.) e lo pone di fronte a situazioni problematiche che sar costretto ad affrontare prima nel gioco e, successivamente, nella vita adulta. Inoltre, il gioco un potente mezzo di comunicazione, perch consente al bambino non solo di rappresentare lavvenimento, ma di esprimere anche il modo in cui questultimo viene percepito. con lattivit ludica che il bambino acquisisce il linguaggio verbale e non verbale e instaura relazioni interpersonali tra pari e con gli adulti. Uno degli studiosi del gioco stato Johan Huizinga. Filosofo e storico olandese, fu autore di un importante saggio, intitolato Homo Ludens (1938), in cui definisce il gioco come un azione o unoccupazione volontaria, compiuta entro certi limiti definiti da tempo e spazio, secondo una regola volontariamente assunta e che tuttavia impegna in maniera assoluta, che ha fine in se stessa; accompagnato da un senso di tensione e di gioia e dalla coscienza di essere diversi dalla vita ordinaria.

Per l'autore: il gioco un atto libero deciso dal giocatore e se comandato non pi gioco; esso non la vita ordinaria o vera, ma ha una sua autonomia ed un suo spazio; il gioco conduce allordine (giochi con regole precise e complesse) e alla tensione (giochi agonistici); il gioco festa perch ci consente di interrompere le attivit solite ed ordinarie. Lo studioso classifica lattivit ludica in: -libera: il bambino non deve essere costretto a partecipare; -separata: per quanto concerne il limite dello spazio e del tempo; -incerta: non si pu prevedere lesito finale; -improduttiva: non deve essere condizionata dalla conquista di beni; -regolata: il gioco ha le sue regole; - fittizia: fa spesso riferimento a situazioni irreali. Egli afferma che la civilt nasce dal gioco e che il gioco pi antico della cultura stessa e distingue cos due forme di gioco: -le forme superiori riguardano la societ e sono pi semplici da analizzare e descrivere; -le forme inferiori o primarie sono proprie dei bambini e degli adolescenti e non possono essere poste ad analisi. Nella seconda parte della suo saggio, Huizinga analizza il rapporto del gioco con la guerra, la filosofia, larte, il sapere, il diritto e la creazione della cultura. Il gioco ha anche una valenza didattica, infatti, allinterno della scuola, esso rappresenta una delle forme privilegiate per lapprendimento. In particolar modo, possono essere utilizzate varie forme di gioco: -Il gioco libero permette al bambino di attivare la motricit spontanea e genuina, arricchendo gli schemi motori e sviluppando le capacit senso-percettive; -Il gioco simbolico consente al bambino di manifestare la sua capacit immaginativa. Esso stimolato dalla presenza di oggetti o attrezzi utilizzati secondo significati che si intende conferire loro e non in base alla loro specifica funzione; -Il gioco imitativo favorisce la capacit di comprensione del mondo e lapprendimento di condotte motorie attraverso la ripetizione di gesti, di atteggiamenti di determinate persone, di schemi motori di animali, etc.; -Il gioco di squadra consente di acquisire le regole e la loro interiorizzazione, di identificare le dinamiche di gruppo e di riconoscere i ruoli; -Il gioco sport consente la realizzazione di un corretto e rispondente inserimento pedagogico. Nel primo ciclo sar opportuno proporre attivit ludiche che consentano al bambino di passare dalla fase di egocentrismo a quella di sociocentrismo. Pertanto,

dai giochi individuali si passer ai giochi a coppie e, successivamente, a quelli di squadra che permetteranno il coinvolgimento dellintero gruppo classe. Naturalmente, le proposte dovranno rispecchiare lo sviluppo motorio, intellettivo ed affettivo dei bambini. Nel secondo ciclo, invece, prevarr il gioco di squadra che consentir al bambino di maturare, non solo sotto laspetto motorio, intellettivo ed affettivo, ma soprattutto sul piano sociale. Egli, infatti, offrir il suo contributo per raggiungere lo scopo e il successo comuni a tutta la squadra. Per meglio comprendere il forte legame che c tra attivit ludica e attivit didattica, propongo le tesi esposte da alcuni importanti studiosi. Primo fra questi Jerome Seymour Bruner. Egli afferma che, anche attraverso il gioco, la scuola diventa un laboratorio di ricerca, di sperimentazione e un fondamentale luogo di apprendimento. Sostiene, ancora, che il gioco sia la cosa pi seria del periodo dellinfanzia e che rappresenti il primo tramite per i sistemi di regole. Secondo lautore, il gioco un modo per minimizzare le conseguenze delle azioni e quindi apprendere in una situazione meno rischiosa e una buona occasione per tentare nuove occasioni comportamentali. John Dewey sostiene che lattivit ludica, trasformandosi in attitudine al lavoro, non si esaurisce nella fantasia, ma consente al bambino di entrare in contatto con la realt. Per quanto riguarda lattivit didattica, egli afferma che leducatore debba svolgere funzioni di coordinatore e collaboratore, debba favorire lattivit spontanea e libera e organizzare interventi, condizioni e materiali il pi possibile vicini alla realt. Inoltre, la scuola deve sviluppare lintera personalit del bambino trasformando il lavoro scolastico in gioco e lapprendimento in attivit ludica. Maria Montessori sostiene che il gioco unattivit impegnativa e di concentrazione che disciplina le energie del bambino preparandolo alla vita. Nel 1907, la studiosa apre la Casa dei bambini con poche classi e materiali a misura dei bambini. La Montessori afferma che il bambino ama il lavoro e non ama le cose inutili, pertanto, ha bisogno di un ambiente organizzato che gli consenta di sviluppare le sue capacit senso-motorie. Nelle sue opere, Corso di pedagogia scientifica e Manuale di pedagogia scientifica, il bambino presentato come un esploratore della natura e

dellambiente, mentre ladulto si adatta alle esigenze del bambino al fine di renderlo indipendente. Infine, ritengo opportuno menzionare il pedagogista Friedrich Froebel. Insigne pedagogista, afferm che il gioco un mezzo incomparabile di istruzione che contribuisce alla formazione del carattere, al processo di socializzazione, alla conquista dellautodisciplina, al sano ed armonico sviluppo psicofisico ed alla maturazione completa delluomo. Lo studioso sostiene che, attraverso il gioco, il bambino soddisfa quattro istinti naturali: lagire, la bellezza, il sapere e il divino. Nella sua scuola Giardino dinfanzia, Froebel utilizza strumenti particolati al fine di stimolare la fantasia e la creativit del bambino.

UNITA DI APPRENDIMENTO COSA MI STA INTORNO??


DESTINATARI: bambini 5 anni CAMPI DI ESPERIENZA: -La conoscenza del mondo; TRAGUARDI: -Il bambino ha imparato a osservare sulla base di criteri o ipotesi con attenzione e sistematicit. -Si dimostra curioso, esplorativo, pone domande, discute, confronta ipotesi, spiegazioni, soluzioni e azioni. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO: -Esplorare l'ambiente con attenzione. -Riconoscere gli elementi naturali da quelli artificiali. -Riconoscere gli elementi tipici del bosco. -Svolgere una serie di consegne. -Rispettare le regole del gioco o dell'attivit.

CONTENUTI: Gli elementi del paesaggio ATTIVITA -Vero o finto nel bosco

-Trenini esploratori -Percorso fotografico -Gioco dei recinti -I quattro rifugi alpini STRUMENTI: - Bende o berretti Immagini di animali noti e nastri o gessi per delimitare il percorso Un pezzo di corda per ciascun bambino o un cerchio per la psicomotricit SPAZI: palestra, corridoio o eventuale giardino VALUTAZIONE: -In itinere: fatta a seguito delle osservazioni di ogni attivit; -Finale: basata sul raggiungimento degli obiettivi proposti

VERO O FINTO NEL BOSCO Se i bambini hanno la fortuna di esplorare un vero bosco potrebbero attivare simpatici giochi che affinano le percezioni in modo piacevole (la proposte sono valide anche in mancanza del bosco). Svolgimento del gioco: i bambini devono essere suddivisi in piccoli gruppi. Alcuni hanno il compito di individuare tutto ci che fa parte del bosco, altri tutto ci che invece non ne fa parte. I gruppi svolgono il loro compito mentre si percorre un itinerario prestabilito. Dopo la ricerca ci si ritrova insieme e si discute sulla presenza degli oggetti naturali o ambientali costruiti dall'uomo. In alcuni casi l'ambiente reale non cos ricco di elementi artificiali e naturali, per cui si rende necessario compiere alcuni interventi. Un insegnante, infatti, pu recarsi in precedenza nel sentiero che attraverseranno i bambini e potr aggiungere alcuni oggetti (per es. un faretto, un segnale stradale, un paio di sedie, etc.).Sar molto divertente riconoscere e contare tutti gli oggetti non naturali.

TRENINI ESPLORATORI

Anche questo gioco si pu svolgere sia all'aperto sia in un ambiente piuttosto grande. Svolgimento del gioco: i bambini vengono suddivisi in gruppetti di tre o di quattro Per ogni gruppetto si stabilisce un capotreno, tutti gli altri vengono bendati ovviamente i ruoli ruoteranno fino a che tutti avranno svolto il ruolo del capotreno. Al via i trenini, composti dai bambini in fila indiana e con le mani sulle spalle del compagno che precede, si muoveranno liberamente nello spazio previsto. E' importante che il gioco si svolga con una certa calma per evitare che i bambini inciampino e cadano e con un po di silenzio per consentire ai bambini di utilizzare il senso dell'udito e della percezione tattile. L'obiettivo dei trenini infatti quello di riuscire a capire dove si sta andando e in quali ambineti si sta passando acoltando i rumori e sentendo altre informazioni come il tipo di suolo sotto i piedi, gli odori...

PERCORSO FOTOGRAFICO Prima di cominciare il gioco indispensabile accertarsi che i bambini conoscano gli animali e le rispettive andature. Per questo motivo meglio prima condurre un'attivit che aiuti i pi piccoli a imparare il modo di camminare e di muoversi di ogni animale. Svolgimento del gioco: il gioco si svolge lungo un percorso che l'insegnante avr cura di delimitare utilizzando il nastro o il gesso. Lungo il percorso verranno disposte in modo casuale le immagini degli animali. I bambini cominciano il percorso uno per volta, se lo spazio lo consente, anche a coppie. Appena il giocatore vede l'immagine di un animale continua il percorso assumendone l'andatura fino a quando non trova un'altra immagine. La variante potrebbe essere far variare l'ordine delle figure. IL GIOCO DEI RECINTI Questo gioco si pu svolgere sia all'aria aperta sia in un locale chiuso. Nasce per aiutare i bambini a maturare la propria consapevolezza del movimento nello spazio e della coordinazione del corpo. La proposta ludica stimola la capaci di eseguire una semplice sequenza di consegne, di fornire risposte comportamentali rapide e di risolvere problemi corporeo-spaziali. Ogni bambino prende un pezzo di corda e la dispone attorno a s in modo da realizzare una sorta di recinto.

A questo punto l'insegnante pronuncia una serie di comandi di vario tipo come: Tocca la corda con la mano, Tocca la corda con il piede, Salta sul posto... Qaundo pronuncia invece, Cambio, i bambini devono uscire dalla propria casa velocemente e scambiarsi con un compagno. Un'altra variante per i bambini pim grandi potrebbe essere farli giocare a coppie. All'inizio i bambini costruiscono la casa una vicina all'altra. Il procedimento uguale al precedente. L'insegnante da' una serie di ordini e ogni tanto esclama: Cambio. A questo punto i bambini escono di casa e trovano un altro posto, inevitabilmente si formano anche nuove coppie di vicini! I QUATTRO RIFUGI ALPINI Questo gioco una semplice rivisitazione del classico gioco dei quattro cantoni in versione montanara! Invece di collocare la casa nell'angolo o cantone i bambini avranno a disposizione quattro rifugi. Svolgimento del gioco: i bambini si mettono due o tre per ogni cantone. Al via si spostano da un cantone all'altro. Il capogioco deve tentare di toccarli mentre si spostano. Chi viene toccato viene eliminato.

BIBLIOGRAFIA 1996 Bondioli A. Gioco e educazione, F.Angeli ed., Milano. 2009 Cera Pedagogia del gioco e dell'apprendimento, F. Angeli ed., Milano. 2007Cambi F. e Staccioli G. Il gioco in Occidente. Storia, teorie, pretiche, Armando ed., Roma. 2004 Staccioli G. Culture in gioco, Armando ed., Roma.

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