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Sommario
Le strutture del mondo antico........................................................................................................................... 4
Limpero fra III e IV secolo ................................................................................................................................. 5
Ai confini dellimpero: il mondo delle popolazioni a struttura tribale .............................................................. 8
LOccidente nel V e nel VI secolo: i regni romano-germanici .......................................................................... 10
Limpero restaurato di Giustiniano.................................................................................................................. 13
Il sorgere della potenza araba e le trasformazioni dellimpero bizantino ...................................................... 15
Sintesi romano-germaniche nellEuropa del VII e VIII secolo.......................................................................... 18
Economia e societ in Europa occidentale dal VI al X secolo .......................................................................... 21
Le dimensioni essenziali e quotidiane dellesistenza ...................................................................................... 23
La sintesi romano-germanica pi compiuta: limpero carolingio .................................................................... 25
Il dissolversi dellimpero e le origini dello sviluppo signorile .......................................................................... 27
Lo sviluppo delle campagne ............................................................................................................................ 30
Lo sviluppo commerciale e urbano e il movimento comunale ....................................................................... 31
Il risveglio della cultura .................................................................................................................................... 34
Nuove dimensioni dellesistenza ..................................................................................................................... 36
Il movimento per la riforma ecclesiastica e la crociata ................................................................................... 38
Le origini della ricostruzione politica ............................................................................................................... 40
Lambizioso progetto ierocratico di papa Innocenzo III .................................................................................. 43
Processi di costruzione statale nellEuropa del XIII secolo .............................................................................. 44
Le difficolt economiche e sociali delle campagne ......................................................................................... 47
La vita economica e sociale delle citt, lartigianato e il commercio .............................................................. 49
Crisi e tentativi di riforma delle istituzioni ecclesiastiche ............................................................................... 51
LItalia del Trecento e del Quattrocento ......................................................................................................... 53
Il primo Rinascimento...................................................................................................................................... 56
LEuropa del Trecento e del Quattrocento ...................................................................................................... 57

Le strutture del mondo antico


Nel continente euroasiatico una limitata fascia a clima temperato caldo occupata da popolazione
sedentarie dedite prevalentemente allagricoltura. (Si estende dalla penisola iberica e le coste bretoni sino
alla Cina). Le citt si estendono per tutta questarea e accompagnano i popoli sedentari. A sud e a nord,
oltre i confini del mondo civilizzato vivevano i cosiddetti popoli barbari, nomadi o seminomadi e dediti
soprattutto alla pastorizia. Le conquiste dellimpero romano introducono ovunque le citt, cardini del loro
Stato. I traffici sul mediterraneo, fulcro delle attivit commerciali romane, fanno capo alle citt e ai loro
mercati.
Quello romano un impero esteso e densamente popolato, per le possibilit agricole del tempo (la poca
pianura e il clima asciutto rendono difficili grandi coltivazioni). Vi era generalmente una rigida separazione
fra le colture (ager) e lallevamento (saltus). Fondamentale per la produzione era il campo permanente
dove si praticava la rotazione biennale delle colture. Lallevamento giocava un ruolo solamente secondario,
primaria importanza avevano invece prodotti come cereali, vino ed olio di oliva. Dato il non facile clima,
risultavano importanti le tecniche di aridocoltura; grande importanza aveva laratro romano, piccolo e
leggero ma ottimo per i terreni secchi (laratura incrociata evitava uneccessiva evaporazione dellacqua).
Infine un grande numero di schivi rendeva disponibile la forza-lavoro necessaria nei campi ed era tale,
forse, da impedire addirittura lo sviluppo di nuove tecnologie.
Ordine, pace ed efficienza dellimpero romano permisero lo sviluppo economico. Viticoltura e cerealicoltura
si diffondono, aumentano i commerci e la produzione bench tutto lo sviluppo economico risulti
subordinato alle esigenze di Roma. Fu notevole e duratura linfluenza sul paesaggio, dovuta alle tecniche
agricole impiegate in questo tempo (vd campi a scacchiera). Si diffondono le villae rustiche romane,
centri di conduzione delle grandi aziende agrarie che assunsero un ruolo molto importante nella
commercializzazione dei prodotti agricoli. Inizialmente vi lavoravano soprattutto schiavi, col loro diminuire
per via della pace le aziende si frazionano, vengono divise e i terreni sono spesso dati in concessione a
contadini liberi, liberti o a servi casati. Ne deriv un sistema misto: una parte della grande propriet era
divisa in aziende minori che dovevano consegnare al padrone una parte dei prodotti e piccole somme in
denaro. Ai contadini che coltivavano queste ultime erano sempre pi spesso richiesti un certo numero di
giorni di lavoro sulle terre padronali.
Le citt, oltre che centrali per il loro ruolo economico, costituivano il fondamento stesso della dominazione
romana. Esse erano un polo di sviluppo per le campagne circostanti e stimolarono anche una diffusione
delle attivit artigianali. Oltre a ci esse erano un centro di coordinamento e di organizzazione politicoamministrativa della rispettiva area imperiale. Infine, avevano unimportante funzione militare (specie a
partire dal III secolo (vd cinta murarie) ed una religiosa (vd edifici di culto, classe sacerdotale e poi sede
vescovile per i cristiani). Risiedeva in citt la parte della popolazione che dirigeva la vita amministrativa,
sociale ed economica dellimpero.
In particolare, fra coloro che godevano della cittadinanza romana, emergevano due ceti importanti:
senatori e cavalieri.

Facevano normalmente parte del senato i figli di senatori, si trattava dunque di unaristocrazia in
gran parte ereditaria e dotata di vaste ricchezze fondiarie. E un ceto ricco e colto, che partecipa
dellamministrazione civile e del governo militare.
Al ceto dei cavalieri si accedeva invece solamente per volont dellimperatore, che li sceglieva fra i
curiales, membri delle aristocrazie municipali dei centri cittadini. Questo ceto scomparve nel IV
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secolo, quando Costantino permise alle aristocrazie cittadine (e quindi a molti cavalieri) di accedere
allordine senatorio.
Si assiste cos ad una divisione allinterno dellordine senatorio in tre ranghi di differente prestigio; vi erano
-in ordine decrescente- i Clarissimi, gli Spectabiles e gli Illustres. Il ceto senatorio deteneva legemonia
completa della vita politica, economica e culturale del mondo romano.
Listruzione di questa colta aristocrazia avveniva in tre tipi di scuole: quella elementare, quella del
grammatico e quella del retore. I prima gradi delle scuole erano diffusi in molte citt, gli ultimi soltanto
nelle maggiori. Esse preparavano soprattutto funzionari e impiegati che facevano parte dellaristocrazia
urbana; i ceti pi alti si avvalevano di precettori e maestri privati. Roma permise inoltre la diffusione della
cultura scritta nei paesi del suo impero, questa, tuttavia, rimase un privilegio dei ceti superiori. Le scuole di
campagna non portarono ad alfabetizzare la popolazione. Infine, occorre precisare che si trattava di una
cultura di stampo fortemente ellenistico e in continuit con quella del mondo greco.
Rispetto alla religione si assistette ad una forte diffusione dei culti orientale o greco-orientali, non legati ad
alcuna citt, regione o nazione. Lidea di un Dio universale scalza progressivamente le credenze
politeistiche. Inoltre si diffondono i culti misterici, il mitraismo e il culto di Giove Dolicheno. Tali religioni si
diffondevano presso tutti i ceti, permettendo cos di superare le differenze culturali che li separavano e di
consolidare lordine sociale esistente.
Anche il cristianesimo sub nel tempo linfluenza della cultura ellenistico-romana. Le prime comunit erano
guidate da persone dette apostoli o profeti. Si predicava la distruzione e la rigenerazione del mondo in
un regno di giustizia dopo il secondo avvento di Cristo, ma queste idee non portavano ad alcun tipo di
ribellione rispetto allordine sociale esistente. La predicazione cristiana ebbe grande risonanza, anche per
via delle diverse comunit ebraiche, dove spesso si svolgeva la predicazione, disseminate nellimpero a
seguito della diaspora. Dopo le campagne il cristianesimo raggiunse anche le citt; venivano cos convertiti
membri delle colte aristocrazie che avrebbero presto ricoperto ruoli di spicco e importanti funzioni direttive
e sacerdotali nelle prime chiese.
Infine, i testi sacri iniziarono ad essere interpretati alla luce della riflessione filosofica: nasceva il
cattolicesimo, apparato di idee ed atteggiamenti ispirati dallidea di universalit. Nelle comunit emergono
sorveglianti o anziani dediti al culto e alla predicazione, presto affiancati da assistenti (diaconi). Le
comunit si organizzano gerarchicamente ponendo al loro vertice i vescovi (spesso di origini aristocratiche).
Proprio questa organizzazione, oltre che il legame col popolo ebraico portarono allostilit da parte degli
imperatori, perdurante sino al tempo di Diocleziano.

Limpero fra III e IV secolo


Il terzo secolo un periodo di profonda crisi per limpero romano:

Regnano disordine e guerre civili


Le popolazioni nomadi e seminomadi premono ai confini
Le strutture su cui lo stato si basa danno segni di cedimento

Due imperatori: Diocleziano e Costantino corrono ai ripari. Essi riformano le strutture amministrative,
lesercito e lorganizzazione fiscale che costituiva ora il vero pilastro su cui lo Stato si fondava,
fondamentale per affrontare le spese legate a burocrazia, amministrazione, esercito e difesa. Segue un
impoverimento dei piccoli contadini, costretti a indebitarsi o abbandonare i campi. Il latifondo ne approfitta
e molti contadini diventano servi legati ai campi: i figli devono continuare il mestiere dei padri (coloni).
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Diocleziano: una nuova struttura amministrativa dello Stato Al contempo muta il rapporto con il
cristianesimo, che inizia ad essere visto come un potenziale sostegno del potere politico. Nel 313 leditto di
Costantino stabilisce piena libert di culto per tutti. A fine secolo il cristianesimo oramai una religione di
Stato (vd editto di Teodosio). Inoltre limpero tende a intervenire su questioni dottrinali con lo scopo di
difendere lunit delle chiese cristiane e di assestare lorganizzazione della nuova religione, che tende
sempre pi a coincidere con le ripartizioni amministrative dellImpero.
Fondamentale per comprendere i cambiamenti nel periodo del basso impero la fase dellanarchia
militare. Si definisce cos il periodo che intercorre fra il 235 e il 284 caratterizzato da continue ribellioni di
capi militari. Salito al potere alla fine di questa fase, Diocleziano affronta con decisione questo problema
per impedire il ripetersi di nuove lotte di successione. Crea cos un nuovo sistema di governo e istituisce la
Tetrarchia. E il governo a quattro: il potere imperiale fu diviso fra due imperatori (augusti), uno dOriente
ed uno dOccidente, ciascuno dei quali associ al proprio potere un rispettivo cesare che lo avrebbe
succeduto al trono. Si spezz cos lunit amministrativa dellimpero, che comunque resto uno soltanto. I
problemi dinastici tuttavia rimasero e nel 305, quando Diocleziano si ritir, scoppiarono nuovi contrasti per
la successione. Infine il potere passo a Licinio e Costantino e poi, dal 324, Costantino vinse lavversario e
rimase sino alla morte unico imperatore.
Una seconda riforma di Diocleziano mir a rafforzare la struttura amministrativa dello Stato. Limpero fu
diviso in quattro prefetture: Gallie, Italia, Illirico ed Oriente, a loro volta suddivise per un totale di dodici
diocesi governate da vicarii dellimperatore. Ogni diocesi comprendeva poi un certo numero di provincie; in
ognuna di queste il potere militare fu affidato a un dux dipendente dai tetrarchi e separato dal potere civile
dei praeses. In questo modo potere civile e militare risultavano separati e lesercito risultava subordinato
direttamente allimperatore.
Riorganizzazione dellesercito e riforma fiscale Le difficolt dellimpero resero necessarie altre due riforme:
una dellapparato militare e una di quello fiscale:

Al posto dellesercito di frontiera precedente, troppo dispersivo, le riforme militari crearono un


grosso esercito di manovra stanziato nelle citt maggiori e pronto a intervenire ovunque in caso di
necessit (comitatenses). Sui confini venne istituita una milizia territoriale i cui soldati (limitanei)
dovevano essere procurati dai proprietari fondiari, che potevano sottrarsi a tale obbligo pagando
una tassa. Col tempo pertanto entrarono nellesercito di Roma sempre pi elementi germanici, pi
facili da assoldare.
La riforma fiscale era indispensabile per garantire reclutamento e risorse allesercito. Diocleziano
ordin di fare un inventario di tutte le risorse economiche dellimpero e bas il suo sistema di
riscossione su due imposte: quella fondiaria (annona) e quella personale. Lannona era riscossa in
natura, per garantire risorse allesercito nonostante la svalutazione monetaria. La revisione della
tassazione avveniva generalmente ogni 15 anni (indizione).

Coloni e latifondisti I rapporti sociali nelle campagne Forte pressione fiscale e insicurezza dovuta alle
guerre provocarono forti cambiamenti nella distribuzione della propriet e nei rapporti sociali. Peggiora la
sorte dei coloni, terre e potere sono sempre pi concentrati nelle mani dei grandi proprietari fondiari, si
instaurano rapporti di solidariet fra piccoli contadini e latifondisti che impedisce alle rivolte di avere
successo. Per bloccare lesodo dalle campagne dei piccoli proprietari gli imperatori avevano legato i coloni
alla terra. Questi erano liberi di fronte al proprietario, ma non potevano cambiare lavoro, erano servi della
terra. La grande propriet crebbe notevolmente e divenne unimportante struttura di inquadramento
della societ; il padrone dominava, oltre che gli schiavi, i coloni che coltivavano le terre loro assegnate. Gli
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agricoltori liberi dei dintorni si commendavano a lui, entravano a far parte della sua clientela. Si tratta del
cosiddetto rapporto di accomandazione (commendatio) molto diffuso, specialmente fra grandi e piccoli
proprietari. Inoltre spesso i latifondi erano esonerati dal pagamento di imposte, ossia godevano di
immunit (immunitas), di solito applicate alle propriet fiscali dello Stato. Tuttavia limmunit riguardava la
terra: in caso di vendita o donazione continuava a essere immune. Col tempo i grandi proprietari si
circondarono di armati (buccellarii) e amministrarono la giustizia sui propri dipendenti. Alla crisi della
piccola propriet e alloppressione fiscale sono dovuti molti dei frequenti moti di ribellione nelle campagne.
Essi in genere fallirono, poich parte dei coloni fu sempre solidale con laristocrazia senatoria.
Oriente e Occidente Agli inizi del IV secolo limpero esigeva ormai un governo separato di Oriente ed
Occidente. Costantino fond sulle rive del Bosforo una nuova capitale che prese il suo nome
(Costantinopoli) e che presto divenne una nuova Roma. Erano evidenti le diversit sociali, politiche,
economiche e culturali delle due parti dellimpero, cui si aggiungevano alcune controversie religiose sorte
perlopi in Oriente. La separazione fra le due parti dellimpero divenne pi profonda alla morte di Teodosio
(395), che al figlio Onorio destin lOccidente con capitale Milano, al figlio Arcadio lOriente con capitale
Costantinopoli. Questa volta la spartizione si inseriva in un contrasto profondo e determin la rottura
definitiva dellunit imperiale, dando luogo a due diverse dinastie. Costantinopoli invi come alleati
(foederati) i Visigoti nellIllirico rivendicato da Onorio. Si apriva cos uno schema dazione destinato a
ripetersi: limpero dOriente deviava le popolazioni germaniche verso lOccidente per alleggerire la
pressione barbarica. Limpero dOccidente era ormai debole di fronte allirrompere di questi popoli.
Il legame fra cristianesimo e impero Dopo la fase di Diocleziano, attivo nel tentativo di eliminare le
organizzazioni cristiane, si apr un nuovo periodo. Nel 313 viene emanato a Milano un importante editto di
tolleranza da parte degli imperatori Costantino e Licinio. Questo segna la fine delle persecuzioni ed una
nuova politica imperiale nei confronti del cristianesimo, ancora religione di poche minoranze. Questo
poteva essere di grande aiuto allimperatore, per il suo interesse a soccorrere i poveri e ad occuparsi dei
problemi interiori delle persone.
Lavvicinamento fra cattolicesimo e potere imperiale avvenne a tre differenti livelli:

Riconoscimento della piena libert di culto per tutti (Editto di Milano)


Concessione di numerosi privilegi al clero e alle comunit cristiane
Intervento nelle controversie dottrinali, per mantenere lunit dellepiscopato

Nel 325 Costantino convoc a Nicea un concilio ecumenico (assemblea generale dei vescovi della
cristianit) per risolvere la controversia trinitaria che turbava limpero. Ario, che attribuiva al padre una
natura superiore, fu condannato allesilio e si impose come dottrina ufficiale quella di Atanasio, che
attribuiva al figlio la stessa natura del padre (vd credo niceno).
Successivamente a Nicea, sono due gli aspetti importanti della politica imperiale rispetto al cristianesimo: i
frequenti cambiamenti di orientamento degli imperatori nelle questioni teologiche e il sostegno totale
offerto alla nuova religione a partire dalla fine del IV secolo. Costanzo II (337-361) favor larianesimo che,
con la predicazione del vescovo Ulfila, si diffuse fra i germani e favor la separazione fra barbari e romani.
Con Giuliano (361-363) si ha una breve parentesi politeista: egli rinneg la fede cristiana, abrog le
concessioni elargite ai cristiani e allontan molti cristiani dai posti di responsabilit. Fece riaprire templi
pagani, e favor la dissidenza religione, ma il tentativo non ebbe successo. Infine, nel 381 Teodosio (361363) ribad in un nuovo concilio a Costantinopoli le decisioni di Nicea. Con un editto del nuovo imperatore

(380) il cristianesimo diventava religione di stato, lunica riconosciuta dallimpero. Il politeismo venne
perseguitato dal potere civile ed era ormai praticato solo nei villaggi.
Continuavano per ad emergere nuovi conflitti dottrinali: nel 431 venne rifiutato nel concilio di Efeso il
nestorianesimo, che riteneva in Cristo presenti due persone distinte, legate alle sue due nature di Dio e di
Uomo. Si afferm che in Cristo la natura umana e quella divina si incontravano e coesistevano in una sola
persona. Si diffuse successivamente il monofisismo in Oriente, che attribuiva a Cristo una sola natura
(quella divina) oltre che una sola persona e che fu condannato nel 451 dal Concilio di Calcedonia. Venivano
inoltre riconosciuti al patriarca di Costantionopoli il primato delle chiese dOriente e al vescovo di Roma una
supremazia onorifica sugli altri vescovi.
Gli interventi del potere politico portarono importanti cambiamenti nellorganizzazione ecclesiastica.
Lordinamento delle chiese cristiane si adegu alle ripartizioni amministrative dellimpero e le sedi
episcopali si raggrupparono sotto i metropoliti, i vescovi che presiedevano le provincie dove limpero aveva
le sue sedi amministrative. Inoltre, soprattutto in Occidente, i vescovi si coordinarono attorno alla Chiesa di
Roma. Valentiano III (425-455) aveva riconosciuto ufficialmente alla chiesa romana la superiorit nelle
questioni di giurisdizione ecclesiastica. Il papato stava per diventare una forza fondamentale per il mondo
politico medievale.
Fra IV e V secolo le donazioni dei numerosi fedeli favoriscono lespansione dei patrimoni ecclesiastici.
Titolari di questi beni erano i vescovi, che gestivano il patrimonio, organizzavano il clero e
levangelizzazione delle campagne. In questo periodo la potenza fondiaria delle chiese metropolitiche era
ormai paragonabile a quella delle grandi famiglie senatorie. Con la fine dellimpero, la potenza ecclesiastica
aveva ormai posto le solide base economiche che lavrebbero resa centrale nel periodo medievale

Ai confini dellimpero: il mondo delle popolazioni a struttura tribale


Oltre alle difficolt interne, fin dal II secolo, limpero romano era minacciato dalla pressione crescente dei
popoli barbari sul confine settentrionale (limes). A seguito della migrazione degli Unni verso Occidente la
pressione crebbe molto verso lultimo trentennio del IV secolo finendo per causare la definitiva caduta
dellimpero. I popoli cosiddetti barbari erano molto diversi dalle popolazioni greco-romane; essi erano
nomadi (vd Unni) o seminomadi che praticavano in misura minore lagricoltura (vd Germani), ma la loro
economia fragile li portava spesso a razziare le regioni occupate da sedentari. La loro organizzazione sociale
si basava essenzialmente sulla trib. Gli antichi Germani erano divisi in numerose trib e retti da tre
importanti organismi: il consiglio dei capi delle trib, quello dei capi di guerra e lassemblea dei guerrieri.
Questo sistema verr scardinato per via di una crescente differenziazione sociale, della nascita della figura
del re e per lo sviluppo di unaristocrazia guerriera dotata di proprie clientele armate.
Il contatto col mondo romano port i primi mutamenti presso i Germani. Laumento degli scambi
commerciali aument le differenze sociali e le esigenze difensive dellimpero spinsero a reclutare sempre
pi gruppi militari barbari entro lesercito imperiale. Inoltre, a partire dal IV secolo, intere popolazioni come
i Goti, si convertirono al cristianesimo ariano. Questo avvicin considerevolmente i due mondi e avvicin la
cultura orale barbara a quella raffinata greco-latina.
Dopo lera delle grandi migrazioni, il mondo era andato generalmente sedentarizzandosi. I popoli nomadi
avevano trovato un loro spazio di relativa stabilit: in Cina erano stati arginati dalla costruzione della
grande muraglia, a Roma dal limes. La situazione cambi a partire da IV-V secolo: le pianure della Cina
settentrionale caddero sotto il controllo di barbari provenienti dal nord mentre limpero gupta croll sotto
gli attacchi degli Unni. Gli Unni migravano verso Occidente verso lAsia centrale, causando una serie di
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spostamenti a catena nel mondo barbarico. Si spostarono gli Alani fino a incontrare Vandali e Svevi,
dannose per limper furono per le migrazioni dei Visigoti, che nel 378 sconfissero ad Adrianopoli
limperatore Valente e che nel 410 arrivarono a saccheggiare Roma. Tale pressione verso Occidente aveva
ormai portato a cedere le difese romane; iniziava cos il periodo delle invasioni barbariche o delle grandi
migrazioni di popoli.
E dallincontro fra il mondo latino e quello germanico, realizzatosi con le invasioni, che nacque la civilt
medievale. Le popolazioni nomadi erano dedite perlopi allallevamento, avevano superato lo stadio delle
societ pi primitive, bench la loro esistenza dipendesse ancora quasi totalmente dalla distribuzione delle
risorse spontanee. Essi si spostavano stagionalmente col bestiame per sfuggire alla stagione arida. In
genere dallambiente circostante che ottenevano riparo, indumenti e nutrimento; vivevano perlopi di
armenti (carne e latte) che integravano con la caccia e con la raccolta di piante selvatiche. Vivevano in
abitazione offerte dallambiente, gli Unni e gli Alani avevano abitazioni mobili su carri protette da tende di
pelli o da corteccia (casa su ruote). Problema principale per questi popoli era soprattutto quello di trovare
un equilibrio fra la scarsit di risorse e la loro notevole consistenza numerica. Uno dei modi per ovviare a
questo problema era la razzia: non solo rimedio per le situazioni pi difficile, ma vera e propria attivit
economica che integrava lallevamento. Essa permetteva di procurare quei prodotti che essi altrimenti
ottenevano solo con gli scambi commerciali.
La societ di questi popoli, e degli Unni in particolare, era organizzata in trib. Ognuna di queste era
organizzata in vari clan (gruppi di famiglie con un antenato comune) e il loro insieme costituiva lintera
popolazione. Nucleo di questa societ era la famiglia, che viveva in una singola kibitka (casa su ruote).
Inizialmente gli Unni non avevano un monarca, eleggevano un numero vario di condottieri (capi di guerra),
scelti in assemblee, soltanto in tempo di guerra. Se questo popolo poco sviluppato mise in crisi limpero
romano, ci dovuto alla conquista che essi riportarono nel 376 quando, con laiuto degli Alani,
sottomisero gli Ostrogoti. Poterono cos sfruttare questo popolo, che da tempo praticava unagricoltura di
tipo sedentario, e sfruttare queste risorse per sostentare un gran numero di guerrieri.
Ben maggiore per fu limportanza assunta dalle popolazioni barbariche di origine germanica, spinte dagli
Unni allinterno dei confini dellimpero romano. Con il termine Germani si intendono numerose
popolazioni, che a met del IV secolo occupavano larea a nord dellimpero, fra il mar Nero e il mare del
Nord. Erano popolazioni fra loro anche molto diverse, ma con alcune caratteristiche comuni. Non si trattava
propriamente di popoli nomadi: la loro agricoltura, bench poco sviluppata, costituiva una parte
importante della loro economia. Conoscevano le tecniche della tessitura, della lavorazione del metallo e
della ceramica; frequenti erano gli scambi commerciali col popolo romano, basati di solito sul baratto. Si
trattava per di uneconomia piuttosto fragile, gli arativi erano in genere bassi e questo portava a fare della
razzia e della guerra delle attivit economiche per loro di primaria importanza. Tendevano quindi ad avere
una certa stabilit territoriale, bench, in certe situazioni, alcuni popoli abbandonassero del tutto i loro
territori per traferirsi a grande distanza. Era la migrazione vera e propria (Wanderung) che poteva portare a
suddivisioni o aggregazioni di popoli (vd etnogenesi).
Nel I a.C. lorganizzazione, gli usi e i costumi dei Germani, non erano molto distanti da quelli delle trib
Unne del IV d.C. Non vi era propriet privata della terra ed esisteva il possesso privato solamente di schiavi
e bestiame. Ogni anno il consiglio dei capi trib distribuiva ai vari clan le terre che dovevano essere arate,
lasciando a maggese i campi coltivati lanno precedente (rotazione biennale). Lentit economica di base
non era dunque la famiglia ma il clan: aratura, mietitura e raccolto erano in comune e ci evitava
lemergere di forti diseguaglianze sociali. Non vi era in tempo di pace alcuna autorit che si estendesse
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sullinsieme dei clan e non vi erano istituzioni con carattere coercitivo. In caso di guerra il consiglio dei capi
clan convocava lassemblea dei guerrieri che eleggeva un certo numero di condottieri (capi di guerra).
Gi alla fine del I d.C. erano avvenute trasformazioni profonde. Il clan non era pi lentit basilare ed era
scomparsa labitudine di lavorare la terra in comune. La distribuzione delle terra avveniva ora secondo il
rango; esse erano distribuite fra individui singoli e non fra i clan. Si andavano cos affermando
differenziazioni economiche e sociali. Le cause non sono certe, esse furono probabilmente dovute
allincremento del baratto privato con le regioni dellimpero e poi dal passaggio ereditario da un uomo ai
suoi figli e non allintero clan. La famiglia monogamica si andava rafforzando ai danni del clan.
Si ruppe inoltre lequilibrio istituzionale dei tre organi amministrativi. In primo luogo emerse lentamente la
figura di un re elettivo al posto dei capi di guerra; lassemblea dei guerrieri tendeva oramai a eleggere un
unico capo che restava in carica per la durata di una sola guerra. Non aveva per alcun potere coercitivo e il
suo peso dipendeva soprattutto della sua persona e dalle sue qualit. Le tradizionali strutture di governo
delle societ tribali erano in crisi; fu di grande importanza la nascita della clientela armata (comitatus). Ogni
capo equipaggiava militarmente e sfamava, anche in tempo di pace, la propria clientela militare. Lo
sviluppo delle clientele armate port a due importante trasformazioni sociali: il bottino veniva diviso fra i
comitati e ci increment le disparit economiche facendo di queste clientele una classe privilegiata.
Inoltre il potere militare iniziava ad essere indipendente dal controllo dellassemblea degli armati.
Pi tardi, fra IV e V secolo, le diverse popolazioni germaniche hanno in comune una forte importanza data a
due istituzioni: il re e lassemblea del popolo in armi. Sopravvive, per il resto, una pluralit di orientamenti
istituzionali. Ora per, le clientele non si finanziano pi sulle loro razzie, bens sullesercizio del potere
militare in favore dellimpero romano.
Per ci che riguarda la cultura invece, presso i Germani, i giovani ricevevano una rude educazione di
contadini e guerrieri (vd esercizi fisici). Non esistevano scuole: la cultura intellettuale era completamente
estranea al mondo germanico, bench esistesse una loro scrittura, quella runica, legata alle pratiche
magiche e conosciuta solamente dai sacerdoti. Avevano subito un processo di acculturazione a contatto col
mondo romano, i Goti aderirono allArianesimo spinti dalla predicazione di Ulfila che aveva tradotto la
Bibbia nella loro lingua (il gotico assume dignit letteraria). La religione germanica era di tipo politeistico,
ma si mostrava pi debole nelle aree confinanti esposte alla influenza culturale romano-cristiana.
Ma la pressione germanica allimpero non avveniva soltanto dallesterno, crebbe nel corso nel IV secolo il
numero di elementi germanici nellesercito imperiale. Vi erano anche importanti ufficiali, che presto
salirono fino ai gradi pi alti, diventando cos anche senatori. Si form cos, allinterno dello Stato romano,
un antagonismo fra gli ufficiali militari e quelli civili, separati sin dal tempo di Diocleziano. Vi erano per
anche occasioni di convergenza in vista di interessi comuni. Un caso di questo tipo quello di Stilicone,
figlio di un generale vandalo, aveva fatto la carriera militare fino a diventare stretto collaboratore di
Teodosio. Alla sua morte tent una politica conciliante verso i Visigoti di Alarico, dopo averli battuti a
Pollenzo tent di legarli allimpero come alleati. Venne per osteggiato anche da Onorio e successivamente
ucciso. Tuttavia la debolezza militare non permise alla reazione antigermanica di svilupparsi in Occidente,
mentre lOriente non toller pi la presenza di foederati entro i confini dellimpero. La crisi seguita alla
morte di Stilicone lasci aperta la strada ai Visigoti di Alarico che, nel 410, arrivarono a saccheggiare Roma.

LOccidente nel V e nel VI secolo: i regni romano-germanici


La marea di popolazioni germaniche riversatasi verso ovest cambi profondamente la storia di questarea, a
Oriente invece limpero riusc a conservarsi e divenne sempre pi antigermanico. Dopo il crollo dellimpero
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romano dOccidente si sviluppano i cosiddetti regni romano-germanici. E dallincontro fra le popolazioni


germaniche e quelle locali che nacque il mondo medievale. Vi sono alcuni punti fondamentali per
comprendere questo periodo:

La storia di questi regni strettamente connessa al problema dei rapporti fra i Germani e le
popolazioni locali, in particolare con laristocrazia senatoria e lepiscopato cattolico. Assume grande
importanza il problema religioso, la fede ariana diventa un modo per distinguersi dei popoli barbari.
Lepiscopato cattolico si sforz di assimilare questi popoli culturalmente e di convertirli; il primo di
questi a convertirsi al cattolicesimo fu quello dei Franchi col re Clodoveo. Il regno franco diventava,
grazie agli stretti rapporti fra le aristocrazie dei due popoli, il pi solido dei regni latino-germanici.
Insediandosi nellimpero i Germani tendevano ad imitare i modi di vita delle popolazioni locali e si
trasformarono. I contadini guerrieri divennero proprietari terrieri e le aristocrazie militari divennero
aristocrazie fondiarie. Si andavano inoltre formando veri e propri regni, territorialmente compatti e
con solide strutture amministrative.
Tuttavia la guida di questi nuovi regni pose ai capi militari germanici nuovi problemi. Sopravvisse la
imponente struttura amministrativa romana, indispensabile alle gestione del governo. Le citt
rimangono il punto di riferimento delle strutture amministrative pubbliche ed ecclesiastiche
mentre scompaiono lentamente la scuola pubblica e lorganizzazione fiscale.

Gi nella prima met del V secolo le invasioni diedero vita ai primi regni romano-germanici nelle aree delle
vecchie provincie imperiali. Il primo di questi fu il regno dei Visigoti; essi nel 418 si stanziarono nella Gallia
sud-occidentale secondo il regime della hospitalitas che prevedeva la loro sistemazione su terre tolte ai
precedenti proprietari romani ma che faceva sopravvivere le precedenti strutture amministrative.
Successivo il regno dei Suebi, che a met del V secolo controllavano ormai la Galizia, la Lusitania e la
Betica nella penisola iberica. I Vandali abbandonarono la Spagna e vennero accettati in Africa come
federati. Nella Gallia settentrionale ed orientale stava invece nascendo il nuovo regno dei Burgundi, che
vennero per sconfitti e quindi traferiti come federati nellodierna Savoia. Sono questi i cosiddetti regni
romano-germanici della prima generazione (prima met del V secolo).
La corte imperiale, ora stabilita a Ravenna, cercava di salvare il salvabile, opponendo ora questi popoli fra
loro, legandoli ora come federati (conservavano il loro diritto e le loro organizzazioni, solo i re trattavano
con Roma). Per sostenere questi popoli si ricorreva al sistema dellhospitalitas: funzionari e militari
godevano di buoni alimentari e di carte dalloggio. Questa inizialmente prevedeva una requisizione
temporanea di un terzo delle abitazioni romane, successivamente per divenne definitivo e port
allinsediamento duraturo dei soldati germanici su una parte delle terre dei proprietari romani.
La politica di convergenza fra barbari e romani fu in generale fruttuosa: essa fece stanziare le popolazioni
barbare in alcune aree spesso distanti dalla penisola italica e permise di ottenere dai barbari un
importantissimo sostegno militare. Il generale Ezio si avvalse dei Germani contro gli Unni e riusc nel 451 a
sconfiggere Attila in Gallia. Lanno successivo essi per misero in pericolo lItalia, ma, temendo un attacco
da Bisanzio, si ritirarono. Il fragile impero unno si dissolse per poco dopo la morte di Attila (453), anche
per via delle rivolte di Ostrogoti e Gepidi.
Non finirono per le difficolt per limpero (ormai ridotto alla sola Italia), nel 455 Roma fu saccheggiata dai
Vandali di Gianserico stabiliti a Cartagine. Gli imperatori venivano eletti o destituiti dalle forze romanobarbariche o romano-bizantine ed erano ormai tali solo di nome. Nel 476 Romolo Augustolo fu deposto da
Odoacre, un ufficiale di origine scira eletto re dalle genti germaniche in Italia che volevano gli stessi privilegi
dei federati. Con Odoacre le insegne imperiali furono rimandate a Bisanzio, per indicare le ricostituzione
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dellunit imperiale. Oramai per si era in realt di fronte al tramonto definitivo dellautorit imperiale in
occidente; per questo il 476 generalmente adottato come data di inizio per il Medioevo. Odoacre stabil
buoni rapporti con laristocrazia senatoria, che, grazie ai suoi latifondi, esercitava una completa egemonia
rispetto ai piccoli possessori e allintera popolazione rurale. Egli riconobbe limpero di oriente, esercitando
in Italia la dittatura militare. Il suo non fu affatto un regime sovvertitore dellordine presente, segu invece il
modello di convivenza fra il potere militare germanico e il predominio economico del ceto senatorio.
Verso il 480, durante il regno di Odoacre in Italia, sopravvivevano tutti i regni romano-germanici della prima
generazione:

Il regno dei Vandali, col suo centro in Africa


Il regno dei Visigoti, stanziati nelle regioni orientali e centromeridionali della Spagna e nella Gallia
meridionale
Il regno dei Suebi nelle regioni nord-occidentali della penisola iberica
Il regno dei Burgundi nel bacino del Rodano

Vi erano inoltre, molte altre entit minori, il cui equilibrio fu rotto dallentrata in scena di Franchi e
Ostrogoti che costituirono il loro regno rispettivamente su Gallia e Italia. Il problema fondamentale per
questi regni era il rapporto dei Germani con le popolazioni locali, in particolare con il ceto senatorio e
lepiscopato cattolico. Ad aver maggiore stabilit furono quei regni in cui si attu una politica di
compromesso con i latifondisti romani e in cui i Germani si convertirono al cattolicesimo (vd rapida fine del
regno Vandalo e lopposto esempio Franco). Lincontro con le istituzioni romane innalz i re germanici a
nuove funzioni; egli non era pi solamente un capo militare ma esercitava la propria autorit su regioni
definite che conservavano le strutture amministrative del passato impero romano. Tuttavia la situazione
era complicata dal fatto che si applicava il regime di personalit delle leggi, per cui su un territorio non
vigeva un'unica legislazione, ma ogni popolo seguiva la propria. Vi erano cos, in ogni regno, due diritti
nazionali: romano e germanico, ed ogni popolo seguiva il proprio. Lesistenza di questi regni port a
profondi cambiamenti presso i popoli germanici: da contadini guerrieri essi diventarono popoli di
proprietari terrieri, le aristocrazie militarie divennero aristocrazie fondiarie. Lantica bipolarit regnopopolo (il re era eletto in assemblee) divenne una bipolarit fra re e nobilt.
Il regno dove la convergenza fra capi militari germanici e latifondisti gallo-romano fu pi profonda, fu quello
franco. Questo assunse una fisionomia unitaria a partire del 482, quando Clodoveo (dinastia Merovingia)
divenne re del loro principale regno, quello di Tournai. Egli ampli i propri domini occupando la Gallia,
eccetto le sue coste mediterranee. Alla sua morte i Franchi controllavano un vasto territorio dallAtlantico e
i Pirenei fino al di l del Reno che tuttavia non coincideva con lantica Gallia. A favorire questa repentina
espansione furono soprattutto i buoni rapporti con laristocrazia gallo-romana e con lepiscopato cattolico
(Clodoveo si era convertito, con tutto il suo popolo, al cattolicesimo). Il re assunse a grandi responsabilit,
ignote al mondo germanico e il regno svilupp forme accentrate di potere statale. Nel VI secolo i sovrani
franchi erano ormai molto diversi dai capi militari dei primitivi regni germanici; per governare essi
imitarono le istituzioni romane, si circondarono di una corte e di una guardia, mantennero lordinamento
pubblico per circoscrizioni.
In Italia nel 489 gli Ostrogoti di Teodorico entrarono in Italia per stanziarsi qui stabilmente, secondo il
sistema dellospitalit. Odoacre fu abbandonato dallaristocrazia e dallepiscopato, che ritennero il re
ostrogoto pi disponibile allincontro fra latifondisti e potere militare. Sconfitto il vecchio re, nel 493
Teodorico divenne sovrano. Gli Ostrogoti erano una minoranza rispetto al ceto dei possessori, ma erano
una minoranza armata e con una sua forte identit. Si cre un parallelismo fra due societ fra loro distanti e
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ne derivarono due sistemi amministrativi paralleli. Il reciproco legame fra questi era costituito dalla figura
del principe, re per gli uni, rappresentante dellimpero per gli altri. Inizialmente i rapporti fra le due
popolazioni furono caratterizzate da un grande equilibrio; pi tardi per la politica di Teodorico entr in
crisi sul terreno religioso. Egli abbondon quindi la vecchia politica conciliante e colp i senatori che erano
pi vicini alla politica di Bisanzio. Lincarcerazione di Papa Giovanni I fu per un grave errore politico che
port forti tensioni fra la popolazione gota e quella romano-cattolica. Alla sua morte di Teodorico lasciava
un regno in grave crisi su cui lOriente rivolgeva le sue ambizioni. Il nuovo imperatore Giustiniano avvi
quindi la riconquista dellItalia, che diede inizio alla durissima guerra greco-gotica.
Che cosa restava di Roma? Larrivo dei germani non sommerse le strutture organizzative e la cultura su cui
si reggeva la complessa civilt del mondo antico. Anzitutto le popolazioni barbare erano molto meno
numerose di quelle romanizzate che vivevano da secoli nei territori dellimpero. La sopravvivenza della
romanit fu inoltre possibile grazie al regime di ospitalit, che permetteva la conservazione delle
precedenti strutture amministrative, agrarie, politiche e sociali. I nuovi re utilizzarono largamente i metodi
romani per governare e ovunque essi conservarono limposta fondiaria (dai cui per clero e germani erano
esonerati). Furono per molte le rivolte antifiscali e, alla lunga, i tentativi di far funzionare lantica
organizzazione fiscale si rivelarono fallimentari. Cos come si indeboliscono le grandi strutture del mondo
romano, allo stesso modo perdono di importanza e scompaiono come centri di consumo le citt. Esse
vedono diminuire molto la loro consistenza demografica ma rimangono un punto di riferimento
amministrativo, commerciale e religioso (qui risiedono i conti, rappresentanti del re, e i vescovi).
NellItalia ostrogota e nellAfrica vandala sopravvivono anche le scuole cittadine, in Gallia e Spagna esse
scompaiono ma la conoscenza delle opere dellantichit rimane viva sino al VII secolo grazie alla aristocrazia
gallo-romano o ispano-romana. Cresce sempre di pi per limportanza data alleducazione militare, la
scuola antica scompare via via che procede lassimilazione dellaristocrazia romana da parte della
componente germanica, finch non tramonta definitivamente nel VII secolo. La cultura classica non muore,
ma viene trasmessa grazie ai letterati cristiani che la utilizzano per ampliare le proprie conoscenze.
Personaggi di spicco della cultura di questo periodo sono generalmente vescovi (vd Isidoro), la cultura
antica si trasforma col tempo in una cultura cristiana ecclesiastica.

Limpero restaurato di Giustiniano


LImpero dOriente riesce definitivamente a liberarsi dalla pressione dei Germani e a sopravvivere fino al
1453, quando Costantinopoli verr presa dai Turchi. Questo impero per sempre pi diverso dallantico
stato romano e mostra di costituire una civilt specifica, quella bizantina. Questo mondo ha le sue origini
nellet di Diocleziano e Costantino, per tre motivi:

Le riforme di questi imperatori mutano profondamente la struttura della societ romana


La religione cristiana diventa una componente fondamentale dellimpero
Si gettano le basi del profondo legame fra Stato e Chiesa che caratterizzer Bisanzio

La Chiesa, nel mondo bizantino, viene sempre pi subordinata al potere imperiale; il cosiddetto
cesaropapismo, per cui limperatore assume potere anche in campo spirituale. Il mondo bizantino prosegue
dunque quello romano, ma su basi parzialmente nuove. Questo era uno stato ben organizzato, con una
solida burocrazia, un efficiente sistema fiscale, un esercito permanente, scuole ed una forte flotta. Esso
inoltre aveva al suo interno diversi popoli, ma forti di una comune identit.

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Leredit romana portava con se anche alcuni problemi, in particolare quello germanico e quello religioso:

Soprattutto nella seconda met del V secolo preoccup la pressione degli Ostrogoti stanziati in
Pannonia che vennero per diretti verso occidente. Furono invece deportati gli Isauri, chiudendo
cos le crisi etniche che fino ad allora avevano travagliato limpero.
Le dispute di carattere religioso mettevano in pericolo la pace sociale e si legavano talvolta a
tendenze autonomistiche locali. Il monofisismo era infatti forte in Egitto e Siria, ma latteggiamento
imperiale nei suoi confronti fu altalenante. Vennero inoltre evangelizzati i popoli non cristiani: il
cristianesimo avanz sulle rive del Danubio, del Mar Nero e in Africa.

Giustiniano divenne non solo un protettore di Roma, ma anche un capo fermo e potente. Tuttavia la sua
politica religiosa di conciliazione col monofisismo fall e la tensione aument. Ebbe inizio lo scisma di
Aquilea, destinato a durare 150 anni circa, quando alcuni vescovi del nord non riconobbero papa Pelagio
(556-560), allineato alla politica imperiale.
Nella vita religiosa di quei secoli ebbe grande importanza il monachesimo, che allepoca di Giustiniano
conobbe una delle sue esperienze pi significative con Benedetto da Norcia (480-543), fondatore del
monastero di Montecassino. Esisteva gi tuttavia una preesistente tradizione: il monachesimo ebbe origine
dalle esperienze religiose degli eremiti che fra III e IV secolo praticavano una vita ascetica di isolamento,
rinunce e meditazione nei deserti dEgitto, nel desiderio di realizzare un ideale di martirio (=testimonianza).
Un secondo grande momento fu lo sviluppo e la diffusione dei cenobi, comunit monastiche desiderose di
incarnare lideale evangelico di perfezione e penitenza (Pacomio a fine III secolo stila la prima regola
comunitaria). In Occidente queste comunit si diffusero sulle coste della Provenza prima e successivamente
anche oltre i confini dellimpero, nel mondo celtico dellIrlanda. Qui la sua diffusione fece tuttuno con
levangelizzazione dellisola, iniziata da San Patrizio nel 432.
La nuova forma di vita monastica, proposta da Benedetto con la sua Regola, nei primi decenni del VI secolo,
fu estremamente importante. Essa ha tre caratteristiche essenziali:

Il senso della misura: la forma di vita proposta vicina al costume quotidiano del tempo. Benedetto
attinse da altre regole e il suo forte senso di moderazione e misura permise la diffusione della sua.
Limportanza attribuita alla lettura e allo studio. I monasteri hanno una loro biblioteca e
successivamente anche una scuola, i monaci si dedicano a ricopiare i loro manoscritti permettendo
la conservazione e la trasmissione della cultura.
Limportanza attribuita al lavoro manuale. Oltre che alla preghiera, la vita quotidiana doveva essere
consacrata al lavoro manuale, interpretato come una forma di ascesi. Le abbazie possedevano una
loro propriet che permettesse loro di mantenerla indipendente dallesterno.

Solo in un secondo momento, a partire dalla fine del VI secolo, i monaci si dedicarono ad attivit di
evangelizzazione.
Lalleanza di Giustiniano col papa e la ricerca di unit del mondo cattolico non erano che la premessa
dellampio progetto di riconquista dellOccidente. Le condizioni erano favorevoli e le guerre di riconquista
furono effettuate appoggiandosi ai latifondisti e ai gruppi di mercanti interessati al commercio
internazionale. Anzitutto fu riconquistato il regno vandalo, fra il 533 e 534, dove furono restaurati i rapporti
sociali anteriori alla loro occupazione. Il recupero dellItalia fu avviato nel 535 dal generale Belisario, ne
deriv lestenuante e difficile guerra greco-gotica. Dopo ventanni di battaglie lItalia fu recuperata e
vennero restaurati gli antichi rapporti sociali. Il dominio bizantino dur per poco: poco dopo i Longobardi
avrebbero conquistato larga parte della penisola. Infine Giustiniano riprese la parte meridionale della
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penisola iberica dai Visigoti. Il Mediterraneo torn ad essere un mare interno dellimpero; Bisanzio poteva
cos garantire la sicurezza delle comunicazioni navali, favorendo le attivit commerciali. Se queste
riconquiste erano state possibile, ci era per dovuto allimponente macchina statale di Giustiniano, la cui
opera si articol su tre livelli:

Riscossione regolare delle imposte Lalta pressione fiscale sfavor per i piccoli proprietari e port
allestensione dei latifondi.
Centralizzazione e potenziamento della burocrazie Non ci furono grandi rinnovamenti e persistette
la suddivisione fra potere civile e militare.
Riorganizzazione della legislazione Questa diede un fondamento autocratico allimperatore la cui
volont era dichiarata legge suprema. Il risultato finale di questo lavoro fu il Corpus iuris civilis
comprendente: le istituzioni, il codice giustinianeo (raccolta editti imperiali in vigore da
Adriano), il Digesto (raccolta dei pareri dei pi autorevoli giuristi) e le Novelle (leggi promulgate da
Giustiniano stesso). Tale opera ebbe unimportanza fondamentale, fu alla base di tutta la
legislazione bizantina e influenz moltissimo quella europea, a partire per dal XII secolo.

Su Giustiniano i pareri sono discordanti ma perlopi negativi. Fra i contemporanei ha generalmente


prevalso un atteggiamento critico. Bench ottenne alcuni risultati sul piano commerciale e legislativo, non
riusc infatti a rigenerare il vecchio stato romano. Fall nei suoi tentativi di riportare lunit religiosa e le
difficili campagne militari ebbero risultati effimeri e lasciarono limpero esausto. Presto questo avrebbe
subito gravissime perdite territoriali.
Tra la fine del VI e linizio del VII secolo limpero fu attraversato da due fenomeni di rilievo: una crisi interna
provocata da guerre civile e rivolte e lincapacit di difendere le frontiere dalle minacce dei popoli
confinanti. LItalia fu in gran parte conquistata dai Longobardi (568), la Spagna invece torn sotto il dominio
visigoto (584). Nei Balcani si riversarono alcune trib slave che ne presero stabilmente il possesso. Queste
enormi perdite territoriali spostarono definitivamente il baricentro dellimpero verso Oriente.
Se i bizantini riuscirono a conservare parte dei loro possedimenti in Occidente, questo fu grazie alle riforme
dellimperatore Maurizio che non rispett pi la separazione fra potere civile e militare fino ad allora
seguita. Istitu due luogotenenze militari (Ravenna e Cartagine) con a capo due esarchi (comandanti) per
amministrare quanto rimaneva dei possedimenti in Italia e Africa. Successivamente con Eraclio si impose il
sistema dei temi. Un tema era ununit amministrativa a carattere militare al cui vertice cera uno
stratega che esercitava il potere massimo sia nellambito civile che in quello militare; ai soldati fu data la
propriet privata dei fondi in cambio del servizio militare ereditario. Ci vollero per circa tre secoli prima
che tutto limpero passasse completamente alla nuova organizzazione. In questo modo limpero non
doveva pi assoldare mercenari, ma aveva a disposizione truppe pi economiche e motivate, inoltre si
rafforz la piccola propriet. Limpero inoltre riusc, anche grazie al sostegno della Chiesa greca, a
sconfiggere i Persiani e a riconquistare i territori persi. Il grande lascito di Eraclio sta per nella sua riforma
militare e amministrativa che pose le basi dello Stato bizantino medievale.

Il sorgere della potenza araba e le trasformazioni dellimpero bizantino


Nella prima met del VII secolo la predicazione di Maometto diede origine ad una nuova religione, lIslam.
Si possono individuare alcuni punti importanti per la sua diffusione e le sue conseguenze:

Lislam riusc a trasformare le bellicose trib beduine del deserto in un popolo unito dalla fede in un
unico Dio e guidato da un solo capo.
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Questo popolo si trasform presto in un popolo di conquistatori: gli Arabi, in meno di un secolo,
costruirono un impero vastissimo.
Lespansione araba fu un fatto di fondamentale importanza: il Mediterraneo, pur restando un area
di traffici relativamente importante, decadde (vd Pirenne). Il fulcro politico-economico della
cristianit si spostava quindi a settentrione.

Se questa rapida espansione fu possibile ci dovuto sia alla volont araba che alla fragilit delle
dominazione confinanti dove le popolazioni locali erano insoddisfatte per laltra pressione fiscale e le
persecuzioni religiose (vd monofisiti in Siria ed Egitto). Limpero arabo si mostr inoltre solido e duraturo,
grazie allefficiente amministrazione centrale dei califfi, modellata sullesempio dello Stato bizantino
(eredit romana ed orientale). Dalla met del VII secolo i califfi non sono pi elettivi, ma si trasmettono il
potere in via ereditaria. Nello stesso tempo limpero dOriente subisce gravi amputazione territoriali e si
avvia a diventare uno stato greco. Solo pi tardi, fra IX e X secolo, riuscir ad avviare una fase di riconquista.
Importante, in questo periodo, soprattutto lo sviluppo e lascesa delle citt.
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Tra la fine del VI secolo e gli inizi del VII lArabi preislamica era perlopi arida e popolata da nomadi (beduini
arabi) mentre a sud vi erano alcuni sedentari dediti allagricoltura. Societ ed economia dei beduini
avevano alcuni caratteri importanti:

Lorganizzazione sociale e politica non andava generalmente oltre la trib.


Rispetto alla religione vi era un complessa politeismo: ogni trib era dotata di propri dei e di
modesti santuari. Vi erano anche alcune comunit di ebrei e cristiani e alla Mecca emergevano le
prime tendenze ascetiche e monoteiste.
I santuari erano un importante punto di incontro fra le varie trib, oltre che fra sedentari e nomadi.
Oltre a essere un importante centro religioso erano dunque centrali anche nella sfera economica
(vd alla Mecca il santuario della Kaaba).

LArabia mostrava segni di trasformazione, si attenuavano le chiusure sociali e si sviluppavano scambi e


commercio. Iniziavano ad emergere tendenze verso quellunit religiosa e politica poi tradotta in realt da
Maometto. La predicazione di questi inizi verso il 610 alla Mecca, egli diceva di parlare in nome di Allah,
divinit meccana, che egli presentava come il Dio unico. Il fulcro del suo messaggio consisteva proprio nella
perentoria affermazione dellunicit di Dio. La sua predicazione non voleva per scardinare gli assetti sociali
del tempo; i riti del popolo erano rispettati e la ricchezza considerata legittima (purch usata a buon fine e
non ottenuta tramite usura). LIslam per trov riscontro nelle aspettative della classi pi umili e fu per
questo osteggiato dai Quraysh (trib molto potente alla Mecca) che perseguit la comunit maomettana.
Nel 622 avvenne una svolta fondamentale: Maometto e la sua comunit abbandonarono La Mecca e si
trasferirono a Medina (prima Yatrib). Si trattava della egira, che segn linizio dellera musulmana. Questa
segnava la scissione dal vecchio stato ed apriva una fase nuova per la predicazione maomettana. Furono
fondamentali i dieci anni che vanno dallegira alla morte di Maometto (632), nei quali la nuova religione si
leg profondamente al mondo arabo attraverso tre progressivi momenti.
1. Il primo fu la rottura definitiva della nuova religione con il giudaismo ed il cristianesimo. Le
preghiere non sarebbero pi state rivolte verso Gerusalemme bens verso la Kaaba, venne
introdotto il venerd al posto del sabato, abbandonato il divieto di poligamia e il ramadan divenne il
mese del digiuno.

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2. La nuova religione si leg alla precedente tradizione beduina della razzia. Questa fu elevata
lentamente al ruolo di guerra santa (gihad) contro i nemici dellIslam e divenne un importante nodo
di raccordo col vecchio mondo dei beduini.
3. Infine nel 630 le truppe del profeta rientrarono armate alla Mecca e si impadronirono della citt. Fu
recuperata la Kaaba dove vennero distrutti numerosi idoli. I mercanti si convertirono
progressivamente alla nuova religione.
Nel 632 lArabia risultava per la prima volta unita ed in uno stadio politico ormai superiore a quello tribale.
La nuova societ si fondava su basi religiose e non pi sugli antichi legami di sangue: bench il
particolarismo non fosse del tutto superato il profeta aveva affermato la propria autorit sulle diverse trib.
Le leggi essenziali dellIslam si fondavano sugli insegnamenti di Maometto, prima tramandati oralmente e
poi raccolti dai suoi immediati successori nel Corano. Pi tardi venne aggiunto un supplemento alla
rivelazione, la Sunna, per definire una regola di governo. La nuova fede si basava su due semplici dogmi: il
solo Dio Allah e Maometto il suo messaggero, lultimo e il pi grande dei profeti. Era un monoteismo
semplice, rigoroso e senza compromessi che prevedeva cinque precetti fondamentali (i cosiddetti
pilastri dellIslam per poter accedere al paradiso. Essi erano quelli di:

Credere nei due dogmi fondamentali


Pregare cinque volte al giorno rivolti verso La Mecca
Digiunare dallalba al tramonto nel mese di Ramadan
Andare in pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita
Pagare lelemosina legale (zakat)

Il fatto che molte di queste pratiche prevedessero unosservanza collettiva stimol il senso di fratellanza e
di solidariet. Il messaggio maomettano si adattava al vecchio mondo beduino ma lo organizz in modi
nuovi. Infine Maometto non riteneva che lIslam si dovesse propagandare attraverso la guerra, solo pi
tardi la gihad fu innalzata dai Khargiriti a sesto pilastro della fede.
La prima fase dellespansionismo araba quella immediatamente successiva alla morte di Maometto.
Rispetto al problema della sua successione emersero tre fazioni: i compagni del profeta volevano scegliere
uno dei suoi primi e pi fedeli seguaci, i legittimisti (o Sciiti) volevano applicare un criterio dinastico ed
eleggere il genero del profeta Al, i Sunniti si ritenevano una comunit unita dalla tradizione e sostenevano
la potente famiglia degli Omayyadi. Nei trentanni successivi (periodo del califfato elettivo) ogni fazione
riusc a eleggere almeno un successore di Maometto. I quattro califfi furono Abu Bakr, Omar (eletti con
laiuto dei Compagni), Othman (sostenuto dagli Omayyadi) e infine Al. Per evitare lemergere di
particolarismi territoriali si avviarono numerose conquiste esterne destinate ad un enorme e rapido
successo a danno dellimpero Bizantino e di quello Persiano. Furono conquistati lIraq, il nord-ovest africano
e la Siria; cause di questespansione furono lentusiasmo religioso e la debolezza degli avversari.
Furono tre i fattori che permisero agli Arabi di rendere stabili le loro conquiste:

Lorganizzazione di unefficiente amministrazione statale, costruita sul modello romano-bizantino e


su quello persiano.
Il califfato divenne col tempo erede di un potere monarchico e assoluto. Si crea una classe di
proprietari terrieri arabi, esenti dallimposta fondiari, che avrebbe costituito la clientela degli
Omayyadi.
I soldati arabi si radicano nelle provincie del loro impero e diventano proprietari fondiari, favorendo
cos il loro radicamento. Esisteva poi una classe protetta, dei dhimmi, protetti dagli arabi ma
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soggetti al pagamento di imposte; pi avanti emerse anche quella dei mawli, dei non arabi
convertiti allislamismo.
Quando nel 660 and al potere Muawija, inizi la fase del califfato ereditario e della dinastia degli
Omayyadi. Si apr cos una seconda fase di espansione per limpero arabo, che a est giunse a confinare con
la Cina, si impadron di tutto il nord-Africa e della Spagna, dove abbatt il regno visigoto. Queste conquiste
posero fine al dominio della cristianit sul Mediterraneo, che ne divenne la frontiera meridionale. Limpero
risult per presto diviso da lotte politico-religiose, nel 750 una rivolta armata fece cadere gli Omayyadi e
pose al potere la famiglia degli Abbasidi, che avrebbe governato limpero fino alla sua caduta nel 1258. In
Spagna nacque un emirato indipendente retto dagli Omayyadi, in Marocco, Tunisia ed Egitto ne sorsero
altri che caddero presto sotto il controllo della famiglia sciita dei Fatimidi. Si andava rompendo lunit
islamica.
Per ci che riguarda lorganizzazione e lamministrazione nel VII secolo non era cambiato molto nei territori
conquistati. Allinizio dellVII il califfo omayyade Abd-al-Malik avvi larabizzazione dellamministrazione
pubblica: larabo divenne la lingua ufficiale e furono immessi negli uffici funzionari arabo-musulmani.
Questorganizzazione avrebbe caratterizzato anche nei secoli successivi il mondo musulmano. Inoltre
lunificazione di questi immensi territori favor fortemente lo sviluppo e la crescita delle citt, che
favorirono notevoli trasformazioni culturali. La cultura araba si un a quella bizantina e continu la
tradizione ellenistica: vennero tradotte e diffuse numerose opere dei grandi filosofi e medici del mondo
antico. Gli arabi diedero grande sviluppo alla matematica, allastronomia ed alla filosofia (vd pi tardi
Avicenna ed Averro).
Per quanto riguarda limpero bizantino, fra VIII e XI secolo esso perse numerosi possedimenti a causa
dellespansione araba e si ridusse alla sola zona periferica del mar Egeo. Vennero avviati alcuni importanti
cambiamenti amministrativi: le vecchie prefetture furono sostituite dalle quattro logotesie (ministeri) di
affari interni ed esteri, dellesercito, delle finanze e degli affari imperiali. Fu centralizzata lamministrazione
dei temi e gli strateghi furono posti alle dipendenze dirette dellimperatore. Le perdite territoriali
portarono alla crisi le grandi propriet, si rafforz invece la classe dei contadini liberi e dei soldati-contadini
(stratioti). Infine era molto florida la chiesa orientale, che ebbe in certe fasi forti dissensi con limpero. La
tensione pi acuta si ebbe durante liconoclastia, la dura lotto contro il culto delle icone, molto diffuso
presso il popolo, ma osteggiato nelle regioni pi orientali. Liconoclastia venne meno col finire del pericolo
arabo, ma caus un ulteriore allontanamento del papato e la perdita dei possedimenti bizantini in Italia. Fra
IX e X secolo, finita liconoclastia, si capovolsero alcune linee di tendenza: la nuova dinastia macedone
espanse i confini fino al Danubio e riprese Creta. Limpero tornava una potenza mediterranea e ridiede vita
alle sue citt.

Sintesi romano-germaniche nellEuropa del VII e VIII secolo


Fra VII e VIII secolo il baricentro della cristianit cessa di essere il Mediterraneo e si sposta a nord, nel
nuovo regno dei Franchi. In Occidente si assiste a un periodo di crisi: diminuiscono i traffici e la circolazione
monetaria, si svuotano le citt e le strutture economiche diventano quasi esclusivamente rurali. In questo
periodo si assiste ad alcune importanti trasformazioni nei principali regni romano-germanici:

In Gallia si fondono i due elementi: romano e germanico.


Va maturando un processo analogo anche in altri regni (vd Longobardi).
Nel regno franco nasce il fenomeno del vassallaggio, obbligo di fedelt verso un potente che
assicura il reclutamento di cavalieri.
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La sintesi fra i due mondi favorita dalle conversione al cattolicesimo delle popolazioni germaniche e della
fusione della loro aristocrazia con quella fondiaria dei popoli romanizzati. Il vassallaggio inoltre consente
alla potente famiglia dei Pipinidi, che ricopre nel regno franco la carica di maestri di palazzo, di disporre di
unampia clientela militare che la porta infine ad impadronirsi dellautorit regia a scapito della dinastia
merovingia.
Oltre che allespansionismo arabo, lo spostamento a nord della cristianit fu dovuto anche alla conversione
delle popolazioni delle isole britanniche e delle aree germaniche oltre che dal ruolo guida assunto sempre
pi dal regno franco. Levangelizzazione dellIrlanda avvenne soprattutto nel VI secolo ad opera dei monaci
celtico-irlandesi che convertirono poi le aree occidentali della Britannia. Per evangelizzare i territori pi
centrali dellisola papa Gregorio Magno invi nel 596 un gruppo di monaci benedettini. Vi sono alcuni
aspetti importanti nel processo di evangelizzazione avviato da papa Gregorio:

Il monachesimo benedettino diventava ora anche uno strumento di evangelizzazione.


Fu una conversione rapida, dovuta alla abilit dei monaci nellevangelizzare anche le campagne
politeiste.
Nel VII secolo si fondono le missioni di origine benedettina con quelle promosse dai monaci
irlandesi.
Il territorio anglosassone fu suddiviso in diocesi al capo di ognuna delle quali fu posto un vescovo,
che era anche abate di qualche monastero.

Questa esperienza port alla formazione di molti grandi monaci (vd Beda il venerabile) e dei drappelli che
portarono pi avanti alla conversione dei popoli germanici confinanti coi Franchi (vd San Bonifacio). Gi
dalla fine del VI secolo il cattolicesimo era una componente sempre pi caratterizzante dellOccidente
europeo.
Anche presso i Visigoti, la superiorit culturale del mondo di tradizione romana, port alla conversione del
re Recaredo (586-601) con tutto il suo popolo dallarianesimo al cattolicesimo. Nel regno dei visigoti
assunsero inoltre grande importanza i Concili di Toledo: i vescovi emanavano norme che influenzavano sia
la vita religiosa che quella politica, disciplinando chierici e laici. Andarono fondendosi laristocrazia visigota
e quella romano-iberica di cui chiara espressione lunit giuridica del regno, che superava la personalit
della legge e realizzava la fusione fra Germani e Romani.
Nella Gallia fra VI ed VIII secolo si verificano invece due importanti fenomeni: la crescente concentrazione
di potere presso i capi dellaristocrazia, i maestri di palazzo e la fusione dellaristocrazia militare franca
con il vecchio ceto senatorio. Nacque cos una nuova aristocrazia profondamente legata alla terra e decisa
ad approfittare della debolezza del potere centrale. Emerge cos la dinastia pipinide, dei maestri di palazzo
della regione dellAustrasia; Pipino di Heristal prese il potere su Neustria, Austrasia e Burgundia, suo figlio
Carlo Martello sconfisse nel 732 i Musulmani a Poitiers assicurando alla dinastia prestigio ed autorit. Solo
pi tardi, Pipino il Breve, figlio di Carlo, ottenne effettivamente la corona. Fu eletto re da unassemblea di
grandi e grazie allappoggio del papato nel 751. La monarchia franca si rifondava su basi nuove: allantica
concezione patrimoniale del regno, si aggiungeva un carattere sacrale attribuito al potere regio.
Nel frattempo si era avviata nel regno Franco una riforma dellepiscopato, la cui organizzazione si stava
sfaldando. A partire dal 742 furono convocati numerosi concili per riformare la chiesa franca e restaurare
disciplina e cultura ecclesiastica. Le diocesi furono sottoposte allautorit di un metropolita e si ribad la
centralit del ruolo dei vescovi. Venne posta pi attenzione allistruzione da impartire a monaci e chierici e

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si stabil uno stretto legame fra lepiscopato franco e la chiesa di Roma, che spiega in parte il connubio fra
Carolingi e papato.
Per restaurare il potere regio, i Pipinidi riuscirono a legare a s un gran numero di vassalli. Il vecchio
esercito di popolo era in crisi e il vassallaggio permetteva di reclutare cavalieri legati al potere politico da un
rapporto di fedelt militare (vd accomandazione). Il vassallo si obbligava con un giuramento a prestare
servizio in armi ad un re o a un potente e in cambio riceveva un beneficio, cio una concessione di terre per
tutta la durata del servizio prestato. Gli immensi patrimoni ecclesiastici permisero ai Pipinidi di distribuire
moltissime terre e di avere cos una foltissima clientela militare. Grazie al vassallaggio poterono avviare un
grande progetto di espansione militare in Europa.
Nel 568 lItalia fu travolta da una nuova ondata di Germani, si trattava dei Longobardi guidati da Alboino. Fu
una conquista dura che colp la penisola gi stremata dalla guerra greco-gotica. Tre sono gli aspetti
importanti:

La conquista longobarda dellItalia sconvolse completamente i rapporti sociali e distrusse


completamente il vecchio ceto senatoriale. Si ha cos una netta frattura nella storia della penisola;
le terre passarono ai germani liberi ed armati, la popolazione romana fu ridotta ai margini del
potere e coincideva perlopi con la classe dei coloni. I Longobardi si sostituirono agli antichi
latifondisti e trovarono il modo di sfruttare stabilmente i contadini.
Linsediamento longobardo non fu omogeneo a livello territoriale e questo caus altre fratture.
Rimasero bizantine il sud Italia e un striscia centrale (Pentapoli); sorgeva in questo periodo Venezia
nelle lagune nord orientali.
Lo stanziamento longobardo fu caotico e non sistematico, attuato da gruppi di guerrieri (farae) che
si richiamavano ad un antenato comune. Le varie regioni conquistate venivano cos rette dai
comandanti dei singoli corpi.

Alboino infatti condivideva con i duchi il suo potere militare, a conquista avvenuta le fare irrobustirono le
tendenze autonomistiche dei guerrieri longobardi. Alboino e il suo successore furono uccisi e il potere si
frantum a lungo fra i vari capi militari. La monarchia tent per di frenare queste tendenza
autonomistiche, i re cercarono di affermare il proprio potere su quello dei duchi e di costruire uno stato di
carattere romano. Autari e Agilulfo sono i veri fondatori dello stato longobardo: Pavia divenne capitale del
regno e con leditto di Rotari del 643 si cerc di assoggettare i duchi. Venivano scritte le tradizione
giuridiche dei longobardi, si fece spazio ad elementi del diritto romano e venne abolita la faida. Si intendeva
sostituire alla giustizia privata una giustizia amministrata dallo Stato, gestita del re, e applicabile sia ai
Longobardi che ai Romani. Tuttavia il potere regio non riusc ad affermarsi se non nel nord della penisola, il
riconoscimento dei duchi del sud fu sempre solamente formale. I Longobardi inoltre subirono linfluenza
del mondo romano-cattolico, ma solo a met dell VIII secolo vi fu il primo re cattolico, Ariperto I (653-661).
Nella prima met di questo secolo entrarono nellesercito romano i primi possessori di stirpe romana; esso
era legato alla classe dei possessori di terre (esercito di popolo) e non fu modificato dalla presenza di
vassalli armati del re.
Quella longobarda fu una vera e propria frattura: le aristocrazie dei due popoli non si integrarono come era
successo altrove. Nelle regioni bizantine si verificarono due cambiamenti: funzionari e mercenari
diventavano piccoli e grandi possessori di terre, questi territori acquisirono una sempre maggiore
autonomia dallimpero (spesso erano difesi dal papa e non dallesarca). Risulta significativa la figura di papa
Gregorio Magno (590-604) che assicur la difesa di Roma e riorganizz la sua amministrazione, evangelizz
la Britannia e miglior la gestione delle estese propriet fondiarie della Chiesa di Roma (patrimonio di San
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Pietro). NellItalia bizantina il potere sfuggiva cos al controllo imperiale e si andava affermando linfluenza
del papato su queste regioni, grazie al suo apparato e alla sua organizzazione.
Nonostante la conversione Ariperto fu visto con diffidenza, il suo successore Liutprando ricerc inutilmente
una politica distensiva col papa e si present anche come suo difensore dallimpero. Le conquiste di Astolfo
minacciarono Roma e spinsero papa Stefano II (752-757) a chiedere laiuto di Pipino il Breve. Questi
condusse due successive spedizioni in Italia, costrinse Astolfo a rinunciare ad alcuni territori di cui poi fece
donazione al papato. Nasceva cos, in funzione antilongobarda, la dominazione polito-territoriale pontificia,
che aveva le sue origini nel patrimonio fondiario papale, ora notevolmente potenziato.

Economia e societ in Europa occidentale dal VI al X secolo


La vita economica e sociale europea fra il VI e il X secolo fu caratterizzata da alcuni aspetti fondamentali:

Lincontro culturale fra Romani e Germani lasci impronte anche sul paesaggio. I due sistemi agrari
si fusero: spar la separazione fra saltus e ager e si cre una pi stretta dipendenza fra attivit
agricole e pastorali. Si fondono anche le abitudini alimentari, cresce limportanza della foresta, della
caccia, della pesca e dellallevamento.
Cera un scarsa densit demografica: gli uomini erano poco numerosi e vivevano in gruppi ineguali,
separati fra loro ed esposti a epidemie e carestie.
Alcune citt scomparvero e la popolazione di molte altre si ridusse notevolmente; spesso non si
distinguevano dalla campagna. Solo a partire dal IX-X secolo si verific una certa ripresa
demografica col miglioramento delle tecniche agricole.
Il commercio mediterraneo divenne meno importante, si ridussero gli scambi internazionali e il
denaro circolante. Perno dellattivit economica erano le grandi aziende agrarie (ville/corti) dove
una parte era gestita direttamente e laltra indirettamente (questa economia curtense non
per del tutto chiusa al commercio: ci sono scambi locali e regionali).
La corte emerge anche come un gruppo sociale comandato da un signore che costringe al lavoro i
suoi dipendenti. Nasce cos la signoria fondiaria, pi tardi i signori cercarono anche di allargare il
loro potere agli abitanti del villaggio dove la corte era situata.

Nel corso del VII e dellVIII secolo si riduce progressivamente la distinzione fra le tecniche produttive
romane e quelle germaniche. Si assiste ad una fusione dei sistemi agrari e dei consumi alimentari; in
particolare il saltus viene integrato nel sistema produttivo romano. In questo periodo svolge un ruolo
fondamentale anche lo sfruttamento delle aree forestali (colonizzate e selvagge), dove si cacciava, pescava,
si recuperava legname (quercia, faggio, castagno) e si raccoglievano frutti. I nuclei dei villaggi erano
normalmente costituiti da mansi, cio appezzamenti cinti da una palazzata o da una siepe, vicini fra loro.
Qui verano orti e giardini, pascoli e foresta; i mansi risultavano cos unimperfetta integrazione di
agricoltura ed allevamento, tipica delleconomia rurale per tutto il medioevo.
Una serie di innovazioni tecniche permise di sfruttare meglio lenergia idraulica e quella animale:

Si diffonde laratro a versoio (noto sin dal VII secolo), pesante e capace di scavare a fondo nella
terra, cos da aumentare la produttivit dei terreni. Laratro semplice rimase invece in uso perlopi
nei pi secchi paesi mediterranei.
Si diffonde dal IX secolo il mulino ad acqua.
Viene applicato ai cavalli un collare rigido imbottito poggiante sulla spalla, che non soffocava la
bestia. Dal X secolo si diffonde anche luso di ferrare gli zoccoli.
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La rotazione biennale viene progressivamente sostituita da quella triennale. Questo presupponeva


accurate distinzioni fra le piante: sullo stesso appezzamento si seminavano, nel primo anno, cereali
dinverno, nel secondo cereali di primavera e il terzo anno veniva lasciato a maggese. In questo
modo solo un terzo del terreno era a maggese ogni anno.

Non si deve per eccessivamente sopravvalutare lintroduzione di queste nuove tecniche agricole: tutto ci
serviva a poco se non si aveva unadeguata tecnica di semina, un lavoro intensivo di ripulitura delle erbacce
e unabbondante concimazione (generalmente povera). Solo nelle piccole propriet probabilmente questi
elementi erano soddisfatti mentre era piuttosto bassa la produttivit nelle grandi aziende.
Nel Medioevo la densit abitativa era piuttosto bassa: ci probabilmente dovuto al fatto che era breve la
durata della vita media, diffusa la limitazione delle nascite ed elevatissima la mortalit infantile. Tutto ci
legato alle guerre ed ai disordini che ricorrono in questo periodo; guerre e flagelli naturali provocavano
gravi crisi cereagricole e carestie, che a loro volta portava scarsa nutrizione ed altre epidemie. In questo
periodo lEuropa vive un forte sottopopolamento, solo fra VIII e X secolo si assiste ad un certo sviluppo
demografico (tranne che per le aree colpite da invasioni). Le prime riprese avvennero in particolare col
miglioramento nelle forme di coltivazione e nellattrezzatura agricola.
Le dimensioni di un manso erano molto variabili, tuttavia esso era generalmente ununit di conduzione
agricola adeguata alle forze produttive e ai bisogni di una famiglia. Molti mansi erano incorporati nelle
grandi propriet; si andava diffondendo sempre pi la grande propriet e il latifondo . Era una societ con
grosse differenze sociali dove un piccolo gruppo di potenti dominava la massa di contadini che coltivavano
le sue terre. Le ville si dividevano in due parti complementari: il dominicum e il massaricium. La prima
era gestita direttamente dal proprietario mentre la seconda era frazionata in mansi dati in concessione a
contadini. Ogni villa infine si presentava come un insieme sparso di appezzamenti dove il dominicum era un
manso enorme al cui interno si trovavano delle costruzioni recintate. Era la cosiddetta corte, centro di
conduzione delle terre gestite direttamente dal signore.
Per gli amministratori di una corte il problema principale era quello della manodopera; in generale essa
veniva dagli schiavi. Gli schiavi domestici vivevano nella corte dove il signore offriva loro vettovagliamento;
quando il lavoro era troppo allora si ricorreva agli schiavi casati o ai contadini liberi. Ai concessionari dei
mansi erano richiesti quattro tipi di impieghi: fornitura periodica dei prodotti lavorati, prestazione di
corves, incombenze chiamate notti, canoni annui in denaro o natura. Il vero perno fra il dominio e le
aziende in concessione erano quindi i servizi in lavoro, come le corves per cui le famiglie dei concessionari
dovevano in parte lavorare le terre della pars dominica. La villa per non era un sistema economicamente
del tutto chiuso, vi erano alcuni scambi, talvolta con aziende contadine satelliti, talvolta con lesterno. Vi
erano numerosissimi mercati settimanali che si svolgevano in tutti i villaggi e che si diffusero molto fra IX e
X secolo. Parte della produzione agricola e artigianale delle ville era sicuramente destinata al commercio sui
mercati cittadini.
Vanno chiariti inoltre alcuni aspetti ulteriori sul sistema delle ville:

La villa non era soltanto un gruppo di produzione, ma anche un gruppo sociale dipendente da un
padrone; era un organismo di comando o signoria con una sua amministrazione. Il grande
proprietario non era solo un proprietario di terre, ma anche un signore fondiario (dominus): un
capo che costringeva i dipendenti allobbedienza e che estendeva la sua autorit anche sui liberi
contadini concessionari. Da qui il nome di signoria fondiaria.

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A partire dal IX secolo si estende la tutela del signore sui contadini, grazie a conti e funzionari
pubblici ai suoi ordini o per via della necessit di difesa dei piccoli proprietari.

NellOccidente del periodo carolingio prevalevano due tipi di scambi: quelli locali e il commercio fra regioni
con risorse complementari. Il commercio del primo tipo viveva grazie a fiere e piccole mercati, ai quali era
legata una produzione di monete argentee. Base degli scambi interregionali erano invece cereali, vino,
prodotti dellallevamento e della pesca. Erano invece molto poco intensi gli scambi a lunga distanza, si
allentarono i rapporti fra Occidente ed Oriente. Da qui venivano ormai solo alcuni prodotti ricercati dalle
ricche aristocrazie; lOccidente si stava sempre pi ruralizzando. Riflesso del piccolo commercio la
diffusione crescente della monetazione argentea, adatta alle esigenze delleconomia curtense, percorsa da
Pipino il Breve e poi da Carlo Magno.
Tre erano le principali aree degli scambi: il Mediterraneo, lEuropa continentale dalla Spagna a Kiev e
lEuropa settentrionale ed orientale. Bench estremamente ridimensionato, il Mediterraneo rimaneva
infatti unarea di scambi relativamente importante e lItalia bizantina era un centro di scambi relativamente
importante. Fu molto significativo lo sviluppo di Venezia, che nel IX secolo aveva ormai una flotta
importante e molti contatti commerciali. Fuori dallarea mediterranea la maggior parte degli scambi
avveniva per terre o per vie fluviali e cresceva limportanza egli itinerari nellEuropa continentale; molto
importanti furono quelli tracciati dalle popolazioni scandinave. Gli scambi a lunga distanza erano per
limitati e coinvolgevano una piccola parte della popolazione. Dopo lVIII secolo alcune citt iniziarono ad
assumere un aspetto originale e diverso dalla loro struttura antica: nascono sobborghi con porto,
magazzini, mercato e popolati da mercanti. Gli scambi rimanevano per strettamente locali: c un risveglio
commerciale ma comunque limitato. Il Medioevo occidentale resta caratterizzato dalla modesta
importanza dei mercati e delle citt.

Le dimensioni essenziali e quotidiane dellesistenza


Il Medioevo molto lontano da noi ed per questo importante conoscere alcune dimensioni essenziali,
culturali e materiali dellesistenza umana nellet medievale: modi di percepire il tempo e lo spazio, modi di
vivere col proprio nucleo familiare.
Per quanto riguarda la percezione del tempo si possono fissare alcuni punti:

Per tutto il Medioevo i mezzi per misurare il tempo erano piuttosto rudimentali ed erano in
sostanza quelli del mondo greco-latino (meridiane solari, candele, orologi a sabbia, clessidre).
I sistemi di calcolo del tempo erano variabili e cambiavano di regione in regione.
Le conoscenze temporali della gente comune erano limitate e riferite perlopi al presente, ai propri
ricordi e al passato pi prossimo. Anche la storia religiosa pi remota trasmessa dai sacerdoti nelle
prediche era percepita come appena trascorsa.
Il tempo medievale era perlopi legato alla sfera agricola e scandito da ritmi naturali. Il calendario
era scandito dallavvicendarsi delle stagioni e i mesi, presso gli antichi Germani, portavano i nomi
delle attivit legate ai lavori svolti nei diversi periodi dellanno. Il ciclo delle stagioni era al centro
della vita spirituale delle popolazioni; il calendario rurale era cos costellato da numerose feste che
si tenevano in periodi importanti (semina, mietitura, solstizi, ecc).

La conversione dellOccidente medievale al cristianesimo fu accompagnato da due fenomeni: il calendario


basato sui precedenti riti stagionali fu adattato alla nuova religione e cambiarono alcune idee temporali.
Lanno fu scandito da feste che ricordavano la vita di Cristo e che spesso segnavano momenti importanti
del calendario agricolo, a cui si sovrapposero. Il cristianesimo inaugur soprattutto una nuova visione del
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tempo e della storia che fu vista come il tempo in cui si realizzava la storia della salvezza dellumanit.
Alla percezione ciclica del tempo che avevano i politeisti, il cristianesimo sostitu la concezione di matrice
ebraica di un tempo lineare, visto come attesa del ritorno del Messia e della fine del mondo. Il tempo
storico assumeva cos una funzione precisa e si divideva in due grandi epoche: prima e dopo la venuta di
Cristo. Non fu per del tutto abbandonata la concezione ciclica del tempo che permaneva nel ciclo delle
feste cristiane e nella vita di ogni uomo, intesa come un ritorno al creatore. Il tempo era cos percepito in
maniera drammatica, dalle libere scelte in Terra di ogni uomo sarebbe infatti dipeso il suo destino
ultraterreno. Cos come venne cristianizzato il tempo, venne cristianizzato lo spazio. Vennero erette nuove
chiese e cristianizzati gli antichi luoghi sacri. Tuttavia sia la cristianizzazione dello spazio che quella del
tempo furono solo parziali: la concezioni temporali precristiane, le antiche tradizioni religiose erano solo
stati spostati in secondo piano. Spesso riaffioravano infatti riti agrari e feste di origine antichissima che la
Chiesa si trov ad osteggiare.
Nel rapporto con lo spazio era certamente fondamentale il legame col mondo animale e vegetale: lo spazio
era misurato con laiuto del corpo umano e della sua attivit, le distanza misurate in passi o giorni di
cammino o navigazione. I calcoli si effettuavano sulle base della quantit di terreno che in una regione si
riteneva coltivabile ogni anno mentre per le misure lineari ci si riferiva ad alcune parti del corpo. Erano
dunque misure approssimative e variabili di regione in regione. Era inoltre fondamentale la presenza del
paesaggio forestale nella coscienza popolare, che dipendeva sia dallestensione dei boschi, sia dalla loro
importanza economica (vd fiabe). Importante, infine, era losservazione, spesso timorosa, del mondo
naturale e del cielo in particolare. Resistevano spesso credenze astrologiche e pratiche precristiane che la
cultura ecclesiastica combatteva in quanto superstiziose.
Vi era un forte legame che univa sia i contadini che i latifondisti alla propria abitazione: il manso era il
possesso ereditario di una famiglia contadina e proprio lo spazio domestico era quello vissuto con pi
intensit. A definire i tempi della giornata era il lavoro che accompagnava la maggior parte del tempo delle
persone. Proprio la larga diffusione del manso dimostrazione del fatto che la cellula fondamentale della
societ alto-medievale non era la famiglia larga, bens quella coniugale o ristretta costituita da padre,
madre e figli. Si possono chiarire alcune caratteristiche di questultima e del suo sviluppo:

In primo luogo la grande importanza assunta dalla famiglia coniugale nellVIII-X secolo rese le
strutture familiari molto diverse da quelle precedenti del mondo barbarico e romano. Ai diversi
livelli sociali le famiglie furono caratterizzate da una certa uniformit, mai riscontrata in
precedenza.
Sempre nello stesso periodo fu decisiva limposizione del matrimonio cristiano al mondo rurale.
Esso era considerato latto costitutivo di una nuova famiglia e si basava su tre principi: il divieto di
contrarre nozze fra consanguinei, lindissolubilit del vincolo e la monogamia. Fu soprattutto il
carattere di indissolubilit a incontrare difficolt.
La diffusione del matrimonio cristiano nel mondo rurale fu favorita dai Pipinidi.

Questo nuovo tipo di matrimonio e la diffusione di unit familiari pi uniformi riguardavano per
prevalentemente il mondo contadino; le strutture familiari aristocratiche avevano un loro proprio
carattere. Alle origini del medioevo erano molto diffusi poligamia e concubinato e non erano scandalose le
nascite illecite; con la diffusione della famiglia coniugale diminu il numero di donne che vivevano presso i
potenti e questo permise ai meno abbienti di trovare pi facilmente una moglie. Importante per capire la
famiglia aristocratica di questo periodo considerare il fatto che essa non ha lignaggio, manca di una
dinastia, di una memoria degli antenati organizzata attorno a genealogie coerenti. Essa invece un
insieme ampio e vago di parenti vicini ai due sposi: i parenti si aggregano attorno a chi di volta in volta gode
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di grande potere politico o ecclesiastico. Il legame parentale con la famiglia reale era un modo sicuro di
promozione sociale.
Infine, per quanto riguarda la condizione della donna, la scarsit di giovani spose (dovute a poligamia e
concubinato preso gli aristocratici) assicurava buoni contratti matrimoniali ma causava anche molti
rapimenti. Si diffuse molto la contro-dote di origine germanica: era la donna a ricevere una donazione al
momento del matrimonio. Esse potevano quindi avere propriet, ma rimanevano in un ruolo subordinato e
restavano sotto la tutela di un uomo. Fra le famiglie aristocratiche molte erano colte e talvolta dedicate allo
studio delle lettere; non era per neppure ammissibile che esse potessero combattere o portare armi.
Anche allinterno della famiglia contadina la donna ricopriva un ruolo di inferiorit rispetto alluomo; qui si
dedicava perlopi alla economia interna della casa, puliva, tesseva, ecc.

La sintesi romano-germanica pi compiuta: limpero carolingio


La storia dellOccidente europeo fra la met dellVIII secolo e la met del IX caratterizzata dalla creazione
del grande impero di Carlo Magno. In questo periodo si possono individuare alcuni tratti distintivi:

Fu importante lalleanza stretta alla met dellVIII secolo fra il papato e Pipino il Breve. La Chiesa
riusc in questo modo a difendersi dai Longobardi e a estendere il cristianesimo. I re carolingi
riuscirono invece ad assimilare un grande impero conquistato militarmente.
Bench fu presentato come il rinato impero romano dOccidente, quello di Carlo Magno era un
impero Franco-cattolico, che gravitava attorno alla valle del Reno e il cui baricentro era spostato a
nord.
Esso era inoltre una struttura politica fragile, ben lontana dallefficiente organizzazione di Roma.
Limpero carolingio fu per lesempio meglio riuscito della sintesi romano-germanica che si andava
delineando in molte zone dellEuropa occidentale. Questo impero divenne il grande protettore del
papato e gli venne attribuito cos un significato universale.

Alla morte di Pipino il Breve nel 768 ciascuno dei suoi figli: Carlo e Carlomanno ebbe un regno e il titolo di
rex francorum, solo con la morte di Carlomanno nel 771 Carlo pot ricostituire lunit del regno. Col
nuovo re le guerre non furono pi guerre di difesa, bens prevalentemente di conquista; i franchi attuavano
ora una potente politica espansionistica dopo la riorganizzazione del loro esercito. E possibile individuare
le principali direttrici dellespansione franca:

Frontiere della Gallia meridionale: qui il re protesse i territori di confine minacciati dai Musulmani
di Spagna e conquist Navarra e Catalogna dove istitu la marca Hispanica.
Penisola italiana: quando il re Desiderio attacc il ducato di Roma, Papa Adriano I fece appello ai
Franchi, che assediarono Pavia. Nel 774 questa cadde definitivamente e fu posta fine alla dinastia
longobarda. Carlo assunse cos anche il titolo di rex longobardorum indicando la continuit fra il
vecchio e il nuovo regno longobardo, distinto dal resto dei possedimenti del re. Non scomparvero
gli ordinamenti anteriori e non fu distrutta alcuna classe sociale, il gasindiato divenne per
lequivalente del vassallaggio fra i carolingi (si trasforma lesercito).
Frontiere settentrionali: qui Carlo lott soprattutto contro la minaccia sassone (772-804), a loro
furono imposti il matrimonio cristiano, la civilt franca e la religione cattolica con la forza.
Frontiere orientali: importanti sono le campagne per la riconquista della Baviera e contro gli Avari
che cedettero definitivamente nel 795-796.

Ai limiti del suo impero, Carlo aveva la supremazia anche sulla Navarra, sui regni slavi, sulla dominazione
papale e sul ducato longobardo di Benevento. Limpero era quindi artificioso e teneva insieme popoli molto
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diversi fra loro, accomunati solamente dalla stessa fede religiosa e da un unico re. Non si trattava infatti di
un regno indivisibile.
I Franchi si trovarono presto, grazie ai loro interventi militari ad entrare in competizione con limpero
Bizantino che aveva ancora mire sullItalia. Questo per non fece che rafforzare il nuovo legame fra i
Franchi ed il papato; nel Natale dell800 Carlo fu incoronato imperatore in una solenne cerimonia soltasi a
San Pietro a Roma. Carlo ottenne dignit imperiale e fu presentato come lerede dellantico potere
imperiale romano. Tuttavia egli non ricostituiva affatto il vecchio organismo politico romano ma instaurava
un nuovo impero franco-germanico e romano-cattolico che aveva come centri Roma ed Aquisgrana. Il
cuore dellimpero non era pi il Mediterraneo ma la valle del Reno. La restaurazione del potere imperiale
non fu ben vista da Bisanzio e solo nell812 Carlo fu riconosciuto imperatore in cambio della rinuncia alle
pretese franche su Venezia.
La politica ecclesiastica di Carlo fu tutta ispirata dalla sua alleanza col papato e si articol su due importanti
punti:

Il disciplinamento di chiese e monasteri attraverso lestensione della riforma franca avviata da San
Bonifacio. Tale riforma veniva infatti applicata a tutti i territori conquistati da Carlo, fu imposta a
tutti i monasteri la Regola benedettina, fu reso obbligatorio il pagamento delle decime alle pievi e
rafforzata la gestione gerarchica del clero, sottoposto al controllo imperiale. Non fu per messo in
dubbio il sistema delle chiese private, fondate sulla terra di un grande proprietario e appartenenti
alla famiglia del fondatore che aveva anche il diritto di scegliere il chierico che vi officiava. Tutta la
societ carolingia era cos perfettamente cristianizzata; la gerarchia ecclesiastica risultava presente
ovunque.
La seconda importante linea dazione di Carlo fu il sostegno dato ai missionari cattolici che
operavano oltre le frontiere (vd sassoni). La propaganda cattolica arrivava anche a scontrarsi con
quella ortodossa, appoggiata da Bisanzio: la Moravia subiva linfluenza cattolica, la Bulgaria quella
ortodossa grazie allopera dei missionari slavi Cirillo e Metodio. Tale concorrenza e la pretesa
universalit di Roma portarono anche ad un violento conflitto fra il papato e il patriarca di
Costantinopoli Fozio; ci si avviava ad uno scisma definitivo.

Non era facile per Carlo Magno far eseguire i suoi ordini in questo complesso impero: egli interveniva nei
vari settori della vita pubblica attraverso leggi, chiamate capitolari. Non riusc per a dare ununit
legislativa allimpero: i popoli continuavano a regolarsi secondo le loro consuetudini. Il governo centrale era
costituito dal palatium ossia dallimperatore e dal suo seguito; non vi era per un capitale fissa, spesso
Carlo risiedeva ad Aquisgrana ma frequentava anche residenze secondarie. Ormai lorganizzazione fiscale
romana era sparita e il potere regio si manteneva grazie ai redditi fondiari di numerosissime ville
appartenenti al re stesso, per le quali doveva continuamente spostarsi. Rispetto allamministrazione locale,
Carlo estese ai paesi conquistati la suddivisione amministrativa per comitati gi di epoca merovingia;
questi, e le marche ai confini, furono affidati a funzionari regi (conti e marchesi) col compito principale di
amministrare la giustizia. Vi erano poi i missi, inviati del re che esercitavano funzioni ispettive nelle
provincie civili o ecclesiastiche. Queste strutture amministrative erano per troppo fragili per garantire il
rispetto della volont imperiale in tutte le zone delle impero; egli dovette cos scegliere i funzionari pubblici
fra i capi militari che erano gi suoi vassalli. Il giuramento di fedelt ne rafforzava la subordinazione, il
vassallaggio permise cos di garantire, in questo periodo, la coesione del regno. Fu utilizzata come
strumento di governo anche limmunit (privilegio che vietava ai funzionari regi di entrare in una terra) di
cui godevano soprattutto le chiese vescovili e le abbazie pi potenti. Carlo le sottomise al controllo di
advocati col potere di banno (ossia di comandare, costringere e punire) che sceglieva fra persone di sua
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fiducia. Nel tempo per limmunit costitu un forte impedimento al potere regio e prepar la
disgregazione dei comitati. Il grande problema di Carlo fu quello di instaurare un vita statale e di
trasformare i suoi vassalli in una classe dirigente. Cerc di migliorare la gestione dei latifondi appartenenti
al fisco regio (vd Capitulare de villis) e cerc di limitare il potere dei prezzi delle derrate agricole.
Sul lungo periodo la sua politica si rivel un fallimento, tuttavia gli aspetti positivi della sua opera emergono
col confronto con le epoche passate, tanto che alle generazioni successive quella di Carlo apparve come
unet doro. Importante sul piano culturale la cosiddetta rinascita carolingia: a corte fu istituita
unaccademia (scuola palatina) presieduta da Alcuino e fu migliorata listruzione che doveva creare buoni
funzionari e buoni preti (scuole monastiche, episcopali e presbiterali).
Nell814 Carlo Magno mor e il potere pass al figlio Ludovico il Pio; al tempo non si sapeva se limpero
sarebbe rimasto o meno unito. NellOrdinatio Imperii dell817 Ludovico proclam lunit dellimper e
design il primogenito Lotario come suo successore, mentre agli altri figli lasci solo un regno. Cambi per
pi volte questa decisione dando luogo a lunghi scontri dinastici. Alla sua morte nell840 si definirono
alcune grandi aree geografiche dellimpero che avrebbero pi tardi avuto molta importanza. I tre figli
Lotario, Ludovico e Carlo si disputarono leredit, Ludovico e Carlo si allearono e vinsero Lotario.
Stipularono quindi unalleanza difensiva: era il giuramento di Strasburgo dell842, che attesta lesistenza di
due aree linguistiche e culturali, quella tedesca e quella francese (giurano nei rispettivi volgari). Lotario
dovette accettare il trattato di Verdun (843) e spartire con gli altri il potere. Egli manteneva il trono
imperiale e la parte mediana dellimpero (Italia e una fascia che andava dalle Alpi ai Paesi Bassi), a Ludovico
and la parte orientale e a Carlo (detto il Calvo) quella occidentale. La carica imperiale assumeva quindi
solamente unimportanza teorica, solo pi tardi con Carlo il Grosso (881-887) si ripristin lunit dellimpero
ma fu casuale e dur per poco. Il potere centrale era estremamente debole, lo dimostra il fatto che Carlo il
Grosso prefer nell886 pagare una grossa somma ai Normanni piuttosto che combatterli. Si era ormai
definita una profonda spaccatura fra larea francese e quella tedesca, sempre pi preponderante, che
aveva acquisito la cosiddetta Lotaringia (parte settentrionale delleredit di Lotario). Infine erano emersi
anche due regni di Borgogna, lungo il bacino del Rodano.

Il dissolversi dellimpero e le origini dello sviluppo signorile


Dal dissolversi dellimpero carolingio nasce un nuovo mondo:

A partire dalla met del IX secolo le aristocrazie sono sempre meno interessate allunit: nascono
organismi politici regionali e nascono sempre pi signorie territoriali.
La fine dellordinamento pubblico carolingio, pi che allo smembramento dellimpero e alle lotte
dinastiche, dovuta alle numerose incursioni ed invasioni di Normanni, Ungari e Saraceni. Queste
portano ad un crescente incastellamento favorendo cos il disfacimento dellorganizzazione
pubblica e lemergere di poteri locali.
Fra IX e XI secolo si assiste cos a due fenomeni tra loro correlati: lo sviluppo signorile e il dissolversi
dellautorit statale. Si afferma leredit dei benefici e si sfaldano le circoscrizioni pubbliche
(comitati).
Limpero rinasce solo ai tempi di Ottone I (962) ma si tratta di un organismo politico essenzialmente
germanico e che trova difficolt ad imporsi sui poteri regionali.

Per quanto riguarda gli attacchi musulmani, a partire dal IX secolo la minaccia non viene pi dagli eserciti
regolari degli stati arabi ma dalle bande armate di Saraceni. Queste si dedicano alla guerra di corsa e
sbarcano sulle coste per fare razzie; subiscono attacchi ed incursioni le zone costiere del Mediterraneo,
nell890 si insediano a Frassineto, in Provenza, che diventa la loro base per attacchi e razzie. Frassineto
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cade solo nel 973 sotto lattacco del conte di Provenza e del marchese di Torino, nel centro e nel meridione
italiano sono sconfitti definitamente solo agli inizi dellXI secolo. Limpero non pi in grado di assicurare
una difesa e a fornire questa sono gli organismi politici, fra cui emergono le citt marinare.
LEuropa centrale minacciata dalle ben pi gravi scorrerie a scopo di bottino degli Ungari, che fra l898 e il
955 attaccano pi di trentacinque citt. Queste solitamente resistono, ma alcune come Pavia e Strasburgo
caddero. A fermare il loro slancio il regno tedesco consolidato da Ottone I il Grande (936-973) che li
sconfigge definitivamente nella battaglia di Lechfeld (955). Le incursioni a questo punto si fermano e molti
cavalieri ungari sono oramai sedentarizzati. La lenta conversione al cristianesimo li avvicina allOccidente e
nel 1000 il loro re Stefano riceve dal papa la corona di re dUngheria.
La terza grande minaccia era costituita dal popolo dei Normanni (o Vichinghi), un complesso di popolazioni
scandinave di origine germaniche che conosce una grande espansione fra IX e X secolo. Le loro migrazioni
seguono spesso le vie del commercio internazionale; essi superano per presto la fase delle razzie e dei
saccheggi e iniziano a richiedere tributi dalle regioni sottomesse. Si avviano cos alla sedentarizzazione, fra
le aree da loro sottomesse spiccano due aree:

La Normandia in Francia, il cui regno ha origine dalle incursioni nella Francia nord-occidentale. A
queste segue uno stanziamento presso le foci della Senna. Successivamente il capo normanno
Rollone ottiene parte di quella zona (911) e i suoi discendenti anni dopo controllavano ormai
lintera regione.
Il Danelaw in Inghilterra. Nella seconda met del IX secolo i normanni occupano aree sempre pi
vaste finch verso la fine del secolo controllano gran parte dellisola: il Danelaw. Qui per danesi
e norvegesi vivono nella completa anarchia, i successori del re Alfredo non hanno difficolt quindi
a riconquistare lisola. Si ribalta per nuovamente la situazione con il danese Sven che arriva a
controllare Danimarca, Norvegia e Inghilterra che poi trasmette al figlio Canuto. E un impero col
suo centro nel mare nel Nord, ma manca di coesione e si sfascia presto.

Agli inizi del XI secolo le incursione erano ormai finite, lasciando il posto a vere e proprie guerre fra grosse
formazioni politico-militari. I conflitti interni e le incursioni normanne, ungare e saracene avevano per
favorito il processo di disgregazione territoriale e politica nellOccidente europeo:

Si assiste alla moltiplicazione spontanea dei castelli che permettono allaristocrazia di esercitare un
dominio locale, anche esercitando poteri sostitutivi di quelli degli ufficiali pubblici.
Nascono isole di giurisdizione signorile, sia intorno alle fortezze private, sia l dove era stato
concesso un privilegio di immunit.
Si diffonde la prassi di ereditare benefici e cariche pubbliche che d sempre pi autonomia ai
funzionari. I vassalli sentono sempre meno il vincolo del potere centrale e si dotato anchessi di
clientele. Col Capitolare di Quierzy di Carlo il Calvo riconosciuta lereditariet dei benefici
maggiori.

Si sfaldano le grandi circoscrizioni pubbliche a vantaggio dei poteri locali, nati dal possesso di castelli o di
grandi complessi fondiari. Cambia il tessuto territoriale: le circoscrizioni amministrative depoca carolingia
tendono a diventare principati territoriali. Re e imperatori conservano la disponibilit di corti fiscali, di
clientele vassallatiche e abbazie ma la loro oramai una presenza discontinua, irregolare e poco efficace.
Non hanno una forza tale da esercitare il loro potere anche a distanza.

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Per quanto riguarda la storia dellimpero, fra la fine del IX secolo e gli inizi dellXI, si possono individuare
due periodi:
1. In un primo momento il titolo imperiale fu attribuito, per regioni geografiche, ad alcuni re dItalia,
dal momento che si vedeva nellimperatore il difensore della Chiesa di Roma (Guido di Spoleto,
Berengario I del Friuli e Ugo di Provenza). Nessuno per riusc ad imporsi in modo duraturo e ad
affermarsi sopra i vari poteri locali.
2. In un secondo momento invece il titolo imperiale pervenne ai re di Germania che godevano di un
grande prestigio. Nel 951 Ottone I di Sassonia scese nella penisola e fu incoronato re a Pavia, nel
962 ottenne anche il titolo imperiale. Ora i re di Germania erano anche signori della penisola e
potevano legittimamente ambire al titolo imperiale, essi inoltre rilanciarono lidea di universalit
che questo portava con s.
Limpero rinato nel 962 era innanzitutto un impero germanico, la cui forza si basava sulla capacit e sulla
solidit militare del regno tedesco. Qui infatti erano meno diffuse le signorie territoriali e Ottone poteva
godere dellimportante supporto ecclesiastico alla sua politica. Aveva infatti sostituito lalta aristocrazia
ribelle con membri della sua famiglia ed aveva associato lepiscopato al governo del paese. I vescovi
divennero signori territoriali e disposero di non trascurabili introiti e forze militari. Tale impero non si
basava dunque su un ordinamento pubblico per comitati bens su unegemonia politica basata sullalleanze
con le chiese potenti e su rapporti di parentela. Tuttavia Ottone non riusc a pacificare lItalia n a
conquistarla interamente e qui il suo potere fatic ad affermarsi. Furono pi significativi i suo interventi
come protettore della Chiesa di Roma: Ottone sottrasse lelezione del pontefice alle fazione
dellaristocrazia romana e lo pose sotto il suo controllo. Col Privilegium Othonis (962) stabil inoltre che
nessun papa avrebbe potuto essere consacrato senza la preventiva approvazione imperiale.
N Ottone I, n suo figlio Ottone II riuscirono per a contrastare il processo di disintegrazione dello Stato.
Questultimo dovette scontrarsi con una ripresa dellaristocrazia in Italia e ebbe difficolt notevoli ad
affermarsi nel Sud. Ottone II fu sconfitto nel 982 in Calabria e mor lanno successivo. Suo figlio Ottone III
era ancora giovane e la reggenza fu assunta dalla madre Teofano. Ottone III appena maggiorenne cerc di
attuare un programma di Renovatio Imperii, ossia di restaurare limpero cristiano che voleva guidato da
papa e imperatore. Nel 999 sostenne lelezione papale del suo precettore Gerberto di Aurillac che prese il
nome di Silvestro II, ma il suo progett falli scontrandosi con la disgregazione politica dellimpero. Egli
moriva nel 1002 senza eredi. In Italia parte dellaristocrazie tent di spezzare il legame col regno germanico,
Arduino fu incoronato re a Pavia ma sconfitto dallimperatore tedesco Enrico II. Si era ormai stabilito un
nesso, seppur molto problematico, fra il regno tedesco e quello italico.
Fra IX e X secolo le immunit e i privilegi trasformarono monasteri e grandi chiese in potenti organismi
territoriali. Aumentava nel frattempo per linvadenza dellaristocrazia laica nella vita ecclesiastica: si
moltiplicavano le chiese private, patrimonio di famiglie potenti per le quali erano segni di prestigio sociale e
strumenti della potenza signorile. Fior nel frattempo una pluralit di orientamenti religioso-culturali,
importante nel 910 la fondazione dellabbazia di Cluny in Borgogna che port allistituzione dellordine
cluniacense.
Fra IX e X secolo si definiscono alcune formazioni politico-territoriali: a nord dellimpero bizantino si
afferma limpero ungaro grazie allopera di Stefano I mentre alcune aree sono occupate dagli slavi: a sud la
Croazia mentre a nord si forma il regno polacco con Miesko I che unifica fra il 965 e il 970 il paese. A est
nella pianura russa e ucraina sono nati molti nuclei urbani; Rjurik, signore di Novgorod si impadronisce di
Kiev che diviene sede della nuova dinastia. Con Valdimiro il Grande (980-1015) avviene la conversione al
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cristianesimo dellintero popolo sotto linfluenza bizantina, fatto che segner a lungo la distanza fra la zona
russa e lOccidente.
La Gallia era invece suddivisa fra Borgogna e regno Franco, dove continua la crisi dellordinamento
pubblico. Dopo anni li lotte e di crisi, nel 987 diventa re Ugo Capeto, capostipite dei capetingi (dinastia regia
fino alla rivoluzione francese), che per controlla solo una piccola zona vicino Parigi. In Italia si ha
unestrema pluralit di dominazioni: a nord il Regno dItalia, Venezia era legata a Bisanzio, nel centro alcune
famiglie aristocratiche romane controllano il dominio pontificio mentre il sud nominalmente bizantino ma
in gran parte autonomo, infine la Sicilia era sotto il dominio arabo. In Spagna allinizio dellXI secolo i
musulmani occupano Barcellona e Santiago de Compostela e dal regno di Lon (prima Asturie) si stacca la
Castiglia. Pi tardi Sancho il Grande impone la supremazia del regno di Navarra su Lon, Castiglia e
Aragona. Sulle coste del mare del Nord si ha il grande impero di Canuto il Grande (Inghilterra, Danimarca e
Norvegia) che per si sfascia presto: nel 1035 la Norvegia acquista lindipendenza mentre nel 1042 il re
anglosassone Edoardo III riprende il potere in Inghilterra. In generale il potere politico frammentato e
debole ovunque, si sono comunque estesi per i confini della cristianit a nord e ad est (Scandinavia,
Ungheria, Polonia e Boemia); infine sono distinguibili alcuni aspetti che contraddistingueranno a lungo la
storia europea (indipendenza Inghilterra, frammentazione Italia, ecc). Alcuni di questi fragili regni
destinata a un florido avvenire.

Lo sviluppo delle campagne


Per lEuropa i secoli XI, XII e XIII sono caratterizzati da una grandiosa espansione economica resa possibile
da una larga disponibilit di terre e dalla diffusione di alcuni miglioramenti tecnici. Procedono i
dissodamenti, arretra lincolto e migliora lirrigazione. Aumenta cos sia la produzione che la
commercializzazione di derrate agricole: lagricoltura resta la base dellintera economia, permette la
sussistenza delle popolazioni ed fonte di ricchezza e potenza. Questa crescita si spiega in primo luogo con
il notevole sviluppo demografico che si arrester soltanto nei primi decenni del Trecento. Laumento
demografico favorito dalla ripresa economica e la stimola a sua volta. Nello stesso periodo nascono le
signorie locali e crescono le comunit rurali che resistono alle esazioni signorili e prendono coscienza dei
propri diritti. Generalmente per peggiorano le condizioni contadine e cresce la distanza economica e
sociale fra ricchi e poveri.
Ben pi importante delle nuove tecniche agricole la grandiosa opera di dissodamento delle terre incolte
che caratterizza tutto il periodo a permettere una robusta crescita economica. I signori, per aumentare le
loro rendite, esortano i loro contadini a estendere le coltivazioni e offrono terre incolte agli immigranti
perch vi costruiscano dei mansi. Rimangono comunque boschi e pascoli destinati alluso comune e che
grande importanza hanno nelleconomia delle famiglie contadine. Si assiste al contempo a un grande
processo di creazione di nuovi villaggi, frutto usualmente di imprese collettive (spesso si chiamano
villenove). Un grande processo di creazione di villaggi connesso alla colonizzazione della Germania
orientale, le cui terre sono occupate dai popoli slavi dediti ad una economia estensiva basata soprattutto su
caccia e pesca. Qui un grande flusso migratorio porta alla conquista di vasti territori e alla creazione,
secondo un piano preordinato, di villaggi e citt (vd anche cavalieri teutonici). Molti centri inoltre nascono
da contratti di associazione (pariage) fra un signore laico ed un istituto ecclesiastico. La conquista di vasti
spazi agricoli porta anche ad una certa diffusione nelle campagne di isolate dimore rurali (grange, torri,
dimore fortificate). NellItalia centro-settentrionale la dispersione delle case nelle campagne legata al
passaggio delle terre nelle mani dei cittadini e alla nascita del podere, ossia dellazienda rurale isolata nei
campi e corredata di terre dipendenti. La vicinanza dei terreni evita perdite di tempo e incrementa la
redditivit delle aziende. Tuttavia questo processo di dispersione si afferma solo in parte e non ovunque,
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anche perch le campagne non sono sicure per via delle guerre fra nobili. Non si tratta inoltre di uno
sviluppo lineare, spesso le grange non sono create ex novo ma prendono il posto di villaggi preesistenti.
Alla base del dissodamento di nuove terre e della creazione di nuovi insediamenti c un durevole e
prolungato incremento demografico che stimola produzione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Questo aumento era a sua volta dovuto alla ripresa economica verificatasi nellXI secolo e fu ineguale nelle
diverse aree geografiche. Le zone europee erano fra XIII e XIV secolo generalmente sovrappopolate, ossia
pi abitate di quanto consentissero economia e produzione del tempo. Le diseguaglianze del tempo inoltre
aggravavano ulteriormente le condizioni dei ceti pi poveri.
Nasce in questo periodo la signoria locale o di banno; nel corso del XII secolo molte corves furono
progressivamente sostituite da pagamenti in denaro anche perch le nuove tecniche agricole rendevano
necessario un minor numero di contadini. A questo alleggerimento corrispose laumento degli obblighi che
il signore imponeva come signore locale. Questi signori approfittarono dellimpoverimento del potere regio
fra X e XII secolo per usurpare i diritti pubblici, imposero la loro protezione e il loro dominio ai villaggi rurali
impadronendosi delle prerogative del potere pubblico. Il potere di coercizione gli procurava una
sfruttamento sia giudiziario che economico: obbligavano alluso di mulini, frantoi e forni propri dietro
pagamento. I proventi derivati dallesercizio del potere di banno erano spesso superiori a quelli derivanti
dallo sfruttamento del patrimonio fondiario. I contadini per reagirono e fecero fronte comune
organizzandosi in comunit rurali parzialmente autonome. Si assistette a un grande fenomeno di
affrancamento: i signori, messi alle strette dalle lotte contadine dovettero concedere numerose carte di
franchigia che definivano e limitavano certi poteri signorili. In questo modo, le comunit rurali, antiche
presenza nella storia delle campagne, ricevettero un riconoscimento ufficiale. Fu importante soprattutto il
riconoscimento del diritto dei contadini di vendere le terre avute soltanto in concessione; ora i rustici
avevano pi libert dazione mentre i signori acquisivano una nuova fonte di retto derivante da questi
scambi. Inoltre a partire dallXI secolo le terre soggette al pagamento di un censo, considerate prima
ereditarie e poi alienabili, si avvicinarono sempre pi allallodio, ossia alla forma di piena propriet.
E bene sottolineare tuttavia lassoluto predominio economico delle citt sulle campagne: era la crescita
della domanda cittadina a stimolare la produzione agricola e parte della ricchezza acquisita dai mercanti era
rimpiegata nellacquisto di terre. Aument la circolazione del denaro e il numero di crediti delle campagne;
la Chiesa vietava di ricevere interessi sul denaro prestato, esso era quindi spesso presentato come una
vendita (il debitore vendeva dei campi che gli venivano concessi per un affitto che costituiva linteresse). Si
assistette cos a una crescente polarizzazione sociale; bench fosse migliorata la condizione giuridica dei
contadini nelle campagne, non miglior altrettanto la loro condizione economica. La condizione contadina
si avviava verso una proletarizzazione e peggiorava ulteriormente l dove lespansione della grande
propriet metteva in rischio luso delle terre comuni.

Lo sviluppo commerciale e urbano e il movimento comunale


Il risorgere delle citt nellXI-XIII secolo un fenomeno centrale per lintera storia europea. In citt infatti si
trovano i settori pi incisivi e dinamici delleconomia medievale e in citt si verificano alcuni cambiamenti
sociali e culturali di estrema importanza. Si assiste inoltre ad un rapporto sempre pi stretto fra citt e
campagna: le prime consumano le eccedenze agricole e richiedono una quantit di prodotti e di materie
prime necessarie allo sviluppo di artigianato e commercio. A favorire lo sviluppo delle citt contribuiscono
alcuni fattori:

Laumento nella produzione di derrate alimentari e materie prime.


La crescita demografica che popola le citt senza svuotare le campagne.
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La crescente specializzazione nelle lavorazioni artigianali.


Lincremento di traffici commerciali (vd fiere e mercati).
I progressi delleconomia monetaria (vd banche e coniazione monete doro).

Dal convergere dei diversi gruppi sociali ha origine il comune medievale, unassociazione che rivendica il
riconoscimento di consuetudini cittadini e il diritto di scegliere i propri magistrati per svolgere funzioni di
primaria importanza (difesa, amministrazione, sfera finanziaria e giudiziaria). Tra XI e XIII secolo le citt
furono essenzialmente centri di produzione artigianale e di scambi; questo sviluppo urbano si accompagn
a tre fattori rilevanti:

Un incremento e una crescente specializzazione nel settore artigianale, soprattutto nellindustria


tessile.
Lutilizzazione crescente dellenergia idraulica sollecitata dallincremento nel settore artigianale.
Laumento della popolazione urbana favorito dalla concentrazione in citt di importanti attivit
economiche e commerciali (vd immigrazioni di manodopera specializzata e di nobili e contadini
delle campagne).

Le citt divennero anche importanti centri di consumo ed esercitavano un predominio economico sulle
campagne vicine. La crescita urbana inoltre fu accompagnata da un progressivo sviluppo delle attivit
economiche e delle relazioni commerciali. Nel XIII secolo una fitta rete di scambi commerciali collegava le
maggiori citt europee; si possono distinguere tre grandi aree commerciali:

Il commercio attraverso il Mediterraneo occidentale, passato nelle mani di Genovesi, Pisani e


Catalani. Amalfi invece decadde, verso oriente i traffici era ormai controllati da Genova e
soprattutto da Venezia.
Un bacino commerciale importante era quello costituito dai mari del Nord, dove si andava
affermando la lega anseatica (Hansa), associazione economica di numerose citt costituitasi alla
fine del 200.
Sul continente lasse principale dellOccidente univa le citta dellItalia del nord a quelle della
Fiandra. Avevano grande importanza le fiere di Champagne, che iniziarono a declinare solo a partire
dalla meta del XIII secolo quando il commercio si andava ormai sedentarizzando . I mercanti non
erano pi itineranti ma stabili e avevano soci nelle principali piazze daffari.

Crebbe notevolmente anche la richiesta di denaro e ci ebbe importanti conseguenze: richiese laumento
del volume dei prezzi di pagamento e questo port alla coniazione di nuove monete doro (il primo nel
1231 Federico II con gli augustale). Inoltre si ricorse sempre pi ad operazioni di credito e di cambio il cui
sviluppo segn lorigine delle banche; si diffondono anche i prestiti ad interesse (vietati dalla Chiesa che li
considerava usura). Infine migliorarono le condizioni tecniche e materiali in cui il commercio si svolgeva:
miglior la manutenzione delle strade e il commercio via mare fu reso pi sicuro da alcune innovazioni
tecniche (bussole, carte nautiche, portolani, Tolete de Martolejo e timone di poppa). I traffici tuttavia,
nonostante lincremento, restarono perlopi limitati al soddisfacimento delle richieste de i ceti pi elevati.
Nascono per societ commerciali e finanziarie che potevano disporre di capitali pi cospicui rispetto a
quelli di un solo mercante. In Italia mercanti e banchieri misero a punto due diversi sistemi:

La commenda nacque nelle citt marinare e riguardava il commercio marittimo, si diffuse molto fra
XII e XIII secolo. Era di solito limitata a un solo viaggio e riuniva dei finanziatori ad un mercante
viaggiatore; i capitali investiti dai primi erano fatti fruttare dal secondo in attivit commerciali

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allestero. Generalmente, degli utili, un quarto andava al mercante e il resto ai finanziatori (simile
era la societa/collegantia).
La compagnia sorse invece nei maggiori centri commerciali dellinterno (Milano, Firenze, Siena)
dediti ai traffici sul continente. Essa stringeva i membri di una famiglia in accordi commerciali di
lunga durata: i soci fornivano il capitale e lavoravano per la societ, percependo un dividendo al suo
scioglimento (vd Tolomei, Bardi, Peruzzi). La loro struttura rigida per le rendeva fragili poich i
cattivi affari di una filiale si ripercuotevano su tutta la societ e portava al fallimento.

Questo sviluppo urbano e commerciale port ad una crescente differenziazione sociale. A partire dallXI
secolo si va formando la borghesia, una classe sociale dedita soprattutto a commercio e artigianato e
spesso dominante leconomia urbana. Essa riduceva spesso gli artigiani al ruolo di veri e propri proletari che
lavoravano a domicilio, si verifica una dissociazione tra capitale e lavoro: la vita dei lavoratori dipendeva
totalmente dagli uomini di affari. Il controllo della borghesia sulla vita economica era spesso consolidata da
disposizioni giuridiche, a partire dal XII secolo i grandi commercianti si associano in leghe o gilde. Anche gli
artigiani ne formarono di loro, sono le cosiddette corporazioni delle arti e dei mestieri controllate dai
grandi uomini daffari. I rapporti fra maestri e lavoranti e gli altri aspetti del lavoro sono severamente
regolamentati. Dove poteva, la nuova classe borghese tendeva ad impadronirsi del potere cittadino
entrando in conflittualit con la aristocrazia militare .
Sin dalla fine dellXI secolo nascono i primi comuni, associazioni di capifamiglia del nucleo urbano per
garantirne la pace interna, lautonomia di fronte al signore e la sua difesa. Ebbero caratteristiche molto
diverse al di qua e al di l delle Alpi. I comuni transalpini hanno alcune peculiari caratteristiche:

Si trattava di associazioni fondate sul mutuo giuramento dei partecipanti e guidate dai membri pi
influenti del gruppo socialmente egemone in citt, generalmente quello dei mercanti (carattere
tipicamente borghese).
Il sorgere dei comuni transalpini ebbe talvolta carattere violento, ma generalmente si trattava di un
processo graduale ed occasionale. Le libert comunali convivevano quindi spesso con le
consuetudini signorili.
Anche levoluzione dei comuni non fu omogenea: in alcune citt della Francia i comuni furono
appoggiati dai sovrani, per limitare il potere signorile, poi per furono presto inquadrati entro le
strutture amministrative dello stato.

NellItalia centro-settentrionale invece i comuni italiani avevano loro particolari caratteristiche:

In primo luogo i comuni urbani italiani non nacquero per iniziativa della sola borghesia. Vi era anche
una forte presenza di milites (cavalieri e signori immigrati dalle campagne) che nel comune
riuscirono a convivere politicamente col popolus (collettivit di varie famiglie in cui primeggiavano
potenti famiglie di mercanti).
La classe aristocratica tuttavia ebbe un ruolo importanti soprattutto agli inizi della vita comunale;
essa era inoltre molto bellicosa al suo interno e solo a partire dalla fine del XII secolo iniziarono a
strutturarsi societ di milites dotate di consoli e podest.
Il comune italiano inoltre si sforz di costruire una propria dominazione territoriale, spesso molto
ampia. I gruppi dirigenti comunali iniziarono presto a sottomettere le signorie locali circostanti e ad
avviare la conquista del contado
Infine le istituzioni di questi comuni furono contraddistinte da una grande instabilit, destinata a
durare due secoli.
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Si possono per individuare alcune linee di sviluppo nella vita istituzionale dei comuni italiani:
1. Fase consolare - La prima fase di questi comuni quella consolare (XII secolo) quando i comuni
erano retti da un gruppo di consoli, spesso reclutati tra i vassalli del vescovo locale. Vi era per
uneccessiva mobilit che favoriva i contrasti fra famiglie e fazioni per la conquista del potere.
2. Fase podestarile - Nei primi anni del XIII secolo il collegio dei consoli fu sostituito da un magistrato
unico, il podest. Questi fu dapprima di estrazione locale e poi un forestiero in quanto estraneo
alle lotte cittadine per il potere e garante di una maggior stabilit.
3. Fase popolare - Infine, nella seconda met del XIII secolo, si assistette ad una egemonia della
borghesia cittadina (il popolo ossia mercanti e artigiani; era un governo di classe). Era una fase
pi efficace ma non evitava nuovi scontri, soprattutto fra popolo e nobili. In questa fase
lordinamento comunale convive comunque con le societ dei milites e con le parallele societ
del popolo nate dalle corporazioni per contrastare la nobilt. In certe citt il potere fu diviso fra
podest e anziani, rappresentanti delle societ del popolo, ma questo regime dualistico non ebbe
stabilit. Il rapporto fra milites e popolo rimase sempre complesso e ambiguo; rimaneva il
problema della pacificazione politica allinterno delle citt.

Il risveglio della cultura


Il rifiorire delle citt dopo il Mille assume unulteriore importanza poich queste diventano anche i centri
della formazione di idee e cultura. Fra 1150 e 1300 un grande movimento culturale trasferisce i centri del
sapere dai monasteri alle citt, si sviluppano le scuole urbane e nascono le prime universit. Lambiente
urbano ora il luogo privilegiato per la trasmissione di idee e cultura. Emerge cos anche una nuova figura
dellintellettuale, questo non pi per forza un uomo di chiesa ma anche un laico che si guadagna da vivere
esercitando la propria professione (maestro, notaio, funzionario, ecc). Sulla popolazione in genere hanno
certamente una loro importanza le idee prodotte dai giuristi, il cui lavoro esegetico contribuisce a precisare
la struttura delle istituzioni e i loro rapporti.
Fra XII e XIII secolo aumenta notevolmente la produzione e la circolazione delle idee, si diffonde di pi
listruzione e assume grande importanza la scuola, nella cui storia possibile individuare due distinti
momenti:

In un primo tempo (sino allXI secolo) le grandi scuole erano soprattutto presso i grandi monasteri,
nelle citt rifulgevano alcune scuole episcopali o cattedrali, mentre scarsa importanza avevano le
scuole presbiterali dove si insegnava a leggere e scrivere e si impartivano le nozioni basilari di
grammatica. Linsegnamento si basava sulle sette arti del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e
del quadrivio (aritmetica, geometria, musica, astronomia), il loro studio era coronato da quello
della Bibbia.
Lontane dalle citt, le scuole monastiche declinarono nel corso del XII secolo. I giovani
frequentavano sempre pi le scuole private in cui insegnavano maestri anche celebri: le citt
stavano sempre pi sostituendo i monasteri come luoghi di cultura. Cambiano anche contenuti e
metodi dellinsegnamento, si sviluppa molto la dialettica e divenne sempre pi importante la
riflessione e il confronto sui testi.

Fu una vera e propria rivoluzione scolastica che pose gravi problemi alle autorit ecclesiastiche, che fino
ad allora avevano avuto il monopolio dellinsegnamento. Nasceva cos la licentia docendi, un permesso di
insegnare nellambito di una diocesi: le gerarchie ecclesiastiche riconobbero lesistenza di scuole private ma
trattennero il diritto di concedere la licentia e quindi mantennero il controllo dellattivit di insegnamento.
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Unistituzione scolastica del tutto nuova era invece quella delluniversit

Queste nacquero come associazioni spontanee di maestri e scolari, analoghe a quelle di altre
categorie professionali. Tra le prime vi furono quella di Bologna e quella di Parigi, la prima nata da
unassociazioni di scolari e famosa per i suoi studi di diritto, la seconda invece nata da
unassociazione di maestri e importante soprattutto in ambito teologico.
Luniversit fu il grande punto di riferimento culturale per i laici che voleva migliorare le proprie
conoscenze, andava cadendo il monopolio ecclesiastico sulla cultura.
Listituzione universitaria fu tuttavia attentamente sorvegliata dal papato. Cre delle licenze per
insegnare in tutte le universit e obblig alcune universit ad accettare fra gli insegnanti un numero
crescente di Dominicani e Francescani.

Nelle universit si ritrovano quattro tipi di facolt: arti liberali, teologia, diritto e medicina. E interessante
soprattutto levoluzione della facolt delle arti, inizialmente avente soltanto la funzione di preparare agli
studi teologici, essa assunse una progressiva autonomia nel corso del XIII secolo. Linsegnamento avveniva
essenzialmente in tre importanti momenti: la lectio (lettura del testo per comprenderlo e commentarlo), la
disputatio (discussione per approfondire alcuni argomenti) e la determinatio (ossia la risoluzione, che
avveniva il giorno dopo una discussione quando il professore stabiliva la risposta a suo parere corretta
rispetto ai problemi posti). Era quindi una scuola estremamente in grado di stimolare la discussione e
lattitudine al ragionamento degli studenti. Si trattava di un insegnamento essenzialmente orale, ma
comunque luniversit contribu ad aumentare il numero di libri in circolazione, il cui alto prezzo tuttavia ne
ostacolava la diffusione.
Due questioni cruciali per gli intellettuali di questo periodo erano il rapporto fra fede e ragione e quello fra
papato impero, in qualche modo connessi, e che vengono chiaramente identificati sin dal XI secolo. La
riflessione sui vari problemi filosofici e religiosi ha una grande importanza: essa incide infatti sulla creazione
di sistemi di idee con cui ci si regola nella vita individuale, sociale e politica. A partire dallXI secolo prende
piede larte dialettica e la logica viene sempre pi applicata a i problemi teologici. C chi rifiuta questa
impostazione, come Pier Damiani, ed altri che invece laccolgono, come Anselmo dAosta. Sulla via aperta
da questultimo si inserir pi tardi la grande riflessione teologica di Tommaso dAquino che tent di
conciliare fede e ragione, ossia verit rivelata e pensiero aristotelico. Luso spregiudicato della dialettica
preoccupa per le gerarchie ecclesiastiche e porta alla censura di alcune opere, come a quella di Abelardo,
e alla condanna di alcuni autori, come accadde nel 1277 a Sigieri di Brabante. Va quindi scemando la fiducia
nella possibilit di effettuare grandi opere di sintesi e le risposte alla possibile conciliazione fra fede e
ragione sempre pi scettica.
Fece inoltri grandi progressi la cultura giuridica, stimolata dal bisogno di definire meglio i rapporti fra il
papato e limpero. Lo studio di questa disciplina si oriento in due direzioni:

Da un lato fu approfondito lo studio del diritto romano, anche grazie al ritrovamento del Corpus
iuris civilis. A Bologna Irnerio diede origine ad unimportante scuola di glossatori che spiegavano
con glosse (note a margine) la raccolta giuridica di Giustiniano.
Dallaltro fu precisato il diritto canonico, di cui rimasto soprattutto il Decretum del XII secolo,
dove il canonista Graziano raccolse i canoni emanati da chiese e concili e che divenne la base del
diritto canonico.

Il contatto con il mondo islamico ebbe particolare importanza nel risveglio della medicina e permise di
studiare alcuni classici della medicina antica. Questa disciplina per aveva un carattere ancora fortemente
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teorico, molti infatti erano i pregiudizi verso le arti meccaniche che pure suscitavano pi attenzioni che in
passato. Si andava per affermando un tendenza allosservazione concreta e allo studio della natura, anche
gli studiosi iniziarono a fare e a raccogliere in maniera scritta i risultati dei loro esperimenti. I pionieri di
questa nuova scienza naturale furono Ruggero Bacone, Vitellione e Teodorico di Freiberg e soprattutto
Ruggero Bacone intu limportanza dellosservazione diretta e del metodo sperimentale aprendo la strada
alla moderna concezione di scienza.
Fra XI e XII secolo mutava inoltre in modo profondo la figura dellintellettuale; era sempre meno
frequentemente un uomo di chiesa e non insegnava presso monasteri o Chiese. Era un intellettuale di
professione che trovava occupazione grazie alla domanda culturale che nasceva dalla societ urbana e
grazie alla richiesta di funzionari preparati da parte degli stati. Questi intellettuali erano, accanto ai ricchi
borghesi e alla nobilt, una sorta di aristocrazia. Le idee lontane da quelle ecclesiastiche portarono alle
prime censure e provvedimenti volti a controllare listruzione su discipline delicate come la teologia.
Tuttavia la libert dazione degli intellettuali fra XII e XIII secolo fu generalmente ampia e il loro contributo
incise profondamente sulla soluzione dei problemi della societ. Ci dovuto soprattutto alla
frammentazione dei poteri che favoriva la libert di pensare e di agire degli intellettuali medievali.
La cultura scritta si diffuse in questo periodo essenzialmente presso due ceti: quello cavalleresco e quello
borgese. Leggere e scrivere divent una necessit e una migliore istruzione era necessaria sia per la vita di
corte che per svolgere le complesse funzioni amministrative. Aument cos il numero di bambini e ragazzi
che frequentavano le scuole cittadine. Listruzione faceva invece fatica a penetrare nel mondo contadino
dove la diffusione era limitata e la stessa preparazione religiosa superficiale e derivata soprattutto dalle
prediche dominicali degli ecclesiastici. Tuttavia fra XI e XIII secolo la cultura scritta usc dai monasteri nelle
citt e pass nella mani dei laici; inoltre grazie alla rivoluzione scolastica tocc un numero sempre pi
vasto di persone bench rimanesse comunque diffusa soltanto presso i ceti pi elevati della popolazione
(aristocratici e borghesi).

Nuove dimensioni dellesistenza


Fra XI e XIV secolo alcune grandi trasformazioni investono le concrete dimensioni dellesistenza umana. Si
tratta soprattutto dei modi di concepire e percepire lo spazio, la famiglia e i rapporti con la donna; nasce
una nuova organizzazione familiare e parentale. Avanza il processo di cristianizzazione del tempo e,
soprattutto a partire dal Mille, si ripresenta il problema della fine del mondo e del ritorno di Cristo. Il
calendario invece ormai completamente conquistato dalla chiesa (ogni giorno contraddistinto da un
santo o da una festivit) e la gerarchia ecclesiastica esercita un capillare controllo sulluso individuale del
tempo (vd divieto di lavorare nei giorni festivi, indicazione dei giorni di digiuno ecc). Tuttavia il processo di
cristianizzazione non completo, ancora nel Trecento sopravvivono resti di culture precristiane,
soprattutto sotto forma di superstizioni. Un caso emblematico quello dellidea di Fortuna, cristianizzata e
sottomessa a Dio, ma comunque di origine estranea al pensiero cristiano. Essa era per accettata in quanto
segno del fatto che il tempo non appartiene alluomo ma a una forza a lui superiore.
A partire dalla fine del X secolo acquisisce importanza crescente il fenomeno del millenarismo. Con questo
termine si indica lattesa dellanno Mille, o pi in generale, lattesa di un regno di pace e felicit terrena che
Cristo instaurer dopo la fine del mondo e la sua seconda venuta (tema sia messianico che escatologico). La
Chiesa si era progressivamente allontanata da tali concezioni, tanto da condannarle nel 431 nel Concilio di
Efeso. Nasce pi tardi per, tra XII e XIII secolo, una nuova forma di escatologia che confluisce poi nelle
credenze millenariste. Essa si alimenta a partire dagli scritti di Gioacchino da Fiore per cui la storia si
suddivideva in tre epoche anzich in due; in ognuna delle quali si manifesterebbe una persona della trinit
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divina. Le sue teorie trovano una grande diffusione tra XIII e XIV secolo tra quei religiosi che richiedono la
liberazione della Chiesa dalla corruzione.
Nel periodo tra il Mille e la fine del Medioevo cambia profondamente anche il modo con cui gli uomini
intendono lo spazio e il loro rapporto col territorio e i luoghi quotidiani della loro esistenza. Permangono
alcuni modi di misurare e di intendere lo spazio, tuttavia il territorio pi precisamente misurato e meglio
conosciuto che nei secoli precedenti. La valorizzazione del suolo senzaltro legata ai processi di
agrarizzazione del suolo in corso in questo periodo. Cambia cos il rapporto che luomo ha con le aree
boschive e forestali, prima viste come aree da dissodare, poi invece intese come elementi da tutelare per la
loro importanza. Si avverte cos lesigenza di una misurazione pi esatta e standardizzata delle superfici,
talvolta imposta dal potere politico per esigenze fiscali. Si assiste cos ad un miglioramento nelle
conoscenze matematiche, geometriche e di agrimensura spinte proprio da una pi dettagliata conoscenza
dello spazio. Alcuni profondi cambiamenti riguardano anche lo spazio concretamente vissuto dagli uomini:
la casa e lambiente domestico continuano ad essere i luoghi fondamentali per la vita delle persone. Le case
col tempo sono pi spesso in muratura, nascono i castelli signorili vicino ai quali si vengono a trovare molte
case ed un villaggio, anchesso cinto da mura; i nuovi punti dorientamento nelle campagne sono le aziende
agrarie. Cambia lentamente lintero modo di intendere il rapporto con la natura: permangono superstizioni
e riti volti a ottenere guarigioni o ad allontanare disastri (vd anche santi), i contadini per sono anchessi in
grado di distinguere le pratiche precisamente religiose dalle formule divinatorie e superstiziose. Si va invece
differenziando sempre pi lo spazio cittadino da quello contadino: lo spazio urbano sempre pi
caratterizzato da attivit economiche sue peculiari (artigianato, commercio, finanza), le citt sono sempre
pi spesso luogo di residenza per i nobili e diventano il luogo dove si confrontano giornalmente abitudini e
stili di vita diversissimi. Lo spazio domestico tende a diversificarsi a seconda dei ceti sociali e lintera citt
una spazio gerarchizzato suddiviso in una serie di aree destinate a funzioni specifiche. Sorgono piazze,
palazzi, monumenti e torre nobiliari, sia strumenti di lotta fra fazioni, che, soprattutto, simboli di prestigio e
di unalta condizione sociale. La processione del santo patrono di ogni citt un importante occasione per
riaffermare la coesione sociale del comune e la diversa importanza politica dei membri che vi partecipano.
Avvengono importanti trasformazioni anche per ci che riguarda la famiglia: si affermano definitivamente
la monogamia e il matrimonio cristiano anche presso i ceti aristocratici. Rimangono fenomeni come il
concubinato e forme di relazioni extramatrimoniali ma sono ormai visti come trasgressioni ad un codice. Si
impone lidea di coppia a tutti i livelli della scala sociale; nel XIV secolo la famiglia oramai caratterizzata da
una struttura coniugale dove il matrimonio dei figli indica la rottura di tale nucleo e la nascita di uno nuovo.
A partire dallXI secolo emerge inoltre un nuovo e importantissimo fenomeno: si va organizzando la
parentela intorno alla linea della discendenza paterna o maschile (patrilignaggio), le famiglie aristocratiche
danno origine a dinastie discendenti da un antenato comune in linea paterna. Per queste casate familiari il
lignaggio assumeva anche un importante ruolo politico: il senso di appartenere a una precisa dinastia
rafforzava la coesione e diventava uno strumento di lotta politica. Laffermazione della discendenza
patrilineare avviene anche grazie le norme emanate a riguardo via via dai comuni, che rafforzano questa
tendenza. Parallelamente allaffermarsi della discendenza maschile, peggiora la condizione della donna, le
mogli non possono richiedere leredit del marito, che tende a passare al figlio. Scompare la dote, ora la
moglie a portare dei doni al marito al momento delle nozze. Viene per attenuato lantico diritto del marito
di punire, anche con la morte, la proprie moglie, mentre per ci che riguarda il lavoro la situazione
relativamente stabile. Essa lavora sempre entro le mura domestiche mentre diminuisce il suo ruolo nella
produzione economica per via controllo delle corporazioni su molti aspetti della vita economica urbana (vd
tessuti).

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Il movimento per la riforma ecclesiastica e la crociata


NellXI vengono sempre pi alla luce i difetti del sistema delle chiese private, ormai strumento per le
ambizioni dellaristocrazia laica. Si sviluppa cos un potente movimento per la riforma della chiesa che
presenta tre caratteristiche fondamentali:

Mira anzitutto a moralizzare la vita del clero (eliminare concubinato, e simonia).


Implica un urto contro limpero per escludere i laici dal governo delle chiese.
Si svolge parallelamente alla trasformazione del papato in una monarchia che governa tutto il
mondo ecclesiastico.

Con la riforma si afferma perentoriamente la monarchia papale, le comunit dei laici sono sempre pi
subalterne e ridotte alla cieca obbedienza religiosa. Incominciano ad esserci momenti di aspre rivolte e
tensioni, si apre il periodo della repressione antiereticale. Dalla tensione spirituale per la riforma si
sviluppano anche nuove esperienze monastiche e il grande fenomeno delle crociate (lunico aperto ai laici).
Il disordine dovuto al commercio delle chiese e dei patrimoni ecclesiastici era peggiorato da tre fattori:

Clericalizzazione delle ricchezze: i singoli membri del clero tendono a disporre in proprio dei beni
delle chiese.
Poich gli ecclesiastici pagavano per la carica (simonia) era automatico che dovessero vendere
funzioni e sfruttare sacramenti per ripagarla.
Mancavano norme tassative sul celibato del clero.

Molti erano quindi i fermenti e le istanze rinnovatrici, sostenute soprattutto da tre grandi gruppi:

In primo luogo vi erano i monaci e i prelati che avevano subito linfluenza del monastero di Cluny, le
cui dipendenze erano ormai diventate veri e propri centri di azione pastorale.
In Italia operavano in senso riformatore anche eremiti e cenobiti particolarmente austeri (vd Pier
Damiani).
Infine ebbe ruolo decisivo liniziativa popolare, delineatasi chiaramente verso la met dellXI secolo.
In Toscana erano importanti i monaci di Vallombrosa, in Lombardia si verifica il fenomeno laicale
della pataria (capeggiata per dal diacono Arialdo).

Le prime applicazioni delle richieste dei riformatori avvennero nel 1039 con limperatore Enrico III. Questi
sottrasse il papato dallinfluenza dellaristocrazia laziale e insedi come papi alcuni importanti vescovi
tedeschi (Clemente II e Leone IX), lott contro la simonia e per ripristinare severe comportamenti
ecclesiastici. Da allora furono i papi il punto di riferimento dei riformatori e furono importanti alcuni concili
tenutisi in Occidente in questo periodo, si combatterono i comportamenti ecclesiastici negativi (simonia e
concubinato) si imped linfluenza laicale e sul clero e si afferm di pari passo lassoluto primato del papa e
della Chiesa di Roma. Frutto dellazione di questi anni furono non solo alcuni grandi successi ma anche lo
scisma del 1054 che segn definitamente la rottura tra Roma e la Chiesa orientale a causa dellintransigente
affermazione del primato della sede romana. Non sembr una frattura pi grave delle precedenti, ma per
via di circostanze successive e della grossa separazione ormai presente fra Oriente e Occidente, essa
perdur nel tempo e fu definitiva.
Si interruppe per la collaborazione fra papato e impero per lazione riformatrice; il clero cercava sempre
pi di imporre un primato assoluto del papa sulla chiesa e sul mondo. Nel 1059 Niccol II decret che la
designazione del papa doveva avvenire Roma ed essere riservata ai cardinali. Clero e popolo conservavano
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il diritto di approvare per acclamazione il nuovo eletto, allimperatore erano dovuti onore e riverenza ma
egli non poteva avere un ruolo nelle faccende papali. Tali decisioni determinarono la reazione della corte
tedesca; la curia cerc quindi un nuovo sostegno nei Normanni, stanziatisi nella prima met dellXI secolo in
Italia Meridionale. Con loro Niccol II si accordo a Melfi (1059), ne riconobbe la dominazione sul Meridione
e diede loro alcuni principati in cambio dellimpegno a sostenere con le armi il decreto sullelezione papale.
La Chiesa si andava strutturando in forma monarchica e il primato papale diventava un mezzo per imporre
la riforma. Gregorio VII con il Dictatus papae (1075) esaltava ulteriormente il ruolo del vescovo di Roma
ma fu osteggiato dal clero pi antiriformista e si scontr con parte dellepiscopato. Diventavano sempre pi
aspri anche i contrasti con limpero; nel 1075 Gregorio VII non si limit a proibire la simonia e giunse a
impedire di consacrare vescovo chi avesse ricevuto un vescovado da un laico. Enrico IV non poteva
accettare tale decreto e replic con le assemblee di Worms e Piacenza dove lepiscopato tedesco e quello
lombardo decretarono la deposizione del papa. Gregorio VII allora decret la deposizione dellimperatore,
lo scomunic e sciolse i suoi sudditi dal giuramento di fedelt; era la prima volta che un papa si arrogava il
diritto di scomunicare un imperatore. Parte dellaristocrazia laica tedesca sostenne il papa, Enrico IV
dovette cos recarsi a Canossa in Italia e si umili di fronte al pontefice, che quindi revoc la scomunica. Egli
per riprese la lotta contro il papa che nuovamente lo scomunic e lo dichiar deposto, ma parte
dellepiscopato tedesco si avvicin al re e dichiar deposto il papa. Venne cos eletto un antipapa: Clemente
III, da cui, dopo aver occupato Roma, si fece incoronare imperatore. Gregorio VII fu catturato e poi liberato
dai Normanni, mor nel 1085 a Salerno; dopo la sua morte lo scontro fra papato e impero continu ma con
toni meno violenti.
Prevaleva ora una tendenza al compromesso tra riformatori e antiriformatori; col compromesso di Sutri
(fra papa Pasquale II e Enrico V) del 1111. Il papa avrebbe restituito allimperatore tutti i beni e le funzioni
pubbliche concessi alla Chiesa da re e imperatori mentre limperatore avrebbe rinunciato alle investiture.
Venne per osteggiato dal clero tedesco e laccordo svan; veniva cos meno ogni prospettiva di riforma
pauperistica della Chiesa e col concilio lateranense del 1116 il Papa rivendicava per questa il diritto di
essere ricca e potente. Tale linea trionf col concordato di Worms del 1122 che pose fino al conflitto delle
investiture: Enrico V rinunci allinvestitura con anello e pastorale, ma poteva presenziare allelezione dei
vescovi tedeschi e investirli, una volta eletti, di regalie (beni e funzioni pubbliche). Linvestitura sarebbe
avvenuta con lo scettro, poi sarebbe avvenuta la consacrazione a Roma.
La storia della Chiesa ebbe alcuni sviluppi istituzionali nel corso del XII secolo: fu restaurata rigidamente
lautorit gerarchica, cui si legava lestromissione completa dei laici. Lelezione del papa, dopo il decreto del
1059, fu sempre pi sottratta alle possibilit di intervento sia del potere imperiale che del resto del clero (i
non cardinali) e del popolo. I discorsi pi radicali di riforma e le spinte rinnovatrici eremitico-pauperistiche
venivano meno, o dovevano limitarsi ad essere individuali e privi di significato socialmente eversivo. Nel
1098 venne cos fondato lordine cistercense, di cui uno dei pi importanti rappresentanti fu san Bernardo
di Chiaravalle. Si praticava una vita monastica e ascetica, ma al contempo essi praticavano una miglior
gestione della terra e del suo sfruttamento. I monaci cistercensi creavano grange, grandi aziende agrarie a
gestione diretta e con possibilit di sviluppo nella produzione; nel XIII secolo si verific uninvoluzione del
sistema col ricorso allaffitto.
Le spinte monastico-eremitiche furono assorbite dalle istituzioni, queste non riuscirono per a porre sotto
controllo le spinte religiose di cambiamento radicale. Incominci cos il tempo delle eresie, ossia delle
dottrine religiose che la chiesa reputava contrarie ai proprie dogmi. Lesercizio non autorizzato alla
predicazione port a far ritenere ereticale il movimento dei Poveri di Lione, chiamati poi dei Valdesi dal
nome di Valdo, loro fondatore, sorto a Lione verso il 1170 e poi diffusosi nelle Alpi occidentali e in
Lombardia. Forte diffusione ebbero i Catari, specie in Italia, Germania e Francia meridionale; questi
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credevano nellesistenza di due principi motori delluniverso, Dio e Demonio, spirito e materia, in conflitto
insanabile fra loro. Essi avevano una propria gerarchia: i comuni credentes erano coloro che ancora
ricercavano la perfezione, i perfecti che dovevano praticare lascesi e il distacco dal mondo. Vi era un solo
sacramento: il consolamentum (imposizione delle mani da parte di un perfetto) che riconciliava i peccatori
col principio del bene. Di fronte allespansione della dissidenza e delle eresie la gerarchie ecclesiastica reag
con forza, soprattutto reprimendo con la violenza questi movimenti, appoggiata dai poteri politici (vd
accordo con Federico Barbarossa nel 1184).
La chiusura ai laici di molti aspetti della vita religiosa lasci per loro aperto il campo della guerra per
difendere la fede e convertire nuove genti al cristianesimo. A partire da met dellXI secolo fu avviata,
soprattutto sotto la spinta di Ferdinando I di Castiglia, la reconquista dei territori musulmani nella penisola
iberica. Lavanzata fu difficoltosa e solo nel 1212 i cristiani ottennero una vittoria decisiva a Las Navas.
Diverso per fu il fenomeno della vera e propria crociata. Questa fu essenzialmente un pellegrinaggio
armato verso i luoghi santi e ai guerrieri furono assicurati privilegi e la remissione dei peccati. In Oriente i
Turchi Selgiuchidi (dalla dinastia che li guidava) avevano assunto la guida del mondo musulmano, avevano
preso Baghdad nel 1055 e si erano impadroniti di tutta lAsia Minore bizantina minacciando concretamente
la cristianit. Nel 1096 si misero in cammino i primi gruppi guidati da profeti come Pietro lEremita; si
trattava di una crociata popolare che in Renania fece terribili stragi di ebrei. La crociata ufficiale e
sostenuta direttamente dal papa part un anno pi tardi nel 1097, nel 1099 Gerusalemme fu espugnata
dopo un difficile assedio e massacrata la popolazione musulmana ed ebraica. Nascono cos alcuni principati
in Medioriente, che ricalcavano le strutture feudali dellOccidente. Erano per formazioni politiche fragili,
sia per la struttura interna che per la loro posizione geografica. Ebbero tuttavia una certa durata, le perdite
territoriali iniziarono con lemiro Zinki che restitu ai musulmani lo spirito della guerra santa (gihad). Egli
occup i principati pi orientali e nel 1187 Gerusalemme cadde sotto lassedio del grande sultano dEgitto
Solimano, resistette invece la zona costiera. Fu grazie al continuo afflusso di soldati che queste dominazioni
poterono resistere cos a lungo; bench si enumerino pi crociate, essa era in realt un istituto permanente
che si ripeteva pressoch ogni anno. Nacquero ordini religiosi militari come i Templari, gli Ospitalieri e i
Cavalieri Teutonici. La seconda crociata (1147-1149) fu promossa dopo la caduta di Edessa e guidata dal
re di Francia Luigi VII e dallimperatore Corrado III di Svevia ma fall di fronte a Damasco. La terza invece
(1189-1192) fu organizzata da tre monarchi (Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto)
e port alla ripresa temporanea di Gerusalemme e alloccupazione di Cipro e di una fascia costiera. Si
chiudeva in questo modo, con una ben misera espansione la prima stagione delle crociate. Infine va
sottolineato che molti furono in queste crociate gli eccidi di ebrei; questi erano da tempo stanziati
nellEuropa occidentale e la condanna ecclesiastica dellusura faceva s che essi spesso si dedicassero al
prestito ad interesse. Ne nasceva una forte impopolarit per il popolo ebraico che riguardava dapprima i
ceti pi popolari e poi anche quelli borghesi e aristocratici. E su questi elementi che nacquero le stragi
ebraiche, oltre che allantisemitismo diffuso dalle crociate che presentavano gli ebrei come un popolo
deicida.

Le origini della ricostruzione politica


Dopo lanno Mille si assiste a notevoli sforzi da parte delle monarchie per imporre la propria autorit sul
mondo signorile e sulle realt comunali. Ci avviene in tre modi: inquadrando i signori locali in una solida
rete di legami feudali, utilizzando funzionari amovibili e gestendo attentamente lamministrazione del
patrimonio regio. E difficile soprattutto legare a s i comuni urbani, questo riesce in Francia e nellItalia
meridionale ma non nel settentrione dove i grandi comuni lotteranno apertamente contro limpero. Essi
infatti hanno esautorato ogni potere pubblico e stanno esercitando essi stessi unautorit che si avvia ad
essere di tipo statale.
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La societ del tempo vista dai chierici contemporanei sempre pi come tripartita in tre ordini sociali:

Laboratores: sono la classe di chi lavora, si tratta soprattutto di contadini, le cui condizioni
giuridiche si vanno uniformando, mentre si diversificano quelle economiche. Al vertice di questo
ceto vi stanno i pochi possessori e i ministeriales, agenti di grandi propriet sottoposti ai signori.
Si andavano poi distinguendo nelle citt i lavoratori dediti ad attivit commerciali e artigianali. Su
questo ceto gravava sostanzialmente lonere di mantenere i due strati superiori della societ.
Oratores: la classe di chi prega. Entro questo possibile distinguere fra il gruppo dei chierici,
destinato allattivit pastorale e inquadrato nellepiscopato, e quello dei monaci, meno unitario ma
sempre pi coordinato in vari raggruppamenti. Verso il XII secolo era inoltre possibile distinguere i
monaci dai conversi, i primi destinati allesercizio delle virt ascetiche e generalmente di
provenienza aristocratica, i secondi di origine perlopi contadina.
Milites (o bellatores): si trattava dei cavalieri ossia dei possessori di fondi che possedevano il
denaro necessario allacquisto e al mantenimento di un cavallo, di unarmatura e che non avevano
bisogno di gestire le proprie terre in prima persona, potendosi cos dedicare allesercizio della
guerra.

Fra XI e XIII secolo si verificarono significative trasformazioni allinterno dellaristocrazia militare; si


avvicinarono ideologicamente i possessori di castelli (detentori del potere di banno) e i cavalieri ad essi
subordinati, di inferiore condizione sociale ed economica. Tale processo reso evidente dallimportanza
crescente che riveste per i signori lingresso nella cavalleria e ladozione anche da parte dei cavalieri pi
umili del titolo di dominus di uno stemma di famiglia e della residenza in una casa fortificata. Tale
avvicinamento fu possibile anche grazie alla diffusione di un comportamento cavalleresco condiviso
dallintera classe che prese forma nellambiente ecclesiastico francese nel corso dellXI secolo, per porre
freno alle violenze esercitate da domini e milites. Lorigine di tali codici di comportamento sta nelle
cosiddette paci di Dio, impegni presi con giuramento da gruppi di signori in una determinata zona per
porre fine alle continue guerre. Fu allora elaborato lideale del cavaliere come difensore dei deboli e come
combattente per la difesa e lespansione della cristianit. Inoltre verso la fine del XII secolo la cavalleria era
ormai pensata come un gruppo omogeneo e tendenzialmente ereditario, reso tale da una superiorit di
nascita; era un modo per difendersi dai tentativi di scalata sociale dei nuovi ricchi.
In Francia il potere regio sub grandissime amputazioni ed era stato progressivamente esautorato dal suo
ruolo; da questa difficile situazione riuscirono a venirne fuori i capetingi. Questi dedicarono grande
attenzione al loro patrimonio familiare, che estesero nel tempo e si impegnarono per realizzare una vasta
rete di relazioni feudali per imbrigliare le tendenze autonomistiche dei signori. I re appoggiarono spesso la
borghesia e favorirono il sorgere dei comuni, col chiaro intento di limitare il ruolo degli aristocratici.
Verso la fine dellXI secolo si era ormai costituito un solido stato in Inghilterra ed in Normandia. Nel nord
Europa si era ormai sgretolato il vasto impero di Canuto il Grande dalla cui divisione nacquero Inghilterra,
Svezia, Norvegia e Danimarca, tutti ormai cristianizzati. Dopo la morte di Edoardo III il confessore nel 1066,
il re dInghilterra divenne Guglielmo di Normandia (1066-1087) che riorganizz il regno su basi feudali e
cerc lappoggio di funzionari posti sotto il suo diretto controllo. Egli rafforz il potere monarchico (vd
anche Domesday Book); tale politica fu continuata da Enrico I (morto nel 1135) che rese la monarchia
anglo-normanna la pi solida in Europa e che riusc a fare dellordinamento feudale un modo per
ricomporre il territorio. Dopo una lunga guerra civile il potere pass, a met del XII secolo, a Enrico II
Plantageneto, che oltre al regno anglo-normanno deteneva molti possedimenti in Francia. Egli ristabil
ordine e pace e si adoper per mettere in atto un riordinamento amministrativo. Il governo centrale
spettava al re e alla sua corte, suddivisa in sezioni specializzate (ministeri) per la giustizia e le finanze, le
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contee furono amministrate da sceriffi (funzionari amovibili) che sorvegliavano aristocrazia e popolazione
locale. Questopera di riordinamento suscit la violenta opposizione dellepiscopato che aveva usurpato
diritti (specialmente giudiziari) che ora il re reclamava. Con le Costituzioni di Calderon del 1164 Enrico II
pose un freno a tali usurpazioni e sottopose il clero inglese al potere monarchico, venne fortemente
osteggiato dallarcivescovo di Canterbury, che fece uccidere. Enrico II pose inoltre le basi dellespansione
inglese nel resto delle isole britanniche e sottomise Scozia e molti signori irlandesi. Alla sua morte gli
successe Riccardo Cuor di Leone (1189-1199) che fu sempre impegnato in imprese sul continente e nella
crociata, tuttavia la solida burocrazia permise al regno di funzionare anche in sua assenza.
Verso i primi anni dellXI secolo iniziarono ad immigrare in Puglia i primi gruppi di soldati normanni; qui si
costitu un loro nucleo quando il mercenario Rainolfo Drengot ottenne come ricompensa la contea
dAversa. Da questo momento prese piede lespansione normanna, che a met dellXI secolo trov un
ostacolo nel papato. Presto per si arriv allaccordo di Melfi del 1059: in cambio dellappoggio normanno
al papato, questo riconobbe la dominazione normanna. A questo punto i normanni poterono espandersi a
scapito dei territori bizantini e della Sicilia; alla fine dellXI secolo tutta lItalia meridionale (eccetto
Benevento, ora pontificia) era sotto il controllo di alcuni principi normanni. Dopo circa un quarantennio
lopera di unificazione fu completa e Ruggero II ottenne infine il titolo di re di Sicilia, di Calabria e delle
Puglie e fu incoronato nel 1130. Questo nuovo regno non si innestava su una precedente unit politicoculturale, era invece un amalgama di realt e citt anche molto diverse fra loro. I Normanni seppero
mostrarsi tolleranti ma energici, concentrando nelle loro mani molto potere e mostrando una capacit di
legiferare e di organizzare la burocrazia uniche in Europa (vd la creazione di uffici finanziari preposti
allorganizzazione dei beni del fisco e alla riscossione dei proventi del re). Le citt furono protette ma
confinate ai margini della vita politica, esse dipendevano direttamente dal re che limitava la loro libert
dazione. Infine, lesistenza del regno normanno, legato alla reconquista spagnola, permise di ridurre
lattivit dei pirati e sblocc definitivamente il bacino occidentale del Mediterraneo favorendo un pi
rapido sviluppo dellattivit mercantile.
Limpero era invece stato profondamente indebolito dallo scontro col papato fra lXI e il XII secolo e ora
dovette fronteggiare le tendenze autonomiste della grande aristocrazia tedesca e dei maggiori comuni
italiani. Alla morte di Enrico V nel 1125 seguirono alcune difficili lotte dinastiche, gli imperatori avevano
difficolt a imporre la propria autorit e lasciarono che molti riformatori si insediassero in quasi tutti gli
episcopati. La situazione cambi nel 1152 con Federico I che volle restaurare lautorit regia e si sforz di
controllare il clero tedesco. Si avvalse cos di semplici funzionari di modesta origine e i suoi grandi
possedimenti familiari gli permisero di rafforzare il suo potere. Organizz cos una prima discesa in Italia,
per ottenere la corona imperiale e per ripristinarvi la sua autorit.
In Italia infatti la situazione era molto complessa: i vescovi italiani erano sempre pi soggetti allautorit
papale e le citt comunali del settentrione erano ormai autonome dallimpero e stavano costruendo
proprie dominazioni territoriali. In Italia centrale la situazione era comunque preoccupante: nel 1143 era
culminata la rottura fra il papa e la citt di Roma quando venne istituita una magistratura cittadina di
stampo comunale. In queste vicende si inseriva inoltre la predicazione di Arnaldo da Brescia, che avanzava
radicali ipotesi di rinnovamento religioso. Quando decise di intervenire nella situazione italiana, Federico I
poteva contare su alcuni alleati: le citt minori del nord preoccupate dallespansionismo milanese, la scuola
dei giuristi di Bologna e il papa stesso preoccupato dallespansione normanna e dalla predicazione di
Arnaldo.
Nel 1154 Federico scese in Italia per la prima volta e sui campi di Roncaglia tenne unassemblea in cui ribad
gli obblighi dei vassalli e sostenne le citt minori, ripristin lautorit del papa a Roma e fu incoronato da
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Adriano IV, Arnaldo fu catturato e impiccato. Per ripristinare il potere imperiale Federico si convinse di
dover sottomettere Milano, scese quindi una seconda volta in Italia e la sconfisse. A questo punto Federico
(ora chiamato il Barbarossa) volle organizzare saldamente il regno dItalia, organizz una nuova
assemblea a Roncaglia dove si fece riconoscere dai giuristi bolognesi il monopolio del potere pubblico.
Stabil nella Definitio regalium quali fossero i diritti di pertinenza regia e nella Constitutio pacis proib le
guerre private, le tasse illecite e le associazioni fra persone o fra citt. Queste decisioni furono per
osteggiate sia a Roma che a Milano: papa Alessandro III temeva di veder limitato il proprio potere, allora
Federico elesse Vittore IV e poi Pasquale III come antipapi. Intraprese una nuova campagna contro Milano
che si arrese nel 1162 e che venne incendiata e distrutta. I comuni lombardi per cercarono lalleanza con
Alessandro II e si organizzarono nella Lega lombarda, Federico intraprese una nuova campagna in Italia ma
Alessandria (da poco fondata) resistette allassedio e nel 1176 il Barbarossa fu definitivamente sconfitto
dalla Lega lombarda a Legnano. Nel 1177 papa e imperatore si riconciliarono, nel 1183 trov laccordo con i
comuni italiani nella pace di Costanza, che segn un arretramento dellautorit monarchica rispetto alla
dieta di Roncaglia. Di fatto i comuni mantenevano il loro potere e lautorit imperiale restava solamente
formale. Il tentativo del Barbarossa era cos fallito, riport per una vittoria diplomatica col matrimonio del
figlio, futuro Enrico VI con Costanza dAltavilla, ereditiera del regno normanno di Sicilia.

Lambizioso progetto ierocratico di papa Innocenzo III


Il XII secolo caratterizzato in Occidente dal rafforzamento delle grandi monarchie; si assiste in questo
periodo anche allaffermarsi della particolare monarchia papale. Innocenzo III riprende alcuni ideali di
Gregorio VII e sostiene la superiorit del potere spirituale del papato su quello temporale dellimpero, re e
imperatore devono accettare la supremazia papale (ierocrazia). E per un progetto destinato al fallimento,
per via della crescita delle monarchie, sempre pi autonome e indipendenti dal papato. Alla base del potere
di questultimo vi unefficientissima organizzazione gerarchico-burocratica e una notevole potenza
finanziaria. Si sviluppano per molti movimenti in dissenso con questo modello di chiesa e sono diversi i
modi con cui la chiesa risponde a diffondersi delle eresie: nuovi strumenti di lotta (vd crociata contro i
dissidenti), ricerca sistematica degli eretici e nascita degli Ordini Mendicanti. A fine secolo termina questa
lotta contro le eresie, ormai ridotte a fenomeno clandestino e marginale mentre, anche se le ambizioni di
dominio papale sono ormai ridimensionate, permane la grande organizzazione di questa monarchia.
Enrico VI, nuovo imperatore, port sebbene con qualche difficolt, anche il regno di Sicilia sotto il suo
controllo ottenendo cos un impero vasto e temibile ma comunque con molti elementi di debolezza. Per
ingraziarsi il papa organizz una nuova crociata, ma mor prematuramente in Sicilia nel 1197 quando suo
figlio Federico aveva solo tre anni. Questa morte port al collasso la sua potenza, la Chiesa si lanci un
ambiziosissimo progetto ierocratico. La madre di Federico Costanza dAltavilla non pot rivendicare per il
figlio dignit imperiale e dovette riconoscere il dominio papale sugli ex domini normanni, in questo modo
Federico poteva almeno diventare re di Sicilia nel 1198.
A perseguire il progetto ierocratico fu papa Innocenzo III (1198-1216) che intendeva sottoporre limpero
alla sua autorit, egli riorganizz lapparato amministrativo e finanziario della curia papale e prese
contemporaneamente in mano il controllo amministrativo della citt di Roma. Si dedic alla cosiddetta
politica dei recuperi, tentando di riottenere quei territori che erano stati bizantini. Il vuoto di potere
imperiale apertosi con la morte di Enrico VI favor fortemente i progetti del papa, che sostitu con
funzionari pontifici quelli germanici e cerc di imporre la propria autorit sui comuni e i poteri emergenti
nel centro-Italia. Per raggiungere i suoi scopi Innocenzo utilizz largamente il legame feudale, il suo potere
era tale che per due volte riusc a imporre come imperatore il proprio candidato, prima Ottone IV e poi
Filippo II di Svevia. Bench quella di Innocenzo III fosse una politica di ampio respiro, egli tuttavia non
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poteva fare a meno della collaborazione subordinata delle monarchie e di Federico. Quando questi
riuscirono a riottenere potere, il progetto papale poteva ormai dirsi completamente fallito.
La crociata promossa a suo tempo da Enrico VI fu successivamente promossa dal papato e vi parteciparono
molti signori occidentali. I crociati si imbarcarono a Venezia e, per pagare il trasporto, conquistarono Zara in
nome della Serenissima. Si diressero poi verso Costantinopoli dove rimisero sul trono limperatore
spodestato Isacco II. Dovettero per rinunciare allimpresa in Palestina e a conquistare Gerusalemme, i
crociati istituirono un loro impero latino sulle rovine di quello bizantino eleggendo un loro imperatore.
Venezia ottenne Creta e altre isole dellEgeo. Le crociate avevano ormai perso del tutto i loro scopi religiosi
ed esistevano esclusivamente come strumento politico, bench a lungo il papato continu a dare grande
importanza al recupero della Terra Santa. La quinta crociata (1217-1221) combatt per quattro anni senza
alcun risultato pratico.
Per quanto riguarda invece la lotta contro gli eretici, essi furono perseguiti con la repressione e lisolamento
mentre ci si sforz di reinserire allinterno dellistituzione ecclesiastica quelle forze vive che se ne stavano
allontanando (vd Umiliati). Il progetto di Innocenzo III utilizzava due mezzi: la repressione, che si avvalse
della equiparazione della dissidenza religiosa col reato di lesa maest e la creazione di un nuovo corpo di
predicatori. Un ruolo fondamentale assunsero infatti i cosiddetti ordini Mendicanti, in particolare quello
dei Frati Minori (fondato da Francesco di Assisi) e quello dei Predicatori (fondato da Domenico di Gzman).
La prima regola francescana sarebbe stata approvata nel 1210 e lordine crebbe moltissimo e molto
velocemente. Anche lordine dominicano ricevette un forte impulso e nel 1235 aveva gi pi di 300
conventi. Strumento di lotta antiereticale fu anche la crociata, famosa fu quella contro i catari di
Linguadoca (detti Albigesi) che divent una carneficina. Si apr una serie di lotte finch Luigi VIII non riport
alcuni decisivi successi militari bench non riusc comunque a sradicare ogni dissidenza. Nel 1215 si inaspr
la lotta contro le eresie, si moralizz la vita del clero e sia arriv allistituzionalizzazione della crociata come
strumento di lotta contro le dissidenze. A questa fu affiancata linquisizione, termine che dapprima
intendeva la procedura istituita dal papato alla fine del secolo XII per lottare contro la dissidenza religiosa,
poi per traslato and a indicare i tribunali incaricati di perseguire gli eretici, amministrati usualmente da
membri del nuovo ordine dominicano. La lotta contro le eresie ottenne rapidi successi, queste erano, alla
fine del Duecento, fenomeni ridotti, minoritari e clandestini, incapaci di aver presa sulle masse.

Processi di costruzione statale nellEuropa del XIII secolo


Nel XIII secolo il continente euroasiatico fu sconvolto dalle conquiste dei Mongoli guidati da Gengis-Khan e
dai suoi discendenti. Essi costruirono un impero che andava dal mar del Giappone alle rive del mar Nero e
che a met secolo mise in serio pericolo lEuropa. Essi imposero ai loro domini una pace duratura, detta
pace mongola che favor i contatti economici e culturali fra Europa ed Asia (vd viaggi di Marco Polo). I
Mongoli seppero far tesoro delle capacit di governo e amministrazione dei popoli sottomessi, ma questo
non bast loro per mantenere lunit dellimpero. Questo and progressivamente a frazionarsi per via
dellestrema difficolt nel governare in modo centralizzato questi estesi territori, a causa della scarsit
numerica dei vincitori e per i ricchi possedimenti di tutti i discendenti di Gengis-Khan.
LOccidente percorreva invece proprio la via opposta a quella del frazionamento: si andavano
ricomponendo sempre pi territori e lautorit statale assumeva maggiori poteri. Ci avvenne grazie alluso
del legame feudale come modo di controllo dellaristocrazia, grazie allaumento di funzionari amovibili e
con lincremento degli introiti fiscali. Seguono questo percorso sia i grandi regni che i comuni italiani,
risorge quindi lo Stato in Occidente che deve per sovrapporsi e fare i conti con i numerosi poteri locali vd
assemblee rappresentative dei tre ordini del corpo sociale).
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Per rafforzare il potere si cont sempre di pi sulluso di funzionari amovibili, veri e propri professionisti
dellamministrazione, conoscitori del diritto romano e provenienti dalla nobilt o anche dallalta borghesia.
In Francia essi sono i prevosti (che gestivano fortezze, beni fondiari e poteri posseduti dal re a titolo
signorile) o i balivi (veri e propri funzionari pubblici). Si andava inoltre strutturando la corte in alcune
sezioni: il Consiglio del re era composto da grandi vassalli e da borghesi esperti di diritto (legisti) che
coadiuvavano il re, il Parlamento che amministrava la giustizia e la Camera dei Conti che amministrava
e controllava le entrate. In generale il rafforzamento delle monarchie prevedeva due costanti: luso di
funzionari amovibili e una robusta rete di legami feudali. Era necessario per anche un aumento degli
introiti dello Stato, reso possibile, oltre che dallo sfruttamento privato dei terreni regi, dal diritto di battere
moneta, dallesazione di pedaggi e tasse, dalle confische ecc.
Federico II fu uno dei re che pi si dedic a rafforzare lautorit statale, che per ottenere lincoronazione
aveva dovuto riconoscere lautorit del papato sui domini ex normanni in Italia meridionale e promettere
che non avrebbe mai riunito la corona siciliana e quella imperiale. Le cose per cambiarono dopo la morte
nel 1216 di Innocenzo III quando Federico inizi a perseguire una politica autonoma che port al crollo della
politica papale che voleva separare impero e regno di Sicilia. Ottenne ci attraverso vari mezzi:

Lelezione in Germania del figlio Enrico (gi re di Sicilia) che divenne re dei Romani (1220) e aiut da
vicino il padre.
Lincoronazione imperiale a Roma nel 1220.
La promessa che lunione di impero e Sicilia sarebbe rimasta ununione personale.
Limpegno a sostenere la quinta crociata.
Lappoggio alla politica ecclesiastica di persecuzione degli eretici.

Nel 1227 si ruppe definitivamente lintesa fra papato e impero e sfoci in una guerra aperta: Gregorio IX
scomunic Federico che rimandava la crociata, questi allora la riprese e si limit a negoziare un
compromesso col sultano dEgitto e si incoron re di Gerusalemme.
Fu fondamentale lopera che Federico intraprese in Italia meridionale dove restaur in maniera inflessibile
lautorit regia: sconfisse i baroni ribelli e abol le autonomie cittadine. Promulg nel 1231 il Liber
Augustalis dove rivendicava ampissimi poteri; il governo dello Stato fu raccolto nelle mani del re,
coadiuvato dalla Magna Curia, assemblea dei principali funzionari del regno. Egli inoltre si assicur alti
introiti fiscali e aument il ruolo del re nelleconomia. Infine il suo regno fu molto importante anche
nellambito culturale: fond nel 1224 lUniversit di Napoli e accolse alla sua corte grandi uomini di cultura.
Successivamente Federico cerca di imporre la sua autorit anche sui comuni dellItalia centrosettentrionale, che da tempo godevano di estrema autonomia. Si apr un periodo di conflitti con questi
comuni, uniti dal 1226 nella rinata Lega lombarda, sconfitta da Federico II nel 1237 a Cortenuova. Lo
scontro si stava ideologizzando: da una parte vi erano i ghibellini, sostenitori dellimpero, dallaltra i guelfi
alleati della Chiesa. Federico II per ebbe la peggio: papa Innocenzo IV lo scomunic e band nel 1245 una
crociata contro di lui. Fu infine sconfitto nel 1249 a Fossalta in Emilia e mor improvvisamente nel 1250.
Croll cos definitivamente la potenza imperiale che scomparve dalla primaria scena politica dellOccidente.
Restava per in piedi la solida struttura statuale che Federico II aveva costruito nel meridione; dopo
qualche anno di crisi questa fu ereditata dal figlio Manfredi di Svevia, incoronato re di Sicilia nel 1258.
Minacciato dal suo potere e dai suoi primi successi (vd battaglia di Montaperti) il papato reag incoronando
re di Sicilia nel 1263 Carlo dAngi, fratello del re di Francia. Questi attacc Manfredi e lo sconfisse e uccise
nella battaglia di Benevento (1266); il partito ghibellino e svevo non riusc pi a riprendersi. Carlo cerc di
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estendere la propria influenza e di creare attorno allItalia meridionale un vasto impero marittimo. La sua
politica tuttavia provoc preoccupazioni in Italia e il nuovo imperatore Rodolfo dAsburgo (1273) che favor
la ripresa delle forze antiangioine e una lega sottrasse al re i suoi domini piemontesi. Il duro fiscalismo
caus inoltre in Sicilia la rivolta del Vespro del 1282 che si diffuse in tutto il regno e port alla cacciata
degli angioini. Si form quindi la communitas Siciliae, lega di citt pervase da un rinnovato fervore della
vita comunale che accetto lintervento di Pietro III dAragona che riprese il vecchio sistema normanno di
governo basato sulla burocrazia e sulla collaborazione con i baroni. Gli angioini si sforzarono di
riconquistare lisola: ne nacque la guerra del vespro e solo nel 1302 fu stipulata la pace. Si era ormai rotta
lunit del regno normanno: la Sicilia fu affidata agli Aragonesi e il meridione restava Angioino.
Ben diversa era la situazione in Francia dove la dinastia capetingia riusc a instaurare una dominazione di
tipo statale. Salito al trono nel 1180 Filippo I Augusto avvi unopera di ricostruzione territoriale e sottrasse
numerosi territori appartenenti al re dInghilterra Enrico II (vd poi la battaglia di Bouvines nel 1211). Inoltre
egli riusc a imporre il proprio potere sui ducati, i comuni e le altre realt locali. Riorganizz esercito e
amministrazione pubblica, per questo dovette aumentare la pressione fiscale e richiedere pi spesso il
pagamento di imposte fino ad allora considerate eccezionali (vd aiuti). Il bisogno di risorse spinse Filippo
IV il Bello (1285-1314) a obbligare gli ecclesiastici francesi al pagamento delle imposte. Ne nacque un duro
scontro con papa Bonifacio VIII, che riprese alcune dottrine ierocratiche di Innocenzo III e lo ammon con
una bolla. Alle rivendicazioni ierocratiche di Bonifacio, Filippo rispose facendo sostenere la sua
indipendenza dai propri giuristi, accus il papa di avere usurpato il titolo al predecessore Celestino V e lo
fece arrestare ad Anagni (1303) con laiuto della famiglia romana dei Colonna. Venivano cos
ridimensionate del tutto le aspirazioni papali e si apriva un periodo di collaborazione fra i successori di
Bonifacio e Filippo. Questa lotta contro il papato port allo sviluppo in Francia degli stati generali
(convocati nel 1302) e degli stati provinciali, assemblee dei tre ordini del popolo che non assunsero mai al
ruolo delle camere inglesi e rimasero sempre uno strumento del potere regio.
Nel XIII secolo il regno inglese fu sconvolto da una serie di crisi. Lautorit di Giovanni Senza Terra (11991216) fu gravemente scossa dalle sconfitte sul continente e dal conflitto con Innocenzo III, di cui dovette
dichiararsi vassallo. Fu cos costretto nel 1215 da una coalizione di baroni, prelati e borghesi a firmare la
Magna charta libertatum. Con questa il re confermava le libert dellaristocrazia, della Chiesa e dei comuni
inglesi davanti al sovrano; prometteva di far osservare la giustizia ai suoi funzionari e di accordare
riparazioni per i soprusi commessi. Inoltre il pagamento di imposte e sussidi doveva essere subordinato al
comune consenso del regno rappresentato da unassemblea di baroni e prelati. Si andava cos limitando
lautorit del re a vantaggio delle chiese e dellaristocrazia; non si trattava per di un regresso delle
istituzioni, bens di un loro sviluppo in senso costituzionale e democratico. Col regno di Enrico III si
conservarono e svilupparono le strutture istituzionali e amministrative lasciate da Enrico II: il re era
circondato da un proprio Consiglio che diventava talvolta un Gran consiglio o Parlamento da cui
sarebbe nata la Camera dei Lord che ebbe da subito un ruolo politico di primo piano Dopo un
insurrezione di baroni capeggiata da Simone di Monfort vennero emanate le Provisions of Oxford, che
diedero i poteri di governo ad una serie di commissioni dellalta nobilt. Nacque inoltre il primo nucleo di
quella che sar la Camera dei comuni composta da piccola nobilt e alta borghesia. Nel 1265 Simone fu
sconfitto da Edoardo che, tuttavia, per mantenere il potere dovette cercare appoggio proprio presso la
piccola nobilt e la borghesia che entrarono a far parte del parlamento.
Nel XIII secolo lautorit monarchica progred anche in Spagna. Qui continu la reconquista dei territori
musulmani, nel 1212 gli ispanici fecero unimportante vittoria a Las Navas de Tolosa che apr ad ulteriori
conquiste. A met secolo la penisola si andava costituendo nei due regni di Castiglia e dAragona, cui si
aggiungevano il Portogallo e il piccolo regno di Navarra nel settentrione. Questi regni, anche se piccoli,
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riuscirono comunque a rafforzare il loro potere (vd Libro delle Leggi in Castiglia) e alcuni re riuscirono a
contenere il potere dellaristocrazia appoggiandosi sulle citt. Progredirono inoltre le corti (assemblee dei
tre ordini) che votavano regolarmente la riscossione di certe imposti e facevano da contrappeso al potere
monarchico. Tuttavia i regni della penisola iberica erano comunque lontani dal raggiungere la solidit di
uno Stato feudale come quello francese e furono anche attraversati a partire dalla fine del XIII secolo da un
periodo di scontri e guerre civili.
Lo sviluppo in senso statale caratterizza anche le istituzioni comunali italiane che giungono nel corso del XIII
secolo a una condizione istituzionale pi stabile, attraverso alcuni percorsi:

In alcune citt la violenza politica e linstabilit istituzionale aprono la strada allaffermarsi di una
stirpe signorile, potente soprattutto nel contado (vd Verona).
In alcuni comuni, come Milano (vd Visconti), laffermazione signorile nasce dalla trasformazione
delle cariche pi rappresentative degli organismi di popolo in cariche di durata pluriennale o
vitalizie.
In altre citt, come Firenze, la situazione diversa e complessa. Levoluzione delle strutture
comunali appare pi lenta e faticosa e si delinea un governo delle arti espressione della borghesia
cittadina. Era per limitato dalla concorrenza politica e militare delle consorterie nobiliari e minato
dalle lotte di fazione. Nel 1282 si instaur come supremo organo politico quello dei priori delle
arti che dava maggior potere alle arti maggiori e medie. Le famiglie di magnati si scontravano per
spesso e nel 1293 Giano della Bella fece promulgare gli Ordinamenti della giustizia per disarmare
i violenti e che prevedeva gravi sanzioni per ogni violenza commessa dai magnati, esclusi ora dal
priorato.

Alla fine del 200 le istituzioni comunali si stavano ovunque stabilizzando e stava nascendo un assetto
propriamente statale che avrebbe frenato sul piano politico il movimento autonomo delle forze sociali in
lotta armata fra loro.

Le difficolt economiche e sociali delle campagne


Per la storia economica i primi decenni del XIV sono particolarmente importanti: dopo una congiuntura
favorevole che aveva caratterizzato il periodo dopo il Mille, la situazione si capovolge e si apre un lungo
periodo di difficolt. Sono sempre pi frequenti le crisi nei diversi settori delleconomia, avvengono
fenomeni di carestie, epidemie di peste, spopolamento ed abbandono dei villaggi.
Di questo periodo economico gli storici hanno dato interpretazioni contrastanti:

Per molti si tratta di un periodo di crisi e di depressione economica, cio di caduta prolungata di
scambi e produzione. Causa della crisi sarebbe il fattore demografico: il sovrappopolamento crea
uno squilibrio fra popolazione e risorse, aumenta la domanda di derrate alimentari e la gravita delle
carestie. Queste, unite alla peste riportano poi al sottopopolamento.
Altri storici invece ritengono non si possa parlare di una depressione generalizzata e duratura in
quanto non bisognerebbe interrogarsi sul prodotto globale, ma su quello pro capite. Per questi
storici dunque non si tratterebbe di un periodo di estrema depressione, ma di una fase attraversata
da alcune crisi di breve periodo e di portata locale.

Ognuna di queste due spiegazione ha degli aspetti veritieri. La prima permette di capire soprattutto la
storia delle campagne e mette bene in luce il nesso sovrappopolamento-carestie-epidemie, non pu per
valere come interpretazione complessiva. Le crisi monetarie, finanziarie e commerciali non possono essere
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tranquillamente ricondotte alla crisi demografica. La seconda invece pone giustamente il problema della
produzione pro capite, ma tiene troppo poco conto della situazione complessiva che indica generalmente
una condizione di declino. Si possono focalizzare alcuni punti per capire questo momento delleconomia
europea:

Il ribaltamento della congiuntura segnato nelle varie regioni da crisi diverse: demografiche,
finanziarie, frumentarie e sociali. Non ha quindi ovunque le stesse conseguenze e non colpisce con
la stessa forza tutti i settori (sono pi colpite le campagne delle citt).
Il commercio e la finanza internazionali che pulsano le citt hanno un ruolo fondamentale e quindi
la congiuntura non dipende soltanto dalla domanda e dallofferta.
Le crisi sono accompagnate da sconvolgimenti nei prezzi che provocano ristrutturazioni agrarie,
industriali e commerciali (esito positivo di questo difficile periodo).

Il periodo dopo lanno mille si era caratterizzato per lespansione demografica e lespansione delle terre
coltivate. Col XIV secolo si apre invece una stagione di declino; gi nel 200 era diminuita lattivit di
dissodamento mentre la popolazione aveva continuato ad aumentare. Agli inizi del 300 molte zone
europee erano sovrappopolate e questo era aggravato dal rapido esaurimento dei suoli conquistati alla
coltivazione: si riducono gli arativi e cala la produttivit dei terreni. Aumentavano cos di molto le carestie e
questo port un forte aumento nel numero dei morti. A far diminuire la popolazione tuttavia non furono
malnutrizione e carestie; la causa maggiore fu la spaventosa epidemia di peste proveniente dallAsia e che
colp lintera Europa fra 1347 e 1352. Essa non colpiva da tempo lOccidente e i medici europei non erano
minimamente in grado di farle fronte; provoc un improvviso crollo demografico, che persistette nel tempo
per via di una serie di epidemie ricorrenti . Il risultato complessivo sulla popolazione europea fu disastroso
e molte zone videro dimezzati i propri abitanti. Di fronte a tali epidemie emergevano forti episodi di
intolleranza religiosa e in molte localit vennero compiuti massacri di Ebrei, considerati responsabili di aver
diffuso lepidemia e oggetto di risentimento per il loro ruolo di prestatori. Si svilupparono inoltre forme di
penitenza e devozione collettiva (vd movimento dei Flagellanti) che tuttavia non facevano altro che
contribuire alla diffusione del morbo.
Il crollo demografico ebbe importanti conseguenze sui prezzi e i salari che provocarono ristrutturazioni
rilevanti sul settore agricolo. La diminuzione di manodopera port a un aumento immediato dei salari
mentre diminu drasticamente il prezzo dei cereali, resistettero invece burro, carne, grassi e i prodotti
artigianali. La maggior redditivit dellallevamento port ad una conversione di molti terreni, altre volte si
abbandon la coltivazione del grano per quella di piante pi richiesta dal mercato (canapa, luppolo, ecc).
Scompaiono molti villaggi; alcuni per via delle crisi, mentre in altri casi si tratta di un fenomeni di
ristrutturazione insediativa. La caduta dei prezzi dei cereali port molte difficolt economiche per la
signoria fondiaria che incassava molte meno dai suoi patrimoni terrieri. Queste difficolt portarono al
progressivo arretramento della conduzione diretta in favore di altri modi per gestire i propri terreni. Si
diffusero laffitto e la mezzadria che prevedeva lobbligo del contadino di versare al proprietario la met dei
propri raccolti. Le difficolt di gestione delle grandi aziende ricadevano ora sui contadini concessionari,
meno colpiti dal divario fra prezzi agricoli e salari, il concessionario ne ricavava un sicuro vantaggio e
portava in attivo i suoi introiti. Talvolta la crisi delle finanze dei signori fu tale che dovettero vendere i
propri terreni che passano in mano ai borghesi pi ricchi; non vi fu per un declino della nobilt in favore di
una crescente. Nel mondo contadino i braccianti furono avvantaggiati dallaumento dei salari mentre i medi
proprietari furono svantaggiati dai bassi prezzi delle derrate alimentari e dagli eventuali salari della loro
manodopera. NellItalia settentrionale e in Francia avvenne spesso che i piccoli proprietari dovessero
vendere le proprie terre ai borghesi che si andavano arricchendo; la crisi demografica accentu cos il
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processo di differenziazione sociale nelle campagne e proletarizz gran parte delle masse rurali. I nuovi
proprietari cittadini organizzarono in poderi le nuove terre, questi raggruppavano appezzamenti di terra
contigui e facenti capo ad unica dimora rurale situata in campagna.
Una delle conseguenze sociali della depressione furono le rivolte contadine che attraversarono lEuropa.
Nel 1358 scoppi in Francia la grande rivolta detta jacquerie, immediatamente repressa. Molte altre
scoppiarono attorno al 1380 , si trattava di una sorta crisi di crescita della Stato, che aumentava ovunque
il peso delle imposte causando le difficolt per i ceti pi bassi. In generale per convergevano in questi moti
di ribellione interessi e aspirazioni differenti che ne acceleravano il fallimento. In generale possibile
distinguere in due tipologie queste rivolte: quella per la vecchia legge, che miravano a restaurare i vecchi
diritti messi in forse dai signori, e quelle per la nuova legge che si giustificavano appellandosi alla legge
divina. Le rivolte furono ovunque un fallimento e vennero tragicamente represse, esse per bloccarono
lavanzata della reazione signorile.
Infine, nel corso del XV secolo si verific un nuovo capovolgimento della congiuntura economica e si
assistette ad un ampliamento della situazione economica cui si lega un aumento demografico sostenuto dal
naturale incremento della popolazione. Si verific cos un nuova fase di espansione delle colture e di
ripopolamento: fu potenziata la rete dei canali irrigui e avvenne in Europa una differenziazione delle aree
rurali in funzione del commercio internazionale. In Inghilterra i nuovi campi coltivati vengono
progressivamente convertiti in pascoli recintati e questo aggrav il processo di abbandono dei villaggi. Si
diffusero le enclosures, che ridussero sia i suoli arativi, sia rubarono terreno agli incolti comuni (common
waste). Fenomeni simili di aumento dellallevamento si verificarono anche in Spagna e in Italia meridionale.
In generale queste ristrutturazioni non migliorarono le condizioni di vita dei contadini, sempre meno spesso
possessori di terre e sempre pi costretti a lavorare su terre in affitto o in mezzadria.

La vita economica e sociale delle citt, lartigianato e il commercio


Anche nelle citt si verifica fra 300 e 400 un lungo periodo di crisi. In questo periodo per si pongono
alcune delle basi su cui si fonda il mondo moderno:

Emergono le linee essenziali di uneconomia basata sulla divisione internazionale del lavoro e con
aree centrali ed altre periferiche.
Le citt diventano lelemento motore di tutta leconomia, le crisi sottraggono questo ruolo al
mondo rurale, ormai assoggettato politicamente ed economicamente.
Avvengono nelle citt importanti trasformazioni sociali: lartigianato sempre pi sviluppato e
crescono i primi nuclei di un proletariato urbano. I matrimoni fra lalta borghesia e le famiglie nobili
portano alla formazione del nuovo ceto del patriziato cittadino.

La citt sempre pi il luogo dellorganizzazione della produzione e degli scambi, nonch sede di potenti
associazioni di mestiere, delle banche e delle grandi compagnie commerciali. La riduzione della domanda
dovuta al crollo demografico ha ripercussioni anche sulle citt, dove tuttavia la congiuntura economica
influenzata anche dal movimento degli affari e da numerosi fattori. La crisi ha per diverse ripercussioni:

Di grande rilievo sono i fallimento e le crisi finanziarie che colpiscono le maggiori compagnie
bancarie e mercantili della Toscana (cio dovuto alla struttura inadeguata delle societ, a
uneccessiva spericolatezza e da grossi prestiti non recuperati).
Ricorrenti difficolt provengono dalle cosiddette carestie monetarie dovute alla limitata
disponibilit di moneta.
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Sul commercio e artigianato si abbattono inoltre il ripetersi di crisi belliche e demografiche, che
creano anche intralci negli scambi.

I centri fieristici pi importanti cambiano in continuazione, quelle di Champagne sono sostituite dalle nuove
a Chalon e poi a Ginevra; esse vanno per perdendo di importanza per via della sedentarizzazione dei
commerci e del maggior volume degli scambi. Nel settore industriale si afferma il sistema del lavoro a
domicilio e delle aziende rurali. Nel primo un mercante o un imprenditore a lui associato diventa datore di
lavoro: anticipa il materiale e parte della retribuzione e paga a cottimo la differenza del costo lavoro alla
consegna del prodotto finito. In questo modo i mercanti trovano nelle campagne una manodopera pi
docile ed esigente di quella urbana, composta non da operai e artigiani ma da contadini-artigiani a tempo
parziale. E unulteriore forma di assoggettamento delle campagne al patriziato cittadino. Inoltre sono
instabili anche le localizzazioni dellindustria rurale ed urbana: la manodopera specializzata tende a
spostarsi nelle citt e nelle aree a maggior richiesta. Si assiste inoltre a un grande processo di
riassestamento produttivo, le diverse aree geografiche vanno specializzandosi in specifici settori della
produzione artigianale. Si tratta di una divisione internazionale del lavoro. Il mercato si diversificato ed
andato seguendo due strade differenti per superare le sue difficolt: migliora la produzioni di lusso (molto
redditizia) e si amplia il mercato dei beni di uso comune (vd tessuti). Aumenta il commercio delle merci
pesanti e di uso quotidiano (vd grano, lane, ecc). Cambia profondamente la carta dei traffici, il
Mediterraneo fortemente trafficato e cresce dimportanza la penisola iberica mentre va scemando il
ruolo dellHansa per la concorrenza Inghilterra e Germania.
Si assiste contemporaneamente ad un perfezionamento delle tecniche mercantili e finanziarie che
permettono al capitalismo commerciale di incrementare la sua capacit di trarre profitti dalle attivit
economiche. In Italia vengono introdotte la partita doppia (che permette di conoscere lammontare di
debiti e crediti) e la lettera di cambio (titolo di credito), si sviluppano i metodi di assicurazione e si passa
dalle societ a succursali a quelle a filiali, che, disponendo ognuna di un capitale autonomo, non fanno
pesare il fallimento di una filiale sulle altre. Per quanto riguarda il termine capitalismo, esso applicabile
a questo periodo solo a patto di intenderlo come capitalismo commerciale e non industriale. Il primo
indica quel sistema in cui i mercanti-imprenditori dominano la produzione artigianale attraverso il controllo
del lavoro a domicilio e disciplinandola per adeguarla alle esigenze dei mercati. Nel capitalismo industriale
invece gli imprenditori non solo controllano la produzione ma si preoccupano anche di riorganizzarla. Il
capitalismo medievale quindi una forma di capitalismo commerciale e finanziario tipico del 300 e del 400
che appare in espansione ma che comunque caratterizza soltanto le regioni pi sviluppate. A met 400
lormai florido capitalismo medievale ha alcuni caratteri essenziali:

La specializzazione del lavoro ha portato le aree economicamente pi deboli a gravitare su quelle


pi forti.
Sempre pi importanti sono gli scambi internazionali, controllati da pochi finanzieri e mercantiimprenditori.
Il lavoro a domicilio controllato ormai dal capitale commerciale.
La produzione artigianale per solo dominata e non trasformata dal capitalismo medievale (forte
limite).

Verso la fine del XV secolo, in alcune aree dellEuropa centrale (vd miniere) i mercanti-imprenditori non si
limitano a dominare la produzione ma se ne impadroniscono e la riorganizzano. Si assiste cos a una vera e
propria separazione fra capitale e lavoro. Si assiste cos a una fortissima espansione dellattivit mineraria,
questo il primo caso di una forma di capitalismo industriale che modifica le condizioni dello
sfruttamento minerario e del lavoro. Vengono inoltre superati i limiti geografici entro i quali aveva
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tradizionalmente operato il capitalismo commerciale: sono molti i viaggi di esplorazione e hanno specifici
obiettivi:

Trovare una nuova via per le Indie (vd spezie).


Stabilire diretti contatti con le aree africane produttrici doro.
Catturare schiavi da rivendere in Occidente.
Cercare nuove fonti di rendita.

Soprattutto dalla met del 400 la ricerca fu intensa e dispose di mezzi sempre migliori (vd caravella, metodi
astronomici, navigazione di bolina). In questo settore erano allavanguardia i portoghesi anche grazie
allimpulso dato alla marineria da Enrico il Navigatore (1394-1460). Fu proprio la collaborazione fra
mercanti e potere politico a dare stimolo a queste navigazioni e port a scoprire via via le coste africane.
Governanti e mercanti erano consapevoli dellimportanza che avrebbe avuto per la loro economia uno
sfruttamento di nuove regioni.
Alla fine del Medioevo si delineano chiaramente alcuni processi di polarizzazione sociale: nelle citt sono
forti i contrasti dove diventano enormi le distanze fra ricchi e poveri; aristocrazia e alta borghesia
convergono nel nuovo ceto egemonico del patriziato cittadino (strato con grande prosperit economica ma
di varia origine). Si tratta sia di una convergenza di interessi che di una fusione di stili e modi di vita, la
nuova classe politica che ne emerge meno violenta e rissosa e spesso fa suoi atteggiamenti da mecenate
(vd Medici). Anche presso i ceti artigianali e mercantili avvengono fenomeni di polarizzazione sociale: i
vertici delle corporazioni si chiudono: la figura del maestro tende a diventare ereditaria. La condizione del
lavorante, da transitoria, tende a diventare permanente. I lavoranti aumentano e acquistano coscienza di
gruppo, creano condizioni per avere aumenti di paga. Inoltre in alcune citt italiane la produzione ormai
passata in gran parte sotto il controllo di potenti mercanti-imprenditori, mentre gli artigiani minori vanno
perdendo la loro autonomia. Cresce cos la conflittualit nelle citt europee del Trecento: viene contestata
legemonia del patriziato e le organizzazioni di mestiere si impadroniscono delle leve del governo
comunale. Laffermazione delle corporazioni per accompagnato da chiusure oligarchiche. Sono inoltre
ancor pi articolati i conflitti che sconvolgono le aree dove forte era la produzione tessile, nelle citt
fiamminghe emerge un vero e proprio problema del proletariato, cio di quella classe che vive soltanto
del proprio lavoro dipendente (vd anche rivolta fiorentina dei Ciompi).

Crisi e tentativi di riforma delle istituzioni ecclesiastiche


Da Gregorio VII a Bonifacio VIII i papi si erano concentrati in un importante tentativo di centralizzazione
delle istituzioni ecclesiastiche. Laffermazione progressiva delle monarchie nazionali poneva per per
sempre fine alle ambizioni ierocratiche del papato. Si possono chiarire alcuni punti in merito:

La crescita degli Stati corrisponde ad un netto declino del potere universale del papato (vd anche
critiche a livello culturale da parte di Occam e Marsilio da Padova).
La Chiesa, come istituzione, andava incontro ad un grande periodo di crisi. Nel 1378 avvenne la
profonda frattura del Grande Scisma durato quarantanni e nel quale si opposero due serie di
papi. Per sanarlo si fece strada il conciliarismo che riteneva il concilio e non il papa depositario di
fede e autorit. Questo depose i due papi e elesse il nuovo Martino V (1417) ma il papato a questo
punto riacquisto tutto il suo potere.
La crisi della Chiesa fu anche una crisi di credibilit, per via dei costumi ecclesiastici e del fasto di cui
il clero di circondava.

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Le eresie si diffusero comunque con difficolt per via del supporto che il potere politica offriva nella
loro repressione.
La Chiesa non riuscendo ad avviare una riforma dallalto dovette avviarne una dal basso
perseguita da coloro che intendevano ricercare una pi autentica vita religiosa. Questi tentativi
per furono soltanto parziali e neppure gli ordini religiosi riuscirono a riformarsi completamente .

Il pontificato e il fallimento di Bonifacio VIII rappresentano per il papato la fine della fase ierocratica e
linizio di una nuova epoca caratterizzata dalla ricerca di forme di convivenza con gli Stati nazionali. Questa
inizi con la riappacificazione con il regno di Francia siglata da Filippo il Bello e Clemente V che acconsent
alla chiusura dellordine dei Templari, i beni dei quali passarono al re. Questi negoziati per portarono a
una grande caduta di prestigio del papato e Clemente fu anche rimproverato lessersi troppo allontanato da
Roma. Egli infatti fin per stabilire la residenza papale ad Avignone; ebbe inizio la cosiddetta cattivit
avignonese (1305-1377) durante la quale la predominanza nella curia pass agli ecclesiastici francesi.
Tuttavia il papato non fin per sottomettersi al la Francia e accentr ulteriormente il governo della Chiesa .
Il problema dei rapporti fra la Chiesa e gli Stati stimol anche un forte dibattito sul problema della natura
del potere di re e papi. Se Egidio Colonna difendeva la ierocrazia, i giuristi di Filippo il Bello sostenevano il re
ritenendo il suo regno pi antico dello stesso regno ecclesiastico. Importante in questo contesto il
pensiero di Marsilio da Padova per il quale coloro che detengono il potere devono la propria autorit
allelezione popolare. Fonte dellautorit quindi il popolo a cui spetta anche il diritto di deporre i
governanti. Anche il filosofo francescano Guglielmo di Occam attacc direttamente lautorit del papato
sostenendo che al di sopra del papa vi la Chiesa intesa come comunit dei credenti. Lautorit dei
governanti discendeva da Dio, ma ci accadeva tramite gli uomini. In questo modo i due pensatori
minavano le basi della monarchia pontificia e loro idee sarebbero state riprese durante il grande scisma che
coinvolse la Chiesa fra il 1378 e il 1417.
Il periodo della residenza papale ad Avignone fu vista dai contemporanei in maniera molto negativa, nel
1378 dunque la curia abbandon la citt francese ma proprio il suo ritorno a Roma porta al Grande Scisma.
Il collegio dei cardinali era diviso in unarea antifrancese che elesse papa Urbano VI (1378-1389) al quale
larea filofrancese contrappose Clemente VII (1378-1394). Ne derivarono due serie di papi, due curie e due
collegi cardinalizi; la cristianit venne profondamente turbata. Ottenne cos progressiva fortuna la dottrina
conciliarista: nel Concilio di Costanza (1414-1418) vennero deposti due pontefici in carica ed eletto papa
Martino V (1414-1431). Venne anche stabilito che si dovessero tenere concili a periodicit fissa, il
successivo fu quello di Basilea nel 1431 presto sospeso da papa Eugenio IV: ormai la tendenza era
nuovamente quella di ricercare un accentramento dei poteri nelle mani del pontefice. Nel 1439 si trov un
importante accordo per lunione della Chiesa latina con quella greca ma questa dur poco per via della
caduta di Costantinopoli nel 1453. Latteggiamento di Eugenio IV rispetto al concilio di Basilea port al
Piccolo Scisma, fu eletto papa Felice V che per presto depose ponendo fine allo scisma nel 1449. A met
del XV secolo era ormai definitivamente battuto il conciliarismo e continuava a imporsi la linea
dellaccentramento papale.
La crisi della Chiesa era rafforzata da alcuni fenomeni causati dalle esigenze finanziarie del papato; questo
infatti giunse a vendere le indulgenze, ossia ad accettare denaro in cambio dellannullamento delle
penitenze che si sarebbero dovute scontare nellaldil. Persisteva il problema della cattiva condotta del
clero, che riguardava ormai anche gli ordini Mendicanti e i pi antichi ordini monastici. Tutto ci port ad
una forte crisi di credibilit delle istituzioni ecclesiastiche, presso i ceti borghesi si diffuse un vivace
anticlericalismo. Si faceva strada lidea che fosse necessaria una grande riforma ecclesiastica per mutare il
sistema di vita del clero, ma si trattava pi di una aspirazione che di un preciso programma di riforma.
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Alcuni ordini cercano di imporsi una pi stretta osservanza delle regole, ma nessuno riusc veramente a
rinnovarsi. Il papato si dimostr incapace di avviare un disegno di riforma, quando questa riusc imporsi fu
in poche situazioni e grazie a movimenti sorti dal basso.
Le eresie ebbero comunque difficolt a svilupparsi e diffondersi; esse erano arginate dal grande apparato
repressivo della Chiesa che si era dotata di strumenti come linquisizione e che era supportata dal potere
politico degli Stati. La collaborazione col braccio secolare fu importante anche per impedire la diffusione
delle dottrine di Giovanni Wycliff che contestava la vendita delle indulgenze e il dogma delleucarestia, oltre
a stimolare la traduzione in inglese della Bibbia. Egli fu quindi condannato come eretico e accusato di aver
ispirato linsurrezione inglese del 1381; Wycliff prese le distanze dalla rivolta, ma ormai la paura di sussulti
sociali rafforzava lalleanza col papato e contrastava la diffusione delleresia.
Diverso fu il caso della Boemia: qui le idee di Wycliff furono rielaborate dal sacerdote Giovanni Hus e
ottennero largo seguito fra la popolazione. Egli ottenne grande consenso e, tacciato di eresia, si rec nel
1414 al Concilio di Costanza per convincere i padri conciliari ad attuare il suo programma riformatore. Fu
per arrestato, condannato ed arso sul rogo. Il dissenso per si estese a tutti i livelli della popolazione e da
movimento riformatore divenne un programma nazionale. I Cechi ruppero cos con limperatore,
sconfissero Sigismondo (1410-1437) ma non riuscirono ad approfittare della vittoria per via della loro
divisione fra utraquisti (che sottolineavano limportanza della comunione sotto le due specie del pane e del
vino) e i taboriti (che ritenevano imminente la seconda venuta del Messia). Il carattere egualitario dei
taboriti port per ad allontanare da loro gli utraquisti che si riavvicinarono a Roma e a sconfiggere i
taboriti in battaglia nel 1434 che dovettero riconoscere lautorit imperiale. Roma per era stata costretta
al compromesso e a riconoscere la legittimit della comunione e della predicazione utraquista.
Una strada diversa di reazione alla scarsa credibilit delle istituzioni ecclesiastiche fu quella percorsa da chi
ricercava nuove forme di devozione interiori, contraddistinte da alcuni aspetti:

Lesigenza di una religiosit interiore era gi sviluppata nel XIII secolo soprattutto nei paesi del nord
Europa (vd beghinaggio).
Nel XIV e XV secolo frati Minori e Predicatori estesero il loro controllo anche su queste nuove forme
di religiosit e sempre pi gruppi di laici entrarono nel Terzordine francescano o in quello
dominicano.
Ad una religiosit pi interiore si dedicavano anche religiosi dotati di alta preparazione intellettuale
(vd Eckhart).
A partire dalla fine del 300 la mistica intellettuale lasci posto a forme di vita interiore pi semplici
che davano grande spazio allamore di Dio e degli uomini e alle virt morali (vd Imitazione di Ges
Cristo di Tommaso di Kempis e movimento della devotio moderna).

LItalia del Trecento e del Quattrocento


Nel Trecento lImpero in Italia ormai non funzionava pi, nemmeno come strumento intermittente di
coordinazione politico-militare. La discesa di Enrico VII era tragicamente finita con la sua morte presso
Siena. LImpero era ormai una forza essenzialmente tedesca ed estranea alle faccende italiane, funzionava
soltanto come strumento di legittimazione del potere signorile (vd Visconti). LItalia centro-settentrionale
sperimentava oramai delle proprie vie di consolidamento politico e ricomposizione territoriale che
consistevano nello sviluppo delle signorie cittadine, nel soffocamento di conflitti armati e lotte di fazione,
nel consolidamento dellegemonia sociale e politica del patriziato e nellutilizzo delle imponenti risorse
fiscali delle citt per pagare truppe mercenarie impegnate per lespansione territoriale.
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Firenze: nella prima met del 300 a Firenze la vita politica continua a svolgersi secondo gli ordinamenti
comunali tradizionali. Il popolo grasso opera in equilibrio fra i magnati e il popolo minuto e condiziona la
vita politica organizzando le arti maggiori fra le quali sono scelti i priori. Avvengono comunque sanguinosi
conflitti armati fra le grandi casate. Nel 1300 avviene lo scontro fra la fazione dei guelfi bianchi e quella dei
guelfi neri, il conflitto per provoca il riarmo del popolo che intende difendersi dalla violenza delle grandi
famiglie. Le forze sociali e politiche stanno andando verso una stabilizzazione e questo permette di dare
stabilit alle istituzioni e di dare alla citt unorganizzazione sempre pi statale. Nella seconda met del XIV
secolo la situazione cambiata con la riforma costituzionale del 1343 che permette a tutte le arti (anche le
minori) di partecipare al governo cittadino. Resta escluso il popolo minuto, composto da salariati e artigiani
minori, non organizzati in arti. Questo trova difficolt a trovare espressione per via dellatteggiamento
conservatore che caratterizza il patriziato. I forti contrasti portano nel 1378 al tumulto dei Ciompi (lavoranti
sottoposti dellindustria laniera) che si impadroniscono con le armi del governo della citt e lo conservano
per oltre un mese. Ottengono cos di essere inquadrati in nuove corporazioni e impongono un sistema
elettivo che gli dia la possibilit di controllare con le arti minori numerose cariche pubbliche. Il loro
tentativo per anacronistico, data la stabilizzazione ormai avvenuta delle forme politiche a Firenze. La
repressione delloligarchia dura: molte persone sono condannate e viene istituita la magistratura degli
Otto di guardia per tutelare lordine pubblico. Ormai i rapporti fra classi appaiono praticamente
immutabili e il rafforzamento dello stato procede col consolidamento del potere del patriziato. Presto la
lotta si concentra attorno a due grandi famiglie: gli Albizzi e i Medici. A vincere sono questultimi; si impone
la loro signoria iniziata nel 1435 con lelezione di Cosimo alla carica di gonfaloniere. Si tratta tuttavia di una
signoria particolare di cui si possono individuare alcune caratteristiche:

I Medici sono formalmente rispettosi delle tradizioni e delle istituzioni repubblicane fiorentine e si
limitano a controllare la vita politica favorendo lelezione di persone fidate.
La signoria di Cosimo in sostanziale continuit con il periodo precedente (il popolo minuto
continua a essere escluso dalla vita politica).
I Medici continuano la tradizione di solidit e buona amministrazione delloligarchia fiorentina.
Viene redatto un catasto, Firenze resiste allespansione di Milano e si espande territorialmente in
Toscana.
I Medici inaugurano un periodo di grande mecenatismo.

Milano: diversamente dal caso di Firenze e di altri comuni, a Milano la signoria non si impose alla fine del
percorso di costruzione dellassetto statale, bens al suo inizio. Nei comuni come Milano possibile
delineare tre momenti nello sviluppo delle signorie cittadine:

Inizialmente la signoria un elemento istituzionale e di lotta politica allinterno di un mondo


cittadino ancora articolato in gruppi armati.
La signoria riesce successivamente a imporsi su questa realt frammentata e imporre suoi
funzionari e un proprio apparato di potere.
Infine il potere signorile si eleva sopra la societ anche attraverso lostentazione di un cerimoniale
di corte principesco. Il signore ottiene generalmente una legittimazione imperiale o pontificia e si
avvia a creare una vasto organismo territoriale.

Questa evoluzione avviene a Milano fra la met del XIII secolo e la fine del XIV. Agli organi del comune si
sovrappongono col tempo quelli della signoria viscontea che si innalz col tempo sulla societ circostante e
crebbe col tempo lo sfarzo presente alla sua corte. Infine la dinastia viscontea venne legittimata nel 1395
dallimperatore dietro una grossa somma pagata da Gian Galeazzo. I Visconti seppero sfruttare la grande
forza economica di Milano per avviare un grande processo di espansione rivolto verso tutte le direzioni. Si
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trattava per di conquiste spesso labili e che non portarono alla definizione di uno Stato omogeneo. Alla
morte nel 1402 di Gian Galeazzo molte terre dovettero essere abbandonate e i domini viscontei risultarono
di molto diminuiti. Ormai a met 400 la signoria milanese, ora passata nelle mani degli Sforza, controllava
solamente i territori lombardi.
Venezia: anche a Venezia avvennero processi di cristallizzazione sociale. Qui il sistema di potere era
orientato nel XI secolo in senso monarchico, si era poi allargato nei due secoli successivi andando a
costituire un comune pi complesso ed articolato. Venezia era andata superando le tensioni sociali
assimilando nel tempo al ceto dei nobili le nuove famiglie dellemergente borghesia. Qui i rapporti fra ceti
erano pi semplici, per via del debole artigianato presente in citt e di un pi cospicuo ceto mercantile. Nel
1297 il patriziato fece approvare la Serrata del Maggior Consiglio che riserv alle famiglie che gi ne
avevano fatto parte il diretto di partecipare al consiglio stesso, organo principale di governo della
repubblica. Si andava cos delineando una situazione di progressiva cristallizzazione e accettazione delle
condizioni sociali vigenti. Rispetto alla politica estera invece Venezia era impegnata in una grande lotta con
Genova per il controllo dei traffici orientali. Punto culminante di questo conflitto fu la guerra di Chioggia
(1378-1381) che port alla sconfitta di Venezia. Questa allora prefer dedicarsi ad una politica di
terraferma che la ponesse al riparo dallespansionismo visconteo per la quale pot contare su truppe
mercenarie assoldate grazie alle sue disponibilit finanziarie ed economiche. Costru cos una sua
dominazione territoriale che, tuttavia, non super mai lAdda. Milano e Venezia ormai si eguagliavano e
nessuno aveva la superiorit sullintera zona dellItalia settentrionale. Nel 1454 queste due potenze
firmavano a Lodi unimportante pace, poi sottoscritta dai loro alleati che permise di stabilizzare il panorama
politico-territoriale italiano e di garantire alla penisola un relativo periodo di pace. Si erano ormai delineati i
contorni dei principali Stati regionali del settentrione italiano.
Diversa era la situazione nel resto dItalia. Nel Meridione lautorit regia degli angioini, nonch degli
aragonesi in Sicilia, era sempre pi in crisi per via dellaccrescersi del potere dei baroni. Dopo la morte di
Federico III dAragona alcune potenti famiglie baronali esautorarono il potere regio in Sicilia finch nel 1409
lisola non venne annessa al regno dAragona. Simile era la situazione presso i domini angioini per via della
pesante tutela dei banchieri fiorentine e di alcune lotte dinastiche. Queste vennero temporaneamente
sopite nel 1442 con lingresso vittorioso a Napoli di Alfonso dAragona, ma la riunificazione dei due regni
non fu sufficiente a ridare forza e stabilit al potere regio.
Unaltra importante dominazione territoriale era quella dello Stato pontificio nellItalia centrale che si era
andato sovrapponendo, fra XIII e XIV secolo, al vivace pullulare di autonomie cittadine. La curia consolid il
suo potere, grazie ad unabile e intensa attivit diplomatica e alle ingenti risorse finanziarie che le
permettevano di assoldare compagnie di mercenari. Fra 200 e 300 i domini pontifici erano caratterizzati
da una situazione politica a met strada tra quella delle autonomie locali del nord e quella del compatto
regno meridionale. In questo contesto si colloca lepisodio di Cola di Rienzo che nel 1347 occup il
Campidoglio con proprie milizie popolari e si fece eleggere tribuno della libert, della pace e della giustizia
e liberatore della sacra repubblica romana. Inizialmente fu appoggiato dalla curia avignonese,
successivamente per quanto espresse le intenzioni di rilanciare lantico ideale imperiale a Roma fu
cacciato e quando torn al servizio del papa venne ucciso. A riportare lordine e a istituire presso il centro
Italia un assetto statale fu il cardinale Albornoz. Questi riusc a rafforzare il potere territoriale della curia
romana e gett le fondamenta dello Stato pontificio.
Dopo la pace di Lodi, nacque la Lega italica (1455) che coinvolgeva Venezia, Milano, Firenze Roma, Napoli e
gli stati minori della penisola. Questi erano tutti interessati a mantenere un sistema di equilibrio che
evitasse i conflitti e garantisse un periodo di pace. Questo dur per circa un quarantennio, con alcuni
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momenti di relativa tensione. Uno fu alla morte nel 1458 di Alfonso dAragona, ma la corona passo
comunque al figlio Ferdinando; nel 1478 la congiura dei Pazzi uccise alcuni membri della famiglia dei Medici
ma fin in un fallimento. Ne nacque una difficile guerra fra Firenze e Siena, Aragonesi e papa, legati ai Pazzi
che Lorenzo (detto il Magnifico) riusc a risolvere grazie alle sue capacit diplomatiche. Unaltra grave crisi
fu quella del 1482 quando Venezia dopo aver attaccato alcuni territori estensi chiese laiuto di Carlo VIII di
Francia e del duca di Orleans contro Milano. Questo per non avvenne poich Ludovico il Moro, signore di
Milano, rinunci alla guerra e cerc una soluzione diplomatica per s e per gli alleati. Lappello veneziano
alla monarchia francese era una pericolosa mossa diplomatica, successivamente le richieste di intervento a
Carlo VIII vennero ripetute e nel 1494 la sua discesa in Italia apr un periodo di guerre e invasioni.

Il primo Rinascimento
Fra la fine del XIV e gli inizi del XV si apre in Italia la grande stagione dellUmanesimo. Si tratta di un
grandioso processo di trasformazione della cultura iniziato alla fine del Trecento con la riscoperta degli
autori classici e con la nascita di un nuovo ceto di intellettuali, che porta a un nuovo modo di concepire
luomo e il suo rapporto col mondo. Si possono sottolineare alcuni aspetti essenziali di questo grande
movimento:

LUmanesimo costituisce il coronamento di un processo di lunga durata che ha le sue radici nel
risveglio culturale dellOccidente avvenuto a partire dallanno Mille. E un fenomeno di natura
culturale ed essenzialmente urbano, che si sviluppa in alcune citt italiane del Centro e del Nord,
per poi estendersi a tutti i paesi europei.
LUmanesimo considera come supremi i valori culturali del mondo classico e giudica barbari i secoli
di decadenza di questi modelli.
Il Rinascimento tende cos a sovvertire alcuni ideali tradizionali e a trasformare i modi di pensare, le
tecniche e i metodi del lavoro intellettuale.
Nella diffusione della cultura umanistica hanno grande importanza le corti delle grandi signorie
italiane che si dedicano spesso al mecenatismo.
Questi grandi cambiamenti sono possibili anche per via dei profondi mutamenti avvenuti a livello
sociale e cultuale: gli intellettuale hanno una maggior libert di movimento ed espressione e sono
sempre pi spesso laici anzich ecclesiastici.

Cambia il primo luogo il modo di intendere e di conoscere lo spazio. In pittura viene scoperta la prospettiva
e compie grandi passi anche la cartografia, che permette di conoscere con sempre maggior precisione le
diverse aree geografiche in unepoca di grandi esplorazioni. Hanno grande fortuna le relazioni di viaggio
come Il Milione di Marco Polo. Viene inoltra posta in discussione lidea che gli uomini dellultimo medioevo
avevano di un cosmo inteso come spazio finito, chiuso da una serie di sfere celesti aventi come loro unico
centro la Terra (vd Niccol Cusano: lo spazio infinito e senza un unico centro).
Allo stesso modo vi un nuovo atteggiamento rispetto al tempo, si sente sempre pi il bisogno di misurarlo
e sulle torri cittadini compaiono sempre pi orologi. Questa trasformazione ha alcuni caratteri importanti:

Sono le citt ad essere portatrici del nuovo modo di intendere il tempo, sempre pi importanti dal
punto di vista economico esse sono caratterizzate da un particolare ritmo di vita, differente da
quello della campagna.
La misurazione esatta delle ore cambia il modo stesso di intendere il tempo, ora pensato come una
linea retta che dal passato procede verso il futuro.

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Il presente diventa impercettibile e fugace ed impone agli uomini un ritmo veloce, costringendoli ad
agire rapidamente. Per mercanti e artigiani il tempo sempre pi spesso sinonimodenaro.

Queste trasformazioni non cancellano per gli antichi modi di intendere e vivere il tempo: nelle campagne
infatti permane ancora un quadro temporale legato ai ritmi naturali e allattivit agricola. Tuttavia la
diffusione degli orologi cittadini segna un momento chiave, ossia la fine del monopolio delle campane delle
chiese nella misura del tempo. Al contempo il tempo umanizzato ed Leon Battista Alberti ad
affermare che esso appartiene interamente alluomo. In generale il nuovo senso del tempo non visto
come negazione degli ideali cristiani, il tempo della chiesa permane ma ad esso si nuova il nuovo modo di
intenderlo. Cambia anche lidea che si ha della fortuna: la felicit individuale non appare pi esclusivamente
in balia del destino ma vista come frutto delle azioni umane.
LUmanesimo non ebbe origine tanto nelle universit, legate alla cultura scolastica, quanto invece nella
libera cultura diffusa presso le citt italiane (Firenze, Milano e Venezia). Nasceva cos un nuovo cento di
intellettuali lontano dalle tradizioni culturali e dai modi di pensare tipici del clero e delle universit (vd
interesse dei primi umanisti per la vita politico-amministrativa delle loro citt). Il legame degli umanisti con
la politica cittadina venne meno nella seconda met del Quattrocento quando presso le citt si erano
completamente avviate verso una chiusura oligarchica (vd in particolare Firenze). Ora dotti e letterati
trovano sempre pi spesso aiuto materiale e protezione presso le corti di principi e signori, divennero
cortigiani e avevano incarichi diplomatici, uffici o mansioni di altro tipo. Ci in particolare spiega perch
lesaltazione umanistica dellindividuo e delle sue capacit avesse una limitata portata sociale; essa infatti
riguardava essenzialmente le persone dei pi alti ceti. LUmanesimo nasceva per da un fatto letterario: la
riscoperta delle humanae littarae e dei grandi scrittori dellantichit in contrapposizione allindirizzo
perlopi teologico che aveva avuto la maggior parte della cultura medievale. Questa riscoperta port alla
riscoperta di un grandissimo numero di manoscritti che conservavano le opere degli antichi autori latini. I
modelli classi erano sentiti come capaci di agire ed erano fecondi di insegnamenti, stimolando la riflessione
sul tempo presente. Lesaltazione del tempo passato si legava a un desiderio di rinnovamento politico, civile
e religioso, forte era lattesa per una rinascita politica e spirituale che riportasse le istituzioni allantica
grandezza. Nasceva infine la filologia che studiava in maniera critica i testi del mondo antico applicando
criteri rigorosi. Gli umanisti lasciavano cos alle epoche successive degli importanti strumenti di progresso
culturale. Fondamentale in questa cultura sicuramente il grande tema della dignit delluomo, al quale
viene attribuito un ruolo centrale nellordine del creato (vd Marsilio Ficino e Pico della Mirandola). La stessa
natura appare come il regno dellattivit umana, lo specifico campo dintervento del lavoro umano.
Permane un forte senso del divino, la religione per sentita soprattutto come fatto personale e interiore
(vd devotio moderna). Inoltre a segnare il distacco dalla cultura medievale sono anche il profondo interesse
per lindagine naturalistica e lapplicazione critica della filologia ai pi diversi ambiti del sapere. Si sviluppa
infine la stampa a caratteri mobili, inventata da alcuni tipografi fra i quali spicca Giovanni Gutemberg, verso
la met del XV secolo. La stampa permetteva di abbreviare i tempi di lavorazione per produrre i libri e di far
scendere cos il costo dei libri che videro una maggior diffusione, soprattutto per via di una maggior
richiesta di libri e per la sostituzione della pergamena con la carta. Soltanto nel XVI secolo per la tipografia
arriv a svolgere un ruolo fondamentale nella diffusione del pensiero; lUmanesimo si era gi diffuso in
Europa prima dellinvenzione della stampa.

LEuropa del Trecento e del Quattrocento


Nel XIV e XV secolo si assiste ad un deciso consolidamento degli Stati: il potere sempre meno
frammentato e disperso e tende a concentrarsi nelle mani dei monarchi. E un cambiamento con alcune
caratteristiche salienti che sono simili in tutto lOccidente:
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Rafforzamento del potere monarchico tramite un pi rigido inquadramento feudale della nobilt.
Diversificazione e specializzazione degli organi del potere centrale (vd varie sezioni della curia
regis).
Riplasmazione e potenziamento delle reti amministrative periferiche e degli organismi intermedi.
Forte sviluppo delle assemblee rappresentative dei ceti sociali.
Nascita di vere e proprie imposte e incremento del prelievo fiscale.

In alcuni casi, come in Francia e Inghilterra, questo consolidamento porta alla nascita di monarchie
nazionali: si formano popolazioni sottoposte alle stesse leggi e alla stessa organizzazione amministrativa,
consapevoli di una comune tradizione storica. In altre formazioni territoriali invece molto meno avanzata
la creazione di un assetto istituzionale unitario anche se le popolazioni che vi appartengono sono
consapevoli di difendere interessi comuni (vd Svizzera).
Fu in Francia che il processo di costruzione di un apparato statale fu pi evidente, non fu per lineare, dopo
Filippo il Bello vi fu un lungo periodo di paralisi del potere regio durante la cosiddetta guerra dei Cento
anni. Questo fu un conflitto franco-inglese, complicato da altri scontri, apertosi nel 1337 e spentosi
definitivamente soltanto nel 1453. La guerra inizi quando Edoardo III dInghilterra si mostr prima
riluttante a dichiararsi vassallo del re di Francia per i domini che conservava in Francia sud-occidentale, poi
arriv a proclamarsi re in quanto discendente di Filippo il Bello. Il conflitto si prolung nel tempo anche per
le lotte che opponevano fazioni e signori locali, oltre allintervento del re di Navarra. A sottolineare i
turbamenti che la guerra provoc furono due fenomeni: lesplosione nel 1358 della jacquerie e il tentativo
fallito della borghesia di far assumere agli stati generali un ruolo politico di effettivo controllo
sullamministrazione pubblica. Lautorit regia si indebol molto fra Trecento e Quattrocento e a causa di
una malattia mentale di Carlo VI il potere pass ai due principi di Orleans e Borgogna, fra loro antagonisti.
Essi si scontravano mentre gli inglesi riportavano alcuni importanti successi militari, la situazione fu
capovolta da soccorso delle provincie, affezionate al proprio re (vd Giovanna dArco). Con Carlo VII (14221461). Fu possibile per il potere monarchico riprendere la sua parabola ascendente e cos nel 1453, alla fine
del conflitto, allInghilterra rimaneva sul continente soltanto il porto di Calais.
La guerra dei Cento anni permise alla Francia di crescere in alcuni aspetti: quello militare, nel prelievo
fiscale e nellorganizzazione amministrativa. Carlo VIII istitu infatti un esercito almeno in parte permanente
senza rinunciare ad alcune vecchie forme di reclutamento. Inoltre riusc a consolidare la propria forza
militare costituendo un cospicuo parco pezzo di artiglieria. Istitu delle vere e proprie imposte che si
affermarono definitivamente a fine secolo. La guerra inoltre stimolava lo stato a dotarsi di nuovi strumenti
burocratici, a perfezionare lamministrazione periferica e a specializzare sempre pi quella centrale:
consiglio del re, Parlamento, Camera dei conti erano ormai individualit proprie e diventarono il perno di
unamministrazione pubblica diversa dal passato. Si svilupparono inoltre le istituzioni periferiche con lo
scopo di trasmettere le direttive del potere centrale, di controllarne lesecuzione e di inquadrare
saldamente le popolazioni. La monarchia e le sue istituzioni si stabilizzarono e le assemblee rappresentative
non giunsero a controllare lamministrazione regia, ma si limitavano ad approvarla.
A met Quattrocento la monarchia francese poteva oramai imporre la propria autorit su tutte le categorie
sociali e poteva riprendere in mano anche il controllo della chiesa francese. Signori e autonomie urbane
declinarono nel corso del secolo, la monarchia andava sempre pi rafforzandosi. Nel 1465 lalta aristocrazia
si leg nella Lega del bene pubblico guidata da Carlo il Temerario e da una di poco successiva. Venne per
sconfitto nel 1477 dagli svizzeri. La sconfitta di Carlo port al crollo delle ambizioni dellalta aristocrazia e
passarono in pochi anni alla corona i diversi territori della Francia (Bretagna, Angi, Provenza). Si
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consolidava cos ulteriormente la monarchia francese sotto Carlo VIII che avrebbe avviato una grande
politica despansione.
In Inghilterra la presenza del Parlamento rese diversa levoluzione del potere regio. Qui era tipica la
presenza di una dialettica fra la corona e i ceti rappresentati in Parlamento. Questo talvolta era cos forte
da deporre o far abdicare un re, ma il re generalmente non volle contrapporsi ad esso. La monarchia
cercava invece di garantire unordinata libert allinterno e una forte politica allestero nei riguardi della
Francia. A questa politica si attennero nel XV secolo Enrico IV (1399-1413) ed Enrico V di Lancaster; ormai
per era venuto meno il confronto fra re e oligarchia parlamentare, lo scontro principale era fra le opposte
fazioni di famiglie aristocratiche. Alla morte di Enrico V la situazione divenne critica e a ci si aggiungevano
le sconfitte sul continente che stava riportando Enrico VI. Nacque cos la guerra delle Due Rose (1455-1485)
tra il partito degli York e quello del Lancaster, ognuno dei quali rivendicava per se la corona. La guerra ebbe
termine nel 1485 e le confische reciproche di beni permisero alla corona di entrare in possesso di beni
immensi. Nuovo re era Enrico VII Tudor (1485-1509) che disponeva oramai di tutti gli efficaci strumenti
amministrativi necessari a svolgere le sue funzioni di governante. A livello sociale egli poteva contare sulla
borghesia e sulla gentry (media nobilt) mentre cerc di impedire un recupero di influenza da parte
dellalta aristocrazie istituendo la cosiddetta Camera stellata, una corte straordinaria di giustizia
incaricata di perseguire chi cercasse di ricostruire milizie proprie. LInghilterra riusc cos a uscire rinnovata
dalla sua lunga crisi e anche la perdita dei territori continentali gli permise di concentrarsi sul suo governo.
Nella penisola iberica i regni di Castiglia e dAragona ebbero pi difficolt a domare i particolarismi e a
inquadrare in modo efficiente le realt locali. In Aragona si giunse ad un equilibrio nel rapporto fra
monarchia e cortes, dove forte era il peso di nobilt e patriziato Qui per erano ricorrenti le difficolt
finanziarie della corona, dovute alla sua politica di espansione territoriale in Italia. Larea di influenza
aragonese si estese molto anche successivamente durante il regno di Alfonso V il magnanimo (1414-1458)
che occup lItalia meridionale ed estese temporaneamente il suo protettorato su Bosnia, Serbia e Albania.
Scoppi successivamente una grande rivolta rurale per via dellatteggiamento delloligarchia rispetto i ceti
pi bassi che sfoci poi in una guerra civile. Solo a fine secolo si risollevarono le sorti della corona grazie al
regno dal 1479 di Ferdinando il Cattolico.
La monarchia ebbe maggior peso in Castiglia dove grazie ad unamministrazione centrale pi solida riusc a
rafforzare la propria autorit nonostante il susseguirsi di lotte dinastiche dopo la morte di Alfonso XI (13121350) e a met del XV secolo. I re nel Trecento riuscirono a sorvegliarono le citt inviandovi in missione
propri funzionari mentre per bilanciare i sempre maggior poteri dellalta aristocrazia la monarchia cerc
appoggio proprio nelle citt. Un evento importante avvenne 1469: il matrimonio di Isabella, sorella del re di
Castiglia Enrico IV con Ferdinando il Cattolico. Questa unione permise al potere regio di agire con rinnovato
vigore e successivamente port allunione dei due regni.
In Portogallo alla fine del XIV secolo lavvento della nuova dinastia dei dAviz apr la strada a una ricca
collaborazione con la borghesia mercantile che sfoci in un notevole dinamismo marinaro e commerciale.
Le esplorazioni portavano il Portogallo a controllare nuovi territori (vd Africa) e ad essere presto un
pericoloso concorrente per la Castiglia.
Limpero divenne nel Trecento una forza politico-militare ormai limitata allarea tedesca. Riflesso di tale
germanizzazione si ebbe con limperatore Carlo IV di Boemia-Lussemburgo, questi nel 1356 promulg la
cosiddetta Bolla doro che conferm la consuetudine di fare della carica imperiale una carica elettiva (ne
facevano parte tre principi ecclesiastici e quattro laici) e sanc la divisione territoriale della Germania in
principati coordinati poco pi che territorialmente attorno al potere imperiale. La Germania non entrava
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quindi nel novero delle grandi monarchie e risultava separata in una serie di conglomerati regionali. Ne
risultava cos un assetto politico-territoriale vario e articolato, analogo per certi versi a quello dellItalia
centro-settentrionale. Con Venceslao e Sigismondo limpero trovava sempre pi difficolt anche a imporsi
come forza politico-militare in grado di coordinare i principati tedeschi.
Nel frattempo andava crescendo un nuovo regno a est dellimpero, quello dUngheria. Dopo alcune
difficolt nel XII e XIII secolo fu conquistato dai mongoli nel 1241. LUngheria era ora in una crisi profonda di
cui la nobilt approfitt per acquisire potere. Nel 1308 se ne impadronirono gli Angioini di Napoli che
riuscirono in parte a rafforzare il potere monarchico e a unire temporaneamente le corone di Ungheria e
Polonia. Alla morte di Sigismondo lautorit imperiale e i regni di Ungheria e Boemia pervennero al genero
Alberto II dAsburgo. Iniziava a profilarsi nellEuropa centrale una grossa ma fragile formazione austromagiaro-boema ma gi con Federico II dAsburgo (1440-1493) Ungheria e Boemia tornavano indipendenti
dallimpero.
Nelle regioni del Baltico vi fu tra XIII e XIV secolo una forte avanzata germanica contro le trib indigene,
assicurata da vere e proprie crociate compiute dallordine teutonico. La sua espansione non si limito alla
conquista e alla evangelizzazione della Prussia (ultimata a fine Duecento) ma prosegu nel XIV secolo fino a
occupare la Samogizia che per si ribell e chiese aiuto ai principi di Polonia e Lituania. In Polonia dopo un
periodo di disgregazione del potere monarchico, questo and consolidandosi ad opera soprattutto di
Casimiro il Grande (1333-1370). Infine nel 1358 fu importante lunione dinastica fra Polonia e Lituania sotto
la dinastia iagellonica. Questo port alla occidentalizzazione della Lituania che assorb via via la cultura della
cattolica Polonia. Migliorarono le capacit di difesa di questi due paesi che uniti sconfissero nel 1410
lordine teutonico a Tannemberg che ormai si avviava al decadimento. Lo stato Lituano-Polacco per non
era veramente solido e verso il 1440 i nobili lituani si separarono dalla Polonia mentre quelli Polacchi
stabilirono ununione personale con lUngheria minacciata dai Turchi. In Polonia infatti la mancanza di
borghesia portava la nobilt a detenere grandissimi poteri; Casimiro IV dovette cos appoggiarsi alle
assemblee della piccola nobilt a cui pass il potere legislativo, ai danni per della stessa monarchia.
Il mondo scandinavo vide negli ultimi due secoli del periodo medievale fortemente ridotto il suo peso
politico. Nel secondo Trecento la Danimarca cerc inutilmente di contrastare legemonia nel Baltico della
Lega anseatica, nel 1397 riusc a raggruppare nellUnione di Kalmar anche la Norvegia e la Svezia in
funzione antianseatica. Questa per continu a rimanere soggetta alla preponderanza commerciale
dellHansa. La situazione cambi sensibilmente alla fine del XV secolo: ad Oriente si affacciava la potenza
del principato di Mosca che nel 1478 si impadron di Novgorod. Crebbe il dinamismo marinaro e
commerciale degli Olandesi penetrati nel Baltico mentre lHansa dovette fare i conti con le potenze
scandinave. Principato di Mosca, Svezia, Danimarca e Olanda si avviavano ad essere le potenze dellEuropa
del Nord e a soppiantare la lega anseatica.
In Europa orientale, a met dellXI secolo si era sfasciato il principato di Kiev dando origine ad alcune
formazioni politiche minori. Di queste si impadronirono i Mongoli, questi per non distrussero i vecchi
principati russi ma si limitarono a chiedergli un tributo. Quello di Mosca cos inizi nel 300 e nel 400 ad
estendere i propri domini e a richiedere tributi in nome del khan mongolo. A fine XV secolo con Ivan il
Grande (1462-1505) la potenza moscovita riusc a sottrarsi dalla dominazione dellOrda doro, a
impadronirsi di Novgorod e ad estendere la propria dominazione. Sotto linfluenza bizantina egli si
proclam autocrate (zar) di tutta la Russia e si serv sempre pi di un considerevole apparato
centralizzatore.

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Anche negli ex territori bizantini andava emergendo un nuovo stato: limpero ottomano. A met XIII secolo
nuclei di Turchi provenienti dal Turkestan furono spinti dai mongoli a spostarsi in Asia Minore. Sotto la
guida del loro capo Othman essi nel XIV secolo fondarono lo Stato Ottomano che si espanse rapidamente
togliendo territori a Bisanzio. Quando ormai puntavano su Costantinopoli, la loro avanzata fu fermata dalla
riscossa mongola di Tamerlano che sconfisse il sultano Baiazet ma mor poco dopo. Dopo alcune guerre
civili limpero ottomano seppe riprendersi e avanzare contro lEuropa; nel 1453 Costantinopoli cadde nelle
mani di Maometto II, alla sua morte i Turchi controllavano ormai lintera penisola balcanica. Gli ottomani
riuscirono nelle loro rapide conquiste grazie alla loro capacit di organizzare immediatamente le provincie
conquistate , al disciplinatissimo esercito e alla concentrazione del potere nelle mani del sultano. Questi,
attraverso i ministri (vizir) e i governatori delle provincie (pasci) riusciva a imporre a tutti i sudditi la sua
volont. Il mondo turco nella sua concezione del potere statale come assoluto e illimitato si ricollegava
proprio alla tradizione politica orientale che aveva caratterizzato limpero bizantino e quello arabo ma che
ormai era distante dal mondo Occidentale dove erano andati emergendo sempre pi i poteri locali.

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