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ANNA COLOMBO
VITA E OPERE
DI ION LUCA CARAGIALE
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VITA E OPERE
DI ION LUCA CARAGIALE.
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ANNA COLOMBO
VITA E OPERE
DI ION LUCA CARAGIALE
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INTRODUZIONE.
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o lunga
a trare in questo deserto una citta di centomila abitanti, come Bucarest 1) (2).
civilizatiei romiine a.
(2) MOLTKE: Lettere mei avvenimenti della Turchia
PETREscH: a Caragiales Leben und Werke a.
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in 11. PETRA-
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nella forma artistica, non fusi del tutto nella fiamma della
fantasia creatrice, possono per6, se illuminati convenientemente,
giovare all'intelligenza dell'arte vera dell'opera; e perci6 necessario conoscere da quali sentimenti, da quail intenzioni sia
stato spinto, l'artista, a scrivere.
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A me poi
e sia questa l'ultima giustificazione della parte
della mia tesi che esula dal campo della critica estetica,
un
esame del tempo e della vita del Caragiale era imposto, sia
dal carattere stesso della sua opera, come ho detto all'inizio,
sia dal fatto che il mio lavoro, per quanto modesto, vorrebbe
essere, vero, soprattutto un omaggio reso all'arte di un autore
originale e veramente grande, come Ion Luca Caragiale, ma
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a Un alt proces
Ca-
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otoria della letteratura romena, fino ai 'di nostri (1). Gilt nel
1846, il a Curierul roman 11 scriveva: Ix Dev'essere una dote del-
telli, dominava il teatro romeno, trionfando nei pia vari lavoti e preparando il pubblico, la scena, gli attori all'arte del
nipote.
Nato verso il 1815, Costache debuttO con successo nel 1835,
e quattro anni dopo assunse la direzione, a Bucarest, del Teatro di Dilettanti Romeni. Vicino a se aveva i due fratelli, con
le mogli loro, attrici apprezzate. Suscitavano entusiasmo nel
pubblico le co:nmedie dello stesso Costache, quasi tutte, pera,
traduzioni o adattamenti dal greco e dal francese.
a Costache era l'anima della compagnia: egli spiegava agli attori le
come a
a loro parti, insegnava loro il contegno da tenere sulla scena,
r casa loro, imitando sempre l'uomo com'e... a (2)
Nel 1852, divenne condirettore del nuovo Teatro Nazionale di Bucarest. Insignito di un titolo e aiutato con una larga
sovvenzione dal principe Stirbei, egli aveva l'unica ambizione
di mostrare al pubblico romeno che non per nulla aveva reeitato in vari teatri di Parigi. Ma nel 1854, per gli intrighi del
nuovo direttore, egli fu obbligato a ritirarsi dalla scena: e povero, avendo speso tutto il suo per il teatro, dovette cercare un
mezzo di sussistenza nella carriera di avvocato. Ma ritrovava
sempre il calore e la letizia degli anni giovanili per recitare
in compagnie di dilettanti. Mori nel 1877, in tale miseria, che
i funerali dovettero essere fatti a spese dello Stato (3).
Fu pure un attore apprezzato il secondo fratello, Iorgu,
ottimo nelle parti buffe (4).
Al contrario il terzo fratello, Luca, (1817-1885) non di(1) I due figli di I. L. Caragiale, Matei e Luca, sono poeti di valore.
(2) BELADOR: a Istoria teatrulni roman D.
(3) MINAR : a Caragiale D.
(4) CARACIALE: a Carnetul unui vechin suileur D.
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stato preparato privatamente all'esame di ammissione alla seconda classe elementare, fu inviato a Ploesti, presso un mereante
di candele, la cui vecchia casa ospitale risorgerit ancora, dopo
molti anni, nel ricordo nostalgico del fanciullo, divenuto uomo
ed artists (2).
Frequentate con onore le classi elementari, segui poi, sempre a Ploeqti, i corsi del ginnasio, fino alla quarta classe, con
buon risultato specialmente in latino, romeno e matematica (3).
Ma non fini gli studi, partendo per Bucarest, dove, nell'autunno del 1868, abitava nella stessa casa del grande attore Mihail Pascali, che gli fece conoscere II suggeritore della sua
compagnia, il poeta Eminescu (4). Che cosa avesse condotto il
giovinetto Ion in tale vicinanza, se il caso, un suo sogno fanciullesco di divenire attore, o gli incitamenti dello zio Iorgu,
non dato sapere: certo egli conobbe cola parecchi artisti, e
tra loro senti risorgere in se l'avita vocazione teatrale.
Notizie sicure della sua esistenza nei due o tre anni seguenti, non se ne hanno: perb, ricordando una sua lettera se(1) a Luceafirul a 1912, pag. 463; V. NEGRU : u Autornl lni Chicon
Rostogan a.
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mi-autobiografica al poeta VlahufA, in cui afferma di aver studiato tanto, quanto sarebbe stato sufficiente per entrare all'universita e divenire avvocato, si pub credere che durante gli
anni 1869,1870 abbia proseguito gli studi liceali, forse a Bucarest.
Amindri 30.
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Su questo circolo
alquanto per la sua importanza nella storia della cultura romena, e in particolare per la sua influenza sullo sviluppo dell'arte del nostro autore.
Come ho accennato nell'Introduzione, importanza decisiva
ha, nella storia della Romania nel secolo XIX, l'influenza culturale francese. I giovani romeni andavano a studiare in Francia, dove tutti I nobili trascorrevano lunghi mesi ogni anno; e
col Regolamento Organico imposto dai Russi (1829-34), si giunse
.6 in viaggio a.
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mena, sia affermando, nel campo letterario, i diritti della critica, e ponendo limiti all'incitamento dell'Heliade R5du1escu:
o Scrivete, scrivete, giovani, purche sia romeno! D, con la richiesta del talento, del buon gusto, dell'onesti letteraria (quasi
tutte le opere in lingua romena, fino allora, erano state inconfes-
F.RBArr: Eminescu
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i Caragiale.
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romena, posseduta dall'Eminescu, di giorno in giorno si trasfondeva nella mente del Caragiale (1).
Ion Luca, frattanto, lavorava assiduamente, con la curs minuziosa di ogni particolare che e propria di una vera coscienza
PETRACU: Cara-
giale.
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borando a vari giornali e riviste, gi nel 1884 era stato impiegato alla Regia dei Monopoli: ma il suo amore dell'indipendenza e la mobiliti del suo spirito non lo lasciavano sostare a
lungo in alcun ufficio: eccolo quindi ispettore scolastico, e pin
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eio, il Ioneseu venue assolto; e per quanto il maestro si dimostrasse, a parole, lieto della sentenza, certo l'amarezza e II disgusto giunsero in questo momento al colmo, nell'animo suo.
Tutti coloro che lo conobbero sono concordi nel descriverlo
franco, leale, amico fedele e sicuro, amantissimo della famiglia: a per nulla al mondo egli avrebbe detto ci6 che non pensava 7) (1). E le sue stesse discussioni con l'Eminescu e con il
Vlabuti, in cui sostenne che talvolta necessario tacere, e non
dire tutto il nostro pensiero, provano quanto questo problema
di delicatezza lo assillasse, e quanto scrupoloso egli fosse di
fronte alla propria coscienza. Si comprende percin come gli
dovesse riuscire insopportabile II vivere in un ambiente pieno
ai menzogne e di vilth.
Cosi, fatta una seconda eredith, suo unico pensiero fu di allontanarsi da Bucarest: e da Arad in Transilvania pass6 a Berlino, ove si stabill definitivamente nel 1904. Berlino gli piaceva
in ordine i suoi affari, ora per rivedere gli amid. Si redo pure,
talvolta, nella Transilvania, che gli era molto cara, e dove aveva
molte amicizie: e dimostrava grande simpatia per il movimento
irredentista di questa regione, allora unita alla corona ungherese. Nel 1907, una terribile e sanguinosa rivolta dei contadini
gli diede campo di manifestare le sue idee politiche e sociali
in un opuscolo
a 1907I) -; e quando lo statista Take Ionescu
fond6 un partito conservatore-democratico, egli vi entrO e tenne
alcuni discorsi in varie citti, dove la sua eloquenza sobria e
succosa fu molto efficace ed ammirata.
(1) SLAvict: a Amintiri s.
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in tre gruppi:
I
Scritti umoristico-satirici (Le Commedie e i a Momente). Caragiale junimista e drammaturgo.
II
Scritti di argomento serio (1 dramma Nipasta xp
e le Novelle).
Caragiale e i contadini
&amnia al racconto.
(1) a Flacira a, I, pag. 123.
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La transizione dal
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III
Schizzi Nuovi )
L'ultima tappa: la serenitit.
Naturalmente, queste divisioni hanno solo un valore relativo: perche, come spero cli poter climostrare, l'arte del Caragiale sempre animata dello stesso spirito, e ha un'impronta
unitaria, originale, personalissima.
Per comodith, tuttavia, di trattazione, e per seguire lo svolgimento dell'arte del Caragiale, io esaminerO l'un dopo l'altro
questi txe gruppi, incominciando appunto dalle sue prime opere,
cioe dagli scritti umoristico-satirici.
Si potrebbe credere che fosse invece meglio considerare
prima gli scritti teorici lasciatici dal Caragiale, in cui sembrerebbe naturale che egli avesse esposto i concetti che l'hanno
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costume introdotto dall'Occidente: ecco, in generale, il contenuto bruto delle sue commedie e de' suoi bozzetti, i a Momente a, che qui giova unire nella stessa indagine. Ma in quell'avverbio curiosamente che mi apparso naturalissimo nello
scrivere, b gi implicito cib che rende tanto originale l'opera,
e impossibile II distinguervi, come si pub fare solo in uno scritto
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IORGA: a La
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e altrove:
a Stavo dinanzi al foglio, e aspettavo... udivo un personaggio dir
a qaalcosa, e scrivevo. Se taceva e tentavo di proseguire da solo, il giorno
a dopo dovevo strappare YAM a (4).
Che egli sia perfettamente obbiettivo e verista, non lo affermo certo: egli rispecchia, nell'opera, un suo fantasma interiore: fantasma che ha tutte le apparenze della vita reale,
ma che e pure una creazione dell'artista, e serba in tutto l'impronta del suo genio (5). Le parole vane, le conversazioni, tanto frequenti nella vita quotidiana, macchinalmente ricalcate eu
un modello immutabile, dettato dalla buona educazione e dall'abitudine, Bono abolite nelle sue pagine: ogni gesto, ogni pa-
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Un negoziante di legna di un sobborgo di Bucarest, il signor Dumitrache, gelosissimo della moglie Veta, molto pia
giovane di lui. Dovendo frequentemente assentarsi anche per i
doveri impostigli dal suo grado di capitano della guardia nazionale, affida la custodia del suo onore al proprio garzone, Chiriac,
furore di Dumitrache, II quale, vedendosi poi all'uscita seguito anche per la strada, vorrebbe dare una buona lezione a
quel damerino. Ma avvicinandosi a casa, lo perde di vista. Co-
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In real* la predilezione per il s vecchio D era caratteristica del Caragiale, che dimostr6 inoltre sempre un gusto vivacissimo per le scene francamente farsesche, tanto da frequentare con assiduiti i circhi e da entusiasmarsi alle buffonate dei
clowns (1).
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E' una lingua vivacissima, in cui ogni sfumatura di suono
e il'accento ha il suo significato, la sua importanza: e appunto
per questo essa, che manifesta e prova la grandezza dell'arte
e della penetrazione psicologica dell'autore,
il quale ha saputo sempre indovinare, sulla base dell'analogia e dell'etimologia popolare, come una parola nuova si sarebbe storpiata nella
bocca di un ignorante, e creare un linguaggio e un tono speciale
per ogni sua creatura,
essa il maggior impedimento a che
Ion Caragiale sia conosciuto e onorato fuori dei confini della
sua patria.
Un breve esempio basteri a provare tutta la difficolti della traduzione: Dumitrache, nella prima scena di a Una Notte
Burrascosa B, parla cosi:
a Pe coate-goale, domnule, pe moftangiul, pe mate-fripte, domnule!
a Fir'ai al dracului de pungas!... Bagabontul, nene, en sticlele 'n ochi,
a en giubenul in cap, si cn basmaua iac'asa scoasi. Cum m'a vizut... a
a sfeclit-o... A intors capul incolo si a inceput s bea din tigari asa, niznai.
a Dar ma triigea cu coada ochiului D.
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tola (-sfecla), ed 6 ben pia e ben meglio del nostro vc seoncertato (1).
Ma come tradurre l'a arabitul a di Dumitrache, la a politiune a di Zita, l'a andrisantul a del cittadino ubbriaco, la
a faradic a di Ghitl, il plebiscit a di Trahanache, l'a amor
sacru a di Criciinel, ecc.! dovrebbe provarsi a ci6 uno suittore di genio, che conoscesse perfettamente quello strato della
popolazione italiana, in cui il vertice della coltura rappresentato dai a Segretari Galanti a e dalle cartoline illustrate
con un cuore immancabilmente attraversato da una freccia. Ma
questo strato gociale troppo pia basso della borghesia caragialesca, e non ha nella nostra vita culturale alcuna importanza: talche l'opera si rivelerebbe difficilissima anche a cotesto ipotetico autore geniale.
Come rendere, inoltre, per esempio, tutto il sapore dei
a tic a verbali dei personaggi caragialeschi? Essi sono stati
rimproverati, come un vero artificio scenico, all'artista: ma
questi aveva ben spesso potuto osservarli nella realta,
a essendo un vezzo frequente negli strati popolari urbani delle terre mea ridionali. Sovente, il a tic a e. con ogni probabilit, un semplice effetto
a della vivacitit e dell'esuberanza di espressione, una specie di gesto les sicale; ma chi rignardi pin profondamente vi scorgerit nascosta un'ina nocente vanitit di sottolineare i propri pensieri con frasi sentenzios,
a specie allorch in questa frasi entrino parole godenti del prestigio di
a essere di moda zo (2).
In Una Notte Burrascosa a, per esempio, un personaggio secondario approva sempre cia che dicono gli altri con la
parola a rezon! a che certo doveva parergli molto elegante,
perche tratta dal francese a raison D.
Ma il a tic a verbale non 6, pelle Commedie, solo un meza Caragiales Leben und Werke a..
(2) ZARIFOPOL: a Introduzione elle Opere del Caragiale a, I.
(1) PETRESCU :
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zo irresistibile di comicith: il Caragiale, trasformandone e arricchendone il significato, ne ha fatto una delle pin sicure vie
per penetrare e rivelare il carattere dei personaggi, la loro a idea
fissa D espressa con le parole che meglio possono mostrarne
l'indole e il ridicolo. Cosi, ogni due parole, il signor Dumi-
Tutti particolari, che fanno di Dumitrache un'individualiti ben distinta, non riducibile alla nota della gelosia, o, come altri vuole, alla funzione di rappresentante della borghesia
del suo tempo. A questa, egli appartiene per il suo disprezzo
per gli a scribacchini v, i piccoli funzionari senza un soldo:
egli ha l'orgoglio del proprio denaro, e in ogni sua frase la-gioia robusta, l'ottimismo e la sicurezza della classe che, non
ancora stancata e abbattuta dalle lotte e dai contrasti, sta salendo, piena di forza, al cuhnine della societi, si rivela in
pieno. Ma questa classe, ripetiamolo, non parla attraverso una
marionetta: Dumitrache 6 un uomo reale, che partecipa natu(1) IBRXILEANU :
Pe marginea Noptii
Furtunoase.
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ralmente ai sentimenti e alle idee della borghesia, a cui appartiene; mentre invece, quando ii Caragiale ha voluto coscien-
tica della rivista a Ste luta di Roman: a Nutriamo la devozione di collaborare per il progresso D. E Rica: a Lo scopo
della Democrazia romena 6 di persuadere i cittadini che nessuno deve mangiare dai doveri che ci impone la Costituzione .
Dove a mangiare D (manes) un c piccolo sbaglio 3, per
mancare (lips1), botto l'influenza del francese manquer a.
Quando un incolto scrive, le frasi lette cozzano e si confondono bizzarramente nella sua testa e sotto la sua penna;
ma 6 inammissibile che, di fronte a un pericolo reale, l'incolto
continui a ricordare le sue letture, e a dire parole roboanti. E
questo fa invece Rica, quando sta tremando dal timore che il
marito di Veta lo sorprenda e lo uccida. a Madame, signora!
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EFIMITA.
LEONIDA.
Vedi nn p09!
la mia prima moglie
La defunta
-- non si era ancora alzata. Salto gill dal letto e grido: a Svegliati, madama, e rallegrad, che anche tu sei madre del popolo; svegliati, che It
giunta al potere la libertit! v.
(con approvazione) Eh!
Quando ode parlare di libertit, salta dal letto anche la defunta... che, era repubblicana! a Preparati in fretta, Mita, e...
via anche noi alla revolnzione! D. Ci vestiamo per benino,
signor mio, e in fretta ci avviamo a piedi fino al teatro...
(con gravita) Eh, quando ho udito... sai che io non accetto
un'idea 11 per 11
Emma.
LEONIDA.
EFIMITA.
LEONIDA.
EFIMITA.
LEONIDA.
Proprio tn!... ta non sei di quelli. Eh, eh! Come te, cuoricino
mio, it raro trovarne!...
0 che dici non so che e non so come, ciat che a ora, dove
sei tu repubblicano partecipi alla nazione a...
Ma proprio!...
Ma, quando ho visto, ho detto anch'io: ti salvi Iddio dalla
furia del popolo!... Che ti vedi, signor mio? Bandiere, mu
siche, grida, baccano, roba da matti, e gente, gente.... da
farti venir le vertigini,, non altro.
Fortuna che non ero a Bucarest in quel tempo! Come sono
nevricosa io, Dio scampi! ne soffrivo ben altre...
Ma non dir questo: potevi anche trarne qualche profitto.
(cambiando tono). Ebbene, quanto pensi che sia durato il
colmo della rivoluzione?
EFIMITA.
LEONIDA.
EFIMITA.
Fino a sera.
(sorride di tanta ingenuita, e poi con serieta). Tre settimane
intiere, signor mio.
(meravigliandosi). Non farmi impazzire, sorella!
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LEONIDA. - Che cosa credi, tu, che sia stata una cosa tanto da poco?
Fattene un'idea: se anche Galibardi, di 1aggi, di dove sta, ha
scritto allora una lettera anti nazione romena!
EmitTA.
(con interesse) Per davvero?
C'e bisogno di dirlo!
LEONIDA.
Damp.
E come dunque?
&Imp.
LEONIDA.
Emma.
LEONIDA. - Eh, eh! C'e un solo Galibardi, al mondo: uomo, nna volts
e mezzo! (con orgoglio e sicurezza) Eh, gente latina, signor
mio, non c'e da obbiettare. Perch; ha fano venire i brividi,
pensa nn po', a tutti gli imperatori a al Papa di Roma?
EFnurp.
(stupita) E al Papa di Roma? Senti, sorella?
LEONIDA. - Ma questo nulla! Gli ha tirato nna frecciata, che piacinta
anche a lui. Che ti ha detto il Papa
gesuita, del resto non
e uno stnpido!
quando ha veduto che non la vince con
ha? a Bene, caro, qaesto non uno scherzo; cosi come la
vedo io, non va avanti, come, Perbacco!, con qualsiasi altro;
meglio che lo pigli con politica, e che me lo faccia compare D.
giik,
Un'infinitid
LEONIDA. - Mile, signor mio, solo mille.
EFIMITA.
EFIMITA.
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E l'Eliade (3):
a La stupidaggine romena, ecco la piccola specialita del Caragiale.
Quando gli si parla, egli vi prova con straordinario talento a forza di
a persuasione che noi siamo una razza stupida, e che nulla ci si pua atteno
a dere da noi D.
Non basta, per6: la stupidaggine in s6, lo muove piuttosto a noia: ed Efimita, infatti, che 6 solo sciocca, non 6 ridicola se non perch& ha di fronte Leonida. Ci6 che invece eccita
una vera animositi, per cosi dire, nel Caragiale, 6 a la stupidaggine pretenziosa, potenziata ed esibita con l'aiuto di una
infarinatura di coltura a (4). Come egli stesso diceva: a Lo
stupido,. se non 6 tronfio, non 6 divertente a.
E divertenti, invece, in sommo grado, sono gli stupidi 'da
lui ritratti. In questa categoria, rientrano i due mariti gabbati della sua opera: i quail non sono comici penile ingannati, ma perche sicuri e orgogliosi della loro oculatezza nel
custodire la moglie affidandola... all'amante.
(1) BERGSON: a Le rire D.
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A questo proposito, per illustrare il concetto della a stupidaggine pretenziosa D, credo convenga ricordare a C. F. R. D,
un bozzetto dei a Momente D.
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E perci il Gherea (2) non pote apprezzare a Conu Leonida )), opera che *e
a poco profonda come satire sociale, perche tocca appena lo straw supera ficiale dei mali. Quei poveri vecchi Bono tanto stupidi, ma ancbe tanto
a inoffensivi a.
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E questa appunto invece la ragione, per cui Conu Leonida D mi parso di una compiuta perfezione artistica. Contro Conu Leonida, non possiamo sentirci irritati: noi ridianao
sonoramente nel suo Galibardi D , del suo Papa a gesuita,
del resto non 6 uno stupido D , della sua cara Repubblica: sen-
a Scriitori ronuini
i streini v.
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0 Scrisoare Pierduta.
Del capolavoro comico del Caragiale darb l'intreccio in
breve, senza soffermarmi: perche esso e stato tradotto nel
miglior modo possibile (1), e quindi ognuno pub consuhare il
testo, direttamente, senza bisogno d'una mia parziale e manchevole traduzione.
11 prefetto, Fiinica Tipiteseu, e i suoi fidi, tra i quali primi la sua amante Zoe e il di lei marito, il buon vecchio Trahanache, hanno gilt quasi deciso di scegliere un avvocato della
citti, il metodico Farfuridi. Ma Zoe perde, una sera, una letters d'amore del prefetto, il quale si vede percib obbligato,
per non comprometterla, a piegarsi ai voleri di chi ha in Immo
(1) Una lettera smarrita, trad. di C. Isopeseu a A. Silvestri-Giorgi,
pref. di G. Bertoni. a La Nuova Italia a, Firenze, 1929.
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za che mai l'autore detti loro un gesto o una parola, per costringerli ad esprimere questa o quella idea sua propria.
Percin, da chi non ne ha compreso l'arte raffinata, questa
opera ha potuto essere incolpata di immoralith o di antiliberalismo: non 6 forse ridicolo il discorso del progressista Catavencu? Non Bono forse felici, alla fine, i due amanti Zoe e
Tipitescu? Ergo...
Certo, Zoe 6 colpevole, e Catavencu un'orribile incarnazione della demagogia: ma, nell'arte, sarebbe del tutto assurdo
richiedere o immaginare una Zoe pentita e piangente, o un
cosi 6 per Zoe, che vuol rimanere la prima dama della provincia; cosi 6 per Trahanache, tanto orgoglioso della sua amicizia col Prefetto, da non vedere altro; cosi perfino per il
Cittadino ubbriaco, il quale restituisce la lettera a Zoe, non
per coscienza di onest'uomo, ma perche, un tempo portalettere, aveva imparato che le lettere si devono consegnare, quan(1) DRACOMIRESCU: EPrelegeri de literaturi romfinit s, 1920.
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do noto I'indirizzo del destinatario: ed egli ci tiene a dimeatrare questa sua conoscenza, e ad ottenere in cambio il nome
del candidato per cui votare. Non si scherza! quando si e
elettore...
a politica? D.
accesi del gruppo diretto kla C. A. Rosetti, altrettanto ridicol, per lo meno, il discorso del moderato e prudente Farfuridi; e lo stesso fatto che alla fine tutti gli uomini di tutti
i partiti Bono concordi e soddisfatti, prova che l'intenzione del-
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questi soleva 'dire (1), egli era partigiano non dell'arte con
tendenza, ma della tendenza con arte: intendendo con ci6, che
le sue intenzioni critiche si manifestavano solo se l'arte non
gli imponeva una via diversa, che egli era sempre pronto a
seguire. (2)
teriori.
11 pia illustre esempio di questa satira forse il a Clevetici, l'ultra-demagogo a di V. Alecsandri (3). Eccolo presentarsi
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Clevetici 6 una semplice marionetta caricaturale, che rappresenta drammaticamente tutto ci6 che l'Alecsandri odiava
nel liberalismo, come egli lo vedeva. Lo stesso Alecsandri scriveva (1) di aver tracciato il promo di Clevetici secondo quello
'di due statisti romeni, C. A. Rosetti e I. Britianu; e aggiungeva : a I miei personaggi Bono tanto ridicoli, quanto i loro
modelli a. (2)
Caragiale, al contrario, crea una persona viva, che esprime le proprie idee, che studia il proprio pubblico e cerca, in
un discorso che 6 un vero capolavoro di demagogia e di potenza oratoria, di agire sugli ascoltatori e di trascinarli con
(1) Mss. Acad. Rom. 803-91 citato dal Dragomirescu.
(2) 11 giudizio misnrato, a tanto pi6 severo, del Caragiale ad Rosetti
6 pubblicato dello Zarifopol (III, p. 131).
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ferente Farfuridi, ingenuo, ottuso, incolto, e per di pin, durante il suo discorso, intimidito ed emozionato, non padrone
di se come l'assurdo Clevetici.
Inoltre si osservi che le frasi pronunciate da quest'ultimo
sono dirette agli spettatori dalla ribalta, e perciO sono chiaramente artificiose e caricaturali: mentre slit Farfuridi Bono dette in un comizio, dove di solito
come osserva il Dragomirescu (1):
g gli ascoltatori si rendon conto, non del legame sintattico e logico fra gli
g elementi dell'eaposizione, ma solo del senso di alcune proposizioni ed
a espressioni, tehe essi afferrano intuitivamente, aiutati della voce e dall'at.
s titudine dell'oratore e dal senso generale dell'intero discorso D.
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a a contatto con idee e problerni superiori al suo interesse reale e alla sua
intelligenza D (1).
Originale in sommo grado 6 poi la creazione di Dandanache, l'imbecille trionfante che riassume in se le qualia di Farfuridi e di Catavencu.
Dandanache una eonclusione di genio... Caragiale raccontava spesso
Questa soluzione non 6 un parallelo o una ripetizione 4ell'avventura di Zoe e Tipiitescu, sebbene Dandanache riesca con
lo stesso mezzo, invano tentato da Catavencu: 6 un eccellente
mezzo per mostrare come solo un caso cieco, e non l'immora-
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Pi tariii, Zoe 6 finalmente rientrata in possesso 'della preziosa letters smarrita: sola, e arfle dal desiderio di comuni-
care a Tipgtescu la grande notizia: ancora agitata e commossa: quale occasione migliore per un gran monologo d'effet-
ZOE (sole).
scompare).
Due o tre movimenti, un breve pianto, qualche parola interrotta, un nome ripetuto: e noi abbiamo viva, dinanzi a noi,
una donna di cui tutti i sentimenti, ora, ci commuovono, mentre le pin belle declamazioni ci avrebbero lasciato freddi.
In questo breve brano, chi, superando lo stadio della sintesi estetica, voglia analizzare I procedimenti artistici, nota
subito tin particolare: le parole sono brevissime e rare, gli incisi numerosi e diffusi. E' questa una vera caratteristica dell'arte delle Commeclie: per esempio: in a Conn Leonida B vi
sono scene in cui sono pronunciate due o tre parole in tutto,
mentre gli incisi occupano pagine intere: questo perche, per
il Caragiale, i suoi personaggi Bono cosi vivi, ed egli h vede
cosi distintamente, in ogni loro movimento, che le parole non
gli bastana, ed egli deve indicare minuziosamente tutti i gesti,
tutte le espressioni mutevoli del volto, che ha potuto cogliere
in loro. E questo fa si che gli incisi siano interessanti quanto
le parole dei personaggi, e che si raggiunga senza pena una
grande efficacia artistica, come nella brevissima scena ora tradotta.
a La forma del dialogo nel Caragiale b specialmente dettata della tens denza drammatica della slut fantasia: la sua brevith spesso citata, con le
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(2) In a Luceafilrul a
Chicos, Rostogan a.
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no eguali per tutti: in cui la legge 6: a fare ci6 che tutti fanno, e perch& tutti fanno cosi D. Perciet, nei a Momente v i vari
personaggi potranno mancar del cognome e avere solo dei no-
mignoli eguali per tutti, che denotano l'assenza di un'apparente individualith. Eppure, in questa borghesia, il Caragiale
ha saputo distinguere infinite a macchiette v, creature originali; come egli affermava,
a la natura non lavora in eerie, ma forma ogni persona secondo an modello
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D'Ale Carnavalului.
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traditi giurano di vendicarsi: ma il bollente Pampon schiaffeggia invece, credendolo Nae, l'amante in titolo di Mita,
Cricinel.
Alla sera, in un circolo del sobborgo vi un hallo in maschera, a cui si son dati convegno Didina e Nae: e vi si trovano anche, in cerca dei due amanti, tutti gli altri personaggi.
I costumi da hallo vengono spesso mutati, dando luogo a molti
equivoci.
Un impiegato
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voci, i trucchi, i travestimenti, le bastonate, Bono posti in opera senza risparmio; ma queste mende non basterebbero a ginstificare la poca stima che tutti i critici hanno per a Cose... di
Carnevale D.
Certo, la caduta di questa commedia alla prima rappresentazione si deve attribuire a cause pnramente extra-artistiche: al fatto cio6 che in essa non sono risparmiate le satire
aperte contro il liberalismo, impersonato nella a repubblicana D
empirici, quali: il farsi mostrare le tenaglie dal dentista perche la paura suscitata da loro fa scomparire il dolore; oppure
il a magnetizzarsi D con rhum: perche il dolore al dente, secondo lui, proviene dal freddo, e l'unica cura efficace sari quindi il calore.
Eccetto questo splendido esemplare d'innocua e umoristica
stupidith (si noti la scena in cui l'impiegato, ormai brillo, perseguita con le pia sciocche frasi Didina, ed 6 persuaso, e tutto
orgoglioso, di saperla a punzecchiare z, cosi, la vero Don Gio-
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rante e di facili costumi, tutta presa, per di pin, da un sentimento acutissimo di furore e cli gelosia, non dice all'amante
che la tradisce:
a SI, voglio Imo scandalo, si... perche hai dimenticato me, hai dimenticato tntto: hai dimenticato che Bono figlia del popolo e che Bono
violenta; hai dimenticato che sono repnbblicana, che nelle mie vene scorre
il gangue dei martiri dell'll febbraio. (Formidabile). Hai dimenticato che
sono di Ploesti: el, di Ploesti! Nae, a che ti farb rum revolnzione, sl, una
revolnzione... da ricordarti di me! a.
Mita allude, in questa frase, alla sommossa dell'll febbraio 1866 a Bucarest e alla Repubblica di Ploeqti del 1870, di
cui ho parlato trattando della vita del Caragiale (p. 14).
Incongruenze e assurdita, che tolgono ogni armonia al carattere di Mita, e fanno delle sue frasi a revoluzionarie ), come
Di solito, nella prima scena uno dei personaggi pia importanti narra a un altro l'antefatto: l'esposizione viene fatta con
molta abiit e grande scienza teatrale, e gli avvenimenti vengono posti in moto, in segaito, per mezzo della lettura di un
giornale. Cosi avviene in a Una Notte Burrascosa D Mumitrache
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loro un articolo :di Rica) e in a Una Lettera Smarrita D (Tipitescu legge un articolo di Catavencu slinanzi a Ghita); cosi avverra pure nel dramma a Nipasta D. In a Conn Leonida D, invece, il giornale sostituito dal racconto sconclusionato e retorico del protagonista. Quest'importanza slel giornale, nell'intrigo delle Commedie, si spiega per due ragioni: da un lato,
la grande influenza dei quotidiani sui borghesi descritti dal Caragiale, i quali attingono tutta la loro coltura ai giornali, a cui
credono ciecamente, pure intendendoli a rovescio; e dall'altro
lato, l'importanza dei giornali nella vita dello stesso Caragiale.
Questi ha trascorso anni interi nelle redazioni di Bucarest, ha
collaborato a moltissimi giornali, ne ha diretto, ed cosciente
dci mali e dei vantaggi della stampa, specie di quella periodica.
Ohre alla Cronaca letteraria (1), si pub vedere, a questo proposito, una sua favola, assai graziosa, sull'invenzione della
stampa (2).
Si presentO un giorno al Signore il demonietto Aghiuti (i/
Belfagor del Machiavelli) e gli chiese le anime umane in caso
riuscisse a dimostrare che tutti i mortali Bono indegni della grazia divina. In un istante di malumore, il Signore lo allontanb
senza dargli risposta; ma Aghiuta, credendo che II patto fosse
stato concluso, si precipitb sulla terra e... suggeri a Guttemberg
l'invenzione della stamps. Pochi anni, e Aghiuta arriva al Cie lo
con un cumulo di libri e di giornali, comprovanti pi che a
sufficienza l'empieti e la malvagita degli uomini. 11 Signore non
sa che dire; poi si decide: a Via di qua B1 E il povero Aghiufa
rotola gin dal Cie lo, con la coda fra le gambe e tutti i volumi
dietro.
II giornale faceva quindi parte in un grado troppo eminente della vita quotidiana dell'autore e dei suoi personaggi,
perch6 non sia naturale ritrovarlo nelle sue opere.
Nel primo atto si inizia lo svolgimento dell'intrigo, ma
quando gia vicina l'esplosione degli affetti: negli atti seguenti
si ha l'acme dell'azione (cosi nel terzo atto di a Una Lettera
Smarrita xi, con il comizio per la proclamazione del candidato;
(1) Ed.
(2) a 0
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orientale, che lo spingeva a fuggire l'irritante fatica, inevitabile in ogni seria revisione delle nostre idee pin saldamente
fissate (1).
Fino alla morte il Caragiale continua a dir male dei drammi dello Strindberg e dell'Ibsen, senza averli mai letti, e neppure uditi, dato che, fin da quando era ancora a Bucarest, si
teneva ostinatamente lontano dai teatri, per a paura degli incendi D. Fece una volta pert!) eccezione per Ermete Novelli; e
mi piace riferire quest'episodio, in omaggio all'arte del grande
attore italiano (2).
Recatosi per curiosita a udire a Morte civile )) del Gimemetti, l'ascolta con crescente emozione finche giunse all'uhima
scena, la morte del protagonista impersonato dal Novelli. Al-
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si atteneva coscientemente; ma se vedremo pin tardi, a proposito del flratuma a Nipasta D, le dannose conseguenze di una
concezione troppo rigidamente classica della drammaticit, nelle commedie invece quel certo che di duro e di forzato che
avrebbe potuto originare l'auenersi ad una teoria, era reso
nullo sia dalla materia, animata continuamente da maliziose e
spiritose battute e dalla a vis comica D del genio caragialesco;
sia dal fatto che l'autore stesso era, al tempo delle commedie,
ancora molto giovane, pieno di vivacit, d'impeto, ai forza
audace.
tivi delle opere fin qui considerate, e non escono dal mondo
dell'umorismo caragialesco.
I a MOMENTE D
Hasan) e quasi tutti riuniti nei tre volumi editi a cura dello
Zarifopol.
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ma il talento dell'artista seppe sfruttare a meraviglia le quaIlia dell'ambiente, e coglierne tutto ii sapore, per ridarlo in
pagine aventi uno straordinario potere di esatta evocazione.
Anche qui, come nelle Commedie, la classe particolarmen-
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nuti. Scuote le spalle, si asciuga il sudore e segue il corso dei propri intimi pensieri... I colpi raddoppiano, violenti... Infine, i due minuti sono
trascorsi: l'orologio indica le sette in panto. L'impiegato tira ii chiavisteno e rialza l'imposta, lasciando ii finestrino chiuso solo dal vetro.
Guarda fuori. Al vetro, c'e un signore che aspetta: probabilmente, proprio lui bussava. L'impiegato alza anche il vetro. a Era lei che bussava
cosi? a.
a SI D.
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a E' fredda? a.
a Abbastanza a.
butta lontano, all'altro capo del tavolo: poi si mette a posto, prende la
penna e incomincia a registrare degli atti. L'usciere entra col secondo
bicchiere d'acqua. 11 signore lo prende e lo vuota d'un fiato: poi, con
tono dolce dolce, facendo segno che gli passi il fazzoletto:
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derglielo: ma il signore s'e gal asciugato la fronte e il naso; poi, gettando il fazzoletto a posto:
a Grazie! )).
a Signore,
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cielo e terra per ottenere che nella sua cittadina ii treno Bucarest-Berlino si fermi un minuto, non perch6 se ne senta la
necessit, ma per maggior gloria della cittadina e del suo sinlaco; cosi in a Urgente z (2), dove la legna richiesta in novembre da una scuola viene concessa in marzo, quando ormai
l'inverno sta per finire, e scolare e maestre sono tutte Ammar
late; ecc.
E questo valore, che hanno gli schizzi dei cc Momente D
di documento dello stadio culturale della Romania sulla fine
dell'800, Ii avvicina realmente, come ben nota il Petrescu, ai
bozzetti del Gogol; e del resto anche a Una Lettera Smarrita
ritrae un mondo che ha molta somiglianza con quello del a Revisore a dello stesso Gogol. Non che questi abbia ispirato ii
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tre quell gilt considerati, che indicano l'assenza di caratteristiche apparenti notevoli, si puO osservare come essi segnino, con
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La nature, feconde en bizarres portraits,
En cheque time est marquee a de differents traits:
Un geste la decouvre, tin rien la fait paraitre... (1)
E' chiara la somiglianza fra questa frase e le idee del Caragiale da me citate a pag. 59. Anche per il Caragiale la natura forma ogni uomo secondo un modello inconfondibile: ma
egli vede l'uomo, mentre il Negruzzi vede solo il freddo e immobile modello: questi d tipi generali, e ii Caragiale veri caratteri individuali, riuniti, si, in una categoria comune, ma
vivi e a ognuno contorto in modo particolare a.
Lo stesso uso del semplice nome di battesimo potrebbe ben
significare, come crede lo Zarifopol, che i personaggi sono tanto
familiari al Caragiale, che questi non Bente ii bisogno di indicarne anche il cognome: poiche in lui non ha prevalso la a volonti a pratica di ridicolizzare i piccoli borghesi: questi, in
realti,
si sottoponevano gi spontaneamente a mode a ad abitudini straniere,
a la cui tirannia, esagerata dalla vanit cieca degli imitatori, contribuiva
a a dar loro un colorito uniforme n (2).
e
In verita, nei a Momente a in special modo, tutta la borghesia romena, mascherata di coltura, si mostra, come dice il
Lovinescu, a nella camicia da notte dell'ignoranza z. Ma non questa rende tanto caratteristici, tanto ridicoli, i
personaggi dei a Momente a e delle Commedie: cia che li specifica, e che posto in maggior luce dal Caragiale, e, come ho
gi accennato, la mancanza di seriet, del senso di responsabilith. Tutti, essi sono persone che non hanno un'occupazione serial in stretto legame con la vera realt della vita: e questo per
le ragioni spirituali che ho gilt notato parlando delle Commedie: poiche esse e i a Momente a, tolta una sottile differenza
che accennerO fra poco, si possono in tutto considerare insieme.
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cassiere,
mente parlano tutti gli altri funzionari dello schizzo, i quail sono ano-
a sfera generale del quadro. Ma questi funzionari, durante la notte, ink contrano un collega ubbriaco. Poiche questi non ha parte nell'avventura
a tragica, Caragiale pub dargli un nome: e lo chiama, nataralmente, Mi-
a lid D
(1).
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ecco i bambini maleducati e prepotenti (a D-I Goe D - a Visita D ) e le dame spettegolanti ( a Five o' Clock D - a Highlife D ); ecco l'amoralit imperturbabile di questi uomini, sempre disposti a vivere delle a piccole economie ).) delle mogli gioIrani e belle (a Regalo D - a Diplomazia D ecc.); e soprattutto,
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Ill sostanza, dunque, l'arte del Caragiale resta, nei a Momente D, dratumatica; e si pub chiedere, ora, perche il Caragiale
E un cambiamento invece vi 6 stato, e profondo: tra a Cose... di Carnevale D eia Momente D, si pongono il dramnaa
a Niipasta D e le Novelle.
IL DRAMMA a NAPASTA to
Si ricorderi che, parlando delle Commedie, abbiamo posto in luce quale influenza abbia aviato sull'attiviti letteraria
del Caragiale la societi a Junimea D. Questa societit era caratterizzata dall'opposizione alle istituzioni liberali; opposizione
(1) ZszooPoL: a Introduzione alle Opera del Caragiale a, Vol. I.
(2) PHILIPPIDE: a Opere complete ale lui Caragiale a in a Viata Romineascii a, Aprile 1930.
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a Novissima a, 1932.
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sitorio. Come sempre il patriziato accolse nel suo seno gli audaci
conquistatori venuti dal basso, cosi adesso, appena la borghesia si sara spogliata delle sue abitudini volgari e avr assunto la
..necessaria maschera di raffinatezza e di huona educazione, la
Queste osservazioni sono giustissime, se riferite alle Commedie: ma gi in a Cose... di Carnevale a la satira contro il li(1) GlIEREA: a Neoiobligia a.
'(2) LOVINESCU: a Istoria civilizatiei romfine moderns )), II, Cap. 18.
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beralismo b troppo spinta: si direbbe che l'odio contro le a novita D non pin tanto profondo, da trasformarsi in un sentimento che colon armonicamente tutta la visione dell'artista.
Cosi invece in a Una Lettera Smarrita D, dove l'antipatia contro le nuove istituzioni divenuta la propria visuale comica dell'autore: ma in a Cose... di Carnevale D la satira nasce da una
intrusa volonta cosciente, che rompe l'atmosfera della comme'dia, non adatta certo alle allusioni politiche.
e in specie il nostro autore aveva una rara mobilita intellettuale, come notano concordi lo Slavici, ii Petralcu, lo Zarifopol:
a la trasformazione delle sue simpatie intellettuali in antipatie
a era un fenomeno cronico, di cui i suoi amid erano abituati a
o divertirsi D (2).
E in questo momento klovevano germogliare nel suo spirito
i germi lasciativi dalle conversioni con l'Eminescu e con lo Sla-
sediati la Jim:draft)*
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Nove anni fa, Demetrio, il primo marito di una bella contadina, Anca, e stato ucciso in un bosco: come colpevole di que-
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scenica: perche in se, come si presenta alla lettura, la a Nitpasta ha gravissimi difetti.
Parlando delle Commedie, ho posto in luce la grande scien-
za teatrale dell'autore, e ho fatto notare le sue viral flrammatiche: nei a Momente n poi, si e visto che questa drammaticiti non
era una forma esterna, ma una caratteristica della stessa indole
artistica del Caragiale, tanto da imporsi anche in bozzetti narrativi. Questa drammaticit raggiunge un grado estremo, direi
quasi esasperato, nel dramma a La Calunnia .
Per drammaticit, io intendo soprattutto non la forma ester(1) a Mala sorte a, Lanciano, G. Carabba, 1928.
(2) CARACIALE: 0 Fausses accusations a, Craiova, 1896.
(3) A. ROMANESCU: a 30 de ani D.
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na del dialogo, ma le pin intime virtu del drammaturgo: ii cogliere i personaggi in azione, non in stasi, ii dipingere stati
d'animo prossimi all'esplosione esterna
poiche un conflitto
spirituale non manifestato esteriormente non 6 drammatizzabile
la brevith e ii precipitare verso la soluzione, senza soffermarsi
Ma che cosa vuol dire: preparare con ogni battuta la conclusione? Vuol dire non vedere dinanzi a se, non contemplare
il particolare concreto, ma tendere verso qualcosa di premeditato: vuol dire av.ere, in fondo, una volonth didattica, nel senso
pin largo della parola, cioe la volonth di mostrare e di dimo-
II dialogo non 6 pin vivo e spigliato come in tutte le Commedie: qui, le parole escono grevi e innaturali dalle labbra rigide dei personaggi: e non perche chi sia imposto dall'atmosfera cupa del dramma, ma perche lo studio dell'autore di chiarire in ogni parola, di condurre con ogni frase verso la conclusione, non gli permette di lasciar parlare liberamente le sue
creature: e Dragomir, Anca e Giorgio sembrano burattini, attraverso i quali parli l'autore.
I monologhi, tanto rari e brevi nelle Commedie, dove sono
(1) ZARIFOPOL: a Despre
Stil D.
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sempre resi piii naturali che sin possibile, Bono qui interminabill e inverosimili:
a i monologhi e gli a-parte di a N4asta D sono fra i piii sventurati
a effetti della teatraliti tradizionale. Nelle deliherazioni tanto comuni e
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to abbia sul pubblico, per esempio, il finale, tanto melodrammatico, e la frase simmetrica per eccellenza di una declamazione di Victor Hugo. Ma si perdona difficilmente, a questo artista
cosi succoso e conciso, cosi aristocratico, la sua debolezza per
uno dei pie vieti effetti teatrali. In realtit perb, esso trovava nel
suo animo un'eco profonda, e non era solo un artificio per ottenere un applauso a scena aperta: come ben nota lo Zarifopol,
anche questa era una conseguenza della sua fantasia meridionale,
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Le osservazioni acute e psicologicamente esatte abbondano:
a Che fa? Sta in mezzo alle guardie, e non vede l'ora che
finisca... D.
In queste poche parole vi 6 un intero dramma. Per rispondere cosi, Dragomir deve aver sentito nel processo di Ion, il
proprio processo, deve essersi messo nei panni di Ion: perch6
solo un uomo colpevole ha, dinanzi al tribunale, un tale desiderio: un innocente, come Ion, spera invece di essere assolto,
teme la condanna, e quindi 6 attento ad ogni fase del processo,
e non pu6 avere solo il desiderio che tutto finisca, magari con
una condanna.
Pure ammirevole, in s6 stessa, 6 la confessione di Dragomir: egli ha taciuto per anni, ha chiuso in 86 il terribile segreto
CM?
DRAGOMIR (lentissimamente)
ANCA
Quel nome, Demetrio, gli esce di bocca con grande difficolt: ma appena sulla via della confessione, egli prova soltanto
pia il senso di un immenso alleviamento, e parla, parla, finche
R Clitice a, 11.
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a fessione egli non pensa ad espiare la sua colpa, consegnandosi ai gene darmi; al contrario, continua a voler partire fino alla prescrizione legale.
a La sua confessione quindi un particolare senza nessun valore teatrale,
nel complesso del dramma B (1)
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Io, via dietro a lui, e guano davanti a me, sulk due zampine, che mi
a guarda. Gli brillavano gli occhi, caro, che parevano due scintilla, e mi
a chiamava, ecco, cosi... (fa i/ gesto). Ho camminato per tutto ii giorno;,
a alla fine e sparito, e mi son trovato sperduto... a.
v
Nel mondo dei Momente D, cosi a cittadino a, cosi artificioso, cosi lontano dalla natura, ogni accenno alla campagna
avrebbe stonato: ma, sulle labbra dell'innocente Ion, la descrizione dello scoiattolo, il quadro agreste evocato dai nomi a fontana, bosco, ramo )), Bono perfettamente opportuni: perche Ion
e davvero idillico, malgrado la sua morte; e ii nome della Vergine piena di grazia, della Madre del Signore Misericordiosa,
risuona nelle sue frasi con una dolcezza soave.
Quando Ion appare, tutto ii dramma s'innalza, e anche gli
altri personaggi si sciolgono dall'impaccio e dalla rigidezza abituali, e un riflesso di vita li riscalda, li illumina: anzi, il sem-
Dragomir arrestato: e nelle sue condizioni di folle terrore, ancora tutto preso dal ricordo di Ion, egli, come all'inizia
si era sostituito a Ion nel processo, ora si immagina di esser
prossimo ad esser picchiato, come era stato Ion: e, macchinalmeute, la sua voce assume il tono timido e pauroso della voce
*del pazzo, ed egli pronuncia le abituali parole di Ion: Ven-
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Si pub dunque assentire, conie ho gin accennato, al giudizio glell'Hodos: la Ngpasta D manca in realti di ispirazione (1): poiche non solo vi si trovano difetti particolari, ma tutto il disegno sbagliato, tutto il complesso porta le tracce di
una faticosa e volontaria costruzione, non di una spontanea creazione artistica.
Eppure, il Caragiale era ben lontano dalla decadenza,
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di Anca, non era certo adatta al genio dell'autore: questi, meridionale dalla fantasia eccitata, amava i pie difficili problemi
di coscienza, ma solo quando
ed 6 questo un fatto sfuggito
si presentavano alla sua mente con una confinora ai critici
cretezza, una corporeith, per cosi dire, immediata.
Sari) piU chiara: Anca 6 la vera protagonista, perche, come
osserva il Lovinescu, senza la sua vendetta il dramma crollerebbe, mentre persisterebbe anche senza il rimorso di Dragomir; ebbene, il dubbio di Anca non le si presenta vivamente,
non la insegue, non le toglie il riposo: non 6 l'ombra di Banco,
che tormenta Macbeth, il fantasma del padre che chiede vendetta ad Amleto, la statua del Commendatore che accetta l'invito di Don Giovanni: il dubbio non diventa esteriore, visibile,
drammatico, ma resta vago, nascosto nell'animo di Anca, fino
al momento in cui l'arrivo di Ion gli presta un appoggio, un
corpo, un viso.
Perci6, le scene precedenti sono fra le pill deboli del dramma: e l'autore ha sentito questo difetto, e ha cercato di masche
rarlo dicendo che Dragomir 6 perseguitato dal dubbio di Anca:
ma cia resta nella volonti dell'autore, e non raggiunge piena
realizzazione artistica. Anche all'arrivo di Ion, solo per un
istante la scena diventa tragica nel senso pill profondo della
parola: poich6 gli avvenimenti pin tragici, come del resto la
stessa fine di a Nipasta a, possono lasciar freddi; tutto dipende
dall'arte dell'autore, dalla risonanza che le sue parole sanno e
possono trovare nell'animo nostro.
Dragomir 6 tomato a casa, e non sa ancora che Ion 6 giun-
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Lasciami!... (si aim; si ode gridare il pazzo; Dragomir si volge a sinistra; altro grido).
- Ascolta... (Dragomir distoglie lo sguardo, ma ella si avvkina
a lui rapidamente e gli bisbiglia con finto terrore) Dragomir! (lo
forza a voltarsi a sinistra; egli, nel vedere il pazzo, getta un urlo
soffocato e resta impietrito) Guardalo!... sai chi V... E' il pazzo
che a fnggito dalla galera...
presta alla descrizione di incubi, i quali esercitano la loro influenza nella solitudine, in cui riesce a seguirli soltanto l'occhio
del narratore.
Shakespeare, 6 vero, ha potuto drammatizzare le ossessioni:
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ma, o ricorrendo ad un monologo, naturale solo in una sonnambula; o trasportando la scena in un'atmosfera favolosa in cui i
morti si presentano, ombre visibili, ai viventi. Ma il realismo
del Caragiale non gli permetteva ci: ed egli era quindi obbli-
Una terza causa d'insuccesso risulta dalla scelta dell'anibiente: come sappiamo, II Caragiale apparteneva alla horghesia, alla quale aveva rivolto finora tutto II suo spirito d'osservazione: e i contadini, egli non li conosceva. Sapeva per di
non doverli far parlare come i suoi soliti borghesi; e questo
servi solo ad inceppare maggiormente il gilt lento e faticoso dialogo, l'azione gi tanto innaturale.
Un giudizio cosi severo intorno al dramma Nipasta potrebbe far stupire chi sa con quanto amore e ammirazione io
consideri l'opera del Caragiale: ma io potrO rispondere, con lo
Zarifopol :
a Un'opera antiestetica non toglie valore ad una riuscita; un'opera nfle scita non compensa affatto un'opera mancata...-e gli autori veramente grana di non hanno bisogno della precauzioni protettrici dei fanatici pu o meno
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un lato, e la novith, Llall'altro, dell'ambiente studiato dal Caragiale: il mondo dei contadini.
Ma la prima causa pur sempre estrinseca, poich un'influenza resta inefficace su uno spirito che non sia gi preparato
ad accoglierla; la seconda causa, poi, non spiega affatto ii pas-
La deformazione era imposta dalla natura stessa del Caragiale, che non a voleva n descrivere cosi il mondo, ma cosi lo
(1) Grand Hotel Victoria RomfinIt a, ed. cit., I, p. 74.
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pun ingrandire, pu6 anche assottigliare; pun dare anche allepin robuste matrone l'aspetto di bambole delicate, pun dare anche ai visini pin graziosi la durezza antipatica dei lineamenti
di una vecchia zitellona.
Un paragone pin esatto, forge: si ricordino certe moderne
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tadini
noi non ci stupiremo pia di veder far seguito alle
commedie la a npasta z e le Novelle; e comprenderemo come
il suo intelleuo abbia potuto risentire immediatamente l'influenza della tragica letteratura russa.
Se qualcuno trovasse artificiosa questa mia spiegazione, e
non credesse alla possibilith che un grande commediografo e
un grande autore tragico siano uniti in una stessa persona, ricordi soltanto che un caso analogo a quello del Caragiale presentano Shakespeare ed Euripide: II quale ultimo, doloroso e
tragico in sommo grado nei drammi, ci fascia tuttavia un meraviglioso esempio di farsa buffonesca, dove il comico assume veri aspetti fantasticamente caricaturali, nel a Cic lope .
Se dunque la a NApasta D fallita, ii genio del Caragiale
non era per questo meno adatto ad opere tragiche: ma per giungere ai capolavori, doveva eliminare le cause di imperfezione,
che aveva lasciato sussistere nel dramma.
Per far cia, egli dovette abbandonare il teatro, che non si
prestava alle descrizioni allucinanti di incubi, preferito argo-
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a Telegrams D -
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Pacat. (Peccato).
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Un difetto, derivante dall'obbedienza troppo rigida ai postulati classici e la troppa brevith: II narratore si affretta quanto pin pun verso lo scioglimento, e trascura i particolari;
tt mentre ii lettore moderno chiede, al contrario, che l'intiera tessitura sia
a composta di impressioni di valore, in se e per se, ineguali soltanto nella
a loro distribnzione quantitativa D (1).
PAT.
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Un altro difetto, residuo questo del Caragiale commefliografo, l'intromettersi nel racconto drammatico, anzi nel punto
culminante
quando cio6 il popa ha gib avuto la rivelazione
dell'amore tra i figli
dello spunto satirico, ii quale abbassa
ii tono della narrazione, e fa smarrire II senso della continuit,
l'attesa dell'epilogo tragico, che finora tutto preannunciava.
II popa si reca dal prefetto per chiedergli di allontanare ii
maestro, arrolandolo: mentre attende di esser ricevuto, sa delle
stranezze e della crudelt della moglie del prefetto, un'isterica
malvagia ed epilettica: quando poi entra nello studio, vede, per
prima cosa, il ritratto dell'unica donna da lui amata: la moglie
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no si trovb ad un banchetto vicino ad un prete e ad uno straniero linguacciuto e spaccone, il quale sosteneva di aver sempre vinto anche le piU strane scommesse. Annoiato da tante
chiacchiere, il nostro buon uomo scommise con lui di avere,
insieme col prete, non quattro, ma cinque mammelle. Quando
gi la scommessa era stata accettata, il prete avvisb l'uomo disgraziato che egli aveva solo... una mammella.
Quest'aneddoto e caratteristico: perche si airebbe proprio
che molti personaggi del Caragiale siano destinati, dalla nasci-
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Dunque perche mai il Caragiale, religioso, non ha introdotto Iddio in luogo della fatalit? Prima di tutto, ricordo che
la fatalit prende nelle sue opere tragiche una fisionomia perfida, per condurre agli avvenimenti pin mostruosi, e non poteva
percie essere sostituita dalla Provvidenza; per le opere comiche, osservere che ease riguardano un mondo del tutto amorale,
ove la coscienza del Bene e del Male
doe di Dio
non
esiste; per tutte poi, osservere che ii Caragiale, artista sensibilissimo ad ogni stonatura, non poteva introdurre il soprannaturale in un mondo dai contorni precisi e corporei, a tinte ford
e nette, come quello delle sue opere. 11 soprannaturale, entreri
solo pin tardi nella sua arte; e vedremo quando e come.
Chiusa questa lunga parentesi sulla fatalith nelle opere del
Caragiale, ritorniamo ad esaminare la novella a Peccato .
Ho girl parlato dei neologismi dovuti alle abitudini giorna(1) PETRESCU, a Caragiales Leben und Werke a.
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a rimase, unto madido di sudore, con gli occhi fissi ad una mosca la
a quale passeggiava lentamente sul piano di marmo bianco: egli segul
a l'insetto fino al margine del tavolo. Quale calcolo si stesse compiendo
a nella testa piccola come un same di papavero, non si pita dire: il fatto
a e che la mosca si fermi), si sgranchl le zampine posteriori intrecciandole,
a con quelle anteriori si lisci per benino le antenne, e poi d'un tratto
a s'innalza e scomparve. L'uomo, destato, si alzO dalla sedia e usci a.
a Questo scartare ogni analisi diretta, questo pieno maschea rare una violentissima tempesta interiore, al suo culmine, per
a mezzo della descrizione di una piccola immagine esterna, ina dica un arricchimento profondo dell'arte letteraria . (1)
In questo brano si puO anche notare la cura, con la quale
*1
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1OS
a l'Oriente , nel tempo in cui le tre piccole e misere campane si lagnaa vano, e diventata grande, color di rosa.
a
Io li ho uccisi
dice il vecchio, tranquillo
...prima lui,
poi lei... )).
a Intorno a questa folle agitazione di morte, le linee ima mutabili della Ince ogni giorno risorgente... (1).
A questi mirabili pregi descrittivi e rappresentativi, si unlace il pregio maggiore: la vita, che hanno tutti i personaggi.
II vecchio popa austero, tanto pieno d'amore, di penetrazione, di dolore; la figurina del fanciullo corrotto, eppure innocente; l'appassionata e selvaggia Ileana; e, forse interessante
pin d'ogni altra, la calma e sorridente e buona figura del sindaco Cutitei, a il primo contadino non convenzionale della letteratura romena (2).
Si vede, da Cutitei, che il Caragiale conosceva ormai i contadini meglio di quanto li conoscesse in a Niipasta D; fors'anche
il tipo di Cutitei, tranquillo e astuto, allegro bevitore e accomodante padrino si prestava, pin delle rigide e truci figure di
a Nipasta D; ad essere descritto dal Caragiale. In ogni caso, questi lo accarezzO a lungo, lo studio pin di ogni altro personaggio;
e ne comprendeva tahnente l'importanza nel dramma, che, trascinato alla conclusione dal suo genio, pure segnO sull'ultimo
foglio, per s stesso: a E Cutitei ? .
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far troppa mostra di paura per i suoi denari, per non far nascere cattivi pensieri nei poveri del paese. Mentre questi terwww.dacoromanica.ro
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Mentre egli si ripete macchinalmente: a M'infiggeri il suechiello nel cuore per inchiodarlo xi, quest'ultima parola acquista
d'un tratto per lui un significato profondo: egli si alza, prepara un laccio e attende con impazienza che la mano di Giorgio penetri attraverso l'apertura, per afferrarla al varco e
. inchiodarla. La malvagitit del bandito e penetrata e germina febbrila mente, per nna stretta logica interpsichica, nell'animo di colui che stays
per esserne la vittima D.
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I compagni di Giorgio sono fuggiti: e Leiba, preso dal desiderio di contemplare la sua vittoria, prende la lampada e si
china sul braccio. Ma accosta troppo la lampada, e le dita,
bruciate, si contraggono. A questa vista,
a Zibal sussulto... nei suoi occhi baleni un'ispirazione strana .
( E con quale meravigliosa sicurezza si di al racconto un andamento
tranquillo, appena incomincia la tortura sotto gli occhi infine calmi dela l'ebreo: il sapore della tortura sta nella sua lentezza a).
w
110
D,
talmente attaccato, che non pub fuggire dalla locanda maledetta; no, egli deve star 11, agonizzante di terrore, tremante di
febbre, finche non avra radunato ii peculio sognato.
La scelta di un ebreo a protagonista di una novella, in cui
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perche Leiba non e certo l'ebreo-tipo, come affermava il Maiorescu: egli e troppo vivo, troppo reale, troppo se stesso, e
troppi cristiani ho visto seguirne con appassionato interesse i
sentimenti e le vicende, perche io creda che ciO, che un ebreo
risente delle emozioni di Leiba, sia qualcosa di specificatamente
(1) P. ELIADE : a Causeries litteraires D.
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In tempo di guerra )) 6 il racconto delle gioie, degli affanni e degli spaventi che una grande ricchezza procura a un
uomo, fino al punto di farlo impazzire.
L'oste Stavrache ha ereditato dal fratello, un tempo popa,
e poi soldato, morto in guerra, grandi ricchezze. Ma il timore
'di perderle gli fa apparire di tratto in tratto dinanzi, in vere
allucinazioni, il fratello che gli reclama il suo avere; e queste
apparizioni si fanno sempre pin frequenti, sempre pin terrorizzanti, finche, in una notte di tempesta arriva, con un compagno, proprio il fratello, che era stato dato falsamente per
morto, e che ora chiede a Stavrache solo una somma, in un
momento di follia sottratta alla cassa del reggimento. Ma questo ritorno reale, 4opo tante simili allucinazioni, rende pazzo
Stavrache, che cerca di uccidere il fratello. Legato e ridotto
all'impotenza, Stavrache, steso per terra, incomincia a cantare
i salmi come un prete in chiesa.
a Che fare? D, disse il compagno.
Questa novella, pubblicata in volume solo nel 1915 ( a Reminiscente ), rimase quasi dimenticata fino all'edizione 'dello
Zarifopol; ma in realti 6 molto importante, perche vi si ritro-vano tutte le doti delle novelle precedenti.
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Come in a Un Cero Pasquale s, l'uomo, solo nella sua osteria, ha allucinazioni, e attende Un avvenimento, che egli sol-
pandosi di un caso forse pia semplice, pia lunga; i particolari sono studiati con maggior cura, non solo in vista del finale,
ma in s stessi; e qui si realizza del tutto quella corrispondenza,
quella complicit, quasi, dell'uomo e della natura, gi notata
in a Peccato D. (pag. 105).
a Fuori, piove lentamente: una pioggerella fredda d'autunno,
e
a le stille d'acqua, scivolando lungo le grondaie e gocciolando in istanti
o ritmati sul fondo di un barile tutto pieno di fenditure, lasciato apposio tamente esposto all'umidith, facevano una specie di canzone con innua merevoli e strani significati. Cullati dai movimenti dei suoni, i pensieri
a dell'uomo incominciarono a saltellare svelti in cerchi ristretti, poi a
a poco a poco si aggirarono sempre pin lend, in cerchi sempre pin larghi,
a e sempre pin lenti, e sempre pin larghi. Quando ii cerchio di un penit siero divenne infine tanto largo, che la coscienza non poteva pin, dal
centro, seguirlo quanto pin si allontanava,
all'uomo parve di udir
a fuori un canto di trombe... a.
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pana, la sera e tranquilla, i vivi si felicitano di essere stati liberati dal pericolo, e gustano religiosamente le belle mele
succose.
Prima di esaminare l'ultima opera del Caragiale, sari meglio volgere indietro uno sguardo, ed esaminare la differenza
che esiste tra le Commedie e le ultime Novelle, per comprendere
meglio l'evoluzione dell'arte del loro autore.
Quando scriveva le commedie, il Caragiale, come si a visto,
era dominato in tutto dal pensiero della cc Junimea D, aristocratico, freddamente irrisore per tutte le nuove istituzioni borghe-
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rava tm riso pin leggero e pin lieto, che poteva anche soffermarsi sui particolari put umoristici, semplicemente divertenti.
E' caratteristico ii tono con cui, nei a Momente , il Caragiale racconta un aneddoto sul principe Cuza, che termina con
questa riflessione: a La riforma passa, i costumi restano D.
( a Reforma 1) ) (1). Questo aneddoto, died anni prima, avrebbe offerto al Caragiale lo spunto per una satira atroce: ora, 6
raccontato con un sorriso malizioso, ma tranquillo: l'autore si
diverte raccontando, e non cerca un pretesto per ironic.
Ecco la causa, per cui i a Momente D non sono del tutto
simili alle Commedie, ma sembrano, ai romeni di oggi, pin attuali di quelle (pag. 78); ecco la causa, per cui essi possono
adagiarsi a tratti nella narrazione pin riposata, da cui, con maggiore vivaciti, balza il dialogo rapido e ardito.
11 Caragiale stesso cambiato; egli non 6 pin il redattore
privo di ogni mezzo di sussistenza, affamato e amareggiato, dei
primi anni; egli 6 pin tranquillo, pin sicuro del domani, pin
maturo, ora che ha una famiglia, un'occupazione sicura, una
fama riconosciuta; e ii suo sguardo 6 pin limpido, la sua mano
meno nervosa, il suo sorriso meno acre.
II junimismo, in lui gi da anni meno aristocratico, intinto
di amore per la terra e per il contadino, sta scomparendo. Ba-
sti notare che, fino ad ora, egli ha sempre evitato ogni cenno
di soddisfazione per i progressi della Romania, e ne ha denigrato tutte le a novit , tanto sla parere un vero a laudator
temporis acti ; nelle sue opere, sono cosi frequenti i passaggi
in cui l'orgoglio patriottico degli abitanti del piccolo Stato recente irriso e sferzato a sangue, da far credere a molti, specialmente dopo il suo trasferimento a Berlino, che egli non
avesse alcun sentimento d'affetto per la Romania (2). Ma quando, nel 1907, terribili rivolte di contadini sembreranno porre
(1) Ed. Zarifopol, III, p. 42.
(2) CARACIALE : a Notite risipite a, ed. Zarifopol, III, p. 101.
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mente le colpe dello Stato e della societi, concluderi consigliando, come rimeflio, il suffragio universale e una dittatura
del Re, che egli auspica superiore ai partiti politici e alle classi
sociali, giusto e supremo moderatore (2).
Quest'ultima idea, per gli italiani interessantissimo sapere che al Caragiale stata ispirata da ripetute e appassionate
letture del Machiavelli. 11 c Principe D, in cui consigliato appunto ad un sovrano di farsi padrone d'Italia, per rimediare ai
mali politici e sociali
ma in cui pure 6 chiaro che tutte le
simpatie dell'autore si volgono non all'autocrazia, necessiti
transitoria, ma alla repubblica democratica
ha avuto una
grande influenza sul Caragiale; egli a pin riprese, in a Notizie
sparse (a Momente ), ne loda l'autore, da cui trasse l'idea di
una delle sue ultime novelle, c Kir Janulea , e da cui, come
ho detto or ora, attinse pure i concetti che lo guidarono nello
opuscolo a 1907 . Altra prova di questo assiduo studio del
a Principe , da parte flel Caragiale, il frammento di traduzione apparso nel 1896 sull' c Epoca literari , e ristampata ora
dallo Zarifopol (3).
11 Machiavelli, pern, servi solo a suggerire al Caragiale la
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bill e gravi; e donde invece l'occhio, spaziando su tutto il complesso sociale, poteva darsi ragione di molti progressi reali.
Certo 6, che nel volume postumo a Abu-Hasan a trovia-
a Abn-Hasan a
Morale a Educazione
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pag. 237.
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pin tragiche novelle del Poe, si trasformn talmente, col trascorrere del tempo, da giungere alle creazioni pin idilliache, piii
leggiadramente fantastiche. In questo senso, grande influenza
'dovette avere su di lui l'eleganza umanistica e arcaicizzante, in
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poesia, ma nell'ampio ritmo dell' a oratio soluta D egli si sentiva a suo agio).
Viceversa, anche negli a Schizzi Nuovi D possibile ritrovare molto dell'antico drammaturgo: la stessa preferenza per le
evocazioni sensibili, la stessa vivezza di rappresentazioni e .di
esposizione, la stessa breviti nei quadri esteriori, che devon&
sempre apparire come un riflesso dell'individualith dei perso,.
naggi.
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tanti anni, non sa pin che cosa ci sia stato di caso o di volontit
magica, in tutta quella nate.
Un'altra cosa si pun notare nella a Locanda di Minjoarg :
la naturalezza con cui 6 descritto, in essa, un vero contadino,
quello che riconduce il fidanzato alla Locanda. 11 Caragiale ha
ormai compreso i contadini e ha creato qui un breve quadretto
ai genere, una scenetta notturna, degna del pennello dei pittori
fiamminghi.
Ma ci6 che 6 pin ammirevole, in questa novella, 6 la lingua:
una lingua pin tersa, pin armoniosa, uno stile pin lento, pin
descrittivo, pin minuziosamente curato: l'autore stesso riconosceva di avervi lavorato molto:
a In quanta acque non ho dovuto lavare la a Locanda di Mfinjoali a?
a Che ti sto a dire della melodia della frasi, della concatenazione, del
a ritmo, della parole... Bastava gilt ad occuparmi l'interpunzione, questa
gesticolazione del pensiero... (1). Questa cura per lo stile era caratteristica
a del Caragiale, che aveva un vero fanatismo per la precisione delle ima magini e delle parole: conseguenza, sia del suo carattere, che aveva nn
a lato di regolarit metodica e precisa (pag. 23); sia della sue lettnre del
I Taine, il quale asseriva (Philosophie de l'art en Grece, pag. 101): a II
a faut quinze ans a un ecrivain pour apprendre it ecrire avec clarte, suite,
% propriet et precision. C'est qu'il est oblige de sonder et d'approfondir
a dix on douze mille mots et expresions diverges... a (2).
A questa scrupolosith verbale e stilistica, il Caragiale attribuiva la rarita de' suoi scritti.
a Che cosa vnoi che scriva, caro: molto e nulla... Quante idea non
a ti passano per la testa quando stai cosi a chiacchierare, o guardi lontano
a per i finestrini del vagone... Solo quando ti siedi a tavolino, e ti vedi
(1) 0. GocA: Precursori a.
Cara giales Leben und Werke .
(2) PETRESCU :
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a dinansi ii foglio bianco, solo allora ti rendi conto di quale vortice ter-
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Kir lanulea.
11 Caragiale trae lo spunto di questa lunga novella dal
a Belfagor Arcidiavolo D del Machiavelli: si tratta sempre di
un diavolo, inviato sulla terra per vedere se davvero siano le
mogli la causa della dannazione dei mariti. Egli prende figura
il'uomo, si sposa, 6 presto ridotto dalla moglie alla mendicit
e alla disperazione: talche riesce a salvarsi dal carcere solo con
l'aiuto di un contadino.
Per premiare quest'ultimo, rende indemoniate due principease, e le libera solo quando interviene il contadino, che viene
percia ricompensato ampiamente dai parenti delle giovinette.
Pia tardi, il diavolo, adiratosi con questo contadino, vorrebbe
portarlo a una cattiva fine: ma quando Bente che sta per arri,
vare la moglie... il povero diavolo, terrorizzato, fugge in
inferno.
Nel Machiavelli, questo racconto a contenuto in brevissimi
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stith di proporzioni, una folla di figure, una vivacit di movenze, originalissime e tutte moderne.
Basterit confrontare ii principio: nel e Belfagor Arcidiavolo A, il re Plutone, dopo una breve e maestosa orazione, si
consiglia con i principi dell'inferno e decide d'inviare Belfagor
In a Kir Ianulea , il re dell'inferno Dardarot (nome suggestivo e parlante, lieto e sonoro); e il suo discorso, le sue invet-
tive, i suoi movimenti sono resi con tanta evidenza, con tanto
studio del a color locale D e del pittoresco, da far balzare, fin
'clalle prime righe, la scena infernale dinanzi ai nostri occhi.
E poi, il solenne Arcidiavolo divenuto qui il piccolino
Aghiutet (nome sottile e malizioso e sorridente, appropriatissimo al demonietto tanto terribilmente provato); mentre il re
parlava,
a il piccolino stava rintanato proprio fra i diavoli di ultimo ordine, in fondo
cc alla sala, e, drizzando l'orecchio, si soppesava per gioco la coda tra le
cc mani. Quando si e udito nominare, ha lasciato andare la coda e ha gria dati: a Qui sono, Vostra Oscurifid a.
accettato di servire per tre anni... La vecchia gli aveva dato un lavoro
fare: raddrizzarle nn capello crespb: l'ha inumidito continnamente
a con la lingua Aghiutii e l'hu tirato fra le dita, giorno e notte senza
a riposo: pi lo bagnava e lo tirava, pin II capello si arricciava, sempre
a di pin: e sempre cosi, sempre cosi, finche i capelli si son drizzati sulla
a testa al povero diavolo, il quale, facendo anche a meno del salario e di
4
k da
127
alle corti greche, e dinanzi a noi resta per ultimo, in un sorriso di allegra ironia, il quadro del Capitano della Guardia, che
vuol tanto bene alla sua Principessa! tanto bene, che questa,
indemoniata, vede in lui, e non nel Sovrano, il proprio genitore...
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ta, ragazzo mio, non sprecarne piii tanta, fa' anche tu un po'
di economia; vedi com'e cars la carta, al giorno d'oggi! D. E,
partito il poeta, dice il Signore:
a Pietro, sari anche buono questo ragazzo; ma i un po'....
a Un po' come, Signore?
a ....un po'... sciocco... non pare anche a te?
a Eh, Signore
risponde Pietro
ad ognuno la sua parte! D.
ITn'imperatrice, disperata perche non ha bambini, compra nascostamente il figlio di una zingara morente di
fame e di miseria: la zingara diventa nutrice del principino, e
vive a Corte.
Quando il Principe 6 cresciuto, l'Imperatore vuol sposarlo
con la figlia di un Re: ma la nutrice si oppone: o la figlia di
Mama.
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Un giorno di fiera, la vecchia 6 rimasta abbastanza soddisfatta della propria bisaccia colma.
a A poco a poco, al crepnscolo, i passeggeri si son fatti pifi ran, sempre
a pia ran, finche non 6 pifi passato nessuno dopo il tramonto del sole,
a qnando si e mostrata anche la luna ad oriente. Qnando a stato proprio
a notte... s'e avvolta la vecchia nella sun coperta, s'e messa la bisaccia
a per guanciale e si e rannicchiata per benino, sdraiata sul fianco sinistro,
a colic spalle alla luna, penile) la lnce non le colpisca gli occhi.... Proprio
a bene per dormire! Ne troppo caldo, ne troppo fresco; di vento, namr sneno un soffio; sulla terra, tale quiete da tnue le quattro parti che si
a poteva ndire come frusciavano e si dimenavano i venniciattoli, quatti
a quatti su per gli stall, e l'acqua come gorgogliava fuori della sponda
s della fontana tra le pietruzze
perche cosi e Pacqua, come la vita dela l'uomo! solo, pere, la vita corre finche cone e poi nail; ma l'acqua cone
a incessantemente da quando mondo 6 mondo, e come il mondo non ha
a da fermarsi mai... a.
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Stanco derrinterrogatorio, il giovinetto ottlene dam vecchia la cena, e una coperta, in cui avvolgersi per flonnire. Prichindel s'addormenta. La vecchia si curva su fli lui, per vedere
se e ben coperto: e, osservando meglio, scopre che Prichindel
ha la coda: a un diavolo! Al lora lo sveglia, e vuole convincerlo
a passeggiare con lei: a Guarda, che bella luna! . Prichindel
accetta, finalmente: passeggiare gli piace, ma per
dice
solo a cavallo... a Prenflimi tu a cavalluccio, e su a passeggio!
Guarda, che luna! .
La vecchia protesta a bingo, indignata: ma finisce con lo
acconsentire, e prende sul dorso il diavoletto.
a Bane gli aveva detto la vecchia che lei la sapeva ltinga e lni, proprio
a nulla. Quello sciocchino di Prichindel
diavolo quanto si vuole, ma non
a d'uccelli, nno pia armonioso dell'altro, hanno ndito! Ma qnando, lona tanissimo, nscivano da un boschetto nel largo della pianura verso l'oriente,
a invece di nna.
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a Come 6 arrivata d'un fiato indietro alla fontana, ha buttato gin lona tano il diavolo a rotoloni: e lei poi, 8'6 scossa, e d'un tratto 8'6 raggo.
a mitolata gin sulla coperta
in tutto e per tutto la vecchia della sera...
a Liii 8'6. rialzato sconquassato per la caduta, e dice: a Sta' dunque sana,
a vecchiar D. Ed 6 ripartito zoppicando, indietro verso il colle a ponente,
a dove spariva la luna...
a Sospira la vecchia e si corica; ma non s'e ancora messa a chinder
a bene gli occhi, qnando ode voci di passanti. Si alza a meta, e con la mano
a stesa giit incomincia lamentevolmente, secondo la sua abitudine: a Aba biate pieta... Fate la cariti a una povera peccatrice senza pia forze! D.
a E poi, trae dalla bisaccia un bocconcino di ciambella, lo bagna Bella
brocca e incomincia a biascicarlo tra le gengive v.
Questa novella si presents come un'illustrazione del proverbio romeno: a Baba, calul dracului a. (Vecchia, cavallo del
diavolo); ma in realt un racconto in cui rivive tutto l'incanto
di un fantastico mondo poetico.
a Nella calms sonnolenta della sera si inizia il dialogo vivace, in cui
a ogni replica 6 nn estratto raffinato di esattezza umoristica.
a Poi, per mezzo di un improvviso cambiamento di tono, realizzato con
a arta meravigliosa per mezzo del sonno del giovinetto, il motivo diabolieo
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CONCLUSIONE
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ga, sia che il Caragiale non abbia avuto imitatori, sia che la
sua arte non abbia ancora trovato molti azmniratori al di fuori
dei confini della Romania, dove del resto, in questo momento,,
essa pin circondata di venerazione che d'amore.
Perche, come nessuno potrebbe fare oggi una tragedia a alla
Shakespeare D, nessuno pub seguire le orme di a Una Lettera
Smarrita :o : questa 6 un monumento artistico ormai concluso e
suggellato nel tempo. E la lingua, poi, rende difficilissima la sua
comprensione ad uno straniero, mentre anche un romeno si
sente ormai lontano dai sentimenti che la animano.
Ma dalle Novelle queste cause d'incomprensione sono del
tutto assenti: la lingua loro purissima, il mondo loro universale, perche quello degli affetti, de' sentimenti pin profondi dell'uomo, e ad esse io ho pensato, quando mi Bono accinta
a trattare l'ardua materia.
11 Caragiale stesso deve aver sentito la necessiti di superare
l'arte della Commedie: perche, abbandonando II genere comico per un'arte pin serena, pin vicina alla grande poesia della
natura universale, egli 6, cosi mi pare, divenuto un autore a di
tutte le epoche e di tutte le nazioni D ; cio6 egli ha parlato, alla
fantasia ell al cuore, un linguaggio trasparente ad ogni immagine, non racchiuso negli angusti confini di un'epoca determinata.
Questo vertice dell'arte sua, realizzato nelle Novelle a negli Schizzi Nuovi, io ho cercato, in tutto 11 corso del mio lavoro, di mettere in luce, adoperandovi a ii grande studio e il
grande amore D ricbiesti da Dante, perche la personaliti di un
poeta ci appaia, e comunichi con noi attraverso lo spazio ed ii
tempo.
Perche solo le Novelle, fra tutte le opere del Caragiale, sono degne del nome, che era orgoglio dell'artista: esse Bono
classiche, nel senso pin latino a, pin armonioso, della parola.
Armonia! Questa dote divina ho ravvisato in ogni opera del
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mio autore; io l'ho vista, nell'evoluzione dell'arte sua, condurre senza soluzioni di continuit, dalle Commedie agli Schizzi
Nuovi; p questa dote specialmente, per me somma, ho cercato
Hi far ammirare fla chiuncfue mi legga.
Ma se pure la mia opera non fosse quale a me appare; se
pure io non fossi riuscita nell'assunto, e questo si fosse dimostrato superiore alle mie forze intellettuali, io continuerei a
pensare di aver compiuto un lavoro d'amore, e sarei lieta della
soddisfazione intima che esso mi ha dato:
...Coscienza m'assecura,
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SIMBOLI ORTOGRAFICL
prendere solo dalla viva voce dei parlanti: M lo direi una nasalizzazione semi-vocalica.
4
s duro.
sc come in scena.
Z.
Z , a dolce.
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INDICE BIBLIOGRAFICO.
Nota.
Dato che nna bibliografia ricchissima, quasi compiuta e aggiornata fino al 1928, si puir trovare nei volumi dell'Adamescu: a Contributinne la Bibliografia rornitheasci a (Bncarest 1921-28), io non ho crednto
utile di riportarla qui, per esteso: mi Bono limitata a dare l'indicazione di
tune le Opere del Caragiale, nelle edizioni che un hanno servito durante
il mio lavoro; quanto poi alla Bibliografia critica, ho corrispondentemente
dato Ia aerie di tntte le Opere, che mi sono reahnente parse utili, contenendo
notizie e giudizi di un certo valore. Esse sone, naturalmente, quelle che
mi henna fornito materia e suggerimenti nella composizione dell'opera mia-
OPERE DI I. L. CARAGIALE.
lante, 1921).
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BIBLIOGRAFIA CRITICA.
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Arad, 1911, n. 2
H. P. PETRESGU: a Caragiale i Ardelenii a.
1902, II, pag. 39
CHENDI: a Un alt proces Caragiale v.
Semanatorul
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, 139
Universul
1912, n. 167.
Viata romineascii
1912, pag. 123
a Festivalul Caragiale a.
1921, XLVIII
SITE0m: a Invoelile editoriale ale lui Caragiale a. 1930, XXII, n. 4-5 ---, PHILIPPIDE: a Opere complecte
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INDICE.
Introduzione
,,,,
La vita di I. L. Caragiale
L'opera di I. L. Caragiale.
Le commedie .
0 Noapte
.........
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a
a
Opera di I. L. Caragiale
Bibliografia critica
Simboli Ortografici
Indica Bibliografico
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24
.
9
In vreme de riizboi
0 reparatie ,
GU schizzi nnovi .
La Haunt lui Minjoalii
Kir Iannlea,
. .
Calul Dracului
... ,
0 Fiche de Pasti
Conclusione
.
Conn Leonida
0 5crisoare Pierdntii
D'Ale Carnavalului ,
I a Momenta a .
II dramma a N'apasta De
Le novelle ,
Pleat
.
1
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FUrittnoasti
Pag.
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PICCOLA BIBLIO-
TEC A ROMENA
Volumi pubblicati:
1. - LUCIA SANTANGELO:
Giorgio
Prezzo L. 5.
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