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MoVimento 5 Stelle Abruzzo

L'Aquila, 15 Settembre 2015

Al Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo


Giuseppe Di Pangrazio
LAquila Sede

RISOLUZIONE URGENTE
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLABRUZZO
OGGETTO: Azioni urgenti avverso il Decreto di compatibilit ambientale n.
172/2015 relativo al progetto Ombrina Mare.
VISTO il Decreto di compatibilit ambientale n. 172 rilasciato dal Ministero dell'Ambiente in data
07.08.2015;
VISTO la risoluzione approvata dal Consiglio regionale dell'Abruzzo in data 14.04.2015 che al
terzo punto prevedeva [...] nell'eventualit che il/i decreto/i fosse/ro firmato/i, a promuovere
l'impugnativa presso il TAR del Lazio dando mandato alla competente Avvocatura regionale;
CONSIDERATO l'imminente avvio, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, del
procedimento finalizzato al rilascio del decreto finale autorizzatorio sulla coltivazione di
idrocarburi in Adriatico in favore della Medoilgas spa (Ombrina Mare 2);
TUTTO CIO PREMESSO E CONSIDERATO
SI IMPEGNA il Presidente della Giunta e la Giunta Regionale
- a presentare nei termini di legge il ricorso al Tar del Lazio avverso il Decreto di compatibilit
ambientale n. 172/2015 emesso dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del
Mare di concerto con il Ministero per i beni e le attivit culturali, in adempimento della citata
Risoluzione assunta dal Consiglio Regionale dell'Abruzzo in data 14.04.2015;
- a disporre il recepimento, elaborazione ed integrazione nel redigendo ricorso al Tar del Lazio,
onerando perci la competente Avvocatura regionale, dei seguenti motivi di impugnazione:
1. Ai sensi dell'art. 10 DPR 484/1994 il procedimento di concessione autorizzazione per
ricerca idrocarburi deve concludersi entro 240 giorni dalla presentazione della domanda
o entro 330 giorni se necessario acquisire giudizio di compatibilit ambientale. La
domanda della Concordia spa pervenuta il 10.9.2002 e dunque il procedimento
doveva concludersi entro l'8.5.2003 (ovvero entro il 6.8.2003 nella seconda ipotesi). IL
decreto autorizzativo reca la data del 5.5.2005 e dunque stato emanato oltre i termini
di legge;

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2. L'art. 35 D.L. 83/2012 dispone la modifica dell'art. 6 comma 17 D. Lgs. 152/2006, cos
come introdotto dall'art. 2 comma 3 D. Lgs. 128/2010, e conferma il divieto di ricerca,
prospezione e coltivazione in aree situate entro le 12 miglia da aree protette; inoltre
estende il divieto per gli idrocarburi liquidi dalle 5 alle 12 miglia dalle linee di costa
lungo l'intero perimetro costiero nazionale. Al fine di salvaguardare le aspettative di chi
ha fatto richiesta anteriormente alla sua approvazione, la norma vigente prevede che
siano fatti salvi i procedimenti concessori in corso alla data di entrata in vigore del D.
Lgs. 128/2010 (26.8.2010). Tuttavia, la tutela delle aspettative pu garantirsi in favore di
chi, alla data di entrata in vigore del D.L. 82/2012, avesse in corso procedimenti
concessori per impianti relativi ad idrocarburi liquidi ricompresi tra le 5 miglia e le 12
miglia dalle linee di costa lungo l'intero perimetro costiero nazionale ma non pu
garantirsi a chi avesse in corso istanze di concessione ricomprese entro le 12 miglia dal
perimetro delle aree protette, istanze di concessione non gi ammissibili alla data del
26.8.2010, data di entrata in vigore del D. Lgs. 128/2010. Infatti, non solo l'art. 17, nel
testo introdotto dal D. Lgs. 128/2010, gi prevedeva il divieto di coltivazione entro le 12
miglia dalla aree protette ma disponeva espressamente che le disposizioni di cui al
presente comma si applicano ai procedimenti autorizzatori in corso alla data di entrata
in vigore del presente comma. Quindi, alla data del 26.8.2010, gli istanti nei
procedimenti in corso, riguardanti impianti ricompresi entro le 12 miglia dalla aree
protette, non avevano pi alcuna legittima aspettativa tutelabile mentre ce l'avevano gli
istanti nei procedimenti in corso riguardanti impianti relativi ai soli idrocarburi liquidi
situati oltre le 5 miglia dalle linee di costa lungo l'intero perimetro costiero nazionale .E'
stata quindi erroneamente applicata la norma prevista nel nuovo testo del comma 17,
cos come sostituito dall'art. 35 D. Lgs. 83/2012, al caso che ci riguarda giacch alla
data di entrata in vigore del D. Lgs. 128/2010 l'istanza della Medoilgas spa non poteva
essere accolta e anzi doveva essere rigettata in forza del divieto previsto dall'allora
vigente comma 17;
3. Peraltro, il provvedimento di diniego in merito all'istanza di coltivazione presentata da
Medoilgas spa sarebbe dovuto intervenire ben prima dell'entrata in vigore del D. Lgs.
83/2012 e quindi solo l'omissione del rispetto dei termini di legge, da parte del Ministero
dello Sviluppo, ha consentito che al procedimento che ci riguarda si potesse
erroneamente applicare il testo del comma 17 nella formulazione prevista dal D. Lgs.
83/2012. Infatti, la Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale, rilevando
che il divieto di coltivazione riguardava anche l'istanza presentata dalla Medoilgas spa
in data 17.12.2008, esprimeva parere negativo di compatibilit ambientale con
provvedimento n. 541 del 7.10.2010 motivato in riferimento alla presenza nella zona
costiera prospiciente l'area di ricerca di due Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.)
denominati Fosso delle Farfalle e Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce del
Fiume Sangro oltre che di un'area sottoposta a vincolo paesaggistico dichiarata di
notevole interesse pubblico. Con nota dell'8.11.2010 la Direzione generale per le
Valutazioni Ambientali, ai sensi dell'art. 10 bis della L. 241/1990, preavvisava la
Medoilgas spa del parere negativo e quest'ultima formulava le sue osservazioni con
nota del 22.11.2010. A partire da quest'ultima data, ovvero dal ricevimento della detta
nota, decorreva il termine di quindici giorni entro il quale il Ministero, a norma dell'art.
16 DPR 484/1994, avrebbe dovuto formalizzare il provvedimento di diniego
dell'autorizzazione per la coltivazione. N vale addurre a motivo dell'illegittimo ritardo il
fatto che il Ministero avesse richiesto al Consiglio di Stato, con nota n. 783 del
12.1.2011, parere in merito all'interpretazione dell'art. 6, comma 17, del d. Lgs.
152/2006, come modificato dal D. Lgs. 128/2010. Il Consiglio di Stato, infatti, gi

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nell'Adunanza della Seconda Sezione del 20 ottobre 2011, aveva sciolto i dubbi del
Ministero chiarendo che la prima questione interpretativa sottoposta debba essere
risolta nel senso di estendere ai proposti siti di importanza comunitaria il divieto di
ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi previsto dall'art. 6, comma 17, D. Lgs.
152/2006 come modificato dall'art. 2, comma 3, del D. Lgs. 128/2010. Laddove, quindi,
dovvesse ritenersi che il termine di quindici giorni per l'emissione del formale
provvedimento di diniego decorresse dalla data di pubblicazione del parere del
Consiglio di Stato, anche in questo caso risulterebbe palese la illegittima violazione dei
termini di legge dovuta alla colpevole (o dolosa?) inerzia del Ministero il quale, al 26
Giugno 2012, data dell'entrata in vigore del D. Lgs. 82/2012, non aveva ancora
emanato alcun provvedimento di diniego!
4. Ma vi un altro motivo per cui non poteva disporsi il riavvio del procedimento di Via
come invece disposto dalla Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali con note
DVA-2012-0016621 del 11.7.2012 e DVA-2012-0028277 del 22.11.2012. L'art. 17
D.P.R. 484/94 prevede che il procedimento di concessione si concluda entro 250 giorni
dal deposito dell'istanza. Se si considera che l'istanza della Medoilgas spa reca la data
del 17.12.2008, deve concludersi che il procedimento concessorio doveva concludersi
entro il 24.8.2009. Ma anche questo termine stato bellamente violato;
5. E' ipotizzabile una questione di legittimit costituzionale del citato comma 17 come
modificato dall'art. 35 del D. Lgs. 82/2012 nella parte in cui prevede che siano fatti salvi
i procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso
alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010 n. 128. Emergono in
tutta evidenza il contrasto tra un interesse legittimo, l'aspettativa di chi ha presentato
istanza per la ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi ed il diritto alla tutela di
beni costituzionalmente protetti quali la salute, l'ambiente, il territorio ed il paesaggio. La
citata norma che si ritiene costituzionalmente illegittima privilegia la tutela di meri
interessi legittimi a danno di beni costituzionalmente protetti; e invece il fine di tutela
dell'ambiente e dell'ecosistema, cos come testualmente enunciato nell'incipit del
vigente comma 17, non pu soccombere dinanzi all'interesse legittimo dei titolari dei
procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso
alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010 n. 128.

I Consiglieri Regionali Firmatari

Sara Marcozzi

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