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(Ebook - ITA - FISICA) Appunti Di Fisica II - 04 - Campo Magnetico e Potenziale Vettore PDF
(Ebook - ITA - FISICA) Appunti Di Fisica II - 04 - Campo Magnetico e Potenziale Vettore PDF
Unaltra legge fondamentale del campo magnetico si deduce dallevidenza sperimentale: noto
che, in natura, non esistono masse magnetiche libere (mentre invece esistono masse elettriche
libere); questo significa che non ci sono sorgenti di campo magnetico analoghe alle sorgenti del
r
campo elettrico e da questo consegue che le linee di flusso del campo B debbano
necessariamente essere linee chiuse. In termini formali, questa propriet si esprime
dicendo che il flusso del campo magnetico attraverso una qualsiasi superficie chiusa deve essere
nullo:
r r
B
dS = 0 S chiusa
S
Questa propriet va sotto il nome di teorema di Gauss per il campo magnetico, in evidente
contrapposizione con il teorema di Gauss per il campo elettrico, il quale afferma che il flusso del
campo elettrico attraverso una superficie chiusa pari al rapporto tra la carica netta contenuta
allinterno di tale superficie e la costante 0.
Adesso vogliamo fornire una formulazione differenziale di queste due propriet (teorema di
Ampere e teorema di Gauss per il campo magnetico), valida cio punto per punto nella regione presa
in esame.
Possiamo cominciare proprio dal teorema di Gauss, modificando l'integrale di superficie in un
integrale di volume e ponendo quest'ultimo uguale a zero (come dice il teorema):
r
divB d = 0
VOL
Appunti di Fisica 2
Data larbitrariet nella scelta del volume di integrazione, richiedere che sia nullo quellintegrale
equivale a richiedere che sia nulla la funzione integranda, per cui deduciamo che, in ogni punto dello
spazio, risulta
r
divB = 0
Questo appunto il teorema di Gauss per il campo magnetico in forma differenziale:
esso dice che il campo magnetico SOLENOIDALE, ossia non presenta sorgenti (al
contrario del campo elettrico) e che le sue linee di forza sono linee chiuse.
Passiamo adesso al teorema di Ampere, che esprimibile come
r r
r r
B
d
=
l
0
J ndS
B
n
dS
0
J ndS
S1
dove S1 una qualsiasi superficie che si appoggia sul contorno di integrazione , cos come la
superficie S.
Dato che la scelta delle due superfici arbitraria, possiamo prenderle uguali, nel qual caso
luguaglianza degli integrali si traduce in quella delle funzioni integrande: deduciamo dunque che
r
r
0 J = rotB
che appunto la legge di Ampere in forma differenziale.
r
Abbiamo in definitiva trovato due equazioni differenziali che legano il campo magnetico B alla
r
distribuzione spaziale J ( x , y, z) delle correnti che lo generano. Riportando le espressioni complete
della divergenza e del rotore, abbiamo quanto segue:
r
B
B
B
divB = 0
X + Y + Z = 0
x
y
z
B Z B Y
J
0
X
z
y
r
r
B X B Z
0 J = rotB
0 J Y =
z
z
B Y B X
0 J Z = x y
La seconda relazione chiaramente di tipo vettoriale, per cui ne sintetizza 3 di natura scalare che
tengono conto delle 3 componenti del rotazionale e delle rispettive 3 componenti della densit di
corrente. La prima invece una relazione di tipo scalare.
divE =
0
dove la densit spaziale di carica;
campo elettrico irrotazionale (o conservativo):
r
rotE = 0
Il fatto che il campo elettrico sia conservativo permette l'introduzione della cosiddetta funzione
potenziale elettrostatico: esiste cio una particolare funzione scalare V(r) tale che, in ogni punto
dello spazio sede di un campo elettrico E(r), il valore di tale campo sia ottenibile come
r
E(r ) = gradV(r )
Vale la regola generale secondo cui un qualsiasi campo vettoriale derivato da un campo scalare in
questo modo risulti irrotazionale: infatti si ha che
r
rotE = rot( gradV) = rot( gradV) = 0
in base alle propriet degli operatori differenziali.
Appunti di Fisica 2
La scelta della funzione scalare V(r) dalla quale derivare il campo elettrico non univoca: infatti,
r
facile verificare che, se la funzione scalare V(r) soddisfa all'equazione E(r ) = gradV(r ) , anche la
funzione
V' ( r ) = V( r ) + cos t
soddisfa alla stessa relazione. Questo significa che un qualsiasi campo elettrico, a meno di ulteriori
considerazioni, pu essere derivato da un numero infinito di potenziali scalari.
Per rendere invece univoca la scelta del potenziale da cui derivare il campo, basta attribuire un
valore arbitrario (scelto nel modo pi comodo possibile) alla costante cost. Ad esempio, in tutti i casi
in cui non ci sono cariche all'infinito, possibile porre uguale a zero il valore di tale costante, il che
significa assumere nullo il potenziale dei punti situati all'infinito.
r
Il fatto che il campo elettrico sia legato alla funzione potenziale dalla relazione E(r ) = gradV(r )
consente di legare direttamente il potenziale V(r) alla distribuzione di cariche che generano il campo.
Si usano a tale scopo l'operatore divergenza e il teorema di Gauss enunciato all'inizio: si ha infatti
che
r
divE = div( gradV) = div( gradV) = 2 V
r
2V =
2V = 0
e prende il nome di equazione di Laplace. Questa equazione impone come deve variare il
potenziale scalare in ogni punto dello spazio vuoto, cio privo di cariche.
Ancora riguardo il potenziale scalare, data una distribuzione spaziale arbitraria di carica con
densit , il potenziale V(r) da essa generato in un punto P a distanza r si ottiene sommando i
contributi dovuti all'intera distribuzione, per cui pari a
V( r ) =
1
4 0
r (r )d
Il tutto a meno di una costante arbitraria che pu essere posta uguale a zero se la distribuzione di
cariche al finito. Questa funzione V(r) cos ottenuta proprio la soluzione generale della equazione
di Poisson.
Detto questo, vogliamo adesso ricavare, anche per il campo magnetico, una funzione che svolga la
stessa funzione del potenziale scalare per il campo elettrico.
Il discorso sar analogo a quello fatto poco fa per l'elettrostatica. In primo luogo, le equazioni
fondamentali finora viste della magnetostatica sono due:
Autore: Sandro Petrizzelli
il teorema di Gauss per il campo magnetico dice che il campo magnetico solenoidale, cio
r
divB = 0
il teorema di Ampere in forma differenziale dice che
r
r
rotB = 0 J
r
dove J la densit di corrente (stazionaria) e 0 stata chiamata permeabilit del vuoto.
Una immediata considerazione, rispetto al campo elettrico, la seguente: il campo
magnetico (salvo nel caso particolare di spazio vuoto privo di
correnti) non irrotazionale, cio non conservativo. Questo impedisce
di derivare il campo magnetico da un campo scalare come invece avevamo fatto per il campo
elettrico.
Tuttavia, il fatto che il campo magnetico sia solenoidale ci permette di derivare il campo
r
magnetico da un altro campo, questa volta vettoriale, che indicheremo con A . Infatti, possiamo
r
r
verificare facilmente che, se il campo B ed il campo A sono legati dalla relazione
r
r
B = rotA
allora il campo magnetico continua ad essere solenoidale. La verifica di questo fatto immediata:
r
r
divB = div( rotA ) = 0
in base ancora una volta alle propriet degli operatori differenziali.r
Quindi, nella magnetostatica, ad un certo campo magnetico B sempre possibile associare un
r
r
r
campo vettoriale A al quale legato dalla relazione B = rotA . Naturalmente, se facciamo uso di un
riferimento cartesiano e consideriamo l'espressione delle componenti del rotazionale di un
r vettore in
tale riferimento, immediato calcolarsi le relazioni scalari che legano le componenti di B a quelle di
r
A:
A Z A Y
BX =
dy dz
A X A Z
BY =
dy dx
A Y A X
BZ =
dx dy
r r
In perfetta analogia con l'elettrostatica, la funzione vettoriale A ( r ) prende il nome di potenziale
vettore.
Anche il potenziale rvettore, a meno di ulteriori specifiche,
r
r non univoco per un assegnato campo:
r
infatti, se la funzione A ( r ) soddisfa alla relazione B = rotA , facile verificare che anche la funzione
r r
r r
r
A ' ( r ) = A ( r ) + grad( g( r ))
con g(r) arbitraria funzione scalare, soddisfa alla stessa relazione.
5
Appunti di Fisica 2
Poich la divergenza del potenziale vettore nulla per ipotesi, otteniamo la relazione finale
r
A = 0 J
2
2 A X = 0 J X
2 A Y = 0 J Y
2 A Z = 0 J Z
4 0 r
Analogamente, la soluzione di una qualsiasi delle 3 equazioni ottenute, ad esempio quella lungo la
direzione x, sar
1
A X ( x , y, z) = 0 J X d
4 r
Le tre soluzioni scalari possono ovviamente essere sintetizzate in un'unica relazione vettoriale:
r
r
0 J
A ( x , y, z ) =
d
4 r
Questa dunque una relazione che permette di determinare il
potenziale vettore a partire dalla distribuzione delle correnti.
Spesso, per determinare il campo magnetico prodotto da un sistema di correnti, conviene prima
determinarer il potenziale
vettore tramite questa formula e poi passare al campo magnetico tramite la
r
relazione B = rotA . Esiste del resto anche una relazione che mette in contatto diretto il campo
magnetico con un sistema qualsiasi di correnti.
Appunti di Fisica 2
potenziale vettore in un punto P che disti r da un generico elementino del filo. La formula da
applicare quella ottenuta al paragrafo precedente, ma, come preannunciato, possibile
semplificarla.
Intanto, indichiamo con dS la sezione (costante) del filo e con dl la lunghezza dell'elementino
scelto: allora, il volume occupato da tale elementino sar
dV = dSdl
Eseguendo il prodotto con la densit di corrente, otteniamo
r
r
r
J dV = J dS dl = I d l
r
dove abbiamo inglobato nel segno di vettore di d l il verso secondo cui scorre la corrente (e quindi il
r
verso di J ).
La formula da applicare
r
r
0 J
A( x , y, z) =
d
4 r
In base a quanto detto poco fa, possiamo fare qualche passaggio sulla funzione integranda:
r
r
r
0 I d l
0 J
A( x , y, z) =
d =
4 r
4 r
L'integrale da risolvere non pi di volume, ma di linea, proprio per il fatto di essere passati dalla
densit spaziale di corrente alla corrente stessa.
In definitiva, il potenziale vettore prodotto nel punto P distante r dal
circuito dato dal prodotto del fattore costante 0/4
e da un integrale,
r
I dl
. Ovviamente,
esteso alla lunghezza di tutto il filo, della funzione
r
usando un sistema di riferimento cartesiano, questa equazione vettoriale pu essere facilmente
trasformata in 3 corrispondenti equazioni scalari.
Osserviamo che lultima formula che abbiamo scritto pu essere riscritta nel modo seguente:
r
r
r 0 I d l
r
r 0 I d l
A( x, y, z) = dA =
dA =
4 r
4
In pratica, quanto appena scritto ci dice che, sfruttando la linearit delle equazioni della
magnetostatica, possibile applicare il principio di sovrapposizione per calcolare il potenziale
vettore generato dal circuito filiforme in questione: si tratta cio di pensare al potenziale vettore
r
r
totale come somma di tanti contributi dA , indipendenti tra loro, dovuti ai vari tratti d l del circuito:
Appunti di Fisica 2
B dl = I
0
Come cammino di circuitazione scegliamo una circonferenza, giacente nel piano ortogonale al
conduttore e con centro coincidente con il conduttore:
E noto che, in questa situazione, il campo magnetico giace a sua volta sul piano , per cui il
r r
prodotto scalare B d l si riduce ad un prodotto ordinario: tenendo anche conto che il campo deve
essere costante a distanza r costante dalla corrente, scriviamo che
r r
0 I = B d l = Bdl = B 2r
dove ovviamente 2r la lunghezza della circonferenza lungo cui abbiamo calcolato lintegrale.
Concludiamo dunque che
I
B= 0
2r
Adesso proviamo a ripetere il calcolo del campo magnetico usando il potenziale vettore.
Lequazione da applicare quella vista nel precedente paragrafo, dato che la corrente anche in
questo caso filiforme:
r
r
r
0 J
0 I d l
A( x , y, z) =
d =
4 R
4 R
r
dove R la distanza del generico d l dal punto in cui stiamo calcolando il potenziale vettore.
Scegliamo un riferimento cartesiano con lasse z coincidente con il conduttore e quindi con il
r
piano [x,y] coincidente con il piano . In questa situazione, tutti gli elementi d l del circuito sono
paralleli allasse z, il che significa che lunico integrale non nullo quello rispetto allasse z: quindi
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A X ( x , y, z) =
0 I dx
=0
4 R
r
I dy
r
r
r
r
=0
d l = dx a X + dy a Y + dz a Z = dz a Z
A Y ( x , y, z) = 0
4 R
A Z ( x , y, z) =
0 I dz
4 R
0I
ln r
2
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Appunti di Fisica 2
0I
0I y
A Z A Y A Z
0I
B X = y z = y = y 2 ln r = 2 y (ln r ) = 2 r 2
r
r
A X A Z
I
I
(ln r ) = 0 I x2
= 0 ln r = 0
B = rotA
B Y =
z
z
z 2
2 r
2 z
A Y A X
=0
B Z =
x
y
Abbiamo dunque concluso che il campo magnetico prodotto da una corrente rettilinea non
presenza la componente parallela alla corrente, ossia giace su piani ortogonali alla corrente stessa:
r
r r
r r
I y r
I x r
B( x , y, z) = B X a X + B Y a Y = 0 2 a X + 0 2 a Y
2 r
2 r
Possiamo anche fare qualche passaggio in pi: infatti, mettendo in evidenza il termine comune
0I/2r2, troviamo che
r
I
r
r
B( x, y, z) = 0 2 ( y a X + x a Y )
2r
In base a questa relazione, facile rendersi conto che il campo magnetico risulta ortogonale al
r
r
r
vettore r = x a X + y a Y : eseguendo infatti il prodotto scalare tra i due vettori, otteniamo
r r I
r
r
r
r
I
r
r
r
r
r
r
B r = 0 2 [( y a X + x a Y ) (x a X + y a Y )] = 0 2 [( y a X (x a X + y a Y ) + x a Y (x a X + y a Y ))] =
2r
2r
I
= 0 2 [( yx + xy)] = 0
2r
Non solo, ma possiamo anche osservare che il modulo del campo magnetico vale
r
I
I
I
r
r
r
r
B = 0 2 ( y a X + x a Y ) = 0 2 ( y a X + x a Y ) = 0 2
2r
2r
2r
x 2 + y2 =
I
0I
r = 0
2
2r
2r
Quindi, il modulo del campo magnetico dipende solo dalla distanza r del punto in cui calcoliamo
il campo dalla corrente. In base a queste considerazione, deduciamo che le linee di forza di
r
r
B sono circonferenze concentriche con la corrente e che B decresce come
1/r, cos come avevamo ricavato allinizio tramite il teorema di Ampere.
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0JS 1
J 1
J
dS = 0 S dS = 0 S r
4 S R
4 S R
2
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Appunti di Fisica 2
0JS
A Z A Y A Z
0JS
B X = y z = y = y 2 r = 2
r
r
A X A Z
A
J J
B = rotA
B Y =
= Z = 0 S r = 0 S
z
z
z
z
2
2
A Y A X
=0
B Z =
x
y
(r )
y
(r )
z
r
Osservando che il vettore r (che individua il punto in cui calcoliamo il campo rispetto al centro
del sistema di riferimento) ha solo la componente y, concludiamo che il campo magnetico presenta
solo la componente x e questa vale
0 JS
0JS
0JS
0 J S | y |
2
(r ) =
(| y |) =
BX =
=
2 y
2
2 y
0 J S
y>0
y<0
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Adesso complichiamo leggermente il nostro problema, considerando due piani paralleli percorsi
r
da correnti superficiali con densit J S uguali ed opposte. Applicando il principio di
sovrapposizione degli effetti, il campo complessivo sar la somma dei campi prodotti
singolarmente dai due fogli: allora, in base a quanto trovato prima, i due campi si sommeranno in
modo concorde nella regione spaziale compresa tra i fogli e in modo discorde altrove. La figura
seguente mostra il concetto:
Questo risultato ci consente di prevedere che, quando due conduttori sono percorsi da
correnti opposte, il campo tende ad essere massimo nella regione tra i
conduttori mentre invece tende ad annullarsi altrove. Questo tanto pi
vero quanto minore la distanza tra i conduttori rispetto alla estensione
lineare delle superfici di questi tra loro affacciate.
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