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I Facolt di Ingegneria
Anno Accademico 2003/2004
Indice
1
1.1
1.2
12
1.3
16
Collasso rigido-plastico
2.1
23
2.2
Analisi elasto-plastica in piccoli spostamenti di un telaio piano a due campate diseguali e dodici piani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
23
28
33
Analisi elasto-plastica in grandi spostamenti di un telaio piano a due campate diseguali e dodici piani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
33
Mesh indeformata con i vincoli ed i carichi per la lastra quadrata (a/b = 1).
10
11
11
11
10
12
11
13
12
14
13
15
14
15
15
17
16
20
17
21
18
Prima, seconda e terza deformata critica per una trave incastrata soggetta a
carico di punta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
19
Carico adimensionalizzato in funzione della freccia in mezzeria adimensionalizzata durante lanalisi incrementale plastica. . . . . . . . . . . . . . . .
20
21
22
27
27
30
22
Localizzazione delle cerniere plastiche nei passi di carico 12, 13, 14, 15, 16
e 17. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
23
31
(a) Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento orizzontale dellultimo piano. (b) Schema riassuntivo della localizzazione delle cerniere plastiche nei vari passi di carico e deformata finale al limite di
collasso. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
32
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35
25
Localizzazione delle cerniere plastiche nei passi di carico 11, 12, 13, 14, 15,
e 16. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
26
36
(a) Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento orizzontale dellultimo piano. (b) Schema riassuntivo della localizzazione delle cerniere plastiche nei vari passi di carico e deformata finale al limite di
collasso. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
27
37
Confronto tra le curve del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento orizzontale dellultimo piano, per le analisi rigido-plastica ed elastoplastica in grandi spostamenti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
28
38
Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento del piano
pi alto delledificio ottenuta da Orbison et al. [2]. . . . . . . . . . . . . . .
39
29
39
30
Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento del piano
pi alto delledificio ottenuta da Bozzo e Gambarotta [3]. . . . . . . . . . .
31
40
Schema del telaio con il modello delle sollecitazioni, del materiale e della
geometria considerato in [3]. E inoltre illustrata la localizzazione delle
cerniere plastiche nei vari passi di carico. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Figura 1: Mesh indeformata con i vincoli ed i carichi per la lastra quadrata (a/b = 1).
Eseguiti i precedenti passi preliminari, si procede al calcolo dei carichi critici per instabilit dellequilibrio elastico e le corrispondenti deformate critiche. A tal fine si utilizza la
funzione Linear buckling analysis (tra le propriet del menu Model data>Loadcase).
Risolvendo il problema si ottengono le deformate critiche riportate nelle Figure 2, 3 e 4 corrispondenti ai primi tre carichi critici di instabilit per la lastra quadrata (rapporto tra i lati
a/b = 1). Nel seguito si denoter con a la lunghezza del lato maggiore della lastra, mentre
con b la lunghezza del lato minore. E importante osservare come le deformate ottenute differiscano tra loro per il numero di semionde lungo il lato compresso. Nel caso della prima
6
deformata critica si ha una sola semionda lungo tale lato, mentre per la seconda deformata
critica si hanno due semionde e cos via per la terza. Al contrario, lungo il lato ortogonale
al precedente si osserva sempre una sola semionda, indipendentemente dal carico critico
indagato.
Il codice di calcolo fornisce i valori dei moltiplicatori del carico corrispondenti alle
diverse deformate critiche. Semplicemente moltiplicando il carico applicato per il fattore
si ottengono i valori dei carichi critici. E possibile calcolare tali carichi critici in modo
analitico applicando la seguente formula [1]
Ncnm
a2
= D 2
n
2
n2 m2
+ 2
a2
b
2
(1)
2
b
1a
=
n +
(2)
a nb
A tale carico critico corrisponde una deformata con una sola semionda lungo il lato minore
Ncn1
D
2 2
b
(3)
Nc21 = 395.4 N
(4)
Nc31 = 703.0 N
(5)
Il carico critico per instabilit, ovvero il primo carico critico che si incontra facendo
crescere in modo monotono il carico da zero dunque pari a Nc = 253.1 N.
In Figura 5 si presenta il confronto in termini di errore percentuale relativo tra la soluzione numerica e quella analitica allinfittire della discretizzazione impiegata. Da tale Figura
si evince che, al fine di ottenere i valori dei primi tre carichi critici con un errore inferiore
al 3%, necessario utilizzare almeno sei elementi finiti su ciascun lato. In ogni caso, la
soluzione numerica rapidamente convergente a quella teorica attesa.
Ripetendo il calcolo dei moltiplicatori di carico critico per una lastra rettangolare con
a/b = 1.8 si ottiene, applicando leq. (2) con n = 1, 2, 3
Nc11 = 351.0 N
(6)
Nc21 = 255.9 N
(7)
Nc31 = 325.0 N
(8)
rappresentato in Figura 6 si osserva infatti che, per lastre con 2 < a/b < 6, Ncn1
minimo in corrispondenza di n = 2.
Da un punto di vista numerico, dal momento che la versione educativa di LUSAS consente di utilizzare un numero massimo di 1500 gradi di libert (corrispondenti a circa 100
elementi finiti), si decide di realizzare una mesh costituita da 4 elementi finiti sul lato minore
e da 24 su quello maggiore. Infatti, mentre lungo il lato b si ha sempre solo una semionda,
lungo il lato a si presentano deformate critiche con un numero di semionde vieppi crescenti
con n. Pertanto, al fine di ottenere valori precisi dei carichi critici, si infittisce la discretizzazione lungo il lato maggiore in modo da meglio approssimare le deformate critiche. La
Figura 6: Diagramma del carico critico adimensionalizzato in funzione del rapporto a/b
(tratto da [1]).
10
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stione. Durante lanalisi lo spostamento iniziale imposto assunto pari a 2 mm. Esso verr
incrementato in trenta passi sino al raggiungimento di un abbassamento complessivo di 17
mm.
Essendo il problema fortemente non-lineare da un punto di vista geometrico, necessario far uso della formulazione Total Lagrangian attivabile nel menu di risoluzione nonlineare. Questa formulazione permette di calcolare le tensioni e le deformazioni rispetto alla
configurazione iniziale indeformata. Essa basata sulle deformazioni di Green-Lagrange ed
dunque valida nelle ipotesi di piccole deformazioni. In Figura 12 si pu osservare la curva
carico-spostamento per il nodo centrale del guscio. Incrementando in modo monotono il
carico nel nodo, si percorre stabilmente il tratto iniziale della curva, sino al raggiungimento
del punto M . Se si continua ad aumentare il carico P si salta in modo discontinuo sul ramo
stabile P Q che, a parit di forza, presenta una deformata completamente diversa da quella
iniziale. Si pu infatti osservare come nel tratto OM si hanno deformate in cui il massimo abbassamento si raggiunge sempre nel nodo punzonato (Figura 13). Al contrario, nelle
deformate del tratto P Q della curva carico-spostamento tutti i nodi appartenenti al lato di
simmetria presentano lo stesso abbassamento (Figura 14).
14
Figura 13: Deformata del guscio in uno dei passi nel tratto OM .
Figura 14: Deformata del guscio in uno dei passi nel tratto P Q.
15
7 4448.22
N
= 2838
10.971
m
(9)
16
Figura 15: Schema del telaio a due campate diseguali e dodici piani.
dei nodi del telaio. I 39 nodi cos definiti verranno poi uniti da linee in modo da
ottenere gli elementi del telaio.
(2) Definizione della mesh di elementi finiti.
Con il comando Attributes>Mesh>line si discretizza ad elementi finiti ogni
trave e pilastro del telaio. In particolare, si scelgono elementi finiti bi-dimensionali
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lineari tipo Thin beam dotati di funzioni di forma di ordine quadratico. Si suddividono le travi di maggior luce in sei elementi finiti, mentre per quelle di minor luce si
useranno quattro elementi. I pilastri verranno infine suddivisi in due elementi finiti.
(3) Assegnazione delle propriet geometriche.
Nel menu Attributes>Geometric>Section Library si richiamano le caratteristiche geometriche delle sezioni delle travi in parete sottile tipo W da assegnare
alle corrispondenti linee.
(4) Definizione del materiale.
Con lopzione Attributes>Material>Isotropic si definisce un materiale
elastico lineare, omogeneo ed isotropo con il modulo elastico ed il rapporto di Poisson
richiesti.
(5) Assegnazione dei vincoli.
Si definisce il vincolo incastro da assegnare alle basi dei pilastri.
(6) Assegnazione del carico.
Con il comando Attributes>Loading>Structural si procede a definire sia
in carico distribuito lineare q, sia i carichi orizzontali concentrati F . Tali carichi
verranno poi applicati alle travi ed ai nodi corrispondenti.
Il problema in esame viene risolto agli elementi finiti attraverso loperazione di espansione
e di assemblaggio delle matrici locali di rigidezza degli elementi del telaio. Loperazione
di assemblaggio, infine, consegna la matrice di rigidezza globale, cos che il problema agli
autovalori per la ricerca dei carichi critici formulato nel seguente modo
Det([K] [Kg ]) = 0
(10)
dove rappresenta il moltiplicatore dei carichi esterni e con [Kg ] si denota la matrice
geometrica globale del telaio.
In Figura 16 si osserva il telaio discretizzato agli elementi finiti con i carichi applicati (in
rosso) ed i gradi di libert bloccati per simulare la presenza di incastri al piede dei pilastri
18
(in verde). In Figura 17 sono rappresentate le prime tre deformate critiche per instabilit.
Esse corrispondono ai seguenti moltiplicatori di carico critico
1 = 109.3
2 = 143.7
3 = 169.3
Confrontando tra loro le deformate critiche del telaio, lanalogia con la soluzione di Eulero
per le travi caricate di punta risulta immediata. E infatti lecito attendersi che, per moltiplicatori di carico critico maggiori, la deformata del telaio presenti lunghezze libere di
inflessione minori. Come anche osservato in [1], il telaio in esame tende a comportarsi come una mensola tozza e le deformate critiche calcolate con LUSAS presentano visivamente
lunghezze libere di inflessione via via minori al crescere del carico critico (si veda anche la
Figura 18 dove si sono rappresentate le prime tre deformate critiche calcolate con LUSAS
per una trave incastrata e caricata di punta).
19
Figura 16: Discretizzazione ad elementi finiti del telaio indeformato con i carichi applicati.
20
21
Figura 18: Prima, seconda e terza deformata critica per una trave incastrata soggetta a carico
di punta.
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Collasso rigido-plastico
23
N
N
=
Np
Ap
Mz
t=
Mzp
r = 1 t2
p=
(12a)
(12b)
(12c)
(12d)
(12e)
A causa della non-linearit del materiale necessario ricorrere ad una procedura di tipo
incrementale. In altre parole, superato il limite elastico, i carichi vengono assegnati attraverso incrementi piccoli ma di entit finita. La risposta strutturale non-lineare agli incrementi
24
di carico viene determinata con procedimenti di tipo iterativo. Nel caso specifico il codice
di calcolo LUSAS fa uso dellalgoritmo iterativo Predictor-corrector. La fase di predizione
eseguita supponendo la struttura elastica con rigidezza pari a quella tangente nel punto
considerato; in seguito il risultato viene corretto per tener conto della non-linearit elastoplastica. In altre parole, ove lo stato tensionale si collochi al di fuori della superficie di plasticizzazione F (situazione fisica non possibile), una procedura di correzione viene eseguita
per ricondurre lo stato tensionale sulla superficie di snervamento. Fissata una certa tolleranza, il procedimento di correzione pu giungere o meno a convergenza. Nel primo caso si
procede ad applicare il successivo incremento di carico, mentre nel secondo il programma
termina lanalisi supponendo di aver raggiunto un livello di carico in corrispondenza del
quale la rigidezza della struttura si annulla. Una riduzione del valore dellincremento di carico porta in genere a minor iterazioni di convergenza ma ad un maggior tempo complessivo
per completare lanalisi. Daltro canto, se si impiegano incrementi di carico relativamente
grandi al fine di ridurre il tempo di analisi, si paga la scelta con un numero di iterazioni
maggiore e con una conseguente maggior propagazione degli errori numerici.
Per il problema in esame si lasciato operare il programma in modo automatico per
quanto riguarda la scelta dellampiezza degli incrementi di carico. Lunico vincolo imposto
stato quello di vincolare gli incrementi di carico ad essere minori del valore del carico
iniziale.
Nel problema test trattato, essendo possibile eseguire lanalisi incrementale-plastica passo a passo manualmente, disponibile la soluzione analitica di riferimento. In particolare,
essendo il momento massimo agli incastri, saranno tali punti a raggiungere per primi il
valore del momento plastico
M =
Mp =
ql2
12
p 2SxA/2
(13)
h2
= p b
4
(14)
25
Mp
l2
(15)
La terza ed ultima cerniera plastica si localizzer invece nella sezione di mezzeria allorquando il carico applicato raggiunger il seguente valore
q2 = 2 q = 16
Mp
l2
(16)
In Figura 19 si sono riportati i valori della freccia nella mezzeria della trave e del carico applicato q calcolati dal programma ad ogni passo. Essi sono stati rappresentati sul
piano adimensionalizzato che ha per ordinate il rapporto ql2 /Mp e per ascisse i valori
32EI/(Mp l2 ).
Da tale grafico si osserva una riduzione della pendenza della curva in corrispondenza
del punto di coordinate (1; 12), allorquando si formano le cerniere plastiche agli incastri.
In corrispondenza del punto (16.3; 2.61) la rigidezza della trave si annulla, trasformandosi
essa in una catena cinematica. Dal confronto con la soluzione analitica si ha che la formazione delle prime due cerniere plastiche di estremit prevista in modo esatto dal codice
LUSAS, mentre loccorrenza dellultima cerniera plastica avviene in corrispondenza del
punto (16.3; 2.61) invece del punto di coordinate (16; 2.66). Lerrore commesso ad ogni
modo accettabile e potrebbe essere ulteriormente ridotto agendo sulla tolleranza del metodo
iterativo.
In Figura 20 si sono rappresentate le mesh deformate in corrispondenza del carico
applicato ed in corrispondenza della formazione delle cerniere plastiche di estremit. Il
programma consente di visualizzare la posizione delle cerniere plastiche con un asterisco
colorato.
26
Figura 19: Carico adimensionalizzato in funzione della freccia in mezzeria adimensionalizzata durante lanalisi incrementale plastica.
27
dove Sx
(17)
definire il modulo plastico rispetto allasse X come quella costante che lega il momento
plastico alla tensione di plasticizzazione
MP = Zx p
dove Zx = 2 SxA/2
(18)
moduli plastici a partire dai dati geometrici della sezione. Nel problema in esame, dovendo
modellare travi in parete sottile con sezione ad I, si deve far uso degli elementi tipo Thin
beam e specificare manualmente i valori dei moduli plastici di ogni sezione. Nella Tabella
1 si sono riportati i valori dei momenti plastici per le travi costituenti il telaio (per maggiori
dettagli riguardanti le caratteristiche geometriche delle sezioni in esame si faccia riferimento
al manuale [4]).
Profilo
Zx [m3 ]
Zy [m3 ]
w12x16
3.294 104
3.703 105
w12x35
8.390 104
1.885 104
w12x45
1.060 103
3.114 104
w12x53
1.277 103
4.769 104
w14x22
5.441 104
7.194 105
w14x68
1.885 103
6.047 104
w14x74
2.065 103
6.653 104
w14x90
2.573 103
1.239 103
w16x26
7.243 104
8.980 105
w21x44
1.563 103
1.671 104
29
Figura 21: Localizzazione delle cerniere plastiche nei passi di carico 6, 7, 8, 9, 10 e 11.
30
Figura 22: Localizzazione delle cerniere plastiche nei passi di carico 12, 13, 14, 15, 16 e 17.
31
(a)
(b)
Figura 23: (a) Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento orizzontale
dellultimo piano. (b) Schema riassuntivo della localizzazione delle cerniere plastiche nei
vari passi di carico e deformata finale al limite di collasso.
32
1
= 2.25
ep
1+
ins
(19)
1
ep
0.9 +
ins
= 2.5
(20)
Si pu pertanto concludere che, in casi in cui la snellezza della struttura sia rilevante, linstabilit dellequilibrio elasto-plastico pu avvenire prima del collasso plastico ed quindi
la condizione pi critica che deve essere considerata a livello progettuale.
34
Figura 24: Localizzazione delle cerniere plastiche nei passi di carico 1, 6, 7, 8, 9 e 10.
35
Figura 25: Localizzazione delle cerniere plastiche nei passi di carico 11, 12, 13, 14, 15, e
16.
36
(a)
(b)
Figura 26: (a) Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento orizzontale
dellultimo piano. (b) Schema riassuntivo della localizzazione delle cerniere plastiche nei
vari passi di carico e deformata finale al limite di collasso.
37
Figura 27: Confronto tra le curve del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento orizzontale dellultimo piano, per le analisi rigido-plastica ed elasto-plastica in grandi
spostamenti.
38
39
Figura 30: Curva del moltiplicatore dei carichi in funzione dello spostamento del piano pi alto delledificio ottenuta da Bozzo
e Gambarotta [3].
Figura 31: Schema del telaio con il modello delle sollecitazioni, del materiale e della geometria considerato in [3]. E inoltre
illustrata la localizzazione delle cerniere
plastiche nei vari passi di carico.
40
Riferimenti bibliografici
[1] A. Carpinteri. Analisi non-lineare delle strutture. Pitagora Editrice Bologna, 1998.
[2] J.G. Orbison, W. McGuire, and J.F. Abel. Yield surface applications in nonlinear steel
frame analysis. Computer methods in applied mechanics and engineering, pages 557
573, 1982.
[3] E. Bozzo and L. Gambarotta. Inelastic analysis of steel frames for multistory buildings.
Computers & Structures, pages 707713, 1985.
[4] American Institute of Steel Construction (AISC). Manual of steel construction. VII
edizione, New York, 1970.
41