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dl Sara CaLL


La traduzione in questo testo cruciale, per comprenderne risvolti e valenze che altrimenti
rimangono celati. ormai noto e accettato che le traduzioni della Bibbia risentono di errori, a volte
perfino divertenti (tipo il cammello che dovrebbe entrare nella cruna dellago, quando invece si
trattava di una corda), altre volte meno ameni e meno appariscenti e forse pi insidiosi, che
rischiano di fuorviare nella corretta comprensione del senso del testo. Per non parlare delle
difficolt della piena comprensione della valenza dei termini dellantico ebraico
1
, la lingua di Dio
che, in modo analogo alla lingua degli Egizi, era capace di esprimere almeno tre sensi (che i segni
grafici erano in grado di contenere contemporaneamente) rendendo possibile la trasmissione di
messaggi dai molteplici livelli di significato, con profondit e ampiezza crescenti (senso proprio o
letterale, senso simbolico o figurato, senso sacro o geroglifico)
2
.

Inoltre nelle lingue antiche (egiziano, lingue semitiche e indoeuropee), la stessa radice esprimeva
contemporaneamente significati opposti, come forte/debole, grande/piccolo,
3
a testimonianza, come
nota Dethlefsen,
4
della comunit che si cela dietro ogni polarit.
Tale era il genio dellantico ebraico, lingua che per gi sei secoli a.C. appariva oscura agli stessi
Ebrei, a seguito di varie vicende storiche, culminate nella schiavit di Babilonia. Ecco che sorsero
allora varie scuole per linterpretazione degli antichi testi, che diedero vita ai vari Targum
(versioni) e alla necessit di parafrasare il Sepher (libro) di Mos nelle sinagoghe.
5


Ripercorriamo quindi le tappe principali del racconto della Genesi, in una delle traduzioni
consuete
6
; ove necessario la integrer con la traduzione basata sul significato geroglifico, indicando
in parentesi quadra il termine dellebraico antico:
1. Genesi 1,1: In principio Dio [Elohim] cre il cielo e
la terra.
2. Genesi 1,3-5: Dio disse: - Sia la Luce! E la luce
fu. Dio vide che la luce era buona e separ la luce
dalle tenebre e chiam la luce giorno e le tenebre
notte.

Il primo atto della creazione stabilisce la prima
grande dualit: il cielo e la terra.
7
Poi la luce, in s unit,
che viene a sua volta dualizzata in giorno (luce chiara) e
in notte (luce oscura o tenebre)
8
. Da notare che nel senso geroglifico la parola tradotta con luce
indica la potenza del comprendere che ha cominciato a muoversi
9
: fin dallinizio la creazione
mossa dal potere della comprensione o conoscenza, che ne rappresenta pertanto la moti-vazione.
La tradizione egizia attribuisce la creazione al dio Thoth:
Alla fine della notte, ai limiti della luce,
Thoth si specchi nelle cose non ancora create dal Tempo.
Allora fu formulato luniverso.
10


La prima parola della Genesi, e quindi della Bibbia, Bereshit o Brashit, in genere tradotta con In
principio. Ma se si analizzano le singole lettere che la compongono e il loro significato nellebraico
antico, ecco quale ricchezza semantica si rivela:
Nelluniverso la luce del sole fece manifestare la dualit dellesistenza, esprimendo lo Spirito nei
principi maschile e femminile.
11

Il processo continua fino al sesto giorno, in cui Dio decide di creare luomo a sua immagine e
somiglianza:
2

1. Genesi 1,26: E Dio disse: Facciamo luomo [adam] a nostra immagine, a nostra somiglianza, e
domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti
i rettili che strisciano sulla terra.
2. Genesi 1,27: Dio cre luomo a sua immagine; a immagine di Dio lo cre; maschio e femmina li
cre.

Poi nel settimo giorno Dio suggella il compimento della creazione e la consacra, benedicendola.
Questi esseri, simili a Dio, hanno potere supremo e dominano su tutta la terra, per volont di Dio
[Elohim] stesso (Genesi 1,26 e 1,28).

A partire dal versetto 2,4, lantico ebraico introduce un nuovo nome per indicare la divinit:
IHWH o Ihoah. Purtroppo sia Elohim che Ihoah sono tradotti di solito nello stesso modo
12
, Dio o il
Signore Dio, e se ne perde la differenza che invece il testo antico aveva evidentemente voluto
sottolineare. Come evidenzia Sibaldi, Elohim un termine plurale collettivo, indica una
molteplicit, e casomai dovrebbe essere tradotto con tutti gli Dei; Sibaldi sceglie Tutta-la-
Divinit
13
. Antonio Gentili traduce con Essere divino.
14
Quando si tratta di creare luomo, entra
in scena IHWH, Ihoah che tra gli Elohim ha la particolare funzione di
permettere a Tutta-la-Divinit di essere, di manifestarsi nella realt terrena, nello spazio e nel
tempo terreno. Ihoah diventa per noi lunico Nome personale, lunico volto della Divinit, nella
nostra realt terrena il Dio della terra. Gli Elohim, per noi, rimangono altrove, pi su.
15

Parfitt ancora pi esplicito e afferma:
se esaminiamo la parola Elohim, di solito tradotta Dio, troviamo un affascinante mistero. Il termine
ALHIM in ebraico composto dal femminile ALH e dal maschile plurale HIM. Quindi la parola
esprime lunit dei principi maschile e femminile. solo nel secondo capitolo [della Genesi], quando
la creazione stata posta in essere, che viene usata la parola IHVH per indicare Dio.
16

Gabriele Mandel specifica che il cosiddetto Tetragramma, ovvero le quattro lettere mistiche IHVH,
derivato dal radicale semitico che significa essere, alla terza persona sia in forma verbale
semplice (Egli ), sia in forma verbale causativa (Egli fa essere).
17

Colui-che-, ovvero Ihoah, ha il potere di stabilire dei confini, necessari per la definizione delle
forme manifeste; assegna agli adam il compito di imporre un nome a tutti gli altri esseri che
popolano la terra, accettando qualsiasi scelta degli esseri umani: in qualunque modo luomo avesse
chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome (Genesi 2,19).

C una prima stranezza nel passo della Genesi 1,27
18
che pare contenere addirittura un errore di
sintassi: luomo maschio e femmina li cre; poi in Genesi 2 la narrazione continua con una
seconda stranezza, ripetendo apparentemente ci che gi avvenuto, ovvero la creazione della
donna tratta dalluomo:
1. Genesi 2,18: Poi il Signore Dio disse: Non bene che luomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli
sia simile.
2. Genesi 2,21: Allora il signore Dio fece scendere un torpore
sulluomo, che sia addorment; gli tolse una delle costole
[tzela]
19
, e rinchiuse la carne al suo posto.
3. Genesi 2,22-23: Il signore Dio plasm con la costola che aveva
tolta alluomo, una donna e la condusse alluomo. Allora luomo
disse: Questa volta essa carne della mia carne e osso delle mie
ossa. La si chiamer donna [isha] perch dalluomo [ish] stata
tolta.

Le due stranezze segnalate possono essere in realt indizi per
riconoscere che la narrazione di Genesi 1 e quella di Genesi 2
(dal versetto 18 in poi) si riferiscono a due livelli diversi
della creazione e riguardano creature diverse.
In Genesi 1 (e Genesi 2,1-17) si narra infatti della creazione
3

delluomo inteso come essere umano (adam significa Umanit
20
) e tale essere androgino, cio
maschio e femmina insieme. Luomo e la donna, intesi come creature distinte sul piano sessuale,
vengono invece alla luce in Genesi 2,18-22, in seguito alla separazione della parte maschile da
quella femminile dellandrogino originario.
Se questa lettura del testo biblico pu sembrarci insolita, vale la pena di ricordare che essa non
certo nuova
21
. La tradizione esoterica ebraica ha sempre mantenuto la consapevolezza
dellandroginia di Adam, come si evince da questo passo dello Sepher Ha-Zohar (Il Libro dello
Splendore)
22
:
Quindi la Scrittura dice: lo bened e gli diede il nome di Adamo, poich Dio non benedice che
quando il maschio e la femmina sono uniti. Il maschio solo non merita neanche il nome di uomo,
fintanto che non unito alla femmina; per questo che la Scrittura dice: E diede loro il nome di
uomo.
Analogamente nel Mildrash aramaico del Bere!t-Rabb
23
linterpretazione biblica chiara:
Quando il Santo, che Egli sia benedetto, cre luomo, lo cre ermafrodita [androgino], come detto:
maschio e femmina li cre e chiam il loro nome Adamo.
I primi cristiani conservavano questa conoscenza che, come ricorda Elemire Zolla
24
, and
perdendosi nel periodo intercorso tra San Paolo e santAgostino (circa 430 d.C.) e che sopravvisse
negli ambienti gnostici e nella tradizione ermetica (Ermete Trismegisto), per ricomparire
nellAlchimia.
25

Anche Filone dAlessandria (20 a.C 50 d.C.) aveva affermato che le due narrazioni si riferiscono
a due livelli o piani distinti della creazione, specificando che il primo si riferisce al piano delle Idee
in senso platonico (lideazione divina, il progetto) e al genere maschile e femminile; luomo e la
donna, come esseri distinti sul piano sessuale, compaiono nella seconda fase della creazione, quella
in cui dal piano ideativo si passa al piano attuativo o delle forme:
avendo abbozzato prima il genere uomo, nel quale sono compresi, come dice Mos, il Genere
maschio e il Genere femmina, da ultimo produce la forma sensibile, che poi rappresentata da
Adamo
26
.

A questo punto la somiglianza tra il mito di Platone e la creazione biblica diviene praticamente
totale, perfino nei particolari (come la ricucitura della carne dopo la separazione delle due parti
dellandrogino
27
), al potere sulla terra (simile a quello divino) che gli androgini hanno. Oltre il gi
menzionato Filone dAlessandria, nel 1500 anche Giuda Abarbanel, detto Leone Ebreo
28
, mette in
luce il parallelismo tra Platone e il racconto biblico della creazione, svolgendo unanalisi
sorprendentemente intuitiva dellAdamo bipersonale, e distinguendo Maschile e Femminile da
uomo e donna, attribuendo sia alluomo che alla donna la polarit interiore dellAdamo bipersonale.
Landroginia del primo Adam pu essere daltra parte desunta anche dal suo essere a immagine e
somiglianza di un Creatore il cui nome IHVH significa:
(I) il Padre, (H) la Madre e (VH) landrogino cosmico, o Figlio-e-Figlia
29

Lo Sepher Ha-Zohar esplicitamente afferma:
Rabbi Abba disse il primo uomo era maschio e femmina insieme poich la scrittura dice: - E
Elohim disse: facciamo luomo a nostra immagine
e somiglianza (Gen. 1,26). precisamente perch
luomo rassomigliasse a Dio che fu creato maschio
e femmina insieme.
30

E prosegue:
ogni figura che non presenti in s il maschio e la
femmina non rassomiglia alla figura celeste. il
Santo non elegge domicilio l dove il maschio e la
femmina non sono uniti.
31

Riecheggiano le parole del Cristo: Dove sono due o
tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro
(Matteo 18,20).

4

Proseguiamo con la narrazione e torniamo ai nostri adam,
ancora indivisi, il cui potere sulla terra assoluto; sono al centro del
giardino di Eden, di cui sono responsabili
32
, in piena armonia con la
terra e con Dio, e con loro stanno lalbero della vita e lalbero della
conoscenza del bene e del male.
Questa la versione a noi nota, ma lanalisi del senso geroglifico
svela significati sorprendenti:
! Giardino dellEden [GaN-BieDeN MiQeDeM] una
cinta (recinzione) nella sfera temporale delleternit
33

! Albero [eTZ] della vita e albero della conoscenza del bene
e del male la crescita della vita e la crescita della
conoscenza del bene e del male. La parolaeTZ indica il
tendere di una sostanza verso il suo termine naturale
34
.
Ihoah istruisce gli androgini: se crescerete nella conoscenza del
bene e del male, cio se entrerete nel mondo della polarit, diverrete passibili di morte, ovvero
sperimenterete per prima cosa la polarit della Vita, la nascita e la morte, collegate alla dimensione
del Tempo, nella quale siete stati posti.
Ma Dio (Genesi 2,18) non vuole che lessere umano, androgino, sia separato da se stesso (solo)
35
,
ovvero inconsapevole di s, poich tutto mosso dalla volont di crescita della consapevolezza. Per
conquistare tale consapevolezza, allessere umano serve un aiuto che gli sia simile/che gli stia
come di fronte, che lo rispecchi. Nessuna delle creature pu svolgere questo ruolo e Dio allora,
mentre landrogino si trova in un torpore estatico, separa il suo lato [tzela] femminile da quello
maschile. Da questo momento lessere umano non pi androgino, bens uomo e donna, e unaltra
polarit prende forma. Luomo riconosce la donna come laltra met di se stesso: Questa volta essa
carne della mia carne e osso del mio osso. La si chiamer isha, perch da ish stata tratta.
(Genesi 2,23).
Dio sancisce quindi lamore di coppia: Per questo luomo abbandoner suo padre e sua madre e si
unir a sua moglie e i due saranno un essere solo. (Genesi 2,24).
Fino a questo momento luomo e la donna sono ancora in piena unit con Dio, partecipano
della coscienza cosmica senza esserne consapevoli, e come tali non si vergognano della loro nudit.
Ma si risveglia nellanimo umano un desiderio di cibarsi di tale conoscenza (ricordate la tracotanza
di cui parla Platone?) e la femmina, ovvero la parte ricettiva dellessere umano, accetta di entrare
nel mondo della polarit per poter conquistare la conoscenza: Dio sa che quando voi ne mangiaste
[dellalbero/crescita della conoscenza del bene del male], si aprirebbero i vostri occhi e diventereste
come Dio [Elohim!], conoscendo il bene e il male. Il filosofo Giulio Giorello, in modo molto
efficace, descrive questo passaggio dicendo che Eva (la
prima donna) stata la prima scienziata dellumanit.
36

Lessere umano riconosce che la conquista della
conoscenza cosa buona e desiderabile, al fine di realizzare
la pienezza delle cose e universalizzare la propria
intelligenza, e accetta di immettere in se stesso (attraverso
latto simbolico del mangiare) la polarit. Immediatamente
lessere umano diviene cosciente dellesistenza della
polarit, prima fra tutte quella sessuale: e la nudit, di cui
prima non si erano resi conto, appare ai loro occhi. Sono ora
consapevoli di s quali individui separati, distinti gli uni
dagli altri e questo fa loro innalzare attorno a s uno spesso
velo di pianto.
37


Ora che lessere umano capace di conoscenza (ora
cio che la sua coscienza riconosce i due poli della dualit,
3

che come soggetto della conoscenza pu percepirsi separato dalloggetto della conoscenza) anche i
passi del Signore nel giardino diventano udibili e il Signore stesso diventa estraneo, tanto da averne
paura e nascondersi.
Chi ti ha fatto conoscere la polarit? (Genesi 3,11) - gli domanda Ihoah. E lessere umano avanza
un ulteriore passo nella separazione da se stesso e da Ihoah, accusando la parte femminile.
Ihoah maledice il serpente, quale causa di questa scelta degli esseri umani, avverte che la conquista
della conoscenza comporter per gli esseri umani delle difficolt, molti dolori, molti tentativi (i
figli), molto duro lavoro.
Ma c anche la promessa finale di Dio: dopo tutta questa immane fatica tornerai alla terra
da cui fosti tratto. Ecco il ritorno alla casa del Padre (ovvero la legge di evoluzione), che verr
ribadito dal Cristo
38
nella parabola del figliol prodigo. Il ritorno alla casa del padre del figlio che ha
sperimentato la materia in ogni sua forma (ha divorato tutti i tuoi averi con le prostitute Luca
15,30), viene celebrato con grande gioia e feste, perch questo tuo fratello era mortale ed tornato
alla Vita Una, era perduto nel mondo della polarit dove ha riconosciuto se stesso e ha fatto ritorno
allUnit da cui era partito.
39



3/4%

1
Si vedano Fabre dOlivet (2002), A.de Souzenelle (1999) e (2000), Sicuteri (1980), Zolla (1989), Sibaldi (2005) e
(2002).
2
Sibaldi (2005) molto chiaro al riguardo : Nelle versioni consuete della Bibbia, le parole e i nomi vengono tradotti
soltanto al primo livello, con sporadiche incursioni nel secondo livello, e ci perch tali versioni si basano su traduzioni
precedenti (dallebraico al greco, e dal greco al latino) fatte da traduttori che ignoravano la componente geroglifica
dellebraico. In alcuni passi della traduzione dallebraico al greco si ha limpressione che tale ignoranza sia stata
consapevole. Nelle principali traduzioni latine e nelle versioni consuete in lingue moderne tale ignoranza invece
inconsapevole (p. XXXVIII).
E specifica che: In ebraico al primo e la secondo livello la funzione delle lettere dellalfabeto soltanto fonetica,
mentre il terzo livello appunto quello in cui le lettere e le radici da esse composte mostrano che cosa realmente si
nasconda nelle parole, e lo mostrano soltanto nella scrittura (il terzo livello esiste soltanto per gli occhi, pu essere
dunque percepito soltanto in prima persona; nel suono della parola pronunciata esso veramente nascosto, come
diceva Erodoto) (p. XXXVIII).
3
Freud (Compendio 1938 in Opere XI, Boringhieri, Torino, p. 595-6) riprese questa particolare caratteristica delle
lingue antiche per spiegare come linconscio funzioni nello stesso modo, prendendo spunto da un saggio del filologo
Karl Abel, pubblicato nel 1884 e intitolato Significato opposto delle parole primordiali. Vedi anche A.Carotenuto
(2001), p.9.
4
Dethlefsen (1986), p.32.
5
A.Fabre dOlivet La lingua ebraica restituita Edizioni Arch (1983), Edizioni PiZeta, Milano, 2002.
6
La Bibbia di Gerusalemme, Edizioni Dehoniane Bologna, 1974.
7
La presenza di due forze complementari nelle cosmogonie di altre tradizioni messa in luce da Mariella Lancia
(1992), p.54. Si veda anche R. Pettazzoni, Miti e leggende, UTET e Boschi (2003), p. 113-115. E anche la nota 5.
8
Il parallelismo con la cosmogonia cinese perfetto, come segnala Giulia Boschi (2003) citando il testo taoista
Huainanzi : luno non pu generare, perci si divise trasformandosi in Yin e Yang (p.113). E prosegue: In maniera
analoga alle concezioni cosmogoniche di altre culture, il venire in essere del mondo passa attraverso la separazione di
principi opposti e complementari che erano dapprima indistinti. Secondo la Genesi, nel primo giorno della creazione
Dio distinse la luce dalle tenebre. Letimologia dei caratteri di Yin e Yang rimanda al concetto di ombra e luce; essi
rappresentano graficamente il versante ombreggiato e il versante assolato di una collina (p.114).
9
Luce in ebraico aOR: la prima lettera, laleph, il segno della potenza, la lettera O il segno dellintelligenza oltre
che della luminosit, la lettera R il segno del movimento. Il significato geroglifico della luce che compare allinizio del
Libro dunque la potenza del comprendere che ha cominciato a muoversi (p.XXXVIII).
10
Boni (2002) p.59.
11
Beth = una cosa, un contenitore (luniverso)
Resh = il sole
Alef = linizio
Shin = lo Spirito
Yod = il principio maschile
Teth = il principio femminile
6


In Parfitt (1999) p.59.
12
Nel fatto che per indicare la Divinit siano usati due nomi, Elohim e IHWH, la totalit dei critici non vede un
significato da penetrare, ma la prova certa che il Libro sia un maldestro accostamento di testi diversi, compiuto da
redattori indifferenti ai problemi della coerenza in Sibaldi (2005), p. XXVII.
13
Sibaldi (2005), p.5. E a pagina 213 specifica: eLoHIM il plurale della parola eLoH Dio che formata dalla
radice L, il cui significato : la potenza che si espande intorno e in alto, la potenza divina, con laggiunta della
lettera H, che il segno della vita.
14
Gentili (1987), p.23
15
Sibaldi (2005), p.33-34. A pagina 33: il participio presente del verbo essere, con laggiunta della lettera I, che
il segno del manifestarsi e della durata temporale. Colui che si manifesta nellessere questo significa propriamente il
nome Ihoah. Annick De Souzenelle (2001, p.21) indica YHWH con IO SONO in divenire dessere.
16
Parfitt (1999), p.59.
17
Mandel (2000), p.141. Nella tradizione indiana troviamo ugualmente due termini distinti per indicare la Divinit.
Come spiega Boni (2002), p.324: Lazione, il cambiamento non avviene nella parte di Dio chiamata Purusha, ma in
quella parte del Divino chiamata Prakriti. E cita la Bhagavad Gita (IV,20): Purusha non crea il mondo n lattivit n
loggetto, n lunione dellazione e dei suoi frutti. Prakriti che crea tutto questo.
18
Come riporta Gentili (1987), p.44: La complementarit dei sessi aveva gi colpito lautore di Gn 1,27
(zakar/maschio significa puntuto e neqebah/femmina significa perforata. Questa complementarit molto
interessante e la esplorermo nel capitolo terzo.
19
Tzela significa involucro, derivando da tzel, lato e anche ombra. Cf. Sibaldi (2005), p.47 e 217.
20
Sibaldi (2005), p.19. Evdokimov scrive: La creazione di Adam (e Adam in ebraico un termine collettivo) la
creazione della cellula umana originaria, delluomo come uomo-donna, degli elementi maschili e femminili, nella loro
fusione originaria ancora indifferenziata. (1980), p.141.
21
Per un approfondimento degli autori che hanno rintracciato nella Genesi landrogino originario si vedano: Zolla
(1989), Wolff (2003), p.70-87, Sicuteri (1980), p.14.
22
J. De Pauly (a cura di), Il libro dello Zohar, Atanor, 1978, (I,55b). Si veda anche Sicuteri (1980) p.11-18.
23
T. Federici (a cura di), Commento alla Genesi, Bere!t-Rabb, U.T.E.T., Torino, 1978, p.70.
24
Zolla (1989), p.75.
25
Ai rapporti tra alchimia e psiche Jung ha dedicato unopera monumentale, Psicologia e alchimia, Boringhieri, Torino,
1981.
26
Vedi Filone dAlessandria, La creazione del mondo. Le allegorie delle leggi a cura di G. Reale, Rusconi, Milano,
1978, p.215-6. Si veda anche Carotenuto (2001), p.118.
27
Bere!t-Rabb (vedi nota 26) ancora pi preciso: Quando il Santo, Egli sia benedetto, cre luomo, lo cre bifronte,
lo seg e ne risultarono due schiene, una di qua e una di l.
28
Di Leone Ebreo giunta a noi lopera Dialoghi dAmore; si veda Scrittori dItalia, Ed. Santino Caramella, Bari, 1929
29 Zolla (1989), p.65. A pagina 28 Zolla evidenzia il parallelismo con il Vedanta: Secondo il Vedanta, la donna emerge
nel vuoto lasciato da una contrazione dellIdentit Suprema. Lassoluto (Atman), secondo la Brhadranyaka Upanisad
(I,IV,1-3), era in origine ununica persona, unidentit io sono simile a una coppia uomo-donna congiunti.
30
J. De Pauly (a cura di), Il libro dello Zohar, Atanor, 1978, citato in Sicuteri (1980), p.12.
31
Op.cit. p.12-13.
32
Genesi II, 15: Il Signore Dio prese luomo e lo pose nel giardino di Eden, perch lo coltivasse e lo custodisse.
33
Sibaldi (2005) p.37 e 220-221.
34
Sibaldi (2005) p.22 e 215.
35
A.de Souzenelle (2000) p.28
36
Intervista in Le Storie di Corrado Augias, Raitre, 3 aprile 2007.
37
Questo passaggio corrisponde, nelle versioni comuni, alla traduzione, decisamente fuorviante: intrecciarono foglie di
fico e se ne fecero cinture Genesi 3,7. Si veda Sibaldi (2005) p.55 e 224 e A.de Souzenelle 1- (2000) p.225.
38
Faccio spesso ricorso a massime tratte dal Nuovo Testamento con lo stesso spirito espresso da Hermann Hesse: non
come comandamenti, ma come espressione di una straordinaria, profondissima conoscenza dei misteri dellanimo
umano. (La cura, p.132).
39
Perch questo tuo fratello era morto ed tornato in vita, era perduto ed stato ritrovato - Luca 15, 32





Bibliografia

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