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C leggere un bando
C leggere un bando
La seconda parte dell’articolo sulle norme per una corretta lettura in vista del progetto
di Giorgio Sordelli
In altri casi, in modo aggiuntivo ai criteri territoriali o in modo unico, la suddivisione può essere
fatta per tipologie di intervento o di enti che vi possono partecipare.
Il 75% delle risorse è destinato ai progetti da attivare a norma dell’articolo4, commi 2, mentre il
25% è destinato ai progetti da attivare a norma dell’articolo5, comma 1; all’interno di dette
risorse, per ciascun articolo, è dedicato il 50 % alle associazioni di solidarietà familiare e il 50%
agli altri soggetti proponenti(A titolo di esempio riportiamo uno stralcio del nuovo - bando 2002
per l’erogazione di contributi a sostegno di iniziative volte ad un’organica ed integrata azione a
favore della famiglia, ai sensi della L.R. 23/ 99 “Politiche regionali per la Famiglia”. Regione
Lombardia, DGR n° VII/9057 del 15.5.2002, pubblicata sul Bollettino Ufficiale delle Regione
Lombardia n.23 del 4.6.2002- supplemento straordinario).
Ma perché dobbiamo perderci in mezzo ad una quantità di numeri e cifre non sempre facilmente
comprensibili?
In primo luogo la lettura di questo dato ci consente di capire l’entità delle disponibilità finanziarie e
di conseguenza avere una prima idea sull’orientamento, da parte dell’ente erogatore, verso quel tipo
di area progettuale. Ma questo dato assume una rilevanza cruciale associato ad un altro dato: la
quota massima richiedibile per ogni singolo progetto.
Nella quasi totalità dei casi il bando prevede una cifra massima richiedibile e quindi finanziabile per
il progetto; la cifra totale a disposizione divisa la quota massima richiedibile ci permette di capire
quanti progetti, nella ipotesi in cui tutte le domande chiedessero il massimo, potrebbero essere
finanziati.
…….stanziamento di Euro 1.032.913,79……………. Il costo complessivo del progetto per cui si
richiede il finanziamento non potrà superare il 10% dell’ammontare complessivo del fondo
citato(A titolo di esempio si riporta la circolare del 5/06/2002 “Modalità per la presentazione di
progetti sperimentali di volontariato di cui all’articolo 12, comma 1, lettera d), della legge 11 agosto
1991, n. 266, finanziati con il Fondo per il volontariato istituito ai sensi dell’articolo 12, comma 2,
della legge 11 agosto 1991, n. 266).
.
Cosa vuol dire concretamente?
Proviamo a vedere il calcolo:
Stanziamento 1.032.913,79
Quota massima richiedibile 103.291,379
Numero minimo di progetti finanziabili 10
In base all’esperienza ed ad alcuni calcoli statistici, sulla media tra chi chiede il massimo e chi
chiede cifre inferiori, che il numero minimo al massimo può raddoppiare; nel caso citato possiamo
stimare che al massimo verranno finanziati 20 progetti.
Da questo esempio si capisce il perché dell’importanza di questo calcolo, apparentemente un po’
complesso: possiamo presentare un progetto in un bando aperto a tutta l’Italia che prevedibilmente
finanzierà al massimo 20 progetti.Visto il numero di Organizzazioni di volontariato, presenti sul
territorio nazionale, e visto che negli anni precedenti erano state inviate circa 400 domande, il
calcolo sulle probabilità di successo è presto fatto.
Vincoli temporali
Ma i vincoli economici non sono gli unici. Dobbiamo anche analizzare quali vincoli temporali il
bando pone. La durata massima è il primo elemento che dobbiamo identificare; quasi sempre i
bandi definiscono un tempo massimi entro cui il progetto andrà realizzato, delimitando in questo
modo le tipologie di azioni realizzabili e la loro possibile realizzazione.
Sapere questo dato ci permette di capire se l’orizzonte temporale che noi avevamo previsto è
coerente con quanto espresso dal bando o se possiamo/dobbiamo ridefinire altri confini, magari
attraverso la scomposizione del progetto in sotto-progetti, per le azioni che avevamo previsto. Altro
dato da ricercare, anche se non sempre è espresso o è posto in modo chiaro e coerente è la data
entro cui il progetto deve terminare. In alcuni casi la data di fine è in relazione alla effettiva data di
inizio del progetto, coincidente con il momento di stipula dell’atto formale tra l’ente erogatore e
l’ente realizzatore del progetto, mentre in altri la data è indipendente, ovvero è fissata a priori in un
dato momento.
Questa seconda modalità è estremamente problematica perché spesso a causa dei ritardi burocratici
nella approvazione del progetto, nella stipula della convenzione ed altri imprevisti di percorso, il
progetto riesce a partire molto a ridosso della data di scadenza, costringendo a realizzare in tempi
molto compressi azioni previste in un modo completamente diverso.
Alcune procedure
Infine esistono altri piccoli vincoli da analizzare. Il più delle volte il bando prevede specifiche
modalità di presentazione, che vanno rispettate, pena la non ammissibilità del progetto. Tra queste
possiamo ricordare l’utilizzo dei formulari appositamente predisposti e i facsimili della domanda di
presentazione che prevedono la presenza di alcuni dati specifici.
Bisogna poi verificare la data entro cui va presentata la domanda, controllando bene se viene
considerata la data di spedizione o la data di arrivo; in alcuni casi il progetto deve arriva entro e non
oltre una certa data (Fa fede la data di protocollo di arrivo), indipendentemente dal mezzo con cui la
domanda perviene e dalla data in cui è stata spedita.
Infine vale la pena controllare se sono esplicitamente previste particolari procedure successive alla
approvazione del progetto. Non sappiamo ancora in questa fase se il progetto verrà approvato, ma
vale la pena sapere quali vincoli ci aspettano nel caso di una sua realizzazione.
Forse anche questa volta sembrano cose complesse e distanti dalle nostre logiche. Evidenziare i
vincoli in anticipo ci permette, però, di non perdere tempo se tali limiti non sono coerenti con la
nostra idea progettuale ed evitano che uno splendido progetto venga dichiarato inammissibile per un
piccolo particolare di cui non abbiamo tenuto conto.