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Come leggere un bando -

La seconda parte dell’articolo sulle norme per una corretta lettura in vista del progetto
di Giorgio Sordelli

Prosegue in questo articolo la riflessione su come leggere un bando.

I vincoli di cui tener conto


Dopo aver accertato che il bando in questione può avere una certa attinenza con la nostra idea e che
abbiamo tutti i requisiti per parteciparvi, dobbiamo iniziare il lavoro di lettura attenta dei dettagli
necessari per la compilazione della domanda o del formulario. Nel fare questo dobbiamo tenere
conto che ogni bando pone dei vincoli, mette dei limiti a ciò che è possibile chiedere e sulle
possibili modalità di realizzazione del progetto stesso.

Vincoli economici e progetti finanziabili


Possiamo dire che i vincoli economici sono di varia natura, alcuni relativi all’insieme dei progetti
finanziabili ed altri specifici per la realizzazione del singolo progetto.
Quasi tutti i bandi definiscono in modo chiaro l’ammontare complessivo delle risorse economiche a
disposizione per il finanziamento dei progetti che saranno ritenuti ammissibili; in molti casi sono
anche evidenziate le suddivisioni interne al budget complessivo. La divisione può essere relativa
alle aree territoriali.
Stabilito di assegnare alle Province l'importo complessivo di 1.807.599,14 euro, ripartito
proporzionalmente al numero delle organizzazioni di volontariato iscritte alla sezione regionale e
alle sezioni provinciali del registro regionale alla data del 31. 12. 2001 come specificato nella
seguente tabella (A titolo di esempio citiamo solo uno stralcio tratto da “Criteri e modalità
per l'erogazione di contributi a sostegno dei progetti presentati dalle organizzazioni di volontariato
per l’anno 2002. Legge regionale 24 luglio 1993, n. 22 " Legge regionale sul volontariato"):

Provincia Quota destinata


Bergamo 299.451,67
Brescia 225.042,46
Como 82.273,59
……. ………….

In altri casi, in modo aggiuntivo ai criteri territoriali o in modo unico, la suddivisione può essere
fatta per tipologie di intervento o di enti che vi possono partecipare.
Il 75% delle risorse è destinato ai progetti da attivare a norma dell’articolo4, commi 2, mentre il
25% è destinato ai progetti da attivare a norma dell’articolo5, comma 1; all’interno di dette
risorse, per ciascun articolo, è dedicato il 50 % alle associazioni di solidarietà familiare e il 50%
agli altri soggetti proponenti(A titolo di esempio riportiamo uno stralcio del nuovo - bando 2002
per l’erogazione di contributi a sostegno di iniziative volte ad un’organica ed integrata azione a
favore della famiglia, ai sensi della L.R. 23/ 99 “Politiche regionali per la Famiglia”. Regione
Lombardia, DGR n° VII/9057 del 15.5.2002, pubblicata sul Bollettino Ufficiale delle Regione
Lombardia n.23 del 4.6.2002- supplemento straordinario).
Ma perché dobbiamo perderci in mezzo ad una quantità di numeri e cifre non sempre facilmente
comprensibili?
In primo luogo la lettura di questo dato ci consente di capire l’entità delle disponibilità finanziarie e
di conseguenza avere una prima idea sull’orientamento, da parte dell’ente erogatore, verso quel tipo
di area progettuale. Ma questo dato assume una rilevanza cruciale associato ad un altro dato: la
quota massima richiedibile per ogni singolo progetto.
Nella quasi totalità dei casi il bando prevede una cifra massima richiedibile e quindi finanziabile per
il progetto; la cifra totale a disposizione divisa la quota massima richiedibile ci permette di capire
quanti progetti, nella ipotesi in cui tutte le domande chiedessero il massimo, potrebbero essere
finanziati.
…….stanziamento di Euro 1.032.913,79……………. Il costo complessivo del progetto per cui si
richiede il finanziamento non potrà superare il 10% dell’ammontare complessivo del fondo
citato(A titolo di esempio si riporta la circolare del 5/06/2002 “Modalità per la presentazione di
progetti sperimentali di volontariato di cui all’articolo 12, comma 1, lettera d), della legge 11 agosto
1991, n. 266, finanziati con il Fondo per il volontariato istituito ai sensi dell’articolo 12, comma 2,
della legge 11 agosto 1991, n. 266).
.
Cosa vuol dire concretamente?
Proviamo a vedere il calcolo:

Stanziamento 1.032.913,79
Quota massima richiedibile 103.291,379
Numero minimo di progetti finanziabili 10

In base all’esperienza ed ad alcuni calcoli statistici, sulla media tra chi chiede il massimo e chi
chiede cifre inferiori, che il numero minimo al massimo può raddoppiare; nel caso citato possiamo
stimare che al massimo verranno finanziati 20 progetti.
Da questo esempio si capisce il perché dell’importanza di questo calcolo, apparentemente un po’
complesso: possiamo presentare un progetto in un bando aperto a tutta l’Italia che prevedibilmente
finanzierà al massimo 20 progetti.Visto il numero di Organizzazioni di volontariato, presenti sul
territorio nazionale, e visto che negli anni precedenti erano state inviate circa 400 domande, il
calcolo sulle probabilità di successo è presto fatto.

Vincoli economici per la realizzazione del progetto


Fatto questo calcolo preliminare è possibile analizzare i vincoli economici interni al progetto. Quasi
tutti i bandi prevedono, anche se con livelli di dettaglio molto diversi tra loro, dei vincoli rispetto ai
costi massimi ammissibili per le singole voci di costo. Si va dal massimo dettaglio degli FSE4 alla
definizione di alcuni parametri generali di alcuni bandi, come ad esempio il bando sulla 266/93 già
citato come esempio prima.
Ad esempio vi possono essere dei limiti rispetto al costo di certe prestazioni, alcune tipologia di
spesa non possono superare una percentuale del costo complessivo del progetto, certe spese sono
riconoscibili solo a certe condizioni e così via.
E’ importante andare a verificare questi vincoli prima di iniziare a scrivere nel dettaglio il progetto
perché alcuni parametri potrebbero non essere congruenti con la nostra idea progettuale. Spesso ad
esempio uno dei vincoli è relativo alle spese per acquisto, affitto e ristrutturazione di beni immobili;
se la nostra idea è di ristrutturare un immobile per farci un certo tipo di servizio, quel bando non
sarà adatto e sarebbe quindi inutile proseguire nel lavoro di progettazione o dovremmo modificare
completamente il taglio di ciò che stiamo ipotizzando.
Infine altro elemento, oramai presente nella quasi totalità dei bandi, è il “cofinanziamento”.
La voce cofinanziamento, introdotta molti anni fa dai progetti europei ed ora presente anche in
alcuni bandi di privati e Fondazioni, ha una sua logica precisa: l’ente finanzia il progetto a patto che
il soggetto che lo realizza investa proprie risorse economiche ed umane. Questa logica, in parte
ereditata dai progetti europei rivolti alle aziende private profit (Molte aziende, molte attività
agricole ed altre attività economiche sono state finanziate in questi anni dai fondi europei, con il
presupposto che, essendo profit, il supporto economico non doveva essere esaustivo e soprattutto
necessario alla continuità dell’attività).
spesso complica le cose a chi, come il più delle volte accade nel mondo del volontariato, non ha
altre risorse e non trae utili dalla proprie attività; utili tali da poter essere reinvestiti in altri progetti.
La percentuale di cofinanziamento richiesto varia molto da bando a bando, a partire dalla tipologia
di azione finanziabile e dalla collocazione territoriale del progetto: si va dal 75% di alcuni bandi di
formazione rivolta ai dipendenti delle imprese (È chiaro in questo caso come la cifra di
cofinanziamento molto alta sia determinata dal fatto che l’azienda che realizza il progetto ne ha un
vantaggio molto elevato, visto che probabilmente quel tipo di azione l’avrebbe dovuta realizzare
comunque) al 10% di alcuni bandi rivolti esclusivamente alle organizzazioni di volontariato.
La quota di cofinanziamento può essere composta da varie voci di costo del progetto (Attenzione
perché alcuni bandi possono porre dei limiti a tali voci e bisogna tenerne conto per non incorrere in
gravi problemi in sede di rendicontazione; problemi che possono andare dall’esborso di tasca
propria di somme di denaro non previste all’invalidazione totale del progetto), quali ad esempio il
costo dei dipendenti coinvolti nel progetto, il costo presunto derivante dall’uso di proprie strutture e
risorse, da risorse finanziarie proprie o di altri enti partner del progetto, da elargizioni destinate a
tale scopo da parte di sponsor privati e molte altre ancora.
Solo da pochissimo tempo, proprio per venire incontro alle organizzazioni di volontariato, è
possibile valorizzare il lavoro volontario; ovvero è possibile mettere come quota di cofinanziamento
il costo presunto del lavoro volontario. Non viene cioè pagato il lavoro dei volontari, ma si
riconosce che quanto prodotto gratuitamente dai volontari è quella parte che l’organizzazione mette
per la realizzazione del progetto.
Nonostante abbia degli innegabili rischi, questa nuova modalità permette agli enti di volontariato di
partecipare ai bandi progettuali.

Vincoli temporali
Ma i vincoli economici non sono gli unici. Dobbiamo anche analizzare quali vincoli temporali il
bando pone. La durata massima è il primo elemento che dobbiamo identificare; quasi sempre i
bandi definiscono un tempo massimi entro cui il progetto andrà realizzato, delimitando in questo
modo le tipologie di azioni realizzabili e la loro possibile realizzazione.
Sapere questo dato ci permette di capire se l’orizzonte temporale che noi avevamo previsto è
coerente con quanto espresso dal bando o se possiamo/dobbiamo ridefinire altri confini, magari
attraverso la scomposizione del progetto in sotto-progetti, per le azioni che avevamo previsto. Altro
dato da ricercare, anche se non sempre è espresso o è posto in modo chiaro e coerente è la data
entro cui il progetto deve terminare. In alcuni casi la data di fine è in relazione alla effettiva data di
inizio del progetto, coincidente con il momento di stipula dell’atto formale tra l’ente erogatore e
l’ente realizzatore del progetto, mentre in altri la data è indipendente, ovvero è fissata a priori in un
dato momento.
Questa seconda modalità è estremamente problematica perché spesso a causa dei ritardi burocratici
nella approvazione del progetto, nella stipula della convenzione ed altri imprevisti di percorso, il
progetto riesce a partire molto a ridosso della data di scadenza, costringendo a realizzare in tempi
molto compressi azioni previste in un modo completamente diverso.

Alcune procedure
Infine esistono altri piccoli vincoli da analizzare. Il più delle volte il bando prevede specifiche
modalità di presentazione, che vanno rispettate, pena la non ammissibilità del progetto. Tra queste
possiamo ricordare l’utilizzo dei formulari appositamente predisposti e i facsimili della domanda di
presentazione che prevedono la presenza di alcuni dati specifici.
Bisogna poi verificare la data entro cui va presentata la domanda, controllando bene se viene
considerata la data di spedizione o la data di arrivo; in alcuni casi il progetto deve arriva entro e non
oltre una certa data (Fa fede la data di protocollo di arrivo), indipendentemente dal mezzo con cui la
domanda perviene e dalla data in cui è stata spedita.
Infine vale la pena controllare se sono esplicitamente previste particolari procedure successive alla
approvazione del progetto. Non sappiamo ancora in questa fase se il progetto verrà approvato, ma
vale la pena sapere quali vincoli ci aspettano nel caso di una sua realizzazione.
Forse anche questa volta sembrano cose complesse e distanti dalle nostre logiche. Evidenziare i
vincoli in anticipo ci permette, però, di non perdere tempo se tali limiti non sono coerenti con la
nostra idea progettuale ed evitano che uno splendido progetto venga dichiarato inammissibile per un
piccolo particolare di cui non abbiamo tenuto conto.

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