L’OSSERVATORE ROMANO

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 29 febbraio-1 marzo 2024)

GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXIV n. 50 (49.565) Città del Vaticano giovedì 29 febbraio 2024

Oltre 100 morti e più di 700 feriti

Un giovane padre palestinese, rifugiato con la
sua famiglia da oltre quattro mesi nella par-
Raid di Israele
Lettera da Gaza
rocchia della Sacra Famiglia di Gaza City
per sfuggire ai bombardamenti israeliani, ha
scritto al nostro giornale. Pubblichiamo la let-
tera ricevuta, che ha indirizzato al figlio in sulla folla
Perdonami a Gaza City
occasione del compleanno nella tragica circo-
stanza della guerra in corso.

I
n questo giorno, quattro anni fa,

figlio mio
Dio mi ha benedetto con il dono TEL AVIV, 29. Il fragore del conflitto tra Israele
più bello e più prezioso: mio fi- e Hamas non accenna a diminuire: sono oltre
glio Maher. Egli è la mia anima, la cento i morti e più di 700 i feriti di un attacco
mia vita, il mio cuore, è tutto per israeliano avvenuto oggi a ovest di Gaza City.
me. Le vittime erano palestinesi in attesa di ricevere
aiuti umanitari, disposti vicino alla rotonda di
Perdonami, figlio mio. Nabulsi in Al-Rashid Street. Testimoni e il cor-
Non avevo consapevolezza o non rispondente della tv del Qatar sul posto riferi-
sapevo che questo sarebbe successo a scono che la folla è stata attaccata con proiettili
noi. di artiglieria, missili di droni e colpi di arma da
Non potevo immaginare di vederti fuoco.
usare un bagno che non fosse quello
della tua stanza o che tu avresti dor-
mito lontano dal tuo cuscino, dai
tuoi giocattoli, dalla tua stanza, dai
colori per dipingere e dal calore del
focolare. Non potevo sapere che
avresti dormito in un materassino sul
pavimento in un luogo strano per
te.

Non potevo immaginare di sentire

un giorno da te che sarebbero arrivati
aiuti dal mare... legna da bruciare per Ulteriori attacchi aerei israeliani si sono ve-
cuocere il pane o il cibo. E tu non sai rificati contro i campi profughi di Nuseirat,
che qui non possiamo comprare il ci- Bureij e Khan Yunis e hanno provocato alme-
bo nei mercati, perché non c’è, e non no 30 vittime. Questi recenti raid, riferisce Ha-
si trova nemmeno un barattolo della mas, portano il bilancio delle vittime dall’ini-
cioccolata che tu ami. zio del conflitto, esploso il 7 ottobre, a oltre
30.000 unità.
Non potevo avere coscienza che Drammatica anche la situazione dei bambi-
tu, figlio mio, avresti saputo cosa è la ni: secondo l’Unicef, a Gaza un milione di
morte e la paura, avresti conosciuto bambini soffre per l’insicurezza alimentare e
cosa significa spostarsi di notte e né nella Striscia sono 6 i minori morti in ospedale
che saresti diventato un esperto mili- per denutrizione e disidratazione. «Chiedia-
tare, per saper distinguere i suoni de- mo alle istituzioni internazionali — dice il re-
gli aerei, delle bombe e dei cannoni sponsabile della sanità a Gaza — di adottare
dei carri armati... E non riesco nem- misure immediate per prevenire la catastrofe
meno a sentire una tua parola... qual umanitaria nel nord della Striscia». Un appel-
è la nostra colpa? lo che gli Stati Uniti sembrano aver raccolto:
secondo la testata «Axios», la Casa Bianca sta-
Perdonami, figlio mio, non avevo rebbe valutando di lanciare aiuti umanitari su
consapevolezza e non sapevo. Gaza da aerei militari dato che le consegne via
Perdonami, ho dimenticato che tu terra sono sempre più complesse.
hai appena quattro anni di vita. Nel frattempo, in Qatar proseguono i nego-
Questo è il nostro destino. ziati tra le parti, anche se le posizioni sono anco-
ra distanti. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh,
Bader Maher Tarazi chiarisce che il movimento «mostra flessibilità
nei colloqui» mirati al raggiungimento di un
accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani e
un cessate-il-fuoco temporaneo. Ma al contem-
po si dice pronto a «continuare a combattere».

MESSAGGI IN BOTTIGLIA SEGUE A PAGINA 3

Piedi Finanza e armi

Il rapporto della Global Alliance ALL’INTERNO
Q
uando la mattina mi alzo, ancora confuso
e senza occhiali guardo le cose dall’alto: for Banking on Values
sono in piedi e le trascendo. Ma la mia Esercizi spirituali: a colloquio
trascendenza ha piccole basi: complesse IL SERVIZIO A PAGINA 2 con il carmelitano scalzo François-Marie Léthel
CON UN’INTERVISTA ALLA PRESIDENTE DI BANCA ETICA
articolazioni di malleolo, astragalo, calcagno,
scafoide, cuboide, cuneiformi e falangi. Io non Abbandonati
sto in piedi grazie a un blocco di granito né sto nelle mani del Padre
su un piedistallo, ma su fragili basi di carne e di
ossa. E a volte pure punto i piedi: il mio è un NICOLA GORI NELL’INSERTO
atto di ostinazione, che esalta la forza di gravità Timori per l’apertura di un nuovo fronte «LA SETTIMANA DI PAPA FRANCESCO»
e punta al basso per piantarli in modo
irremovibile. E a volte pesto i piedi altrui, e poi Transnistria: i separatisti chiedono aiuto a Mosca Si celebra venerdì 1° marzo il World Day of Prayer
mi dispiace. Certo, se una cosa la faccio coi piedi La testimonianza delle donne palestinesi
è perché la faccio male. Quando invece procedo CHIŞINĂU, 29. Timori incombono per la panti al congresso dei deputati, che si è te-
coi piedi di piombo è perché mi muovo con possibile apertura di un nuovo fronte nel nuto a Tiraspol, su iniziativa del leader del- Forte come un ulivo
delicatezza, lentamente, nel prendere decisioni conflitto ucraino, che potrebbe interessare la Transnistria, Vadim Krasnoselsky.
che non vanno affatto prese alla leggera. E so la vicina città portuale di Odessa. Le autori- La Russia ha subito risposto, afferman- la speranza di pace
y(7HA3J1*QSSKKM( +&!z!@!"!#

anche procedere in punta di piedi, quasi
accennando un passo di danza. Ma ci sono
momenti in cui sento di avere le ali ai piedi. Ed
è solo allora che so di essere sveglio, e posso
iniziare la giornata.
di ANTONIO SPADARO
tà dell’autoproclamata repubblica della
Transnistria, entità separatista filorussa sul
territorio della Moldova, hanno detto che
intendono chiedere «aiuto» alla Russia
contro non meglio precisate «pressioni»
del governo di Chişinău. Lo riferisce l’a-
genzia russa Tass, spiegando che la decisio-
ne è stata presa all’unanimità dai parteci-
do che la «protezione» degli interessi dei
suoi «compatrioti» in questo territorio è D ONATELLA COALOVA A PAGINA 7
una «priorità». «Tutte le richieste vengono
sempre attentamente valutate dai diparti-
menti russi competenti», ha osservato in
una nota il ministero degli Affari esteri di
NOSTRE
INFORMAZIONI
SEGUE A PAGINA 3 PAGINA 8
pagina 2
Finanza e armi: il rapporto della Global Alliance for Banking on Values
L’appello della Gabv per invertire la tendenza: «La finanza smetta di investire sulle guerre»
La cifra record di mille miliardi di dollari
a sostegno dell’industria militare
di VALERIO PALOMBARO
«L
a guerra ali-
menterà sé
stessa»: que-
sta frase delle
storico romano Tito Livio è
particolarmente attuale oggi,
in un’epoca in cui il prolifera-
re delle guerre nel mondo in-
nesca una spirale apparente-
mente ineluttabile di aumento
delle spese militari. Una ten-
denza preoccupante, che nel
2023 ha raggiunto nuovi re-
cord, e che riguarda da vicino
il mondo della finanza: quasi
1.000 miliardi di dollari (959)
sono stati utilizzati in due an-
ni dalle istituzioni finanziarie
globali per sostenere la pro-
duzione e il commercio di ar-
mi. A denunciarlo è il rappor-
to “Finanza per la guerra. Fi-
nanza per la pace”, presentato
ieri dalla Global Alliance for
Banking on Values (Gabv),
l’alleanza mondiale delle 71
banche “etiche” riunitasi per
la prima volta in Italia, tra
Milano e Padova, dal 26 feb-
braio a oggi.
«Le banche e l’industria fi-
La guerra in Ucraina
La diplomazia non riesce più a parlare di pace
Von der Leyen
chiede all’Europa di armarsi
STRASBURGO, 29. «Una
guerra in Europa forse non
è imminente, ma non è im-
possibile». Lo ha dichiara-
to ieri la presidente della
Commissione europea, Ur-
sula von der Leyen, inter-
venendo nella plenaria del
Parlamento Ue a Strasbur-
go.
I progressi fatti finora
nel campo della difesa, ha
affermato, «dimostrano
che l’Europa ha iniziato a
comprendere l’urgenza e la
portata della sfida che ci
aspetta. Ma c'è molto altro
da fare, dobbiamo muover-
ci velocemente, prepararci.
E tutto ciò inizia con l’ur-
gente necessità di ricostrui-
re, rifornire e modernizza-
re le forze armate degli
Paesi membri». Gli Stati
devono capire che «la pace
non è permanente» e per
questo l’Ue deve investire
maggiormente nelle armi,
ha precisato, «dando prio-
rità agli appalti congiunti
nel settore della Difesa,
proprio come abbiamo fat-
to con vaccini o con il gas
naturale».
A riguardo, Von der Le-
yen ha annunciato un fi-
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
Unicuique suum Non praevalebunt
Città del Vaticano
www.osservatoreromano.va
nanziaria non sono semplici
intermediari di denaro, ma
agenti critici del cambiamen-
to», si legge nella premessa
del dettagliato rapporto di 32
pagine. Più della metà dell’in-
vestimento totale nell’indu-
stria bellica, oltre 500 miliardi
di dollari, arriva dagli Stati
Uniti. E sono tutte statuni-
tensi le 12 istituzioni finanzia-
rie che più investono nella
produzione di armi: una clas-
sifica guidata, con 92 miliardi
di dollari, dal gruppo Van-
guard. Le 15 maggiori banche
europee hanno investito in
aziende produttrici di armi
nanziamento che «consen-
tirà di pressoché raddop-
piare la produzione euro-
pea di munizioni, portan-
dola a oltre 2 milioni di
proiettili all’anno entro la
fine del 2025».
Il presidente della
Commissione europea ha
poi confermato che a bre-
ve verrà aperto a Kyiv un
ufficio Ue per l’Innova-
zione della Difesa, «che
avvicinerà sempre di più
l’Ucraina all’Europa e sono le mine antiuomo. Il 1° marzo del 1999, infat-
consentirà a tutti gli Stati
membri di attingere all’e-
sperienza sul campo di
battaglia e alle competen-
ze in materia di difesa in-
dustriale».
Dunque, si continua
purtroppo a guardare al
futuro solo in termini bel-
lici. La diplomazia sembra
aver accantonato ogni pos-
sibilità di dialogo per
giungere alla pace. Una
pace giusta e duratura. E
così sul terreno si continua
a combattere e a morire.
Nelle ultime ore sono
stati segnalati 42 bombar-
damenti aerei, che hanno
colpito 11 comunità dell’o-
blast di Sumy.
ANDREA TORNIELLI
direttore editoriale
ANDREA MONDA
direttore responsabile
Maurizio Fontana
caporedattore
Gaetano Vallini
segretario di redazione
L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 29 febbraio 2024
Non tutto
è un bene di mercato
A colloquio con la presidente di Banca Etica
di GIADA AQUILINO produzione e al commercio non
del «Financial Times» ha mo- sono facilmente reperibili,
N
strato che il portafoglio ordini on possiamo «porre «non sono dati trasparenti,
per nuovi armamenti ha rag- tutto sul tavolo nello quindi avere dei dati aggregati
giunto livelli record nel 2022 stesso modo come se vuol dire avere più database,
e nella prima metà del 2023. la salute, la sanità e le più analisi e provare a compa-
Una tendenza destinata pur- armi avessero uguale valore: non rarli». Eppure, emerge dal rap-
troppo ad aumentare nel bre- tutto è bene di mercato, ci sono porto, degli oltre 959 miliardi di
ve periodo, anche a causa del- dei beni che vanno tutelati e non dollari utilizzati dalle istituzio-
lo scoppio del conflitto tra vanno consegnati ad un mercato ni finanziarie mondiali in tali
Israele e Hamas nell’ottobre finanziario che in questo mo- settori, quasi mezzo trilione di
2023. Fra i dieci titoli mondia- mento ha solo la logica della dollari è fornito dagli Stati Uni-
li che hanno registrato i mag- massimizzazione del profitto». ti, mentre 79 miliardi provengo-
giori progressi da inizio 2024 Anna Fasano, presidente di Ban- no da investitori europei.
ci sono il produttore tedesco ca Etica, si sofferma con «L’O s- «La finanza soffoca l’econo-
di munizioni Rheinmetall e servatore Romano» sui dati mia reale», osservava nel 2015
per un importo pari a 87,72 l’azienda norvegese Kon- emersi dal rapporto “Finanza di Papa Francesco nell’enciclica
miliardi di euro. Un trend gsberg. pace. Finanza di guerra”, pre- Laudato si’: «Non si è imparata la
non dissimile a quello asiati- Le banche etiche, d’altra sentato ieri a Milano. Di fronte a lezione della crisi finanziaria
co, mentre tra le prime 100 parte, vanno controcorrente. quasi mille miliardi di dollari in-
istituzioni finanziarie ad ali- Nella riunione di Milano, ieri, vestiti nel mondo per sostenere
mentare l’industria bellica è stato adottato un Manifesto la produzione e il commercio di
non figurano investitori dal- che condanna tutte le guerre e armi nell’arco di due anni, emer-
l’Africa o dall’America Lati- chiede a alle istituzioni finan- ge chiaro come a livello globale
na. ziarie “mainstream” di inverti- sia in atto «una rincorsa al riar-
Lo scorso anno è stato se- re la tendenza per investire su mo, alla produzione, alla vendita
gnato un nuovo record di una finanza di pace. Un ap- delle armi»: di fatto, fa notare,
spese per la difesa: a livello pello quanto mai urgente vi- «c’è una importante presenza di
globale sono stati spesi 2.240 sto che le spese militari cre- tutto il sistema finanziario che
miliardi di dollari, pari al 2,2 scono in maniera esponenzia- l’alimenta, anche in Europa».
per cento del Pil mondiale, le, mentre si fatica a reperire In un contesto bellico come
con un aumento del 9 per le risorse per servizi essenziali l’attuale, dall’Ucraina al Medio
cento sulla precedente rileva- come la scuola o la sanità. Oriente, non dimenticando il mondiale» e — ricordava — con
zione. In questo scenario il Un’analisi dell’International continente africano e altri con- molta «lentezza» si impara
settore finanziario è molto at- Peace Bureau ha tradotto il flitti cosiddetti dimenticati, «il quella del deterioramento am-
tivo: tra il 2020 e il 2022 ha costo di specifici armamenti 2,2% del Pil mondiale viene in- bientale. La presidente di Ban-
sostenuto l’industria della di- in beni e servizi sanitari: una vestito nelle armi. È un dato im- ca Etica richiama la riflessione
fesa con almeno 1.000 miliar- fregata multiruolo europea portante, soprattutto in relazio- del Pontefice e sottolinea come
di di dollari. E la tendenza si (Fremm) vale lo stipendio di ne alle guerre in corso che han- «non possiamo “finanziarizza-
è ulteriormente acuita con lo 10.662 medici all’anno (media no fatto sì che ci sia stata da par- re” l’economia, sganciando
scoppio delle guerre in Ucrai- dei paesi Ocse); un caccia F- te dei governi la scelta di raffor- quella che è la contribuzione al-
na e in Medio Oriente, che si 35 equivale a 3.244 posti letto zare il proprio sistema di arma- lo sviluppo del benessere del
vanno ad aggiungere ai tanti di terapia intensiva e un sot- menti, in Europa, negli Stati pianeta e delle persone per ren-
conflitti più o meno “dimenti- tomarino nucleare Virginia Uniti, altrove. Perché l’idea che dere tutto all’interno di un mer-
cati” che si trascinano dal Su-
dan al Myanmar solo per ci-
costa quanto 9.180 ambulan-
ze. La metà dei fondi stanziati
si potrebbe avere è che siamo
senza armi e quindi, in un mon-
cato finanziario speculativo».
Le 71 banche che aderiscono al-
tarne alcuni tra i più sangui-
nosi.
dai governi a livello globale
per le forze armate sarebbe
do di guerre, sia necessario cor-
rere al riarmo: questo non è ve-
la Global Alliance for Banking
on Values, tra i promotori del
Lo scoppio della guerra in sufficiente per fornire assi- ro, quella delle armi — precisa — rapporto, non hanno alcuna
Ucraina, nel febbraio 2022, stenza sanitaria di base a tutti è un’industria che non è mai an- esposizione materiale alla pro-
ha fatto salire alle stelle il va- gli abitanti del pianeta e per data in crisi». duzione o al commercio di ar-
lore delle azioni delle imprese ridurre di molto le emissioni Va detto, aggiunge Fasano, mi, evidenzia Fasano. «Proprio
produttrici di armi. Un’analisi di gas serra. che le informazioni rispetto alla riprendendo la Laudato si’, il ri-
chiamo è ad avere un approccio
integrale: attenti a tutto ciò che
facciamo, verificando che il no-
stro agire economico e non eco-
A 25 anni dal Trattato di Ottawa persiste la piaga delle mine antiuomo nomico abbia ricadute positive
sulle persone e sull’ambiente».
«Subdoli ordigni» che ancora uccidono Ecco perché l’attenzione si fo-
calizza su un dato: la metà dei
fondi stanziati dai governi a li-
ROMA, 29. Vietate da 25 anni, ma tuttora mortali: lioni di dollari, in aumento rispetto ai 543,5 milio- vello globale per le forze arma-
ni stanziati nel 2021. Complessivamente, due anni te, oltre 2 miliardi, sarebbe suf-
ti, entrava in vigore la Convenzione sull’interdi- fa sono stati bonificati un totale di 219,31 km di ter- ficiente a fornire assistenza sa-
zione delle mine antipersone, meglio nota come reno contaminato, con la distruzione di 169.276 nitaria di base a tutti gli abitanti
“Trattato di Ottawa”, dal nome della capitale ca- ordigni. Dall’entrata in vigore del Trattato, inol- del pianeta e a ridurre le emis-
nadese dove è stato siglato il documento che proi- tre, almeno 33 Paesi hanno completato l’elimina- sioni di gas serra. «Abbiamo
bisce in tutto il mondo l’uso, lo stoccaggio, la pro- zione delle proprie scorte di mine antiuomo. avuto di recente una crisi sani-
duzione e la vendita delle mine antiuomo, stabi- Da ricordare che già nel 2014, in occasione del- taria che — ricorda la presidente
lendo anche la distruzione di quelle inesplose. Al la terza Conferenza di revisione della Convenzio- Fasano — non ha ancora esauri-
Trattato hanno aderito, finora, oltre 160 Paesi. ne sulle mine antipersona svoltasi in Mozambico, to la sua potenza. Eppure nel
Nonostante ciò, ad oggi questi «subdoli ordigni Papa Francesco ha ribadito — in un messaggio a mondo non esiste di fatto un di-
che ci ricordano la drammatica crudeltà delle firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di ritto alla salute, non investiamo
guerre e il prezzo che le popolazioni civili sono Stato — che tali ordigni «prolungano la guerra e abbastanza e sottraiamo soldi
costrette a subire» — come ha detto ieri Papa Fran- alimentano la paura anche dopo la fine dei con- alla sanità, come pure alla scuo-
cesco all’Udienza generale — mietono ancora vit- flitti. Aggiungono al fallimento umano provocato la, per investire nelle armi, pen-
time. dalla guerra un sentimento di paura che prevale sando che quella sia la garanzia
Il Landmine Monitor riporta infatti che, nel 2022, nello stile di vita e altera la costruzione della pa- per il nostro futuro». Di qui il
si sono registrati almeno 4.710 morti a causa di mi- ce». Pertanto, «convenzioni come quella sulle mi- Manifesto per una finanza di
ne antiuomo e residuati bellici esplosivi in 51 Paesi ne antipersona o quella sulle munizioni a grappo- pace, presentato contestual-
del mondo. Nell’85 per cento dei casi, le vittime lo, non sono solo freddi quadri giuridici, ma rap- mente al rapporto, per condan-
erano civili, metà dei quali bambini. L’azione con- presentano una sfida per tutti coloro che cercano nare «fermamente ogni tipo di
tro le mine, inoltre, inclusi lo sminamento e l’assi- di salvaguardare e costruire la pace e tutelare i più violenza, combattimento o
stenza alle vittime, nel 2022 è stato pari a 798,4 mi- deboli». guerra».
Servizio vaticano:
redazione.vaticano.or@spc.va
Segreteria di redazione
telefono 06 698 45800
Tipografia Vaticana Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia:
Editrice L’Osservatore Romano
Nuovo: semestrale € 275; annuale € 550 Per la pubblicità
segreteria.or@spc.va
Servizio internazionale: Stampato presso la Tipografia Vaticana Rinnovo: semestrale € 250; annuale € 500 rivolgersi a
redazione.internazionale.or@spc.va e srl marketing@spc.va
Servizio fotografico: www.pressup.it
Abbonamento digitale: € 40;
Servizio culturale:
redazione.cultura.or@spc.va telefono 06 698 45793/45794, via Cassia km. 36,300 – 01036 Nepi (Vt) Abbonamenti e diffusione (dalle 9 alle 14):
fax 06 698 84998 Necrologie:
Servizio religioso: pubblicazioni.photo@spc.va Aziende promotrici telefono 06 698 45450/45451/45454 telefono 06 698 45800
redazione.religione.or@spc.va www.photo.vaticanmedia.va della diffusione: Intesa Sanpaolo info.or@spc.va diffusione.or@spc.va segreteria.or@spc.va
giovedì 29 febbraio 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Raid di Israele Il Paese nel caos Naufraga l’imbarcazione diretta in Europa

Attacco in Ciad Almeno 24 migranti

sulla folla a Gaza City
CONTINUA DA PAGINA 1 contro definito dal premier come «produt-
L’arrivo del mese di marzo rende tut-
to più cruciale: la sera del 10 inizierà il
mene del Ramadan e il tema della sicu-
rezza sarà ancora più urgente. Da una
parte Israele ha annunciato provvedi-
menti restrittivi per l’ingresso sulla Spia-
nata delle Moschee - Monte del Tempio,
a Gerusalemme. Dall’altra Hamas ha
fatto appello ai palestinesi affinché va-
dano in massa sullo stesso luogo il pri-
mo giorno di Ramadan. Sulla questione
intervengono anche gli Usa, sollecitan-
do Israele a «facilitare l’accesso» sul po-
sto «per i fedeli pacifici».
Un ulteriore appello affinché tacciano le
armi giunge da una dichiarazione congiun-
ta di Francia e Qatar, dopo un incontro, ieri
all’Eliseo, tra il presidente francese Emma-
nuel Macron e l’emiro qatarino Tamim ben
Hamad Al-Thani. «Ci opponiamo a un at-
tacco a Rafah e chiediamo l’apertura di tut-
ti i valichi, compreso il nord della Striscia di
Gaza», si legge nel documento che ribadi-
sce anche la necessità di un «cessate-il-fuo-
co immediato per consentire l’ingresso de-
gli aiuti umanitari a Gaza».
Si è concentrato, invece, sulle operazioni
militari contro Hamas portate avanti da
Israele il colloquio telefonico avvenuto nel-
la notte tra il ministro della Difesa istraelia-
no, Yoav Gallant, e il suo omologo statuni-
tense, Lloyd Austin. I due, riferisce «The
Times of Israel», hanno discusso anche de-
gli sviluppi lungo il confine libanese, dove
si registrano costantemente lanci di droni e
missili di Hezbollah contro il nord di Israe-
le. Al riguardo, Gallant ha sottolineato ad
Austin che Israele non «tollererà le minac-
ce contro i suoi cittadini e le violazioni della
sua sovranità, e adotterà le misure necessa-
rie per garantire la loro sicurezza».
Sempre ieri, il primo ministro israeliano,
Benjamin Netanyahu, ha avuto un incon-
tro a Gerusalemme con il coordinatore
umanitario dell’Onu, Sigrid Kaag. Un in-
tivo» e incentrato su «le attuali sfide nella
regione e i possibili modi per affrontarle».
Sul fronte palestinese, invece, il presidente
Mahmoud Abbas ha ricevuto a Ramallah
Philippe Lazzarini, commissario generale
dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite
che si occupa dei rifugiati palestinesi. Nel
corso dei colloqui, riferisce la testata pale-
stinese Wafa, Abbas ha ricordato che l’Unr-
wa «fornisce servizi fondamentali ai rifu-
giati palestinesi in conformità con le risolu-
zioni Onu» ed ha esortato quindi la comu-
nità internazionale a sostenere l’agenzia
con i fondi necessari.
Infine, sviluppi sono attesi dall’incontro
intra-palestinese che tiene da oggi a sabato
a Mosca, sotto l’egida della Russia. Vi pren-
dono parte rappresentanti di Hamas, Fatah
e altre forze politiche appartenenti all’Olp,
riuniti con l’intento di trovare un accordo
per un governo di unità nazionale.
Transnistria: i separatisti
chiedono aiuto a Mosca
CONTINUA DA PAGINA
Mosca. Parole, queste, che hanno imme-
diatamente rievocato i fantasmi del rico-
noscimento di Mosca delle repubbliche
filorusse di Lugansk e Donetsk, nel Don-
bass ucraino, che precedette l’invasione
militare dell’Ucraina.
Il governo di Chişinău ha liquidato il
congresso a Tiraspol come «un evento
puramente propagandistico», dicendosi
convinto che la richiesta non costituisce
una minaccia di escalation.
La Transnistria, regione in territorio
moldavo a maggioranza russofona tra il
fiume Dniester e il confine orientale con
contro la sede
dei servizi segreti
N’DJAMENA, 29. Il Ciad è nel caos
dopo un attacco ieri contro la sede
dell’Agenzia nazionale della sicurez-
za di Stato nella capitale, N’D jame-
na, i potenti servizi segreti. Lo hanno
confermato le autorità del Paese afri-
cano, precisando che ci sono «molti
morti». Le immagini che circolano
sui social media mostrano una mas-
siccia presenza di forze militari nelle
strade della capitale, nonché di vei-
coli blindati e carri armati, mentre la
rete internet è stata interrotta.
L’attacco agli uffici della sicurez-
za, hanno indicato fonti del governo,
è avvenuto dopo l’arresto di un uo-
mo accusato di «tentato omicidio del
presidente della Corte suprema».
Solo ieri era stato annunciato il
calendario delle elezioni presiden-
ziali, il cui primo turno si svolgerà il
6 maggio (eventuale ballottaggio il
22) e che con tutta probabilità vedrà
confrontarsi il presidente uscente,
Mahamat Idriss Déby Itno, e l’oppo-
sitore Yaya Dillo. Il 20 aprile del
2021, Déby Itno è stato proclamato
dall’esercito presidente di transizio-
ne, a capo di una giunta di 15 genera-
li, dopo la morte del padre, Idriss
Déby Itno, ferito a morte dai ribelli.
L’opposizione teme il perpetuarsi
di una “dinastia Déby” nel Ciad, che
secondo l’Onu è il secondo Paese
meno sviluppato al mondo.
1 l’Ucraina, con sede amministrativa a Ti-
raspol, si è separata unilateralmente dalla
Moldova in seguito al crollo dell’Urss.
Nel 1992, i separatisti combatterono una
guerra contro il governo filo-occidentale
della Moldova, che si concluse con centi-
naia di morti e con l’intervento dell’eser-
cito russo a fianco dei secessionisti.
In un referendum indetto nel 2006,
non riconosciuto dalla comunità interna-
zionale, il 97,1% degli elettori della Tran-
snistria sostenne l’adesione alla Russia,
assestando un duro colpo alle speranze
della Moldova di seguire la Romania e al-
tri Stati ex comunisti dell’Europa orien-
tale nell’Ue.
morti al largo del Senegal
DAKAR, 29. Almeno 24 migranti
sono morti dopo che la loro im-
barcazione è affondata al largo
della costa di Saint-Louis, nel
nord del Senegal. Secondo i me-
dia locali, l’imbarcazione era di-
retta in Europa. Lo conferma il
governatore della regione di
Saint-Louis, Alioune Badara
Samb, aggiungendo che circa
venti persone sono invece state
tratte in salvo.
La marina nazionale del Sene-
gal si sta occupando della ricerca
dei sopravvissuti tra le 280 per-
sone che sarebbero state a bordo
della barca, partita da Joal, come
riferito dai vigili del fuoco. Il Se-
L’allarme della Santa Sede all’O nu
Libertà religiosa violata
in un terzo dei Paesi del mondo
GIVEVRA, 29. «La discrimina-
zione e la persecuzione dei cre-
denti sono in aumento. La liber-
tà religiosa è violata in quasi un
terzo dei Paesi del mondo, col-
pendo circa 4,9 miliardi di per-
sone»: ha espresso la preoccu-
pazione della Santa Sede mon-
signor Ettore Balestero, nunzio
apostolico e osservatore perma-
nente presso l’Onu e altre orga-
nizzazioni internazionali a Gi-
nevra, intervenuto ieri alla 55°
sessione del Consiglio dei diritti
umani. «In alcuni Paesi occi-
dentali — ha detto —, la discrimi-
nazione e la censura religiosa
vengono perpetrate con il prete-
sto della “tolleranza e dell’inclu-
sione”», mentre «la legislazione
originariamente volta a combat-
tere il “discorso d’odio” è spesso
strumentalizzata per mettere in
discussione il diritto alla libertà
di pensiero, coscienza e religio-
ne, portando alla censura e al
“discorso obbligato”».
Di qui, l’appello di monsi-
gnor Balestrero a non dimenti-
care «la dignità della persona
umana», che è «fondamento
della pace, dei diritti umani,
negal è uno dei principali Paesi
di partenza dei migranti che si
imbarcano lungo la rotta Atlanti-
ca per raggiungere la Spagna e le
isole Canarie.
Non si fermano, intanto, le
partenze e gli sbarchi anche nel
Mediterraneo centrale. La scorsa
notte la nave Sea-Watch 5 ha soc-
corso, in acque internazionali, 45
persone a bordo di un’imbarca-
zione sovraffollata e sprovvista
di giubbotti salvagente. L’ong
tedesca, in accordo con le autori-
tà italiane, ha fatto sbarcare i mi-
granti al porto di Catania, prima
del trasferimento in un centro di
allestito dalla Protezione civile.
della giustizia e della libertà».
Essa, ha concluso, deve divenire
un principio-guida anche nel
settore dell’Intelligenza artifi-
ciale, così da renderla davvero al
servizio, e non in competizione,
con l’umanità.
Mons. Gallagher
in Turchia
per l’Antalya
Diplomacy Forum
Dal 28 febbraio al 2 mar-
zo, il segretario per i Rap-
porti con gli Stati e le Or-
ganizzazioni internaziona-
li, Paul Richard Gallagher,
è in Turchia per l’Antalya
Diplomacy Forum 2024. Nel-
l’ambito del viaggio l’arci-
vescovo ha celebrato ieri
la messa nella cattedrale
di Istanbul e ha avuto og-
gi un incontro con il Pa-
triarca ecumenico Bartolo-
meo.

Domani le prime votazioni dopo la morte di Mahsa Amini

DAL MOND O

Venerdì a Mosca
Il rischio dell’astensionismo sulle elezioni in Iran
i funerali di Navalny
di ISABELLA PIRO 38 per cento della popolazione non è in- curda di 22 anni deceduta nel settembre 5 per cento. Il ripristino delle sanzioni
I funerali del dissidente Ale- formato sulle tempistiche della votazio- 2022, dopo essere stata arrestata perché degli Stati Uniti contro Teheran per non

ksei Navalny, morto il 16 feb-
braio scorso in una colonia
penale nell’estremo nord rus-
so, si svolgeranno domani a
Mosca, nel quartiere sudo-
rientale di Maryno. Subito
dopo le esequie, Navalny ver-
rá sepolto nel vicino cimitero
di Borisov.
Messico: in aumento
gli omicidi politici
Drastico incremento in Mes-
sico degli omicidi politici, a
poche ore dall’inizio della
campagna elettorale in vista
del voto del 2 giugno. Nei
primi due mesi dell’anno se
ne sono registrati ben 14, con
una media di un candidato,
un politico o un attivista
morto ogni quattro giorni, se-
condo i calcoli elaborati dal
quotidiano «Reforma».
C
resce il rischio dell’astensionismo
sulle elezioni parlamentari in pro-
gramma domani, 1° marzo, in Iran:
l’affluenza alle urne è stimata come molto
bassa, nonostante sulla carta siano oltre 61
milioni — su una popolazione complessiva
di circa 88 milioni — gli iraniani chiamati a
scegliere i 290 membri dell’Assemblea
consultiva islamica (ovvero il Parlamento)
e gli 88 componenti dell’Assemblea degli
esperti, ossia l’organismo che ha il compi-
to di eleggere o destituire la Guida supre-
ma del Paese.
Secondo un sondaggio dell’istituto
Gamaan, (Gruppo per l’analisi degli at-
teggiamenti in Iran, con sede nei Paesi
Bassi), circa il 77 per cento degli elettori
non intende recarsi alle urne. Rispetto a
un sondaggio del luglio 2023, la ricerca,
intitolata “Atteggiamenti degli iraniani
verso le elezioni del 2024”, rileva anche
un calo del 10 per cento tra gli indecisi
che ora sono divenuti non elettori. Inol-
tre, il 39 per cento di chi ha votato alle
elezioni dell’Assemblea consultiva del
2019 non lo farà nel 2024, mentre circa il
ne. Gli analisti sono dunque concordi
nell’ipotizzare che le elezioni saranno
dominate da candidati conservatori e ul-
traconservatori, simili a coloro che com-
pongono già l’attuale Parlamento.
In seno a questo organismo, la partita
principale si giocherà tra la lista di
Mohammad Baqer Ghalibaf (conserva-
tore, capo del Parlamento) e quella dei
favorevoli ad Ebrahim Raisi, ultracon-
servatore e attuale presidente della Re-
pubblica islamica. Riguardo all’Assem-
blea degli esperti, lo scenario si presenta
simile: il prossimo 19 aprile l’attuale lea-
der supremo, Ali Khamenei, compirà 84
anni, e da tempo si discute sulla sua
eventuale successione. Gli ultraconser-
vatori temono scelte moderate e per que-
sto il 24 gennaio il Consiglio dei guardia-
ni, organismo costituzionale del Paese,
ha squalificato dalle elezioni, senza spie-
garne i motivi, Hassan Rohani, già presi-
dente dal 2013 al 2021.
Le previsioni di un alto astensionismo
sono dovute in gran parte agli strascichi
della morte di Mahsa Amini, la giovane
non indossava correttamente il velo. Le
imminenti consultazioni, infatti, saranno
le prime a svolgersi dopo la scomparsa di
Mahsa, seguita due anni fa dalle proteste
di migliaia di iraniani scesi in piazza per
manifestare il proprio dissenso. Dissenso
duramente represso dalle autorità del
Paese: secondo le Nazioni Unite, più di
300 persone sono state uccise durante le
manifestazioni, tra le quali più di 40
bambini, mentre l’Agenzia di stampa de-
gli attivisti per i diritti umani (Hrana)
con sede negli Stati Uniti parla di oltre
500 morti, tra i quali 70 minori. Numero-
si anche i manifestanti finiti dietro le
sbarre: la ong Human Rights Activists in
Iran ha registrato oltre 19.700 arresti.
Ma tra i motivi della possibile bassa
affluenza alle urne c’è anche la crisi eco-
nomica che sta attraversando l’Iran da
tempo, aggravata dal recente conflitto
esploso tra Israele e Hamas: secondo le
stime del Fondo monetario internazio-
nale, il valore nominale del Pil avrebbe
dovuto superare i 470 miliardi di dollari
entro il 2022 con tassi di crescita vicini al
aver rispettato con l’accordo sul nucleare
(Jcpoa) ha però mutato il quadro, con
conseguenze pesanti sulle esportazioni
di idrocarburi, nonché sull’andamento
degli investimenti esteri. Ed ora la cresci-
ta economica prevista per il 2024 si aggi-
ra attorno al 2,5 per cento, con un’infla-
zione annuale vicina al 50 per cento. For-
te anche il deprezzamento della valuta
nazionale, il rial, mentre il tasso di disoc-
cupazione sembra attestarsi intorno al 9
per cento. Tutto questo nonostante la
legge finanziaria iraniana 2023-2024 ab-
bia aumentato la tassazione indiretta,
colpendo la fascia più ricca della popola-
zione per cercare di alleviare le condizio-
ni dei più svantaggiati.
Dal canto suo, Ali Khamenei ha esor-
tato la popolazione a partecipare al voto,
sottolineando che esso «serve gli interes-
si nazionali e non gli interessi dei partiti
politici». «Se mostriamo al mondo che il
popolo è presente in situazioni impor-
tanti e determinati — ha aggiunto — sal-
veremo il Paese». Resta da vedere se il
suo invito verrà accolto.
pagina 4
In «La piccola Hempel» la testimonianza
di una sopravvissuta all’eugenetica nazista e all’operazione T4
Gocce di dolore
senza sosta
di SILVIA GUSMANO
«U
chtspringe.
Questo no-
me ha signi-
ficato per me
anni di un’abissale, nera paura.
Questa paura mi stava davanti
come un alto muro di pietra geli-
da. Ho corso contro di lei nel
tentativo di liberarmi e mi sono
procurata nuove, dolorose ferite.
(…) Non voglio continuare a es-
sere una persona di terza classe.
Non voglio nemmeno che mia fi-
glia e i miei nipoti debbano vive-
re con il marchio di avere una
madre e una nonna malata di
mente (…). Non accetterò il
provvedimento in questa forma,
perché non restituisce a me e ai
miei discendenti la dignità uma-
na che ho richiesto nella mia pe-
tizione».
Sono parole preziose e raris-
sime, tratte dalla testimonianza
di una persona scampata alla fe-
rocia dell’eugenetica nazista. Il
suo nome è Elvira Hempel-
Manthey (1931-2014) ed è da po-
co stato tradotto in italiano La
piccola Hempel (Milano, Utet,
2024, euro 19, pagine 224, tra-
duzione e cura di Erika Silve-
stri), il libro in cui ha raccontato
la sua terribile storia.
Sassonia-Anhalt, 1938: Elvira
Hempel ha sette anni quando
viene diagnosticata come
«mentalmente inferiore» per-
ché suo padre, alcolizzato e sen-
za lavoro fisso, è ufficialmente
un «asociale», definizione in
cui rientrano (tra gli altri) sen-
zatetto, mendicanti, vagabondi,
prostitute e sfruttatori, alcoliz-
zati, tossicodipendenti, persone
affette da malattie infettive. In
base alla legge sulla salute ere-
ditaria, bisogna infatti estirpare
Le vittime di sterilizzazione forzata e di eutanasia
sono state a lungo escluse dalle leggi sul risarcimento,
perché non riconosciute perseguitate per motivi razziali.
Questa lotta non può dirsi ancora del tutto conclusa
le tare che minacciano la purez-
za razziale del popolo tedesco:
gli Hempel non sono graditi.
Così il medico che visita la bim-
ba ne chiede il ricovero urgente
presso il manicomio di Ucht-
springe. Qui, nel reparto infan-
tile, Elvira ritrova la sorellina
Lisa di due anni. La struttura è
un inferno: medici e infermieri
concedono una morte «miseri-
cordiosa» a quelle che l’ordina-
mento considera per legge vite
indegne di essere vissute. Sono i
«Spazio antistante la camera a gas».
Sotto, «Cani nella tromba delle scale. Prigione di Brandenburg»
prodromi dell’operazione T4, il
programma di sterilizzazione
forzata ed eutanasia per le per-
sone con disabilità fisiche o
mentali che tra il 1939 e il 1945 ha
ucciso più di 300mila persone
tra bambini e adulti. Perché se il
programma venne formalmente
interrotto nell’estate del 1941
(anche per la condanna del cle-
ro), in realtà le operazioni conti-
nuarono in modo decentraliz-
zato tra istituti e case di cura.
Aktion T4 resta il programma
ancor oggi meno conosciuto e
ricordato tra i crimini nazisti.
Prima di ebrei, rom, sinti e al-
tre categorie di deportati nei
campi di concentramento e di
sterminio, prima anche degli
adulti con disabilità, sono infat-
ti stati i bambini “fragili” a esse-
re soppressi in nome dell’ideo-
logia nazista. Più di 5mila di lo-
ro furono uccisi e i corpi di mol-
ti vennero utilizzati per la ricer-
ca e la sperimentazione da
scienziati tedeschi di fama mon-
diale, e che tali continuarono a
essere anche dopo la fine del na-
zismo.
Con voce limpida, decisa e
sofferente, Elvira Hempel rac-
conta dunque l’infanzia diffici-
le, in una famiglia povera e mar-
ginalizzata, che l’ha catapultata
dritta nella macchina di stermi-
nio nazista. Lei che misteriosa-
mente, seppur arrivata all’in-
gresso della camera a gas, verrà
risparmiata, a differenza della
sorellina («Dove sei finita, Li-
L’OSSERVATORE ROMANO
sa? […] Sei scomparsa dietro a
quella porta di ferro? Cos’è suc-
cesso lì dietro? Tutti i bambini
che sono stati portati lì con me
sono scomparsi dietro quella
porta. […] So che succedeva
qualcosa, dietro quella porta, e
non riesco a dimenticarlo»). È a
Lisa che Elvira dedica il suo li-
bro e la sua battaglia.
Perché crescendo, dopo la
guerra, la salita è ancora terribil-
mente ripida. Le cose restano
difficili e ingiuste nella Germa-
nia del dopoguerra, nella Berli-
no brulicante di rovine, anziani,
Elvira Hempel-Manthey a sette anni viene diagnosticata
come «mentalmente inferiore» solo perché povera.
Rinchiusa nel manicomio di Uchtspringe, riuscirà
a scampare misteriosamente alla camera a gas.
La caduta del nazismo non significherà però la fine delle
tribolazioni per lei: vorrebbe reinserirsi nella società
che l’ha ghettizzata, ma la sua è una storia senza lieto fine
donne e bambini, vuota di uo-
mini, con la minaccia dei soldati
russi e il terrore di essere violen-
tate. Restano difficili nella città
divisa in due dal muro, con una
vita da ricostruire come un’e-
stranea in casa propria. Elvira
Hempel vorrebbe reinserirsi
nella società che l’ha bollata co-
me ritardata e irrecuperabile;
vorrebbe disperatamente un’i-
struzione. E vorrebbe, soprat-
tutto, essere riconosciuta come
vittima, avere finalmente giusti-
zia, chiedendo di essere — lei e
quelli come lei — inclusi tra le
vittime del nazismo al pari degli
altri. La sua lotta (basti ricorda-
re ad esempio che otterrà la re-
voca di quella prima diagnosi
solo nel 1996) non può dirsi an-
cora del tutto conclusa.
Suona paradossale, ma no-
nostante tutto ciò che storici e
storiche hanno ricostruito, la
questione principale sarà quella
di determinare quali gruppi di
persone debbano essere incluse
nelle politiche di risarcimento:
a lungo, infatti, le vittime di ste-
rilizzazione forzata e di eutana-
sia nazista sono state escluse
dalle leggi sul risarcimento per-
ché non riconosciute persegui-
tate per motivi razziali. Negli
anni sono riuscite a ottenere so-
lo alcuni sussidi, il cui importo è
andato lentamente aumentan-
do, ma non era ciò che le vittime
chiedevano. Ricordiamo che il
memoriale nazionale per le vit-
giovedì 29 febbraio 2024
time dell’eutanasia nazista è sta- RILEGGEND O
to inaugurato a Berlino il 2 set-
tembre 2014. E che solo il 27 «Il silenzio di Abram.
gennaio 2017 il parlamento te- Mio padre dopo Auschwitz»
desco ha ricordato anche le vit-
time di questo crimine, quando di Marcello Kalowski
Elvira Hempel sarà morta da tre
anni senza aver visto il pieno ri-
conoscimento a livello legale di
«vittime del nazismo» per per-
L’indicibile
sone come lei.
«Nel 1986 sono seduta da-
vanti alla televisione — racconta
però viene detto
Elivra Hempel — e guardo un
programma sull’eutanasia nel
Terzo Reich. (…) Improvvisa-
mente mi paralizzo (…). Io co-
nosco gli edifici che vengono
mostrati! Quella è la prigione in
cui sono stata anch’io! (…)
adesso inizia la mia lotta per il
riconoscimento dello status di
vittima del nazismo. Tuttavia
nessun ufficio, nessuna autori-
tà, nessuna associazione o orga-
nizzazione si ritiene competen-
te. Sto combattendo contro i
mulini a vento». Sembra vera-
mente impossibile, dopo tutto
quello che è ormai diventato di di GIULIA ALBERICO
dominio pubblico. Per questo,
M
forse, l’ultima parte della storia arcello Kalowski, nato a Roma negli anni Cinquan-
di questa donna è la più doloro- ta, sa che il padre Abram è polacco, di Lodz. Sa che
sa: perché testimonia con chia- apparteneva a una famiglia ebraica benestante ma
rezza estrema la difficoltà di af- proprio perché ebreo, con i suoi, da ragazzino, è stato rin-
frontare ancora apertamente chiuso prima nel ghetto, poi nel campo di Auschwitz da cui è
l’eugenetica nazista da parte di uscito vivo. Abram racconta poco al figlio bambino il quale
istituzioni statali e forze politi- invece è curioso, attratto dal numero tatuato sul braccio del
che tedesche. padre e vorrebbe sapere di Lodz, della sua storia. Abram
«Non riesco a dimenticare qualcosa dice, ma poco e sempre sorridendo. È un uomo mi-
ciò che questa Germania, la mia te, socievole, che ha at-
patria, mi ha fatto. Vengo rico- traversato un inferno,
verata in ospedale. Lì mi chie- una sospensione della
dono cosa mi pesa così tanto. Io Storia, di cui non vuole Alla morte del padre il figlio
rispondo: “Durante la mia in- parlare, non accusa nes- darà voce a quel mutismo
fanzia si è creato un vaso in cui suno men che meno Dio
le gocce sono cadute senza so- perché quello che è sta- che cela l’inferno
sta. Ora il vaso è pieno e traboc- to lo hanno fatto gli uo-
ca. Dentro di me c’è solo un mini. Abram tenta per
anni di ricostruirsi una
vita vera, ma il male sofferto si è incistato dentro di lui e dopo
anni riaffiora e, sempre con docilità, tra una crisi e l’altra, si
lascia andare ad un viaggio senza ritorno, rassegnato ad ar-
rendersi all’impossibilità di cancellare Auschwitz.
Il silenzio di Abram però passa in eredità al figlio. Marcel-
lo, dopo la morte del padre, dopo essere diventato uomo e
aver saputo molto di quello che il padre aveva vissuto e da cui
era scampato, decide di dar voce ad Abram, al suo silenzio.
«Per i pochi che sono riusciti a uscirne vivi, dopo Au-
schwitz è iniziata un’altra esistenza che in nessun caso è riu-
scita a costruire un ponte sospeso che li collegasse alla vita
precedente. Sono io che debbo costruire quel ponte — scrive
Marcello Kalowski ne Il silenzio di Abram. Mio padre dopo Auschwitz
(Laterza 2015) — perché la sua esistenza, subita e vissuta con
coraggio, e le contraddizioni, le angosce, le sue debolezze ac-
grande desiderio di morte. La quistino il senso e la dignità che meritano».
mia infanzia mi ha distrutto”». Un libro pieno di amore, di soave grazia, di sorprendente
E in settant’anni nessuno l’ha capacità di dire l’indicibile. Un atto di amore per Abram e il
aiutata. suo lungo silenzio.
Seducente classicismo
A Roma la mostra su Antonio Donghi «La magia del silenzio»
I
l suo itinerario artistico si è sempre ispirato elaborato dallo scrittore Massimo Bontempelli.
alla riservatezza e al nascondimento. Ha Un movimento che aspira a cogliere la
operato in clima come sospeso, dove il dimensione magica — con screziature oniriche e
buio della discrezione ha prevalso sulle luci surreali — nella realtà, anche nei più minuti
della ribalta. In conformità a questo profilo, la dettagli che la caratterizzano. Per Donghi,
mostra, a Palazzo Merualana a Roma, dunque, la missione dell’artista deve consistere
intitolata La magia del silenzio (fino al 6 maggio) nel raffigurare il quotidiano con la naturalezza
penetra nell’essenza dell’arte di Antonio e lo stupore propri di un bambino. Nelle sue
Donghi, uno dei massimi esponenti del tele lo scenario è immobile: tale immobilità
realismo magico in Italia. L’esposizione investe, invariabilmente, i personaggi, gli
presenta oltre trenta opere dell’artista, nelle oggetti e i luoghi. Il clima derivante da questa
quali si specchia in modo esemplare lo spirito impostazione è contraddistinto da una cifra di
che ha animato il movimento pittorico classicismo sospeso e stilizzato. Tuttavia va
sottolineato che questo immobilismo non si
svilisce in una stucchevole staticità: al
contrario, si risolve in una composta eleganza
che seduce e affascina. Il realismo magico di
Donghi si attesta su una dimensione pacata e
riflessiva, senza estremismi caricaturali. Di
diverso genere è il realismo magico che si
sviluppò nell’Europa settentrionale: esso,
infatti, si propose di abbracciare istanze di più
forte intensità drammatica, come testimoniano
le opere, in particolare, del pittore tedesco
Christian Schad, le quali approdano a un
realismo analitico dell’immagine attraverso
un’attenzione, quasi esasperata, per l’elemento
«Il convento» (1928) ambiguo e il segno simbolico. (gabriele nicolò)
giovedì 29 febbraio 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina I

È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù stesso è stato spinto dallo Spirito nel deserto
per essere provato nella libertà. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare
in una personale decisione di non ricadere schiava (Messaggio per la Quaresima 2024)

L A S E T T I M A N A D I PA PA F R A N C E S C O

di NICOLA GORI

D
i fronte alla super-

Abbandonati
ficialità e all’este-
riorità, oggi c’è bi-
sogno più che mai
di riscoprire l’interiorità, la
profondità, attraverso un’e-
A colloquio sperienza forte dell’amore di

nelle mani
Gesù. Uno strumento fonda-
con il mentale per il cristiano, so-
prattutto in questo tempo
carmelitano quaresimale, è la pratica de-
Conclusa la settimana di esercizi spirituali

gli esercizi spirituali, che

scalzo aiuta a vivere un momento

del Padre
di preghiera intensa e di ab-
François-Marie bandono nelle mani del Pa-
dre e dello Spirito Santo, ac-

Léthel compagnati da Maria, la

Madre di Gesù. Padre Fran-
çois-Marie Léthel, religioso
dei Carmelitani scalzi — che
dal 13 al 19 marzo 2011 pre-
dicò gli esercizi a Benedetto
XVI e alla Curia romana sul
tema: «La luce di Cristo nel
cuore della Chiesa - Giovan-
ni Paolo II e la teologia dei
santi» — ne parla in questa
intervista a «L’O sservatore
Romano» ricordando «la
grande grazia» di quell’espe-
rienza di 13 anni fa ed espri-
mendo «la gioia» di aver
vissuto in comunione con
Francesco il tempo degli
esercizi spirituali quaresimali
che il Pontefice e la Curia
romana hanno compiuto in
modo personale la scorsa
settimana.

Cosa significa fare gli esercizi spiri-

tuali?
Significa dedicare alcuni
giorni per un incontro rinno-
vato con Gesù, immergendosi
nella preghiera profonda. È
un abbandono nelle “due
Mani” del Padre che sono
Gesù e lo Spirito Santo, se-
condo la bella immagine di
sant’Ireneo di Lione. Il proto-
tipo degli esercizi spirituali
sono i dieci giorni tra l’A-
scensione e la Pentecoste,
quando tutti i discepoli di
Gesù, gli apostoli e le donne
erano riuniti nel Cenacolo,
«perseverando nella preghiera
con Maria la Madre di Gesù»
(cfr. At, 1, 14). Così si prepa-
ravano ad accogliere il dono
dello Spirito Santo per uscire

SEGUE A PAGINA IV
«Le anime dei giusti
nelle mani di Dio»
(icona ucraina ortodossa)

Invito le comunità e i fedeli

a dedicare in questo tempo
di Quaresima e lungo quest’anno
di preparazione al Giubileo,
che è “Anno della preghiera”,
momenti specifici per raccogliersi
alla presenza del Signore
(Angelus, 18 febbraio)
pagina II giovedì 29 febbraio 2024
@Pontifex
Affinché la nostra #Quaresima sia concreta,
il primo passo è voler vedere la realtà.
Oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo.
Chiediamoci: arriva anche a noi?
Ci scuote? Ci commuove?
(24 febbraio)
La settimana di Papa Francesco
PER LA CURA DEL CREATO
Il Papa ha manifestato la propria vicinanza alla
popolazione della Mongolia «colpita da un’on-
data di freddo intenso, che sta provocando gravi
conseguenze umanitarie» e che — ha detto al-
l’Angelus del 25 febbraio — «è un segno del cam-
biamento climatico e dei suoi effetti». Da qui
l’invito affinché si intraprendano «scelte sagge e
coraggiose per contribuire alla cura del creato».
SABATO 24
La vita La prima domanda che vi verrà posta cir-
pastorale è ca gli impegni che professerete, recita: «Vo-
un’avventura lete esercitare per tutta la vita il ministero
eucaristica sacerdotale nel grado di presbiteri, come fe-
al servizio deli cooperatori dell’ordine dei vescovi nel
degli altri servizio del popolo di Dio, sotto la guida
dello Spirito Santo?».
In queste parole sembra di vedere tre ele-
menti: essere fedeli cooperatori, porvi al
servizio del popolo di Dio, stare sotto la
guida dello Spirito Santo.
Fedeli Uno può avere l’idea che, una volta di-
cooperatori ventato prete, pastore nel popolo di Dio,
sia giunta l’ora di prendere in mano la si-
tuazione, attuando in prima persona ciò
che aveva desiderato, impostando le situa-
zioni con le proprie idee, quelle che ha più
care in base alla sua storia personale.
Eppure la Chiesa non chiede di essere
leader, ma cooperatori, coloro che “opera-
no con”. Questo è essenziale, perché la
Chiesa, come ricorda il Concilio, è anzitut-
to un mistero di comunione. Il presbitero è
testimone di questa comunione, che impli-
ca fraternità, fedeltà e docilità.
Coristi, insomma, non solisti; fratelli nel
presbiterato e preti per tutti, non per il pro-
prio gruppo; ministri sempre in perenne
formazione, senza pensare mai di essere au-
tonomi e autosufficienti.
Quanto è importante continuare la for-
mazione, in contatto con chi, chiamato ad
accompagnarvi, ha percorso più strada nel
ministero; e farlo con apertura di cuore, per
non cedere alla tentazione di gestire la vita
per conto proprio, diventando prede delle
tentazioni.
Al servizio Non si diventa pastori se prima non si è
del popolo diaconi. Il diaconato non svanisce con il
di Dio presbiterato; è la base su cui si fonda. Sare-
te preti per servire, conformati a Gesù.
Allora c’è da custodire un fondamento
interiore del sacerdozio, che potremmo
chiamare “coscienza diaconale”: come la
coscienza sta alla base delle decisioni, così
lo spirito di servizio è alla base dell’essere
sacerdoti.
Ogni mattina è bene pregare chiedendo
di saper servire; e ogni sera, ringraziando e
facendo l’esame di coscienza, dire: “Signo-
re, perdonami quando ho pensato più a me
che a mettermi al servizio degli altri”.
#PreghiamoInsieme per il martoriato popolo ucraino
e per la Palestina, per Israele e per i tanti popoli dilaniati
dalla guerra. Pensiamo a tanta sofferenza,
pensiamo ai bambini feriti, innocenti.
Seguo con preoccupazione l’aumento delle violenze
nella parte orientale della Repubblica Democratica
del Congo. Mi unisco all’invito dei Vescovi a pregare
per la pace, auspicando la cessazione degli scontri e la ricerca
di un dialogo sincero e costruttivo.
Destano apprensione i sempre più frequenti rapimenti
Ma servire è un verbo che rifiuta ogni
astrattezza: vuol dire essere disponibili, ri-
nunciare a vivere secondo la propria agen-
da, pronti alle sorprese di Dio che si mani-
festano attraverso persone, imprevisti, cam-
bi di programma, situazioni che non rien-
trano nei nostri schemi.
La vita pastorale non è un manuale, ma
un’offerta quotidiana; non un lavoro a ta-
volino, ma “un’avventura eucaristica”. È
uno stile che parla coi fatti più che con le
parole, esprimendo vicinanza.
È non voler bene alle persone per secon-
di fini, ma riconoscendo in loro i doni unici
che il Signore ci ha dato per servirli.
È la gioia di accompagnare prendendo
per mano, con pazienza e discernimento. E
in questa luce, si supera il pericolo di cova-
re amarezza e insoddisfazione per le cose
che non vanno come vorremmo, quando la
gente non risponde alle nostre attese e non
si adegua alle nostre aspettative.
Sotto la guida Allo Spirito, dare sempre il primato. Se
dello Spirito ciò avviene, la vita, come fu per gli Aposto-
li, sarà orientata al Signore e dal Signore.
Altrimenti, quando si conta sulle proprie
forze, si rischia di trovarsi con un pugno di
mosche in mano.
La vita sotto la guida dello Spirito vuol
dire passare dall’unzione dell’ordinazione a
un’“unzione quotidiana”. Gesù effonde lo
Spirito quando stiamo alla sua presenza,
quando siamo intimi alla sua Parola.
Stare con Lui ci permette anche di inter-
cedere davanti a Lui per il Santo Popolo di
Le condizioni Dio, per l’umanità, per le persone che si in-
climatiche estreme contrano ogni giorno.
di Bayanmunkh,
nella provincia (Discorso considerato consegnato ai diaconi
mongola della Diocesi di Roma)
di Khentii (Afp)
L’INVIDIA E LA VANAGLORIA
viste da Filippo Sassoli
Su una iconologia tradizionale l’allegoria dell’invidia di un busto famoso
di Giusto Le Court per rappresentare anche la vanagloria: in-videre come
un sentimento distruttivo che acceca e uccide la comunione, un «demone
— secondo Papa Francesco — che va a braccetto con la vanagloria» che si
nutre di sé «in una autostima gonfiata e senza fondamenti»
L’OSSERVATO
che si verificano in Nigeria. Esprimo al popolo nigeriano
la mia vicinanza nella preghiera, auspicando
che ci si impegni affinché il dilagare di questi episodi
sia arginato il più possibile.
(25 febbraio)
Ho scelto come tema per la 110ª Giornata Mondiale
del Migrante e del Rifugiato “Dio cammina con il suo
popolo”. Riconosciamo nei nostri fratelli e sorelle migranti
il Signore che bussa alla porta del nostro cuore.
#GMMR2024 @vaticanIHD_IT
(26 febbraio)
D OMENICA 25
La luce Il Vangelo della seconda domenica di
di Gesù Quaresima presenta la Trasfigurazione di
Gesù. Dopo aver annunciato la sua Passio-
ne, con Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su
un monte e si manifesta fisicamente in tutta
la sua luce.
Così svela loro il senso di ciò che aveva-
no vissuto insieme. La predicazione del Re-
gno, il perdono dei peccati, le guarigioni e i
segni compiuti erano scintille di una luce
più grande: la luce che è Gesù.
Da questa luce i discepoli non dovranno
più staccare gli occhi, specie nei momenti
di prova, come quelli della Passione.
Ecco il messaggio: non staccare mai gli
occhi dalla luce di Gesù. Un po’ come face-
vano in passato i contadini che, arando i
campi, focalizzavano lo sguardo su un pun-
to preciso e, tenendo gli occhi fissi sulla
meta, tracciavano solchi diritti.
Questo siamo chiamati a fare noi cristia-
ni: tenere sempre davanti agli occhi il volto
luminoso di Gesù.
Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte
tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di
misericordia, di fedeltà, di speranza.
Ci aiutano a farlo la preghiera, l’ascolto
della Parola, i Sacramenti. Questo è un
buon proposito per la Quaresima: coltivare
sguardi aperti, diventare “cercatori di luce”,
della luce di Gesù nella preghiera e nelle
persone.
Chiediamoci: nel mio cammino, tengo
gli occhi fissi su Cristo? E per farlo, do spa-
zio al silenzio, alla preghiera, all’adorazio-
ne? Vado in cerca di ogni piccolo raggio
della luce di Gesù, che si riflette in me e in
ogni fratello e sorella che incontro? Mi ri-
cordo di ringraziare il Signore per questo?
(Angelus in piazza San Pietro)
MERCOLEDÌ 28
Basta inutili Una delle grandi responsabilità del Si-
conflitti nodo è dare alla vostra Chiesa i Vescovi di
e massacri! domani. Vi prego di sceglierli con cura,
perché siano dediti al gregge, fedeli alla cu-
ra pastorale, mai arrivisti.
Non vanno scelti in base a simpatie o
tendenze, e bisogna stare molto attenti agli
uomini che hanno “il fiuto degli affari” o a
quelli che “hanno sempre la valigia in ma-
no”, lasciando il popolo orfano.
Un Vescovo che vede la sua Eparchia co-
me luogo di passaggio verso un’altra più
“prestigiosa” dimentica di essere sposato
con la Chiesa e rischia di commettere un
“adulterio pastorale”.
Lo stesso accade quando si perde tempo
a contrattare nuove destinazioni o promo-
zioni: i Vescovi non si acquistano al merca-
to, è Cristo a sceglierli come Successori dei
suoi Apostoli e Pastori del suo gregge.
In un mondo pieno di solitudini e di-
stanze, quanti ci sono affidati devono senti-
re da noi il calore del Buon Pastore, atten-
zione paterna, la bellezza della fraternità, la
misericordia di Dio.
I figli del vostro caro popolo hanno biso-
gno della vicinanza dei loro Vescovi. So che
in grandissimo numero sono dispersi nel
mondo e talvolta in territori molto vasti,
dov’è difficile che siano visitati.
Ma la Chiesa è Madre amorevole e non
può che cercare tutti i mezzi possibili per
raggiungerli, perché ricevano l’amore di
Dio nella loro tradizione ecclesiale.
Non è tanto questione di strutture, le
quali sono solo mezzi che aiutano la diffu-
sione del Vangelo; è soprattutto questione
di carità pastorale, di cercare e promuovere
il bene con sguardo e apertura evangelici.
Penso all’essenzialità di un’ancor più stret-
ta collaborazione con la Chiesa armena
apostolica.
ORE ROMANO
DUE ANNI DI GUERRA IN UCRAINA
«Si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di
creare le condizioni di una soluzione diplomati-
ca alla ricerca di una pace giusta e duratura» in
Ucraina: è stata la supplica di Papa Francesco al-
l’indomani del «secondo anniversario dell’inizio
della guerra» nel martoriato Paese dell’Europa
orientale. «Ieri, 24 febbraio, abbiamo ricordato
con dolore», ha spiegato il Pontefice all’Angelus
domenicale, le tante vittime, i feriti, le distruzio-
ni, le indicibili angustie e le incalcolabili lacrime
«in un periodo che sta diventando terribilmente
lungo — ha denunciato — e di cui non si intravve-
de ancora la fine». Un appello, il suo, a fermare
il conflitto «che non solo sta devastando quella
regione d’Europa, ma che scatena un’ondata
globale di paura e odio». Da qui la rinnovata te-
stimonianza di affetto» al popolo ucraino e l’as-
sicurazione della preghiera.
In questo tempo santo della Quaresima
siamo chiamati a guardare la Croce e a co-
struire su Cristo, che guarisce le ferite con il
perdono e con l’amore.
Siamo tenuti a intercedere per tutti, con
grandezza d’animo e di spirito. Come san
Gregorio di Narek, che pregava: Signore,
«ricordati […] di quelli che nella stirpe
umana sono nostri nemici, ma per il loro
bene: compi in loro perdono e misericor-
dia».
E ancora, con attualità profetica impres-
sionante, scriveva: «Non sterminare coloro
che mi mordono: trasformali! Estirpa la vi-
ziosa condotta terrena e radica quella buo-
na in me e in loro» (Libro delle Lamentazioni,
LXXXIII).
San Gregorio l’Illuminatore portò la lu-
ce di Cristo al popolo armeno ed esso è sta-
to il primo, in quanto tale, ad accoglierla
nella storia.
Dunque voi siete testimoni e “primoge-
niti” di questa luce, siete un’alba chiamata a
irradiare la profezia cristiana in un mondo
che spesso preferisce le tenebre dell’odio,
della divisione, della violenza, della vendet-
ta.
Il magistero
Certo — potreste dirmi — la nostra Chie-
sa non è grande numericamente. Ma ricor-
diamo che Dio ama compiere meraviglie
con chi è piccolo.
Preghiera Non si trascuri la cura nei riguardi dei
per chi fugge piccoli e dei poveri, mostrando loro l’esem-
dal Nagorno- pio di una vita evangelica, lontana dai fasti
Karabakh delle ricchezze e dall’arroganza del potere;
accogliendo i rifugiati, sostenendo quanti
sono nella diaspora.
Pregare molto, anche per custodire quel-
l’ordine interiore che permette di operare in
armonia, discernendo le priorità.
Ricorda l’antico detto latino: “Conserva
l’ordine e l’ordine ti conserverà”. I vostri Si-
nodi siano dunque ben preparati, i proble-
mi studiati con cura e valutati con saggez-
za; le soluzioni, per il bene delle anime, sia-
no applicate e verificate con prudenza, coe-
renza e competenza, assicurando piena tra-
sparenza, anche nel campo economico.
Le leggi vanno conosciute e applicate
non per formalismo, ma perché sono stru-
menti di un’ecclesiologia che permette an-
che a chi non ha potere di appellarsi alla
Chiesa con pieni diritti codificati, evitando
gli arbitrii del più forte.
Ancora un pensiero a proposito della pa-
storale vocazionale. In un mondo secola-
rizzato, i seminaristi e quanti si formano
nella vita religiosa hanno bisogno, oggi più
che mai, di essere ben radicati in una vita
cristiana autentica, lontana da ogni “psico-
logia principesca”.
Così pure ai sacerdoti, specialmente gio-
vani, occorre la vicinanza dei Pastori, che
favoriscano la comunione fraterna tra di lo-
ro, perché non si scoraggino davanti alle fa-
tiche e giorno dopo giorno siano sempre
più docili alla creatività dello Spirito Santo,
per servire il Popolo di Dio con la gioia del-
la carità, non con la rigidità e la ripetitività
sterile dei burocrati.
In tutto, speranza: anche se la messe è
molta e gli operai sempre pochi, contiamo
sul Signore, che compie prodigi.
Come non evocare infine, con le parole
ma soprattutto con la preghiera, l’Armenia,
in particolare tutti coloro che fuggono dal
Nagorno-Karabakh, le numerose famiglie
sfollate che cercano rifugio!
Tante guerre, tante sofferenze. La prima
guerra mondiale doveva essere l’ultima e gli
Stati si costituirono nella Società delle Na-
zioni, “primizia” delle Nazioni Unite, pen-
sando che ciò bastasse a preservare il dono
della pace.
Eppure da allora, quanti conflitti e mas-
sacri, sempre tragici e sempre inutili.
Tante volte ho supplicato: “Basta!”.
Echeggiamo tutti il grido della pace, per-
ché tocchi i cuori, anche quelli insensibili
alla sofferenza dei poveri e degli umili. E
soprattutto preghiamo.
(Discorso letto da monsignor Ciampanelli
ai membri del Sinodo dei Vescovi della Chiesa
patriarcale di Cilicia degli Armeni)
Il demone Oggi prendiamo in esame due vizi capi-
dell’invidia tali che troviamo nei grandi elenchi che la
tradizione spirituale ci ha lasciato: l’invidia
e la vanagloria.
Partiamo dall’invidia. Essa appare come
uno dei vizi più antichi: l’odio di Caino nei
confronti di Abele si scatena quando si ac-
corge che i sacrifici del fratello sono graditi
a Dio.
Caino era il primogenito di Adamo ed
Eva, si era preso la parte più cospicua del-
l’eredità paterna; eppure, basta che il fratel-
lo minore, riesca in una piccola impresa,
che Caino si rabbuia.
Il volto dell’invidioso è sempre triste: lo
sguardo è basso, pare che indaghi in conti-
nuazione il suolo, ma in realtà non vede
niente, perché la mente è avviluppata da
pensieri pieni di cattiveria.
L’invidia, se non viene controllata, porta
all’odio dell’altro. Abele sarà ucciso per
mano di Caino, che non poteva sopportare
LE VITTIME INNO CENTI DELLE MINE
In vista del «25° anniversario dell’entrata in vigore
della Convenzione sull’interdizione delle mine anti-
persona», Papa Francesco ha espresso «vicinanza alle
numerose vittime di questi subdoli ordigni, che — ha
spiegato — ci ri-
cordano la dram-
matica crudeltà
delle guerre e il
prezzo che le po-
polazioni civili
sono costrette a
subire». All’u-
dienza generale
di mercoledì 28
febbraio, nell’Au-
la Paolo VI, il
Pontefice ha par-
lato della ricor-
renza del 1° mar-
zo, denunciando
come le mine continuino «a colpire civili innocenti, in
particolare bambini, anche molti anni dopo la fine
delle ostilità». In proposito Papa Bergoglio ha ringra-
ziato quanti «offrono il loro contributo per assistere le
vittime e bonificare le aree contaminate», perché — ha
aggiunto — «il loro lavoro è una risposta concreta alla
chiamata universale ad essere operatori di pace, pren-
dendoci cura dei nostri fratelli e sorelle».
giovedì 29 febbraio 2024 pagina III
@Pontifex
#PreghiamoInsieme perché coloro che in varie parti
del mondo rischiano la vita per il Vangelo
contagino la Chiesa con il proprio coraggio
e la propria spinta missionaria. #IntenzionediPreghiera
@clicktoprayapp
(24 febbraio)
La settimana di Papa Francesco
la felicità del fratello.
È un male indagato non solo in ambito
cristiano: ha attirato l’attenzione di filosofi
e sapienti di ogni cultura.
Alla sua base c’è un rapporto di odio e
amore: si vuole il male dell’altro, ma segre-
tamente si desidera essere come lui. L’altro
è l’epifania di ciò che vorremmo essere, e
che in realtà non siamo.
La sua fortuna ci sembra un’ingiustizia:
noi avremmo meritato molto di più i suoi
successi o la sua buona sorte!
La matematica Alla radice di questo vizio c’è una falsa
di Dio idea di Dio: non si accetta che Dio abbia la
è la logica sua “matematica”, diversa dalla nostra.
dell’amore Ad esempio, nella parabola di Gesù sui
lavoratori chiamati dal padrone ad andare
nella vigna alle diverse ore del giorno, quel-
li della prima ora credono di aver diritto a
un salario maggiore di quelli arrivati per ul-
timi; ma il padrone dà a tutti la stessa paga,
e dice: «Non posso fare delle mie cose quel-
lo che voglio? Oppure tu sei invidioso per-
ché io sono buono?».
Vorremmo imporre a Dio la nostra logi-
ca egoistica, invece la logica di Dio è l’amo-
re. I beni che Lui ci dona sono fatti per es-
sere condivisi.
San Paolo esorta i cristiani: «Amatevi gli
uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate
nello stimarvi a vicenda». Ecco il rimedio
all’invidia!
Secondo vizio: Essa va a braccetto con il demone del-
la vanagloria l’invidia, e insieme questi due vizi sono pro-
pri di una persona che ambisce a essere il
centro del mondo, libera di sfruttare tutto e
tutti, oggetto di ogni lode e di ogni amore.
La vanagloria è un’autostima gonfiata e
senza fondamenti.
Il vanaglorioso possiede un “io” ingom-
brante: non ha empatia e non si accorge che
nel mondo esistono altre persone oltre a
lui.
I suoi rapporti sono sempre strumentali,
improntati alla sopraffazione.
La sua persona, le sue imprese, i suoi
successi devono essere mostrati a tutti: è un
perenne mendicante di attenzione.
E se qualche volta le sue qualità non ven-
gono riconosciute, allora si arrabbia feroce-
mente.
Gli altri sono ingiusti, non capiscono,
non sono all’altezza.
Nei suoi scritti Evagrio Pontico descrive
l’amara vicenda di qualche monaco colpito
dalla vanagloria.
Succede che, dopo i primi successi nella
vita spirituale, si sente già un arrivato, e al-
lora si precipita nel mondo per ricevere le
sue lodi.
Ma non capisce di essere solo agli inizi
del cammino spirituale, e che è in agguato
una tentazione che presto lo farà cadere.
Per guarire il vanaglorioso, i maestri spi-
rituali non suggeriscono molti rimedi. Per-
ché in fondo il male della vanità ha il suo ri-
medio in sé stesso: le lodi che il vanaglorio-
so sperava di mietere nel mondo presto gli
si rivolteranno contro.
Quante persone, illuse da una falsa im-
magine di sé, sono poi cadute in peccati di
cui presto si sarebbero vergognate!
L’istruzione più bella per vincere la va-
nagloria la possiamo trovare nella testimo-
nianza di san Paolo.
L’Apostolo fece sempre i conti con un
difetto che non riuscì mai a vincere. Per ben
tre volte chiese al Signore di liberarlo da
quel tormento, ma alla fine Gesù gli rispo-
se: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si
manifesta pienamente nella debolezza».
Da quel giorno Paolo fu liberato. E la
sua conclusione dovrebbe diventare anche
la nostra: «Mi vanterò quindi ben volentie-
ri delle mie debolezze, perché dimori in me
la potenza di Cristo».
(Catechesi letta da monsignor Ciampanelli
all’udienza generale nell’Aula Paolo VI)
pagina IV
Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere
nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo
e a volte noioso, in Quaresima siamo invitati a “salire su un alto
monte” insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio
una particolare esperienza di ascesi (Messaggio per la Quaresima 2023)
La settimana di Papa Francesco
A colloquio con il carmelitano scalzo François-Marie Léthel
Abbandonati
nelle mani del Padre
CONTINUA DA PAGINA I
e annunciare il Vangelo a tutto il mondo.
Questo si verifica negli esercizi spirituali,
che siano vissuti in comunità o nella so-
litudine, sempre accompagnati dalla dolce
presenza di Maria Madre di Gesù e della
Chiesa, incomparabile guida e maestra
della preghiera.
Quali sono gli elementi essenziali che caratterizza-
no l’esperienza degli esercizi?
Una bella luce evangelica sugli esercizi
ci è offerta nell’incontro dei due discepoli
di Emmaus con Gesù Risorto. Questo in-
contro avviene alla fine del loro cammino
con lui. Era in mezzo a loro, ma non era-
no capaci di riconoscerlo, schiacciati dalla
tristezza, dalla mancanza di fede e di spe-
ranza. Spiegando la Scrittura, Gesù riac-
cende i loro cuori e alla fine lo riconosco-
no nello spezzare il pane (cfr. Lc 24, 35).
Così gli esercizi spirituali ci fanno incon-
trare Gesù nell’ascolto della sua Parola e
nella partecipazione più profonda all’Eu-
caristia. Nell’Antico Testa-
mento, il profeta Osea illu-
mina nel modo più bello
una componente essenziale
degli esercizi che è la con-
versione, di cui abbiamo
sempre bisogno, insieme a
tutta la Chiesa che è «allo
stesso tempo santa e sem-
pre bisognosa di purifica-
zione» (Lumen gentium, n.
8). Alla luce del grande
simbolo dell’Alleanza che
è il matrimonio, il Signore
chiama la sua sposa infe-
dele — che ci rappresenta
tutti — alla più profonda
conversione, che è la con-
versione al suo amore,
sempre misericordioso e fe-
dele: «Ecco, la attirerò a
me, la condurrò nel deser-
to e parlerò al suo cuore
(...). Ella mi risponderà
come nei giorni della sua giovinezza (...).
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia
sposa nella giustizia e nel diritto, nella
benevolenza e nell’amore, ti farò mia spo-
sa nella fedeltà e tu conoscerai il Signo-
re» (Os 2, 16-22). Questa simbolica dell’a-
more sponsale è stata particolarmente ap-
profondita dai tre dottori del Carmelo,
Teresa d’Avila, Giovanni della Croce e
Teresa di Lisieux, con il tema del “matri-
monio spirituale” della santità alla quale
siamo tutti chiamati, uomini e donne, in
ogni stato di vita. Per san Giovanni della
Croce, la persona santa è “un’anima inna-
morata” («alma enamorada») dello Sposo
Gesù. È una delle caratteristiche degli
esercizi spirituali nello stile carmelitano
(un po’ diverso da quello ignaziano). In
questa luce va anche riscoperto il sacra-
mento della riconciliazione come compo-
nente essenziale di questi esercizi. Un te-
sto evangelico fondamentale è anche l’ul-
timo dialogo di Gesù Risorto con Pietro.
Al discepolo che l’aveva rinnegato tre
volte, Gesù chiede un triplice atto d’amo-
re: «Mi ami tu? — Tu sai che ti amo»
(cfr. Gv 21, 15-18). Così Gesù ci rinnova
nella sua Alleanza, nella nostra vocazione
alla santità con l’azione dello Spirito San-
to nei nostri cuori che intensifica la vita
L’OSSERVATORE ROMANO
di fede, speranza e amore. Qui, Teresa di
Lisieux è una eccellente maestra, come
scrive Papa Francesco nella sua esortazio-
ne apostolica C’est la confiance: «L’atto di
amore “Gesù, ti amo”, continuamente vis-
suto da Teresa come il respiro, è la sua
chiave di lettura del Vangelo. Con questo
amore s’immerge in tutti i misteri della
vita di Cristo, dei quali si fa contempo-
ranea, abitando il Vangelo insieme a Ma-
ria e Giuseppe, Maria di Magdala e gli
Apostoli. Insieme a loro penetra le pro-
fondità dell’amore del Cuore di Gesù»
(n. 34).
Il Pontefice parla spesso della necessità del discer-
nimento nella vita cristiana. Gli esercizi possono
aiutare in questo?
Certo, gli esercizi spirituali sono un
tempo privilegiato per vivere questo di-
scernimento, riportando tutta la propria
vita nella luce di Gesù e del Vangelo, per
distinguere con più chiarezza il bene e il
male, il vero e il falso. Papa Francesco ha
sviluppato questo grande tema della sua
Masaccio, «La Trinità» (particolare, 1425-1426)
spiritualità ignaziana alla fine dell’esorta-
zione apostolica Gaudete et exsultate (n. 166-
175).
Quali sono le tentazioni e i rischi che possono pre-
giudicare la riuscita degli esercizi?
C’è sempre il rischio di vivere gli eser-
cizi in modo superficiale, come una for-
malità, una cosa che si deve fare. È lo
stesso rischio per le persone che guidano
o che seguono gli esercizi. Per tutti, è es-
senziale avere sempre presente l’orizzonte
della santità. È il momento privilegiato
per ravvivare questo desiderio come unico
senso della vera vita cristiana. Quando
non è più presente, viene sostituito da
tanti desideri che non sono buoni. Ma è
importante ritrovare il vero senso della
santità, non come un ideale lontano e ir-
raggiungibile, ma come un cammino di
vero amore nelle piccole cose della vita
quotidiana. Il magistero di Papa France-
sco è molto prezioso a questo proposito,
soprattutto nelle sue tre esortazioni apo-
stoliche: Evangelii gaudium, Gaudete et exsul-
tate, C’est la confiance. Teresa di Lisieux, tan-
to cara al nostro Pontefice, è forse la mi-
gliore maestra con la sua «piccola via del-
la fiducia e dell’amore». La sua afferma-
zione riguardo alla «fiducia che solo con-
giovedì 29 febbraio 2024
IL VANGELO IN TASCA
Domenica 10 marzo, IV di Quaresima
Prima lettura: 2 Cr 36, 14-16. 19-23;
Salmo: 136;
Seconda lettura: Ef 2, 4-10;
Vangelo: Gv 3, 14-21.
Spunti di riflessione
duce all’amore» (C’est la confiance, n. 1) è
fondamentale. È la mancanza di fiducia
che può paralizzarci e sterilizzare gli eser-
cizi spirituali. Bisogna anche aggiungere
che la riuscita di questa pratica è spesso
un segreto che solo il Signore conosce.
Così, gli esercizi predicati dal francescano
padre Prou al Carmelo di Lisieux non
erano piaciuti alla comunità, ma avevano
dato una luce decisiva a Teresa. Potevano
Chi ama
sembrare un fallimento, mentre erano la
più grande riuscita! non giudica
Oggi c’è veramente bisogno degli esercizi spiritua-
li? di LEONARD O SAPIENZA
Più che mai, c’è oggi bisogno di eser-
I
cizi spirituali in mezzo a tutte le difficoltà n Così parlò Zarathustra,
e le sofferenze dei cristiani nel mondo, di Nietzsche ha un pensiero
fronte alle persecuzioni e a tutte le tenta- paradossale: «Una volta
zioni contro la fede, la speranza e il vero il demonio mi disse:
amore. C’è bisogno di un’esperienza forte “Anche Dio ha il suo inferno:
dell’amore di Gesù, di Colui che solo è la ed è il suo amore per gli
Via, la Verità e la Vita. Di fronte alla su- uomini”. E di recente lo intesi
perficialità e all’esteriorità, c’è più che soggiungere queste parole:
mai bisogno di interiorità e di profondità. “Dio è morto per la sua
compassione per gli uomini”».
Però la Parola di Dio di questa
domenica usa termini più
delicati ma veri per raccontare
la storia d’amore tra il Signore
e il suo popolo: «Dio amava il
suo popolo» (prima lettura).
«Dio, ricco di misericordia, per
il grande amore con il quale ci
ha amati» (seconda lettura).
«Dio ha tanto amato il mondo
da dare il suo Figlio unigenito»
(Vangelo).
E la cosa incredibile è che Dio
non ama come amiamo noi.
Ama da Dio! Non ci ama solo
se siamo buoni. Ci ama anche
se siamo peccatori, egoisti. Ci
ama anche se non ricambiamo
il suo amore.
Di più: «Dio non ha mandato
nel mondo il Figlio per
giudicare il mondo...»
(Vangelo). Ma perché il mondo
C’è bisogno della preghiera nella sua for- si salvi per mezzo di lui. Chi
ma più personale dell’orazione che secon- ama non giudica. Dio non ci
do Teresa d’Avila è «la porta del Castello giudica. Ma se noi respingiamo
interiore» dell’anima. C’è bisogno della il suo amore, ci condanniamo
vera vita mistica come intensa vita di fe- da soli.
de, speranza e amore, senza niente di Questo è il nostro dramma; il
straordinario. Ma per questo, è indispen- dramma della nostra libertà:
sabile il dono totale di sé al Signore e ai messi davanti alla luce,
fratelli. Questo è il vero amore che Teresa preferiamo le tenebre.
di Lisieux vive sotto la guida di Maria, Messi di fronte all’amore del
poiché «amare è dare tutto e dare se stes- Signore, preferiamo il nostro
so» (C’est la confiance, n. 36). È lo stesso To- egoismo. Ci lasciamo sedurre
tus tuus che san Giovanni Paolo II aveva dal nulla!
imparato da san Luigi Maria Grignion de Non è Dio che ci separa da
Montfort. lui. Siamo noi che ci auto-
condanniamo a vivere lontano
Gli esercizi sono una pratica alla portata di tut- da lui, e privandoci della sua
ti? vita. «Chi crede in lui non è
Certo, gli esercizi sono necessari per condannato» (Vangelo). Dio
tutti, a tutte le età della vita e in tutti gli non condanna.
stati di vita, e per questo conviene adat- Ci ama con le nostre paure,
tarli in tanti modi diversi: per i sacerdoti con le nostre lentezze. Dio ama
e per i consacrati, per i fidanzati e per gli da Dio! Ma Dio vuole essere
sposi, per i bambini, i giovani e gli anzia- trattato da Dio! Spesso ce lo
ni, per i portatori di handicap e per i ma- dimentichiamo.
lati. Tutti hanno bisogno di ritrovare la Ripensiamo, allora, a quanto
bellezza della vita cristiana e del suo più scriveva sant’Agostino: «Voi
profondo dinamismo come veniva espres- piacete a Dio, se Dio piace a
so da Teresa di Lisieux: «Amare Gesù e voi. Egli è contento di voi, se
farlo amare» (C’est la confiance, n. 9). voi siete contenti di lui».
giovedì 29 febbraio 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

Le riflessioni sulla conoscenza e la fede del teologo Tomáš Halík

Come un bruco
davanti a un museo
di SERGIO VALZANIA lirica segnata dal ripetersi mar- che non trema non è saldo»;
tellante dalla locuzione «un non sono le granitiche verità

«C
oltiviamo una tempo per» è posta in apertu- necessarie al cristianesimo con-
fede riflessi- ra del testo, l’analisi di Halík temporaneo, quanto invece
va, aperta, in- si fonda sullo studio dei segni una continuità di ricerca spiri-
serita nella dei tempi e per questo risulta tuale.
cultura della nostra società, di grande interesse nel suo svi- Un altro concetto ripetuto e
pensata in dialogo con la filo- luppo, forse più ancora che ribadito si riferisce all’immagi-
sofia, la scienza e l’arte» è nella sintesi proposta in con- ne di Dio, che in nessun mo-
l’invito che Tomáš Halík rivol- clusione. Accade che il viaggio do può essere pensato come
ge ai lettori nelle pagine con- offra una ricchezza di emozio- offeso e vendicativo. «Non è
clusive di Un tempo per quello il Dio del Van-
piantare e un tempo per gelo» sostiene con for- Giacomo Ghisani, vicedirettore per gli affari generali
sradicare. Quaresima e Pa- za Halík mentre av- del Dicastero per la Comunicazione, lascia la Santa Sede
squa in un’epoca inquieta, Il rischio — scrive il teologo ceco — verte che nella stagio-
edito da Vita e Pensie- è che il tempo delle chiese vuote ne della diffusione
dopo 27 anni per un nuovo incarico

I media vaticani,
ro (Milano, pagine 216, della pandemia non si
euro 16, traduzione di a causa della pandemia deve credere in alcun
Paolo Baiocchi). In possa diventare l’immagine ammonitrice modo che essa sia una

un servizio globale
questo libro il teologo sorta di punizione di-
ceco ha raccolto e rior- di un futuro prossimo vina, mandata in ri-
ganizzato le omelie sposta a chissà quale
pronunciate tra il mer- comportamento nega-
coledì delle ceneri e la
pentecoste del 2020, a Praga, ni e di incontri persino mag- ni. Semmai ci si deve impe-
tivo di donne e uomi-

in una chiesa vuota a causa giore della meta che si intende gnare a cogliere il messaggio
e prossimo
della pandemia: i fedeli le raggiungere. in positivo che una situazione
ascoltavano collegati in strea- Gli spunti di riflessione pro- del tutto particolare contiene. di ALESSANDRO DE CAROLIS Il lavoro nell’Ebu
ming. posti da Halík sono moltissimi Molto efficace risulta in que-

U
Nelle ultime pagine è Halík e riferirli in successione rischia sto contesto l’ammonimento a na lunga traiettoria che ha Tra le responsabilità di rilievo assunte
a proporre una sintesi del sen- di risultare penalizzante per rispettare il mistero della crea- visto la Radio del Papa — da Ghisani, figura il suo ventennale la-
so di quanto detto in quel par- loro, trasformando in un fred- zione, a non pretendere di co- quella delle onde hertziane e voro di rappresentanza della Radio Vati-
ticolare periodo di Quaresima do elenco quella che invece è noscere Dio e le sue ragioni in del mondo analogico — en- cana in seno all’Ebu, ovvero l’European
e di Pasqua, segnato da un una disamina vivace, ironica e modo completo o, peggio, di trare nell’orizzonte digitale e multime- Broadcasting Union, la più grande associa-
evento che costringeva alla ri- approfondita della società con- credere di poterli ingabbiare in diale fino all’approdo attuale disegnato zione di emittenti pubbliche del mondo,
flessione complessiva; in essa temporanea, posta a confronto un sistema logico di tipo ari- dalla riforma di Papa Francesco. È culminato più avanti con l’elezione per
stotelico. Quando ci si ri- quella che ha accompagnato il vicedi- tre mandati consecutivi nel board del di-
ferisce a Dio neppure il rettore amministrativo del Dicastero rettivo. Ghisani la definisce «un’espe-
concetto di esistenza appa- per la Comunicazione Giacomo Ghisa- rienza unica» e mette in risalto l’«intui-
re attingibile in modo pie- ni, che oggi conclude dopo 27 anni il zione» che ebbe Pio XII all’indomani
no. suo servizio nei media vaticani e nella della Seconda guerra mondiale, quella di
L’ inconoscibilità del di- Santa Sede. Nel giorno del congedo consentire che «la Radio Vaticana fosse
vino, in particolare in rela- gli è stata conferita la commenda con presente in quella realtà, riconoscendo
zione all’esistenza del ma- placca dell’Ordine di San Silvestro. che il servizio che noi facciamo è un ser-
le, è un tema che Halík ri- Nella storia di Ghisani si coglie il ri- vizio generalista, ovviamente cristiana-
badisce e riguardo al quale flesso di alcune delle tappe più signi- mente orientato ma con una sua rilevan-
offre riferimenti efficaci, il- ficative dei cambiamenti avvenuti nel za pubblica».
luminanti e insieme diver- sistema comunicativo della Santa Se-
tenti. Uno è ripreso dalla de.
sapienza dei rabbini, un Tre parole chiave
cui detto assicura che «allo
stesso modo in cui il cer- Una storia di modernità Se dovesse scegliere tre parole per
vello di un cane è incapace descrivere gli anni al servizio della San-
di capire un problema di «Nei 27 anni che ho trascorso qui — ta Sede, per Ghisani sarebbero «uni-
matematica, così il cervello osserva Ghisani — il mondo della comu- versalità, prossimità e servizio». La pri-
umano è incapace di capire nicazione si è molto evoluto. Il mio ri- ma perché, sostiene, «lavorare per la
il significato della sofferen- cordo è più una sensazione: quando en- Santa Sede significa mettersi a disposi-
za»; Carl Gustav Jung so- trai ebbi abbastanza chiaro quasi da su- zione della missione universale del Pa-
steneva che quando i teo- bito che mi trovavo in una realtà che pa e la Radio Vaticana con le sue molte
Vasilij Kandinskij, «Paesaggio con torre» (1908) logi parlano «di Dio con combinava elementi di tradizione con lingue si pone esattamente in questa
molta familiarità non si elementi di estrema modernità e attuali- dimensione». La prossimità sta nel «la-
individua i tre elementi che se- senza remore con la realtà ec- rendono conto che sappiamo tà». Ghisani ricorda che all’epoca erano voro di inculturazione» per far giunge-
condo lui dovrebbero essere clesiale. Il piano teorico inol- di Dio quanto un bruco sa del importanti, come oggi ma in modo più re a tutti «il messaggio cristiano e gli
costitutivi di un programma di tre tende a mescolarsi con il British Museum». Più strin- marcato, le onde medie, le onde corte, insegnamenti del Papa». Il servizio «è
rinnovamento della Chiesa che racconto di esperienze vissute. gente ancora è la citazione che che consentono tuttora alla Radio di quello alla Chiesa, alla Santa Sede, e ai
Dio stesso chiede attraverso L’attenzione rivolta alla pra- Halík offre dall’opera di Hans trasmettere in luoghi del mondo privi di fedeli che ci aspettano, soprattutto
evidenti segni dei tempi, non tica e all’approfondimento del- Urs von Balthasar il quale giu- tecnologie più moderne. L’emittente quelli che non hanno la possibilità di
ultimi dei quali vanno consi- la vita spirituale si trasferisce dica «la più grande tragedia pontificia era stata anche tra le prime a accedere ad altre forme di informazio-
derate la diminuzione delle nella concretezza dell’abitudi- della storia cristiana il momen- dotarsi di una rete Internet, su cui ave- ne».
vocazioni e la riduzione va avviato il processo di produzione
della partecipazione popo- editoriale. «Eravamo dotati — ricorda —
lare alle liturgie. Il rischio è di impianti satellitari rilevanti e siamo Gli auguri alla Radio Vaticana
che il tempo delle chiese Le eventuali crisi fanno parte della vita spirituale di tutti, stati tra i primi in Vaticano a lavorare
vuote a causa della pande- scrive Halík, che cita al riguardo un verso del poeta per email. Questo secondo me dimostra «Sono arrivato “bambino”, sono cre-
mia possa diventare l’imma- bene l’unione tra tradizione e innova- sciuto e adesso è il momento di cambia-
gine ammonitrice di un fu- Vladimír Holan: «Ciò che non trema non è saldo». zione, che deve essere sempre presente re, ma lo faccio con tanta gratitudine
turo prossimo». Non sono le granitiche certezze necessarie al cristianesimo nel modo in cui raggiungiamo gli ascol- verso la Radio Vaticana», afferma Ghi-
Le tre linee guida indivi- tatori». sani, che tornerà nella città di origine,
duate da Halík nella sua contemporaneo, quanto una continuità di ricerca spirituale Cremona, «per una nuova sfida che mi
proposta, e collaudate con metterà a contatto con la comunità, con
successo a Praga presso la L’integrazione dei media vaticani il territorio». Sarà una sfida, aggiunge,
parrocchia del Salvatore, che vivrà portando con sé la visione ma-
sono: il rinnovamento della ne alla meditazione e alla pre- to in cui la teologia aveva la- Alla domanda sui momenti più impe- turata nel lavoro all’intero della Santa
lingua della Chiesa, la risco- ghiera individuale attraverso il sciato il silenzio contemplativo gnativi, Ghisani replica: «Più che impe- Sede, «quindi spero in un’ottica di resti-
perta della spiritualità indivi- collegamento della parrocchia dei monasteri e aveva cercato gnativi sono stati momenti sfidanti. tuzione, di poter mettere a disposizione
duale, definita come un’arte e nella quale Halík svolge la sua di diventare una disciplina Tutto l’impianto comunicativo ha dovu- ciò che di buono e di bello ho imparato
una cultura, e infine l’apertura attività pastorale con il con- scientifica secondo regole to aggiornarsi facendo integrare la ra- stando qui a favore di chi incontrerò sul
sociale. «Non ci sono solo i vento dei cappuccini di Kolín. estranee alla sua natura». dio, la televisione, la Libreria Editrice mio nuovo cammino professionale».
nostri peccati personali, siamo Lì viene garantita ai fedeli la Molto convincente appare Vaticana, le piattaforme social sotto L’augurio per Ghisani è quello di «po-
anche coinvolti nelle strutture possibilità di vivere ritiri spiri- la riflessione conclusiva sulla una realtà unitaria che in qualche modo ter mantenere come sistema comunicati-
di peccato del mondo». E «si tuali di alcuni giorni nei quali forza della fede che «non sta coordinasse, tutti gli sforzi». E questo, vo della Santa Sede quella libertà che ci
tratta spesso di peccati più fondare la propria esperienza in una “convinzione incrollabi- sottolinea, «è stato un processo di co- ha sempre contraddistinto. Libertà dal-
gravi di quelli che siamo abi- di preghiera e gestire le even- le”, ma nella capacità di sop- struzione di qualcosa di nuovo che ha l’agenda politica del giorno per seguire
tuati a sussurrare nelle penom- tuali crisi, che fanno parte del- portare anche i dubbi, le in- richiesto a tutti di mettere in gioco le l’agenda dell’umanità, dei grandi temi
bre dei confessionali». la vita spirituale di tutti. Halík certezze, di sostenere il peso nostre migliori energie. Quindi molto che sfidano l’umanità, perché — conclu-
Come dichiara il titolo del cita a riguardo un verso del del mistero, e tuttavia rimane- sfidante, ma anche molto faticoso. In de — sono quelli la priorità ed è quello
libro, ripreso dal Qohelet, la cui poeta Vladimír Holan: «Ciò re fedeli e fiduciosi». questi casi la creatività aiuta molto». che dobbiamo raccontare e servire».
pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 29 febbraio 2024

Destinata alla popolazione del Malawi la campagna quaresimale della Chiesa cattolica in Irlanda

Malita e la sfida dell’acqua

Progetti per limitare i gravi effetti del cambiamento climatico
di CHARLES DE PECHPEYROU da bere. Poiché gli animali tazioni e piantagioni. Questa glia dovesse accontentarsi di
utilizzano le stesse sorgenti, particolare situazione spiega acqua e zucchero per soprav-

U
n’ora di cammino
avanti e indietro,
fino a cinque vol-
te al giorno, con
un secchio di venti litri d’ac-
qua sulla testa, perché il poz-
zo vicino a casa si è prosciu-
gato e il primo corso d’acqua
— un magro ruscello — si tro-
va a chilometri di distanza
dalla sua piccola fattoria.
Questa è la vita quotidiana
di Malita, coraggiosa madre
single con sei figli, tra cui i
gemelli di 12 anni Patricia e
Patrick. A volte entrambi la
accompagnano lungo il suo
percorso per la sopravviven-
za, rischiando di non fare in
tempo ad arrivare a scuola,
situata anch’essa a molti chi-
lometri da casa. Ma l’acqua
raccolta non sempre è sicura
Malita deve sterilizzare l’ac-
qua con compresse di cloro
prima di poterla bere. Capita
tuttavia che i suoi figli si am-
malino lo stesso. Quando la
situazione diventa grave, è
costretta ad accompagnarli fi-
no all’ospedale — altri cinque
chilometri a piedi — per farli
curare.
La casa di Malita è tipica
delle zone rurali: mattoni di
argilla di produzione locale
tenuti insieme dal fango e
con il tetto di paglia o talvol-
ta di lamiera ondulata. Un ri-
fugio precario che offre poca
protezione se lo colpisce una
tempesta. Perché sì, in Mala-
wi, uno dei paesi più poveri
del mondo, gli episodi di sic-
cità si alternano con cicloni
devastanti che rovinano abi-
l’origine del nome della cam- vivere, dal momento che era
pagna quaresimale avviata da troppo pericoloso uscire per
Trócaire, agenzia di sviluppo raccogliere gli ortaggi o legna
all’estero della Chiesa cattoli- da ardere. Inoltre le strade di
ca irlandese: Too little or too accesso intorno alla fattoria
much, water is a daily struggle. sono fatte di fango, si allaga-
«Il Malawi — spiega Anna no facilmente e diventano ra-
Keegan, responsabile delle at- pidamente inaccessibili du-
tività di sensibilizzazione del- rante le forti piogge, il che si-
l’organizzazione — viene gnifica che la sua famiglia, e
spesso definito come il cuore tante altre nella loro comuni-
caldo dell’Africa, sia per il tà, hanno un accesso limitato
clima sia per la calorosa acco- al centro sanitario che, come
glienza della popolazione lo- detto, si trova a cinque chilo-
cale. Purtroppo è un paese metri di distanza.
con alti livelli di povertà, do- Sempre nel 2023, le inon-
ve la vita è già una lotta per dazioni hanno distrutto i rac-
molti. Il cambiamento clima- colti di Malita, spazzando via
tico sta causando eventi me- tutto il mais, la cui vendita
teorologici estremi. Le perso- rappresenta la sua prima fon- provvedere alla sua famiglia. me quella di Malita, al fine
ne stanno perdendo la casa, i te di reddito. Anni fa ne ven- Il cambiamento climatico e le di aiutarle ad adattare i pro-
mezzi di sussistenza e persino deva otto sacchi. Dopo il ci- sfide onnipresenti poste dal- pri mezzi di sussistenza di
la vita». Per questo Trócaire clone “Freddy”, ne ha pro- l’acqua — troppa o troppo fronte all’impatto del cambia-
chiede al popolo ir- poca, appunto — mento climatico. Nel conte-
landese di donare per stanno rapidamen- sto della campagna quaresi-
aiutare famiglie come te trasformando male 2024, oltre alla raccolta
quella di Malita a co- «Il cambiamento climatico questa paura in fondi, Trócaire (che in gaeli-
struire un futuro più sta causando eventi meteorologici estremi. una dura realtà. co significa “misericordia”)
sicuro. Rafforzata dalla ha preparato diverse risorse
Per ora, la realtà è Le persone stanno perdendo fede, spera tutta- alle quali i cattolici irlandesi
che le tempeste tropi- la casa, i mezzi di sussistenza via di poter bada- possono attingere, ispirandosi
cali stanno diventan- re ai bisogni della alle sacre Scritture e all’enci-
do sempre più fre- e a volte persino la vita» famiglia e permet- clica di Papa Francesco Lau-
quenti e violente ogni tere ai suoi figli di dato si’ e alla sua esortazione
anno che passa. Nel ricevere una buo- apostolica Laudate Deum: «In-
marzo 2023 il ciclone na istruzione in coraggiamo le persone di fe-
“Freddy” — che ha causato dotto soltanto due. «Non modo che possano crescere e de ad avvalersi di queste ri-
più di mille morti in Malawi eravamo abituati a questi trovare lavoro. Malita prega sorse durante la messa o le
— ha danneggiato la casa di estremi — commenta con per avere accesso a una fonte riunioni del consiglio parroc-
Malita, distruggendo la cuci- amarezza la donna — ora stia- d’acqua sicura più vicina a chiale, nel gruppo incaricato
na e il bagno. Suo figlio mo assistendo a inondazioni casa, il che farebbe secondo della liturgia o con qualsiasi
Kondwani è rimasto ferito e e siccità nello stesso anno». lei «un’enorme differenza» altro gruppo parrocchiale at-
ha dovuto farsi curare in Madre premurosa, con uno per le vite dei suoi figli. tivo. Tutte le risorse sono di-
ospedale. Durante quel pe- spirito forte che ha instillato L’impegno di Trócaire in sponibili in inglese e in irlan-
riodo è capitato che per nel carattere dei suoi figli, Malawi si concentra quindi dese sul sito web (www.tro-
un’intera settimana la fami- Malita teme di non riuscire a sul sostegno alle famiglie co- caire.org)».

In un libro di Marco Torraca l’attualità del recente magistero pontificio riguardante il dialogo tra le religioni

di SIMONE CALEFFI Vie di speranza e di pace tra: rassegnazione e futuro di

speranza, indifferenza e soli-

«I
l Concilio Vaticano darietà».
IIintravede una con- mento della Chiesa cattolica, della quale si occupa il capito- interreligioso […] fece ritorno scovo di Lione), esprimeva la Seguono altri due capitoli
vergenza delle reli- passata dalle Divinae Institutiones lo quarto, che racconta anche nella città di Assisi» e «defini- compiacenza del Pontefice sui pontificati di Benedetto
gioni come via di speranza e di Lattanzio — il quale afferma del lavoro che tanti movimenti va la pace: “filo di speranza” Benedetto XVI per l’evento e la XVI e di Francesco e un ultimo
di salvezza: “Ugualmente an- che solo «essa ritiene il vero ecclesiali fecero per ideare, che collega il cielo e la terra». richiesta per tutti a impegnar- che ha per oggetto la teologia
che le altre religioni che si tro- culto. In essa la fonte della ve- promuovere e accompagnare L’appello conclusivo dell’in- si, fattivamente, per la pace e dell’incontro tra popoli, na-
vano nel mondo intero si sfor- rità, il domicilio della fede, il tali raduni: dalla Comunità di contro di Palermo nel 2002 per il dialogo, uniche vie per zioni e culture.
zano di superare, in vari modi, tempio di Dio; in essa se qual- Sant’Egidio ai Focolari, porta- «rimarcava il biso- guardare con spe- L’opera, che dopo le con-
l’inquietudine del cuore uma- cuno non entri o da essa esca, ti da un’esperienza di unità gno di speranza ranza al futuro clusioni e la bibliografia ripor-
no proponendo delle vie, cioè non ha speranza di vita o di con Dio «a gettare ponti di dell’umanità, la dell’intero piane- ta una sitografia, risulta im-
dottrine, precetti di vita e riti salvezza» — a una nuova auto- pace, ad accendere luci di spe- speranza di poter ta». Tale virtù preziosita da una presentazio-
sacri”». Parte da Nostra aetate, 2 comprensione di se stessa. ranza nell’oscurità, a rispon- vivere con l’altro, la teologale trova ne a cura di monsignor Derio
Marco Torraca per iniziare, Anche se quello di Roncalli dere con l’amore alla violen- speranza di non es- spazio nel titolo Olivero, vescovo di Pinerolo, e
con un primo capitolo sulle al- non si può definire un pontifi- za». sere dominati dalla dell’incontro in- da una prefazione di monsi-
tre religioni nella teologia del cato “di transizione” dal pun- Tutto iniziò esattamente un memoria dei torti terreligioso Uomini gnor Giuseppe Lorizio, do-
Novecento e la necessità del to di vista del suo significato, anno dopo quel primo appun- subiti, la speranza e culture 2013. Il co- cente ordinario di Teologia
dialogo tra credenti, il suo Dal è stato certamente di breve du- tamento e «anche l’anno suc- di costruire un raggio della speranza, fondamentale alla Pontificia
rata, differen- cessivo l’incontro si tenne a mondo in cui tutti religioni e culture in Università Lateranense, che la
temente da Roma ed ebbe come titolo Uo- possano vivere con dialogo, che ebbe conclude ringraziando l’auto-
quello di Gio- mini di pace in cerca di pace. Nel dignità […]. Solo luogo a Roma dal re «perché ci aiuta a docu-
«Giovanni XXIII è stato il Papa vanni Paolo II. discorso (29 ottobre 1988) ai la pace rende culto 29 settembre al 1° mentare e sostenere, nono-
della speranza: e di quale speranza!», Egli convocò partecipanti, Wojtyła ricorda- a Dio». Mentre «l’odio genera ottobre, come pure nell’appel- stante lo sconforto che ci può
un incontro in- va come il dono della pace esi- solamente violenza, umiliando lo finale dell’incontro del 2015 assalire di fronte agli insucces-
l’emblema di un aggiornamento terreligioso il ge da tutti la perseveranza nel- la speranza», dice Torraca. in Albania, nel quale si affer- si, l’impegno dialogico, lo
della Chiesa cattolica 27 ottobre 1986 la preghiera e nella speranza Egli non passa sotto silenzio il mava che «il XXI secolo era sforzo per il raggiungimento
che diede vita sperimentati già, due anni pri- fatto che Giovanni Paolo II, giunto a un bivio (in cui biso- della pace, non solo in Ucrai-
a quello che ma, ad Assisi. Persiste la mi- nel Messaggio ai partecipanti gnava scegliere la direzione) na e l’attenzione al pianeta».
poi verrà chia- naccia della guerra e tanti ri- del XVI Incontro internaziona-
mato “lo spiri- pongono la loro speranza di le di preghiera per la pace, ab-
Vaticano II a Francesco. Criticità e to di Assisi”, al quale è dedica- soluzione dei problemi nelle bia ricordato «che soltanto nel
prospettive di un cammino dialogico to il terzo capitolo del volume. armi, ma la via resta quella volto di Dio è possibile trova-
(Marcianum Press, Venezia, «All’invito del Pontefice ri- della preghiera e della volontà re la ragione della nostra esi-
2023, pagine 272, euro 26). sposero settanta rappresentan- di pace, che, apparendo forze stenza e la radice della speran-
«Giovanni XXIII è stato il Papa ti delle principali fedi del deboli, sono certamente “riser- za». @oss_romano - LA DOMANDA DEL VANGELO
della speranza: e di quale spe- mondo in nome della speran- ve spirituali” a cui bisogna at- Gli accenti non cambiano
ranza!», dice l’autore nel se- za di un mondo migliore, rin- tingere per impedire alla vio- con il nuovo Vescovo di Ro- Giovedì 29 febbraio - Lc 16, 19-31
condo capitolo, ripercorrendo novato, profondamente frater- lenza di dominare». ma: infatti per l’incontro del «...Neanche se uno risorgesse dai morti». Gesù sta parlando di
il rapporto tra il Concilio e no e puramente umano». L’e- Quanta consonanza con i 2005, «il cardinale segretario sé e si rivolge a noi: lui è risorto e noi ancora viviamo come il
l’interesse per le altre fedi nel- vento, nonostante abbia gene- sentimenti di Papa Francesco, di Stato Angelo Sodano, nel ricco della parabola. Cosa ci può “persuadere” se non la
la teologia novecentesca. Egli rato dissensi e contestazioni, il quale «nel trentesimo anni- messaggio al cardinale Philip- resurrezione?
è l’emblema di un aggiorna- fu il primo di una lunga serie, versario del primo Incontro pe Barbarin (all’epoca arcive- A.M.
giovedì 29 febbraio 2024 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7

Si celebra venerdì 1° marzo il World Day of Prayer I vescovi francesi sul voto per l’inserimento
del “diritto d’aborto” in Costituzione

Forte come un ulivo Tristezza e rammarico

la speranza di pace
L’animazione affidata alle donne palestinesi
di D ONATELLA COALOVA internazionale. Nel 2003 le è
succeduta Laila Carmi, cat-
do i miei genitori sono do-
vuti fuggire, la famiglia
la strage dei bambini. Ricor-
da in particolare la morte di
PARIGI, 29. «L’aborto, che ri-
mane un attentato alla vita
nel suo inizio, non può essere
visto esclusivamente nella
prospettiva dei diritti delle
donne». Lo affermano i ve-
scovi francesi in un comuni-
cato in cui spiegano di aver
dono, anche in situazioni dif-
ficili, di tenere il proprio fi-
glio, e della libertà di co-
scienza dei medici e di tutto
il personale sanitario, di cui
elogia il coraggio e la dedi-
zione».
La proposta — che inserisce

È
possibile continua- tolica, seguita da Nora Car- ebrea che abitava di fianco a alcuni suoi parenti e la trage- appreso «con tristezza» del- nell’articolo 34 della Costitu-
re ad amare mentre mi, appartenente alla Chiesa loro si è offerta di custodire i dia di una mamma: «Alle l’approvazione, avvenuta ieri zione «la libertà garantita alla
infuria la tempesta apostolica armena, dal 2013 tesori della chiesa, comprese 20,30 ha messo a letto i suoi in Senato, del testo di revisio- donna all’interruzione di gra-
della guerra? «Vi al 2022. L’attuale presidente le icone e le preziose coppe tre bambini; alle 21 i tre pic- ne costituzionale, che inseri- vidanza» — è stata approvata
prego […] sopportatevi l’un del Comitato palestinese è per la santa Eucaristia. Men- coli erano già morti, uccisi sce nella Carta fondamentale dal Senato in prima lettura e
l’altro con amore», esorta Sally Azar, di confessione lu- tre io e i miei fratelli cresce- da un’esplosione. Siamo tutti la garanzia della libertà di ac- senza modifiche: 267 i voti a
l’autore della Lettera agli Efesi- terana. Una giovane nata nel vamo, i miei genitori, ricor- esseri umani, abbiamo tutti cesso all’aborto. Rivolgendo favore, 50 contro. Bocciato
ni. Questo versetto (4, 2) è il 1999, Halima Aziz, che da dando con affetto i loro vici- la stessa dignità. I cristiani il pensiero a coloro, «in par- anche l’emendamento che
tema della Giornata mondia- bambina, nel 2008, visse du- ni, aspettavano il grande cercano scampo con la fuga. ticolare alle donne in difficol- proponeva di correggere l’e-
le di preghiera (World Day rante la guerra a Gaza, tra- giorno del ritorno. Purtrop- Se continua così, non ci sa- tà», che stanno prendendo in spressione «libertà garantita»
po, i miei genitori sono ranno più cristiani in queste considerazione la drammatica contenuta nel provvedimento,
morti senza aver realizza- terre. Le nostre chiese diven- eventualità di ricorrere all’a- togliendo l’aggettivo conside-
to questo sogno. Eppure teranno musei. Se mi chiede- borto, la Conferenza episco- rato da alcuni problematico
ricordo vividamente che, te cosa si debba fare davanti pale francese (Cef) «si ram- anche per possibili ripercus-
nonostante il dolore e la a questa immensa rovina, di- marica che il dibattito avviato sioni sul diritto all’obiezione
sofferenza per tutto ciò co che l’unica risposta è la non abbia menzionato le mi- di coscienza da parte del per-
che avevano perso, i miei preghiera. Unitevi alla nostra sure di sostegno per coloro sonale ospedaliero. Tra coloro
genitori furono sempre preghiera per la pace». Dal che vorrebbero tenere il pro- che sono contrari al testo, al-
grati e parlavano con be- comitato palestinese è giunta prio figlio». «Poiché vengono cuni esponenti dei repubbli-
nevolenza di questi vicini una supplica struggente «per alla luce numerose forme di cani, secondo i quali la Costi-
ebrei». Eleonor ha dedi- la guarigione dei cuori e il violenza contro le donne e i tuzione non sarebbe «un ca-
cato la sua vita all’impe- ripristino della pace». E Jo- bambini — continuano i ve- talogo di diritti sociali».
gno umanitario, speri- yce Larko Steiner, presidente scovi — la Costituzione del Per essere definitivamente
mentando anche difficol- internazionale della Giornata nostro Paese avrebbe fatto approvata, la proposta dovrà
tà: «Ho subito battute mondiale di preghiera, scri- bene a mettere al centro la essere votata dai tre quinti dei
d’arresto, ostacoli e persi- ve: «Che nei nostri cuori si protezione delle donne e dei parlamentari dell’Assemblea e
no minacce. Tuttavia, cre- possa trovare il perdono e la bambini». La Cef «sarà at- del Senato, che si riuniranno
do fermamente che la no- preghiera reciproca, perché tenta al rispetto della libertà in seduta plenaria nel Con-
stra comunità possa esse- noi siamo uno in Cristo». di scelta dei genitori che deci- gresso lunedì 4 marzo.
re forte insieme se c’è
amore sincero, compren-
sione, dolcezza, umiltà e
pazienza».
C’è poi la commovente La Chiesa in Libano promuove la formazione dei giovani cristiani
testimonianza di Lina,
che ricorda sua zia, Shi-
reen Abu Akleh, famosa
Leader in dottrina sociale
giornalista di Al Jazeera,
uccisa nella città palesti-
nese di Jenin l’11 maggio
2022: «Molti non sapeva-
no che mia zia era una
cristiana palestinese. La
Il logo per i bambini realizzato da Anoush Vosguerichian sua fede la portava a
guardare le persone di
of Prayer) che si celebra in sferendosi in seguito in Ger- qualsiasi tradizione religiosa
tutto il mondo domani, ve- mania, ha dipinto il logo. con amore e a stare al fianco
nerdì 1° marzo, con la spe- Raffigura tre donne palesti- di coloro che venivano mal-
ranza che la pace possa ri- nesi, con gli abiti tradiziona- trattati. Il suo raccontare la
splendere ovunque. I vari li, raccolte in preghiera sotto verità era anche un modo
materiali e le testimonianze un albero di ulivo, simbolo per affrontare la potenza oc-
sono stati preparati da una di pace e di un’esistenza cupante con amore». Infine
commissione interconfessio- eterna e abbondante, perché Sara parla della sua vita al-
nale di donne della Palesti- questi alberi durano anche l’insegna della speranza che
na, con un lavoro faticoso migliaia di anni. Nella tela, le è stata impartita in fami-
portato avanti nel periodo molti fiori di papavero ricor- glia: «So che l’albero da cui
della pandemia. La decisione dano i familiari uccisi, men- provengo è forte e resistente.
di affidare la stesura Sono nutrita dall’amore Una proposta rivolta ai giovani con l’obiettivo professionisti libanesi (21-35 anni) e a studenti
di questi testi al co- dei miei antenati. Posso di preparare gruppi di futuri dirigenti e decisori universitari che lavorano nel settore pubblico
mitato palestinese è sopportare gli altri con di ispirazione cristiana che si impegnino ad es- (politica, diplomazia, economia, media e movi-
stata presa nel 2017, «Che nei nostri cuori — scrive amore perché loro lo sere «una nuova speranza per il Libano» nel menti sociali). «Attraverso questa iniziativa —
durante il meeting Joyce Larko Steiner — si possa trovare hanno fatto. Il loro settore pubblico. Così viene definita la Chri- spiega suor Noura Khoury-Hanna, direttrice
internazionale della amore mi ha aiutato a stian Leadership Formation (CLeF, «chiave» in del CLeF — i giovani scoprono la ricchezza del-
Giornata mondiale di il perdono e la preghiera reciproca, diventare forte e resi- lingua francese) promossa nel Paese dei Cedri la Dottrina sociale della Chiesa e discernono la
preghiera tenutosi a perché noi siamo uno in Cristo» stente». Così la Gior- dalla Chiesa locale. Un modo anche di rispon- loro vocazione di laici impegnati in vari settori
Foz do Iguaçu, in nata mondiale di pre- dere all’appello formulato da Papa Francesco ai della vita sociale, economica e politica». «In-
Brasile. Le delegate ghiera invita le donne partecipanti all’incontro «The economy of sieme, nel corso di incontri e ritiri spirituali, ve-
delle conferenze in- di tutto il mondo a im- Francecsco - I giovani, un patto, il futuro» svol- rificano la qualità del loro impegno e si sosten-
ternazionali decidono parare la resilienza con tosi il 21 novembre 2020 ad Assisi: «è indispen- gono a vicenda per incarnare i valori in cui cre-
infatti democraticamente e tre la chiave appesa al collo cui gli ulivi sfidano le tempe- sabile far crescere e sostenere gruppi dirigenti dono nella loro vita quotidiana, nelle loro deci-
con largo anticipo a quali delle donne è un segno di ste, a sperimentare ciò che in capaci di elaborare cultura, avviare proces-
paesi attribuire la redazione speranza che esprime il desi- Palestina si chiama sumud, si».
della liturgia e dei vari sussi- derio di poter tornare nei cioé «la capacità di percepire Tre gli obiettivi principali di questa ini-
di. L’intento è quello di im- luoghi da cui furono cacciate la realtà così com’è e il co- ziativa, che quest’anno giunge alla terza Tra gli obiettivi, preparare i giovani
parare ad ascoltare, senza o dovettero fuggire. raggio di opporsi all’ingiusti- edizione: preparare i giovani dirigenti cri- dirigenti cristiani a vivere la loro vocazione
giudicare o prendere posizio- Anoush Vosguerichian ha zia in modo non violento; un stiani a vivere la loro vocazione di leader se-
ni, le voci delle donne delle realizzato il logo per i più amore resistente che permet- condo i valori del Vangelo; creare e sostene- di leader secondo i valori del Vangelo
nazioni scelte affinché in tut- giovani: mostra un gruppo te all’aggressore di ritrovare re una rete di ex alunni del CLeF impegna- per incidere nella società con il loro esempio
to il globo si creino rapporti di bambini che danzano in- la sua umanità». ti nel settore pubblico; influenzare la cultu-
di vera sorellanza e comu- torno a un ulivo tenendosi In seguito ai tragici avve- ra attraverso l’esempio di questi giovani di-
nione. per mano. Il cerchio è aperto nimenti degli ultimi mesi, le rigenti cristiani e far conoscere la Dottrina
Già nel 1994 le donne pa- e un bambino invita altri a donne del comitato palesti- sociale della Chiesa ai partiti politici, alle
lestinesi prepararono la unirsi al gruppo. Al centro nese hanno fatto giungere al- aziende e ai gruppi giovanili attraverso iniziati- sioni e nelle loro azioni», aggiunge. «I giovani
Giornata mondiale di pre- della liturgia, la testimonian- cuni aggiornamenti. In un ve molteplici (tavole rotonde, social network, di- che seguono il corso sono già “leader”, respon-
ghiera sul tema «Va’, guarda, za di tre donne. Eleonor, filmato, Shireen Awwad Hi- battiti, ecc.). I temi principali affrontati duran- sabili nelle loro comunità di vita cristiana, nelle
agisci». E nel 1993 Aida membro della Chiesa greco- lal, con la voce spezzata ma te le lezioni sono la Dottrina sociale della Chie- loro imprese e nei loro partiti politici», spiega
Haddad, di confessione lute- ortodossa in Terra Santa, nel senza ombra di rancore, nar- sa, i fondamenti della leadership cristiana, la la religiosa libanese, ma con il CLeF «scelgono
rana, è stata la prima palesti- 1948 era una bambina. Il suo ra l’infinito orrore della mediazione umanista e l’attualità socio-politica un impegno coerente con la loro fede e con il
nese a essere eletta nel Co- bisnonno aveva costruito la guerra, i bombardamenti, la ed economica sia a livello globale che locale. desiderio profondo dello Spirito Santo in lo-
mitato esecutivo della Gior- chiesa ortodossa di San distruzione delle chiese, la Questo corso di formazione — della durata di ro», facendo infatti un «giuramento alla fine di
nata mondiale di preghiera Giorgio. Racconta: «Quan- totale mancanza di sicurezza, sei mesi — è rivolto essenzialmente a giovani ogni ciclo di formazione».
pagina 8
A colloquio con il presidente della Pontificia Commissione di archeologia sacra, monsignor Iacobone,
sul significato delle “Stationes” quaresimali
Il “posto di guardia” spirituale
dove il cristiano vigila
di NICOLA GORI
U
n’iniziativa con fi-
nalità «eminente-
mente pastorale»
che affonda le radi-
ci nella Città eterna del IV-V se-
colo. Un modo per “vigilare”,
come facevano i soldati romani,
come “sentinelle” di guardia,
non per non soccombere sotto i
colpi dei nemici ma per essere
pronti, per prepararsi con le ar-
mi spirituali — digiuno, pre-
ghiera e penitenza — ad affron-
tare la Quaresima. È questo il
senso delle tradizionali Stationes
riscoperte, dopo lustri di oblio,
nella prima metà del XX secolo
da monsignor Carlo Respighi,
magister dell’allora Collegium Cul-
torum Martyrum. Lo spiega mon-
signor Pasquale Iacobone, pre-
sidente della Pontificia Com-
missione di archeologia sacra,
in questa intervista a «L’O sser-
vatore Romano».
Qual è l’origine delle Stationes
quaresimali?
A partire dal IV-V secolo la
città di Roma viene suddivisa
in Regioni ecclesiastiche che
fanno riferimento ai Tituli,
chiese di particolare importan-
za in cui il Papa riuniva il cle-
ro e il popolo del territorio. Si
trattava di far partecipare cia-
scun quartiere a turno all’Eu-
caristia col vescovo, mentre le
riunioni più numerose e solen-
ni avvenivano nelle grandi ba-
siliche. La finalità delle Sta-
zioni è, dunque, eminente-
mente pastorale.
Ufficio delle Celebrazioni liturgiche
del Sommo Pontefice
Calendario delle celebrazioni
presiedute dal Papa
24 marzo
Domenica delle Palme:
Passione del Signore
Piazza San Pietro
ore 10
CAPPELLA PAPALE
Commemorazione
dell’ingresso del Signore
in Gerusalemme
e Santa Messa
28 marzo
Giovedì
della Settimana Santa
Basilica di San Pietro
ore 9.30
Messa del Crisma
29 marzo
Venerdì Santo
«Passione del Signore»
Basilica di San Pietro
ore 17
CAPPELLA PAPALE
Celebrazione
della Passione
del Signore
29 marzo
Venerdì Santo
«Passione del Signore»
Colosseo
ore 21.15
Via Crucis
Come si svolgevano queste riunioni?
Il raduno del clero e dei fe-
deli attorno al vescovo (collecta)
avveniva presso una determi-
nata chiesa, da cui ci si muo-
veva in processione al canto
delle litanie (e per questo
chiamata letania) e dei salmi,
per raggiungere la chiesa sta-
zionale, dove il Papa avrebbe
celebrato la messa.
Con quale frequenza si celebravano?
La liturgia stazionale veniva
celebrata quotidianamente a
Roma per tutta la Quaresima
e durante la settimana succes-
siva alla Pasqua, ma si ripeteva
anche in particolari periodi,
come l’Avvento, in giorni di
festa, e in alcune date partico-
lari, ad esempio nel dies natalis
dei martiri, ma soprattutto in
occasione della memoria delle
due colonne della Chiesa di
Roma, gli apostoli Pietro e
Paolo.
30 marzo
Domenica di Pasqua
«Risurrezione
del Signore»
Basilica di San Pietro
ore 19.30
CAPPELLA PAPALE
Veglia Pasquale nella notte
santa
31 marzo
Domenica di Pasqua
«Risurrezione
del Signore»
Piazza San Pietro
ore 10
CAPPELLA PAPALE
Messa del giorno
31 marzo
Domenica di Pasqua
«Risurrezione
del Signore»
Loggia centrale
della Basilica di San Pietro
ore 12
Benedizione «Urbi et Orbi»
Città del Vaticano,
26 Febbraio 2024
Diego Ravelli
Arcivescovo titolare di Recanati
Maestro delle Celebrazioni
Liturgiche Pontificie
L’OSSERVATORE ROMANO
Quale è stata la loro evoluzione sto-
rica?
La tradizione vuole che sia
stato san Gregorio Magno ad
aver dato nuova e definitiva
organizzazione al sistema sta-
zionale romano. Da Roma la
liturgia stazionale si diffuse
un po’ ovunque, a Milano,
Ravenna, in Gallia e in Ger-
mania. Le liturgie stazionali
quaresimali rimasero in vigo-
re a Roma, con alterne vicen-
de, fino all’esilio avignonese
dei Papi. Un risveglio si ebbe
con san Carlo Borromeo
(1572), che fece attribuire an-
che alle stazioni milanesi le
stesse indulgenze concesse al-
le chiese di Roma. A Roma
la ripresa delle liturgie stazio-
nali si ebbe con Papa Sisto V,
ma ebbe poca fortuna. Si de-
ve, infine, al Collegium Cultorum
Martyrum, fondato nel 1879, e
da cui deriva l’attuale Ponti-
ficia Accademia Cultorum
Martyrum, l’azione di ripri-
stino delle stazioni romane
che continua sino ai nostri
giorni e che ha avuto in
monsignor Carlo Respighi,
magister del Collegium dal
1931 al 1947, un validissimo
sostenitore.
Qual è il loro significato?
“Stazione” deriva dalla ter-
minologia militare romana
(statio, stationem agere) e indica-
va il posto di guardia o il
montare la guardia. Nel lin-
guaggio ecclesiale passò ad
indicare l’atteggiamento del
cristiano che, in alcuni giorni
particolari, “montava la guar-
La visita «ad limina»
dei vescovi dell’Emilia Romagna
Papa Francesco ha ricevuto in udienza nella mattina di oggi, giovedì 29 febbraio, i vescovi del-
l’Emilia Romagna (Italia), in visita «ad Limina Apostolorum».
dia”, “vigilava” in senso spiri-
tuale, col digiuno, la peniten-
za, la partecipazione ai divini
misteri. Con l’andare del
tempo il termine assume il si-
gnificato più generico di “riu-
nione liturgica comunitaria”,
presieduta dal Papa nei Tituli
o nelle chiese martiriali, per
significare l’unità della Chie-
sa attorno al suo pastore nel-
la celebrazione dell’unico sa-
crificio eucaristico. Attual-
mente le stazioni quaresimali
romane toccano ogni giorno
una delle chiese designate e
si sviluppano con una cele-
brazione, presieduta dal car-
dinale titolare o da un vesco-
vo ausiliare o anche dal par-
roco, in cui a una prima par-
te, che si apre con una breve
introduzione e quindi con il
canto delle litanie dei santi,
segue la processione verso la
chiesa dove si celebra l’Euca-
ristia.
Sono ancora attuali?
L’attualità è data dalla fina-
lità essenziale delle Stationes: la
preghiera per rimanere vigi-
lanti, attenti a cogliere i “segni
dei tempi” e i messaggi che la
Parola di Dio ci rivolge. Inol-
tre le stazioni quaresimali ro-
mane ravvivano le memorie
storiche cristiane presenti nel-
la città, cominciando dalle te-
stimonianze martiriali, sicura-
mente attuali anche nel nostro
momento storico.
Compiere le Stationes è un modo
efficace per prepararsi alla Pasqua?
Per le finalità accennate, so-
no sicuramente uno dei modi
possibili per prepararsi alla
Pasqua. L’ascolto attento della
Parola di Dio, proclamata e
commentata in ogni stazione,
è essenziale. Ma anche la di-
mensione del “cammino”, del
“pellegrinaggio della vita e
della fede” simboleggiata dal-
la processione iniziale viene ri-
cordata ed evidenziata grazie
ai riti stazionali. Un cammino
che si muove sulle tracce di
Cristo e segue l’esempio dei
martiri e dei santi (litanie)
porta sicuramente, con nuovo
entusiasmo, a vivere in pienez-
za la Pasqua di resurrezione.
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto
questa mattina in udienza:
l’Eminentissimo Cardinale
Kevin Joseph Farrell, Prefetto
del Dicastero per i Laici, la
Famiglia e la Vita;
il Reverendo Padre Andr-
zej Komorowski, Superiore
Generale della Fraternità Sa-
cerdotale San Pietro;
Sua Eccellenza Monsignor
Rui Manuel Sousa Valério,
Patriarca di Lisboa (Portogal-
lo), e Seguito.
Il Santo Padre ha ricevuto
questa mattina in udienza i
Vescovi dell’Emilia Romagna
(Italia), in visita «ad Limina
Apostolorum».
Il Santo Padre ha accettato
la rinuncia al governo pasto-
rale della Diocesi di Virac (Fi-
Nomine pontificie
Le nomine di oggi riguardano
la Chiesa nelle Filippine e in
Spagna e la Curia romana.
Luisito A. Occiano
vescovo di Virac
(Filippine)
Nato il 21 giugno 1971, ha com-
piuto gli studi superiori e quel-
li di Filosofia e Teologia presso
l’Holy Rosary Minor Semina-
ry di Naga City, in arcidiocesi
di Caceres. Ordinato sacerdo-
te il 10 novembre 1996 per il
clero di Caceres, ha proseguito
gli studi in formazione religio-
sa-catechesi presso l’Ateneo de
Manila University, ottenendo
il Master of Arts presso l’Ate-
neo de Naga University in Na-
ga City. È stato vicario parroc-
chiale della St. John the Evan-
gelist Metropolitan Cathedral
in Naga City (1996); vice-se-
gretario del Jubilee Executive
Committee (1999); segretario
dell’arcivescovo di Caceres;
membro della Commission on
Social Communications
(2002); direttore del Cateche-
tical Ministry e vicario parroc-
chiale di St. Francis of Assisi,
Naga City (2003); vice-rettore
della Basilica minore Our La-
dy of Peñafrancia, Naga City,
direttore della Commission on
Social Communications
giovedì 29 febbraio 2024
lippine), presentata da Sua
Eccellenza Monsignor Mano-
lo A. de los Santos.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nomina-
to Vescovo della Diocesi di
Virac (Filippine) il Reverendo
Luisito A. Occiano, del clero
dell’Arcidiocesi di Caceres.
Il Santo Padre ha nomina-
to Vescovo di Girona (Spa-
gna) il Reverendo Padre Oc-
tavi Vilà Mayo, O. CIST., fino-
ra Abate del Reale Monastero
Santa María de Poblet, Tarra-
gona.
Il Santo Padre ha nomina-
to Sotto-Segretario del Dica-
stero per gli Istituti di Vita
Consacrata e le Società di Vita
Apostolica il Reverendo Pa-
dre Aitor Jiménez Echave,
C.M.F., finora Officiale della
stessa Istituzione Curiale.
(2004); presidente della Tri-
centennial Celebration e del
Media Committee (2008);
membro del Catechetical Mi-
nistry Council (2011); parroco
di St. Bartholomew Apostle,
Baao (2015-2021); vicario fora-
neo di St. John the Baptist.
Dal 2021 è rettore e parroco del
Santuario arcidiocesano di
San Giuseppe e professore
presso l’Holy Rosary Semina-
ry in Naga City.
Octavi Vilà Mayo, vescovo
di Girona (Spagna)
Nato a Tarragona l’11 di-
cembre 1961, ha svolto gli studi
filosofici e teologici presso la
Facoltà di Teologia di Catalo-
gna. Entrato nel noviziato ci-
stercense nel Reale monastero
Santa María de Poblet, Tarra-
gona, nel 2006, ha emesso i vo-
ti perpetui nel 2010 ed è stato
ordinato sacerdote il 1° maggio
2015. Ha conseguito la licenza
in Geografia e Storia (1984), il
diploma in Biblioteconomia e
Documentazione presso l’U-
niversitat de Barcelona (1987)
e quello in Nuove Tecnologie
dell’Informazione presso l’U-
niversitat Politècnica de Cata-
lunya (1996). È stato segretario
e vice presidente dell’Archivio
Bibliografico di Santes Creus
(1998-2005) ed è autore di vari
articoli e lavori sulla storia.
Dal 3 dicembre 2015 è abate
del monastero di Santa María
di Poblet.
Jiménez Echave
sotto-segretario
del Dicastero per
gli Istituti di vita
consacrata e le Società
di vita apostolica
Nato il 29 dicembre 1962 a
Luchana-Baracaldo, in Spa-
gna, il 13 settembre 1987 ha
emesso la professione perpe-
tua nella congregazione dei
Missionari figli del cuore im-
macolato di Maria e il 30 aprile
1989 ha ricevuto l’ordinazione
presbiterale. Ha conseguito il
dottorato in Utroque Iure e
quello in Teologia della vita
consacrata presso la Pontificia
Università Lateranense a Ro-
ma. È in possesso di diversi di-
plomi, tra cui quello in Diritto
Canonico Orientale. Dal 2006
è officiale del Dicastero per gli
Istituti di vita consacrata e le
Società di vita apostolica.