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8 Libro Cultura Italiana 6to
8 Libro Cultura Italiana 6to
Regno
Immagine Nome Nascita Morte Note
Inizio Fine
Augusto
Gaio
Ottavio
Figlio adottivo di
Turino
23 16 Cesare, governò
Gaio Giulio 19
settembre 6 gennaio 2 vecchiaia[2] come triumviro dal 42
Cesare agosto 14
3 a.C. 7 a.C. a.C., assieme a Marco
Ottaviano
Antonio e Lepido.
Imperator
e Cesare
Augusto
Tiberio
Tiberio
Claudio 16
19 16 Figlio adottivo di
Nerone novembre 4 malattia[3]
agosto 14 marzo 37 Augusto
Tiberio 2 a.C.
Giulio
Cesare
Nipote paterno
Caligola
24 di Druso maggiore,
Gaio Giulio 18 assassinato
31 agosto 12 gennaio 4 fratello di Tiberio;
Cesare marzo 37 daipretoriani
1 bisnipote materno di
Germanico
Augusto
Claudio
Tiberio
Claudio Figlio di Druso
avvelenato da
Druso 24 maggiore;
1º agosto 10 13 sua
Nerone gennaio 4 Lucio Arrunzio Camillo
a.C. ottobre 54 moglie Agrippin
Germanico 1 Scriboniano usurpator
a minore
Tiberio e in Dalmazia
Claudio
Cesare
47
Augusto
Germanico
Regno
Immagine Nome Nascita Morte Note
Inizio Fine
Vespasiano
Tito Flavio
Vespasiano 17
1º luglio 69 23 giugno 79 vecchiaia
Cesare novembre 9
Vespasiano
Augusto
Tito
30 13
Tito Flavio 24 giugno 79 febbre[4] Figlio di Vespasiano
dicembre 39 settembre 81
Vespasiano
48
assassinato Figlio di Vespasiano;
Domiziano
24 14 18 in una Lucio Antonio
Tito Flavio
ottobre 51 settembre 81 settembre 96 congiura di Saturnino usurpatore
Domiziano
palazzo in Germania nell'89
Traiano
Marco
Ulpio
Traiano 18 27 8
idropisia Figlio adottivo di Nerva
Marco settembre 53 gennaio 98 agosto 117
Ulpio
Nerva
Traiano
Adriano
Publio
Non è chiaro se fu mai
Elio
adottato ufficialmente da
Adriano 24 9 10
vecchiaia Traiano (forse fu scelto
Publio gennaio 76 agosto 117 luglio 138
dall'augusta Plotina, vedova
Elio
di Traiano)
Traiano
Adriano
Regno
Immagine Nome Nascita Morte Note
Inizio Fine
Conquistò il potere in
lotta con Pescennio
Nigro(193-194) e
Settimio Severo con Clodio
11 4
Lucio Settimio 9 aprile 193 vecchiaia Albino (193-197),
aprile 146 febbraio 211
Severo quest'ultimo
inizialmente
associato al potere
come cesare
49
Caracalla
Figlio di Settimio
Lucio Settimio assassinato
4 4 Severo;
Bassiano 8 aprile 217 dai
aprile 188 febbraio 211 fu nominato augusto
Marco Aurelio pretoriani
dal padre nel 198
Severo Antonino
Regno
Immagine Nome Nascita Morte Note
Inizio Fine
Ultimo degli
imperatori illirici,
regnò con
Massimiano dal
286 e spostò la sua
sede imperiale
1º a Nicomedia. Cesar
Diocleziano Iovi maggio 30 e: Massimiano
o 5 3 (285-286), Galerio
22 20
Diocle abdicazion dicembre 31 (293-305).
dicembre 24 novembre 28
Gaio Aurelio e per 1
4 4
Valerio volontà di vecchiaia Con Diocleziano
Diocleziano Dioclezian finisce il periodo
o della
50
Dinastia costantiniana (306-363)
Regno
Immagine Nome Nascita Morte Note
Inizio Fine
Figlio di Costanzo
Cloro;
proclamato augusto
dalle sue truppe, fu
riconosciuto da
Galerio come Cesare
nel 306 e come
augusto nel 310;
fu il primo imperatore
a concedere libertà di
culto ai cristiani,
convertendosi infine
Costantino I egli
27 25 22
Flavio Valerio vecchiaia stesso e addirittura
febbraio 274 luglio 306 maggio 337
Costantino
chiede di essere
battezzato nel 337.
Sciolse la guardia
pretoriana e
introdusse una nuova
moneta il "solidus" e
nel 324 riunificò
l'impero
- CESARE: Caio Giulio Cesare (100-44) ucciso da Bruto e Cassio, primo triumvirato 60 a.C.
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Gaio Giulio Cesare
- OTTAVIANO: Caio Giulio Cesare Ottaviano (63- 14) Ottaviano diventa “Augusto” 27a.C. (consacrato degli Auguri),
promotore delle arti, riforma costumi, culto imperatore, leggi contro adulterio 12 pontefice massimo, 2d.C. padre
della patria.
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (in latino: Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus)
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Augusto
Imperatore romano
19 agosto 14 d.C.
Successore Tiberio
Dinastia Giulio-claudia
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Storia
"Quando tornai a Roma dalla Gallia e dalla Spagna, sotto il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio, portate
felicemente a termine le imprese in quelle province, il Senato decretò che si dovesse consacrare un'ara alla Pace
augustea nel Campo Marzio e ordinò che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero ogni anno un
sacrificio".
E' con queste parole che Augusto nelle Res Gestae, suo testamento spirituale, ci ha tramandato la volontà del Senato di
costruire un altare alla Pace, a seguito delle imprese da lui portate a termine a nord delle Alpi tra il 16 e il 13 a.C., tra cui
l'assoggettamento dei Reti e dei Vindelici, il controllo definitivo dei valichi alpini, la visita alla Spagna finalmente
pacificata, la fondazione di nuove colonie e l'imposizione dei nuovi tributi.
La dedicatio dell'Ara Pacis, la sua inaugurazione, ebbe luogo il 30 gennaio del 9 a.C. Sembra, stando alla testimonianza
dello storico Cassio Dione (LIV, 25.3), che in un primo momento il Senato avesse proposto di edificare l'altare all'interno
della sua stessa sede, la Curia, ma l'idea non ebbe seguito e fu preferito il Campo Marzio settentrionale, di recente
urbanizzazione. L'altare dedicato alla pace veniva così a trovarsi, non a caso, al centro del vasto pianoro sul quale
tradizionalmente si svolgevano le manovre dell'esercito, della cavalleria e, in tempi più recenti, le esercitazioni ginniche
della gioventù romana.
Caratteristiche
Altare augusteo dedicato alla Pace, inizialmente collocato in Campo Marzio e oggi custudito in un museo collocato tra il
Tevere e il Mausoleo di Augusto
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Frase celebre
«Cum ex Hispania Galliaque, rebus in iis provincis prospere gestis, Romam redi, […] Ti. Nerone P. Quintilio consulibus,
aram Pacis Augustae senatus pro reditu meo consacrandam censuit ad campum Martium, in qua magistratus et
sacerdotes virginesque Vestales anniversarium sacrificium facere iussit».
Le tappe fondamentali della vita di AugustoGaio Ottavio, poi nominato Ottaviano, è il pronipote di Cesare, figlio della
figlia di sua sorella. Nasce a Roma nel 63 a. C. ed è un predestinato. Svetonio, nel secondo libro della Vita dei dodici
cesari, racconta che a circa dodici anni Cicerone, incontrandolo in una cerimonia pubblica, riconosce in lui il ragazzo di
un suo sogno: un giovane dai lineamenti nobili che arriva dal cielo sorreggendosi a una corda d’oro e che sul colle
Capitolino riceve dalle mani di Giove in persona una frusta, simbolo di potere e comando.
La fortuna e l’ascesa di Ottaviano sono strettamente legati aCesare che, lo ricordiamo, non ha figli legittimi. È quindi
utile ricordare in modo sintetico le tappe principali della sua vicenda politica:
44 a. C. Cesare viene assassinato durante una seduta del senato da un gruppo di congiurati capeggiati da Gaio
Cassio Longino e Marco Giunio Bruto.
All’apertura del testamento Ottaviano, che ha diciannove anni, è dichiarato erede del patrimonio e figlio
adottivo di Cesare.
42 a. C. A Filippi, in Macedonia, Ottaviano sconfigge i tirannicidi, che erano riusciti a fuggire con l’appoggio
del senato.
31 a. C. Nella battaglia navale di Azio, Ottaviano sconfigge il suo avversario Marco Antonio, che in precedenza
era stato suo alleato e che insieme a Cleopatra sta cercando di sottrarre l’Egitto, le provincie africane e
mediorientali dal controllo di Roma.
27 a. C. Il senato gli conferisce il titolo di Augusto, cioè degno di venerazione, gli assegna il titolo di console e
di capo dell’esercito, ponendolo di fatto in una posizione di maggiore potere e prestigio rispetto agli altri senatori.
23 a. C. Sempre dal senato Augusto ottiene la tribunicia potestas a vita. È una carica che gli dà il potere di
intervenire in qualsiasi ramo della politica, da quello legislativo a quello giudiziario, con il diritto di veto
sull’operato di qualsiasi altro senatore, console o magistrato.
12. a. C. Augusto assume la carica di Pontefice Massimo, diventando così anche la più alta carica religiosa di
Roma.
Il potere assoluto augusteoGli ultimi tre punti costituiscono di fatto la nascita dell’Impero, anche se lo stesso Augusto
non vorrà mai adoperare questo temine e assumere formalmente il titolo di Imperatore. Tutte le istituzioni repubblicane
continuano ad esistere e il potere assoluto viene esercitato mediante l’acquisizione da parte di uno solo di tutte le cariche
pubbliche.
2 Un programma ambizioso
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Le rovine del Tempio di Marte Ultore nel Foro di
Augusto a Roma —Fonte: Ansa
La vittoria sui congiurati viene celebrata attraverso una imponente impresa architettonica: la costruzione di un enorme,
magnifico foro, al centro del quale troneggia il tempio di Marte Ultore (vendicatore appunto) a memoria e monito per tutti
i nemici di Roma e della Gens Julia.
La ricerca del consenso: Sul Palatino, il monte più antico e sacro di Roma, Augusto pone invece la sua residenza e
proprio accanto alla sua casa fa edificare l’imponente tempio di Apollo a testimonianza del suo stato di eletto e protetto
dal dio.
Dopo la vittoria su Antonio e Cleopatra è invece necessario porre fine alle controversie interne che avevano portato Roma
a decenni di guerre civili. Augusto deve affermare il suo prestigio, ottenere un consenso universale, farsi portatore di
stabilità e benessere. Si passa dunque dall’immagine dall’idea del vendicatore a quella del padre della patria, forte e
affidabile.
Tutti i templi della città vengono restaurati, ripristinate nel calendario tutte le festività legate alla fondazione, i cui riti si
svolgono con cerimonie pubbliche alla presenza delle più alte cariche dello stato. I ritratti di Augusto ce lo mostrano
adesso velato capite, a testimonianza della pietas e della sua autorità anche in campo religioso.
La politica estera Sul fronte della politica estera, infine, il nuovo Cesare deve affrontare il problema della ribellione della
Gallia e della Spagna, deve cioè consolidare dal punto di vista militare e amministrativo le conquiste compiute dallo zio
e padre adottivo.
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La realizzazione di questo programma è descritta dallo stesso Augusto nelle Res gestae divi Augusti. Composta nel 14 d.
C., è una narrazione sintetica quanto densa in cui, parlando in prima persona, espone i punti salienti del suo operato
politico, militare e civile.
La lastra originale, fusa in bronzo, è destinata ad essere affissa sulle porte del suo mausoleo, copie in marmo sono
realizzate per ogni angolo dell’impero.
L'ideazione dell'Ara Pacis«Cum ex Hispania Galliaque, rebus in iis provincis prospere gestis, Romam redi,
[…] Ti. Nerone P. Quintilio consulibus, aram Pacis Augustae senatus pro reditu meo consacrandam censuit ad
campum Martium, in qua magistratus et sacerdotes virginesque Vestales anniversarium sacrificium facere
iussit.»
Quando tornai a Roma dalla Spagna e dalla Gallia, dopo aver sistemato le cose in queste province con grande
successo […], il Senato decretò che per il mio ritorno fosse dedicata nel Campo Marzio un’ara della Pace
Augusta, e stabilì che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vestali offrissero ogni anno un sacrificio.
Il potere che passa attraverso le immagini e le opere architettoniche e l'inizio del periodo di pace.
Augusto comprende dunque che attraverso le imprese architettoniche e attraverso le immagini, siano esse
impresse nelle monete, scolpite nei rilievi o nelle statue passa un grande potere. Non c’è provincia, non c’è
città dell’impero dove non sia inciso il suo nome sugli edifici, dove non sia noto il suo volto. È così, ancor più
che con le armi, che il princeps si guadagna il rispetto, la devozione, l’amore del suo popolo.
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Secondo il racconto delle Res Gestae, Augusto risolve quindi ―con grande successo‖ la questione delle
provincie di Spagna e Gallia. La stagione della guerra è definitivamente conclusa, ora è necessario pensare alla
pace.
La costruzione dell'Ara PacisIl senato decreta quindi la costruzione di un altare nel 13 a. C., che viene inaugurato
quattro anni più tardi.
Sebbene la decisione sia formalmente della curia non è pensabile che lo stesso Augusto ne sia del tutto estraneo,
l’edificazione di questo monumento rientra anzi, perfettamente, nel suo programma di propaganda, nell’affermazione del
suo ruolo di pacificatore e difensore della fede.
Fortissima doveva apparire allora la scelta di collocare l’altare(non un tempio precluso ai più, ma un monumento aperto
alla cittadinanza) proprio in Campo Marzio, l’area che la tradizione vuole legata al dio della guerra e ai riti propiziatori
per le campagne militari.
I rilievi esterni dell'altareAnche i rilievi esterni sono divisi in due fasce nel senso orizzontale,
spartiti da un motivo a meandro che corre lungo tutta la recinzione. In quella inferiore una
raffinatissima decorazione agirali di acanto, mentre nella superiore troviamo, nei due lati
chiusi, la processione dedicatoria, nei lati corrispondenti alle aperture due scene che
rimandano alla fondazione di Roma(Romolo e Remo allattati dalla lupa, Enea che sacrifica
agli dei penati) e due rappresentazioni allegoriche (la dea Roma seduta sopra una catasta di
armi e la Tellus che sorregge i due gemelli, affiancata dalla personificazione dell’aria e
dell’acqua).
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Decorazioni dell'Ara Pacis — Fonte: Istock
Enea, inoltre, proprio come Augusto, è un uomo pio, rispettoso degli antenati e si presenta a capo
velato.
Le figure allegoriche di Roma e della Tellus alludono al destino dell’Impero: Roma ha fondato il suo
potere sulla forza militare, ma ora è tempo di governare con giustizia e pace sopra a tutti gli altri
popoli e sopra agli elementi della natura.
Nella precessione si distinguono i più importanti gruppi sacerdotali: i pontifices, dal capo coperto;
i flamines, che indossano cappucci di pelle con una punta metallica; i XV viri sacris faciundis, che
indossano una tunica che lascia una spalla scoperta; i fratres arvales che indossano corone di spighe;
gli augures; i VII viri epulonum. Seguono quindi i membri della famiglia imperiale, comprese donne
e bambini. Una figura femminile, in fondo al corteo invita al silenzio e al raccoglimento.
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Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, si compiono altritentativi di scavo per la ricomposizione
del monumento ma il terreno è particolarmente molle e fangoso e gli interventi appaiono quanti mai
rischiosi per le strutture sovrastanti.
Il Fascismo e la ripresa della campagna di recuperoNel 1937 il Consiglio dei ministri, in un’ottica di
celebrazione del nuovo impero, stanzia cospicui fondi per la ripresa della campagna di recupero,
utilizzando tecniche all’avanguardia che prevedono tra l’altro il congelamento del terreno dell’area di
scavo. Contemporaneamente si lavora all’allestimento del basamento che dovrà accogliere il
monumento. Si sceglie come collocazione l’area compresa tra il Tevere e il Mausoleo di Augusto,
ritenendo in questo modo di porre nello stesso sito due tra le più importanti testimonianze
architettoniche del primo imperatore.
È opinione di chi scrive che la luminosità dell’edificio moderno esalti la visione del
monumento che custodisce e che il connubio tra antico e moderno, lungi dall’essere
stridente, sia invece in questo caso particolarmente suggestivo.
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