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PREISTORIA
Nella preistoria, l’attività fisica era legata strettamente alla
caccia e all’ istinto di sopravvivenza dell’uomo. Di conseguenza
esso doveva essere in salute, atletico e con agili riflessi.
Per l’uomo primitivo l’attività fisica era priva di agonismo e
serviva unicamente a migliorare la vita quotidiana. Nella
preistoria, le madri usavano, nei primi anni di vita, insegnare ai
loro figli, attraverso giochi e attività sportive, il sapere delle
tradizioni. I bambini, infatti, venivano educati alla caccia e alla
costruzione di utensili sin dalla tenera età. Ciò avveniva
attraverso il gioco, essi infatti apprendevano tali pratiche
gareggiando tra loro per stabilire chi fosse il più bravo, il più abile
o il più forte nel loro svolgimento.
Ciò lo si deduce dal fatto che sono state rinvenute scene
rappresentanti uomini che nuotavano e tiravano con l’arco,
risalenti a circa 3'000 anni fa.
I graffiti dimostrano poi l’interesse dell’uomo primitivo per
attività fisiche che non riguardassero esclusivamente la caccia o
la sopravvivenza direttamente, ma che fungessero anche da
svago. Questo fa presumere agli storici che le danze rituali
assumevano la forma di pratiche ginniche volte a mantenere il
corpo allenato e sempre prestante.
ANTICHI EGIZI
Gli antichi egizi praticavano per lo più sport da combattimento,
come riportato da disegni e geroglifici, ma anche da
rappresentazioni illustrate nelle tombe dei faraoni. I Lottatori
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venivano raffigurati mentre compivano lotta libera o lotta con i
bastoni. Da cui poi si era sviluppata la lotta con le lance. Lo
storico greco Erodoto afferma che la lotta con i bastoni era usata
in Egitto anche nelle cerimonie religiose dove partecipavano un
gruppo di mille lottatori. Anche lo Sport acquatico era molto
diffuso tra gli egiziani. Ad esempio il nuoto, nello specifico lo stile
libero che insieme al canottaggio erano gli sport più frequenti. In
particolare le barche di canottaggio erano costruite in modo
specifico per le gare sportive. I giochi con la palla, anche allora
era molto diffuso e spesso sui disegni nelle tombe e nei templi. Il
pallone secondo gli scienziati doveva essere cucito in pelle e
riempito di terra o paglia. Numerosi erano i tipi di gioco con la
palla, tra cui anche una sorta di “palla prigioniera”. Ovviamente
ognuno o giocava individualmente, o in coppia oppure in gruppi.
ANTICHI GRECI
Nell'antica Grecia l’attività fisica era parte della cultura della
società, un dovere, prima ancora che un piacere. Ma la necessità
di dedicare molto tempo agli allenamenti permetteva solo ai
membri delle classi più facoltose di prendere in considerazione la
partecipazione. Erano perciò esclusi dalla partecipazione gli
schiavi, i barbari, gli assassini, i sacerdoti e le donne.
Ogni polis aveva molti spazi dedicati all'attività sportiva, che i
ragazzi praticavano già durante i corsi scolastici. Il pedotibo era
il severo insegnante di ginnastica, riconoscibile dal mantello
color porpora che si toglieva frequentemente, per mostrare
l’esecuzione degli esercizi fisici, e dal lungo bastone forcuto che
impugnava, strumento di potere che all'occorrenza utilizzava per
separare i lottatori o per punire gli allievi indisciplinati. Le
attività si svolgevano in maggior parte all'aperto, in uno spazio
quadrato in cui gli atleti si esercitavano nudi (da qui la parola
“ginnasio”, dal greco gimnos, ovvero “nudo”) col corpo unto di olio
e cosparso di sabbia e polvere per agevolare le attività sportive.
La gara classica in cui si cimentavano gli atleti greci era il
pentathlon, e consisteva in cinque diverse discipline:
ANTICHI ROMANI
La concezione dello sport nell’antica Roma era completamente
diversa rispetto a quella della civiltà greca, la prima più legata
allo spettacolo e al divertimento, la seconda invece alla
spiritualità e alla gloria dell’atleta. Innanzitutto i Romani non
tolleravano la nudità degli atleti greci e ritenevano le loro
esibizioni prive di finalità pratiche, come l’addestramento
militare. Inoltre lo sport presso i Romani veniva interpretato in
forma cruenta e spettacolare; questo si evince con la famosa
espressione “panem et circenses”: il pane e gli spettacoli erano gli
elementi che tenevano quieta la “folla” dell’età romana. Se da
una parte i poveri chiedevano da mangiare e, quindi, pane,
dall’altra gli spettacoli, quali feste, giochi, celebrazioni,
servivano a vincere la noia del popolo e a soffocare
eventuali rivolte contro l’Impero.
Sebbene gli sport praticati a Roma comprendessero le discipline
olimpiche greche, pochi giochi trovavano il consenso popolare,
come ad esempio il pugilato e la lotta. Particolarmente
apprezzato dai Romani era il pancrazio, lotta in cui tutte le
tecniche erano ammesse, tranne il mordere e l’accecare; queste
venivano punite severamente con frustate dall’arbitro o
dall’allenatore di turno. Oltre agli sport di matrice violenta, i
Romani apprezzavano anche la corsa, il lancio del peso, il lancio
del giavellotto, il lancio del disco e soprattutto le corse dei
cavalli. Quest’ultime si differenziavano tra corse di bighe, trighe
e quadrighe (a seconda del numero dei cavalli) e avvenivano in
grandi costruzioni a pianta rettangolare, coi lati semi-curvati. La
gara terminava dopo che ogni concorrente aveva percorso sette
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giri e tagliato il traguardo. Era pratica comune anche
la ginnastica nelle palestre integrate alle terme. La palestra era
l’unico sport ritenuto “non competitivo” dai romani, al contrario
dei greci. Solitamente circondata da portici, la palestra aveva
stanze adibite a bagni e spogliatoi. In seguito la sua funzione si
estese e divenne sede di conversazioni e di scuola. Nelle terme i
Romani erano soliti fare anche giochi con la palla che
impegnavano il corpo in un salutare sforzo fisico. Si giocava a
palla in locali appositi (sphaeristeria) per favorire la
traspirazione e apprezzare poi ancor più gli effetti ristoratori del
bagno. La palla era fatta con pelli di animali disseccate e
riempite di lana o piume e anche, ma in modo assai rudimentale,
d’aria.
ALTRE CIVILTA’
Più o meno negli stessi anni si assiste allo sviluppo di diversi
sport anche al di fuori dell’Europa. In Cina e Giappone iniziano
a diffondersi la ginnastica artistica e vari tipi di arti marziali,
come il karate o il kung fu. In India prese piede particolarmente
lo Yoga e in Mesomerica si gioca principalmente al gioco della
Pelota, un mix tra pallavolo e calcio.
IL MEDIOEVO
Dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, le invasioni
barbariche e il diffondersi del cristianesimo segnarono la fine
delle attività sportive, soprattutto per il fatto che il cristianesimo
vedeva lo sport come un’attività pagana e come tale doveva
essere condannata. Nonostante ciò, la pratica più simile ad uno
sport erano le cosiddette “giostre”, praticate soprattutto dai
cavalieri e dagli arcieri, che col tempo assomigliarono sempre più
una sorta di tornei inter-europei per esercitarsi al combattimento
e alla guerra, in vista ad esempio delle crociate. In questo
contesto si pensa sia nato anche il Palio di Siena (1232).
IL RINASCIMENTO
Con la diffusione dell’Umanesimo si ripresero i valori sportivi
classici e nacquero in questo contesto le prime scuole di
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preparazione fisica, iniziando oltretutto a stampare dei manuali
riguardanti la cura del proprio corpo, l’alimentazione e la sua
pratica. Di conseguenza lo sport tornò a diffondersi in Europa. In
Italia ad esempio si assiste alla nascita del calcio fiorentino, un
torneo cittadino di gioco con la palla tra squadre dei vari
quartieri e “padre” del calcio moderno, l’introduzione delle corse
equestri nel Palio di Siena e le gare di “canottaggio” alla Festa
del mare di Venezia. Tra 1600 e 1700 si assiste alla nascita di
eventi in luoghi chiusi, come lo scherma (fioretto, spada e
sciabola) o la danza, praticate soprattutto dalla nobiltà.
LO SPORT MODERNO
Superati eventi tragici come la Prima e la Seconda guerra
mondiale, lo sport si è sviluppato e diffuso in ogni angolo del
pianeta, diventando in un certo senso un sinonimo di
aggregazione, tramite la partecipazione delle persone agli eventi
sportivi in qualità di spettatori e tifoseria. Diventato un
fenomeno economicamente importante, lo sport viene usato
anche come strumento di comunicazione politica globale, come
avvenuto durante le Olimpiadi di Berlino del 1936 o a quelle di
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Città del Messico del 1968, dove due atleti neri americani misero
in atto una protesta non violenta alzando il pugno guantato di
nero per denunciare la segregazione razziale in USA.
FONTI
WEB
• https://www.coni.it/images/documenti/Carta_europea_dello_Sport.p
df
• https://www.treccani.it/enciclopedia/sport
• https://actiotrainer.com/lo-sport-nella-storia-origini-ed-evoluzione/
• https://www.gongoff.com/sport-e-storia
• https://mediterraneoantico.it/articoli/sportivi-nellantichita/lo-sport-
nellantico-egitto/
• https://it.wikipedia.org/wiki/Giochi_olimpici_antichi
• https://it.wikipedia.org/wiki/Sport#Storia_e_aspetto_culturale
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