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Gli scavi dell’Università di Salerno

Dopo gli scavi di Paolo Orsi, una nuova campagna di scavo si ebbe soltanto nel 1995, quando in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza, fu-
rono condotti dall’Università di Salerno degli scavi archeologici finalizzati allo studio della zona absidale della chiesa della SS. Trinità (fig. 1), continuati nel 1999 quando
si evidenziò il banco d’arenaria appositamente spianato e sul quale l’edifico era stato costruito, provvedendo anche alla ripulitura della navata centrale e meridionale. Nel
banco geologico di arenaria furono rinvenute due tombe a cassa con loggetta e copertura in mattoni a doppio spiovente e tredici tombe a inumazione semplice senza corre-
do, ascrivibili alla prima fase dell'impianto cimiteriale (fig. 2). Per entrambe le tipologie l'orientamento degli inumati è ovest/est. Furono inoltre indagate una tomba monu-
mentale priva di scheletro e una tomba ad inumazione terragna in cui fu rinvenuto oltre ai resti ossei anche un piccolo corredo composto da un rosario in osso e da sette mo-
nete risalenti agli inizi del XVII secolo.
Ad una fase molto più tarda del sepolcreto appartengono una tomba monumentale, parzialmente distrutta e priva di scheletro, e una sepoltura terragna ricavata nello strato
di detriti giacenti a ridosso dell'abside sud.
In tali strati di detriti, immediatamente sovrapposti alle tombe della prima fase, sono state rinvenute numerose tessere vitree per vetrate, appartenenti a finestroni colorati
che correvano sulle tre absidi (fig. 3). Dall’analisi di tali reperti si è riscontrato che tutte le tessere vitree recuperate furono ritagliate da più grandi lastre colorate in viola,
rosa, verde oliva, verde acqua, bruno, azzurro e blu, realizzate con il metodo del cilindro, con uno spessore tra i 2 e i 4 mm, e successivamente assemblate per realizzare le
varie decorazioni. In particolare, un frammento è stato messo in relazione alle vetrate figurate che dovevano caratterizzare l’abside della primitiva chiesa abbaziale di età
normanna: è di colore viola ed è ben distinguibile una parte di un volto umano, nello specifico un occhio con arcata sopraciliare e parte del naso e della fronte, che appare
corrucciata e ornata da alcuni riccioli che ne caratterizzavano la capigliatura (fig. 4). Il frammento appartiene ad
una figura maschile, forse alta poco più di un metro. La decorazione a grisaille non trova confronti, per soggetti
antropomorfi, in Calabria ma piuttosto in ambiti stilistici francesi. Per tale motivo è stato ipotizzato che le mae-
stranze vetraie siano arrivate a Mileto al seguito del costruttore Roberto di Grandmesnil.
Le attività di scavo lungo il corpo longitudinale della chiesa (fig. 5) hanno permesso di riportare alla luce parti
delle aree già messe a vista da P. Orsi nel 1916 e di ampliare lo scavo verso la zona del campanile. In particolare,
sono state messe in evidenza le botole di ingresso alle camere sepolcrali e l’alloggiamento del sarcofago di Rug-
gero, individuato a ridosso del muro perimetrale del campanile.
Oltre a materiali vitrei e lapidei, lo scavo ha portato alla luce anche diversi frammenti di ceramica comune da cu-
cina e da fuoco, ceramica a bande rosse, alcuni esempi di manufatti con rivestimento piombifero di produzione fig. 5 Veduta della navata destra della chiesa abbaziale dopo le inda-
locale (la così detta invetriata dipinta policroma) e alcune maioliche, coprendo un arco cronologico che va dal gini del 1999 (da Fiorillo, Peduto 2000).
XII al XVIII secolo (fig. 6).

Bibliografia essenziale
F.A. Cuteri, La città di Ruggero. Ricerche archeologiche a Mileo Vecchia in Calabria (1999-2005), R. Francovich, M. Valenti (a cura di), IV Congresso
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R. Fiorillo, Le vetrate dipinte della Santissima Trinità di Mileto Vecchia (VV) in Calabria: tradizione romano-bizantina o innovazione normanna?, in A.
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R. Fiorillo, P. Peduto, Saggi di scavo nella Mileto Vecchia in Calabria (1995 e 1999), in G. P. Brogiolo (a cura di), II Congresso Nazionale di Archeolo-
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R. Fiorillo, P. Peduto, Lo scavo archeologico a Mileto Vecchia, in “Daidalos”, 2, 2002, pp. 52-57.
S. Marino, Tra Longobardi e Normanni. Lo scavo di Mileto, in S. Patitucci Uggeri (a cura di), Scavi medievali in Italia (1994-1995), Roma, 1998, pp. 85-
92.

A cura dell’Associazione Culturale “Mnemosyne” fig. 6 Alcune delle forme ceramiche prove-
nienti da Mileto (da Fiorillo, Peduto 2002).

fig. 1 Attività di scavo in corso di svolgimento nei pressi dell’abside me- fig. 2 Planimetria del cimitero rinvenuto fig. 3 Frammenti di lastre da fig. 4 La lastra in vetro con raffigurazione di un
ridionale, anno 1995 (foto Accademia Milesia). nel 1995 (da Fiorillo, Peduto 2000). vetrata rinvenute nel sito volto (foto F. Lico).
dell’Abbazia (da Fiorillo 2003).

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