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Il manuale
del f a l s a r i o
traduzione di
Mary Archer
PREFAZIONE
HE.
INTRODUZIONE
’ Ibidem.
10
' Max Douner, The Materials of the Artist, London 1954, p. VII.
' Cimo da Sepp Schiìller in Forgers, Dealers and Experts, London 1960, p. XV.
' Baldassarre Castiglione, Il cortegiano, Milano 1991.
PRIMA PARTE
I DISEGNI
TAVOLA CRONOLOGICA DELL’INTRODUZIONE
Preistoria Carboncino
Nerofumo (da candele o lampade)
Gessetti nero, bianco e rosso
Il lavello di cucina
L’arte della falsificazione comprende molte operazioni che
richiedono l’uso dell’acqua: dalla pulitura dei pennelli ai vari
trattamenti della carta (sbiancatura, tinteggiatura, trazione, ap-
piattimento), dalla preparazione degli inchiostri a quella di im-
pasti, colle e altro.
Le uova
La tecnica della tempera a uovo, che vanta una tradizione
ben più antica di quella della pittura a olio, è così denominata
proprio perché prevede l’impiego delle uova.
l latte
Il latte è un buon fissativo per i disegni a matita, a gessetti
o a pastello.
Il parte
Si può usare la mollica di pane come gomma, per alleggerire
le zone scure dei disegni a gessetto e per creare il tipico effetto
“consumato” che contraddistingue molti disegni antichi.
Le patate
Quando si disegna a inchiostro e la superficie del foglio è
unta, l’inchiostro non fa presa; si può risolvere il problema
ti; frizionando la carta con una mezza patata.
Caffè, tè e cicoria
Sono sostanze che si possono impiegare per tingere la carta.
L’olio d'oliva
A volte può creare macchie interessanti su un disegno.
La gelatina
Può servire come colla in certi procedimenti.
La Farina
" la materia prima di molte colle.
La spianatoia per impastare i dolci
La tavola di legno che si usa in cucina per impastare la
farina ha la stessa forma e dimensione delle tavole usate dagli
artisti come supporto per i fogli da disegno e spesso è fatta di
un legno migliore.
La stufa a gas
La stufa a gas può fornire la fonte di calore richiesta in
molti procedimenti, come la preparazione degli impasti, delle
colle e delle miscele oleose, o l’indurimento e la “crepatura”
della superficie dei dipinti a olio.
' Tom Keating, Geraldine Norman and Frank Norman, The Fake’s Progress,London 1977, p.
84.
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Sono andato a trovare il mio signore della Casa di St. Albans nella
sua grande e antica dimora di Byete, donde ci siamo poi recati alla
cartiera; qui ho visto fabbricare un tipo di carta bianca e ruvida.
Separano gli stracci di lino, che usano per la carta bianca, da quelli
di lana, impiegati per la carta bruna. Li pestano in lunghe vasche con
pastelli e mazze, fino a ridurli a una poltiglia che versano in un’altra
Vasca mescolandola ad acqua. Qui immergono una rete intelaiata,
fatta con fili metallici sottili come capelli e fitta come il pettine di un
telaio. La sollevano e scuotendo la poltiglia fanno scolare l’acqua
superua attraverso il setaccio. Poi, con grande destrezza, le danno
uno strattone, infine scodellano lo strato di poltiglia come una frit-
tella sopra un piano liscio di legno, fra due panni di anella, e lo
premono in un grande torchio, dove la anella assorbe tutta l’umi-
20
' John Evelyn, The Diary of ]o/m Evelyn, London 1959, p. 72.
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ligrana
Il rivenditore di stampe
Il libraio
1. In una bacinella del tipo che si usa nelle camere oscure per
il fissaggio delle fotografie, diluite un cucchiaio di candeg-
gina in un litro d’acqua.
L’INCHIOSTRO
Bistro
Il Nero di seppia
La penna d’oca
' Edward Johnston, Writing & Illuminating & Lettering, London 1906.
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la seconda così.
od obliquo.
Lo stilo di canna
La punta d’argento
uno di quei manici che gli incisori usano per le punte da ac-
quaforte e che si possono trovare in ogni negozio di articoli
per artisti ben fornito. In mancanza d’altro si può utilizzare
qualsiasi oggetto d’argento dotato di una punta o che possa
essere appuntito. Per anni la mia punta d’argento è stata un
cucchiaino al quale avevo affilato il manico. Con questo eseguii
un disegno che fu al centro di una tormentata vicenda.
la seppe così bene imitare, che niuno fu che nella pulitezza e nel finir
l'opere con diligenza l’imitasse più di lui, come si può vedere in
Î:molti disegni, fatti di stile e di penna o d’acquerello, che sono nel
“nostro libro; fra i quali sono alcuni ritratti da medaglie di terra,
acconci sopra con panno lino incerato e con terra liquida con tanta
diligenza imitati e con tanta pazienza finiti, che non si può a pena
credere, non che fare.
' Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, icultorz' e architetti, a cura di
C. Ragghianti, 4 voll., Milano 1942, vol. II, pp. 241-242.
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sia tinta; e sta’ di spazio dall’una volta all’altra tanto che ciascuna
volta asciughi. E se vedessi che per lo tuo tignere aridisse o incoiasse
per la tinta, è segno che la tempera è troppo forte: e però, quando
dai la prima fiata, ponvi rimedio. Come? Mettivi dentro dell’acqua
chiara tepida. Quando è asciutta e fatta, togli un coltellino e va’ col
taglio fregando su per lo foglio tinto, leggiermente, acciò che levi via
se nessun granelluzzo vi fusse .
Bisogna sapere che osso è buono. Togli osso delle cosce e delle
alie delle galline, o di cappone; e quanto più vecchi sono, tanto
sono migliori. Come gli truovi sotto la mensa, così gli metti nel
fuoco; e quando vedi son tornati ben bianchi più che cenere, trane-
gli fuora, e macinagli bene in su proferito; e adoperalo secondo che
dico di sopra .
Il carboncino
I gessetti
I pastelli
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LA SCELTA DELL’ARTISTA
' Michelangelo Buonarroti, Rime, a cura di Ettore Barelli, Milano 1975, p. 139.
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ARTISTI ACCESSIBILI
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L’INVECCHIAMENTO DELL’INCHIOSTRO
Certi disegni antichi sono stati distaccati con così poca cura
dagli album che li contenevano, che hanno completamente
perso gli angoli. A volte, ma non sempre, questi vengono re—
staurati. Naturalmente la cosa più facile per noi è lasciare il
foglio com’è. Vi sono poi molti disegni antichi ai quali gli
angoli sono stati addirittura tagliati, per eliminare macchie,
strappi o altro. Perché non dovremmo fare lo stesso anche noi?
MONTATURE D’EPOCA
' Si vedano i due articoli di Otto Kurz in «Old Master Drawings», )I, 1937,
p. 1 e seg. e p. 32 e seg.
' Ibidem.
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MONTATURE MODERNE
COLLE
Colla di pergamena
che quando non hai colla di spicchi, che adoperi sol di questa per
ingessare tavole o vero ancone; ché al mondo non puoi avere la
migliore.
Colla di pelle
Colla in pasta
L’IMPORTANZA DI UN NOME
FIRME
Uso e abuso dei nomi sono ancora oggi una pratica magica
quotidiana: tutti noi, ogni volta che pronunciamo un nome,
operiamo un incantesimo. Ma per lo più non ce ne rendiamo
conto e, soprattutto, lo facciamo senza competenza. Siamo
quindi null’altro che apprendisti stregoni — anzi, più che stre-
goni, siamo esseri Stregati. Perché il più grande alchimista,
mago, incantatore (comunque lo si voglia chiamare) dei nostri
tempi è il pubblicitario. Quale tremenda magia impiega per
soggiogare il potenziale consumatore! E tutto con un semplice
espediente: la ripetizione incessante, martellante del nome del
prodotto che vuole vendere. Ce lo fa leggere sui giornali, sullo
schermo televisivo, sui manifesti, negli stadi, sulle magliette
che la gente indossa. In verità, da qualsiasi parte ci voltiamo ci
giunge all’orecchio o ci appare davanti agli occhi l’onnipresen-
te nome. Con quel continuo ripetere (la cantilena magica dei
tempi antichi) ci manda in uno stato di trance in cui, al pari dei
nostri antenati colpiti dall’incantesimo dello sciamano, non
sappiamo più distinguere i nomi dalle cose. A questo punto,
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per quanto possa essere valido un prodotto senza nome, non
lo prendiamo nemmeno in considerazione. Non compriamo
più orologi, bibite o borsette, ma Rolex, Coca—Cola, Fendi o
altri nomi magici.
ALBRECHT
DURER
NORICOS
FACIEBAT
1504
non fa certo una buona impressione. Ma in fondo Raimondi
era un riproduttore di disegni e che tipo di riproduzione è
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quella in cui manca una scritta importante? Comunque, Durer
si indignò all’idea che qualcun altro avesse lucrato sul suo
nome e, come ci riferisce il Vasari, ricorse alla Signoria di
Venezia. Quale fu il verdetto non è chiaro. A Raimondi fu
posto il veto di servirsi della sigla del maestro di Norimberga,
ma sicuramente non venne ordinata la distruzione delle lastre
incriminate, perché qualcuna di quelle stampe fa ancora la sua
comparsa sul mercato di tanto in tanto. Pienamente riabilitate,
le incisioni di Raimondi-Biker sono molto ricercate dai colle—
zionisti, desiderosi di assicurarsi i frutti dell’ingegno di due
grandi incisori al prezzo di uno.
MONOGRAMMI