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NICOLAS POUSSIN - I PASTORI DELL’ARCADIA

L'opera appartiene al genere mitologico, allegorico e bucolico e raffigura tre pastori


idealizzati e una dama in piedi davanti a una tomba austera.
Con questo titolo, Nicolas Poussin dipinse due quadri pastorali raffiguranti pastori idealizzati
dell'antichità classica, che circondano una tomba austera. Questa è la seconda versione, più
famosa.

Si tratta di una seconda versione de I pastori d'Arcadia, rappresentata dieci anni dopo la
prima.

Descrizione di Pastori dell’Arcadia di Nicolas Poussin

La scena si svolge in un paesaggio tranquillo e luminoso, immerso nella calda luce del
mattino. Una catena montuosa si staglia all'orizzonte, ricordando un paesaggio
mediterraneo. Tre bei giovani pastori, con i loro bastoni e le loro corone floreali, e una bella
ragazza - tutti in posizione classica - stanno davanti a un'enorme lapide in placida
contemplazione. Le quattro figure sono modellate come se fossero statue classiche.

Uno dei pastori, che indossa una tunica blu e sandali dello stesso colore, è inginocchiato
davanti alla lapide. Tiene il bastone nella mano sinistra, appoggiandolo alla spalla. Cerca di
decifrare l'iscrizione sulla lapide. Questo fa pensare che sia il più colto del gruppo. Il pastore,
sulla destra della composizione, indossa un mantello rosso. Tiene un bastone nella mano
destra e il piede sinistro poggia su una delle lapidi. Guarda la giovane donna, indicando
l'iscrizione

. Il terzo pastore, a sinistra, indossa un mantello rosa. Sta in piedi con un bastone nella
mano destra, mentre la sinistra poggia sulla lapide. Rimane in silenzio ed è l'unico del
gruppo a essere scalzo.
La giovane donna è molto ben vestita. Indossa un abito blu e giallo oro e ha un tessuto in
testa che le lega i capelli. Appoggia amichevolmente la mano destra sulla spalla del pastore
accanto a lei e i suoi occhi sono fissi su chi sta decifrando l'iscrizione. Dalla ricchezza dei
suoi abiti, si capisce che non è una semplice pastorella, ma Clio - una delle nove muse - che
rappresenta la storia e la creatività. Potrebbe anche essere la rappresentazione dell'Arcadia,
la personificazione della regione dell'Arcadia.

È interessante notare che il braccio del pastore che cerca di decifrare l'iscrizione forma
un'ombra sulla lapide, che ricorda una falce a manico lungo per tagliare l'erba - un tipico
simbolo di morte.

Il colore e l’illuminazione

La luce naturale rappresentata nel dipinto scolpisce i corpi morbidamente. L’illuminazione


diffusa, inoltre, crea contrasti, non forti, ma sufficienti a mettere in evidenza le figure rispetto
al paesaggio nel quale sono immerse. Infatti, soprattutto i panneggi sono notevolmente
chiaroscurati e il contrasto fra scuri colorati e chiari saturi e luminosi produce una maggiore
definizione delle forme.

Gli abbigliamenti dei personaggi, inoltre, realizzati con colori primari, giallo, rosso e blu,
contrastano con i colori naturali di tipo secondario. La muratura della tomba e il terreno sono
dipinti con un ocra tendente al bruno ( verso il grigio del giallo-arancio). In secondo piano,
poi, emerge il grigio-verde della vegetazione e, infine, il grigio-azzurro delle montagne
armonizzato con il cielo, di poco più saturo.

La composizione e l’inquadratura
Le diagonali del dipinto si incrociano in prossimità degli indici dei pastori che richiamano
l’attenzione sulla scritta. L’intera composizione, inoltre, è strutturata in modo accurato e
simmetrico. Le due figure in piedi, ai lati del gruppo, formano due triangoli compositivi con i
vertici verso le mani dei pastori chinati. La linea dell’orizzonte, poi, disegna un arco,
convesso verso l’alto, che separa l’immagine in due parti orizzontali.

Interpretazioni e simbologia di Pastori dell’Arcadia di Nicolas


Poussin
Il dipinto Pastori dell’Arcadia di Nicolas Poussin è associato alla nota frase “Et in Arcadia
ego”. Si tratta di un’iscrizione tombale e la sua traduzione letterale può essere “Anche in
Arcadia io”. Rimangono sottintesi “eram” o “sum”. Le interpretazioni della frase sono diverse
in relazione al tempo suggerito dal verbo sottinteso. Nel caso si ipotizzi l’uso del presente
“sum” la frase potrebbe essere interpretata come “io, morte, sono presente anche in
Arcadia”. Diversamente, con “eram” cambia il soggetto “io, defunto, ero in Arcadia”.

Si tratta, quindi, di un “memento mori”ou seja, embora o ambiente seja harmonioso, idílico e
pastoral, a morte ali também se encontra “Memento mori” é uma expressão latina que
significa algo como “lembre-se de que você é mortal” ou “lembre-se de que você vai
morrer”. Os quatro personagens mostram-se calmos e reverentes diante da morte, sendo a
composição uma “elegia sobre a transitoriedade da vida”. Per comprendere a pieno il senso
della frase occorre conoscere il significato del termine Arcadia, luogo mitico e citato in opere
letterarie e dipinti.

L’età dell’oro e il paradiso dell’Arcadia classica


L’Arcadia fu un luogo fantastico, collocato nell’antica Grecia, popolato da pastori e contadini.
Geograficamente e storicamente corrisponde al Peloponneso centrale e deriva il suo nome
dal personaggio mitico Arcade. Si trattava del mito collettivo di un gruppo di ristretti
intellettuali che sognavano un’età incontaminata e di perfetta comunione con la natura. Fu
trattato in molti poemi bucolici dell’epoca. Virgilio ambientò le sue bucoliche nel mitico tempo
dell’Arcadia.

La prima versione di Poussin di questo tema potrebbe essere stata commissionata come
imitazione della versione di Guercino. Ha uno stile più barocco, caratteristico delle prime
opere di Poussin. Nel dipinto, i pastori scoprono attivamente la tomba seminascosta e
leggono l'iscrizione con espressione curiosa.

alla sinistra dei pastori è presente una giovinetta vestita di bianco e alla destra una figura
maschile seduta e posta di tre quarti, che nasconde il volto. Questo personaggio, più
anziano di tutti gli altri, viene interpretato come la rappresentazione dell’Alfeo, fiume
dell’Arcadia (e per la maggior parte sotterraneo: per tale motivazione il volto dell’uomo non
sarebbe visibile). Ne risulta che le altre tre figure rappresenterebbero altrettante età della
vita
L’artista raffigura i pastori nell’atto di leggere con attenzione l’iscrizione, quello di destra
segue con il dito le lettere, quasi a enfatizzare il contenuto del testo. La scena è resa
particolarmente dinamica dall’atteggiamento dei pastori, che scoprendo la tomba di fatto
scoprono la morte nella fase di maturità della vita, posta cioè tra fanciullezza e vecchiaia (la
giovane a sinistra e il vecchio a destra).

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