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L'ULTIMA MADONNA NERA DEL TEMPIO

Il mistero della Vergine Candelaria di Tenerife

di Marcuzio Isauro

Il turista distratto, che pigramente si stende lungo le spiagge di Tenerife, certamente ignora quel
grande patrimonio storico, culturale e di tradizione che questa splendida isola sa offrire al suo
visitatore.
Le Canarie, da tempo immemorabile, hanno costituito terra di mito e di mistero per tutti gli storici
che le hanno descritte. Il Giardino delle Esperidi, teatro dell'undicesima fatica di Ercole alla ricerca
delle mele d'oro vigilate da Atlante, secondo alcuni autori poteva aver avuto effettivamente sede in
queste isole. Gli stessi abitanti autoctoni di queste terre hanno costituito un vero e proprio
rompicapo antropologico per gli studiosi.
I Guanchi, infatti, erano bianchi di carnagione, d'imponente altezza e complessione fisica, tali da
differenziarli nettamente pure dai Berberi della vicina costa africana.
Questa pacifica popolazione Canaria era dedita prevalentemente alla pastorizia e non conosceva
assolutamente l'arte della navigazione, tanto da renderla obbligatoriamente stanziale ed
impermeabile a qualsiasi influsso biologico e culturale esterno.
Secondo qualche altro autore, seppure animato da notevole immaginazione, i Guanchi potevano
costituire gli ultimi rappresentanti di Atlantide, dopo che il misterioso continente sprofondò
inesorabilmente negli abissi dell'oceano, lasciando emerse unicamente alcune vette vulcaniche.
I Guanchi attualmente non esistono più, si sono definitivamente estinti dopo l'assorbimento
graduale e la colonizzazione da parte dei "conquistadores" spagnoli.
Forse in collegamento con il mito di Atlantide, a Tenerife si ritrovano anche delle interessanti
piramidi o terrazzamenti "a gradoni" che hanno fatto formulare al grande navigatore Thor
Heyerdahl l'ipotesi che le Canarie fossero il "trait d'union" tra l'antico Egitto ed il centro America,
sedi di architetture piramidali.
A Guimar l'esploratore norvegese ha costituito un interessante parco archeologico ed etnografico
dove viene ampiamente e dettagliatamente esplicata la sua rivoluzionaria tesi.
Ma il mistero che andrò a descrivere più accuratamente in questo articolo concerne l'enigmatica
comparsa sulle spiagge di Tenerife della Madonna Nera della Candelaria, giunta miracolosamente
tra i Gaunchi pagani, ancor prima della conquista spagnola delle Canarie.
Nel 1991 uscirono in Spagna quasi contemporaneamente due libri che narrano di questo
sorprendente evento: il primo scritto da Rafael Alarcon H. è intitolato "L'ultima Virgen Negra del
Temple"; il secondo di Emiliano E. Bethencourt e di Felix R. Rojas è "El legado del Temple".
Questi autori concordano nel ritenere che la scultura lignea comparsa improvvisamente intorno al
1395, ben un secolo prima della cristianizzazione dell'isola, nella spiaggia di Soccorro di Tenerife,
costituiva l'ultimo esempio di Madonna Nera collegabile ad un culto dei Templari o quanto meno ad
un sodalizio da loro derivante.
I Guanchi raccontavano ai preti spagnoli, venuti al seguito dei "conquistadores", che ebbero grande
rispetto per quella effige e la onorarono, anche se diversa dai loro idoli pagani, creandole un
apposito luogo di culto.
Nelle notti buie dell'isola i Guanchi nascostamente osservavano delle misteriose processioni di
figure dai lunghi mantelli bianchi che, accompagnate da musiche celestiali, veneravano la
Madonna Nera accendendo candele di cera.
Ma chi erano questi strani personaggi vestiti di bianco si domandano Bethencourt e Rojas nel loro
libro: erano forse angeliche figure sovrannaturali o persone in carne ed ossa, quali forse dei
Cavalieri Templari?
Questi avrebbero potuto convivere in pace e serenità con il popolo Guancho sia prima sia dopo la
condanna e le conseguenti persecuzioni.
Facendo base con la loro potente flotta presso le isole Canarie, i Templari avrebbero potuto
intraprendere le rotte verso le Americhe in un modo che analogamente Cristoforo Colombo usò due
secoli più tardi.
Ma non necessariamente dovevano essere stati i Cavalieri del Tempio, secondo Rafael Alarcon, ad
introdurre il culto della Vergine Nera della Candelaria presso i Guanchi.
Questo autore infatti ipotizza nel suo lavoro che, dopo la scomparsa del Tempio, i gruppi depositari
dei suoi segreti e dei suoi ideali sinarchici, abbiano potuto decidere d'instaurare nelle Canarie un
progetto per una nuova espansione, usando quelle isole come trampolino di lancio verso il Nuovo
Mondo.
In questo grande progetto l'immagine della Madonna Nera poteva costituire una sorta di figura
"totemica" che potesse operare un perfetto sincretismo religioso con i culti della popolazione
pagana autoctona.
C'è da dire che, purtroppo, l'originale della Vergine di Tenerife è andato accidentalmente perduto:
infatti, dopo un violento temporale avvenuto nel 1826, venne portata via dalle acque per non essere
più ritrovata.
Per fortuna esiste un esemplare estremamente fedele fatto costruire nel XVI secolo dal Marchese di
Adeje, Juan Bautista De Ponte, ed ora custodito nella chiesa di S.Ursula della stessa località
Tinirfena.
Questa Madonna, estremamente enigmatica, porta con la mano destra un Gesù Bambino recante un
uccellino; nella mano sinistra, invece, ha un lungo cero verde.
Un misterioso criptogramma, non ancora compiutamente decifrato, scorre lungo il bordo dell'ampio
mantello ricoperto di stelle della Vergine.
Ma Bethencourt e Rojas si spingono ancora più in là, scrivendo nel loro "Legado del Temple" che in
realtà la statua di Adeje è l'originale poichè il Marchese De Ponte ebbe la scaltrezza, ma anche la
previdenza, di consegnare la copia della Candelaria da lui fatta fare ai Domenicani, depositari della
sacra scultura.
Il Marchese di Adeje, forse conscio della sua provenienza Templare, conservò la vera Madonna
Nera all'interno della sua piazzaforte, in un apposito sacello istoriato da misteriosi simboli dipinti in
bianco e rosso (i colori dell'Ordine del Tempio) e guarnito da enigmatiche teste ermafrodite bifronti
scolpite dai Guanchi. Sempre gli stessi autori affermano che un segreto ancor più misterioso si cela
all'interno della vera statua della Madonna Nera della Candelaria.
Infatti, in preparazione alle opere di restauro conservativo eseguite di recente sulla scultura, vennero
fatte delle radiografie che evidenziarono la presenza di uno strano corpo denso e luminoso,
probabilmente un cristallo di rocca, all'interno del capo della Madonna.
Lo scrittore Alarcon è dell'idea che una lunga catena iniziatica di personaggi, dipanatasi nei secoli, è
stata depositaria del segreto della Candelaria in una sorta di "mistero di Rennes Le Chateau"
spagnolo.
Tra questi personaggi il neotemplare Jean IV de Bethencourt, conquistatore per la corona spagnola
delle Canarie, può essere stato il propugnatore del culto della Madonna Nera presso i Guanchi; in
seguito il domenicano Fray Alonso de Espinoza scrisse un libro assai enigmatico sulla storia e le
vicende della Candelaria; infine il Marchese di Adeje De Ponte si adoperò per la preservazione ed il
culto particolare della sacra scultura giunta, forse, fino a noi intatta dopo innumerevoli vicissitudini.
Vorrei ora concludere segnalando con i sopracitati scrittori spagnoli una enigmatica quartina di
Nostradamus che adombra la possibilità che il tesoro dei Templari si possa trovare proprio nelle
Canarie:
"Mis trésor Temple citadins hespériques
Dans icelui retiré lieu secret
Le Temple ouvrir..."
(Centurie X, 81)

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