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2° CORSO FAD

27 CREDITI ECM
Le infezioni
nel paziente
diabetico
ONLINE
DALL’8 SETTEMBRE 2021
AL 7 SETTEMBRE 2022

50
CREDITI ECM
TOTALI

www.unannoinsieme.it
Informazioni generali sul corso
Il Corso FAD è fruibile sul sito www.unannoinsieme.it
Fino al 7 settembre 2022.

È stato accreditato per la categoria di Medico Chirurgo (tutte le specializzazioni)


e Farmacista e sono stati attribuiti 27 crediti ECM. Una volta visionati online i moduli
formativi il discente, per ricevere i crediti ECM, dovrà compilare i questionari direttamente
sul sito e successivamente potrà scaricare l’attestato ECM. Il materiale didattico del
Corso è disponibile in versione PDF.
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I corso
CORSO FAD ONLINE DAL 8 SETTEMBRE CREDITI ECM: 27

L’
esperienza del COVID-19 ha messo ancor più in eviden- Affrontare i bisogni correlati alla cronicità, che spesso si associa a
za come la gestione del Territorio sia la chiave di volta complessità e fragilità, è una priorità per la quale è indispensabile
dell’assistenza sanitaria per la prevenzione e la cura ri- avere una classe medica preparata e orientata a mettere in atto
volta a tutta la popolazione. Nello specifico, è emerso come solo strategie non solo di medicina reattiva, ma anche proattiva, pro-
operando sul Territorio si potrebbe agire a 360 gradi su tutta la muovendo iniziative di prevenzione e di cura delle più impattanti
popolazione, intervenendo tempestivamente nella gestione del malattie come quelle cardiovascolari e la gestione delle comor-
paziente fragile/cronico in modo tale da evitare situazioni d’ur- bidità ad esse associate, come possono essere le infezioni nel
genza e di emergenza. paziente diabetico.

Mai come ora si sente una forte esigenza di un cambiamento della Il progetto formativo Un anno insieme si muove proprio
governance clinica: la gestione del paziente fragile/cronico obbli- nel solco di una diffusione della conoscenza medica in
ga il sistema ad un’inversione di tendenza culturale, con un ruolo ambiti di primaria importanza per la medicina generale e
centrale giocato dalla medicina del territorio e in particolare dai si compone di due Corsi FAD sui temi “Nuovi scenari nella pre-
medici di Medicina Generale che rappresentano i garanti della venzione cardiovascolare” e “Le infezioni nel paziente diabe-
salute dei cittadini. tico”.


Nuovi scenari CORSO Le infezioni
nella prevenzione
cardiovascolare
FAD nel paziente
diabetico

24 CREDITI ECM 27 CREDITI ECM


Online dal 5 maggio 2021 Online dall’8 settembre 2021
al 4 maggio 2022 al 7 settembre 2022

FIGURE PROFESSIONALI ACCREDITATE:

Medico chirurgo (tutte le specializzazioni)


e Farmacista
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UNANNOINSIEME

Le infezioni nel paziente diabetico

A
lla lista dei rischi di morte nei pazienti diabetici si aggiungono le malattie infettive.
I pazienti diabetici presentano, infatti, un aumentato rischio di mortalità per infezioni, le quali si presentano
decisamente più severe e spesso tendono a complicarsi rispetto a quelle della popolazione generale.
Le basi fisiopatologiche di questa associazione sono molteplici, tra le principali si annoverano le alterazioni
dell’immunità dovute al diabete e le alterazioni microvascolari. Inoltre, l’emergere di batteri comuni multiresistenti
rende lo scenario più inquietante. Tra le condizioni più severe e frequenti che si associano al diabete la più
temibile è quella rappresentata dalla sindrome del piede diabetico, che può iniziare come un’infezione di cute
e dei tessuti molli ed evolvere verso l’osteomielite fino a necessitare di amputazione nei casi più gravi. Si verifica
nel 15-25% di tutti i pazienti con diabete e circa 1/4 delle persone con piede diabetico sviluppa una complicanza
che va dalla semplice infezione cutanea, all’osteomielite fino all’amputazione. La neuropatia e l’angiopatia
determinano anche un maggiore rischio di infezioni cutanee sia batteriche che fungine, anche a carico delle
mucose, in cui la Candida albicans sembra essere il patogeno con maggior prevalenza. In tali pazienti sono
comuni anche le infezioni a carico dei tegumenti, causate da dermatofiti come la dermatofitosi cutanea
e l’onicomicosi, nonché la Tinea pedis. Nel caso delle vie urinarie, i pazienti diabetici risultano avere un rischio
più elevato per infezioni più gravi e complicate, come pielonefrite, ascessi renali, necrosi papillare e sepsi.
Scopo del presente manoscritto è quello di fornire una disamina approfondita del legame tra infezioni e patologia
diabetica in modo tale da poter dare spunti utili per intervenire in maniera efficace e tempestiva nella gestione
di qualsiasi tipo di infezione.

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CORSO FAD ONLINE DAL 8 SETTEMBRE CREDITI ECM: 27

PROGRAMMA DEL CORSO

Autore: Ada Maffettone


Responsabile Unità Metabolica,
Dipartimento di Medicina
Cardiovascolare e Dismetabolica,
AORN Ospedali dei Colli, Napoli

• Introduzione

• Etiopatogenesi

• Infezioni del cavo orale

• Infezioni della cute e tessuti molli

• Infezioni cutanee

• Infezioni del tratto ORL

• Infezioni delle vie urinarie

• Infezioni delle vie respiratorie

• Infezioni del sito chirurgico

• Osteomielite enfisematosa

• Conclusioni

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UNANNOINSIEME

Le infezioni nel paziente diabetico

Introduzione mondiale sia affetta da diabete, mentre il


90% della popolazione diabetica mani-
casuale, sulla base di esami ematochimi-
ci eseguiti per altre ragioni.
Dalla letteratura è noto da tempo che il festi diabete mellito di tipo 2. L’incidenza La storia naturale del diabete di tipo 2 è
diabete espone ad un rischio aumentato del diabete di tipo 1 in Italia è in media di molto più sfumata rispetto al diabete di
di infezioni in diversi organi e apparati. I 10 casi ogni centomila abitanti/anno (ad tipo 1, con decorso silenzioso anche di
meccanismi responsabili sono molteplici eccezione della Sardegna dove si arriva anni. La terapia ovviamente risulta diffe-
e non ancora del tutto conosciuti. Il diabe- a 40 nuovi casi/anno), mentre la prevalen- rente nelle due forme principali di diabe-
te spesso rappresenta la comorbidità più za del diabete di tipo 2 nella popolazione te: per i diabetici di tipo 1, l’assunzione
frequentemente riscontrata nelle infezioni italiana è del 5,3%. quotidiana di insulina è fondamentale.
più comuni, rendendo il decorso clinico La differenza tra le due forme principali Anche i pazienti con diabete di tipo 2 pos-
delle stesse spesso più lungo e compli- di diabete risiede nell’eziologia, nella pre- sono necessitare della terapia insulinica,
cato. sentazione clinica e negli approcci tera- ma nel loro caso il trattamento è più cen-
L’esordio del Diabete Tipo 2 spesso av- peutici. trato a migliorare l’insulino-resistenza e la
viene con un’infezione urinaria o una mi- Il diabete di tipo 1 è caratterizzato dalla conseguente iperglicemia presente nei
cosi genitale o con una piorrea. Tali dati distruzione delle cellule β presenti nelle vari organi bersaglio quali muscoli, fegato
evidenziano come elevati livelli di glice- isole di Langerhans con conseguente e tessuto adiposo, utilizzando, appunto,
mia favoriscano una maggiore insorgen- assenza parziale o totale di secrezione farmaci che agiscono su tali distretti.
za di infezioni batteriche e micotiche. I insulinica. Tale processo riconosce una Il diabete è una patologia cronica a pro-
pazienti diabetici in scarso controllo me- genesi autoimmunitaria caratterizzata gnosi infausta che manifesta la sua ag-
tabolico sono particolarmente suscettibili dalla produzione di autoanticorpi contro gressività ed ineluttabilità nel corso degli
a infezioni gravi delle vie respiratorie e uri- le cellule β del pancreas, provocandone anni, con la comparsa delle complicanze
narie, del cavo orale, del tubo digerente, la distruzione, anche se concorrono al micro e macro vascolari. La popolazione
della pelle e dei tessuti molli e sono più danno sia fattori genetici che ambientali. diabetica, altresì, presenta anche un’au-
frequentemente ospedalizzati per queste Generalmente il diabete di tipo 1 insorge mentata incidenza di infezioni.
condizioni, con outcome indubbiamente durante l’infanzia e l’adolescenza. La ma- Nel diabete, infatti, alcune infezioni sono
peggiori. nifestazione clinica è generalmente dram- più frequenti e tenaci rispetto ad altre con-
Il diabete mellito è un disordine metabo- matica, caratterizzata da elevati valori gli- dizioni. Prima della scoperta dell’insulina,
lico ad eziologia multipla, caratterizzato cemici associati a chetosi, che possono ad esempio, il più grande nemico dei dia-
da iperglicemia cronica con alterazioni condurre anche ad emergenze metaboli- betici, dopo la chetoacidosi, era rappre-
del metabolismo di carboidrati, lipidi e che quali il coma chetoacidosico. sentato dalle infezioni. Tutti gli stati infetti-
proteine, derivanti da difetti associati sia Nel diabete di tipo 2 l’eziologia è multifat- vi, in particolar modo la tubercolosi, erano
alla secrezione che all’azione insulinica. toriale ed include fattori genetici associati molto frequenti tra i pazienti diabetici ed
L’iperglicemia determina a lungo andare a stili di vita errati (dieta erronea e ridotta erano caratterizzati da una condizione
lo sviluppo delle temute complicanze ti- attività fisica), che determinano una pro- molto severa.
piche della malattia; esse interessano sia gressiva riduzione della funzione β- cellu- Nei villaggi sanatoriali, infatti, interi padi-
il microcircolo (danni a reni, occhi, siste- lare ed un’insulino-resistenza localizzata a glioni erano dedicati alla cura dei diabeti-
ma nervoso) che il macrocircolo (cuore e livello dell’apparato muscolo scheletrico, ci ammalatisi di tubercolosi. Grazie all’av-
grandi vasi) determinando, oltre a quadri fegato, tessuto adiposo associata ad una vento dell’insulina e dei preziosi antibiotici
clinici progressivamente ingravescenti, ridotta attività del sistema incretinico (ri- oggi è possibile contrastare infezioni che
anche un elevato costo economico e so- dotta produzione di ormoni entero-insulari un tempo erano difficili da curare.
ciale. quali il GLP-1). Rispetto alla popolazione generale, i pa-
Nella popolazione generale le forme di I sintomi iniziali della malattia spesso sono zienti diabetici manifestano con maggior
diabete maggiormente diffuse sono il assenti. Raramente si manifestano con frequenza una serie di infezioni che ri-
diabete mellito di tipo 1 e quello di tipo polidipsia, poliuria e perdita di peso, che sultano anche più severe e che causano
2, quest’ultima frequentemente associata possono portare i clinici ad indagare circa diverse complicanze. Tra queste ricordia-
all’obesità. la presenza del diabete, anche se è molto mo le cistiti, le infezioni a livello dei geni-
Si stima che circa il 5% della popolazione comune che la diagnosi avvenga in modo tali esterni (vulviti e vaginiti nella donna e

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LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

infiammazioni del glande e del prepuzio • ridotta attività dei meccanismi anti-ossi- di ristabilire l’omeostasi una volta elimi-
nell’uomo), infezioni del cavo orale e in- danti. nato il microrganismo. Questa instabilità
fezioni cutanee. Inoltre, tra le condizioni Durante un episodio acuto di sepsi, sia il immunitaria si associa ad uno stato di
più severe e frequenti che si associano a sistema immunitario innato che adattativo infiammazione cronica che contribuisce
questa malattia vi è la sindrome del piede si attivano per rispondere alla presenza all’insorgenza di un danno d’organo e a
diabetico, che può manifestarsi inizial- del patogeno e allo stesso tempo tentano complicanze infettive. Ecco perché nel
mente come un’infezione della cute e dei
tessuti molli ed evolversi successivamen-
te in osteomielite. Il 15-25% dei pazienti DIABETE
diabetici riporta questa condizione e cir- Riduzione risposta MELLITO Secrezione
immunitaria citochine
ca 1/4 delle persone con piede diabetico infiammatorie
sviluppa una complicanza che va dalla Riduzione funzione
dei neutrofili
semplice infezione cutanea all’osteomie- Glicosuria

lite fino all’amputazione. Si è visto che di Disordini dell’immunità


umorale
questi pazienti circa il 50% muore entro Alterazione
i primi 3 anni successivi all’amputazione. motilità
Inibizione meccanismi del tratto
antiossidanti gastrointestinale

Etiopatogenesi IPERGLICEMIA
Numero elevato Aumetata virulenza
Sono diversi i fattori che nel paziente dia- Angiopatia Neuropatia di interventi medici dei microrganismi
patogeni
betico sembrerebbero favorire il rischio
di infezione: l’iperglicemia determina un
aumento della virulenza e della crescita
INFEZIONI
di diversi microrganismi, favorendone la
colonizzazione, soprattutto a livello epi-
teliale. Inoltre, in questi pazienti vi è una
Figura 1. Diabete e infezioni: possibili meccanismi patogenetici. Casqueiro J. et. al. Infections
disfunzione del sistema immunitario, in
in patients with diabetes mellitus: A review of pathogenesis. Indian Journal of Endocrinology
particolare dell’immunità cellulo-mediata, and Metabolism / 2012 / Vol 16 / Supplement 1
della chemiotassi, dell’aderenza dei neu-
trofili all’endotelio vascolare e della funzio-
ne fagocitaria che ne facilitano la prolife- INFEZIONI E DIABETE MELLITO
razione di alcuni microrganismi.
Nei soggetti diabetici si riscontrano al-
terazioni sia dell’immunità umorale che IPERGLICEMIA ALTERAZIONI IMMUNITARIE
• Glicosuria • Immunità umorale
dell’immunità cellulo-mediata. È stata de- • Aumentata virulenza • Immunità cellulo-mediata
scritta una riduzione delle concentrazioni di determinati patogeni • Disfunzionalità chemotassi
tipici: e adesione dei neutrofili
plasmatiche della componente C4 del - Candida • Ridotta secrezione citochine
complemento. Una riduzione significati- - Mucorales • Alterata fagocitosi
va della chemiotassi è stata osservata a
livello dei polimorfonucleati (PMN) di pa-
zienti diabetici. La glicazione delle immu- COLONIZZAZIONE COMORBIDITÀ
noglobuline è stata osservata nei diabetici • Staph. Aureus • Neuropatia sensoriale
• Candida → diminuita percezione dolorifica
contestualmente all’aumento della HbA1c • Neuropatia autonomica
e questo potrebbe compromettere la nor- → secchezza, ritenzione urinaria
• Neuropatia motoria
male attività anticorpale. → piede di Charcot
In sintesi, sono presenti molteplici mecca- • Microangiopatie
→ ridotta risposta infiammatoria
nismi implicati nell’aumentata suscettibili-
locale
tà del paziente diabetico verso le infezio- → ridotta penetrazione antibiotici
ni, tutti secondari all’iperglicemia cronica. • IRC, aumento RCV

Questi comprendono:
• deficit della funzione neutrofila (riduzione • Aumento degli accessi ospedalieri
• Elevato numero interventi medici
della chemiotassi e dell’attività fagocitaria);
• aumentata apoptosi dei neutrofili;
• ridotto rilascio di citochine infiammatorie; Figura 2. Meccanismo di fisiopatogenesi delle infezioni nel diabete mellito adattata da https://
• disordini della risposta umorale e di www.uptodate.com/contents/susceptibility-to-infections-in-persons-with-diabetes-mellitus?
quella mediata dai linfociti T; (last update 11 july 2018)

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UNANNOINSIEME

paziente diabetico si osserva un aumen- L’ispezione del cavo orale, con particolare un segno cutaneo del diabete mellito sia
tato rischio di mortalità e di morbilità in attenzione alla situazione gengivale, do- di tipo 1 che di tipo 2 che predilige il ses-
condizioni di sepsi. vrebbe far parte della valutazione iniziale so femminile (80% dei casi). L’età media
Passiamo ora in rassegna alcune delle e delle visite successive, da effettuarsi con d’insorgenza è di circa 30-40 anni, con un
più comuni manifestazioni cliniche del bi- cadenza annuale se non è presente paro- inizio più precoce (attorno a 22 anni) nei
nomio infezioni e diabete. dontite. soggetti con DMT1.
La letteratura ha evidenziato che il sogget- Si localizza preferenzialmente a livello
Infezioni del cavo to diabetico affetto da parodontite mostra delle regioni tibiali anteriori e dell’area
un risparmio annuo significativo delle spe- malleolare mediana; occasionalmente si
orale se mediche qualora la parodontite ven- manifesta su cosce, regioni poplitee e
Le persone con diabete hanno una quan- ga trattata (2,840 $/anno pari al 40,2% in piedi. Nel 15% dei casi le lesioni appaio-
tità di glucosio nella saliva quattro volte su- media delle spese mediche). Il costo delle no a livello di addome, mani, avambracci,
periore rispetto ai non diabetici. È proprio cure per la parodontite aumenta con il pro- cuoio capelluto (dove può causare alope-
questo eccesso di glucosio che fornisce gredire della malattia. Con una diagnosi cia) e viso.
terreno fertile per la crescita batterica, au- precoce il costo è limitato, mentre quando La NLD inizia con papule o noduli di
mentando il rischio di disturbi gengivali e di la diagnosi è tardiva i costi possono molti- 1-3 mm ben circoscritti, di colore rosso–
carie dentaria. Diabete e parodontite sono, plicarsi anche di venti volte. marrone, su entrambe le gambe che si
inoltre, collegati tra loro in maniera bidire- estendono allargandosi, confluendo e for-
zionale: le tossine prodotte dall’infiamma- Infezioni della cute mando placche infiltrate, eritematose. La
zione del parodonto possono introdursi
nel sangue e intaccare i naturali sistemi di
e tessuti molli sensibilità a livello della placca di NLD è
assente nel 75% dei casi a seguito della
difesa dell’organismo, influenzando così il Si ritiene che almeno il 30% dei pazienti compromissione dei nervi cutanei locali,
controllo glicemico. La parodontite è una con diabete mellito presenti nel corso del- oppure estremamente dolorosa nel re-
patologia caratterizzata dall’alterazione/ la loro vita patologie cutanee che possono stante 25%.
perdita dei tessuti parodontali: gengiva, porsi in relazione diretta o indiretta al de- Nelle forme più durature, può presenta-
osso alveolare, cemento radicolare e le- corso cronico della malattia. Generalmen- re ulcerazione e sovrainfezione: il bordo
gamento parodontale. È una patologia a te tali manifestazioni seguono lo sviluppo però mantiene il caratteristico colore ros-
carattere progressivo: se non trattata, in- del diabete, ma alcune volte possono so-violaceo e la durezza, che permette di
fatti, può determinare la perdita del dente comparire prima ancora che si manifesti il riconoscere la malattia. Le lesioni di NLD
e della dentatura. Eziologicamente è una diabete, assumendo quindi un valore par- talvolta si risolvono spontaneamente.
malattia infettiva che si riconosce in molte- ticolare nella diagnosi precoce di questa
plici batteri saprofiti del cavo orale, definiti insidiosa malattia.
parodontopatogeni. I batteri parodontopa- Le manifestazioni cutanee nel diabete
togeni costituiscono una parte integrante mellito (DM) possono essere raggruppate
del biofilm che ricopre tutti i tessuti dentali in 4 categorie:
e orali: la placca dentaria. 1. Malattie cutanee associate al DM
Il soggetto con diabete ha una tendenza 2. Infezioni cutanee
a sviluppare parodontite e, di converso, la 3. Piede diabetico
persona con parodontite ha una tendenza 4. Lesioni dovute a terapia antiiperglice-
a sviluppare diabete. La maggiore suscet- mizzante
tibilità alla parodontite nelle persone affette
da diabete, è dovuta ad una risposta alte- Malattie cutanee associate al DM
Figura 3. Necrobiosi lipidica diabeticorum
rata in seguito a danno provocato dai bat- Tra le manifestazioni cutanee più
teri parodonto-patogeni che è associata a frequentemente associate al diabete Ispessimento della cute diabetica
disbiosi del biofilm sottogengivale. mellito vi sono: Le persone affette da diabete tendono ad
La parodontite può rimanere a lungo asin- • Necrobiosi lipidica diabeticorum (NLD); avere una pelle più spessa rispetto alla
tomatica. Il sanguinamento gengivale è il • Ispessimento della cute diabetica; popolazione generale. Spesso tale incre-
primo segno di malattia. È possibile so- • Dermopatia diabetica (sindrome della mento di spessore non è associato ad al-
spettare la malattia parodontale qualora il gamba macchiata); cun sintomo ed è sconosciuto al paziente
paziente abbia un’anamnesi positiva per i • Dermatosi bollosa; e al medico. Clinicamente apparente è
seguenti sintomi: sanguinamento gengiva- • Acanthosis nigricans. l’ispessimento della cute delle dita e delle
le, recessione gengivale, alitosi o alterazio- mani.
ni dell’alito, gonfiore o fastidio gengivale, Necrobiosi lipidica diabeticorum (NLD) Nel soggetto diabetico si riconoscono 4
ipersensibilità dentinale parodontale. Du- È una malattia degenerativa del collage- tipi di ispessimento cutaneo:
rante la visita diabetologica è importante ne che risulta associata al diabete nell’80- 1. ispessimento cutaneo generalizzato;
che si valuti la presenza di questi sintomi. 90% dei casi. Pertanto, è da considerarsi 2. sindrome della mano diabetica [sindro-

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LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

me della limitata mobilità articolare (LJM), muni a livello del dorso dei piedi e del- di conseguenza l’entrata dei microrgani-
sindrome di Rosenbloom o cheiroartro- la parte inferiore delle gambe, e talvolta smi. Inoltre, il pH cutaneo sembrerebbe
patia, waxy skin and stiff joints, sindrome sono associate a lesioni simili a livello di aumentare tra i pazienti diabetici e questo
simil-sclerodermica (SLS)]; mani e di avambracci. Hanno tendenza a promuoverebbe la colonizzazione batte-
3. dita ad acciottolato; recidivare, ma in maniera imprevedibile; rica.
4. sclerodermia dei diabetici (scleredema sono solitamente asintomatiche, con l’ec- Le principali infezione batteriche sono:
diutinum). cezione di una lieve sensazione di fastidio • follicoliti;
o bruciore. La diagnosi è di esclusione. • foruncolosi;
• ascessi sottocutanei.
Queste infezioni possono comparire nel
corso della malattia diabetica oppure es-
sere il primo segnale indicativo di diabete.

Follicoliti
Per follicolite si intende un processo in-
fettivo dei follicoli piliferi. Sono presenti su
tutto il corpo ad eccezione delle regioni
palmo-plantari e delle mucose. La causa
più frequente di follicolite è lo Staphylo-
Figura 4. Dermoangiopatia pretibiale
coccus aureus. L’infezione può essere
Figura 5. Bullosis diabeticorum
Dermopatia diabetica superficiale o profonda. La follicolite è ca-
Detta anche “sindrome della gamba mac- Acanthosis nigricans ratterizzata da piccole pustole a livello dei
chiata” o dermoangiopatia pretibiale. È Alcune forme di acanthosis nigricans follicoli piliferi e nella maggior parte dei
considerata la manifestazione cutanea sono a carattere familiare, altre volte pos- casi un antibiotico topico è sufficiente per
più comune nel diabete pur non essendo sono essere idiopatiche. Si possono ma- la guarigione.
esclusiva tra i pazienti diabetici. nifestare in associazione a obesità, malat-
La dermopatia diabetica si manifesta con tie endocrine o a neoplasie.
papule o placche rosse, multiple, asim- Si caratterizza per un ispessimento della
metriche, localizzate nella regione tibiale cute che presenta un aspetto vellutato, di
anteriore, su entrambe le gambe. La lo- colorito che varia dal bruno chiaro al bru-
calizzazione al di sopra delle eminenze no scuro, con superficie irregolare, loca-
ossee suggerirebbe il traumatismo come lizzato a livello della superficie laterale e
Figura 7. Follicolite
possibile causa. Tuttavia, si ritiene che posteriore del collo, delle ascelle e delle
esse possano essere l’espressione cuta- pieghe inguinali. La terapia si basa sul Foruncolosi
nea della sofferenza del microcircolo, so- trattamento della malattia di fondo. È un processo infettivo che interessa il
litamente diffusa anche ad altri tessuti nei follicolo pilifero e la cute perifollicolare. Si
soggetti portatori della suddetta dermatite. manifesta come una papula arrossata e
purulenta.
Dermatosi bollosa, bolle diabetiche o
bullosis diabeticorum
Le bolle diabetiche sono una rara ma ca-
ratteristica eruzione spontanea del diabe-
te, che colpisce la cute dei piedi e delle
gambe di uomini e donne di età compre-
sa tra i 40 e i 75 anni. Nella maggioranza
dei casi si tratta di pazienti anziani con un
Figura 6. Acanthosis nigricans
diabete di vecchia data complicato da
micro e macroangiopatia. Le lesioni bollo- Infezioni cutanee
se compaiono spontaneamente. Si pensa che la neuropatia e l’angiopa- Figura 8. Foruncolosi
L’eziopatogenesi non è chiara. Per la par- tia tipiche del diabete siano la causa del Ascessi sottocutanei
ticolare localizzazione acrale si è ipotizza- maggior rischio di infezioni cutanee, pre- La penetrazione di un processo infettivo
to un ruolo del traumatismo su una cute senti nella popolazione diabetica. Esse, nella profondità della pelle determina la
caratterizzata da aumentata fragilità, ma infatti, sembrerebbero essere alla base formazione di una raccolta di pus nel der-
la spontaneità nello sviluppo di lesioni dell’aumentata insensibilità del paziente ma e nei tessuti più profondi della cute.
multiple in svariate zone sembrerebbe diabetico rispetto ai microtraumi, causan- Quest’area diventa arrossata, dolorosa,
non giustificarlo. Le bolle sono più co- do l’interruzione della barriera cutanea e spesso caratterizzata dalla presenza di

7
UNANNOINSIEME

una pustola sovrastante. Solitamente si Tra le infezioni cutanee, una ad elevato ri- (soggetti non circoncisi), dietro alle orec-
osserva la fuoriuscita spontanea di pus. schio quoad vitam per il paziente diabetico chie, alle ascelle e all’inguine.
Possono essere presenti linfoadenopatia è la fascite necrotizzante, patologia ca- La candidiasi è un’infezione comune nei
regionale e, occasionalmente, febbre. ratterizzata da necrosi di derma, ipoderma pazienti diabetici. Clinicamente si mani-
Lo S. Aureus è un organismo Gram posi- e di fasci muscolari. È una condizione con festa come un rash pruriginoso che può
tivo che si trova normalmente sulla cute, una rapida progressione che per essere evolvere verso vescicole-pustole, seguite
ed è il principale responsabile di infezioni gestita in maniera appropriata richiede l’in- da macerazione e poi fissurazione cuta-
quali follicolite, ascessi cutanei e impetigi- terazione di diverse figure specialistiche. nea. Le infezioni della mucosa invece si
ne. Le infezioni cutanee piogeniche ricor- In particolare, è necessario che venga ini- manifestano come papule biancastre e
renti devono porre il sospetto riguardo ad ziata prontamente una terapia antibiotica, placche che possono evolvere fino a dive-
una condizione diabetica sottostante. inizialmente empirica ad ampio spettro, nire erosioni eritematose.
L’impetigine è una patologia comune, che copra sia i batteri Gram negativi che Nei pazienti diabetici sono comuni an-
causata dallo S. Aureus o meno frequen- quelli Gram positivi, a base di piperacillina/ che le infezioni a carico dei tegumenti,
temente dallo Streptococcus b-emolitico. tazobactam (o meropenem) e vancomici- causate da dermatofiti come la dermato-
È caratterizzata da piccole bolle a cluster na +/- gentamicina (se si sospetta la pre- fitosi cutanea e l’onicomicosi, nonché la
che si evolvono in croste giallastre di color senza di un germe producente tossine). Tinea pedis (o piede d’atleta) causata da
miele (mieliceriche), localizzate prevalen- Spesso è necessario l’intervento del chi- Trychophyton rubrum, la quale, determi-
temente a livello degli orifizi, dove è più rurgo per eseguire tempestivamente un nando fissurazione della cute, può predi-
frequente trovare lo S. Aureus, a livello del debridment dei tessuti necrotici, i quali a sporre anche a infezioni batteriche secon-
tronco e degli arti (nella forma streptococ- loro volta verranno messi in coltura per po- darie, in particolare l’erisipela e la cellulite.
cica). Mentre per le forme lievi è sufficiente ter stabilire una terapia antibiotica mirata. Pertanto, anche questo genere di infezioni
utilizzare un disinfettante topico, nelle for- Esistono diversi tipi di fascite necrotizzan- deve essere diagnosticato e trattato accu-
me più severe è opportuno che vengano te, ma la forma più frequente risulta deci- ratamente in questi pazienti.
somministrati antibiotici sistemici, a base samente essere quella di tipo polimicrobi-
di amoxicillina-amoxicillina/clavulanato o co (definita di tipo 1) che vede la presenza
cotrimossazolo, in caso di resistenza alle sia di batteri Gram + che Gram -, aerobi
penicilline. ed anaerobi. Questo tipo di fascite è tipica
Nel paziente diabetico, lo Streptococco tra i pazienti con comorbidità multiple, in
b-emolitico di gruppo A è responsabile an- particolar modo tra i soggetti con diabete
che di altre infezioni cutanee più frequenti, mellito, e coinvolge il tronco, le zone sacrali
quali l’erisipela e la cellulite. e gli arti.
L’erisipela è un’infezione superficiale che La forma che coinvolge il perineo prende il
interessa la cute con coinvolgimento del nome di gangrena di Fournier e si verifi-
Figura 9. Candidosi orale
derma, caratterizzata da eritema dolente, ca soprattutto come una complicanza del
rosso brillante con chiara demarcazione diabete mellito scompensato in pazienti Infezioni del piede diabetico
dalla cute sana (segno dello scalino), che maschi, ma anche in alcolisti, in individui È la minaccia più grave per l’arto inferiore
si manifesta più frequentemente a livello malnutriti e più in generale negli immuno- ed è la principale causa di un’amputazio-
degli arti inferiori. depressi. Spesso l’eziologia è da ascrivere ne immediata nel 25-50% dei casi. Deve
È frequente nei pazienti anziani con mul- a germi aerobi ed anaerobi, con un’impor- essere trattata in maniera aggressiva.
tiple comorbidità, specialmente diabete tante prevalenza degli anaerobi, respon- La maggiore suscettibilità alle infezioni
mellito e insufficienza renale, ed è stretta- sabili del tipico odore penetrante che esala è dovuta alla struttura anatomica a com-
mente correlata al linfedema. La terapia è dai tessuti infetti. partimenti che è unica del piede, che
a base di beta-lattamici sistemici. permette all’infezione di diffondersi pros-
Inoltre, anche la terapia insulinica può, in Infezioni micotiche simalmente con estrema facilità. I segni e
un certo senso, predisporre ad infezioni Oltre alle infezioni cutanee di origine bat- i sintomi d’infezione (febbre, aumento dei
cutanee locali. Il rischio di infezioni batte- terica, il paziente diabetico presenta un leucociti, elevata PCR) possono essere
riche sembra infatti essere correlato al nu- rischio maggiore di sviluppare infezioni assenti.
mero di iniezioni giornaliere, riducendosi fungine, sia a livello della cute che delle L‘infezione superficiale del piede diabeti-
nei pazienti portatori di microinfusore. mucose. Tra le infezioni fungine, quelle co, solitamente, è causata da batteri Gram
Per le infezioni cutanee e dei tessuti molli è derivanti da Candida albicans sono le più +, mentre le infezioni profonde sono spes-
necessario considerare come prima linea frequenti. Candida albicans è un fungo so polimicrobiche ed implicano batteri
terapaeutica sia nafcillina, dicloxacillina lievito che causa aree pruriginose, arros- Gram – ed anaerobi.
che i fluorochinoloni per via endovenosa. sate localizzate nelle pieghe della pelle, L’infezione del piede diabetico presen-
In alternativa, possono essere utilizzate espressioni di un terreno umido: pieghe ta un’eziopatogenesi multifattoriale. La
cefazolina, clindamicina o vancomicina in mammarie, tra le dita delle mani e dei pie- neuropatia motoria determina alterazioni
endovena (Tabella 3). di, gli angoli della bocca, sotto il prepuzio osteoarticolari che, associate all’atrofia

8
LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

muscolare, possono culminare nel piede crocircolo limita l’arrivo dei fagociti (cellule 2. ispezione periodica ed esame del pie-
di Charcot, piede deforme tipico della fase deputate ad inglobare e uccidere agenti de a rischio;
finale di tale sindrome. patogeni) nella zona infetta, determinando 3. educazione dei pazienti, familiari e per-
Il paziente diabetico a causa della com- una scarsa concentrazione dell’antibiotico sonale sanitario;
promissione della circolazione periferica nel tessuto infetto. Da ciò si deduce quan- 4. indossare calzature adeguate;
(macro e microangiopatia), associata to attenta deve essere la cura preventiva 5. trattamento delle lesioni pre-ulcerative.
spesso alla mancanza della sensibilità cu- del piede nel soggetto diabetico per evi- Le evidenze scientifiche hanno dimostra-
tanea (neuropatia periferica), è predispo- tare, o cogliere nelle sue prime manifesta- to che lo screening per il piede diabetico
sto ad infezioni del piede. Queste variano zioni, ogni alterazione cutanea. è in grado di ridurre il rischio di amputa-
da una semplice forma di cellulite (infezio- La prima cosa che lo specialista deve zioni maggiori.
ne batterica che interessa il derma ed il considerare è la presenza d’infezione a La raccomandazione che al momento
sottocute), caratterizzata da area arrossa- livello dell’ulcera. dello screening debbano essere indivi-
ta e gonfia, sino ad una grave osteomielite Si definisce infetta, infatti, un’ulcera che duati i fattori di rischio per il piede diabe-
cronica. Le infezioni possono essere cau- presenta segni locali quali eritema, ede- tico e che il controllo successivo possa
sate da un solo batterio (monomicrobiche) ma, secrezioni purulente, febbre e indici essere programmato in base al rischio e
o da più di un batterio (plurimicrobiche). di flogosi alterati. In base all’estensione e alla presenza di lesioni è forte ed è riba-
Lo Stafilococco aureo (Gram positivo ae- alla profondità, nonché alla presenza di dita dalle principali Linee Guida nazionali
robico) è il più comune. Ad esso si ag- sintomi di infezione sistemica, la gravità ed internazionali (Tabella 1).
giungono Streptococchi, Enterococchi, delle ulcere infette si classificano in lieve,
enterobatteri e batteri anaerobi. moderata e severa. Piede infetto
La neuropatia autonomica è responsabile Dopo aver valutato la presenza di un’ul- Le ulcere del piede sono classificate in
di una ridotta sudorazione e conseguente cera infetta, è essenziale effettuare una base alla causa patogenetica prevalen-
secchezza cutanea dei pazienti diabetici. diagnosi microbiologica per una terapia te che ha determinato la comparsa delle
Questi meccanismi possono portare alla antibiotica mirata, prelevando un campio- lesioni. Questa classificazione patoge-
formazione di un callo che, esposto a mi- ne di tessuto profondo, tramite curettage netica è riconosciuta internazionalmente
crotraumi continui, va incontro a piccole della ferita. Se si sospetta osteomielite sot- e comprende lesioni prevalentemente di
emorragie subcutanee. La concomitante tostante è necessario effettuare anche la origine neuropatica e lesioni di origine
angiopatia e lo scarso compenso glico- biopsia ossea. prevalentemente vascolare. Inevitabil-
metabolico determinano l’alterata guari- Non bisogna mai praticare tamponi cuta- mente deve essere considerata una terza
gione della ferita che può successivamen- nei superficiali, poiché inducono facilmen- classe, dove le due cause principali coe-
te sfociare in ulcera. Se a tali fenomeni si te ad una diagnosi errata. Infatti, la pelle sistono senza che se ne possa esclude-
associa anche la neuropatia sensoriale, presenta una flora saprofitica normale e re con certezza la predominanza di una
ciò determinerà una ridotta capacità nel tramite il tampone si rischia di isolare bat- delle due.
percepire il dolore. Il paziente diabetico teri commensali e contaminanti, piuttosto Per ogni lesione si devono valutare: po-
spesso avverte il dolore quando si è già che il reale agente eziologico dell’infezio- sizione, dimensioni, colore, bordi, cute
instaurata un’infezione. ne. perilesionale, temperatura, presenza di
Per questo motivo è essenziale che il dia- Un altro passo fondamentale nell’algorit- segni di infezione e odore. La stadiazione
betico venga periodicamente sottoposto mo diagnostico in caso di ulcera infetta, delle lesioni è indispensabile per garanti-
ad una valutazione specialistica utilizzan- è l’esecuzione di esami strumentali qua- re un approccio scientificamente corretto
do fin da subito calzature adatte alla ridi- li RX e RMN, importanti per valutare la e consentire un linguaggio comune a tutti
stribuzione della pressione sul piede, in presenza di osteomielite. gli operatori del team multidisciplinare,
modo da evitare la formazione di ulcera e La prevenzione del piede diabetico si per impostare interventi terapeutici, de-
di eventuali complicanze. basa essenzialmente su uno screening terminare una corretta prognosi e poter
Le infezioni del piede diabetico non sono adeguato: definire un piano di intervento per questa
facili da trattare poiché l’alterazione del mi- 1. identificazione del piede a rischio; condizione.

Categoria Caratteristiche Frequenza

0 Assenza di neuropatia periferica 1 volta l’anno

1 Neuropatia periferica Ogni 6 mesi

2 Neuropatia periferica con PAD con o senza deformità distali Ogni 3-6 mesi

3 Neuropatia periferica e storia di ulcere distali o progressa amputazione d’arto Ogni 1-3 mesi

Tabella 1. Stratificazione dei livelli di rischio per l’insorgenza di piede diabetico (IWGDF 2015)

9
UNANNOINSIEME

La classificazione più frequentemente dell’aderenza alle prescrizioni. sita di esami istologici coerenti con l’infe-
adottata, sia per semplicità che per la cor- L’osteomielite del piede diabetico può zione ossea (cellule infiammatorie acute
relazione con il rischio di amputazione, è presentare al clinico sfide diagnostiche o croniche, necrosi) e l’isolamento di
la Texas Wound Classification del 1996. e terapeutiche formidabili. È presente nel batteri da un campione osseo ottenuto in
In essa il grado (0, I, II, III) è indicativo 50-60% dei pazienti ospedalizzati per DFI modo asettico. Poiché il campionamento
dell’estensione e profondità dell’ulcera, (diabetic foot infection) e nel 10-20% dei dell’osso e la sua analisi non sono spes-
mentre lo stadio (A, B, C, D) si riferisce soggetti con infezioni apparentemente so esami diagnostici di routine, i medici
alla gravità correlata alla presenza ag- meno gravi che si presentano in ambula- devono usare marcatori diagnostici surro-
giuntiva di infezione, ischemia o infezione torio. L’infezione ossea, in genere, interes- gati, tra cui indagini cliniche, di imaging e
e ischemia. sa l’avampiede e si sviluppa per diffusio- di laboratorio.
L’educazione del paziente e la forma- ne contigua da tessuti molli sovrastanti, Se l’ulcera è profonda ed estesa, con
zione del personale sanitario è parte in- penetrazione attraverso l’osso corticale diametro maggiore di 2 cm2, e fatica a
tegrante della strategia di prevenzione nella cavità midollare. La distruzione os- guarire dopo diverse settimane, o se l’os-
del piede diabetico. I pazienti diabetici sea relativa alla Neuro-Osteoartropatia so risulta visibile, è verosimile che si sia
ad alto rischio di ulcerazione dovrebbe- di Charcot (NOA) può essere difficile da già instaurata un’osteomielite.
ro ricevere un’educazione finalizzata alla distinguere dall’osteomielite. Questa è L’osteomielite è infatti una complicanza
corretta gestione dei fattori di rischio, alla meno frequente, generalmente si verifica frequente del piede diabetico, dovuta alla
cura complessiva quotidiana del piede in pazienti con neuropatia periferica pro- diffusione dell’infezione nell’osso dal tes-
e alla sorveglianza della comparsa di al- fonda e solitamente colpisce il mesopie- suto molle adiacente.
terazioni del trofismo e dell’integrità del de. La diagnosi di osteomielite cronica Tra i fattori di rischio per l’osteomielite non
piede. Un esame del piede incompleto è risulta particolarmente difficile nei pazienti ematogena, oltre al diabete di per sé, ri-
riportato in oltre il 50% dei pazienti che su- diabetici, poiché, a causa della presenza troviamo anche la malattia vascolare pe-
biscono un’amputazione. Obiettivo dell’in- di ulcere cutanee, questi soggetti posso- riferica e la scarsa guarigione delle ferite,
tervento dovrebbe essere l’autogestione no sviluppare un’infezione ossea prima tipiche di questi pazienti.
delle persone con diabete, la correzione che l’osso risulti chiaramente visibile. Una In generale, questo tipo di osteomielite
dei comportamenti scorretti e l’aumento diagnosi definitiva di osteomielite neces- risulta più frequentemente di origine po-

Gravità Grado Segni e sintomi

Lieve I Assenza di segni o sintomi


II Interessamento limitato alla cute con almeno due dei seguenti segni:
• calore locale
• eritema 0,5-2 cm intorno all’ulcera
• iperestesia locale o dolore
• edema o induratio
• secrezione purulenta
• assenza di altre cause di infiammazione cutanea (traumi, gotta, piede di
Charcot acuto, trombosi o tromboflebite)

Moderata III Infezione coinvolgente le strutture profonde (sottofasciali) come ascessi,


(limb threatening) flemmoni linfangite, osteomielite o fascite
• Eritema > 2 cm più uno dei segni di G.2
• Assenza di segni o sintomi di risposta infiammatoria sistematica

Grave IV Qualsiasi segno locale in presenza di almeno due segni di risposta


(life threatening) infiamamtoria sistematica seguenti:
• temperatura cutanea < 36°C o > 38°C
• frequenza cardiaca > 90 bpm
• frequenza respiratoria > 20 cpm
• TpCO2 < 32 mmHg
• leucocitosi > 12.000 o Leucopenia < 4.000
• 10% di forme leucocitarie immature

Tabella 2. Classificazione e diagnosi delle lesioni infette (G. Saldalamacchia et al. GIORNALE ITALIANO DI DIABETOLOGIA E METABOLISMO
2018;38:12-24).

10
LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

limicrobica e comprende lo Staphylococ- ni di grado moderato dovrebbero essere (odds ratio aggiustato pari a 16,7; IC al
cus aureus (S. Aureus) (incluso quello sottoposte a debridement o drenaggio in 95%:10,4 - 26,8) nei pazienti in trattamen-
meticillino resistente), Staphylococcus urgenza o a urgenza differibile in associa- to con gatifloxacina rispetto ai macrolidi.
coaugulasi negativi e i Bacilli Gram ne- zione ad antibioticoterapia e monitorag- Contrariamente, non sono state riscontra-
gativi come principali agenti eziologici. gio metabolico, possibilmente in regime te evidenze di un aumento del rischio di
Lo S. Aureus rappresenta il patogeno più di ricovero. Le infezioni gravi devono es- iperglicemia con qualsiasi altro fluorochi-
comunemente isolato (in circa il 50% dei sere trattate in urgenza in quanto poten- nolone o con cefalosporine di seconda
casi), mentre stafilococchi coagulasi-ne- zialmente letali. generazione.
gativi (25%), streptococchi aerobici (30%) Gli antibiotici utilizzati sono: Inoltre, un recente studio pubblicato nel
e Enterobacteriaceae (40%) sono alcuni • cefalosporine (cefalexina orale; cefoxi- febbraio 2021 ha evidenziato come tra i
tra i germi più frequenti. tina, ceftizoxime, ceftibiprole, ceftaroline fluorochinoloni, la levofloxacina sembra
Si può presentare come un’infezione acu- per via parenterale); prolungare l’intervallo QT di 4 volte nei pa-
ta, con l’insorgenza di sintomi nell’arco di • combinazioni di inibitori della penicilli- zienti diabetici e di 1,5 volte nei non dia-
giorni, manifestandosi con dolore sordo na/B-lattamasi (amoxicillina/ac. clavula- betici rispetto alla ciprofloxacina (Figura
associato o meno al movimento dell’arto nico per via orale, ampicillina/sulbactam, 10). Tale differenza è risultata già signifi-
coinvolto, che può presentarsi caldo, eri- piperacillina/tazobactam, ticarcillina/ cativa dopo 72 h dall’inizio del trattamento
tematoso e gonfio e associarsi a sintomi ac.clavulanico per via parenterale); tra pazienti diabetici (Figura 11).
sistemici come febbre, leucocitosi e indici • carbapenemi (imipenem) /cilastatina ed In merito agli effetti iperglicemizzanti, lo
di flogosi alterati. ertapenem, per via parenterale); studio di Saad NA et al. 2021, ha dimo-
Nel caso del paziente diabetico è più fre- • fluorochinoloni (ciprofloxacina, le- strato che la levofloxacina presenta un ef-
quente la forma cronica, la quale si mani- vofloxacina, moxifloxacina), che possono fetto iperglicemizzante maggiore nei 200
festa, invece, con dolore, eritema o gon- essere somministrati per via orale o pa- pazienti arruolati, rispetto alla ciprofloxa-
fiore spesso associati alla presenza di una renterale e associati nelle infezioni seve- cina sia nei soggetti diabetici che non
fistola drenante pus verso l’esterno, segno re a clindamicina, vancomicina (MRSA), diabetici.
patognomonico di osteomielite cronica. ampicillia-sulbactam, piperacillina-tazo- Ciò rappresenta un aspetto importan-
I sintomi sistemici possono essere più sfu- bactam ev. te per il personale sanitario che cura la
mati, associandosi più spesso a febbrico- In merito ai fluorochinoloni, questi rappre- popolazione diabetica e che deve de-
la piuttosto che a febbre. sentano un valido presidio terapeutico streggiarsi tra l’efficacia e la sicurezza
Anche in questo caso, per un corretto alternativo nell’ampio spettro di gravità dei farmaci. Infatti l’iperglicemia è stata
management, è essenziale che si pratichi delle infezioni del piede diabetico dalla sistematicamente identificata come un
un esame colturale tramite biopsia ossea forma lieve a quella severa (Tabella 3). indicatore indipendente di prognosi peg-
o aspirato di secrezioni purulente (dalla Tuttavia, nella scelta terapeutica bisogna giore tra i pazienti diabetici ospedalizzati
ferita o dalla fistola). Questo approccio considerare i possibili effetti disglicemici in qualsiasi setting assistenziale; mentre
risulta fondamentale, poiché, essendo correlati a questa classe di farmaci, che l’HbA1c registrata al momento del rico-
la terapia nella maggior parte dei casi di come riportato da diversi studi clinici ri- vero rappresenta un fattore prognostico
lunga durata (da 6 a 8 settimane almeno), sultano differenti tra le singole molecole predittivo indipendente nel paziente dia-
si rischierebbe di non risolvere l’infezione, appartenenti a questa categoria. betico con sepsi.
utilizzando un farmaco inefficace. In alcu- Uno studio pubblicato su NEJM nel 2006, È auspicabile, quindi, che lo specialista
ni casi, si può ridurre la durata della tera- utilizzando i dati elettronici delle cartel- consideri anche tale aspetto di sicurezza
pia a 1-2 settimane, quando ad esempio le cliniche sanitarie relative a più di 1,4 durante la prescrizione di questa catego-
il materiale infetto venga asportato chirur- milioni di residenti in Ontario di età ≥ 66 ria di farmaci.
gicamente. anni, ha evidenziato un aumento delle
La difficoltà nel valutare il rischio di infe- alterazioni glicemiche (sia iper- che ipo- Lesioni dovute a terapia
zione nel diabetico è dovuta al fatto che glicemia) nei pazienti diabetici trattati con antiiperglicemizzante
questa malattia non è solamente un di- fluorochinoloni e macrolidi. Tale effetto, Le più comuni sono quelle determinate
sturbo della glicemia, ma una patologia però, risulta differente tra le singole mo- dalla terapia insulinica. Prima dell’introdu-
complessa, in cui un’infiammazione cro- lecole appartenenti alle classe dei fluo- zione dell’insulina ricombinante umana,
nica viene correlata a diverse alterazioni rochinoloni, con una significativa ma più le reazioni allergiche all’insulina erano le
del profilo lipidico, del sistema nervoso debole associazione tra ipoglicemia e più frequenti.
periferico e autonomo, alla malattia car- levofloxacina (OR aggiustato pari a 1,5; La lipodistrofia è caratterizza dalla perdi-
diovascolare e renale, in cui ognuna di IC al 95%: 1,2–2,0). Al contrario, non è ta di tessuto sottocutaneo nella sede di
queste condizioni interagisce in maniera stato riscontrato un aumento del rischio di iniezione dell’insulina. Si verifica general-
diversa con la risposta ai patogeni. ipoglicemia in seguito a trattamento con mente dopo mesi dall’inizio delle iniezioni
Le infezioni lievi possono essere trattate ciprofloxacina o moxifloxacina. se il paziente non è stato adeguatamente
conservativamente con debridement e Sempre in questo studio è stato registra- addestrato e/o se non è stato utilizzato un
antibioticoterapia domiciliare. Le infezio- to un aumento del rischio di iperglicemia ago di dimensioni adeguate.

11
UNANNOINSIEME

16 30%*

14

12

10
Numero di pazienti

16%*
8

12%
6

4%
2
2% 2%

0
Prolungamento dell’intervallo QT Iperglicemia Ipoglicemia

Pazienti diabetici

Ciprofloxacina Levofloxacina *p< 0,05 rispetto a ciprofloxacina

Figura 10. Rischio relativo di prolungamento dell’intervallo QT, iperglicemia e ipoglicemia in pazienti diabetici dopo somministrazione di ci-
profloxacina e levofloxacina. (Saad NA et al. Int J Clin Pract. 2021;75:e14072).

16%*
8

7
Numero di pazienti con prolungamento

5
dell’intervallo QT

2% 2% 2% 2%
1

0%
0
24h dopo la prima assunzione 72h dopo la prima assunzione 72h dall'interruzione della terapia

Pazienti diabetici

Ciprofloxacina Levofloxacina *p< 0,05 rispetto a ciprofloxacina

Figura 11. Effetto della somministrazione di ciprofloxacina e levofloxacina sul prolungamento dell’intervallo QT nei pazienti diabetici. (Saad NA
et al. Int J Clin Pract. 2021;75:e14072).

12
LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

Infezioni del tratto ORL menta moltissimo a causa della presenza


in tale patologia di anomalie metaboliche
In Italia le IVU sono frequenti sia a livel-
lo comunitario che ospedaliero. La dia-
Anche la cute del tratto otorinolaringoiatri- e di complicanze a lungo termine quali gnosi di infezione delle vie urinarie è una
co sembra essere più a rischio di infezioni nefropatia e neuropatia. diagnosi clinica che si basa sul rilievo di
batteriche nei pazienti affetti da diabete. Oltre ad un aumento della frequenza, segni e sintomi e non sulla ricerca di bat-
L’otite esterna maligna è un’infezione nella popolazione diabetica, si assiste teriuria o leucocituria. L’esame colturale
severa che colpisce principalmente pa- anche ad una maggiore severità rispetto delle urine non è di regola necessario per
zienti anziani con diabete o pazienti im- ai soggetti non diabetici, con un decor- la gestione delle infezioni non complicate
munodepressi, e nella maggior parte dei so spesso più complicato: infatti i batteri delle vie urinarie.
casi è causata da Pseudomonas aerugi- coinvolti non comprendono solo l’Escheri- Nelle donne che riportano almeno 3 infe-
nosa. Raramente vede il coinvolgimento chia coli, ma anche altri patogeni ancora zioni delle vie urinarie/anno si raccoman-
anche dello S. Aureus resistente alla me- più aggressivi quali Klebsiella, Proteus e dano le seguenti misure comportamen-
ticillina (MRSA). Pseudomonas. tali:
È caratterizzata da otalgia severa e persi- La sintomatologia delle IVU nei pazienti • aumentare l’assunzione di liquidi;
stente e otorrea purulenta maleodorante diabetici è spesso simile a quella della • evitare l’uso di spermicidi e del diafram-
e, nei casi più gravi, dal coinvolgimento popolazione non diabetica (disuria, fre- ma;
dei nervi cranici (particolarmente dal V al quenza e urgenza, con o senza febbre) • evitare di ritardare la minzione ;
VII) e dell’osso. È infatti conosciuta anche ma spesso l’infezione si complica anche • asciugarsi dopo la defecazione evitan-
come osteomielite della base cranica e a causa di un alterato controllo metabo- do irrigazioni;
l’osso più frequentemente coinvolto è lico (ipoglicemia/iperglicemia) che può • urinare subito dopo il rapporto sessuale.
quello temporale. compromettere ulteriormente la capaci-
La diagnosi prevede pertanto l’esecuzio- tà di difesa dell’organismo nei confronti Negli ultimi anni si è data conferma scien-
ne di un’indagine TC in questa sede, ma dell’infezione. Le Linee Guida internazio- tifica che l’utilizzo di succo di mirtilli rossi
anche e soprattutto la biopsia ossea, sia nali dell’European Association of Urology inibisce l’aderenza dei batteri alle cellule
per ragioni microbiologiche, affinché ven- classificano come complicata l’infezione uroepiteliali. Attualmente sono in corso
ga praticata una terapia antibiotica mira- urinaria nei pazienti con diabete mellito, studi sulla popolazione diabetica che
ta, sia per escludere una neoplasia mali- accertata da urinocoltura. stanno sperimentando la somministra-
gna, con la quale la patologia è spesso in È stato dimostrato che il diabete mellito zione sia orale che vaginale di lattobacilli
diagnosi differenziale. è associato ad un aumento di circa 3-4 come misura preventiva delle IVU. Inoltre,
La terapia prevede un approccio sia di volte del rischio di batteriuria asintomatica in letteratura sono presenti una serie di
tipo chirurgico con debridment osseo, (ASB), in particolare nelle donne in insuli- studi sempre più numerosi sull’utilizzo di
che medico con terapia antibiotica. Soli- no-terapia e in quelle con una durata della probiotici nella prevenzione da IVU.
tamente il trattamento antibiotico è a base malattia superiore ai 10 anni. Tali pazienti A causa dell’aumentato rischio di com-
di fluorochinoloni e/o un’associazione risultano avere un rischio più elevato per plicanze infettive tra i pazienti diabetici,
aminoglicoside/penicillina semisintetica le infezioni più severe e complicate, come diventa fondamentale intervenire tempe-
sia per via sistemica che topica e deve pielonefrite, ascessi renali, necrosi papil- stivamente per evitare un peggioramento
essere somministrato per almeno sei set- lare e sepsi. del quadro clinico, mediante l’utilizzo di
timane. Le infezioni vie urinarie (IVU) sono molto antibiotici in grado di raggiungere alte
La mucormicosi è un’infezione fungina frequenti nei pazienti diabetici e possono concentrazioni sia nelle urine che nei
del massiccio facciale che colpisce i sog- essere caratterizzate da un’importante tessuti. Dal punto di vista terapeutico, la
getti diabetici nel 50% dei casi. Si manife- severità clinica nonché da una serie di strategia non differisce tra diabetici e non
sta attraverso sinusite, oftalmoplegia con complicanze. In vitro la crescita batteri- diabetici per quanto riguarda la scelta dei
cecità o proptosi unilaterale con cellulite. ca aumenta in presenza di glucosio nel farmaci.
Se non adeguatamente trattata può cau- medium di coltura, ma in vivo non è stato Pur in assenza di trial randomizzati, si
sare lesioni destruenti del massiccio fac- possibile dimostrare che la glicosuria sia consiglia di considerare sempre i diabe-
ciale. un fattore di rischio per ASB o di svilup- tici come affetti da IVU complicate e pro-
pare IVU. trarre il trattamento per 7-14 giorni.
I fattori che favoriscono lo sviluppo di IVU Per il trattamento empirico iniziale delle
Infezioni delle vie sono: IVU complicate, le ultime Linee Guida

urinarie • glicosuria (che facilita la proliferazione


batterica urinaria);
internazionali (NICE, Sanford e EAU) in-
dicano, tra le principali opzioni terapeu-
Le infezioni delle vie urinarie (IVU) rap- • immunodeficienza; tiche, il trattamento con i fluorochinoloni.
presentano una risposta infiammatoria • alterazione uroteliale (che favorisce l’a- Questa classe di antibiotici, oltre a pos-
dell’apparato uro-genitale all’invasione desione batterica); sedere un ampio spettro d’azione, com-
batterica. Nella popolazione diabetica il ri- • frequente disfunzione neurologica ve- prendendo la maggior parte dei patogeni
schio di contrarre un’infezione urinaria au- scicale. coinvolti, ha anche la capacità di raggiun-

13
UNANNOINSIEME

gere concentrazioni elevate sia urinarie


che tissutali. Solitamente, la durata di
Infezioni delle vie nei soggetti ricoverati, in genere dopo
almeno 2 giorni dal ricovero. Essa è soli-
trattamento suggerita dalle Linee Guida respiratorie tamente più grave della polmonite acqui-
è di 7-14 giorni a seconda del grado di sita in comunità, in quanto gli organismi
severità dell’infezione, anche se è prefe- L’aumento dei tassi di ospedalizzazione infettivi tendono ad essere più aggressivi
ribile, ove è opportuno, il periodo di som- della popolazione diabetica è spesso e più resistenti alla terapia antibiotica.
ministrazione di più breve durata. Infatti, causata delle infezioni del tratto respi- Inoltre, le condizioni dei pazienti ricove-
prolungare il periodo di somministrazione ratorio. Tali infezioni presentano eziolo- rati sono peggiori rispetto a quelle dei
di breve durata potrebbe comportare un gia batterica, virale e fungina. Numerosi soggetti che vivono in comunità; questo
fallimento terapeutico. studi di coorte hanno osservato come il impedisce loro di contrastare adeguata-
Un recente studio norvegese del 2020 ha diabete rappresenti un fattore di rischio mente l’infezione. L’incidenza è di 5-10
analizzato i dati provenienti dal registro per polmonite con un RR compreso tra casi su 1000 pazienti nei Paesi europei
nazionale di circa 700.000 prescrizioni 1,3 e 1,75. Uno studio di popolazione con un tasso di mortalità che va dal 30 al
farmaceutiche per sospette IVU in pa- caso-controllo condotto in Danimarca 50%.
zienti di sesso maschile (quindi IVU com- ha incluso circa 600 soggetti ospeda- I microorganismi responsabili di tali infe-
plicate), ed ha evidenziato come i fluoro- lizzati per la prima volta per batteriemia zioni differiscono nella popolazione dia-
chinoloni e la cefalexina erano associati a pneumococcica comunitaria tra il 1992 betica da quella non diabetica; infatti nei
tassi di switch di antibioticoterapia inferiori e il 2001. Lo studio ha evidenziato un diabetici gli agenti eziologici responsabili
rispetto alle classi di antibiotici raccoman- aumento di 1,5 volte del rischio per bat- sono da ascrivere a K. Pneumoniae, S.
date quali pivmecillinam, nitrofurantoina e teriemia pneumococcica in soggetti con Aureus, S. Pneumoniae e virus dell’in-
trimetoprim. diabete. La batteriemia pneumococcica fluenza. Nei diabetici, inoltre, si è osser-
Da questo studio emerge come sia im- è molto frequente nella polmonite pneu- vata la presenza di infezioni fungine da
portante effettuare una scelta terapeutica mococcica, ma la sua individuazione di- Mucorales, seguita da Aspergillus.
adeguata al fine di prevenire e/o ridurre il pende dalla tempestività di ricovero e dal È stato riscontrato, inoltre, che nei primi
fallimento terapeutico. timing dell’esame colturale. 4 giorni di ospedalizzazione gli agenti
Di conseguenza, una rapida ed efficace Le polmoniti acquisite in comunità (CAP) patogeni più presenti sono da ascriversi
risoluzione dell’IVU nel paziente diabe- nel paziente diabetico hanno, all’esordio, alle categorie di S. pneumoniae, Entero-
tico diventa fondamentale nell’evitare le quadri di maggiore gravità, ma la mortali- bacter, K. pneumoniae, Serratia, E. coli,
complicanze renali, come nel caso della tà tra i due gruppi in esame (soggetti con S. Aureus (meticillino-sensibile), Proteus e
pielonefrite, la cui incidenza è nettamente o senza diabete) non differisce in manie- Haemophilus infuenzae. Dal 5° giorno in
superiore tra i pazienti diabetici rispetto ai ra significativa. Lo spettro di patogeni poi, invece, sono presenti agenti patogeni
non diabetici. coinvolti è similare per le due popolazioni quali Acinetobacter spp, Staphylococcus
Infatti, come precedentemente riportato, con lo Pneumococco che rappresenta la aureus (MRSA), E. coli, L. pneumophi-
i pazienti diabetici presentano un rischio causa più frequente di questa condizio- la, Pseudomonas aeruginosa, K. pneu-
più elevato di infezioni gravi e complicate ne. moniae. Nei paesi europei e negli USA,
quali: ascessi renali, pielonefrite enfise- La diagnosi di CAP nel paziente diabeti- comunque, lo S. Aureus è il batterio più
matosa, necrosi papillare e sepsi. co non differisce in modo sostanziale da isolato associato alle polmoniti acquisite in
La pielonefrite enfisematosa, una grave quella del paziente non diabetico. Biso- ospedale.
e rara infezione necrotizzante del rene e gna considerare che nel paziente affetto Gli studi epidemiologici hanno evidenziato
dello spazio perirenale dovuta a batte- da polmoniti moderate o lievi gli accer- un’associazione tra diabete e sviluppo di
ri gasogeni, in cui la terapia antibiotica tamenti microbiologici non sempre sono tubercolosi. Una recente revisione siste-
sistemica spesso è poco efficace, è fre- necessari, ma lo diventano nel paziente matica di studi di coorte ha evidenziato
quente tra soggetti diabetici. Colpisce so- con polmonite severa, che necessita di un rischio di sviluppare tubercolosi di cir-
prattutto le donne e la presenza di diabe- ospedalizzazione. In questi soggetti è ca tre volte superiore in caso di diabete.
te mellito risulta essere il fattore di rischio sempre necessaria l’emocoltura. Viene L’aumento più significativo del rischio si
principale. Infatti, il 70-90% dei pazienti sempre indicata l’esecuzione degli anti- è osservato nei soggetti più giovani, nei
con pielonefrite enfisematosa sono diabe- geni urinari per Legionella pneumophila paesi ad elevata incidenza di tubercolosi
tici. La terapia empirica prevede l’utilizzo (i kit in commercio rilevano il sierogrup- e nella popolazione non nord-americana.
di antibiotici per 14 gg, quali ampicillina po 1) e, soprattutto, per Streptococcus Gli studi presenti in letteratura sottolineano
o fluorochinoloni come prima scelta così pneumoniae. la necessità di un approccio diagnosti-
come viene riportato dalla tabella 3. In caso di di polmoniti gravi, la legionellosi co-terapeutico aggressivo per il paziente
Le Linee Guida internazionali (EAU, San- può essere sospetta, specialmente dopo diabetico affetto da infezione tubercolare.
ford, NICE) indicano i fluorochinoloni, in recenti viaggi (trasmissione attraverso im- Uno studio giapponese del 1996 ha evi-
particolare la ciprofloxacina, come trat- pianti di condizionamento dell’aria). denziato come il 13,2% dei pazienti ospe-
tamento di prima linea per il trattamento La polmonite acquisita in ospedale (HAP) dalizzati per tubercolosi riportava diabete
della pielonefrite. è un’infezione polmonare che si sviluppa mellito.

14
LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

Trattamento antibiotico empirico


Tipo di infezione Patogeno Altri trattamenti
In prima linea Terapia alternativa

Infezioni cutanee e dei tessuti molli

Cellulite S. Aureus, S. Pyogenes, Nafcillina/flucloxacillina/ Cefazolina 1 g EV 8 h o N/A


meno comuni batteri dicloxacillina 1–2 g/EV clindamicina 600 mg EV
aerobi e anerobi Gram - 4–6 h 8 h o 300-450 mg
PO 8 h o vancomicina 1
g IV 12 h

Piede diabetico S. Aureus, S. Pyogenes, Lieve-moderato Cefalexina 500 mg PO 6 Revisione chirurgica,


aerobi Gram - incluso Di solito un regime orale h più metronidazolo 400 valutare la necessità
Pseudomonas aerugi- per le infezioni da Gram mg PO 8-12 h, di rivascolarizzazione,
nosa, anaerobi spesso + e i Gram -, ad es. fluorochinolone ad ampio debridement e prevenire
polimicrobici Amoxicillina clavulanato spettro o ciprofloxacina l’ischemia indotta da
875/125 mg PO 12 h o 500 mg PO 12 h pressione con dispositivi
ampicillina/sulbactam 3 più Clindamicina 600 mg plantari
g EV 6 h EV 8 h o 300-450 mg PO
8h

Grave Ciprofloxacina 750 mg N/A


Ticarcillina-clavulanato PO 12 h più clindamicina
3,0-0,1 g EV 6 h o pipera- 600 mg EV 8 h
cillina-tazobactam o lincomicina 600 mg EV
3,375 g EV 8 h o Mero/ 8 h. Aggiungere vanco-
imipenem-cilastatina 500 micina 1 g EV 12 h se
mg-1g 8/6 h MRSA isolato
Meropenem 1 g EV 8 h
più clindamicina 600 mg
EV 8 h o lincomicina
600 mg EV 8 h

Fascite S. Pyogenes o Meropenem 1 g EV 8 h Ampicillina-sulbactam La rimozione chirurgica


necrotizzante Clostridium spp. o più clindamicina 600 mg 1,5-3 g 6-8 h o del tessuto devitalizzato è
polimicrobico EV 8 h o lincomicina piperacillina-tazobactam la base del trattamento
600 mg EV 8 h 3,375 g 6-8 h, più
ciprofloxacina 400 mg
EV 12 h più clindamicina
600-900 mg EV 8 h

Polmonite S. Pneumoniae, M. Pneu- Lieve Fluorochinolone N/A


acquisita in moniae, C. Macrolide di ultima gene-
comunità Pneumoniae, Legionella razione o amoxicillina 1 g
spp., H. Influenzae, S. PO 8 h più doxiciclina
Aureus, K. Pneumoniae, 200 mg PO per la prima
M. Tuberculosis dose e poi 100 mg PO al
giorno

Moderata Fluorochinolone N/A


Un macrolide, un β-lat-
tamico (benzil penicillina
1,2 g
IV 6 h o ampicillina 1 g IV
6 h o cefotaxime/ceftria-
xone 1 g IV al giorno o
ampicillina-sulbactam)

15
UNANNOINSIEME

Grave Un beta-lattamico Il trattamento anti-pseu-


Ceftriaxone 1 g EV al gior- antipseudomonas più domonas dipenderà dai
no o cefotaxime 1 g EV 8 un macrolide di ultima fattori di rischio. I tassi
h più un macrolide o un generazione o un fluoro- di prevalenza locali di
fluorochinolone chinolone MRSA acquisiti in comu-
nità dovrebbero guidare
il trattamento empirico e
possono includere van-
comicina 1 g EV 12 h o
linezolid 600 mg EV 12 h

Infezioni delle vie urinarie

Batteriuria Vari, più frequentemente Nessun trattamento N/A N/A


asintomatica Enterobacteriaceae

Cistiti Enterobatteriace- Trattamento antibiotico Trimetoprim 300 mg o N/A


ae, Staphylococcus orale di 3 giorni sulla norfloxacina 400 mg PO
saprophyticus, Entero- base del pattern di sen- 12 h o ciprofloxacina 500
coccus spp., raramente sibilità antibiotica locale, mg PO 12 h
Candida spp. ad es. trimetoprim-sulfa-
metossazolo per via orale
giornalmente

Pielonefrite 14 giorni di trattamen- Ceftriaxone 1 g EV al gior- La pielonefrite enfisema-


to antibiotico orale/IV no o cefotaxime 1 g EV tosa è una complicanza
sulla base del pattern 8 h o ticarcillina clavula- rara ma grave
di sensibilità antibiotica nato 3,0–0,1 g EV 6 h o che richiede un intervento
locale. Ciprofloxacina piperacillina-tazobactam chirurgico precoce. Sono
500/400 mg PO/IV 12 h o 4,0–0,5 g EV 8 h raccomandate analisi di
ampicillina 2 g EV 6 h più microscopia e delle col-
gentamicina (vedere le tura delle urine post-trat-
linee guida locali sul do- tamento
saggio e il monitoraggio)
o ampicillina/sulbactam
1,5 g EV 6 h

Altre infezioni dei tessuti molli


Otite P. Aeruginosa Ciprofloxacina 400 mg Imipenem-cilistatina/ Nuova visita dall’
necrotizzante EV 12 h o ticarcillina- meropenem 1 g IV 6/8 h otorinolaringoiatra
esterna clavulanato 3,0-0,1 g
EV 6 h o cefepime 2 g EV
12 h o ceftazidime 2 g EV
8 h più gentamicina 4-6
mg/kg EV al giorno

Mucormicosi Funghi Mucor, Rhizopus, Amfotericina B 0,8-1,5 Amfotericina B a base Controllare la


rinocerebrale Absidia mg/kg EV al giorno di lipidi in caso di chetoacidosi diabetica
insufficienza renale o se presente. Indicato
posaconazolo 800 mg debridement chirurgico
PO al giorno in 2-4 dosi
divise

Tabella 3. Strategie terapeutiche delle più comuni infezioni batteriche nel diabete (Tratta da Akash MSH et al. 2020).

Le terapie per le polmoniti nella popola-


zione diabetica sono riportate nella ta-
Infezioni del sito (SSIs) e sembrerebbe che il rischio au-
menti con alti valori di glicemia superiori a
bella 3. Tra i farmaci da utilizzare vanno chirurgico 200 mg/dl. È pertanto essenziale mante-
ricordati i macrolidi, ceftriaxone e i fluoro- nere un buon controllo dei valori glicemici
chinoloni, come seconda scelta, in tutto lo L’iperglicemia postoperatoria nel pazien- pre-, intra- e postoperatori.
spettro di gravità della patologia da lieve te diabetico sembra essere fortemente È probabile che l’associazione tra il dia-
a severa. associata alle infezioni del sito chirurgico bete e le SSIs sia correlata all’effetto

16
LE INFEZIONI NEL PAZIENTE DIABETICO

dannoso dell’iperglicemia sulla chemio-


tassi, fagocitosi e aderenza dei granulo-
Osteomielite rare sono tipiche del paziente diabetico,
come la mucormicosi, l’otite esterna
citi all’endotelio. Il diabete mellito è stato enfisematosa maligna e la cellulite necrotizzante. No-
infatti associato anche ad outcome peg- nostante sia nota da tempo la maggior
giori con infezioni come batteriemie ed È una rara forma di osteomielite ema- predisposizione alle infezioni delle per-
endocarditi. togena caratterizzata dalla presenza di sone con diabete, confermata, anche,
Oltre che alle SSIs, l’iperglicemia sem- gas intraosseo, che coinvolge soprattutto dagli studi più recenti, le attuali Linee
bra essere associata ad altre infezioni le ossa dello scheletro extra-assiale (es. Guida internazionali non forniscono rac-
tipiche del paziente diabetico, in parti- pelvi, sacro e arti inferiori) o vertebrali. Tra comandazioni specifiche per ridurre la
colare quelle dovute a germi gasogeni, i fattori di rischio principali bisogna consi- prevalenza di infezioni nei soggetti con
dove gli elevati livelli di glucosio sem- derare, la presenza di comorbidità sotto- diabete.
brano creare un microambiente favo- stanti, in particolare il diabete mellito e le
revole per questo genere di microbi. neoplasie maligne. Può essere monomi- Che cosa fare?
Sono numerose le segnalazioni in let- crobica o polimicrobica ma nella maggior Sicuramente tenere sotto stretto con-
teratura di aumento di infezioni nel pe- parte dei casi vede il coinvolgimento di trollo il diabete (un buon controllo e una
ri-operatorio in diversi ambiti chirurgici, germi quali Enterobacteriaceae e Fuso- buona aderenza alla terapia riducono il
dall’ortopedia, alla chirurgia vascolare bacterium necrophorum. rischio di infezioni, rallentano l’evolversi
alla cardiochirurgia, con infezioni del- delle complicanze diabetiche e miglio-
lo sterno e a carico dei tessuti molli, nei Conclusioni rano lo stato di salute generale e la qua-
diabetici sottoposti ad interventi di car- lità di vita); inoltre, reagire in modo tem-
diochirurgia non controllati dal punto Il rischio infettivo è aumentato nelle per- pestivo al primo accenno di un’infezione
di vista metabolico. sone con diabete ed è particolarmente di qualsiasi tipo (come possono essere
L’iperglicemia peri-operatoria è associata elevato per infezioni tipiche come oste- le infezioni delle vie urinarie), non trascu-
con un aumento significativo delle infezio- omielite e pielonefrite (favorito dalla pre- rarla o considerarla banale ma adottare
ni dopo by-pass aorto-coronarico. senza di comorbidità). Alcune infezioni strategie tempestive ed efficaci.

17
UNANNOINSIEME

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20
QUESTIONARIO 27 CREDITI ECM

Questionario ECM

Per ottenere i crediti ECM il questionario dovrà essere


compilato direttamente online collegandosi al sito unannoinsieme.it
e dopo aver visionato i moduli formativi obbligatori

Il diabete mellito è un disordine: particolarmente suscettibili a:


• del metabolismo del glucosio • infezioni gravi delle vie respiratorie e urinarie
• del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi • infezioni cutanee e dei tessuti molli
• del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi con complicanze • infezioni del tratto ORL
croniche • tutte le risposte
• nessuna delle risposte
Diabete e iperglicemia:
Nell’arco di 10 anni (2000-2010), la prevalenza del diabete in • sono frequenti tra i pazienti che vanno incontro a sepsi
Italia: • non sono frequenti tra i pazienti che vanno incontro a sepsi
• è aumentata dallo 3,7% a 4,9% • sono maggiormente associate alle infezioni delle vie
• è rimasta stabile respiratorie
• si è ridotta • nessuna delle risposte
• nessuna delle risposte
Indicare quali tra questi rappresentano i fattori di prognosi
Le malattie cardiovascolari sono presenti all’insorgenza del negativi in presenza di sepsi:
diabete mellito tipo 2 nel: • ipoglicemia
• 50% dei casi • iperglicemia
• 88% dei casi • sia l’ipoglicemia che l’iperglicemia
• 18% dei casi • nessuna delle risposte
• 25% dei casi
Nel paziente diabetico, la glicemia è uno dei parametri vitali
I pazienti diabetici, rispetto ai non diabetici presentano: da monitorare assieme a:
• solo un tasso di ospedalizzazione per infezioni maggiore • procalcitonina
• un maggior numero d’infezioni che possono essere gestite • clearance dei lattati
tranquillamente a domicilio • temperatura corporea
• tassi di ospedalizzazione e di mortalità superiori per infezioni • tutte le risposte
• nessuna delle risposte
Dal punto di vista patogenetico nel diabetico sono presenti
Spesso l’esordio del diabete di tipo 2 avviene: alterazioni
• esclusivamente in concomitanza ad infezioni urinarie • dell’immunità cellulo-mediata
• esclusivamente in concomitanza a micosi genitale • della chemiotassi
• esclusivamente in concomitanza ad infezioni delle vie • dell’aderenza dei neutrofili all’endotelio vascolare
respiratorie • tutte le risposte
• in concomitanza ad infezioni urinarie, ad una micosi genitale o
ad una piorrea L’iperglicemia
• non rappresenta uno dei principali meccanismi patogenetici
Qual è il tasso di decessi per infezioni ascrivibile al d’infezione nel paziente diabetico
diabete? • favorisce la colonizzazione e la crescita, soprattutto a livello
• 12% epiteliale, di diversi microrganismi
• 6% • non provoca glicosuria
• 20% • nessuna delle risposte
• 18%
L’iperglicemia:
I diabetici in scarso controllo metabolico sono • determina a lungo andare lo sviluppo di complicanze, che

21
UNANNOINSIEME

interessano sia il microcircolo (danni a reni, occhi, sistema I disordini della risposta umorale e di quella mediata
nervoso) che il macrocircolo (cuore e grandi vasi) da linfociti T:
• determina a lungo andare lo sviluppo di complicanze che • rappresentano uno dei meccanismi associati all’aumento di
interessano solo il microcircolo suscettibilità alle infezioni nel paziente diabetico, secondari
• determina a lungo andare lo sviluppo di complicanze che all’iperglicemia cronica
interessano solo il macrocircolo • rappresentano l’unico meccanismo di maggior rischio infettivo
• nessuna delle risposte nel paziente diabetico
• sono tipiche del paziente diabetico ma non impattano sul
La neuropatia nel paziente diabetico: rischio infettivo
• aumenta l’incidenza delle infezioni • nessuna delle risposte
• è una complicanza di questa condizione
• può essere sia periferica che autonomica Lo sviluppo delle infezioni nel paziente diabetico:
• tutte le risposte • è associato ad un’alterazione del microcircolo e una ridotta
vascolarizzazione
Nei soggetti diabetici • è associato ad un’alterata funzionalità immunitaria
• è stato riscontrato una riduzione delle concentrazioni • può ostacolare l’azione dei processi infiammatori locali
plasmatiche della componente C4 del complemento • tutte le risposte
• non è stata riportata una riduzione della chemiotassi da parte
dei PMN Nel paziente diabetico, la variabilità glicemica:
• vi è una un’alterazione dell’aderenza a livello della parete • è associata ad una peggiore prognosi infettiva
endotelia da parte dei neutrofili • non incide sul peggioramento del quadro infettivo
• nessuna delle risposte • riflette le alterazioni qualitative del compenso glicemico
• nessuna delle risposte
Le malattie infettive nel paziente diabetico possono portare a
• coma La neuropatia motoria e autonomica:
• disturbi metabolici • favoriscono la stasi urinaria e si associano ad alterata motilità
• chetoacidosi gastrointestinale
• tutte le risposte • non favoriscono la stasi urinaria
• non sono associate a mobilità gastrointestinale alterata
Contestualmente all’aumento della HbA1c, nei pazienti • nessuna delle risposte
diabetici si osserva:
• una maggiore glicazione delle immunoglobuline Le infezioni dei soggetti diabetici sono associate a
• maggior deficit cognitivo • alterazioni della sola immunità innata
• livelli ridotti di trigliceridi • alterazioni sia dell’immunità innata che cellula-mediata
• nessuna delle risposte • alterazioni della sola immunità adattativa
• nessuna delle risposte
Nei polimorfonucleati (PMN) dei pazienti diabetici si
osserva: Uno studio olandese del 2005 ha dimostrato che le persone
• una riduzione della chemiotassi affette da diabete mellito:
• un aumento della chemiotassi • presentano un aumentato rischio di infezione solo delle vie
• nessuna alterazione della loro funzionalità respiratorie superiori
• nessuna delle risposte • presentano un aumentato rischio di infezione delle vie
respiratorie inferiori, delle vie urinarie, di quelle cutanee e delle
Il paziente diabetico, in particolare quello sottoposto a mucose
terapia insulinica: • presentano un ridotto rischio di infezioni
• presenta lo stesso tasso di infezioni rispetto ai non diabetici • muoiono di meno per infezioni delle vie urinarie
• rispetto ai non diabetici, risulta spesso colonizzato a livello
cutaneo e nasale da batteri come Staphylococcus Aureus Rispetto ai soggetti non diabetici, i diabetici presentano una
con una prevalenza maggiore di meticillino-resistenti maggiore possibilità di sviluppare:
• è più suscettibile ad infezioni Gram + rispetto ai non • polmoniti
diabetici • infezioni delle vie urinarie
• nessuna delle risposte • infezioni della pelle e dei tessuti molli

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QUESTIONARIO 27 CREDITI ECM

• tutte le risposte La pielonefrite enfisematosa:


• è una grave e rara infezione necrotizzante del rene e dello
La melioidosi è un’infezione causata da: spazio perirenale
• Burkholderia pseudomallei • colpisce soprattutto le donne
• E. coli • è presente tra i soggetti diabetici con un’incidenza del 70-
• Aspergillum 90%
• nessuna delle risposte • tutte le risposte

È stato dimostrato che la batteriuria asintomatica (ASB) nei L’osteomielite enfisematosa:


pazienti diabetici: • è di origine monomicrobica
• è 3-4 volte superiore rispetto ai non diabetici • è di origine polimicrobica
• presenta la stessa incidenza che si registra tra i non diabetici • può essere sia monomicrobica che polimicrobica
• incide soprattutto tra la popolazione maschile non-isulino • nessuna delle risposte
trattata
• nessuna delle risposte Le mucormicosi rientrano tra le infezioni:
• di batteri Gram –
La batteriuria asintomatica, di norma, non viene trattata ad • di batteri Gram +
eccezione • fungine
• delle donne in gravidanza • di batteri anaerobi
• di pazienti che devono andare incontro a operazioni
urologiche che prevedono sanguinamento della mucosa La mucormicosi rinocerebrale:
• di pazienti affetti da una condizione che rende l’infezione delle • viene riportata nel 50% dei casi dei pazienti diabetici
vie urinarie (IVU) particolarmente rischiosa • è una rara e opportunistica infezione invasiva
• tutte le risposte • è causata da funghi della classe degli Zigomiceti
• tutte le risposte
Nelle IVU, i fattori favorenti sono:
• glicosuria e immunodeficienza La classica TRIADE CLINICA della mucormicosi
• alterazione uroteliale rinocerebrale è costituita da:
• frequente disfunzione neurologica vescicale • oftalmoplegia, sinusite dei seni paranasali, proptosi unilaterale
• tutte le risposte con cellulite
• cefalea, proptosi, oftalmoplegia
Tra i pazienti in trattamento con SGLT-2i: • febbre, cefalea, dolori gastrointestinali
• vi è un aumento dell’incidenza di infezioni genitali • nessuna delle risposte
• vi è una ridotta incidenza di infezioni cutanee e dei tessuti
molli La neuropatia e l’angiopatia determinano:
• vi è un rischio minore di sviluppare IVU • un maggiore rischio di infezioni cutanee sia batteriche che
• nessuna delle risposte fungine
• un maggiore rischio di infezioni cutanee di origine
Rispetto ai non diabetici, la pielonefrite acuta tra i soggetti esclusivamente batterica
diabetici: • un maggiore rischio di infezioni delle vie urinarie
• è 4-5 volte più frequente • nessuna delle risposte
• presenta un coinvolgimento bilaterale più frequente
• è associata ad una maggiore frequenza di complicanze quali Staphylococcus Aureus è un batterio Gram positivo ed è il
ascessi renali o perinefrici, PN enfisematosa, necrosi papillare principale responsabile di:
• tutte le risposte • follicolite
• ascessi cutanei
Indicare quali tra queste rappresentano le IVU più severe • impetigine
maggiormente riportate tra i soggetti diabetici: • tutte le risposte
• pielonefrite enfisematosa
• cistite Nel paziente diabetico, lo Streptococco b-emolitico di
• otite esterna maligna gruppo A:
• uretrite • è responsabile di erisipela e cellulite

23
UNANNOINSIEME

• è il fattore scatenante candidasi Indicare tra queste la risposta corretta:


• è coinvolto nell’insorgenza di mucormicosi • i diabetici sono maggiormente soggetti a polmoniti nosocomiali
• nessuna delle risposte • il tasso di mortalità tra i pazienti diabetici affetti da polmoniti
nosocomiali è del 50%
Le infezioni cutanee locali, nel paziente diabetico: • le polmoniti nosocomiali spesso vengono trattate con
• possono essere causate anche dalla terapia insulinica ventilazione non invasiva e prevedono un approccio
• presentano la stessa incidenza rispetto ai non diabetici multidisciplinare
• sono tutte facili da trattare • tutte le risposte
• nessuna delle risposte
L’infezione del piede diabetico:
Tra le infezioni cutanee una a elevato rischio quod vitam • è la minaccia più grave per l’arto inferiore ed è la causa
per il paziente diabetico è: immediata di amputazione nel 25-50% dei casi
• l’impetigine • deve essere trattata in maniera aggressiva
• la follicolite • è un’infezione superficiale abitualmente causata da
• la fascite necrotizzante batteri Gram +, mentre le infezioni profonde sono spesso
• nessuna delle risposte polimicrobiche ed implicano batteri Gram – ed anaerobi
• tutte le risposte
La dermatofitosi cutanea e l’onicomicosi:
• sono caratterizzate da fissurazione della cute La gestione dell’infezione del piede diabetico necessita di un
• possono portare a infezioni batteriche secondarie come approccio multidisciplinare che prevede:
erisipela e cellulite • esame colturale dei tessuti profondi e dell’osso
• devono essere diagnosticate e trattate accuratamente • trattamento antibiotico
• tutte le risposte • cura meticolosa della lesione
• tutte le risposte
L’otite esterna maligna:
• colpisce principalmente pazienti anziani con diabete o Le persone con diabete sviluppano infezioni più spesso dei
pazienti immunodepressi non diabetici e il decorso stesso delle infezioni è anche più
• è causata nella maggior parte dei casi da Pseudomonas complicato:
Aeruginosa • falso
• è caratterizzata da otalgia severa e persistente con otorrea • vero solo per il diabete mellito tipo 1
purulenta • vero
• tutte le risposte • vero solo nei diabetici cardiopatici

Il trattamento antibiotico nell’otite esterna maligna: Nelle infezioni cutanee nel diabetico lo Streptococco
• è spesso a base di fluorochinoloni b-emolitico di gruppo A è responsabile di:
• non prevede un’associazione aminoglicoside/penicillina • erisipela e cellulite
• è esclusivamente topico • follicoliti, ascessi cutanei e impetigine
• nessuna delle risposte • solo infezioni del piede
• sia di erisipela e cellulite che di follicoliti, ascessi cutanei e
Tra i fattori di rischio per l’osteomielite non ematogena, impetigine
oltre al diabete ritroviamo:
• l’ipertensione Nelle otiti, la scelta dell’antibiotico:
• la psoriasi • non si discosta dai criteri generali che orientano tanto la terapia
• anche la malattia vascolare periferica antibiotica empirica quanto la profilassi peri-operatoria
• nessuna delle risposte • deve essere fatta solo sulla base dell’antibiogramma
• necessita sempre del consulto dell’infettivologo
I pazienti diabetici, presentano un rischio di sviluppare • viene fatta sempre in urgenza
turbecolosi:
• di 3 volte superiore rispetto ai non diabetici Le infezioni delle vie urinarie (IVU) non rappresentano
• di 1,5 volte superiore rispetto ai non diabetici una risposta infiammatoria dell’apparato uro-genitale
• paragonabile rispetto ai non diabetici all’invasione batterica
• nessuna delle risposte • vero

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QUESTIONARIO 27 CREDITI ECM

• falso indicano, tra le principali opzioni terapeutiche:


• vero solo nei bambini • solo la terapia endovenosa
• vero solo negli anziani • solo la terapia intramuscolare
• il trattamento con i fluorochinoloni
Nell’otite esterna maligna il cardine della terapia • nessuna delle risposte
antibiotica è rappresentato da:
• molecole con elevata attività intrinseca verso La durata di trattamento suggerita dalle Linee Guida nelle
Pseudomonas ed altri Enterobatteri IVU è di:
• molecole attive contro il Mycobacterium Tubercolosis • 1 mese
• molecole attive verso la Klebsiella • 7-14 giorni
• nessuna delle risposte • 17 giorni
• nessuna delle risposte
La scelta dell’antibiotico in caso di sinusite batterica
acuta o di otite media acuta dovrà cadere su molecole: Uno studio pubblicato su NEJM del 2006 ha evidenziato un
• che agiscono anche su miceti rischio aumentato di alterazioni della glicemia (sia iper che
• con spettro di azione relativamente ampio ipoglicemia) nei pazienti diabetici:
• che non sono nefrotossiche • in trattamento con alcune molecole appartenenti alla classe
• somministrate sempre per via orale dei fluorochinoloni
• in trattamento con macrolidi
Si definiscono complicated skin soft-tissue infection • in trattamento con alcune molecole appartenenti alla classe
(cSSTI), le infezioni di cute e tessuti molli che dei fluorochinoloni e macrolidi
presentano: • nessuna delle risposte
• coinvolgimento profondo (derma profondo-ipoderma)
• necessità di un drenaggio chirurgico Tale effetto però si mostra diverso nella categoria dei
• presenza di segni di SIRS fluorochinoloni con:
• tutte le risposte • una significativa ma più debole associazione tra ipoglicemia e
levofloxacina
Le cavità nasali, il rinofaringe e le cavità pneumatizzate • nessuna associazione con la levofloxacina
dei seni para-nasali • una debole associazione solo con la moxifloxacina
• sono normalmente colonizzati da flora batterica residente • nessuna delle risposte
• possono essere colonizzati anche da germi acquisiti
dall’ambiente esterno Nello stesso studio pubblicato su NEJM del 2006:
• spesso sono colonizzati tramite droplets • non è riscontrato un aumento del rischio di ipoglicemia dopo
• tutte le risposte trattamento con ciprofloxacina o moxifloxacina
• il rischio di ipoglicemia si aveva solo nei pazienti
Nella popolazione diabetica il rischio di contrarre immunodepressi
un’infezione urinaria: • l’ipoglicemia si verificava solo con le formulazioni endovenose
• è più basso della popolazione non diabetica • tutte le risposte
• è più alto nelle donne con età inferiore ai 25 anni
• aumenta moltissimo a causa della presenza in tale Sempre lo studio pubblicato su NEJM del 2006 ha mostrato:
patologia di anomalie metaboliche • un aumento del rischio di iperglicemia nei pazienti in
• nessuna delle risposte trattamento con gatifloxacina rispetto ai macrolidi
• nessun rischio aumentato di iperglicemia con qualsiasi altro
Le infezioni del tratto urinario si verificano più fluorochinolone, eccetto gatifloxacina, rispetto ai macrolidi
frequentemente: • nessun rischio aumentato di iperglicemia con cefalosporine di
• nelle donne soprattutto diabetiche (3-4 volte più frequenti) seconda generazione rispetto ai macrolidi
• nelle persone anziane, ricoverate • tutte le risposte
• nelle portatrici di catetere
• tutte le risposte Un recente studio norvegese del 2020 ha analizzato i
dati provenienti dal registro nazionale su prescrizioni
Per il trattamento empirico iniziale di IVU complicate, le farmaceutiche per sospette IVU, ed ha evidenziato come:
recenti linee guida internazionali (NICE, Sanford e EAU) • i fluorochinoloni e la cefalexina erano associati a tassi di switch

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UNANNOINSIEME

di antibioticoterapia inferiori rispetto alle altre categorie di • tutte le risposte


antibiotici
• i fluorochinoloni presentavano maggiori tassi di switch di Pielonefrite enfisematosa:
antibioticoterapia rispetto alle cefalosporine • è una grave e rara infezione necrotizzante del rene e dello
• la cefalosporina di terza generazione mostravano tassi di spazio perirenale dovuta a batteri gasogeni
switch più bassi rispetto agli altri antibiotici • colpisce soprattutto le donne e il diabete mellito risulta essere
• nessuna delle risposte il fattore di rischio principale, presente dal 70 al 90% dei
pazienti
Un recente studio pubblicato nel febbraio 2021 ha • prevede come terapia empirica l’utilizzo di antibiotici per 14
evidenziato come tra i fluorochinoloni: gg e i fluorochinoloni sono indicati tra le molecole di prima
• la levofloxacina sembra solo prolungare l’intervallo QT di 4 scelta
volte nei diabetici rispetto alla ciprofloxacina • tutte le risposte
• la levofloxacina sembra solo prolungare l’intervallo QT di 1,5
volte nei non diabetici rispetto alla ciprofloxacina Nel piede diabetico:
• la levofloxacina, rispetto alla ciprofloxacina, sembra • la diagnosi eziologica si basa solo sul prelievo profondo,
prolungare l’intervallo QT di 4 volte nei diabetici e di 1,5 volte effettuato prima di iniziare qualsiasi terapia antibiotica, di
nei non diabetici tessuto infetto
• nessuna delle risposte • la diagnosi necessita sempre di una biopsia ossea nel caso
di osteomielite, o attraverso curettage della ferita, previa
Tale effetto di un maggiore prolungamento dell’intervallo adeguata pulizia della ferita stessa
QT significativo di levofloxacina rispetto a ciprofloxacina, • la diagnosi eziologica si basa sul prelievo profondo, effettuato
tra i pazienti diabetici lo si riscontra già dopo: prima di iniziare qualsiasi terapia antibiotica, di tessuto
• 72 h dall’inizio della terapia infetto e a volte necessita di una biopsia ossea nel caso
• 72 h dall’interruzione della terapia di osteomielite, o attraverso curettage della ferita, previa
• 24 h dall’inizio della terapia adeguata pulizia della ferita stessa
• nessuna delle risposte • nessuna delle risposte

Rispetto alla ciprofloxacina, la levofloxacina: In caso di osteomielite la durata del trattamento varia:
• sembra avere un effetto iperglicemizzante maggiore solo nei • da 1-3 settimane in presenza residua di tessuti molli (no osso)
pazienti non diabetici • dalle 4-6 settimane in presenza di revisione estesa con residui
• riporta lo stesso effetto iperglicemizzante tra la popolazione ossei
diabetica • oltre i 3 mesi se in opzione chirurgica
• sembra avere un effetto iperglicemizzante maggiore sia nei • tutte le risposte
soggetti diabetici che non diabetici
• nessuna delle risposte Nel trattamento dell’otite esterna maligna:
• i fluorochinoloni per via venosa a dosaggio elevato
Tra le donne che soffrono di ≥ 3 infezioni delle vie urinarie/ permettono di ottenere una risposta favorevole nel 90% dei
anno, sono raccomandate alcune misure comportamentali, casi, grazie anche all’ottima penetrazione nelle strutture
come: ossee
• aumentare l’assunzione di liquidi • non è utile associare una Penicillina anti Pseudomonas
• evitare di ritardare la minzione • sono utili gli antibiotici topici
• utilizzare fermenti lattici • nessuna delle risposte

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NOTE

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Come ottenere i crediti ECM
Il corso FAD è fruibile sul sito www.unannoinsieme.it.
Una volta visionati i moduli formativi il discente, per ricevere i crediti ECM,
dovrà compilare i questionari di valutazione e gradimento direttamente sul sito
e scaricare poi l’attestato ECM.

Per eventuali informazioni contattare Axenso, il provider ECM, al n. 02 36692 890


Progetto realizzato con il
contributo non condizionante di
88406192

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