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DOCIMOLOGIA

Termine introdotto nel 1922 da Henri Piéron,


indica l’insieme degli studi destinati alla critica e al miglioramento delle votazioni scolastiche (tutte le
discipline).
• Il language testing applica i principi docimologici all’educazione linguistica.

PRINCIPI BASE:
1. rilevazione quanto più accurata ed oggettiva dei dati e dei fatti osservabili attraverso i test;
2. ricorso a procedure statistiche per l’analisi e l’interpretazione dei dati quantitativi.

Aspetti più salienti della problematica docimologia possono essere così riassunti:
• l’esigenza di una formazione specifica degli esaminatori e degli insegnanti in quanto chiamati ad
esprimere giudizi e dare voti
• Un coordinamento delle attività docimologiche allo scopo di evitare il più possibile che si giunga ad
esprimere giudizi difformi in situazioni analogiche
• L’importanza di procedure che riducono la soggettività dell’ esaminatore anche in presenza di prove
complesse x loro natura

Valutazione:
• confronto dell’evidenza raccolta con un progetto
• Interpretazione degli esiti delle verifiche

Tipi di valutazione:
• Diagnostica —> Con la valutazione iniziale il docente verifica quali sono i livelli di partenza degli alunni.
Questo può essere realizzato attraverso dei test àpreparati allo scopo, cosiddetti test d’ingresso.
• Formativa —> È quel tipo di valutazione, che deve essere possibilmente frequente e mirata ad una
singola unità di apprendimento, che ha come scopo primario quello di contribuire alla sua crescita, umana
e intellettuale.
• Sommativa —> detta spesso anche finale, non può per ciò essere intesa come una resa dei conti, ma
deve essere intesa come una verifica non solo dell’operato del discente, ma anche del docente, che, si
spera, sia stato in grado di condurre gli studenti al raggiungimento di quegli obiettivi che sono stati posti
all’inizio della programmazione annuale.
Be

Dal COMMON EUROPEAN FRAMEWORK OF REFERENCE FOR LANGUAGES (CEFR)

VERIFICA
• È un accertamento puntale delle conoscenze, abilità, competenze
• È un processo CONOSCITIVO e non interpretativo
• Tutto può essere sottoposto a verifica

DIFFERENZE VERIFICA/ VALUTAZIONE


Sono due momenti distinti:
1. la rilevazione e la misurazione degli apprendimenti (VERIFICA)
2. l'osservazione e la registrazione del processo di sviluppo formativo personale del discente
(VALUTAZIONE) che tiene sicuramente conto dei risultati ottenuti nelle prove di verifica, ma non solo di
essi.
TEST DI LINGUA
Strumento di misurazione avente come obiettivo:
Sollecitare un campione di performance, un comportamento linguistico —> fornire ciò una misura che funga
da indicatore della competenza

IL TESTING
• Verifica: tappa del processo valutativo che permette di raccogliere dati ed informazioni qualitative e
quantitative che danno indicazioni x formulare giudizi e prendere decisioni
• Misurazione: ci dà la possibilità di calcolare quando e quale parte della materia è stata appresa rispetto
ad un determinato strumento di misura. La docimologia tende a sostituire strumenti di misura e valutazioni
comparative ai giudizi soggettivi
• Valutazione: processo complesso in cui i risultati raccolti attraverso le prove di verifica vengono
interpretati alla luce di una serie di elementi generali
• Test: "batteria di test", cioè una serie di prove che costituiscono un unico blocco
• Prova: ogni singola parte in cui il test si divide
• Item: le singole articolazioni di una prova soggettiva
• Quesito: qualsiasi stimolo teso a far assumere un comportamento (risposta)
• Tasks: compito specifico del test il cui fine è quello di far emergere determinate abilità linguistiche

CLASSIFICAZIONE DEI TEST SECONDO L’AMPIEZZA DEL CAMPO COGNITIVO SU CUI VERTE LA
VERIFICA
• fattoriali a punti discreti: misurano un solo fattore (articoli, preposizioni, tempi verbali)
• Di abilità: misurano più fattori ed elementi all’interno di una abilità (es. test di comprensione della lettura)
• Integrati: misurano in modo complessivo il possesso di un certo ambito di conoscenze o competenze,
richiedono compiti nei quali entrano in gioco più abilità e conoscenze come prendere appunti, riassumere,
dettato
• Pragmatici: richiedono di svolgere i compiti pratici come il saper interagire in una situazione

CLASSIFICAZIONE DEI TEST IN RELAZIONE ALLO SCOPO


• di livello (di piazzamento, d’ingresso)
• Intermedi: si usano per misurare l’apprendimento in itinere per ottenere informazioni necessarie al
controllo della progressione didattica
• Di padronanza: si usano per misurare il grado di autonomia nell’utilizzare conoscenze e competenze di
tipo globale

CLASSIFICAZIONE DI TEST IN BASE ALL’ATTRIBUZIONE DEI PUNTEGGI


• a criterio: sono quelli il cui raggiungimento del livello di sufficienza esprime una sufficiente padronanza di
un argomento o competenza in un determinato ambito
• a norma: l’accettabilità delle prestazioni dipende dalle prestazioni dell’intero gruppo a cui viene sottoposto
il test

ESAMI DI CERTIFICAZIONE LINGUISTICA


• slegati da programmi didattici specifici: rientrano nel settore dei test di competenza —> mirano a
scattare la foto della competenza
• Prove standardizzate aventi duplice finalità:
1. Sollecitare una performance
2. Assegnare alla stessa dei valori
• basati sulla rigorosa descrizione degli obiettivi di apprendimento per i vari livelli del QCER, delle abilità, dei
metodi , dei criteri di valutazione
• somministrati contemporaneamente in tutto il mondo, prova scritta alla stessa ora

• PERFORMANCE= prestazione
• ABILITÀ = sapere +fare = competenza + prestazione
• VALUTAZIONE= processo globale costituito dalla raccolta di informazioni attraverso procedure di verifica
che portano alla sommatoria di più misurazioni
• MISURAZIONE= processo che porta a legare i concetti astratti (abilità ) ad indicatori empirici (risposte
candidati ) attraverso compimento di inferenze (processo logico induttivo, da particolare a universale )

3 concetti fondamentali:
• validità
• Affidabilità
• Praticabilità

VALIDITÀ
La validità di una prova indica la capacità di valutare ciò che ci si era proposti di valutare e non altro .

AFFIDABILITÀ
L’affidabilità è un concetto relativo alla stabilità dei risultati sia all’interno della medesima prova sia
attraverso somministrazioni successive —> una prova è tanto più affidabile quanto più garantisce risultati
oggettivi, ripetibili e dunque attendibili
AFFIDABILITÀ —> OGGETTIVITÀ —> EQUITÀ

PRATICABILITÀ
È relativa agli aspetti pratici e organizzativi
• sia in fase di progettazione
• Sia in fase di somministrazione

Dobbiamo dunque creare uno strumento di valutazione affidabile e valido che permette al docente di
vedere i successi degli studenti e che mette in luce i loro punti di forza e punti deboli

FAIRNESS IN LANGUAGE TESTING


Garantire equità nell’opportunità di apprendimento.
Questo test poggia su due principi:
• principio di giustizia: stessi risultati per persone con stesse abilità
• Principio di beneficio: il testo dovrebbe portare beneficio all’intera società

CLASSIFICAZIONE DELLE PROVE IN RELAZIONE AL TIPO DI SOLLECITAZIONE


• stimolo chiuso e risposta chiusa —> sono tutte prove oggettive, il punteggio viene determinato prima
della somministrazione, il documento deve registrare l’adeguatezza o non delle risposte
• Stimolo chiuso e risposte aperte —> dette anche "semistrutturate". Lo stimolo chiuso permette una
chiara determinazione dei quesiti e dei criteri di accettabilità
• Stimolo aperto e risposta chiusa —> poco usati, il docente propone degli argomenti, li sviluppa e
permette all’allievo di completare le sue affermazioni o esprimere accordo
• Stimolo aperto e risposte aperte —> lo stimolo lascia margini di libertà interpretativa e libertà di
risposta, il classico tema con soggettività di giudizio

Prove oggettive o soggettive?


• prove di produzione orale e scritta: per queste prove quelle oggettive sono di difficile progettazione in
quanto non si può tener conto della creatività e della imprevedibilità della comunicazione. Si consigliano le
prove semistrutturate
• Prove per la comprensione orale e scritta: sono da preferire le prove oggettive, in particolare per quella
scritta, si evitano eventuali errori ortografici o l’influenza della grafia che producono l’effetto alone (le
prestazioni negative precedenti influiscono anche su quelle successive ) e l’effetto stereotipia (l’opinione
che l’insegnante si fa di un allievo e scarsamente alterabile e la valutazione tende a risentirne)
GRIGLIA DI RIFERIMENTO X LA VALUTAZIONE DELLA PRODUZIONE SCRITTA

Per ogni competenza definire il punteggio e definire il minimo dei punti che si deve ottenere affinché la
prestazione sia considerata accettabile il massimo dei punti ottenibile

• preparare una griglia in cui si prevede l’isolamento e la valutazione separata dei diversi aspetti della
produzione
• Definire quale aspetto di prioritaria importanza nella prova in quel momento della programmazione e del
processo di apprendimento
• Assegnare a ciascun aspetto un punteggio massimo
• Tener conto della distribuzione normale del punteggio: si ha quando i punti ottenuti dagli alunni si
addensano verso i punteggi medi con poche presenze nei punteggi troppo alti o bassi

LE RUBRICHE
Sono documenti che articolano le aspettative per un lavoro e che esplicitano i criteri, ciò che si valuta con un
punteggio, descrivendo i livelli di qualità (da eccellente a mediocre).
Le rubriche possono insegnare mentre valutano.
Se vengono usate come parte dello strumento formativo e centrato sul discente, le rubriche hanno il
potenziale di aiutarlo a sviluppare sia la comprensione sia le abilità.
LE CERTIFICAZIONI

QUALI CONTENUTI TEORICO- PRATICI?


• L’interazione in classe
• Il parlato del docente
• La conoscenza esplicita della lingua italiana
• La progettazione di percorsi didattici

• INTERAZIONI SIMMETRICHE: le conversazioni si svolgono tra pari, ovvero i partecipanti all’interazione


hanno parità di diritti. Esempio: in un incontro tra amici, tutti possono esprimere la loro opinione
• INTERAZIONI ASIMMETRICHE: le conversazioni non si svolgono tra pari ma il potere è diviso in maniera
diseguale tra i parlanti. Esempio: in un tribunale il giudice assegna e toglie la parola

L’interazione in classe è asimmetrica e il docente è il regista poiché:


• controlla ordina e regola lo sviluppo nello scambio comunicativo
• Apre e chiude l’interazione
• Attribuisce il diritto di parola o lo toglie
• Influenza tutto ciò che verrà detto in seguito
• Controlla i temi e gli argomenti della situazione comunicativa
• Giudica se i comportamenti dei partecipanti sono consoni al loro ruolo

MODELLI DI LEZIONE:
• a stella: monologo del docente con presa di parola non libera da parte dei discendenti
• A reticolo: interazione conducente interno al gruppo con presa di parola libera
• A isolotti: interazione con docente esterno ai gruppi

IL PARLATO DEL DOCENTE


Nel framework convenzionale della lezione ricorrono alcune strategie comunicative (turni, pause, feedback,
inserzioni, espressioni per interrompere ecc.)
In particolare, il docente dimostra il suo potere anche attraverso la gestione del parlato:
• occupa nel parlato più tempo della controparte più debole;
• produce turni più lunghi;
• fa un numero maggiore di domande;
• apre e chiude l'interazione;
• introduce cambiamenti di tema;
• utilizza due tipiche interazioni pedagogiche: la "domanda di esibizione" (cioè una domanda che non vuole
riempire in realtà un vuoto di informazioni ma solo verificare la correttezza della risposta) e la
"tripletta" (domanda del docente – risposta dello studente – giudizio del docente sulla risposta).
L'input linguistico del docente è una variabile legata al contesto in cui avviene l'apprendimento guidato.
Secondo Bettoni (2001), nonostante l'innegabile asimmetria dei ruoli fra docente e studenti, è possibile
favorire la partecipazione degli allievi all'interazione, promuovendo in questo modo lo sviluppo della loro
interlingua: è infatti in un discorso a "struttura verticale", in cui l'enunciato si costruisce nell'arco di più
"mosse linguistiche", permettendo all'allievo di creare, in collaborazione con il docente, un terreno da cui
pescare i "blocchi di lingua" (o "routines") che potrà riutilizzare subito o in altri contesti.
Mettendo in relazione la comprensibilità dell'input con le sue modifiche orientate all'interlocutore e il
grado di interazione docente/studente, è stata elaborata una scala con valori crescenti di comprensibilità:
– input non-modificato e non-interattivo;
– input modificato e non-interattivo;
– input non-modificato e interattivo;
– input modificato e interattivo.

Il foreigner-talk, cioè la lingua con cui i nativi si rivolgono agli stranieri può considerarsi una varietà
diafasica, determinata dall'interlocutore e con caratteristiche comuni a ogni lingua. Questo input, più o meno
consapevolmente "modificato", presenta:
• un eloquio più enfatico;
• l'utilizzo di un vocabolario di base (cfr. De Mauro, 1994);
• l'utilizzo di frasi dalla struttura sintattica più trasparente (tema/rema);
• la tendenza a privilegiare concetti basilari rispetto a quelli maggiormente articolati e complessi.

Il teacher-talk del docente di lingua straniera accentua queste due opposte tendenze e si differenzia dal
foreigner-talk del parlante comune soprattutto nella misura in cui:
• non è mai sgrammaticato;
• risulta meno grossolanamente calibrato sulle reali competenze degli ascoltatori;
• utilizza strategie e strumenti pedagogici (immagini, grafici, audiovisivi).

INDICATORI FATICI
spiegazione
• atti di verifica : per verificare la comprensione degli studenti (va bene? Hai capito ? Ok ?)
• Atti di incitamento: per incoraggiare e stimolare gli apprendenti (dai, così)
• Atti di valutazione: per confermare le risposte (ok, va bene, certo), per segnalare la mancata
comprensione degli apprendenti o un dubbio (no, c’è qualcosa che non va)
• Atti di inquadramento: per richiamare l’attenzione degli apprendenti con riferimento alla temporalità (ora,
adesso) e allo spazio (qui, lì, questo, quello)
• Atti di raccordo: per collegare quanto detto a momenti precedenti dell’interazione (l’abbiamo già trovato,
abbiamo fatto, ve lo ricordate?)

INGREDIENTI X UNA BUONA GESTIONE DELLA CLASSE

• DISPOSIZIONE DELLA CLASSE A U

MOTIVAZIONI: maggiori condivisione e confronto tra gli studenti e


• CREARE UNA ROUTINE

Tecnica del cerchio


Obiettivi:
• ripasso
• Esprimere le proprie idee
• Attivare conoscenze
• Rielaborare
• Parlare a turno
• Ascoltare

Il libro di classe
Lettura da parte dell’insegnante
Obiettivi:
• stimolare la fantasia
• Allenare l’ascolto
• Arricchire il linguaggio
• Rilassare
• Riconoscere vari tipi di testo

Gli incarichi
Obiettivi:
• creare una routine di inizio settimana
• Responsabilizzare
• Rispettare i turni
• Accrescere l’autostima

Il canto
Obiettivi:
• attivare
• Creare relazioni positive
• Rilassare, dettare i tempi
• Educare al ritmo
• Esercitare la memoria

Pillole di intercultura
Dare la possibilità all’alunno nuovo arrivato di raccontarsi
Obiettivi:
• ampliare il lessico
• Promuovere l’ascolto e la conoscenza di nuove culture
• Favorire la socializzazione, integrazione e rispetto per l’altro
• Accrescere l’autostima
• Gratificare

Momento cinema
Visione di una parte di un film o cartone animato scelto dall’insegnante (15 -30 minuti )
Obiettivi:
• ampliare il lessico
• Promuovere l’ascolto
• Rilassare
• Creare relazioni positive
• Educare attraverso i contenuti multimediali
• Dare nuove opportunità formative

Uso di canali percettivi diversi

E
I compagni come risorsa

1. Attività in piccolo gruppo:

• lavoro di coppia
• Lavoro in piccolo gruppo (massimo quattro alunni)
• Peer tutoring
• Gruppi di livello per favorire gli alunni con difficoltà valorizzando le loro potenzialità

2. Classi aperte:

prevede un momento della lezione durante il quale si organizzano gruppi misti di confronto e di lavoro anche
per eventuali laboratori manipolativo-espressivi in vicinanza di:
• Festività e ricorrenze
• Recupero e potenziamento
• Confronto su esperienze vissute

Obiettivi per gli alunni:


• creare relazioni positive
• Condividere materiali didattici
• Stimolare la collaborazione e l’aiuto reciproco
• Favorire la socializzazione

Obiettivi per gli insegnanti:


• condividere una progettazione
• Condividere la valutazione sugli alunni
• Favorire il confronto di diversi punti di vista sulla classe

3. Il cooperative Learning:

Si suggerisce di usare i criteri diversi per garantire l’eterogeneità nei gruppi, ponendo attenzione agli alunni
con difficoltà e attribuendo loro un ruolo e un compito appropriato alle loro competenze. È utile creare dei
gruppi per livelli di competenza

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