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Tipologie di prove
Gli studi condotti nell’ambito della valutazione in campo educativo hanno determinato la
nascita di una vera e propria scienza: la docimologia, che studia i mezzi atti a rendere
oggettivamente valida ed attendibile qualunque pratica valutativa. In particolare alcuni studiosi
hanno formulato soluzioni oggettive ( prove vero-falso, corrispondenze, completamenti, con
risposte a scelta multipla), mettendo in evidenza il pericolo della valutazione fondata
sull’interrogazione, sugli esami e sull’attribuzione dei voti, e descrivendo gli effetti di tipo
<<alone>>che influiscono sulla valutazione.
Le prove soggettive e quelle oggettive rappresentano i due poli opposti di un’ampia gamma di
strumenti da poter utilizzare. Alla quasi totale destrutturazione delle prime corrisponde la
rigida strutturazione degli stimoli e delle risposte delle prove oggettive.
Una prova è soggettiva se l’alunno costruisce la risposta; è oggettiva se richiede la scelta della
risposta fra un certo numero di possibilità già formulate. Quest’ultima consente di adottare una
modalità univoca di interpretazione della risposta e permette di effettuare un confronto tra le
conoscenze possedute da due o più allievi o da più gruppi di allievi; essa garantisce, inoltre, un
risparmio di “tempo educativo” sia nella somministrazione delle verifiche sia nella correzione.
E’ necessario, però, tener conto anche dei limiti di queste prove: con esse non è possibile
risalire al processo intellettuale messo in atto, in quanto una risposta esatta può presupporre un
ragionamento sbagliato.
Per impostare una valutazione educativa su basi scientifiche occorrono strumenti il più possibile
obiettivi.
• una prova è da ritenersi valida se i risultati che con essa si registrano sono congruenti con gli
obiettivi che con il suo impiego si vogliono controllare;
• è attendibile se è costante nel fornire i medesimi dati ad esaminatori diversi o ad uno stesso
esaminatore in tempi diversi.
Il dlgs 62\2017 sulla valutazione degli studenti raccoglie in un unico dispositivo le norme
vigenti in materia di valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni nonché
quelle relative alla certificazione delle competenze acquisite, i cui indirizzi generali e specifici
sono rinvenibili nel Testo Unico sull’istruzione, DL.vo n. 297/94, nella Legge n. 53/2003 e nel
DL.vo n.59/2004, oltre che nel Regolamento dell’Autonomia scolastica, DPR n. 275/99, e nella
Legge n.169/2008.
Sono declinati i principi che informano tutti i provvedimenti normativi di questi ultimi anni,
quali:
• la centralità dell’alunno e del suo itinerario di apprendimento finalizzato alla formazione del
cittadino;
• l’integrazione di tutti gli alunni;
• l’opportunità di un percorso formativo continuo, contrassegnato da verifiche periodiche e
sistematiche atte ad individuare le potenzialità e le carenze di ogni studente con il fine di
migliorare i livelli di apprendimento e raggiungere il successo formativo.
L’azione orientativa della certificazione si realizza nella misura in cui la certificazione stessa
viene declinata in termini di competenze acquisite e permette al soggetto di compiere scelte
formative o lavorative successive coerenti con il suo bagaglio culturale e professionale,
premessa necessaria seppur non sufficiente, per un inserimento connotato da successo nel
sistema dell’istruzione e formazione o del lavoro.