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Trovate qui di seguito 3 esempi di domande: una domanda a risposta aperta e due domande a
risposta chiusa. Per quanto riguarda la domanda a risposta aperta vi propongo un esempio di buona
risposta e un esempio di risposta con diverse criticità così che possiate confrontarle.
Buona risposta:
“La prima fase di risoluzione di un problema proposta da Polya è quella che riguarda la
comprensione del problema, in particolare qui gli allievi sono chiamati a leggere attentamente il
testo del problema, e ad analizzarlo per comprendere la situazione problematica e i relativi dati
esposti. Durante questa prima fase vi possono essere varie difficoltà, le quali sono strettamente
correlate alla comprensione del problema. Infatti, il solutore potrebbe non conoscere il lessico
presente nel testo o interpretarlo in maniera errata; si pensi per esempio al termine “differenza”
inteso come il risultato della sottrazione, in questo caso il bambino potrebbe intendere il termine
come sinonimo di “diversità” (polisemia di significati). Inoltre il testo potrebbe rappresentare una
situazione sconosciuta e mai vissuta dal bambino, perciò in tal caso non sarebbe in grado di
effettuare le giuste inferenze logico-causali per comprendere il problema. Ovvero la conoscenza
enciclopedica e le sceneggiature comuni presenti nel bambino potrebbero ostacolare questa prima
fase della risoluzione di un problema.
La seconda fase riguarda la pianificazione, essa consiste nell’attivare comportamenti strategici e le
conoscenze personali per scegliere le regole, gli algoritmi e la strategia da mettere in atto per la
risoluzione della situazione problematica. In questa fase i bambini potrebbero riscontrare
frustrazione in quanto non riescono immediatamente a trovare l’approccio risolutivo più adeguato.
Tuttavia, la difficoltà più grande legata a questa fase riguarda il fatto che i bambini, detti “cattivi
solutori” non la effettuano passando subito a un’esplorazione per tentativi non ragionata e che
difficilmente porta alla risoluzione del problema.
La terza fase riguarda la realizzazione del piano strutturato precedentemente, dunque i bambini
risolvono l’algoritmo o utilizzano la regola; in breve, i dati del problema vengono utilizzati con
l’obiettivo di ottenere un “risultato matematico” (inteso nel senso ampio del ciclo della
matematizzazione). Durante questa penultima fase proposta da Polya i bambini riscontrano
difficoltà strettamente correlate alla matematica e al suo utilizzo: per esempio difficoltà nella
risoluzione di un’operazione numerica o nell’applicazione di una formula geometrica.
Per concludere, l’ultima fase riguarda la valutazione, in breve i bambini interpretano e valutano il
risultato ottenuto dall’applicazione della regola con lo scopo di comprendere se quest’ultimo è
pertinente nel contesto reale del problema. Durante questa fase gli allievi non sempre riflettono in
modo critico e trascrivono il risultato ottenuto senza valutare se effettivamente è verosimile. Questo
atteggiamento riguarda una delle tante clausole del contratto didattico (contratto mai firmato che
regola i rapporti tra docente e allievi e che influisce sull’insegnamento e apprendimento), ovvero
quella della delega formale. Una volta trovato il risultato l’allievo disimpegna le facoltà logiche e
razionali: non mette in discussione la sua pianificazione (fase 2), la sua applicazione della regola
(fase 3) o la sua comprensione della situazione problematica (fase 1).”
a) Fra i problemi impossibili si trovano quelli in cui vi è incoerenza logica fra testo e domanda.
b) Utilizzare problemi impossibili nella pratica didattica è sconsigliabile perché rischia di
confondere gli allievi.
c) I problemi con dati sovrabbondanti sono da evitare in quanto non è chiara quale strategia
risolutiva gli allievi debbano utilizzare.
d) Un problema per essere tale deve necessariamente avere un testo lungo e articolato.
Immagina che oggi sia il 24 marzo e che fra 18 giorni, da oggi non compreso, Samuele partirà
dall’aeroporto di Zurigo per una vacanza in Cina. Qual è la data scritta sul suo biglietto aereo
Zurigo-Pechino?
a) L’allievo mostra un atteggiamento riconducibile ad una delle clausole del contratto didattico,
chiamata delega formale.
b) Dal protocollo non emerge alcuna difficoltà dell’allievo a gestire il processo all’interno della
fase utilizzare del ciclo della matematizzazione.
c) Emerge una difficoltà dell’allievo a gestire il processo all’interno della fase interpretare del
ciclo della matematizzazione.
d) La risposta fornita dall’allievo mostra un chiaro esempio di atteggiamento riconducibile
all’effetto «età del capitano» nel contesto del contratto didattico.