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Il TESTO – ANALISI e COMPRENSIONE

ESERCIZI

 1 – RIORDINO – TESTI
Ripristinare l’ordine logico del testo scrivendo il numero progressivo opportuno accanto ad ogni
passo.

L’Ecomuseo come opportunità di incontro con il turista

Premessa

……….La sola parola “museo” evoca nella maggior parte delle persone quantomeno
un’associazione con la parola “turista”. Sebbene un museo non sia ad esclusiva destinazione del
turista, è innegabile che la maggior parte dei musei sia innanzitutto visitata da turisti, ovvero da
persone che, disponendo di tempo libero, colgono, durante la permanenza in un luogo diverso da
quello abituale, l’opportunità di una visita e di incontro con le testimonianze che vi sono contenute.

……….La presenza del turista su quel territorio, se è discreta e se è rispettosa dell’identità del
luogo (cioè, se è responsabile), può altresì portare benefici non solo economici, ma anche in termini
di stimoli e di sollecitazioni a far sì che quelle testimonianze siano sempre meglio conservate e
valorizzate e a quelle esistenti se ne aggiungano altre, innescando un processo di approfondimento e
di salvaguardia dell’identità culturale di un luogo.

……….Il turismo, dunque, è qualcosa che viene dopo, non indispensabile all’esistenza e allo
sviluppo di un ecomuseo; se inteso come “turismo di massa”, assimilabile a quelle forme invasive
che conosciamo nelle grandi destinazioni turistiche, sarebbe inoltre certamente dannoso.

………A nostro avviso, è in questa prospettiva che si colloca il rapporto tra ecomusei e turismo ed è
su questi e altri aspetti che ci soffermeremo nei punti a seguire. La realtà ecomuseale italiana è
ancora agli inizi del proprio rapporto con il turismo (quanti turisti sanno cos’è un ecomuseo?) e
distorsioni negative ancora non se ne vedono. È importante allora affrontare correttamente il
rapporto fin dall’inizio.

……….Se l’ecomuseo è espressione del patrimonio culturale di un territorio, non si può tuttavia
impedire che le testimonianze di tale patrimonio vengano incontrate e conosciute anche da chi è
estraneo a quel territorio; anzi è certamente auspicabile, poiché è l’occasione per tutti di conoscere
una realtà conosciuta a pochi, per capire, per ammirare, per entrare in rapporto con una realtà di un
tempo e di un luogo diverso dal proprio.

……….Nel caso dell’ecomuseo il rapporto tra il patrimonio culturale e il visitatore è decisamente


più labile. Come sottolinea ripetutamene Hugues de Varine, l’ecomuseo non nasce per essere
visitato dal turista, ma come opportunità per la comunità locale di preservare il proprio patrimonio
culturale e, attraverso questo processo, di riprendere coscienza della propria identità.

(Testo tratto e adattato da MACCHIAVELLI A., L’Ecomuseo come opportunità di incontro col turista, in GRASSENI C.(a cura di),
2010, Ecomuseologie. Pratiche e interpretazioni del patrimonio locale, Guaraldi, Rimini: 121-122)

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2 – SCELTA NUCLEI INFORMATIVI – TESTI
Selezionare sei frasi tra le dodici proposte che sintetizzino correttamente le informazioni principali
del testo di cui è stato ripristinato l’ordine logico nell’esercizio n.1.
Per individuare le sei frasi principali corrette escludere le informazioni secondarie, false o
approssimative rispetto al contenuto originale. Se sono presenti versioni differenti della stessa
informazione, scegliere la più precisa.

1. Secondo l’autore, la rappresentazione mentale del concetto di museo è in genere


connessa all’immagine del turista, poiché il museo è principalmente una meta di tipo
turistico.
2. Nell’affermare che i musei sono visitati in prevalenza dai turisti, l’autore condanna la
scarsa partecipazione dei membri di una comunità alla vita culturale del proprio
territorio.
3. La presenza del turista in una località diversa dalla propria e la sua disponibilità di
tempo lo inducono a visitare i musei presenti in tale località.
4. Prerogative dell’ecomuseo sono la tutela e la promozione della ricchezza culturale di
una determinata area e della popolazione che la abita.
5. Nascendo da esigenze di affermazione della cultura e dell’identità della comunità di
cui è espressione, l’ecomuseo guarda solo in un secondo momento al fattore turismo.
6. Il “turismo di massa” è dannoso per l’ecomuseo, poiché la presenza di molte persone
su un territorio rischia di distruggerne l’equilibrio naturale.
7. L’autore ritiene che la fruizione dell’ecomuseo non debba essere appannaggio
esclusivo della comunità che rappresenta, ma che anzi debba costituire uno spazio di
incontro e scambio con realtà diverse.
8. Il ruolo del turismo nello sviluppo dell’istituzione ecomuseale non è giocato molto sul
piano delle risorse economiche, bensì sul piano dell’innovazione che i turisti, in
quanto portavoce di visioni esterne, possono promuovere nei luoghi che visitano.
9. Il turismo non invasivo è una componente centrale dell’ecomuseo, poiché arreca
vantaggi economici e, provenendo dall’esterno, apporta nuove idee volte allo sviluppo
dell’ecomuseo stesso.
10. Essendo l’ecomuseo una realtà nuova nel panorama culturale italiano, è possibile
secondo l’autore impostare un connubio sano tra realtà ecomuseale e turismo.
11. L’Italia è, secondo l’autore, in una posizione di arretratezza nel settore turistico,
poiché non ancora ben consapevole dell’esistenza e delle potenzialità della realtà
ecomuseale.
12. A detta dell’autore, oggigiorno in Italia sono ancora pochi i turisti che conoscono la
nozione di ecomuseo.

 3 – RIORDINO – TEST!
Ripristinare l’ordine logico del testo scrivendo il numero progressivo opportuno accanto ad ogni
passo

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Premessa

L’approccio alla lingua italiana non può prescindere da una conoscenza, sia pure modesta, dei
complessi ritmi di accrescimento del suo lessico, che attraverso i secoli ha conosciuto fasi
successive di arricchimento, sia in senso positivo che negativo, o, se volgiamo, più latamente
evolutivo.

Questo manualetto, che non ha la pretesa di rispondere a tutte le domande e di fugare qualsiasi
dubbio, è pertanto strutturato in modo da evidenziare, all’interno di un’agile sintesi storica dei
passaggi dal latino all’italiano, la presenza nel nostro lessico di parole accolte dal latino e dal greco.

Ci è perciò sembrato interessante proporre, a quanti si accingono a intraprenderne lo studio, uno


strumento elementare di conoscenza che, presentando i principali fenomeni fonetico-morfologici e
lessicali, renda conto in qualche maniera di come la lingua sia giunta sino a noi.

Ciò permette di parlare di penetrazione, per così dire, forzata, rispetto alla precedente
importazione, mascherata in quanto manipolata e più difficilmente riconoscibile ad occhio nudo.

Oltre a ciò, si offrono elenchi ragionati di parole che documentato l’infiltrazione dei barbarismi
(parole provenienti da lingue diverse da latino e greco). Se ne presenta una selezione sufficiente a
far capire che la lingua italiana – come qualsiasi altra che non sia chiusa e relegata in un ristretto
abito geografico di area isoalta – è stata, ed è tuttora, soggetta a flussi di incremento lessicale, per
un processo che non si è mai interrotto, anche se ha conosciuto momenti di stasi; e che tale
incremento è ancora in corso – in maniera differenziata rispetto al passato, ma non certo
quantitativamente inferiore o poco rilevante.

La diversificazione del fenomeno sta nel fatto che in passato i barbarismi penetravano nell’italiano
attraverso forme di adattamento alla grafia storica della lingua, mentre oggi essi penetrano e si
attestano nell’uso come importazione diretta di parole straniere, sigle, acronimi nella loro forma
originaria e per lo più senza adattamenti grafici.

(Testo tratto e adattato da BIANCHINI C., 1998, Italiano straniero. Piccolo repertorio storico dei barbarismi e dei
significati che mutano nella lingua italiana, Edizioni Guerra: 11-12)

 4 – SCELTA NUCLEI INFORMATIVI – TEST!


Selezionare sei frasi tra le dodici proposte che sintetizzino correttamente le informazioni principali
del testo di cui è stato ripristinato l’ordine logico nell’esercizio n.3.
Per individuare le sei frasi principali corrette escludere le informazioni secondarie, false o
approssimative rispetto al contenuto originale. Se sono presenti versioni differenti della stessa
informazione, scegliere la più precisa.

1. L'avvicinarsi allo studio della lingua italiana necessita di


conoscenze relative al suo sviluppo lessicale.
2. L'arricchimento lessicale dell'italiano nel tempo è stato a volte
positivo a volte negativo.
3. Se vogliamo conoscere l'italiano dobbiamo studiare il suo lessico.
4. Il volume si propone di spiegare come storicamente siamo arrivati
all'italiano odierno.
3
5. Il volume qui introdotto si occupa dei maggiori fenomeni fonetico- morfologici e lessicali
coinvolti nello sviluppo storico dal latino all'italiano.

4
6. Il volume qui introdotto contiene una selezione di termini di origine greco-latina e di
barbarismi penetrati nell'italiano.
7. Il volume mostra che i flussi di incremento lessicale sono sino ad oggi sempre continuati,
seppur con intensità diverse.
8. I flussi di incremento lessicale sono tipici del contatto linguistico in aree ampie ma isolate.
9. L'incremento lessicale attuale non è inferiore né irrilevante, bensì differente rispetto al passato.
10. L'incremento lessicale attuale (benché differente rispetto al passato) è fenomeno rilevante.
11. Oggi la penetrazione di lessemi nell'italiano è per lo più forzata, ovvero priva degli adattamenti
grafici tipici del passato.
12. In passato la penetrazione di lessemi nell'italiano era sempre mascherata, ovvero con
adattamenti che manipolavano la forma grafica originaria rendendola meno riconoscibile.

5 - RIORDINO -TESTI -

Ripristinare l’ordine logico del testo scrivendo il numero progressivo opportuno accanto ad ogni
passo.
La prima parte è già data

La ricerca qualitativa tra formazione e lavoro.


(adattato da Fabio Dovigo, Etnopedagogia. Viaggiare nella formazione, Franco Angeli)

1.1 Amare e lavorare


1 Il passaggio dallo studio al lavoro rappresenta molto spesso nella vita delle persone
un’esperienza di trasformazione. È un momento cruciale, un «rito di passaggio»,
una fase di riorientamento sovente radicale, che dà luogo a profondi cambiamenti (a volte a
vere e proprie metamorfosi).
6 Tra i ragazzi e le ragazze intervistate nel corso della ricerca, solo uno non aveva mai avuto
esperienze lavorative durante gli studi. Per la stragrande maggioranza la novità non era dunque
rappresentata dal lavoro, quanto dalla prospettiva dell’indipendenza dalla famiglia,
dell’autonomia, del cominciare a «fare da soli».
4 In un ipotetico range continuità-rottura, i ragazzi che ho intervistato si collocano
ovviamente su posizioni diverse ma comunque intermedie, e quasi mai in prossimità di
uno o dell’altro estremo. Possiamo dunque essere d’accordo con Freud sull’opinione che
«amare e lavorare» costituiscano, ancora oggi, gli elementi essenziali di realizzazione nella
transizione
all’età matura.
3 In realtà, come spesso accade, ad un esame più ravvicinato la domanda sembra perdere
buona parte del suo significato: l’ingresso nel mondo del lavoro mostra infatti di
svolgersi tanto secondo principi di continuità (che non significa linearità), quanto attraverso
esperienze di rottura, di «salto» rispetto alla realtà precedente.
2 Buona parte del dibattito tradizionale intorno a questo tema si è speso
sull’interrogativo se il passaggio al lavoro - con i suoi significati connessi di accesso
all’età adulta, e alle questioni di autonomia/responsabilità - possa essere interpretato
come elemento di continuità o piuttosto di stacco rispetto alle esperienze precedenti.
5 Il problema è, com’è noto, che tale transizione si è fortemente allungata per quanto
riguarda il lavoro (ma ho il sospetto che lo stesso valga anche per l’amore). I suoi contorni sono
andati via via, per così dire, sfumando e il passaggio scuola lavoro, pur continuando ad
esistere, oggi risulta diluito in un arco di tempo spesso molto ampio.
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6 – PARAGRAFATURA – TESTI
Leggere il testo e per ciascuno degli spazi vuoti indicare con una barra trasversale / se in quel punto
è necessario iniziare un nuovo paragrafo e, quindi, andare a capo oppure scrivere NO in caso
contrario.
ATTENZIONE: è necessario andare a capo tre volte.

Dal testo all’ipertesto. Ogni testo è iper-

Il prefisso “iper-”, ispirato agli spazi geometrici, vuole indicare una dimensione multipla
rispetto alla classica linearità dove, per chi scrive come per chi legge, il percorso è unico,
dall’inizio alla fine. Sulla nozione di ipertesto son stati scritti interi volumi (e
ipertesti) specialmente negli anni ’80, ma le opinioni divergono vistosamente: i più
tradizionalisti tra gli intellettuali sostengono che l’ipertesto sia la rovina della scrittura,
che poi la multimedialità finirà per completare. Il testo fatto a pezzi viene sentito come
una rottura drammatica con un’intera e nobile tradizione culturale. Al contrario, qui
vorremmo sostenere che l’ipertesto è profondamente all’interno della tradizione della
cultura scritta, anche quando le sue caratteristiche appaiono assai diverse da quelle del
libro e che semmai questa “internità” è il suo vero limite. La rottura, se avviene e
quando avviene, si situa più in là. Più avanti è il punto di crisi e questo andrebbe visto e
affrontato con lucidità. La stessa definizione di ipertesto coinvolge diversi piani. A
livello logico un ipertesto è fatto di molti pezzi (o nodi) tra i quali vengono stabiliti dei
percorsi (rami o link). In sostanza è l’analogo di una rete. Che i nodi siano fissi o dinamici,
stabiliti una volta per tutte dall’autore oppure modificabili dal lettore qui non importa.
Così come non interessa se il contenuto di un singolo nodo […] sia puramente testuale o
fatto anche di immagini e suoni. Quello che conta dal punto di vista concettuale è
che i materiali siano organizzati per unità relativamente autonome, ognuna dotata di una
coerenza e però collegate l’una all’altra secondo qualche criterio. A livello pratico va
aggiunto l’apporto dell’informatica. È solo grazie all’elaboratore elettronico che i legami
diventano immediatamente attivabili dal lettore.

F. Carlini, Lo stile del Web, Einaudi, 1999

[Esercizio tratto e adattato da GATTA F., PUGLIESE R., 2002, Manuale di scrittura. Dalla lettera
alla relazione scientifica, Bononia University Press, Bologna]

7 – PARAGRAFATURA – TESTI
Leggere il testo e per ciascuno degli spazi vuoti indicare con una barra trasversale / se in quel punto
è necessario iniziare un nuovo paragrafo e, quindi, andare a capo oppure scrivere NO in caso
contrario.
ATTENZIONE: è necessario andare a capo tre volte.

La dimensione picaresca nel Rinascimento inglese

Il tema del viaggio, antico quanto l’Odissea e diffusissimo in tutte le culture, diviene nei
secoli XVII e XVIII oggetto di uno specifico interesse letterario. Il genere picaresco (dallo
spagnolo pícaro ‘briccone’), narrando le vicende di un furfante in giro per il mondo, incarna
infatti, meglio di ogni altro, lo spirito di avventura e il pragmatismo dell’epoca.-_____ Il
«viaggio» era quindi profondamente mutato in due secoli: da pellegrinaggio medievale,
cioè da percorso religioso legato ad una idealità trascendente, si stava

6
progressivamente trasformando in
«avventura» marinara e mercantile_____ Diari di bordo e appunti di viaggio preparano,
già nel Cinquecento, il terreno da cui poi nasceranno le figure di esploratori e i
colonizzatori emblematicamente sintetizzati nel famosissimo personaggio di Robinson
Crusoe dell’autore inglese Daniel Defoe. Il romanzo realista registra con vero acume e con
un progressivo coinvolgimento l’incontro con culture diverse e l’appropriazione di nuove
terre e sancisce così la conquista di queste terre in termini non esclusivamente «fisici»,
ma anche economici e simbolici. I resoconti delle imprese marinare e mercantili rendono
manifesta la dimensione utilitaristica del viaggio, e ciò spiega la crescente rilevanza di
questo tema proprio nel momento in cui la letteratura stessa cessa di essere un sapere
astratto o disinteressato e di essere edificante nel senso devozionale del termine (implicando
invece una morale borghese). _____ Se già nei Racconti di Canterbury i pellegrini non
erano più propriamente dei santi, e guardavano alla terra forse più che al cielo, la
tendenza alla laicizzazione del viaggio si rafforza sempre più nei testi della «prima
modernità» del Rinascimento inglese, ossia dell’inizio del 1600. ____Proprio in questo
periodo, gli avventurieri arrivano a soppiantare i pellegrini nel ruolo di protagonisti del
racconto, anche se fanno eccezione alcune ibride figure dei devoti avventurieri
che raggiungono l’America. A livello di costruzione del personaggio, assistiamo al
passaggio dalla figura del santo a quella del mascalzone, e dalla figura del pellegrino a
quella del criminale intraprendente. Il fenomeno è particolarmente evidente, oltre che nel
romanzo picaresco, anche nel filone della cosiddetta «Rogue Literature», ossia in quella
letteratura, spesso anonima, che vede come protagonisti e/o narratori avventurieri, pirati,
ladri e delinquenti, insomma tutta una serie di personaggi «emergenti» dal sottobosco
sociale.

(Testo tratto e adattato da LOCATELLI A., 1997, Il doppio e il picaresco – Un caso paradigmatico nel
rinascimento inglese con L’ameno racconto di Meum and Tuum di Henry Peacham JR, Jaca Book,
Milano: 12-13)

 8 – GIUDIZI DI ACCETTABILITÀ – TESTI


Per ciascuna delle frasi seguenti, dire se la formulazione della frase sia accettabile (dal punto di
vista della correttezza grammaticale) nel contesto di un discorso formale scritto. Per le frasi non
accettabili, correggere l’errore grammaticale ed esplicitare di che tipo di errore si tratta.

1. La critica ha messo in rilievo un nuovo legame tra Romanticismo ed Illuminismo, cessando


di considerare il primo come una reazione irrazionale al secondo.
2. All’inizio del 1800 lo sviluppo e l’enfatizzazione dell’idea di un’arte e di una
letteratura romantica avviene in concomitanza con complessi cambiamenti di ordine
storico e sociale.
3. Prometeo rappresenta l’ansia di appropriarsi dell’onnipotenza divina, nonché l’audacia e
l’arroganza di chi non rispetta le regole.
4. È necessaria la presenza di un interlocutore interessato ad ascoltarci, perché abbia
senso l’azione stessa del parlare.
7
5. La distinzione di Wackenroder tra linguaggio verbale e linguaggio musicale una visione
romantica della musica intesa come medium attraverso cui si manifesta l’Assoluto.
6. È opportuno osservare come all’interno delle diverse tipologie di turismo, oltre a quello
“eno‐ gastronomico”, il cibo e le bevande una funzione di caratterizzazione dell’identità di
una determinata regione.
7. Il rischio dei libri di testo è la tendenza condensare le informazioni tecnico‐scientifiche
senza rinunciare a nulla, seguendo il principio pubblicitario di offrire “di tutto, di
più”.
8. Normalmente ognuna delle lingue che compongono un repertorio linguistico è, a sua
volta, costituita da un insieme di varietà.
9. La maggior parte delle sequenze di un film narrativo si chiama “scena”, termine di
derivazione teatrale indicante le distinte fasi dell’azione che accadono in una
determinata unità spazio‐ temporale.
10. Oggigiorno, in molti mercati la marca rappresenta il vero capitale su cui le relazioni di
fiducia con i consumatori, ma anche la risorsa meno imitabile dalla concorrenza.
11. Uno studio effettuato su un centinaio di società ha dimostrato che sono maggiori i casi
in cui il comportamento aggressivo è sollecitato nel maschio piuttosto che nella
femmina.
12. Poiché l’immagine che un luogo dà di sé è fondamentale, essa viene di solito
sapientemente costruita e sfruttata in modo tale che quel luogo entrare nel circuito
turistico contemporaneo.

 9. GIUDIZI DI ACCETTABILITÀ – TESTI


Per ciascuna delle frasi seguenti, dire se la formulazione della frase sia accettabile (dal punto di
vista della correttezza grammaticale) nel contesto di un discorso formale scritto. Per le frasi non
accettabili, correggere l’errore grammaticale ed esplicitare di che tipo di errore si tratta.

1. Per quanto riguarda l’Italia, una piccola e significativa percentuale di emigranti, in prevalenza
braccianti, partivano dalle regioni meridionali verso quelle settentrionali.
2. L’autore sostiene che sia nell’intellettuale sia nel comune spettatore c’è la convinzione di una
subordinazione del film al romanzo.
3. In Italia, i disoccupati, che a volte provenivano anche dal sud, erano attirati prevalentemente in
Lombardia, Veneto e Piemonte, che offrivano lavoro soprattutto nell’edilizia.
4. Emblematico fu il caso della donna di colore Rosa Parks, la quale fu arrestata per essersi
rifiutata di cedere ad un bianco il proprio posto sull’autobus.
5. Per quanto riguarda l’Italia, una piccola e significativa percentuale di emigranti, in prevalenza
braccianti, partivano dalle regioni meridionali verso quelle settentrionali.
6. L’autore sostiene che sia nell’intellettuale sia nel comune spettatore c’è la convinzione di una
subordinazione del film al romanzo.
7. In Italia, i disoccupati, che a volte provenivano anche dal sud, erano attirati prevalentemente in
Lombardia, Veneto e Piemonte, che offrivano lavoro soprattutto nell’edilizia.
8. Emblematico fu il caso della donna di colore Rosa Parks, la quale fu arrestata per essersi

8
rifiutata di cedere ad un bianco il proprio posto sull’autobus.
9. Negli Stati Uniti del dopoguerra, la questione dei neri rappresentava un problema in cui lo
stesso governo americano non era in grado di gestire.
10. L’autore sottolinea come molti registi abbiano cercato di essere i più fedeli possibile al testo
originale e di fare dei film una vera e propria rappresentazione visiva del libro.
11. Il mito dell’avventura del genere Western ha cambiato scenario, trasferendosi in racconti di
violenza urbana, ambientata in città che divengono nell’immaginario filmico terra di frontiera
esse stesse.
12. Queste proteste diedero l’avvio di lotte pacifiste per i diritti civili negli anni Sessanta, sotto la
guida del pastore battista Martin Luther King.
13. Non è da sottovalutare, tra le ragioni che favorirono la buona accoglienza nel mondo
anglosassone della religione cristiana, il fatto che essa costituiva un elemento di prestigio
nell’ambito politico germanico.
14. Motivi di attrito furono da una parte il non riconoscimento dell’autorità di Roma da parte dei
missionari irlandesi e dall’altra l’insofferenza della Chiesa di Roma di alcuni atteggiamenti del
monachesimo irlandese.

 10 – COESIONE - TESTI
Completare il testo scegliendo, tra le opzioni proposte, quella più adeguata.

Storia e pensiero economico

Il rapporto fra storia e teoria economica è stato dibattuto a più riprese. Lo è stato soprattutto
con riguardo (1) alle / sulle / delle / per le ricadute che la teoria può avere per la storia
economica. Il nesso inverso che va dalla storia alla teoria è stato meno approfondito. Le
riflessioni che pure sono state proposte hanno più spesso assunto i tratti generalissimi
dell’epistemologia.
In questo libro le implicazioni della storia per la teoria vengono ricercate, per dir così, sul
piano empirico. Si fa perno su nove insigni economisti del passato – Quesnay, Smith,
Ricardo, Marx, Marshall, Pantaleoni, Schumpeter, Keynes e Sraffa – per accertare se nel loro
pensiero teorico (2) sarebbe / sia / è / fu ravvisabile una dimensione, in qualche senso,
«storica». Ci si chiede se un’attenzione per la storia abbia (3) influenzato / influito /
giocato / pesato sul contributo
analitico di questi protagonisti dell’economia politica. (4) La medesima / Identica / La
stessa / Uguale domanda – come, con quali risultati, abbiano avuto presente la storia – è stata
direttamente
(5) rivolta / fatta / inoltrata / richiesta a tre fra i principali economisti teorici
contemporanei: Milton Friedman, Luigi Pasinetti, Paul Samuelson.
L’accertamento, (6) bensì / quindi / inoltre / infatti, è stato condotto sul pensiero vivo
dei grandi economisti, sul merito del loro (7) apporto / ausilio / sostegno / servizio alla
teoria economica. È risultato che la storia, economica ma non solo, ha reso alla teoria molteplici
servigi. L’ha alimentata, posta in discussione, corroborata per più vie.
Il senso di queste pagine introduttive è di inquadrare gli esiti dei saggi raccolti nel libro;
desumere (8) dai saggi / da essi / dai quali / da ciò inferenze più generali; sottolineare
che l’integrazione con la storia può aiutare la teoria economica a evitare le secche in cui
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oggi rischia di arenarsi.

(Testo tratto e adattato da CIOCCA P., 2003, Clio, nella teoria economica, in CIOCCA P. (a cura di), Le vie nella
storia dell’economia, Il Mulino, Bologna: 9)

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 11–COESIONE – TESTI
Completare il testo scegliendo, tra le opzioni proposte, quella più adeguata.

Il difficile inizio della lingua volgare in Italia

Il primo grande capolavoro in volgare, la Commedia dantesca, irrompe sulla scena linguistica e
culturale italiana in un momento nel quale il mondo della scrittura è ancora dominato dal latino, che
continua a essere la lingua europea della comunicazione elevata, alimentando fra l’altro un
vastissimo bacino di pratiche letterarie. A (1) questa / quella / una / tale supremazia non sono in
grado di (2) opporsi / far fronte / mettersi contro / contrastare – nell’Italia politicamente
frammentata dell’età comunale – idiomi locali alla ricerca di una propria identità e di un ruolo che
vada oltre quello di un semplice strumento pratico per la comunicazione quotidiana in aree
circoscritte. (3) Originato / Elaborato / Inventato / Nato con efficacia da personalità isolate o
attive all’interno di più ampi filoni e centri di produzione scrittoria in volgare, qualche dialetto
riesce ad assurgere (4) in / a / con / per dignità letteraria, primo fra tutti il siciliano illustre della
scuola poetica fiorita negli ambienti della corte di Federico II di Svevia. Ma si tratta per lo più di
fenomeni episodici ed effimeri, di laboratori dispersi di cultura volgare che non hanno la capacità di
fondare una vasta e solida tradizione, anche perché la loro diffusione non supera i confini di (5)
esigue / piccole / minuscole / minimali cerchie di intellettuali. Alla persistente vitalità della cultura
latina si aggiunge poi il largo impiego che in Italia si fa, lungo tutto il Duecento, di altri volgari
romanzi (6) forniti / provvisti / muniti / dotati già di prestigio letterario, come il francese antico e
il provenzale: basti ricordare (7) che / perché / quando / come la redazione originale del libro più
universalmente noto di tutta la letteratura italiana del secolo, il Milione di Marco Polo, fu scritta
appunto in francese antico. È a partire da questa temperie storica, tendenzialmente poco favorevole
alla formazione di una cultura volgare unitaria, che il magistero dantesco contribuisce a cambiare
per sempre (8) il corso / la traiettoria / il percorso / la parabola della lingua e della letteratura
italiana.

(Testo tratto e adattato da TRIFONE P., 2007, Malalingua. L’italiano scorretto da Dante a oggi, Il Mulino,
Bologna: 15)

12 –COESIONE – TESTI
Completare il testo scegliendo, tra le opzioni proposte, quella più adeguata.

Il termine “Romanticismo”

Esiste il “Romanticismo”? Questo termine (1) rimanda / suggerisce / porta / reca l’idea suggestiva di
un’uniformità tematica e stilistica del romantico e serve a fornire un orientamento; ma, nella sua (2)
pluralità / quantità / mole / abbondanza di significati, esso costituisce piuttosto uno dei nodi
problematici inerenti (3) coll’ / dall’ / all’ / l’ indagine sul Romanticismo. Da un lato il termine
Romanticismo è così polivalente da non consentirne una definizione precisa, dall’altro esso aveva un
senso programmatico per molti autori che, duecento anni fa, e anche dopo, lo utilizzarono per (4)
redigere / esplicitare / stilare / argomentare la propria posizione estetica. Ai fondamenti teorici del
Romanticismo (5) risalgono / appartengono / alludono / fan parte tuttavia anche testi in cui questa
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stessa espressione non compare, e che però possono essere letti – o furono letti – come scritti
programmatici del Romanticismo. (6) Controversa / Incerta / Dubbia / Discutibile è anche
l’identificazione degli autori romantici. Ad esempio, Goethe e Schiller vengono (7) ascritti / contati /
annoverati / posti, al di fuori della Germania, fra gli autori romantici, mentre in ambito tedesco sono
considerati come rappresentanti del Classicismo tedesco, e per lo più contrapposti ai romantici.
Contemporanei dei romantici sono autori importanti come Jean Paul, Friedrich Hölderlin e Heinrich von
Kleist, collocabili solo con riserva tra gli autori del Romanticismo, comunque (8) lo / ciò / quello /
esso si voglia intendere.
(Testo tratto e adattato da SCHMITZ‐EMANS M., 2008, Introduzione alla letteratura del Romanticismo tedesco,
CLUEB, Bologna: 11)

13 - COESIONE – TESTI
Scegliere la parola/espressione più appropriata al contesto.
L’Italia fascista e l’Italia reale.

Ogni regime totalitario tende necessariamente a cercare di crearsi una propria ideologia. A
fornirne una al fascismo ci provò il filosofo Giovanni Gentile, senza dubbio il più (1.) a.
autoritario
b. autorevole c. potente d. attendibile e il più brillante degli intellettuali fascisti. Egli era
stato, tra l’altro, nella sua qualità di ministro della Pubblica Istruzione, l’autore di una
riforma della scuola con la quale si era cercato di introdurre nell’insegnamento i criteri
della pedagogia idealista, ma che si era in pratica risolta nella riaffermazione del (2.) a.
prius b. predominio c. primato d. e. preminenza delle discipline umanistiche e della
delimitazione classista della scuola italiana.
Nella voce “fascismo” dell’Enciclopedia italiana (un’altra delle maggiori e più serie
realizzazioni culturali del regime) egli definì il fascismo “uno stile” più che un corpo di
dottrine o, per adoperare il suo linguaggio di filosofo idealista, un atto piuttosto che un
fatto.
(3.) a. Ciò b. Tale fatto c. codesto d. questa cosa equivaleva ad un implicito
riconoscimento dell’eterogeneità e (4.) a. dell’incongruenza b. della contraddizione c.
della contraddittorietà d. della contrapposizione del movimento fascista, di un
movimento cioè in cui taluni – pochi – si ostinavano a vedere una rivoluzione incompiuta
“in marcia” e altri – molti – una restaurazione compiuta e cristallizzata. Di fatto questo
secondo e più reale aspetto del fascismo fu quello che più concorse (5.) a. a b. col c. per d.
nel dare un volto al regime. Gentile stesso, che venne sostituito al ministero della Pubblica
Istruzione da Cesare De Vecchi, esempio vivente di ottusità reazionaria, se ne era reso
conto e le sue discettazione attorno al carattere volontaristico e attualistico del fascismo
suonano alquanto velleitarie e giustificatorie.
In architettura lo stile monumentale e archeologico del Piacentini, che celebrò i suoi
(6.) a. sfarzi b. fastosità c. fasti d. lussi negli sventramenti operati nel centro storico di
Roma, è certo più rappresentativo del tempo e del gusto fascista degli esperimenti
innovatori che, (7.) a. ispirati b. ispirandosi c. ispiratisi d. essendosi ispirati al
razionalismo Bauhaus, taluni architetti più attenti e più preparati riuscirono talvolta a
realizzare, ad esempio con la costruzione della bella stazione di Firenze. […]
Il volto ufficiale dell’Italia fascista era marziale o, come si diceva, “littorio”; i suoi
eroi erano i trasvolatori dell’Atlantico e gli assi dell’aviazione; il suo orgoglio i grandi
transatlantici che si erano guadagnati il nastro azzurro; il suo motto preferito, una tra le
tante (8.) a. sentenziose b. incisive c. telegrafiche d. lapidarie frasi del duce che facevano
bella mostra di sé iscritte tra le opere pubbliche del regime: “meglio vivere un giorno da
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leone che cento anni da pecora”.
Questa era la facciata. La realtà era ben più prosaica ed era costituita dall’euforia di
un ritrovato benessere borghese.
(adattato da Procacci, 1998, Storia degli italiani, Editori Laterza, Vol. 2, p. 513-4)
 14 – CONNETTIVI – TESTI
Completare il testo scegliendo tra le quattro opzioni proposte quella più
corretta/adeguata/precisa.

Mescolanza di codici nel sistema

I prestiti, cioè l’adozione di elementi linguistici da una lingua in un’altra, sono la forma
più semplice ed immediatamente visibile dell’avvenuto contatto fra due lingue, un
contatto che si è ormai sedimentato nel sistema della lingua “ricevente”. (1) Affinché /
Perché / Sebbene / Qualora la parola ‘prestito’ sia utilizzata per intendere fenomeni
anche molto diversi fra loro e risulti (2) quindi / però / pure / anche spiacevolmente
polisemica oltre che fuorviante, adotteremo qui una definizione piuttosto stretta del
termine, e (3) dunque / così / anzi / cioè l’adozione di un segno linguistico da una lingua-
modello a una lingua-replica. Sia il termine ‘prestito’ (4) e / come / che / nonché il
termine ‘adozione’, tuttavia, non devono far pensare ad un passaggio automatico e
passivo di materiale linguistico da una lingua all’altra: l’adozione consiste (5) piuttosto /
ovvero / quindi / peraltro in un processo che coinvolge attivamente le strutture della
lingua-replica, la quale assorbe in sé, facendolo proprio, il materiale linguistico preso dal
modello di un’altra lingua. Alla fine del processo di adozione, (6) infatti / ovvero /
inoltre / nondimeno, il prestito può dirsi un elemento facente parte a tutti gli effetti del
sistema linguistico che adotta e la sua origine straniera resta di pertinenza dello studio
dell’etimologia delle parole.
L’esempio di prestito più tipico è il prestito lessicale, vale a dire l’adozione di lessemi – in
particolare nomi – da una lingua ad un’altra: mouse è un esempio di prestito lessicale
dall’inglese, soprano è un esempio del processo opposto.

(Testo tratto e adattato da DAL NEGRO S., GUERINI F., 2007, Contatto – Dinamiche ed esiti del plurilinguismo,
Aracne, Roma: 52-53)

 15 – CONNETTIVI – TESTI
Completare il testo scegliendo tra le quattro opzioni proposte quella più
corretta/adeguata/precisa.

Un tabù universale: l’incesto

Il tabù dell’incesto, (1) quindi / ovvero / e / nonché la regola che proibisce le relazioni
sessuali e il matrimonio tra alcune categorie di parenti, è presente in tutte le società. La
proibizione universale imposta dal tabù dell’incesto riguarda il rapporto sessuale e il
matrimonio tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra fratello e sorella. Nessuna società ha
permesso unioni del genere in tempi recenti. In passato, (2) comunque / infatti / tuttavia

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/ dunque, alcune società ammettevano l’incesto, principalmente all’interno delle famiglie reali
ed aristocratiche, (3) affinché / per quanto / fuorché / anche se esso restasse proibito al resto
della popolazione. Gli inca e gli hawaiani, (4) di contro / invece / per esempio / per
converso, ammettevano unioni coniugali nell’ambito della famiglia reale.
È certo (5) quando / se / che / perché l’aristocrazia e la dinastia reale egizia ammettessero il
matrimonio tra padre e figlia e tra fratello e sorella (Cleopatra sposò successivamente due suoi
fratelli). La ragione è in parte religiosa – un membro della famiglia del faraone (il quale era
considerato una divinità) non poteva sposare un essere umano «comune» – e in parte
economica, (6) poiché / perciò / nonostante / se con il matrimonio all’interno della famiglia
la proprietà restava indivisa. Tra il 30 a.C. e il 324
d.C. in Egitto l’incesto fu permesso non solo all’interno della famiglia reale; si stima che
l’8% circa dei matrimoni nella popolazione comune fosse del tipo tra fratello e sorella.

(Testo tratto e adattato da EMBER C. R., EMBER M., 2003, Antropologia culturale, Il Mulino, Bologna: 194)

16 – CONNETTIVI – TESTI
Completare le frasi scegliendo tra quelli proposti quello più corretto/adeguato/preciso.

insomma, siccome, affinché, però, ossia, ovunque, tuttavia, anche, se, mentre, comunque,
perciò, inoltre, ad esempio, riguardo a, nonostante, dunque, anzitutto, quindi, benché,
piuttosto che, invece, dopo, nel caso in cui, infatti

1.Nella zona di Orta si possono fare molte gite in bicicletta,_____ non esistono piste apposite.
2. _____ siano le cose, bisogna agire.
3. Si deve fare di tutto_____i nostri paesi non vengano minacciati dal turismo di massa.
4. Ti raggiungerò_____ tu sia.
5. Non è venuto,_____ non ho potuto parlargli .
6. Ti invio_______ la fotocopia dell’articolo .
7. Vorrei______esprimere agli organizzatori di questo evento, e a tutte le persone presenti, la mia
gratitudine.
8. _______glielo avessi chiesto, non ha eseguito il lavoro.
9. Penso,____sono.
10. Avevi ragione,____ non è venuto.
11. _____ aver letto il contratto, lo firmò.
12.______ ferito, continuò a correre.
13.______ non c'era nessuno, abbiamo lasciato un biglietto.
14. È una moto vecchia,______ funziona ancora bene.
15. Meglio andare a pescare o suonare il piano_____ fare sport.
16. La semantica,______ lo studio dei significati.
17. Prima arrivò l'insegnante,_______ gli allievi.
18. Dopo due ore si capiva______ che lui mentiva.
19. Qui è già primavera, in Finlandia______ nevica ancora.
20. L'uso del congiuntivo è previsto solo_______ i soggetti della frase principale e della frase
subordinata non coincidano.
21. Non te lo meriti,________ per questa volta ti aiuterò.

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22. _______ uno parlava, l'altro rideva.
23. Una pagnotta è______ un bene privato.
24. _______ questo problema, non hanno le idee chiare.

17 - CONNETTIVI– TESTI
Completate il testo con i connettivi scegliendone uno tra quelli dati
cap. II – Gli elementi del teatro - Lo spettatore
[…] La storia del teatro è la storia di molteplici contesti ricettivi, di diversi modelli culturali
(diacronia) e svariate modalità di fruizione (sincronia), che variano con il variare delle condizioni
materiali della ricezione, delle convenzioni e dei codici di comportamento tipici di una certa
epoca, nonché delle aspettative e delle motivazioni con le quali lo spettatore va a teatro.
Da un punto di vista storico potremmo 1. a. in conclusione b. quindi c. tuttavia d. al contrario
analizzare la figura dello spettatore teatrale evidenziandone alcune componenti.
2. a. Poiché b. Per prima cosa c. Infatti d. Innanzitutto il ruolo che il teatro occupa all’interno
del contesto di ricezione: nell’antica Grecia, ad esempio, ha un ruolo centrale nella vita civile
della polis ed è strettamente connesso alla forte ritualità delle feste dionisiache; a Roma il teatro,
pur non essendo al centro del vivere religioso e civile della città, è 3. a. invece b. tuttavia c.
perciò d. eppure un momento politico non di secondo piano e (4. nonostante le b. a causa
delle c. contrariamente alle
d. invece delle facili semplificazioni) rivolto ad un pubblico non colto e insensibile; il dramma
liturgico medievale trova il proprio senso 5. a. se b. siccome c. in quanto d. sebbene rivolto ai
fedeli, per i quali il momento della rappresentazione doveva risultare spesso non distinguibile
dal rito eucaristico; il fatto che il teatro di corte del 500 trovi la propria ragione d’essere nel
contesto delle feste rinascimentali è essenziale per il tipo di fruizione che ne deriva; ancora, il
teatro elisabettiano e quello dei “corrales”, in Spagna, andranno esaminati tenendo sempre conto
del “mercato dello spettacolo” di cui erano parte, e 6. a. dunque b. soprattutto c. invece d.
tuttavia del fatto che si rivolgevano ad un pubblico pagante.

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