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Versione abbreviata dei Cinque stadi per nutrire i demoni

La preparazione
Nove respiri di rilassamento
Chiudete gli occhi e teneteli chiusi fino alla fine del quinto stadio. Fate nove respiri di rilassamento
con lunghe espirazioni. Con i primi tre respiri, inspirate e immaginate che il respiro raggiunga ogni
tensione presente nel corpo, e poi rilasciate la tensione con l’espirazione. Con i secondi tre respiri,
inspirate dentro la tensione emotiva, sentite quello che trattenete nel corpo, e rilasciatelo con
l’espirazione. Infine, inspirate dentro qualsiasi tensione mentale, sentendo dove trattenete
nervosismo, preoccupazioni o blocchi mentali nel corpo, e rilasciateli con l’espirazione.
La motivazione
Generate una sentita motivazione a praticare per il beneficio vostro e di tutti gli esseri.
Primo stadio: trovare il demone
Decidete con quale demone, dio o dio-demone volete lavorare.
Localizzate dove lo trattenete più intensamente nel corpo e intensificate la sensazione.
Siate consapevoli delle qualità delle sensazioni nel corpo, includendo: colore, struttura, e
temperatura.
Secondo stadio: personificare il demone e chiedergli di cosa ha bisogno
Personificate questa sensazione in una figura con braccia, gambe e occhi, di fronte a voi. Se
compare un oggetto inanimato, immaginate come sarebbe se si personificasse in un essere animato.
Notatene il colore, il tipo di pelle, il genere, la misura, il carattere, lo stato emotivo, lo sguardo dei
suoi occhi, e qualsiasi cosa del demone non abbiate visto prima.
Chiedete al demone:
Cosa vuoi da me?

Di cosa hai bisogno?

Come ti sentiresti se ottenessi quello di cui hai bisogno?

Dopo aver posto le domande, scambiatevi immediatamente di posto con il demone.


Terzo stadio: diventare il demone
Spostatevi sulla sedia o sul cuscino di fronte a dove sedavate prima, e diventate il demone,
lasciandovi un po’ di tempo per “mettervi nei suoi panni”.
Notate come appare il vostro normale sé dal punto di vista del demone.
Ora rispondete alle tre domande:
Quello che voglio da te è…

Quello di cui ho bisogno è…

Se il mio bisogno fosse soddisfatto, mi sentirei…


Quarto stadio: sfamare il demone e incontrare l’alleato
Nutrire il demone
Tornate al vostro posto iniziale. Prendetevi un momento per stabilizzarvi e visualizzate il demone di
fronte a voi.
Dissolvete il vostro corpo in un nettare che ha la qualità della sensazione che il demone proverebbe
se il suo bisogno venisse soddisfatto (è la risposta alla terza domanda nel terzo stadio).
Nutrite il demone fino a completa soddisfazione, immaginando che il nettare entri nel demone in
qualsiasi modo vogliate. Continuate a nutrirlo finché è completamente soddisfatto (se il demone
sembra insaziabile, allora immaginate come sarebbe se fosse soddisfatto). A questo punto potete
passare direttamente al quinto stadio, oppure incontrare l’alleato.
Incontrare l’alleato
Se c’è un essere presente al posto del demone alla fine del quarto stadio, chiedetegli se è l’alleato.
Se non lo è, invitate un alleato ad apparire. Se il demone si è dissolto completamente, invitate
semplicemente un alleato a comparire.
Notate tutti i dettagli dell’alleato: il colore, la misura e lo sguardo dei suoi occhi.
Fategli una di queste domande oppure tutte:
Come mi aiuterai?

Come mi proteggerai?

Che promessa o impegno prendi con me?

Come faccio a entrare in contatto con te?

Cambiate di posto, diventate l’alleato e rispondete alla domanda, o alle domande, come foste
l’alleato.
Ti aiuterò…

Ti proteggerò…

Ti prometto che…

Puoi entrare in contatto con me…

Ritornate al vostro posto iniziale, prendetevi un momento per sentire l’aiuto e la protezione
dell’alleato che vi raggiungono, e immaginate poi l’alleato dissolversi in voi. Dissolvetevi insieme a
lui nella vacuità, e questo vi porterà in modo naturale nel quinto stadio.
Quinto stadio: riposare nella consapevolezza
Riposate nello stato presente quando l’alleato si dissolve in voi e voi vi dissolvete nella vacuità.
Lasciate che la mente si rilassi senza suscitare alcuna esperienza particolare. Riposate finché volete
senza riempire lo spazio, non spingendo perché qualcosa accada o finisca.

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