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MEDITAZIONI E CONTEMPLAZIONI
PER GLI
ESERCIZI SPIRITUALI
AL CLERO
SCRITTE
DA MONS . V. G. BERCHIALLA
ARCIVESCOVO DI CAGLIARI
BIBLIQUE S. J,
Los Fontaines
60 - CHANTILLY
ROMA
TIPOGRAFIA POLIGLOTTA
DELLA S. C. DE PROPAGANDA FIDE
1891.
Proprietà letteraria
FINE
MEDITAZIONE PRIMA
PUNTO SECONDO.
PUNTO TERZO .
MEDITAZIONE SECONDA
PUNTO TERZO .
MEDITAZIONE TERZA
PUNTO SECONDO .
PUNTO TERZO .
|
DEI PECCATI PROPRII
MEDITAZIONE QUARTA
PUNTO TERZO .
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE QUINTA
PUNTO SECONDO .
PUNTO TERZO .
PUNTO QUINTO .
COLLOQUIO.
MEDITAZIONE SESTA
PUNTO PRIMO .
PUNTO SECONDO .
MEDITAZIONE SETTIMA
PUNTO PRIMO .
PUNTO TERZO .
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE OTTAVA
1
tu doles super hedera in qua non laborasti, neque fecisti
ut cresceret, quae sub una nocte nata est, et sub una no
cte periit ; et ego non parcam Ninive, civitati magnae, in
qua sunt plus quam 120 millia hominum , qui nesciunt
quid sit inter dextram suam et sinistram suam , et iumenta
multa ? (Cap. 4)
( venerabili ecclesiastici, non sembra che con migliore
e più acconcia imagine possa descriversi l'infinita miseri
cordia di Dio. Veramente disse S. Agostino: miseria homi
nis plena est terra et misericordia Domini plena est terra
(in Ps. 32) . Andiamo anche noi, non già a Ninive gran città
per considerarla, ma nel campo deserto, dove esposto ai
raggi del sole, coperto di sozzi cenci e pieno di ogni fastidio,
il prodigo figliuolo pasce i maiali, perché s'allontano dal pa
dre ; e quinci alla ricca e nobile magione di città dove il pa
dre amoroso accoglie con infinito affetto il figlio risuscitato .
O Gesù, pastor buono, che lasciate le novantanove pe
corelle al prato, per correre dietro la sbandata, per dirupi
e per balze, deh fateci capire profondamente i tesori della
vostra bontà infinita , perché a questa considerazione si
spezzi il cuor nostro, cui non valsero a commovere le tre
mende minacce dei vostri castighi. Maria madre di mise
ricordia, S. Giuseppe dolcissimo padre, Santi ed angeli tutti
del paradiso aiutateci. Omnes Sancti et Sanctae Dei inter
cedite pro nobis.
Un padre assai ricco e tutto bontà ebbe due figli: e
disse il più giovane, cioè il più scervellato e vano, al suo
padre : « dammi la parte che mi tocca » ; ed egli dopo
tentati invano i ragionamenti e le carezze , e le lacrime
amare gli diede la porzione della eredità richiesta . Ve
dete voi lo scapestrato come esce contento col danaro ?
come parte glorioso ? quanto è gonfio di superbia ? quanto
freme di voluttà ? Piangetelo, egli è morto, dice S. Girolamo.
Viden' adolėscentem quam hilaris, quam paternis sedibus
excedat animatus, quam turgidus procedat superbia ? quam
excitatus voluptate ? plangite eum quasi mortuum . — Dove
vai, o sgraziato fanciullo ? gli grida dietro il Crisostomo -
dove fuggi lontano dalla vita e dalla salute ? come avrai
tuttavia bene e salvezza ? - Ma l'ingrato non då retta ai
consigli, e fugge, fugge in regionem longinquam .
-
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S. Agostino ( serm . 98) : Sed forte iam illi loquor qui iam
duro sui moris lapide premitur, qui iam urgetur suae con
suetudinis pondere, qui iam quatriduanus putet. È questo
il caso tuo, o infelice mio peccatore. Nec ipse desperet.
Profundus mortuus est, sed altus est Christus. Novit , cla
mando, terrena onera rumpere, novit intrinsecus, per se
ipsum , vivificare, solvendum discipulis tradere. Animo, o
peccator mio, tu vivrai. Faremo insieme tutti quanti il ban
chetto della gioia nella casa del Padre, quoniam hic filius
meus mortuus erat et revixit.
108
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE NONA
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base di sua grandezza, non divina certo , ma dell'uomo - Dio ?
Humiliavit semetipsum ..... propter quod et Deus exaltacit
illum ; cioè divenne l'obbrobrio della plebe, la maledizione
dei maggiorenti, fu messo a paro degli scellerati, fu chia
mato seduttore, mangiatore e bevitor valente, improperium
expectavit cor eius et miseriam ..... propter quod et Deus
exaltavit illum . Obbrobrio immenso, gloria immensa : im
properio infinito , infinito trionfo . E noi ? noi, come se fos
simo altrettanti Cristi, a misura dell'obbrobrio, avremo an
che la gloria, a misura degli improperii, avremo il trionfo .
Qui se humiliat exaltabitur. Beati estis cum maledixerint
vobis et dixerint omne malum adversuim vos mentientes
propter me ; gaudete in illa die et exultate ecce enim mer
ces vestra multa est in coelo . È certa l'infamia ? godete che
fia certa la gloria. È certo l'obbrobrio ? godete che fia certo
il trionfo. È certo che vi metteranno sotto a' pie', omnium
peripsema usque adhuc ? godete che anche voi calpesterete,
come Gesù, i vostri nemici: sedebitis super sedes iudican
tes duodecim tribus Israel.
( nobilissimo trionfo che sei creato da tali dolori! 0
beatissima e gloriosissima infamia , o cari e dolcissimi stenti
che mi assicurate un cosi nobile trionfo ! Date un riflesso
ancora a queste sodissime parole di S. Agostino : Nihil est
in hac vita et maxime in hoc tempore facilius et latins,
et hominibus acceptabilius, Episcopi aut presbyteri aut
diaconi officio, si perfunctorie atque adulatorie res agatur :
sed nihil apud Deum miserius et tristius atque damnabi
lius ; chè non con Gesù Cristo allora si combatte, ma con
· tro di Lui : nihil est in lac vita et maxime in hoc tempore
difficilius, laboriosius et periculosius Episcopi aut presby
teri aut diaconi officio ; sed apud Deum nihil beatius , si
eo modo militctur quo noster Imperator iubet (S. Aug. ad
Valer. in Decreto dist. 40, can . 7) . Perché dopo le ferite, gli
stenti, l'infamia , le agonie verrà il gaudio eterno , la vita
eterna, ed un peso tale di gloria che mente umana, ed al
gebra nota a noi non potrà mai calcolare : nec in cop ho
minis ascendit.
Era venuto contro gli Ebrei a fiera battaglia Nicanore
nelle pianure di Samaria, con fortissime schiere, e non te
mendo la divina legge del Sabato , ordinava l'attacco , me
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ditando il vicino trionfo . Ma Giuda con quella sua robu
stissima voce, sermonibus bonis calde , de quibus extolli
posset impetus, et animi iuvenum confortari: « non temete,
disse, l'avvicinarsi le nazioni, ma ricordate l'aiuto del cielo,
ed aspettatene certa vittoria. Non vi cadan dalla mente la
legge ed i profeti, e rammentate quello che voi già faceste
valorosamente combattendo , e spargendo nelle nemiche
genti il terrore e lo sterminio . Vidi io testé il gran sacer
dote Onia , santo , benigno , venerando, colle mani sparse
orare pel popolo de Giudei: vidi appresso un altro uomo,
per eti e per gloria ammirando , circondato di gravità e
di decoro : e disse Onia : questi è l'amator de fratelli e
d'Israele, che molto prega pel popolo e per la città santa :
egli è Geremia profeta. E Geremia stese la destra e diemmi
un'aurea spada dicendo : - abbi la spada santa , dono di
Dio , ed atterra con lui i nemici d'Israele . Con questi
pensieri, con questi prodigii , con queste promesse , marcia
mo, o valorosi, e vinciamo » ( 11 Machab . 15) . E l'esercito
ebreo si mosse contro Nicanore , e ne fece una orrenda
rovina.
Chi non avesse tenuto dietro al fortissimo capitano, men
tre si batteva non pure per le case, le campagne, i figliuoli
e le spose, ma ancora più per la santa cittade, il tempio,
l'onor divino, chi non avesse tenuto dietro al fortissimo ca
pitano, non saria stato o vilissimo codardo, o mentecatto ? —
Anche il cavallo , creatura irragionevole ma generosa , freme
al romor della battaglia , e sbuffa dalle spalancate nari il
coraggio , scalpisce col zoccolo la terra, tripudia di baldan
za , vola incontro agli armati: contemnit pavorem ne cedit
gladio ; sente con gioia battergli sulla schiena la spada e 'l
turcasso del cavaliero, e risonar gli scudi percossi e spic
carsi i cozzi delle lance. Bollente e fremente, par che di
yori il campo, ferrens et fremens sorbet terram nec repu
tat tubae sonare clangorem ; anzi quando risuona al suo
orecchio lo squillar delle trombe , rah ! procul odoratur
bellum , exhortationem ducum , et ululatum exercitus
( Iob . 39 ).
E tu saresti da meno ? Il duce sovrano delle battaglie
Dominus Deus exercituum die'fiato alla tromba, invito alla
battaglia, chiamò alla fatica, allo stento, alle ferite gloriose,
-
123
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE DECIMA
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE DECIMAPRIMA
COLLOQUII.
MEDITAZIONE DECIMASECONDA
certo che Gesù non soleva mai parlar solo con sola
tuttavia non ne poterono torre scandalo, nè venne ad essi
il pensiero di chiedere chi fosse colei, e come colà venuta
e perchè le parlasse.
Il nostro zelo , o sacerdoti, ha da essere casto e som
mamente riserbato . Colle donne parco e grave il discorso ;
non le facezie , non i sorrisi , meno ancora poi qualsiasi
tratto di famigliarità. Uno sguardo, un cenno può rovinare
un'anima , e scandolezzare molti cristiani. Nemmen colle
parenti sono da permettere le libertà e le famigliarità . Ri
ferirono a S. Niccolò I Papa che un Vescovo , il quale
aveva avuto una figliuola prima della ordinazione, trattava
con lei molto famigliarmente, quanto potrebbe qualunque
altro padre far senza peccato : ed il Papa ordinò che o mu
tasse tenore, o fosse scomunicato (dist. 84, c. 1 ). E S. Gi
rolamo a Rustico concede appena di veder la madre sua,
dicendo: matrem tuam ita videas, sic ut per illas alias vi
dere non cogaris, quarum vultus cordi tuo haereant.
O Dio mio averte oculos meos ne videant vanitatem :
pepigi foedus cum oculis meis.
La Samaritana raumiliata già dalla soave maestà del
Redentore, ed allettata dalla promessa dell'acqua viva, per
cui non avria mai più sete, chiedevala per sė : Domine da
mihi hane aquam ut non sitiam , neque veniam hue hau
rire ; ma Gesù conoscendo assai bene qual cosa le fosse
d'impedimento all'acqua viva della grazia, le rispondeva :
« Vanne su a chiamar tuo marito e torna » ; e la donna
confusa soggiugnea reciso e secco : « io non ho marito » ;
ma Gesù , con una dolcezza ed amor tutto nuovo : « Hai
detto molto bene che tu non hai marito; chè tu ne hai
avuti sette, ed ora quello che tieni non è tuo marito . Hai
detto assai bene o donna » .
Quanto accorto e prudente è lo zelo di Gesù ! Questa
donna era in istato di colpa colla occasione ria presente
e continua, le era bisogno di sincera confessione e di umi
lissimo dolore : ma ella era ben lungi dal confessare il pec
cato e dal vergognarsene, se con una industria divina Gesù
non la conduceva a farlo. Egli non l'affrontò amaramente,
perché, dice S. Bonaventura , quem confundendo exaspe
ras, hunc tardius aedificas, et sermonis aculeo vulneras :
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ma fece venir come per incidente la confessione della don
na , e quando la confessione fu cominciata , con quell'atto
mezzo fra dispettoso e trepido , Ei la compiè con la sua
carità , incoraggiando con buone parole la misera pecca
trice : bene dixisti quia non habeo virum : hoc vere dixisti.
Il sacerdote al confessionale, il parroco anche nell'eser
cizio esterno del suo ministero, sono medici delle spirituali
infermità . Un medico valente appena ha ficcato l'occhio in
volto a quel giovanetto, od a quella donnuccia , subito in
dovina la cagione di loro malattie , cagione vergognosa e
segreta . Ma egli non lo dice loro spiattellato e tondo, a fin
di non irritarli, si per amicarseli e farli confidenti, scusa -
destramente gli scorsi della gioventù, e i pericoli delle se
duzioni ; ovvero batte fortemente contro le insidie dei ma
ligni che tentano e forzano al male , e cosi mostrandosi
tutto amore e compassione ha tutto il segreto che gli bi
sogna. Nė mai gli avviene di scoprire violentemente l' ul
cera e l'apostema che affligge l'infermo, né di strappar le
bende che le nascondono allo sguardo , ma accarezza il
malato, palpa soavemente, quasi madre, il membro incan
cherito, e fa, con la prudenza e la soavità , che il malato
ammetta la medicina, anzi, se fa d'uopo, anche il ferro ed
. il fuoco .
S. Ambrogio , secondo che narra Paolino suo diacono
e biografo , piangeva dirottamente sul capo de'suoi peni
tenti, e colle sue lagrime, facevane uscire una fontana da
gli occhi dei disgraziati. Quando S. Vincenzo Ferreri, quel
l'apostolo taumaturgo d'Europa, stava evangelizzando in
Avignone, ricevette un sacerdote il quale gli disse : Pa
dre, v'è il cotal prete scandalo della città : già molti anda
rono a parlargli ed ammonirlo , ma invano : deh andate
voi, con la grazia di Dio a trovarlo ed ammollirgli il cuore .
— Andrò di certo, rispose il Santo, ma voi, o caro, badate
di non essere cieco e indurato come lui. L'indomani
di mattino il Santo recossi alla casa del prete scandaloso,
solo, senza testimonii, nè annunziato , entra nella stanza ,
dove l'infelice ancor dormiva profondamente ; apre la fine
stra alla luce del sole, prende nella destra il crocifisso, ed
avvicinandosi al letto del sonnacchioso, gli dice : – Eccovi
quel buon Gesù che voi fuggite da cosi gran tempo . Voi
BERCHIALLA – Considerazioni al Clero 11
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fuggite ed Egli viene a trovarvi. Pace ! basta ! amatelo, ama
telo con tutto il cuore . - E lasciatogli il crocifisso in sul
letto, senz'altro dire , parti. Ma il sacerdote meschino le
vossi tutt'altro da quel di prima. Andò dal Santo , fe' la
confessione de'suoi disordini, e mutò vita .
O sacerdoti venerandi, siamo prudenti, siamo benigni.
Deh non andiamo cercando ragioni da scusar le nostre in
temperanze sugli esempi di Elia , del Battista , o di S. Pietro
con Anania e Saffira : i casi di que'Santi non arrivano alla
giornata. È raro che il rabbuffo e lo sdegno faccia del bene:
quando sarà il caso di adirarci senza peccato , il Signore
· ce lo farà capire con qualche ispirazione speciale : senza
di questa tegnamoci alla soavità ed alla prudenza. S. Fi
lippo, il prete confessore di Roma, una volta sola sembro
adirarsi e cacció a terra colle pugna un ostinato peccatore :
una volta sola in cinquant'anni di ministero . Le altre volte
carezzava i grandi peccatori e poneva il capo loro su quel
suo cuore fiammante, intorno al quale s'eran rotte le co
stole per lasciarlo più largamente palpitar d’amore celeste.
Coll’amore e con la discreta prudenza li faceva suoi per
farli di Dio . Omnibus omnia factus, ut omnes Christo lu
crifaceret.
La donna Samaritana a questo punto , cioè condotta de
stramente a confessarsi, incomincia a bramare d'essere
istruita : « Signore, disse, io veggio che tu sei profeta : i no
stri padri sempre offrirono loro sacrifizi sul monte, or co
me va che voi dite doversi far sacrifizio solo in Gerusa
lemme? » E Gesù a lei : « () donna, io ti dico, e credilo per
ché è vero , è suonata l'ora che nè sul monte solo nè in
Gerusalemme adoreranno il Padre. Voi adorate quello che
non conoscete , e noi quello che conosciamo ; imperocchè
la salvezza è de' giudei. È suonata l'ora adesso , in cui i
veri fedeli adoreranno il Padre in ispirito e verità , che que
sti sono gli adoratori che Ei cerca . Lo spirito è Dio, e quei
che lo adorano in ispirito e verità hanno da adorarlo » .
Io non posso cessar da me la meraviglia pensando che
Gesù il Maestro del mondo si ferma cosi a lungo a predi
care le cose più belle e divine a questa sola uditrice. Egli
che avria potuto predicar sempre nel tempio, o nel vasto
campo, o dalla nave di Pietro alle turbe affollate; no, qui
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III .
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE DECIMATERZA
II .
III .
COLLOQUIO.
MEDITAZIONE DECIMAQUARTA
I.
III .
IV .
VI.
COLLOQUIO.
MEDITAZIONE DECIMAQUINTA
PUNTO PRIMO.
PUNTO TERZO .
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE DECIMASESTA
III .
IV .
COLLOQUIO.
CONCLUSIONE
BENEDIZIONE .
IMPRIMATUR
Iulius Lenti Patriar. Constantinop. Vicesgerens.