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Uso del polarimetro, costruzione di una retta di calibrazione,

determinazione della concentrazione di una soluzione di D-(+)-


Glucosio.

Descrizione dell’esperienza

Scopo:

 impratichirsi sull’uso del polarimetro


 costruire una retta di calibrazione con soluzioni a concentrazione nota di D-(+)-Glucosio
 determinare la concentrazione di una soluzione a concentrazione incognita di D-(+)-Glucosio mediante
misura del potere rotatorio

Procedimento:

agli allievi viene assegnato il compito di preparare 250 ml di una soluzione madre acquosa a concentrazione
nota di D-(+)-Glucosio in modo da osservare al polarimetro un potere rotatorio di 15° utilizzando il tubo
portacampione da 2 dm. Saranno gli allievi stessi a calcolare la concentrazione utilizzando la formula:

e assegnando il valore di 53,3 al potere rotatorio specifico ( [a] ) del D-(+)-Glucosio a 20°C così come riportato
sulla confezione del reagente in uso attualmente nel laboratorio di chimica organica dell’Istituto ed il valore 2 a
l.

La soluzione va preparata pesando la calcolata quantità di glucosio in un becker da 400 ml e sciogliendo con
almeno 150 ml di acqua distillata; bisogna avere l’accortezza di versare rapidamente l’acqua nel becker
mantenendo una costante e vigorosa agitazione con una bacchetta di vetro, questo perché il glucosio tende ad
incorporare acqua e rapprendersi, rendendo difficoltosa la successiva dissoluzione. Eventuali masse solide più
resistenti formatesi durante questo processo vanno frantumate schiacciandole sul fondo del becker con la
bacchetta di vetro delicatamente onde evitare rotture del vetro.

Da sottolineare che detta soluzione va preparata almeno un’ora prima di effettuare le misure al polarimetro in
quanto il potere rotatorio del D-(+)-Glucosio si deve stabilizzare per il fenomeno della mutarotazione tra la
forma a e quella b e che quindi bisogna aspettare che si stabilisca l’equilibrio e che il potere rotatorio osservato
sia costante nel tempo.

Infatti, nella forma aldeidica aciclica del glucosio il C-l è achirale, mentre nelle strutture cicliche diventa
chirale. Di conseguenza sono possibili due strutture semiacetaliche, a seconda della configurazione del nuovo
centro chirale. Il carbonio semiacetalico, che forma il nuovo centro stereogeno, è detto carbonio anomerico.
Due monosaccaridi che differiscono soltanto per la configurazione del centro anomerico sono anomeri (si
tratta di un tipo particolare di epimeri). Gli anomeri vengono distinti in a o b , a seconda della posizione del
gruppo ossidrile. Per i monosaccaridi della serie D il gruppo OH è diretto verso il basso nell'anomero a ;
verso l’alto nell'anomero b

Le forme a e b , del D-glucosio hanno configurazioni identiche in tutti i centri stereogeni tranne il C-1,
carbonio anomerico.

Esistono prove fisiche dirette che i monosaccaridi si trovano quasi esclusivamente in forma di semiacetali
ciclici. Se, ad esempio, il D-glucosio viene cristallizzato da metanolo, si ottiene la forma a pura. Per
cristallizzazione del glucosio da acido acetico, invece, si ottiene la forma b . Le forme a e b del D-glucosio
sono diastereomeri e in quanto tali hanno proprietà fisiche diverse, come riportato sotto le loro strutture nella
figura sopra, dove si può vedere che essi hanno diversi punti di fusione e diverse rotazioni ottiche specifiche.

Le forme a e b del D-glucosio in soluzione acquosa si interconvertono l'una nell'altra. Se, ad esempio, l’ a-D-
glucosio cristallino viene disciolto in acqua, la rotazione specifica diminuisce gradualmente da un valore
iniziale di + 112° fino a raggiungere un valore di equilibrio di + 52°. Se si parte dalla forma b cristallina
pura, la rotazione specifica passa in maniera graduale da un valore iniziale di +19° allo stesso valore di
equilibrio di +52°. Questo fenomeno di variazione della rotazione ottica prende il nome di mutarotazione e può
essere spiegato in base agli equilibri riportati nella figura sopra.

Ricordando che la formazione dei semiacetali è un processo reversibile si verifica che, se si parte
indifferentemente da una o dall'altra forma semiacetalica pura, l'anello si apre per dare l'aldeide aciclica, che
poi è in grado di ciclizzare di nuovo per fornire la forma a oppure la forma b .

Alla fine si ottiene una miscela di equilibrio.

All'equilibrio una soluzione acquosa di D-glucosio contiene il 35,5% della forma a e il 64,5% della forma b ;
mentre è presente soltanto circa lo 0,003% della forma aldeidica a catena aperta.

Dalla soluzione madre gli allievi prepareranno tre soluzioni da 100 ml per diluizione allo scopo di ottenere altri
tre punti per la costruzione della retta di calibrazione. Si assegnerà loro il compito di calcolare il volume di
soluzione madre da prelevare per ottenere le varie soluzioni in modo da realizzare soluzioni che presentino un
potere rotatorio osservato di 10°, 7°, 5° rispettivamente (sempre al tubo portacampione da 2 dm).

Per il calcolo del volume di tali aliquote si utilizzeranno le formule:

e:

dove v corrisponde al volume in ml da prelevare dalla soluzione madre per ottenere le soluzioni per la taratura e
c(m) corrisponde alla concentrazione della soluzione madre in g/ml.

Per il prelievo delle aliquote della soluzione madre si utilizzerà una buretta.

Una volta preparate le quattro soluzioni a concentrazione nota di D-(+)-Glucosio si passerà alla misura del
potere rotatorio al polarimetro seguendo le istruzioni d’uso dell’apparecchio in dotazione all’Istituto.

Polarimetro in dotazione all’Istituto

(nella foto: polarimetro CONACOM ITALIA mod. PL 1 con tubo portacampione da 2 dm)
lo schema di funzionamento è illustrato sotto:

Il polarimetro è fornito di una lampada a vapori di sodio (1) inserita in una protezione metallica areata per
evitare surriscaldamenti provvista di una finestra munita di diffusore per uniformare l’intensità luminosa
emessa.

La luce così emessa passa attraverso un monocromatore (3) che isola la lunghezza d’onda della riga D
dell’emissione del sodio e successivamente attraverso il filtro polarizzatore (4) prima di attraversare il campione
contenuto nel tubo portacampione (6) all’interno dell’alloggiamento (5).

Il raggio di luce in uscita dal tubo portacampione attraversa quindi il secondo filtro polarizzatore (7), detto
anche analizzatore, il quale è montato su di un supporto rotante (12) provvisto di scala graduata (11).

Il mirino di osservazione mostra un campo rotondo normalmente illuminato, ma in prossimità della misura il
campo osservato, per opera di un sistema di lenti (13), appare costituito con tre zone come nella figura
seguente:

A B
Ruotando la manopola di pochi gradi in prossimità della misura si passa dalla figura A a quella B attraverso un
punto nel quale il campo osservato è uniformemente illuminato (figura C), quello è il punto esatto al quale
fermarsi per effettuare la misura.

La misura effettuata si legge con l’ausilio di una scala graduata affiancata da un nonio ventesimale: la cifra
intera è data dalla tacca della scala mobile vicina allo zero del nonio, mentre i decimali sono dati dalla cifra del
nonio corrispondente alla prima tacca del nonio stesso che si allinea esattamente con la prima tacca della scala
mobile successiva (confrontare la figura sotto).

Da notare che, essendo il nonio ventesimale, con questo sistema la sensibilità dello strumento risulta essere di ±
0,05°.

Gli allievi dovranno almeno effettuare una serie di tre misure per ogni campione in modo da potere esprimere il
risultato come media dei valori trovati.
I dati ottenuti andranno riportati in una tabella come la seguente:

Concentrazione della
Potere rotatorio osservato (°)
soluzione (g/ml)
0,0469 4,7
0,0657 6,7
0,0938 9,8
0,1407 14,6
Dalla tabella si disegnerà un grafico utilizzando i metodi tradizionali su carta o mediante l’ausilio di un software
tipo foglio di calcolo, riportando sulle ascisse la concentrazione e sulle ordinate il potere rotatorio osservato.

Da notare che un ulteriore punto per l’interpolazione deve essere assunto, oltre ai quattro ottenuti
sperimentalmente, imponendo che la retta di interpolazione passi per l’origine degli assi visto che sicuramente,
ad una soluzione a concentrazione zero (in assenza quindi di sostanze otticamente attive) sarà associato
inevitabilmente un potere rotatorio zero.
Esempio di grafico ottenuto:

Si congiungeranno i punti ottenuti con la migliore retta che passa anche per l’origine. Nell’esempio sopra il
programma (MS Excel) ha effettuato una interpolazione lineare con il metodo dei minimi quadrati e con
intercetta a zero fornendone anche l’equazione.

Una volta ottenuto il grafico con la relativa retta di calibrazione, agli studenti verrà fornito un campione di una
soluzione di glucosio a titolo incognito ed essi, mediante una misura di potere rotatorio al polarimetro dovranno
fornire il valore di concentrazione ricavato mediante interpolazione grafica.

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