Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1. L’intertestualità
Gérard Genette1 distingue:
Intertesto = presenza effettiva di un testo nell’altro mediante citazioni esplicite ed
implicite, allusioni o imitazioni;
Paratesto = presenza di titoli, sottotitoli, prefazione, avvertenze, note, opinioni di altri
autori, illustrazioni che richiamano un altro testo;
Metatesto = un testo che ha per argomento un altro testo rispetto al quale ha un
rapporto critico o riflessivo;
Ipertesto = ogni testo derivato per trasformazione da un altro testo (ipotesto), ma non
secondo la forma di un commento;
Architesto = l’insieme di tutto ciò che rimanda a testi che hanno tra loro caratteristiche
comuni al livello del genere letterario.
——————
1 G. GENETTE, Palimpsestes. La littérature au second degré (Paris 1984) [tr. it.: Palinsesti. La letteratura al
secondo grado (Torino 1997)].
2 – Seminario sulla letteratura paolina – PIB 23-27 gennaio 2017
Ogni disputa per amore del Cielo finisce che si mantiene. Ma se non è per amore del Cielo
non si mantiene. Qual è una disputa per amore del Cielo? La disputa tra Hillel e Shammai.
E quale non lo è? La disputa di Core e di tutta la sua banda.
- La disputa tra Hillel e Shammai. Quando il primo prendeva una decisione legale, il
secondo dissentiva sempre da lui, ma questo per proclamare la verità, non per spirito
di contesa o per desiderio di prevalere sull’altro. Perciò anche le parole del dissenziente
sono state mantenute, quando la verità era con lui. (È importante ricordare che il sinodo
di Javne, pur avendo deciso per scopi pratici che la halakhà dovesse essere conforme
alla scuola di Hillel, non ha per questo rigettato la posizione di Shammaj. “Le une e le
altre sono parole del Dio vivente!” [jBerakhot I,7]).
- La disputa di Core e di tutta la sua banda, il quale venne a contendere contro Mosè nostro
maestro – la pace sia su di lui – e contro la sua guida solamente per invidia, spirito di
rivalità e desiderio di prevalere su di lui. Perciò il suo consiglio non potè mantenersi
(Me’iri)2.
——————
2 A. MELLO (a cura di), Detti di Rabbini. Pirkè Avot (Magnano 1993) 175-176.
3 Versione molto simili, con pochissime varianti in jHagiga 2,9; jSanhedrin 1,4 (19c).
P. Basta, Modelli rabbinici in Rom e Gal – 3
of Shammai and Hillel, who had insufficiently studied, increased in number, disputes
multiplied in Israel, and the Torah became as two Torot.
Le controversie del tipo mahloqet si giocano su un problema su cui l’opinione pubblica è
divisa4. La cosa più importante non è però tanto ciò (what) su cui si discute, ma il modo (how)
ed il perché (why) si discuta. Bisogna sempre verificare in cosa consiste la motivazione
profonda del dibattito. Hillel e Shammai con le loro rispettive scuole erano in costante
disaccordo tra loro su taluni aspetti della legge giudaica. In genere la scuola di Shammai era
più rigida, mentre la scuola di Hillel più indulgente. Entrambi i gruppi avevano però uno
scopo comune: aiutare il popolo ad osservare le mitzvoth e la Torah. In realtà la differenza
riguardava dettagli. Entrambi, infatti, desideravano soltanto condurre il popolo il più vicino
possibile al Padre celeste, nell’ambito delle sacre tradizioni e della loro piena osservanza. In
questo consiste in definitiva il mahloqet ְל ֵשׁם ָשׁ ַמיִם. Nessuno dei contendenti in realtà vince,
perché le considerazioni di entrambi scorrono all’interno della medesima tradizione e del
medesimo alveo.
Le due scuole dibatterono tra loro per tre anni, ognuna delle due affermando che la
halakah era secondo il proprio insegnamento. Fino a quando non arriva la voce celeste a
ricordare che l’una e l’altra sono parole del Dio vivente. Ma l’halakah doveva seguire la
scuola di Hillel. La domanda successiva è ovvia. Se entrambe sono parole del Dio vivente
perché solo la scuola di Hillel ha meritato che le norme fossero secondo il proprio
insegnamento? Perché essi erano gentili ed umili, visto che insegnavano tanto i loro punti
di vista quanto quelli della scuola di Shammai. Anzi, insegnavano prima il punto di vista della
controparte e poi anche il loro. Il che gli meritò di stabilire le halakot5. Ed infatti, in merito alle
normative halakiche una scelta deve comunque essere fatta, perché non si può agire in due
modi diversi. Ma per quel che concerne la Torah orale e lo studio sacro, entrambe hanno
validità permanente, come la stessa scuola di Hillel concedeva che fosse.
In questo tipo di controversie tra le due scuole non vi era nessuna rivalità o rancore
personale. Il fatto è ancora più evidente se si leggono quei passaggi (talmudici) in cui si
ricorda come al di là delle differenze in materia matrimoniale, in realtà poi si celebravano
matrimoni tra famiglie appartenenti alle due scuole. Lo stesso dicasi per la purità rituale: a
livello di discussioni vi erano grosse dispute, ma poi nella vita normale finiva che i membri
delle due scuole si prestassero tra loro vasi e stoviglie6. Si era cioè molto più elastici di
quanto noi siamo disposti a credere.
Un medesimo atteggiamento lo si può notare con Paolo. Se c’è uno che ritiene la legge
mosaica ormai obsoleta è lui. Ma quando sale a Gerusalemme fa circoncidere Timoteo e lui
stesso si taglia i capelli per sciogliere un voto. Al riguardo H. Räisänen accusa Paolo di
somma incoerenza. Ma questo significa misconoscere del tutto l’universo di riferimento
dell’apostolo, accostandosi a lui ed interpretandolo con i nostri occhi moderni.
del Sinedrio). Si contano tra loro ben 316 dispute che toccano tutti i campi dell’halakah. In
genere si riferisce prima l’opinione della scuola di Shammai e poi quella di Hillel. Fatta
eccezione per qualche piccola eccezione riferita in mEduyot 4, 5:1-4. La scuola di Shammai
adottava punti di vista più rigorosi, laddove la scuola di Hillel era più comprensiva. Del
resto gli Shammaiti seguivano invariabilmente le più vecchie halakot, che erano note per la
loro severità. Potremmo considerarli dei conservatori. Al contrario gli hilleliti erano più
liberali. In qualche occasione la scuola di Hillel cambiò la sua posizione accettando quella
dei rivali.
N.B.: Notare come il mahloqet sia anzitutto apertura al pluralismo, pensiero contrario a
qualsiasi monismo, anti-ideologia per eccellenza.
6. Il cattivo mahloqet (le dispute alla maniera di Core; for selfish reasons)
Di tenore completamente diverso è la disputa istigata da Core (Nm 16). Essa è infatti
l’esempio sommo di un mahloqet che non è l’shem shamaym (per amore del Cielo). Core
infatti sembrava che muovesse la sua controversia l’shem shamaym (per amore del Cielo)
visto che le esprimeva dapprima in termini teologici. In realtà Core non cercava la verità
dell’istruzione religiosa. Il suo intento era distruttivo e spregevole, visto che egli sperava
soltanto di ottenerne onore, prestigio ed autoesaltazione. Nessun aspetto del suo
ragionamento era per amore del Cielo. Il cielo non avrebbe potuto ottenere nulla dalla sua
ambizione. Ecco perché Core e la sua banda, insieme alle loro dispute, caddero nell’oblio
non lasciando ai posteri nessun mahloqet di valore, contrariamente alle case di Hillel e
Shammai.
7. Etimo di mahloqet
Il termine mahloqet (Aramaico: pelugta; Aramaico palestinese: taflugta) deriva dal verbo
חלק, presente molte volte in AT ed in TM.
Nel greco del NT viene reso con στάσις e ζήτησις.
στάσις
Con il significato di uprising, riot, revolt, rebellion στάσις ricorre in
Mc 15,7: Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta
avevano commesso un omicidio.
Lc 23,19: Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per
omicidio.
Lc 23,25: Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che
essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
P. Basta, Modelli rabbinici in Rom e Gal – 5
At 19,40: C'è infatti il rischio di essere accusati di sedizione per l'accaduto di oggi, non
essendoci alcun motivo con cui possiamo giustificare questo assembramento».
Con il significato di strife, discord, dissension
At 24,5: Abbiamo scoperto infatti che quest'uomo è una peste, fomenta disordini fra tutti i
Giudei che sono nel mondo ed è un capo della setta dei nazorei.
Con il significato di dispute
At 23,7.10: 7 Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e
l'assemblea si divise.
8 I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione né angeli né spiriti; i
ζήτησις
(investigation, controversial question, controversy, discussion, debate):
Gv 3,25: Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo
alla purificazione rituale.
At 15,7: Sorta una grande discussione, Pietro si alzò e disse loro: «Fratelli, voi sapete che,
già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le nazioni
ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede.
1Tm 6,3-4: 3 Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro
Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, 4 è accecato dall'orgoglio,
non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili.
Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi…
2Tm 2,23: Evita inoltre le discussioni sciocche e da ignoranti, sapendo che provocano litigi.
Tt 3,9: Evita invece le questioni sciocche, le genealogie, le risse e le polemiche intorno
alla Legge, perché sono inutili e vane.
quemadmodum Moses ipse fuerat. Triginta vero, ut pro eis sol immobilis staret: uti Jehosuas
fuit. Ceteri autem viginti mediocres sunt appellati, quorum maximus quidem Jonathas Uzielis
filius exstitit: minimus vero omnium Joannes Zachaei, quem Judaei Raban Johanan Ben
Zaccaei, qui tamen (ut prisci Talmudistae dixerunt) neque scripturam, neque Talmud, neque
cetera omnia usque ad vulpium exempla, ac daemonum narrationes, scire praetermisit. Haec
de Hillel ex Hebraeis scriptoribus. Quod si etiam ex divinis literis exemplum habere cupis, ubi
pii et Christi fideles una venerunt in contentionem, lege Act. 15 de magna disceptatione, quae
inter credentes orta fuit super circumcisione, in quam disputationem etiam apostoli tracti
fuerunt: ita ut necesse erat, illam coacto concilio dirimere. Sed haec certo, ut ibidem legitur,
Petro occasion fuit, ut eo liberius loqueretur, et dissereret de libertate, in quam nos asseruit
Christus et a ceremoniis Mosaicis sua morte vindicavit7.
Acts 15
Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo
l'usanza di Mosè, non potete essere salvati».2 Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e
discutevano animatamente contro costoro (γενομένης δὲ στάσεως καὶ ζητήσεως οὐκ ὀλίγης τῷ Παύλῳ
καὶ τῷ Βαρναβᾷ πρὸς αὐτούς ), fu stabilito (ἔταξαν) che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro
salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. 3 Essi dunque,
provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la
conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
4 Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani, e
riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro. 5 Ma si alzarono alcuni della
setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: «È necessario circonciderli e
ordinare loro di osservare la legge di Mosè».
6 Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema (Συνήχθησάν τε οἱ
«Fratelli, voi sapete che, già da molto tempo, Dio in mezzo a voi ha scelto che per bocca mia le
nazioni ascoltino la parola del Vangelo e vengano alla fede. 8 E Dio, che conosce i cuori, ha
dato testimonianza in loro favore, concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi;9 e non
ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro, purificando i loro cuori con la fede.10 Ora
dunque, perché tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri
né noi siamo stati in grado di portare?11 Noi invece crediamo che per la grazia del Signore
Gesù siamo salvati, così come loro».
12 Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quali grandi
segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro.
13 Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse (ἀπεκρίθη Ἰάκωβος
λέγων): «Fratelli, ascoltatemi.14 Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere
dalle genti un popolo per il suo nome.15 Con questo si accordano le parole dei profeti, come
sta scritto:16 Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide, che era caduta; ne
riedificherò le rovine e la rialzerò,17 perché cerchino il Signore anche gli altri uomini e tutte le
genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che fa queste cose,18 note da
sempre. 19 Per questo io ritengo che (διὸ ἐγὼ κρίνω) non si debbano importunare quelli che dalle
nazioni si convertono a Dio, 20 ma solo che si ordini (ἐπιστεῖλαι) loro di astenersi dalla
contaminazione con gli idoli, dalle unioni illegittime, dagli animali soffocati e dal sangue. 21
Fin dai tempi antichi, infatti, Mosè ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato
nelle sinagoghe».
Disputanti: Alcuni venuti dalla Giudea/ Paolo e Barnaba (1° mahloqet in Antiochia [in
periferia])
Procedura: Ci si rivolge alla superiore autorità halakica ([Gerusalemme]/ Pietro e Giacomo
appaiono come la coppia che dirige la Chiesa [modello rabbinico del principe e
del capo del sinedrio])
——————
7 P. EWALD (ed.), Pirke Aboth oder Sprüche der Väter (Erlangen 1825) 173-175.
P. Basta, Modelli rabbinici in Rom e Gal – 7
Disputanti: Alcuni della setta dei farisei divenuti credenti/ Paolo e Barnaba (2° mahloqet in
Gerusalemme)
Procedura: l’autorità superiore fissa l’halakah in base ad alcuni criteri (1. Occorre che si
pronunci la coppia che siede al vertice della piramide legislativa; 2. Il
pronunciamento si basa sull’esame della casistica precedente [Pietro ricorda At
10] e dell’esame delle Scritture; 3. Una volta fissata l’halakah si informano le
autorità periferiche circa l’esito del mahloqet per mezzo di lettere in modo tale
che si crei giurisprudenza).
Disputanti:Pietro e Paolo
Procedura: Denuncia pubblica + dichiarazione del proprio punto di vista (è la prima volta
che viene enunciata la giustificazione per sola fede) + ragionamenti scritturistici
su base di gezerah shawah (Gal 3).
10. Il mahloqet in Gc 2
James 2 Ἀδελφοί μου, μὴ ἐν προσωπολημψίαις ἔχετε τὴν πίστιν τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ τῆς
δόξης.
2
ἐὰν γὰρ εἰσέλθῃ εἰς συναγωγὴν ὑμῶν ἀνὴρ χρυσοδακτύλιος ἐν ἐσθῆτι λαμπρᾷ, εἰσέλθῃ δὲ καὶ πτωχὸς
ἐν ῥυπαρᾷ ἐσθῆτι,3 ἐπιβλέψητε δὲ ἐπὶ τὸν φοροῦντα τὴν ἐσθῆτα τὴν λαμπρὰν καὶ εἴπητε· σὺ κάθου
ὧδε καλῶς, καὶ τῷ πτωχῷ εἴπητε· σὺ στῆθι ἐκεῖ ἢ κάθου ὑπὸ τὸ ὑποπόδιόν μου,4 οὐ διεκρίθητε ἐν
ἑαυτοῖς καὶ ἐγένεσθε κριταὶ διαλογισμῶν πονηρῶν;
5
Ἀκούσατε, ἀδελφοί μου ἀγαπητοί· οὐχ ὁ θεὸς ἐξελέξατο τοὺς πτωχοὺς τῷ κόσμῳ πλουσίους ἐν πίστει
καὶ κληρονόμους τῆς βασιλείας ἧς ἐπηγγείλατο τοῖς ἀγαπῶσιν αὐτόν;
6
ὑμεῖς δὲ ἠτιμάσατε τὸν πτωχόν. οὐχ οἱ πλούσιοι καταδυναστεύουσιν ὑμῶν καὶ αὐτοὶ ἕλκουσιν ὑμᾶς
εἰς κριτήρια;7 οὐκ αὐτοὶ βλασφημοῦσιν τὸ καλὸν ὄνομα τὸ ἐπικληθὲν ἐφ᾽ ὑμᾶς;
8
Εἰ μέντοι νόμον τελεῖτε βασιλικὸν κατὰ τὴν γραφήν· ἀγαπήσεις τὸν πλησίον σου ὡς σεαυτόν, καλῶς
ποιεῖτε·
9
εἰ δὲ προσωπολημπτεῖτε, ἁμαρτίαν ἐργάζεσθε ἐλεγχόμενοι ὑπὸ τοῦ νόμου ὡς παραβάται.
8 – Seminario sulla letteratura paolina – PIB 23-27 gennaio 2017
10
ὅστις γὰρ ὅλον τὸν νόμον τηρήσῃ πταίσῃ δὲ ἐν ἑνί, γέγονεν πάντων ἔνοχος.
11
ὁ γὰρ εἰπών· μὴ μοιχεύσῃς, εἶπεν καί· μὴ φονεύσῃς· εἰ δὲ οὐ μοιχεύεις φονεύεις δέ, γέγονας παραβάτης
νόμου.12 οὕτως λαλεῖτε καὶ οὕτως ποιεῖτε ὡς διὰ νόμου ἐλευθερίας μέλλοντες κρίνεσθαι.
13
ἡ γὰρ κρίσις ἀνέλεος τῷ μὴ ποιήσαντι ἔλεος· κατακαυχᾶται ἔλεος κρίσεως.
14
Τί τὸ ὄφελος, ἀδελφοί μου,
15
ἐὰν ἀδελφὸς ἢ ἀδελφὴ γυμνοὶ ὑπάρχωσιν καὶ λειπόμενοι τῆς ἐφημέρου τροφῆς
16
εἴπῃ δέ τις αὐτοῖς ἐξ ὑμῶν· ὑπάγετε ἐν εἰρήνῃ, θερμαίνεσθε καὶ χορτάζεσθε, μὴ δῶτε δὲ αὐτοῖς τὰ
ἐπιτήδεια τοῦ σώματος, τί τὸ ὄφελος;17 οὕτως καὶ ἡ πίστις, ἐὰν μὴ ἔχῃ ἔργα, νεκρά ἐστιν καθ᾽ ἑαυτήν.
18
Ἀλλ᾽ ἐρεῖ τις· σὺ πίστιν ἔχεις, κἀγὼ ἔργα ἔχω· δεῖξόν μοι τὴν πίστιν σου χωρὶς τῶν ἔργων, κἀγώ σοι
δείξω ἐκ τῶν ἔργων μου τὴν πίστιν.19 σὺ πιστεύεις ὅτι εἷς ἐστιν ὁ θεός, καλῶς ποιεῖς· καὶ τὰ δαιμόνια
πιστεύουσιν καὶ φρίσσουσιν.
20
Θέλεις δὲ γνῶναι, ὦ ἄνθρωπε κενέ, ὅτι ἡ πίστις χωρὶς τῶν ἔργων ἀργή ἐστιν;
21
Ἀβραὰμ ὁ πατὴρ ἡμῶν οὐκ ἐξ ἔργων ἐδικαιώθη ἀνενέγκας Ἰσαὰκ τὸν υἱὸν αὐτοῦ ἐπὶ τὸ θυσιαστήριον;
22
βλέπεις ὅτι ἡ πίστις συνήργει τοῖς ἔργοις αὐτοῦ καὶ ἐκ τῶν ἔργων ἡ πίστις ἐτελειώθη,
23
καὶ ἐπληρώθη ἡ γραφὴ ἡ λέγουσα· ἐπίστευσεν δὲ Ἀβραὰμ τῷ θεῷ, καὶ ἐλογίσθη αὐτῷ εἰς δικαιοσύνην
καὶ φίλος θεοῦ ἐκλήθη.24 ὁρᾶτε ὅτι ἐξ ἔργων δικαιοῦται ἄνθρωπος καὶ οὐκ ἐκ πίστεως μόνον.
25
ὁμοίως δὲ καὶ Ῥαὰβ ἡ πόρνη οὐκ ἐξ ἔργων ἐδικαιώθη ὑποδεξαμένη τοὺς ἀγγέλους καὶ ἑτέρᾳ ὁδῷ
ἐκβαλοῦσα;
26
ὥσπερ γὰρ τὸ σῶμα χωρὶς πνεύματος νεκρόν ἐστιν, οὕτως καὶ ἡ πίστις χωρὶς ἔργων νεκρά ἐστιν.
11. Conclusioni
Molto spesso l’utilizzo delle middoth hillelite (gezerah shawah e qal-wahomer su tutti)
ricorre in ambito di mahloqet.
Siamo in presenza di discussioni condotte l’shem shamaym.
Se la controversistica scade in offese personali, in motivi dettati da interessi personali
cessa di essere un buon mahloqet, diventando una disputa come quella di Core e della
sua banda, cioè un cattivo mahloqet che non è l’shem shamaym (casi simili in 2 Cor).
Il loro rinvenimento in NT consente di sottolineare quanto vivace fu il dibattito in ambito
giudeo-cristiano delle origini, specie per quel che riguardava i rapporti con le genti
(stesso dibattito in molti dei mahloqetot di Hillel e Shammai).
Gli autori del NT testimoniano la capacità di dibattere e di discutere, aprendosi alla
considerazione di opinioni differenti.
Essendo essi molto abituati al mahloqet, che condividono con l’Israele del tempo, occorre
cominciare a pensare in termini molto meno oppositivi alle loro querelle. In particolare tra
Giacomo (ottimo shammaita) e Paolo (ottimo hillelita) perché nel mahloqet vige la regola
dell’agonismo e non dell’antagonismo [con buona pace di Lutero e di tutti quegli esegeti
che pensano ancora all’antagonismo tra i due e alla loro impossibile convivenza].