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Appunti delle lezioni di:

Elena Faldon, Francesco Maggioni, Carlotta


Pompei, Gianni Randelli, Leonardo Raspanti
Scienze Internazionali e Diplomatiche– Universit degli
studi di Trieste, Gorizia
à
18.03.2021
LEO

Dis nzione fra spazio e territorio, quando si parla di geogra a si parla di territorio, che è la condizione base
entro cui l’uomo apporta delle modi che. È una “scienza”.

Geogra a umana= “la geogra a umana nasce con il primo tenta vo dell’uomo di a rancarsi alla natura”.

Probabilmente un nostro antenato della preistoria più intelligente o magari più pigro degli altri, prese una pietra
più appun ta e levigata delle altre per rompere una noce di cocco, nasce così la geogra a umana. Una forma di
tékhne, di tecnologia rudimentale, ogge che l’uomo crea per superare i limi della natura.

Geogra a poli ca= “una scelta tra diverse possibilità di a rancamento dai limi della natura”. La noce di cocco
potrei scegliere di aprirla con la clava, o in mille pezzi o col sasso. Man mano che la civiltà va avan la scelta
diventa sempre più complicata.

Ogge o di a vità poli ca è il territorio, che può essere suddiviso in varie par la cui unità di misura è la
regione, questo limite è sogge vo e possiamo cambiare l’unità di misura anche no a considerare l’intero
pianeta. La limitatezza delle risorse sta alla base dell’organizzazione poli co-sociale delle comunità di uomini.
Succedeva, in modo molto elementare anche prima. Possono ritrovarsi genericamente tu in tre aspe che
riguardano questo argomento:

- L’iconogra a

- La circolazione

- La ripar zione delle risorse

Iconogra a= è cos tuita da tu i simboli di una comunità, più precisamente il signi cato sacro che gli uomini
danno a cer luoghi. Se disegno una svas ca nel bagno a Trieste è un bru o gesto, se lo faccio sul muro del
pianto… stessi ges , ma con signi cato diverso. Un aspe o sta co, ancorato al passato.

Circolazione= l’elemento dinamico, propulsivo del territorio. Rappresentata da tu gli elemen di


cambiamento innato all’interno di una società. Commerci, informazione…

La ripar zione delle risorse= le società umane si rapportano con il territorio e tra di loro in base a:

1. Geogra a mi ca, ovvero quella dei prima . La terra viene considerata come origine della vita come se
fosse una grande madre, tu i mi considerano la terra come una grande madre. Oppure l’uomo che
considera una serie di ogge nel suo campo di visualizzazione e dà una iden tà alla terra con la quale
convive simbio camente. Quali sono ques ? Il giorno, la no e ecc., inoltre la terra ha en superiori spiri
ecc., una visione animis ca, ovvero una religione che tende a dare signi cato ad ogni avvenimento della
natura. Prima forma di religione. La terra diventa uno spazio sogge vo, perché mancano le coordinate per
la de nizione del topos, non si sa bene dove siamo. C’è un’ansia esistenziale nell’uomo primi vo che vive in
un alone di ansia e magia, non sapendo niente del luogo in cui vive. Mentre uno spazio dove ci sono
iconogra e diventa qualita vo.

2. Geogra a profe ca, ovvero quando ci fu l’epoca assiale. Tra il 500 a.C. e 500 d.C. periodo in cui comunità
diverse convergono in un sistema meta sico e più razionale, in cui il peso della sfera magica si riduce. Si
inizia a pensare di trovare delle leggi universali che considerano tu o il pianeta e tu a l’umanità, a
di erenza del millennio precedente. Nascono tu e e 7 le religioni universali monoteiste (perché cercano
tu di dare una visione generale alla vicenda umana, come se l’umanità facesse un passo verso una sfera
più razionalis ca) è un passo importante, perché implica un confronto diale co che si trasformerà in
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un’alterna va poli ca. Le conseguenze sul territorio sono importan : la scelta poli ca, è importante perché
provoca delle conseguenze, quindi c’è una elaborazione di un codice semiologico indicante l’ideologia in
a o. Questo processo si ripropone varie volte e ha contemplato a seconda delle situazioni: l’uso della forza
nei momen di crisi (creazione di caserme); costruzione di templi, chiese o a ribuzione di signi cato a cer
luoghi; è ricorso all’este ca, templi, palazzi, edi ci per incutere rispe o soltanto a guardarli; vie di
comunicazione; localizzazione di a vità economiche; piani cazione ci à; archite ura ( no alla scri ura era
vista come l’arte principale, erano le stru ure a rappresentare le popolazioni).

3. Geogra a eroica, la terra deve essere scoperta e la geogra a diventerà tale perché richiede coraggio,
dubbio, nel singolo. Tende a dividersi la società. Il simbolo della geogra a eroica per antonomasia per
l’occidente è Ulisse. Perché Ulisse ce la fa? Perché si ada a ai cambiamen , un po’ come l’Europa (senza
troppe risorse al so osuolo, mai avuto un con ne all’EST, clima mite ecc., ma questo non impedirà
all’Europa di diventare una potenza egemone in un certo lasso temporale).

4. Geogra a a vele spiegate, dal 400 in poi, “Baudolino” di Umberto Eco, interessante secondo il prof. da
leggere come esempio. Con la Geogra a a vele spiegate i temi leggendari vengono sos tui con temi sicuri
di cui Cristoforo Colombo è il simbolo.

5. Geogra a scien ca, studio delle rocce, minerali, classi cazione, elenchi (già Erodoto, in verità, aveva
iniziato) acquisterà una dimensione grande dalla seconda metà del 1700 in poi. Siamo in un o ca di
pensiero posi vo che cerca e ha l’illusione di poter controllare tu o il mondo con la classi cazione e di
poter comprendere la natura.

6. Geogra a postmoderna, non ancora teorizzata esplicitamente. C’è la consapevolezza che sia una scelta
limite perché si occupa di cose non completamente ogge ve. Perché? Perché appartengono alla storia di
ognuno di noi, un uomo nel 1600 non avrebbe saputo farci niente con un giacimento di petrolio scoperto,
c’è quindi una connessione fra l’uomo e il territorio che deve essere studiata. Un conce o chiave è
l’eccezionalismo, un altro è quello dei non luoghi, ovvero dei luoghi dove la storia e le tradizioni an che,
vengono sospese. Quali sono ques ? Aeropor , centro commerciali, però anche ques luoghi si portano
dietro cer conce ancestrali, aeroporto, gabine o delle donne, forma dell’an co gineceo, sacro, dove un
maschio non può entrare oppure sala dei fumatori, presuppone il rispe o per gli altri.

La prima forma di diri o da cosa nasce? La prima legge elaborata dagli uomini, a cosa serve? Quella che
de nisce un con ne, (Romolo e Remo, si comba ono per un con ne superato con l’aratro). Legame ancestrale
tra la terra e l’uomo. Filosofo Heidegger che si occupa delle premesse della geogra a poli ca, la necessità di
una decisione del potere e la conseguente produzione di territorio da parte del potere. Più o meno il suo
schema è questo. L’uomo con l’azione dà un signi cato qualita vo al territorio. In tedesco il termine abitare
coincide anche con esistere, quindi è un fa o esistenziale. Secondo Heidegger abitare è usato in maniera
ridu va, perché tende a separare gli even , aven la funzione di alloggio (casa, l’abitazione), con le altre
costruzioni che ne hanno una diversa (i pon , le strade, fabbriche, le scuole, gli u ci ecc.). quindi l’operaio in
fabbrica o un au sta che guida sulla strada un camion, si sentono a casa propria durante la loro a vità e
abitano realmente in un luogo dove non vivono per gran parte della giornata? La sua risposta è nega va, per
gran parte della giornata l’essere non è auten co e non esiste. Non si può comprendere la completa idea
poli ca del termine per Heidegger, se non lo si estende alla super cie terrestre e a tu e le pra che dell’uomo.
Insiste molto sull’auten cità dell’essere, l’abitare, lo stare sulla terra è da considerarsi l’a vità originaria
dell’uomo. L’a vità dell’abitare e dell’esistere per de nirsi e conseguentemente essere anche cri cabile
necessita di un’altra a vità che è quella dell’amministrazione, che in francese e tedesco signi ca anche
risparmiare, questo termine ha un signi cato posi vo che coincide con il tenta vo di rispe are l’esistenza,
salvare la terra anziché sfru arla.

(ESEMPIO SCAINI: Quando c’è stato il Big Bang? 15 miliardi di anni fa, comprimiamo questo lasso di tempo in un
anno solare, 1° gennaio big bang, 15 gennaio nascono le prime forme di vita, 15 marzo Via La ea, 31 agosto si
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forma il sole, il 5 se embre si forma la terra, il 21 se embre compaiono le prime forme di vita sulla terra, il 9
novembre le prime cellule complesse, ne dicembre prime forme complesse di vita. Il 26 dicembre compaiono i
mammiferi, poi i primi ori e il 30 dicembre no dinosauri con asteroide, il 31 dicembre compare l’australopiteco
e poi l’homo sapiens, negli ul mi 14 secondi dell’anno solare c’è la vita dell’uomo che lascia una traccia
indelebile)

Come mai nel mondo ci sono vari livelli di sviluppo nei diversi luoghi?

Esempi: Nel 1500, la gran parte di America e Africa erano più evolute, le altre non avevano tecnologie
importan ; andando ancora indietro, 11 mila anni fa nisce il Pleistocene, ovvero l’ul ma glaciazione, no
all’ul ma glaciazione le comunità di tu o il mondo erano pra camente allo stesso livello di tecnologie, questo
evento cambia le abitudini dell’uomo nel pianeta, nel 10mila inizia l’allevamento, poi inizia la scri ura, poi la
sedentarizzazione, ma la nascita dell’agricoltura è la svolta epocale dell’umanità, è lì che inizia la tecnologia
umana, che fa superare all’uomo i limi della natura. Questo avviene per prima cosa in Eurasia; alla vigilia della
conquista dell’America, le popolazioni più evolute, in America, avevano iniziato a produrre ogge di bronzo che
in Eurasia nel 1800 a.C. erano già di use, quindi più di 3000 anni di di erenza. Nel 1492 quando gli aztechi
incontrarono l’uomo bianco avevano utensili più indietro del Paleoli co.

Europa durante l’ul ma glaciazione:

Il picco dell’ul ma glaciazione è 24mila a.C., dopodiché si va verso un ri ro progressivo dei ghiacci, la chiazza
azzurra indica il territorio ricoperto dai ghiacci, la fascia grigia steppa, poi tundra e poi foreste. Dopo questo
periodo inizia l’Olocene, periodo odierno, l’agricoltura è la nuova strategia di sfru amento di risorse del
pianeta.

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Inizialmente le popolazioni erano nomadi, avevano un loro territorio, ma durante l’anno migravano ad elisse,
seguendo la stagione. In questo modo vivevano in simbiosi con la natura e con gli animali (magari seguendo la
transumanza degli animali), questo modello di vita non incide troppo sul territorio e man ene bassa la natalità,
la caccia era molto fa cosa, le tecniche rudimentali, c’è poi da considerare che queste popolazioni semi-nomadi
non potevano caricare le donne di bambini da trasportare ed alla are. Quindi in parte cacciavano e in parte
raccoglievano i fru della terra, a volte nei periodi più restri vi, si cibavano di vermi e animali in putrefazione.
Con l’agricoltura c’è uno schema piani cato. Inizialmente gli agricoltori erano vegetariani, avevano una
corporatura più esile, anche perché lavoravano di più, ma riuscivano a sopportare una più alta natalità, questa
a vità nutriva più persone in una volta. Un e aro di terra per agricoltori è tanto, per un cacciatore è niente.
Inizialmente, nel periodo di agricoltura pluviale erano al cospe o della natura, per questo cacciavano e
raccoglievano ancora. Verso il 6mila a.C. in una ci à nella bassa Mesopotamia, abbiamo la prima società
idraulica secondo le nostre fon .

ELE

SOCIETÀ IDRAULICHE: come Egizi, Babilonesi, Sumeri, Mesopotamia, Valle dell’Indo, Cina
Tesi sostenuta da Karl Dithering in “Il dispo smo orientale” → le civiltà idrauliche avevano un proge o di
ingegneria sociale, nel senso che avevano una risorsa preziosa e fondamentale (acqua) da ripar re e ges re nei
minimi de agli, altrimen il sistema si inceppava, con conseguen cares e, mala e e solitamente anche
invasioni esterne → quindi secondo Dithering era necessario un despota (divisione della società in caste, con
gruppo dei sacerdo che presiedevano alla ripar zione dell’acqua) che controllasse la ripar zione di questa
risorsa strategica → tesi cri cata e superata, MA ha valenza storica
Es.: invasione dell’Egi o da parte degli Hyksos a seguito di anni di siccità che avevano indebolito e
impoverito la società
Per ges re l’acqua erano necessarie minuziose opere di canalizzazione, costruzione di dighe e navi, magazzinieri
per conservare il raccolto e solda per proteggerlo
Ripar zione e ges one di un bene fondamentale → collegamento con Stalin (ha fa o la stessa cosa ma con le
merci al posto dell’acqua)
Clima mite del Mediterraneo → si sviluppa una mentalità più razionale in quanto le stagioni sono piu osto
prevedibili, è fa bile piani care il futuro
Contrasto con mentalità fatalista di alcune civiltà orientali, gius cata dalla maggiore imprevedibilità
della natura
Toynbee: di erenza tra le religioni introver te ed estrover te
Estrover te: messaggio mondano, sono i tre grandi monoteismi → creazione è grande opera posi va,
prevale la mentalità razionale, tendenza dell’uomo a piani care, essere operoso
Introver te: prediligono la meditazione, la ricerca interiore, il mondo esterno è qualcosa di os le
Religioni orientali (induismo, buddhismo, taoismo ecc.) partono dal presupposto che la vita è illusione → velo di
Maya di Schopenhauer
Dio Shiva corteggia Maya, la quale gli sfugge e crea degli incantesimi che sono le cose belle che
distraggono e a rano l’individuo, distraendolo dalla ricerca interiore → il mondo è illusione, da qui ci si
libera a raverso la meditazione e le pra che spirituali, raggiungendo lo stato ideale di felicità e
completezza spirituale

6000 a.C:, bassa Mesopotamia → clima temperato che favorisce l’evoluzione e lo sviluppo tecnologico di alcune
popolazioni nel corso della storia
97/98% del patrimonio gene co umano in comune con il gorilla, lo scimpanzé e lo scimpanzé pigmeo
Il con nente in cui l’uomo muove i primi passi è l’Africa
Immagine: storia di quanto e come l’Homo Sapiens si sviluppa nel pianeta (tra i 5 e i 9 milioni di anni)
Scimmie antropomorfe si dividono in vari so ogruppi
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Circa 4 milioni di anni fa gli ominidi acquisiscono
l’andatura ere a, dopo circa 1,5 milioni di anni hanno
cervello e corporatura sviluppa
Homo Erectus → il primo ad essere uscito dall’Africa
(reperto archeologico: uomo di Giava 1,8 milioni di anni
fa)
Più o meno le stesse dimensioni dell’Homo sapiens,
ma cervello era la metà
2,5 milioni di anni fa: primi a rezzi rudimentali
800 000 di anni fa: scoperta del fuoco
Non conoscono a rezzi in osso né arte
Uomo di Neanderthal: pra cava il culto dei mor , curava i
mala , aveva un cervello più sviluppato (a livello di
volume) rispe o all’Homo Sapiens in questa fase
Cura dei mala è fondamentale, è sviluppo di solidarietà sociale
Limi dell’Homo Erectus e dell’Uomo di Neanderthal: non sapevano pescare, non sapevano cacciare animali
come bufali, gazzelle e cinghiali
50 000 anni fa: salto in avan dell’umanità: l’Homo Sapiens si accorge della bellezza, compaiono i primi
gioielli (conchiglie), diventa più frivolo e costruisce degli ogge che sono più funzionali e standardizza
→ tes monianze: Asia, Medio Oriente, Europa sud-ovest; uomo di Cro-Magnon; nasce l’arte (pi ure
rupestri, statuine, strumen musicali)
Ma perché questo improvviso sviluppo? Forse variazione gene ca nelle corde vocali → nasce il
linguaggio (ipotesi più ge onata) oppure variazione a livello cerebrale (non in volume, ma nella forma),
oppure cambiamento nasce da uno o più gruppi di ominidi
Superiorità tecnologica e culturale dell’Homo Sapiens Sapiens nisce per eliminare a raverso mala e e
soppressione sica l’uomo di Neanderthal che era stato per molto tempo padrone del regno animale, era un
cacciatore più abile dell’Homo Sapiens, MA era con nato in aree circoscri e fuori dalle quali diventava meno
e ciente → quando le due specie si incontrano l’uomo di Neanderthal comincia ad abbandonare par del
proprio territorio e si ri ra, nendo per es nguersi (anche se ci saranno degli accoppiamen tra le due specie)
In questo periodo tu i con nen vengono abita
AUSTRALIA
Occupazione dell’Australia → per raggiungerla bisognava passare per 8 stre
Ul ma glaciazione (110.000 anni fa, si conclude circa 11.000 anni fa): ne glaciazione innalzamento dei
mari di una qualche decina di metri → interi sistemi geogra ci prima uni ora sono separa → Australia
non era visibile dall’Indonesia, dobbiamo presupporre quindi che le imbarcazioni rudimentali dell’Homo
Sapiens fossero in grado di sostenere la traversata dall’Indonesia all’Australia (per vedere delle
imbarcazioni in grado di solcare il Mediterraneo l’uomo dovrà a endere altri 30.000 anni)
Oltre a navigazione, colonizzazione dell’Australia porta alla distruzione di massa dei mammiferi che la abitavano
Grandi mammiferi (elefan , leoni, gri, rinoceron ) che erano di usi anche in eurasia
es.: Moa e Dodo es n → simbolo del grande sterminio di massa a uato dagli uomini che arrivarono in
questo con nente
Esistevano anche canguri gigan , diprotodon , marsupiali carnivori, cinghiali gigan , grandi struzzi e
re li (lucertole, coccodrilli, serpen ) → tu stermina , ul mi scheletri risalgono al massimo 35.000
anni fa (forse per causa umana, forse per evento naturale catastro co, forse per mala a)

Limite dell’uomo di Neanderthal: rispe o alla grande colonizzazione dell’Homo Sapiens, l’uomo di Neanderthal
si spinge al massimo no a Kiev, non sapeva cucire ves per difendersi dal freddo
MESSICO
Abitato dalla popolazione Clovis → in meno di 1000 anni si spostano di 13.000 km raggiungendo la Patagonia →
movimento migratorio impressionante

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AFRICA
Perché in senso tecnologico lasciano ad altre civiltà il ruolo di guida?
Con nente ricco di risorse e culla dell’umanità
Risposte: prima teorie razziste (inferiorità gene ca ecc.), MA teoria che non regge

es.: Maori (Australia e Polinesia) → scoprono la navigazione quando arrivano in Australia


11.1835: Isole Chatham (a est della Nuova Zelanda) vengono invase da due navi con 500 Maori, i quali
a accarono la popolazione paci ca che abitava le isole (Moriori → stessa s rpe dei Maori, si erano
sposta dalla Nuova Zelanda circa 4 secoli prima) in quanto volevano renderli schiavi e derubarli delle
loro risorse
Moriori: popolazione paci ca di cacciatori-raccoglitori, non avevano mai fa o guerra con nessuno, con
una riunione decidono di o rire la loro collaborazione agli invasori (in quanto non erano in grado di
comba ere contro un popolo sviluppato quale era quello dei Maori), MA gli invasori distrussero i
villaggi e uccisero gli abitan
I Maori avevano scoperto dell’esistenza delle isole Chatham dall'equipaggio di una baleniera inglese che era
approdato sull’isola, ques avevano quindi raccontato ai Maori dell’esistenza di quest’isola piena di risorse e
abitata da un popolo paci co non in grado di difendersi
SPIEGAZIONE: i Maori “hanno sempre fa o così”, sono un popolo guerriero, tradizionalmente abituato a
comba ere per le risorse, sempre in guerra anche all’interno in quanto devono sopravvivere in un territorio
limitato con risorse limitate; i Moriori al contrario erano una popolazione paci ca e solidale al suo interno, MA
vivevano comunque in un territorio limitato, quindi a volte giungevano a castrare i neona
CONCLUSIONI: pur provenendo dalla stessa s rpe, ed avendo quindi lo stesso patrimonio gene co, i due gruppi
etnici hanno sviluppato un’organizzazione sociale opposta → è il confronto diale co con il territorio che prima
di ogni cosa modella e in uisce la stru ura socio-economica

POLINESIA: isole legate da rete di commerci, MA estremamente diverse dal punto di vista dell’organizzazione
socio-poli ca, dello sviluppo dell’agricoltura e degli strumen per la caccia; abitan della Polinesia non
conobbero la scri ura e nemmeno la metallurgia
Abitata dal 3500 a.C. in poi

Comunque uomo in generale ha impronta ambientale tendenzialmente invasiva e devastante → anche europei,
ad esempio, pochi decenni dopo la strage dei Maori fanno scoppiare WWI e WWII ecc. + stermini vari,
distruzione dell’ambiente (ad esempio disboscamento dell’Europa dopo la caduta dell’impero romano) e della
fauna

23.03.2021
MAGG

La rivoluzione dell’agricoltura (agricoltori vs cacciatori-raccoglitori)

Alla ne del Pleistocene a mano a mano che l’uomo si espande, la maggior parte dei grandi mammiferi della
Terra scompaiono; non si sa bene cosa sia successo, ci sono indizi che fanno pensare che questo sterminio sia
stato, dipendentemente o indipendentemente collegato alla con nua espansione dell’uomo. È possibile che ci
sia stata un’epidemia trasmessa, come sono state anche a nate le tecniche di caccia dell’uomo così gli animali
si trovarono a soccombere. Questo si deduce da alcuni esempi più precisi:
➔ I polinesiani si diedero all’agricoltura non prima di aver sterminato i moa e decimato le foche della
Nuova Zelanda
➔ I primi coloni che arrivarono sull’isola di Pasqua (probabilmente nel 500 d.C, erano polinesiani) si
portarono dietro alcune specie di vola li addomes cate ma non iniziarono a cibarsene prima di aver
sterminato tu e le specie selva che presen sull’isola.

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Ques sono da convergen che farebbero presupporre che è stata proprio questa a vità vessatoria, dovuta
all’avanzata inarrestabile degli umani a sterminare i grandi mammiferi presen sul nostro pianeta al tempo.
➔ Mezzaluna fer le (dove ci fu un grande avanzamento dell’agricoltura), qui ci fu lo sterminio delle
gazzelle locali, principale fonte di cibo nel luogo.
Si tra ava di popolazioni (quelle della mezzaluna e quelle che si espandono quando si ri rano i
ghiacci) che non avevano ancora la capacità tecnologica avanzata per col vare facilmente, in termini di
a rezzi, conoscenze del suolo e delle specie. Nonostante questo, impararono velocemente di fronte alla
scelta della sopravvivenza.
➔ Africa (uno sterminio come gli altri non si veri ca), dove ci sono due modelli antropologici:
• Popoli della giungla (Baka), stanno in una foresta ricca di varie specie di piante, tuberi, umi
pescosi etc. Un ambiente molto ricco di cibo. Quando nivano di sfru are un luogo, si
spostavano e magari tornavano l’anno successivo nello stesso punto e ricominciavano a
sfru are il territorio.
• Popoli della savana, pastori che sfru ano un pascolo, si spostano e ci tornano anche loro dopo
un anno.
Sono casi par colari perché l’africa è ed è sempre stata poco popolata dall’uomo e quindi c'erano
grandi spazi e luoghi in cui muoversi e trasferirsi.
Questa è anche data come possibile spiegazione dell’immobilità tecnologica delle popolazioni in Africa:
è probabile che sia stata proprio questa facilità nel trovare nuovo cibo e nuove risorse a non spingere
l’uomo a cercare altri luoghi al di fuori del con nente africano o altre tecniche, che invece si
svilupparono al di fuori del con nente.

Fa ori per la di usione dell’agricoltura:


1. sicuramente stata la progressiva penuria di risorse
2. è verosimile che il ri ro dei ghiacci abbia fa o circolare informazioni e abbia favorito la di usione e la
contaminazione delle specie cerealicole; da qui ci sarà la prima domes cazione del grano e dell’orzo
3. la tecnologia che dopo il (non ho capito la data, minuto 06:56) fa passi da gigante. Nella mezzaluna
fer le venne inventata la falce con la pietra di selce e il manico di legno o osso, vengono anche costrui
ces per trasportare il raccolto, pestelli, mole, metodi di essiccazione nuovi perché i semi non
germogliassero dopo essere raccol , silos so erranei, alcuni anche intonaca per preservarli
dall’umidità. Erano tecniche strategiche e fondamentali per la di usione dell’agricoltura.

Si può notare che dove si sviluppa maggiormente l’agricoltura, aumenta anche la popolazione; non si sa con
certezza perché, se sia una che s mola l’altra o viceversa (viene prima l’uovo o la gallina?). Si avvia però un ciclo
che si alimenterà da sé, l’agricoltura o re più calorie pro capite rispe o alla caccia.
Dopo il 10.000 a.C. si ha un processo generalizzato di aumento della popolazione che riguarda tu o il pianeta.
Inizialmente i contadini erano peggio nutri di cacciatori e raccoglitori, come si può dedurre dalla
con gurazione degli scheletri ritrova . Questo era dovuto al fa o che nelle comunità di agricoltori la
popolazione aumentava in numero maggiore, potenzialmente confermando che il ciclo alimentare dovuto
all’agricoltura era più e ciente: la forza del numero insieme alla tecnologia faranno si che gli agricoltori
estrome evano le popolazioni di raccoglitori e cacciatori; laddove ques non si integravano venivano caccia , a
volte si isolavano ma erano comunque des na a soccombere.
La popolazione di agricoltori avanza, me e a coltura nuovi terreni e occupano i territori di cacciatori e
raccoglitori, che quindi o si spostavano o si integravano e diventavano anch’essi agricoltori.
I cacciatori e i raccoglitori sopravvivranno solo in alcune aree prote e da par colari barriere
geogra che, i casi par colari sono:
● La costa californiana dove gli indiani erano prote dal deserto
● Il Khoisan in Sudafrica dove il clima di po mediterraneo ha impedito il di ondersi di colture eso che
pra cate dalle popolazioni vicine bantù
● Gli aborigeni in Australia separa dal mare dalle altre comunità indonesiane di agricoltori

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Ci fu una tendenza alla sedentarizzazione globale.
L'agricoltura è un prerequisito imprescindibile per lo sviluppo della tecnologia, per arrivare alle armi,
all’acciaio, alle mala e (libro di Diamond, 1997, “Armi, acciaio e mala e”), tre elemen che perme eranno
poi all’uomo europeo di espandersi nel resto del globo.
L’invenzione dell’agricoltura fu di portata epocale, che ci spiega gli equilibri e gli asse geopoli ci del mondo di
oggi, come anche mo va la supremazia tecnologica dell’Occidente o anche l’impronta enorme che l’uomo
contemporaneo lascia sull’ambiente.
Alcune popolazioni scoprirono l’agricoltura prima di altre: tempi diversi, modalità diverse sono decisive per
comprendere i diversi stadi di sviluppo del pianeta.
Tra le specie presen in natura soltanto un numero rido o è u le all’uomo, dire amente o indire amente,
nella biomassa dell’intero pianeta, quella u le all’uomo è un’eccezione.
Inevitabile superiorità militare degli agricoltori sugli altri.

L’agricoltura implica anche l’addomes cazione, che ha vari vantaggi:


- alimentare
- aumenta la produ vità agricola grazie al concime
- forza motrice

I cacciatori-raccoglitori erano nomadi o seminomadi; l’agricoltura favorì l’aumento della densità umana su
determina territori, il cibo ne fu la causa dire a, ma l’agricoltura in sé in uirà anche su cer modelli
comportamentali antropologici, ad esempio la fer lità. Rispe o ai cacciatori-raccoglitori c’erano più nascite,
fa o dovuto anche ai con nui spostamen dei nomadi, che non conoscendo ancora la domes cazione degli
animali dovevano caricarsi averi e gli in spalla per muoversi; questo richiedeva perciò che per fare un secondo
glio il primo fosse già capace di muoversi autonomamente. In queste comunità nasceva un glio ogni 4 anni.
Per gli agricoltori invece i gli rappresentavano forza lavoro, qui nasceva un glio ogni due anni. Gli agricoltori
disponevano di un surplus alimentare che poteva essere messo da parte per il futuro, mentre il nomade che
doveva spostarsi non poteva fare ciò.
Ques fa ori favoriscono la nascita di un ceto più produ vo di burocra , che ges scono la
distribuzione; di solda che controllano i deposi dove veniva contenuto il cibo; ci saranno poi anche gli
armaioli per le armi; gli scribi e gli intelle uali etc.
I nomadi non conoscono questa complessità del potere e nemmeno la scri ura. La tecnica degli agricoltori
progredisce in ogni campo in cui potevano me ere nuova forza e aumentare il numero.
Es: i conquistadores spagnoli avevano alle spalle una stru ura statale che aveva compiuto varie ricerche
sul luogo, sulla ora e la fauna, sulla morfologia della costa etc.
Al contrario delle popolazioni amerindie che non conoscevano la scri ura, o gli Inca di Atahualpa (tredicesimo e
ul mo sovrano dell’impero Inca) che non sapevano niente di niente sugli spagnoli. La conquista spagnola di
Panama iniziò nel 1510, lo sbarco di Pizarro in Perù avvenne nel 1527. In ques 17 anni Atahualpa non era
riuscito a scoprire nulla sui suoi prossimi nemici che nel fra empo avevano scon o due grandi popolazioni
dell’America centrale come i Maya e gli Aztechi.
Pizarro ado ò la stessa tecnica che aveva u lizzato Cortès, scon ggendo un impero numericamente più forte.
Con 168 cavalieri con armatura, armi di ferro e bardature sui cavalli (animali mai vis in America).
Carl Schmi : la conquista avviene quando il predatore conosce la preda meglio di quanto la preda conosca se
stessa.
Un esercito permanente, armato e addestrato era una cosa sconosciuta agli amerindi che erano cacciatori e
raccoglitori.
I britannici quando invasero la Nuova Zelanda (dal 1840 in poi) inizialmente furono scon dai maori
che erano piu osto agguerri ; nel medio periodo però non erano in grado di mantenere in campo un esercito
permanente, di rifornirlo e allo stesso tempo con nuare con le a vità necessarie per la loro vita, al contrario
degli inglesi.
Il surplus di cibo e un sistema di tassazione adeguato perme eva alle comunità di agricoltori di avere un
esercito specializzato e permanente.
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Quando le popolazioni si sedentarizzarono apparirono altre colture che servono all’uomo indire amente come
lino, canapa e cotone.

Altro aspe o fondamentale fu la domes cazione degli animali, no al XIX secolo inoltrato gli animali
rappresentavano il principale mezzo di trasporto per l’uomo.
Questo fu un altro evento rivoluzionario, che si può inserire all’interno di questa grande rivoluzione agricolo-
tecnologica.
Cavalli, camelidi, lama rispe vamente in Eurasia, Medio Oriente e America La na.
Gli animali diventarono importan anche nella guerra. Maya, Aztechi e Inca non avevano mai visto i cavalli; le
ba aglie decisive furono comba ute da poche cen naia di cavalieri spagnoli contro decine di migliaia di solda
appieda amerindi, che nirono massacra .
Gli animali venivano u lizza anche come mezzo da ro per l’agricoltura ma anche per il carro da guerra,
grande invenzione bellica.
L’invenzione della sella e dei nimen furono altre anto importan .
La cavalleria perderà gran parte del suo peso ta co solo con l’invenzione della polvere da sparo.

Agen patogeni, fecero la propria comparsa nelle comunità agricole a causa della presenza degli animali:
vaiolo, morbillo, in uenza sono tu e mutazioni di virus che avevano colpito gli animali e che poi compirono lo
spillover, cioè il salto di specie.
I pastori furono le prime vi me e così i primi a sviluppare l’immunità prima di altre civiltà, fa ore decisivo per
la conquista degli europei di America, Polinesia, Australia e Sudafrica.

Recap: L’agricoltura produce surplus di cibo, forme di potere complesse e centralizzate, società stra cate e
densità di popolazione superiore. Tu ques fa ori contribuirono all’espansione geogra ca delle comunità di
agricoltori a discapito di cacciatori e raccoglitori.
Il progresso inizia con l’agricoltura e questo spiega perché innovazioni come l’acciaio o i libri apparvero
prima in Eurasia che altrove. L’uso militare di cammelli e cavalli, come anche i virus proveniente dagli animali,
sono due anelli che legano l’agricoltura all’espansione militare.

Come mai alcune terre fer lissime non sono mai state col vate?
Esempio della California, terra fer le abitata da cacciatori e raccoglitori no all’arrivo degli europei; o
delle pampas (vaste pianure fer li) dell’Argen na; o il Sudafrica.
Nel 4000 a.C., dopo millenni dall’invenzione dell’agricoltura, alcuni territori erano ancora incol o privi
di animali domes ci, pur essendo fer li. Come tu o il Nord America, le isole britanniche, la Francia, l’Indonesia
e l’Africa subequatoriale.
E come mai i luoghi dove nacque inizialmente l’agricoltura oggi non vengono quasi più u lizza per
essa? Luoghi come l’Iraq, l’Iran, il Messico, le Ande, il Sahel.
Le no zie che abbiamo a disposizione derivano dalle analisi al carbonio dei reper archeologici.

Immagine: mostra i primi si in cui si di use


l’agricoltura.

Mezzaluna fer le e Cina furono i due poli


originari più an chi.
Negli altri luoghi si è sviluppata da sola
o per di usione? Sono vere entrambe le
ipotesi, dipende da luogo a luogo e da specie
a specie.

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Hobbes: “La vita dei nomadi è disgustosa, breve e brutale.”

Il passaggio da un modello antropologico ad un altro è sempre lento e graduale, così fu anche per il passaggio
dalla caccia all’agricoltura.
È probabile quindi che i cacciatori e raccoglitori iniziarono a col vare per avere una scorta in caso di penuria,
come una riserva alimentare; manutenzionavano anche i corsi d’acqua per favorire la crescita di certe piante,
curavano i pascoli etc. (agricoltura pluviale).

4 fa ori (probabilmente che favoriscono lo sviluppo dell’agricoltura):


- carenza di risorse animali
- abbondanza di quelle vegetali con la ne della glaciazione
- scomparsa di mol mammiferi con la ne del Pleistocene (per mutazioni clima che, mala e e per
l’espansione dell’uomo)
- aumento della densità demogra ca (non si sa quale sia la causa e l’e e o)
- gli agricoltori erano più organizza militarmente (erano 4 fa ori ma dice chiaramente “il quinto punto”,
boh)

Come è stata possibile la domes cazione di una pianta, visto che la maggior parte di esse non è commes bile o
u le all’uomo?
“Avete mai immaginato per un momento di essere una pianta?” (cit. Scaini)
Sembra che le piante abbiano la vocazione della riproduzione, come tu e le specie viven , quella che Nietzsche
avrebbe chiamato la “volontà di potenza”.
Le piante, a nché il loro seme si disperda, hanno bisogno di un passaggio intermedio; per questo ada ano il
loro seme perché possa essere trasportato dal vento, o si adeguano per a rare un animale che traspor
involontariamente il seme per loro (excursus su vari esempi di trasportazione dei semi: uccelli, animali, feci,
umani, tappe . E su fru grossi e colora che a rano e seducono animali e uomini).
Selezione dell’uomo dei fru e semi migliori (semplicemente a raverso la selezione si può giungere a
fru più grandi, più belli, a bre più resisten etc.), mutazioni gene che (per rendere una mandorla non
velenosa, una spiga di grano che non si scuote e non perde i semi per terra) , spostamen di specie da luoghi di
origine ad altri. L’opera dell’uomo si vede anche nelle colture non commes bili, come nel lino, col vato dal
7000 a.C. in poi, o il cotone; oggi hanno bre più lunghe, pelose e resisten di quelle dei nostri antena .

Schema camente ci sono 3 fasi nella storia dell’agricoltura:


1. Intorno al 10.000 a.C. ––> Col vazione di grano, orzo e piselli: tu e e tre derivano da varietà selva che
già commes bili; erano facilmente trasportabili; i semi potevano essere pianta dopo mesi; veloci
tempi di crescita. Bastarono una o due variazioni gene che perché diventassero commes bili e
col vabili.
2. Intorno al 4000 a.C. ––> Si addomes carono le prime varietà da fru o come olive, melograni, uva, chi
e da eri. Molta società che erano già organizzate si me ono a piani care per il futuro poiché sono
alberi che richiedono anni per crescere, sebbene sia facili da col vare. Da questo si può dedurre che gli
uomini erano già sedentarizza da qualche secolo, se non millennio.
3. Dopo il 1000 a.C. ––> Compaiono le varietà più di cili come prugne, ciliegie, pere e mele. Specie che
richiedono la tecnica dell’innesto, di cile, che richiede competenze e che non può essere scoperta per
caso.
Progressione pica della mezzaluna fer le, ma che si può estendere ad altre la tudini magari con leggere
modi che e tempi diversi.
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Le piante prevalen erano cereali e legumi; in Africa e Sudamerica prevalevano tuberi e radici po
patate, manioca. In Sudamerica non esistevano animali da ro, perciò gli amerindi erano costre ad arare il
terreno con speciali bastoni e zappe, fare poi buche, piantare il seme e poi aspe are la pioggia. Nella
Mezzaluna fer le e in Cina invece, dove esistevano animali da ro (buoi, cavalli, yak) il terreno veniva arato e i
semi venivano sparsi per aspersione, a manciate.

Come mai lacune popolazione si dedicano all’agricoltura e all’innovazione tecnologica e altre no?
→ Una spiegazione possibile è che ci siano persone e popolazioni più intraprenden di altri, rifacendosi
quindi a una ques one biologica (rimandando quindi a ques oni di “razza”).

Le specie di piante che conosciamo sono circa 200.000 (e non conosciamo tu e le specie presen sulla terra) e
pochissime sono e e vamente u li dire amente o indire amente all’uomo. Alla ne sono solo una dozzina
quelle che o rono l’80% del raccolto annuo della Terra: 5 cereali (grano, mais, riso, orzo e sorgo), 1 legume
(soia), 3 tuberi (patata, manioca e patata dolce), 2 piante zuccherine (barbabietola e canna da zucchero) e
in ne una pianta da fru o (banana). I cereali contribuiscono da soli a più della metà delle calorie totali.
Nella società moderna non è stata scoperta alcuna pianta nuova commes bile, segno che probabilmente
l’uomo ha sfru ato appieno le possibilità o erte dalla natura.
→ Con un numero di piante così rido o è quindi possibile e probabile che in alcune zone del pianeta
mancasse la materia prima (cioè la pianta commes bile) che perme esse il passaggio all’agricoltura. Bisogna
anche valutare poi se per una comunità di cacciatori-raccoglitori l’agricoltura fosse e e vamente più
conveniente. Nella Mezzaluna fer le le piante commes bili erano già molto sviluppate e numerose quando
selva che, grazie al clima mite mediterraneo, rendendo così facile il lavoro degli uomini.

25.03.2021

LEO

La gran parte delle specie vegetali, sono de nite ermafrodite su cien , la loro riproduzione dipende dagli
individui della stessa specie e ogni mutazione gene ca si perde, solitamente, nella generazione successiva. Le
piante col vate, invece, sono cosidde e ermafrodite su cien che si propagano in modo asessuato, le 8 specie
indo-orientali di cui abbiamo parlato l’altra volta, sono tu e ermafrodite su cien a volte possono essere fa e
da altri individui e questo provoca la nascita di un’altra specie. Una di queste è il grano tenero, diventato nei
corsi dei secoli e dei millenni, la specie più importante al mondo. Ci sono certe aree del pianeta che
propongono un clima simile a quello mediterraneo, una di queste è l’Europa meridionale, un’altra è la
mezzaluna fer le, certe aree del Cile, la California centro-meridionale, certe aree del Sudafrica.

La Mezzaluna fer le è, inoltre, cara erizzata da una morfologia geogra camente complessa:

- ci sono mon che arrivano a 5mila metri di altezza

- deser

- pianure con umi importan

- aree collinari

- l’estensione della regione è tale da perme ere una con nuità territoriale

questo ha favorito la varietà biologica, gli agricoltori potevano perme ersi di col vare semi ad al tudini diverse
e a mano a mano che le piante maturavano potevano salire di quota e occuparsi di altre cose. In altre regioni
invece la semina e il raccolto dovevano concentrarsi in pochi mesi all’anno, quindi quando il clima era

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opportuno e con tu i rischi connessi, le avversità metereologiche tu e. Quindi la varietà biologica, il clima,
l’estensione territoriale hanno favorito il conta o tra i popoli.

Esempio: consideriamo alcune delle specie animali addomes cate, parlando sempre della Mezzaluna fer le, il
maiale proveniva dal Nord, la Capra proveniva dai mon Zagros, il bue proveniva dall’Anatolia. La vicinanza di
ques animali, in queste aree favorì il conta o e l’espandersi dell’u lizzo di ques animali. Di cilmente si
trovano queste condizioni tu e, in un unico territorio. In queste condizioni la caccia diventava meno reddi zia e
così anche la pesca, quindi no fauna ricca delle foreste tropicali.

Nel 2mila a.C. non esistevano piante o animali che possiamo de nire addomes ca , 3mila anni più tardi c’erano
già delle civiltà che erano sedentarizzate, in Sud-America c’erano soltanto due animali domes ci, il tacchino e il
cane e un solo cereale, il mais, con apporto proteico limitato e di cile da col vare, c’erano però grandi foreste
e grandi umi da sfru are, lo sviluppo fu quindi inevitabilmente più lento. Le prime specie addomes cate in
questa regione, risalgono al 3500 a.C., le prime civiltà sedentarie al 1500 a.C.

Altro passo importante è la domes cazione degli animali, similmente alle piante. Solo recentemente si sono
aggiunte le specie marine, quando sono arriva gli acquari.

Addomes care = far nascere degli individui di una specie in ca vità o semi ca vità e selezionarli in base alle
esigenze di chi li alleva.

Alcune specie sono infa state rido e di dimensioni, pecore, buoi, maiali. Altre sono state modi cate in altro
modo, capre da cashmere con più pelo.

La di usione di animali non era omogenea nel mondo.

ESEMPI: Australia, Nord America e Africa Subsahariana non avevano nessuno degli animali addomes ca del
gra co, mentre invece in Sud America c’era un solo animale che ha poi dato origine al Lama e all’Alpaca.

Si capisce quindi come la disomogeneità abbia in uito anche sullo sviluppo della regione. Inoltre, l’agricoltura
diventava un’a vità secondaria per i territori aven territori ricchi di fauna, se però compariamo questa
spiegazione con i da che ci dicono che alcuni territori aven ricca fauna si siano comunque destreggia nella
domes cazione, perde signi cato.

Esempio: i Bantu nell’area sud-sahariana dell’Africa centrale, quando cominciarono con la domes cazione di
buoi e pecore, si estesero anche verso le popolazioni di cacciatori; l’arrivo del cavallo in Africa Occidentale è
dato dalla nascita di regni guerrieri che si imposero sui regni vicini, se l’espansione in Africa del cavallo non
fosse stata bloccata da una mala a che lo riguardava, la storia del con nente forse sarebbe stata diversa da
quella a uale. Altrove la cosa è andata diversamente; l’origine del Mustang, il cavallo degli indiani, delle

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praterie Nord-Americane, no all’arrivo degli europei il cavallo non esisteva, il cavallo che cavalcavano gli Indiani
era un animale fuggito ai bianchi nelle praterie che poi fu ca urato dai na vi nel 600 circa, gli indiani
impararono a cavalcare in meno di una generazione, tra le popolazioni indigene, infa , furono quella che durò
di più rispe o all’invasione dei bianchi.

Non c’è quindi una predisposizione di un popolo verso la domes cazione rispe o ad un altro.

Gli ainu (popolazione di usanze completamente diverse rispe o agli altri giapponesi, si dice fossero i veri
abitan del Giappone, i primi) giapponesi ca urano cuccioli di orso per poi ucciderli e mangiarli quando poi
crescevano e diventavano pericolosi:

In Kazakistan e in Mongolia cacciano le aquile n dai tempi più an chi:

Il conta o con gli animali sembra sia insito negli uomini anche quando questo diventa pericoloso.

L’uomo ha sempre addomes cato anche animali che sono considera (e sono in realtà) pericolosi.

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Durante il Medioevo gli animali più importan sono già addomes ca (tranne i conigli, alcuni crice o topi da
laboratorio) ma si tra a di animali che avevano poca importanza rispe o a quelli di cui sopra. Gli Europei hanno
cercato di addomes care cervi, bison , felini, ma senza risultato. Altre volte invece, come con il rinoceronte,
sono state “addomes cate” nel senso di scelte e modi cate in base alle volontà dell’uomo, ma solo per evitarne
l’es nzione. Tan animali, fuori dal proprio habitat, si ammalano e muoiono, altri invece sono economicamente
fuori discussione: un elefante ci me e 15 anni prima di diventare adulto, economicamente non è conveniente,
è più facile ca urarne uno ogni tanto; altre specie come il ghepardo, è di cile farli accoppiare in ca vità, il
primo ghepardo nato in ca vità risale al 1960, i ghepardi in natura inseguono la femmina per giorni,
necessitano quindi di grandi spazi e hanno un rituale di corteggiamento complicato che sembra s molare
l’ovulazione, se chiusi in gabbia sembra che il sesso non sia più di suo interesse.

Il conta o con gli animali, fra l’altro è pericoloso, gli animali che uccidono più uomini nel corso dell’anno per
inciden (non per mala e po pipistrelli, zanzare ecc.):

- cavalli

- maiali

- buoi

- cammelli

- cani

tu gli animali che sono domes ci, infa questo è dovuto al conta o con essi, gli inciden che si veri chino
dipende dal fa o che durante l’anno si passi molto tempo con queste specie, è molto più facile prendere un
calcio da un cavallo che un morso da uno squalo.

Questo Bufalo Africano, sarebbe stato un o mo bovino da allevare, pesa più della mucca (più carne) e non ha
una dieta di cile da mantenere, ma quando viene costre o in ca vità, rischia di impazzire e diventa
pericoloso, lo stesso per l’ippopotamo, vegetariano, ma in Africa è uno degli animali che più uccide.

Prendiamo gli equini, Rock Drill, faceva trainare la sua carrozza dalle zebre, per la sua esuberanza, in mol ci
avevano già provato, ma nessuno ci era mai riuscito, perché è di cile da ca urare al lazo e quando morde non
molla la presa, negli zoo americani sono la specie che più crea ferite nei guardiani degli zoo, più dei felini.

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Gli an chi mesopotamici cercarono per secoli di allevare le gazzelle, ma se chiuse in un recinto, morivano di
paura. Inoltre, molte specie di animali hanno una loro gerarchia.

Esempio: i cavalli, nel gruppo c’è uno stallone, molte femmine, tra cui una dominante, la giumenta e poi ci sono
i cuccioli, la giumenta sta in testa al branco e lo stallone in fondo, per proteggerlo, un po’ lo stesso meccanismo
che usano i lupi e i gorilla. In questo schema l’uomo può inserirsi, nel senso che i piccoli in ca vità vedono
nell’uomo la femmina dominante, si tra a di un errore di imprin ng in un certo senso; mentre i cervi hanno
una stru ura ben de nita, riconoscono is n vamente un capo dominante.

In conclusione, l’Asia per tu e queste cose, ospitava la maggior parte di specie addomes cabili.

Altra parte importante è la bise rice di di usione che fece aumentare la compe zione fra le comunità che
vivevano nello stesso territorio:

In Cina si fece la muraglia cinese per proteggersi dalle popolazioni straniere, provocando un cambio di bise rice
di quei popoli. Non è un caso che gli Unni poi si a acciarono verso l’Impero Romano. Tornando alle bise rici, in
America la di usione è più lenta di quella dell’Eurasia: da Nord a Sud, la di usione è di circa 0,8 chilometri
annui dal Messico al Sud ovest degli Sta Uni ; meno di 0,5 chilometri annui per l’arrivo verso la costa
orientale; 0,3 per il passaggio di un animale come il Lama dal Perù all’Ecuador. In epoca precolombiana nessuno
dei due animali addomes cabili americani (alpaca e lama), arrivò in Meso-America, invece quasi tu e le specie
della Mesopotamia raggiunsero l’Europa e la valle dell’Indo.

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Notevole di erenza tra bise rice ver cale e orizzontale → Dovuta a un fa ore clima co

Immagine: mostra la velocità per cui le colture principali si espandono dalla Mezzaluna fer le verso l’Europa.

Le località alla stessa la tudine hanno tu e più o meno la


stessa durata del giorno (inteso come ore di luce),
escursione termica simile, precipitazioni simili.
Italia meridionale, Iran se entrionale e Giappone sono
tu e sulla stessa la tudine e una pianta in ques luoghi
seguirà le sue istruzioni gene che innate.
Per le capacità di ada amento delle piante e degli animali
a diverse la tudini è più facile che la di usione avvenga in
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un clima simile, quindi lungo la bise rice orizzontale. Questo perché sia le piante che gli animali se sposta di
colpo in un clima a loro sconosciuto, che magari ha giorni più lunghi e quindi più sole, temperature più alte o
viceversa, si trovano in di coltà, l’organismo farebbe fa ca, rendendo così più fa cosa la riproduzione e perciò
rallentando la di usione. Anche l’uomo subisce ques e e : una persona che vive in Finlandia, se dovesse
andare in Africa so rirebbe molto il caldo e potrebbe avere anche dei disagi sici, almeno inizialmente.

Alcune colture egiziane arrivarono facilmente in E opia, e lì si fermarono per millenni prima di giungere
no al Sudafrica dove il clima è mediterraneo. I cavalli non riuscirono mai a oltrepassare l’equatore. Capre,
pecore e buoi rimasero con na per oltre duemila anni nella pianura del Serenge in Africa orientale.
Tra gli altopiani del Messico e dell'Ecuador ci sono all’incirca 2000 km, la stessa distanza che c’è tra la
Mesopotamia e i Balcani che però hanno climi equiparabili, molto simili. L’agricoltura ci mise circa 2000 anni per
arrivare no ai Balcani, mentre in Sudamerica tu e le specie allevate e col vate sulle Ande per giungere sulle
alture messicane avrebbero dovuto a raversare migliaia di chilometri di pianure tropicali in America centrale.
Per millenni Maya, Aztechi, Olmechi etc. non ebbero animali e privi di mammiferi di grossa taglia,
escluso il cane.
In Eurasia, sebbene in misura minore, se ci si so erma sulla bise rice Nord-Sud, si può osservare la
stessa cosa. In Cina alcune specie rimasero a lungo col vate in determinate aree speci che; la di usione di
alcune specie dal Pakistan all’India fu molto di cile, vista la presenza del deserto del Rajasthan (nord-ovest
dell’India) in mezzo. L’India con il suo clima monsonico sarebbe comunque stata molto os le all’eventuale
di usione di molte specie.
L’agricoltura in Mongolia è stata introdo a solo recentemente, nonostante i mongoli e i cinesi abbiano
avuto mol scambi di informazioni, idee, merci, armi etc.
Armi e corazze migliori, governo più complesso che perme e di organizzare meglio la guerra più espansiva.

Mala e ed epidemie
Il conta o prolungato e regolare con gli animali domes ci è all’origine di mala e, oggi gli animali domes ci,
almeno in Occidente, sono tu controlla dal punto di vista sanitario. Nonostante questo, qualche mala a la
trasme ono lo stesso all’uomo, niente di pericoloso, solo piccoli disturbi.
Le peggiori mala e dell’umanità, come peste, vaiolo, malaria, lebbra, in uenza, tubercolosi, morbillo, fo,
colera, covid-19 sono tu e trasmesse da animali.
Tabella che indica la provenienza di alcuna tra le mala e più famose e pericolose che hanno colpito l’umanità:
Morbillo Buoi
Tubercolosi Buoi
Vaiolo Buoi
In uenza Maiali e anatra
Pertosse Maiali e cani
Malaria Zanzare (forse polli e anatre)

In diverse par del mondo alcune mala e sono ancora una piaga.
Nelle guerre le mala e giocarono un ruolo fondamentale, mietendo vi me più degli eserci ; questo perché
mol popoli, non essendo mai sta a conta o con mol animali, non avevano mai sviluppato le difese
immunitarie necessarie, so rendo quindi il conta o con popoli nuovi e diversi. In sudamerica si calcola che il
95% della popolazione venne sterminata dalle mala e portate dagli spagnoli.
I virus e ba eri cercano anche loro sempre una possibilità per riprodursi e mol plicarsi, la morte dell’organismo
ospitante è solo un e e o incidentale, non voluto dal virus che non riesce a prevedere questo risultato.
Le mala e in uenzavano la discendenza gene ca dell’uomo, perché ad esempio chi sopravviveva alla peste poi
trasme eva i suoi geni, che avevano già a rontato la mala a, alle generazioni successive, dando più possibilità
di sopravvivere ai discenden .

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Perché l’agricoltura favorisce le epidemie?
I cacciatori sono nomadi, quindi abbandonano spesso il loro accampamento e di conseguenza hanno un
conta o limitato con le feci e residui organici degli animali che sono i potenziali ve ori della mala a. Gli
agricoltori dell’an chità avevano una densità di popolazione no a 10 volte superiore rispe o a quella dei
cacciatori-raccoglitori.
L’Impero Romano aveva una grande rete di strade, pensate principalmente per lo spostamento delle truppe
militari; queste però aumentarono anche la circolazione delle persone e quindi la velocità di di usione delle
mala e contagiose.
Tra il 165 d.C. e il 180 d.C. il vaiolo giunse Roma dopo essersi di uso in vaste aree dell’impero,
uccidendo milioni di ci adini romani. La peste arrivò nell’Impero Romano nel 542-543 so o Gius niano. Nel
1346 ci fu la più famosa e grande epidemia di peste che ridusse del 25% la popolazione europea. In questa
epidemia la peste ci mise circa 7-8 anni per arrivare dalla Crimea no in Europa, forse anche di più. Le uniche
fon che abbiamo sono quelle di viaggiatori che erano anda nel luogo e avevano visto questa piaga.
Al giorno d’oggi ci sono gli aerei che sono più veloci del normale decorso e di usione di un’epidemia. Nel 1991
un aereo argen no trasportò a 4800 km di distanza, a Los Angeles, in poche ore, decine di persone che avevano
il colera.

Queste mala e nascono con le società a ollate che creano le condizioni ideali per la propagazione, ma da che
cosa sono provocate in origine? Gli animali erano inizialmente portatori di microbi che poi hanno fa o il salto di
specie. Se ad esempio la mala a era presente in branchi isola di animali, la mala a non aveva ve ori per
di ondersi e quindi niva per “spegnersi”. Con gli allevamen il salto di specie diventa possibile e sopra u o
molto probabile, tanto che lo possiamo calcolare sta s camente con buona approssimazione.
Al momento sono state censite circa 30 varian del covid-19 presen negli animali, se dovessero fare il salto di
specie sarebbero pericolose, così come tante altre mala e che ci sono negli animali.
Altro problema che avrebbe portata epocale “biblica”: nel permafrost in Siberia, che si sta riscaldando, sono
intrappola da millenni dei virus preistorici, alcune che magari ci sono anche sconosciu ; se dovessero liberarsi
l’umanità si troverebbe in di coltà.

La storia della medicina è piena di casi di mala e che compaiono e scompaiono quasi misteriosamente senza
che l’uomo riesca a comprendere il mo vo (sia dell’apparizione, che della scomparsa). A volte mutano e
diventano meno pericolosi, a volte invece mutano e possono diventare più contagiosi o più pericolosi.
Nel 1950 in Australia fu deliberatamente importato dall’Europa il virus della mixomatosi che a igge i
conigli, per ridurre la popolazione. Il virus poi era mutato e diventò meno e cace per ciò che voleva l’uomo,
poiché tendeva a mantenere in vita il più a lungo possibile l’organismo ospitante.
In Sudamerica, di 20 milioni di indios presen all’inizio della colonizzazione, nel 1618 ne erano rimas
poco più di un milione e mezzo. Gli Aztechi avrebbero potuto organizzare una resistenza con una guerriglia
asimmetrica (cioè con forze diverse, sarebbero sta più numerosi degli spagnoli) ma le varie epidemie
demoralizzarono l’intera popolazione a organizzarsi. Nella conquista spagnola le mala e si erano di use
a raverso indigeni della costa che avevano avuto conta con gli spagnoli.
Bartolomé de Las Casas condanna la poli ca di Colombo, si impegnò a lungo per difendere gli indios,
reclamando per loro libertà e pari diri rispe o ai coloni. (Scaini: Visto che ormai la popolazione amerinda si è
per la gran parte conver ta al cris anesimo, adesso bisogna spostarsi e conver re altra gente: gli africani, da
qui poi inizio tra a degli schiavi. – Facendo un po’ di ricerche: Las Casas propose nell’ambito di un proge o di
riforma delle colonie nel nuovo mondo, l’importazione di schiavi neri che fornissero la manodopera necessaria.
Proposta scaturita da impressioni e informazioni errate secondo cui le popolazioni africane erano asservite
all’Islam. Più o meno come Scaini, ma ho cercato di spiegare meglio).
All’epoca di ques fa , in Sudamerica esistevano più di una ci à grandi e operose; quando poi arrivarono i
francesi, meno di un secolo dopo, molte ci à come quella di Mississippi (?) erano quasi scomparse.
Al giorno d’oggi nelle Americhe ci sono circa 5 milioni di discenden da indigeni (da 20 mln presen prima della
scoperta).

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Perchè in America non si sono sviluppate mala e simili a quelle presen in Europa?
a. Le civiltà andine, messicane e del nord America non vennero mai in conta o tra loro. In Eurasia la
contaminazione era iniziata secoli prima, si può de nire come inizio la costruzione delle strade romane
che erano le principali arterie di di usione.
b. In America c’erano pochi animali addomes ca e ancora meno addomes cabili: lama sulle Ande,
tacchino in Messico, cane un po’ ovunque e qualche cavia qua e là. È strano che nulla sia arrivato dal
lama, molto simile ai quadrupedi eurasia ci; d’altronde nelle Americhe non si beveva il la e degli
animali perché non ce ne erano alcuni che lo producevano, per questo non venivano rinchiusi in stalle e
quindi non si stava a stre o conta o con essi, con le loro feci etc.

La popolazione di 8 milioni circa dell’isola di Hai scomparve entro il 1535.


Il morbillo fu portato alle Fiji nel 1885 da un capo locale di ritorno dall’Australia e ridusse la popolazione del
25% in pochi anni.
Si lide, gonorrea e tubercolosi furono portate tu e e tre dal capitano Cook in Polinesia nel 1779 e nel 1804
arrivò il fo.
La popolazione delle Hawaii si ridusse di circa mezzo milione tra il 1779 e il 1853 in cui erano rimas poco più di
80mila individui, in quell’anno arrivò anche il vaiolo che uccise altre 10mila persone.

America e Oceania non riservarono sorprese spiacevoli all’Europa, ma l’Africa, l’Asia tropicale e il sud-est
asia co e la Nuova Guinea sì. Mala e come la malaria, il colera del sud-est asia co, la febbre gialla in Africa, la
peste.

La superiorità tecnologica di civiltà che pra cavano l’agricoltura da millenni favorì l’espansione militare degli
europei negli altri con nen e indire amente l'agricoltura grazie, o a causa, della convivenza eurasia ca con gli
animali domes ci fu all’origine della domes cazione di un sistema u lizzato dagli europei che gli permise
ancora più rapidamente di conquistare civiltà millenarie e più densamente popolate.

Se ci so ermiamo sull’epoca moderna, no amo che le invenzioni principali e più rivoluzionarie arrivano
dall’Occidente. Alcune teorie spiegano questa tendenza dicendo che gli europei erano più crea vi degli altri
popoli, rifacendosi ancora una volta al fa ore gene co (di “razza”). Al momento non esiste, e probabilmente
non ci sarà mai, uno studio comparato che associ civiltà con diverse capacità tecnologiche in uno stesso
ambiente clima co e naturale.

In passato altri popoli sono sta egemoni nel corso della storia dell’umanità. L’egemonia è un conce o
gramsciano.

ELE

GRAMSCI: essere egemoni signi ca essere in grado di trasformare i problemi di poli ca interna nei problemi di
poli ca internazionale di tu o il mondo (es.: a entato dell’11.09.2001 → altri esempi per capire: maglione
indossato dal principe, Gianni Agnelli → c’è il tenta vo di imitare lo s le della classe egemone, la quale fa “un
po’ paura” e contemporaneamente esercita un fascino che crea consenso)
Idea della cultura egemone → pervade la società de ando quelli che sono i lm da vedere, i ves da
portare, il cibo da mangiare ecc.
Susseguirsi di popoli egemoni nel corso della storia:
1. Arabi: medioevo, per diversi secoli, mentre l’Europa era ancora ripiegata in mondo di oscurità e paura
→ traducono le opere di loso greci, inventano la trigonometria, l’algebra, perfezionano metallurgia, il
mulino a vento, l’astronomia, le tecniche di irrigazione, importano carta e polvere da sparo (inventate in
Cina); ora alcune società arabe sono invece conservatrici e avverse all’innovazione
2. Cina: dopo un secolo di chiusura e letargo ora è all’avanguardia per il progresso tecnologico; no agli
inizi del 1500 infa era società egemone e sviluppata, era il perno del commercio mondiale, era la terra
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d’origine di invenzioni come la ghisa, le chiuse dei canali, la bussola magne ca, la porcellana (imitata in
Europa solo agli inizi del ‘700), la stampa, il mone, la carriola; poi minaccia dei popoli nomadi

Ogni civiltà ha un diverso grado di apertura verso il cambiamento, a raverso due esempi possiamo notare come
popolazioni esposte allo stesso po di fenomeno abbiano reagito in modo diverso/opposto:
● Navajo (America): con l’arrivo degli europei ado arono per primi le tecniche agricole europee, mentre
altre tribù vicine a loro le respinsero
● Igbo (Africa): con l’arrivo degli europei si espansero a scapito di altre popolazioni vicine di cacciatori e
raccoglitori

Osservando la reazione dell’umanità in seguito alle invenzioni fortemente incisive sulla sua storia no amo due
modalità prevalen di di usione delle invenzioni stesse:
1. Solitamente l’invenzione viene esportata/imitata dalle popolazioni limitrofe
2. Ri uto completo dell’innovazione da parte di una società refra aria/conservatrice, MA se l’invenzione
in ques one si rivela decisiva per il progresso, il popolo refra ario nisce per soccombere, venendo poi
o assorbito o annientato dal popolo più progressista
○ Regola comune per civiltà che ri utano le innovazioni tecnologiche: civiltà/popolazioni che
potevano perme ersi di rimanere isolate o per la presenza di una barriera geogra ca o perché
le risorse territoriali interne (es.: Cina) perme evano loro di sopravvivere, o addiri ura di
evitare, con l’introduzione di innovazioni, dei sovver men
Ponendo quindi ai due estremi le società umane, dovremmo porre da un lato le società più isolate (es.
Tasmania, isolata per secoli), dall’altra società che assimilano ed elaborano invenzioni altrui, come gli Arabi nel
Medioevo

Importanza dei contes culturali → 1543: due avventurieri giapponesi importano l’archibugio, che venne
riprodo o in massa e migliorato
Contesto: Giappone governato dai samurai (casta di guerrieri dotata di grande pres gio sociale e
privilegi), parte fondamentale della loro immagine è la spada → capiscono il possibile danno che le armi
da fuoco potrebbero causare per la loro casta e convinsero il governo a limitare e poi sospendere la
produzione di archibugi, medioevo militare che durerà no alla metà del XIX sec., causato dalla casta al
potere che limita il progresso tecnologico col ne di mantenere il proprio privilegio

Cinesi: navigazione oceanica, agli inizi del XVI sec. dominavano le ro e marine mondiali del tempo, poi
sme ono di produrre velieri (navi cinesi erano vere e proprie ci à galleggian ) → si apre spazio per la
produzione di navi europee, che poi porterà gli europei a controllare tu e le ro e mari me del mondo
● Spedizioni navali estremamente popolari, raccon avvol nel mistero e nella leggenda,
descrivevano in raccon fantas ci quello che avevano visto → Mandarini erano os li a ques
raccon , in quanto minavano alla stabilità dell’impero e non erano considera conformi alla
tradizione
● Ma perché sme ono di produrre le navi? Problema: Tamerlano (condo ero mongolo)
minacciava di invadere la Cina, quindi per mo vi di sicurezza i cinesi costruiscono una nuova
capitale (Pechino) e la “ci adella proibita” in legno → successivamente ci sarà un incendio che
distruggerà gran parte della ci à (causato da un fulmine + sospe o che qualcuno lo
alimentasse, durerà per se mane); problema 2: spedizioni degli ammiragli: portano ricchezza
all’impero, ma anche raccon che portano instabilità → isolare l’impero signi ca proteggerlo e
per i Mandarini signi ca anche mantenere il loro ruolo egemone
○ Perché questo sospe o? Stru ura dell'impero: due caste, i mandarini (funzionari di
corte, ges vano le nanze dell’impero) e gli ammiragli eunuchi, erano principalmente
mongoli → quando i Cinesi assalivano i villaggi più remo uccidevano uomini e vecchi,
le donne venivano fa e prigioniere e i bambini venivano castra (alcuni venivano
educa a corte e diventavano militari) → incendio veniva visto anche come segno
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divino di punizione contro l’imperatore (aveva ucciso il padre e usurpato il trono) +
malcontento dovuto all’as o tra mandarini e gli eunuchi, in quanto i mandarini erano
gelosi del successo e della popolarità delle spedizioni navali guidate dagli ammiragli
● Incendio distrugge la ci à e le nanze dello stato, paese è completamente cambiato

La Cina si è sempre mossa tra fasi alterne di apertura (nelle quali il paese prospera e si arricchisce, MA
contemporaneamente entrano anche degli elemen di instabilità che si ritorcono contro l’impero, es.: guerre
dell’oppio, che tendono a scompaginare gli equilibri sopra u o demogra ci e migratori) e fasi di chiusura (che
prevede stabilità poli ca, MA anche sobrietà/povertà materiale)

GUERRE DELL’OPPIO 1838: Cina costre a ad aprire le proprie vie commerciali all’occidente
Oppio: assunto dalla gioventù cinese, importato dall’India → ad un certo punto assunzione/
importazione limitata a causa degli e e che aveva, MA gli Inglesi avevano inves to grandi somme di
denaro nel commercio dell’oppio + commercian cinesi si erano estremamente arricchi grazie
all’oppio + mol ssime persone si erano spostate verso la costa per trovare lavoro in questo campo →
nessuno voleva obbedire alle leggi dell’imperatore, commercian cinesi si “alleano” con gli Inglese
→ problema che si insinua nell’asse o is tuzionale dell’impero, da qui inizia la capitolazione della Cina

In Europa? Ci sono sta dei regni che hanno ritardato l’introduzione di armi da fuoco, MA hanno subito capito
che sarebbero sta sopra a , oppure la stampa, inizialmente considerata demoniaca, poi cambiamento con lo
scisma protestante (interessato a di ondere nuove idee) e grazie al ceto borghese nordeuropeo che coglie la
potenzialità commerciale della nuova invenzione

Compe zione tecnologica si alimenta da sola → non esiste l’idea roman ca dell’inventore che cambia il mondo
con un lampo di genio, è un processo lungo e fa o di tenta vi e fallimen (es. scoperta delle Americhe non è
solo fru o del coraggio di Colombo, ma anche di un governo rice vo pronto a nanziare l’impresa + Europa era
“pronta”, ormai le navi europee si spingevano sempre più lontano, era ques one di tempo; Marx chiude
parabola loso ca che inizia con Rousseau e si sviluppa a raverso il pensiero di numerosi pensatori) → grandi
geni appaiono in momen storici nei quali l’umanità è pronta a riceverli

CARLI

Egemonia: venne de nita per prima da Gramsci. Lui par va da una constatazione di Marx che diceva che la
contrapposizione di classe non è solo riassumibile in termini di coercizione, la polizia, che cerca di mantenere lo
status quo ovvero quello dello stato borghese. Quando le classi subalterne possono cercano di imitare il
comportamento dei ricchi, un modello culturale.
A par re dall’epoca moderna in poi quando il mondo viene percepito nella sua sicità globale, a questo punto
l’economia si espande e ci sarà sempre un paese egemone rispe o agli altri alla guida dell’economia capitalista
mondiale e tu gli altri cercheranno di imitarlo.
L’Europa diventa egemone da un certo periodo in poi in ritardo se consideriamo le varie fasi storiche, perché
potremmo considerare la sua ascesa dal 1500 in poi e per un certo periodo la sua egemonia non sarà totale
inizialmente, ma contrastata da altre potenze come quella cinese.

Facciamo un paragone: Olanda VS. Zambia

Olanda: inverni lunghi, esta brevi, so o il livello del mare, non possiede risorse minerarie, gli agricoltori hanno
un solo raccolto all’anno, produce energia solo con le dighe e a causa della sua orogra a ha di coltà a produrne
di energia che è al di so o del suo fabbisogno energe co. Importa petrolio ed energia, ha vicino una potenza
molto più popolata che è la Germania che spesso l’ha invasa, è esposta a rischi di inondazioni. L’aspe a va di
vita è di 78 anni.

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Zambia: non deve importare energia perché ha petrolio e carbone, ha una orogra a* che perme e di produrre
energia ele rica e anche la vende con il surplus. Il territorio è ricco di minerali e gli agricoltori hanno più di 2
raccol l’anno, non hanno mai subito e e ve invasioni. L’aspe a va di vita è 41

*Orogra a = disciplina che riguarda l’interrelazione fra i mon e i umi

Nonostante questo, però il reddito dell’Olanda è 100 volte superiore a quello dello Zambia. Come si spiega
questo? Le risorse naturali non bastano.
Perché l’olanda ha più is tuzioni e cien ? Bisogna guardare alla storia in prospe va.
L’olanda conobbe l’agricoltura 7500 anni fa, lo Zambia 2000 anni fa.
L’olanda conosce la scri ura da 2000 anni, lo Zambia da 130, prima era una le eratura orale.
L’olanda è stata uni cata da 500 anni, lo Zambia da 40.
L’Olanda si a accia sul mare ed è stata una potenza marinara per oltre un secolo.

• Le classiche de nizioni dell’antropologia funzionale sostengono che le colle vità umane hanno
a raversato 4 stadi di organizzazione poli ca:
1. La banda
2. La tribù
3. Il Chiefdom
4. Lo Stato

TRIBÙ
Essa era uno stadio intermedio tra un’organizzazione orizzontale e una gerarchica.
Si pro la una forma di gerarchia nello stesso gruppo.
Diviene più complessa, sopra u o a livello di regole, e più numerosa della banda.
Tanche il territorio diviene più de nibile, poiché i movimen divengono più brevi e all’interno si un territorio di
appartenenza.
Essa era composta da famiglie e clan.
Al ver ce della tribù abbiamo degli anziani. l’autorità veniva ele a dal consiglio degli anziani che rappresenta le
varie famiglie e clan. Il potere non è ereditario e può avere mandato temporaneo.

A questa stru ura si associa il periodo dell’agricoltura pluviale (10 mila no al 3 mila). L’a vità agricola non è
ancora completamente piani cata e l’uomo non è ancora completamente sedentario. Abbiamo quindi una
commis one tra raccoglitori-cacciatori e a vità agricola.
L'agricoltura dipende molto dalle fon idriche, non ci sono ancora le manipolazioni sul territorio che
diventeranno poi, dopo il 7 mila, pra cate regolarmente.
Ves , abitazioni sono tu uguali e mancano edi ci pubblici aven funzione di culto. Per avere un prelievo
tributario e la nascita della gerarchia bisogna aspe are l’arrivo del chiefdom.

CHIEFDOM
Formato da più famiglie o clan che non hanno necessariamente un legame di sangue e in questo periodo si può
notare una di erenziazione tra le case, le tombe, gli abi e i monili che indicano l’importanza sociale. Queste
cose indicavano lo status quo, quindi da questo possiamo dedurre che il commercio è già stato su cientemente
avviato.
Non esiste una codi cazione vera e propria: il tributo prevede la coercizione, in mancanza di una legge, prevede
l’arbitrarietà del prelievo.
Nella tribù, ognuno sapeva fare più o meno tu o. Ora si inizia con la specializzazione del lavoro.
Nasce un ceto non produ vo, che de niamo burocra co, come ad esempio i sacerdo .
Si diversi cano le abitazioni che diventano facilmente riconoscibili e abbiamo le prime is tuzioni e le prime
leggi. Potere esercitato da un’autorità, in un insieme di comunità e villaggi i neran , come avviene con gli arabi.

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Il passaggio tribù/chiefdom non è chiaro se non per quanto riguarda l’agricoltura. Essa divenne più complessa:
obie vo è l’accumulo di risorse in un luogo centrale. Il periodo di passaggio viene individuato circa 6000/7000
anni fa nella mezzaluna fer le. È un periodo favorevole, le temperature si alzano, il che vuol dire maggior
di erenziazione biologica.

Questa data è importante anche per la nascita della religione ideologica (un insieme di procedure che tengono
coesa la società, che spiegano perché bisogna riconoscere la legi mità di un capo ereditario, perché morire in
ba aglia è eroico e perché la società deve essere divisa in caste).
Viene introdo a l’iconogra a.
Nascono la piani cazione Urbana e l’archite ura.
I primi monumen erano dei blocchi di roccia, o di ferro. Nell’archite ura ha le sue origini l’alfabeto: si me eva
una pietra su un’altra e questa indicava una direzione, se la pietra stava sopra una colonna rappresentava una
serie di idee. (tumulo etrusco, Stonehenge ad esempio rappresentano tu e idee che sono in modo da ritenersi
già complesse).
Sopra le pietre venivano incise delle frasi, e man a mano che gli uomini progredivano l'archite ura diventa
sempre più complessa, simbolica, l’archite ura si sviluppa insieme al pensiero umano.

Gli edi ci erano già geogra camente orienta a seconda del pensiero che volevano rappresentare e prima di
costruirli si facevano dei rilievi geo sici per capire l’intensità dell’energia del suolo.
Fino al rinascimento, l’archite ura è stata la scri ura del genere umano. Fino all'invenzione della stampa,
l'archite ura era la scri ura universale e comprendeva tu e le altre scienze. Ad esempio, le chiese, la
popolazione non sapeva leggere, si confrontava con l’edi cio, e quindi venivano pensate per ospitare a reschi,
cappelle per la musica, gli organi, i vetri. I palazzi venivano costrui per celebrare il potere e impressionare il
popolo, esprimevano rispe o, la grandiosità del principe.
La costruzione di un tempio an co o di una chiesa coinvolgeva tu a la società, uno sforzo colle vo à qui torna
il senso di iconogra a: un luogo, sogge o che riassume una tradizione.
La radice e mologica del tempio signi ca recinto: inizialmente rappresentavano lo spazio della sicurezza, quindi
uno spazio che ha un signi cato qualita vo pieno di singoli e come tale si contrapponeva allo spazio ancora
sconosciuto che era quan ta vo, da scoprire, e a sua volta da decodi care e che incuteva di denza.
Victor Hugo nel libro Notre-Dame di Paris sosteneva che ogni civiltà inizia con la teocrazia e procede poi verso la
democrazia. Anche se consideriamo le più e erate di ature del presente o del 20 secolo, queste non hanno
nulla a che fare con la ripar zione castuale delle società dell’an co Egi o ad esempio. I tedeschi vivevano in
regime di polizia durante il nazismo, ma non erano schiavi come erano le caste inferiori che lavoravano per
quelle dominan .

Da una prospe va storica possiamo individuare una archite ura di casta e una di popolo.
Le prime origini sono l’archite ura indù, egizia e romanica (romanica è l’archite ura che si sviluppa nell’Impero
Romano man mano che si converte al cris anesimo).
Secondo questa ripar zione possiamo de nirla di casta perché comprensibile solo a una élite.
Queste tre po di archite ura esprimono lo stesso simbolo ovvero la teocrazia, la casta, il potere di una élite, e
il dogma (un principio che ene coesa la società che non viene messo in discussione, chi lo fa è a suo rischio).
Queste tre pologie archite oniche hanno a loro volta tre sorelle minori, Queste esprimono un'esigenza di
libertà, non esprimono più la casta, ma l’uomo. Sono meno sacre, lo spazio prete viene rido o.

- Fenicia: si sente e si vede il mercante


- Greco-romana: si sente e si vede il repubblicano
- Go ca: si sente e si vede il borghese urbanizzato che sta nascendo

I cara eri dell’archite ura teocra ca sono la pretesa di immutabilità e sta cità e di conservazione della
tradizione. Sono libri e di pietra volutamente oscuri di cili da comprendere, pieni di simboli e che incutevano
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rispe o e more ai subalterni. Le cara eris che delle chiese popolari, costruite dalle tre sorelle archite oniche
minori, sono la ricchezza la fantasia e il movimento.
Le chiese dell’archite ura popolare sono state ritoccate più volte nel corso della storia dagli archite successivi,
ma nessuno si perme e invece di modi care le piramidi o muro de pianto, con nuano a incutere more e
rispe o.
Con l’invenzione della stampa l’archite ura è detronizzata. Con la stampa il pensiero diventa imperituro: le ar
che prima convergevano in un unico edi cio, le ar si separeranno à la scultura diventa statuaria, l’iconogra a
diventa pi ura, il canto diventa musica, i muratori prendono il posto degli ar s e i vetrai quello dei decoratori
Se non ci fosse stata la stampa il protestantesimo probabilmente sarebbe stata una semplice eresia, ma con la
stampa diventa scisma.
Nel caso dell’Europa, il passaggio dall’archite ura romana a quella go ca (collocata dopo il 1000 e sfocia nel
Rinascimento) è emblema co. Dopo il 1000 l’Europa si risveglia dopo 500 anni (dove le ci à si erano spopolate,
ci sono sta i regni barbarici), la gente torna nelle ci à, ci saranno le crociate. In questo periodo il potere
temporale e spirituale saranno due soli della storia europea. Questo si veri ca solo in Europa.
Dopo il 1000 si tra a di un grande movimento popolare, ar s e archite si prenderanno delle libertà prima
impensabili. È un’arte meno sta ca, più fantasioso simbolo di un’epoca che sta cambiando

ELE

Michelangelo → vede che archite ura sta morendo e crea San Pietro (forse ul ma opera originale
dell’archite ura classica) e verrà imitata in tu a Europa, poi ogni secolo avrà la sua “San Pietro”:
‘600 Val-de-grace
‘700 Sainte Geneviève
Mancanza di originalità e impoverimento dell’archite ura sono ormai eviden , si cerca di copiare il periodo
classico, MA materiali scaden , archite non più così geniali, vetrate e organi meno ra na , spazi meno grandi
(→ suono risuona meno, Duomo di Pisa è invece esempio di edi cio dove il suono risuona perfe amente)
Grandi maestri e geni del Rinascimento (Ra aello, Michelangelo, Palestrina) → ul mi abbagli di arte/
archite ura che si sta sgretolando, lasciano segno di un’epoca ormai superata
Rinascimento = maestosa e solenne decadenza, epoca classica che sta inevitabilmente tramontando (per
quanto maestoso e solenne)
Successivi 4 secoli, l’arte tecnica che esprime il pensiero umano è la STAMPA: la scri ura diventa un “formicaio
di intelligenze”, tu possono “scrivere una riga nell’edi cio del sapere”

Prima del 6000 a.C. nessuno aveva bisogno di un tempio, nessuno credeva che morire in ba aglia fosse un
gesto eroico, non avevano bisogno di un monumento per ricordarlo → no bisogno di metanarrazioni
archite oniche (tempio, monumento...)
Es.: tempio di Salomone → c’erano due idee, una era quella che sosteneva di costruire il tempio per
a ermare il senso di comunità e appartenenza, altri, avendo sempre pregato agli angoli delle strade
ecc. pensavano che Dio fosse ovunque, non c’era bisogno di chiuderlo in un edi cio
Costruzione di queste metanarrazioni perme e di tenere insieme gruppi di persone non legate da legami di
sangue, MA con l’edi cio appaiono simboli, importanza dell’iconogra a → sono luoghi che incutono more e
rispe o
Passaggio nale verso lo stato è l’elaborazione di un sistema giuridico e la condivisione, signi ca va o
prevalente, degli appartenen al gruppo di obie vi nali
Surplus agricoli crescen → obbedienza alla legge viene gius cata
Dis nzione tra CHIEFDOM COMPLESSI e CHIEFDOM SEMPLICI, STATI ORIGINARI e STATI SECONDARI a seconda
della complessità del potere che li governa
Passaggio tra chiefdom e stato:
Aristotele → lo stato nasce perché è un comportamento insito nell’uomo, “è così e basta”, ma
sicuramente il fa o che nel 1400 ci fossero interi con nen che non conoscevano lo stato come

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organizzazione poli ca rappresenta la prova di un errore nella teoria aristotelica, non basta l’is nto
naturale insito nell’uomo ad organizzarsi in stato
Rousseau → basa la sua teoria sul contra ualismo, cioè il popolo rinuncia a parte del proprio potere e
lo delega a un monarca, il quale, teoricamente, deve comunque rendere conto del suo operato al
popolo. Conce o rivoluzionario in quanto laico (prima il re era inves to da dio, al massimo doveva
rendere conto del suo operato alla casta dei sacerdo , teoria dei due soli), da inizio alla ri essione
democra ca. Viene quindi s pulato un “contra o” tra sovrano e popolo in nome del bene comune.
Rivoluzionario non solo per il pensiero, ma anche perché segno di una società matura e consapevole; in
passato i popoli non rinunciavano al potere volontariamente, solo se scon o si alleavano tra loro solo
per fronteggiare un pericolo comune/pressione esterna (es.: società idrauliche, l’acqua è una risorsa
fondamentale che va ges ta, alcune teorie trovano qui la spiegazione della nascita di uno stato
centralizzato, ma è spiegazione plausibile per civiltà come quelle della valle del Nilo e dell’Indo, la Cina,
il Messico prima dell’invasione europea, la Mesopotamia, ma manca comunque la spiegazione della
causa originaria del perché a un certo punto della storia siano comparsi dei monarchi che volevano
rendere più e ciente la ges one di una risorsa importante, rimane spiegazione carente).
Cina, Messico, Madagascar → esistevano sistemi idraulici prima della nascita dello stato, po
sistemi di irrigazione locali
Ipotesi più plausibile è quella dell’aumento demogra co, ma cosa s mola la crescita della popolazione?
Cacciatori-raccoglitori non sono mai anda oltre al chiefdom, è quindi l’agricoltura che s mola la
crescita della popolazione o viceversa? Passaggio da una fase all’altra è legato allo sviluppo
dell’agricoltura irrigua
Esempi emblema ci: Uruk e Eridu → regione originariamente paludosa, linea di costa poi avanza a
causa di un cambiamento clima co, le paludi quindi si prosciugano, facilitando la canalizzazione
URUK: probabilmente aveva già superato gli 80 000 abitan (tra i 5000 e i 5800 anni fa) e sfru ava il
lavoro di villaggi satelli (anche molto lontani, segno di una ges one territoriale complessa, possibile
solo grazie alla presenza di un ceto burocra co sviluppato ed e ciente). Esistevano inoltre aratri
traina da buoi, imbarcazioni, stra cazione sociale e un ceto mercan le in crescita + ceto dei sacerdo
che ges va le eccedenze alimentari. Inoltre in questo periodo nasce la scri ura (inizialmente inventata
per scopi censitari)
Decadenza: salinizzazione del suolo, crescita demogra ca incontrollata, decrescita delle rese agricole,
MA esperienza di Uruk servirà come esempio per altre ci à della Mesopotamia che si organizzeranno in
ci à stato
2300 a.C. → famiglia degli Accadi prende il potere e da vita a una forma rudimentale di impero. Ancora una
volta è una società idraulica, con un grande apparato burocra co in grado di ges re l’agricoltura
I commerci si sviluppano perché ogni civiltà che si crea su questo modello ha abbondan risorse di un po, ma
carente per quanto riguarda altre risorse: la classe burocra ca organizzava gli scambi e solo successivamente
nacquero i merca , cioè quando i mercan diventano le gure di intermediari. Inizialmente i merca
ricopriranno un ruolo marginale, cioè gli spazi inters ziali lascia dal tempio. Poi ques spazi rido si
svilupparono no a diventare parte integrante dell’economia (la base della quale rimane comunque
l’agricoltura), anche se non è chiaro il momento nel quale il mercato supera il tempio (forse con introduzione
delle prime monete o quando i surplus alimentari sono sta a da dai produ ori ai mercan )

01.04.2021

Agricoltore nelle prime fasi di sviluppo dell'agricoltura ha bisogno di sta cità, di legarsi al territorio, di costruire
magazzini, strade. Il commercio delle eccedenze invece è dinamico, non può prescindere dal movimento e
dall’innovazione → il commercio ridisegna la mappa del mondo
L’agricoltore si muove nel lungo periodo e in base alla presenza di risorse nel suolo, mentre il mercante si
muove in modo lineare e rapido, calcolando i cos e i rischi del viaggio. Il commercio è inoltre fondamentale in
quanto perme e la di usione e la contaminazione tra culture.

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Cambiamen nell’agricoltura: 6000/7000 anni fa si passa dall’agricoltura pluviale a quella irrigua, avviene grazie
all’op mum clima co

Variazione della temperatura dal pleistocene ai giorni nostri (linea viola che si impenna negli ul mi due secoli a
causa dell’a vità umana, indica la media delle temperature)
Alternarsi di secoli caldi e freddi condiziona lo sviluppo dell’agricoltura e l’espansione umana sulla super cie
terrestre
Cause della variazione del clima → lt (inclinazione dell’asse terrestre), a vità solari (es. tempeste solari), ai
giorni nostri cambiamento completamente anomala, non sono fenomeni riconducibili a fa ori esogeni
Ques cambiamen però incidevano molto sulla vita degli uomini, bastava una piccola variazione della
temperatura perché si creasse una situazione di siccità o inondazione che comprome evano i raccol e a volte
anche la sopravvivenza della civiltà. Il commercio invece resisteva di più: davan a catastro che me evano in
di coltà intere civiltà, il commercio poteva rallentare il collasso, ma non poteva evitarlo. Inoltre la
specializzazione dell’agricoltura di una regione la rendeva più vulnerabile (es.: paesi petroliferi che dipendono
unicamente dall’oscillazione del prezzo del petrolio, sorgono in regioni deserte). Processo di espansione agricola
a livello globale corrisponde a uno sviluppo tecnologico più o meno perce bile (anche civiltà di cacciatori-
raccoglitori vivranno uno sviluppo tecnologico, ma non paragonabile a quello delle società agricole stanziali).
Le innovazioni serviranno a creare re economiche, a facilitare i conta tra centri distan e a piani care
l’a vità economica in generale.

MERCATI
Merca si svilupparono di pari passo con la ges one amministra va e burocra ca degli scambi; economia non/
poco monetarizzata (moneta u lizzata solo in alcuni casi per alcune categorie di beni par colari). Poi
avvicendamento: la casta di militari/sacerdo sarà sos tuita da un élite di mercan (che avrà un peso
imprescindibile anche ai nostri giorni).
Il primo paese a sperimentare il mercato sarà la Cina, i merca si espanderanno via via che il potere diventa più
complesso.
206 a.C.-220 d.C. → dinas a Han: prodo cinesi arrivano a Roma, in Grecia, Persia e tu o il sud-est
asia co

DISTRIBUZIONE DEMOGRAFICA

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Inizialmente i due poli dello sviluppo demogra co sono la Mesopotamia e la Cina, in Eurasia vive la stragrande
maggioranza della popolazione mondiale. In Oceania e America l’agricoltura non era ancora conosciuta, la
popolazione era rarefa a

(S me che indicano l’andamento della popolazione espresso in milioni nel corso della storia dell’umanità )

(Popolazione nei con nen /subcon nen nel periodo compreso tra il primo 1-1500 d.C.)
Per raggiungere il miliardo l’umanità ci me e 5000/6000 anni, mentre nel giro di due secoli la popolazione si è
mol plicata 8 volte.
Peste → arriva dopo il Medioevo, periodo in cui l’Europa si stava risvegliando da un lungo periodo (quasi 5
secoli) di letargo. Dopo la ne della peste nera l’agricoltura di espande di nuovo in Europa se entrionale e in
Asia, i mari diventano navigabili (Mediterraneo, Mar Cinese, Oceano indiano, Atlan co se entrionale →
a raverso il quale i vichinghi raggiunsero l’America, abitarono in Groenlandia no al XV sec., no a quando,
probabilmente per un abbassamento delle temperature, tornarono verso la Norvegia)

ECONOMIA MONDO
In questo periodo (quale?) ci sono nel mondo 76 culture diverse, ma solo 13 pra cavano l’agricoltura e
ospitavano il 98% della popolazione.
Nelle principali aree commerciali del mondo esistevano compagnie in grado di provvedere allo stoccaggio delle
merci, tenere una contabilità rigorosa e avere mezzi di pagamento a dabili e conver bili (come odierne
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cambiali) → a nché il sistema funzioni sono necessarie ducia e consuetudini, altrimen le aree commerciali
non avrebbero funzionato. Si crea un sistema di mercato con leggi proprie, in parte consuetudinarie e in parte
scri e, che cambiano da luogo a luogo, ma grazie alla contaminazione tra le diverse aree perme ono al sistema
di funzionare.

EUROPA
Europa ha ruolo marginale, il fulcro è l’Asia sud-orientale, in par colare la Cina. L’Europa, infa , non esporta
quasi nulla, è arretrata tecnologicamente, ma ha un ceto mercan le che comincia a importare merci e
tecnologie (bussola, carta, polvere pirica, numeri arabi, astronomia, loso a greca trado a dagli arabi)
Europa si risveglia dopo il 1000, improvvisamente riscopre il diri o pagano dell’Impero Romano (nonostante
ruolo comunque chiave del clero) e la loso a greca → grande apertura culturale ed economica
Dopo la metà del millennio l’Europa prende il sopravvento, dal XV sec. dopo il ri ro delle navi cinesi di mari gli
europei erano sta in grado di costruire navi a tre alberi in grado di a rontare lunghi viaggi (→ scoperta delle
Americhe, circumnavigazione dell’Africa) e di me ere in conta o tu i merca mondiali esisten .
Divario tecnologico degli europei rispe o al resto del mondo così accentuato che il resto del mondo assumerà
un asse o geopoli co fortemente gerarchico (ereditato dal mondo odierno, mondo con enorme
disuguaglianza e divario nelle condizioni di vita e sviluppo tecnologico).

MAGG

Altre anto importante sarà la penetrazione verso l’Asia, con la circumnavigazione dell’Africa il Mediterraneo
perde il suo primato, veneziani e arabi vengono scon dai portoghesi nella Ba aglia di Diu nel 1509, da quel
momento simbolicamente verranno a crearsi due grandi merca mondiali: quello atlan co e quello del sudest
asia co, il Mediterraneo sta in mezzo tra ques due grandi merca e ha ormai un’importanza rela va. Questo
processo viene convenzionalmente de nito come prima globalizzazione.
Nel 1500, poco prima della ricostruzione della “Pangea poli ca”, il Paese più ricco dell’Europa è l’Italia, luogo in
cui nasce il capitalismo. Era un insieme di mol sta in cui spiccavano 4 ci à importan : Milano, Genova,
Venezia e Firenze. Il primato della penisola italiana veniva dal sedimento dell’an co Impero Romano che aveva
“lasciato” le strade, il diri o, il ceto mercan le che era assente da altre par d’Europa. Questa eredità di
infrastru ure e società verrà poi ripresa anche dall’Olanda, che diventerà anch’essa una potenza mercan le, tra
il 1600 e il 1820 circa sarà anche il Paese più ricco d’Europa. Con la rivoluzione industriale sarà la Gran Bretagna
a prendere il mone dello sviluppo mondiale e dell’economia europea.

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È dal XV secolo più o meno che inizia l’eccezionalismo europeo, ovvero l’estensione egemonica
dell’Europa (e poi anche degli Sta Uni , comunque na dai paesi europei) sul resto del mondo. Ci sono state 4
en tà poli che che si sono passate il mone dello sviluppo economico e tecnologico nel corso della storia: gli
italiani, poi gli olandesi, gli inglesi e in ne gli Sta Uni . Ogni volta che cambia la leadership vengono introdo e
delle novità sul sistema organizza vo, a cominciare da quello economico.
Gramsci diceva che la pretesa di un gruppo dominante di rappresentare il mondo e gli interessi generali
è sempre, in diversa misura, ingannevole, perché la rappresentazione è sempre, almeno in parte, funzionale al
potere, al ceto dirigente e quindi mai completa, mai reale. Non è però necessario che la narrazione sia vera, ma
solo che sia condivisibile, a nché possa avere delle basi piu osto solide su cui svilupparsi (Es: convinzione
condivisa che fosse il Sole che girava intorno alla Terra e non viceversa). L’egemonia fallisce quando la pretesa di
rappresentare interessi generali non è più acce ata e così lo stato guida si piega su se stesso e viene sos tuito.
Ripercorrendo il pensiero di Gramsci emergono 2 pologie di leadership (egemonia):
1. Classica: prevede uno stato guida che dirige gli altri verso una determinata direzione
2. Non classica: quando involontariamente lo stato guida crea dei concorren , cioè altri sta che si
muovono nella stessa direzione con maggiori o minori capacità a ra ve rispe o alla comunità
nazionale
Soltanto nel primo caso si è di fronte a una situazione egemonica di senso compiuto (durante la Guerra Fredda
non si può de nire né Urss né Usa egemoni nel senso globale del termine, ma solo all’interno del loro blocco di
riferimento, un’egemonia regionale).

Anarchia = assenza di un governo centrale, ma c’è un sistema che comunque funziona (come i sistemi
dell’Europa dell’epoca moderna e dell’Europa medievale); è un termine introdo o da un gruppo di antropologi
che durante gli anni ‘60 e ‘70 aveva osservato come certe tribù, a raverso il con i o, generavano ordine.
Quando appaiono segmen di potere la cui ampiezza e importanza sono variabili e u uan , dipendono da
alleanze e da con ngenze impreviste allora si può parlare di anarchia (Impero, potenze feudali). Quello che si
a erma in Italia dopo il 1000 è un sistema anarchico, poiché ci sono tante piccole en tà poli che che si
controllano tra di loro, a volte sistemando i problemi anche con scontri, ba aglie e guerre, bilanciandosi tra di
loro. Alcuni storici de niscono questo periodo come anarchia ordinata o di ordini anarchici.
Caos = ciò che si veri ca quando saltano tu e le regole e le convenzioni per la convivenza, magari in un
periodo di guerra, cares e etc. la regola che prevale è quella della sopravvivenza, nient’altro. Il con i o è tale
che supera una soglia oltre la quale non si vedono più tendenze compensatrici, l’equilibrio si allontana.
Solitamente sono situazioni di transizione, magari quando un precedente sistema di regole non viene più
riconosciuto e quello nuovo non riesce subito a sos tuirlo o lo sos tuisce solo in parte ( po quando cadde
l’Unione Sovie ca).

Il divenire da un sistema medievale di anarchia ordinata a un sistema di sta nazionali in cui si intravede il
conce o di egemonia coincide esa amente con la causa e con l’e e o dell’accumulazione capitalis ca. Il
Manifesto di Marx ed Engel del 1848 de nisce il capitalismo più o meno così: il capitalismo è un comitato di
uomini d’a ari che perseguono i loro interessi. Non c’è mai stato un sistema capitalis co così “puro” come lo
de niscono Marx ed Engel, quello che si avvicina di più è Venezia tra il 1300 e il 1400, dove c’era un comitato,
composto dagli uomini più ricchi della ci à che decidevano in base a cosa fosse meglio per il proprio interesse,
badando solo minimamente alle necessità di stato della ci à; arrivavano a decidere anche a dare in sposa le
donne di altre famiglie, per dei matrimoni combina des na a aumentare le risorse della Repubblica.
Capitalismo = gli interessi della classe egemone diventano gli interessi poli ci di tu (per imposizione), la
ragion di stato si confonde con l’interesse priva s co del ceto emergente (che nel caso di Venezia era quello
mercan le e borghese). Non basta soltanto l’economia di mercato, l'inizia va privata a nché ci sia il
capitalismo; questo lo si trovava in Cina, in Medio Oriente dove non si può però parlare di capitalismo.

Prima dell’anno 1000 le potenze mondiali si dividevano in civiltà sedentarizzate e civiltà nomadi, in con i o tra
di loro (p.e. i mongoli e la Cina). Per mol secoli il nomadismo ha con nuato ad avere una propria valenza

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geopoli ca; basta pensare all’espansione araba con i beduini del deserto che fanno la grande cavalcata dalla
penisola arabica per arrivare no alla Spagna in poco tempo.
Da dopo il 1000 ci si basa su due tendenze storiche diverse:
- potenze territorialiste: avevano come preoccupazione principale quella di controllare e allargare il loro
territorio e la loro popolazione
- potenze capitaliste: il loro obie vo era quello di controllare le risorse ritenute scarse, a raverso nodi
geogra ci su cui transitavano queste risorse molto importan
Nel primo caso la ricchezza economica è secondaria, è solo uno strumento rispe o all’espansione territoriale.
Nel secondo invece è l’espansione territoriale che viene gius cata solo in funzione dell’accumulazione della
ricchezza.
L’Europa è stata il con nente del capitalismo, ha espresso tendenze espansive durante tu a l’epoca
moderna; contemporaneamente la Cina, potenza territorialista per eccellenza, ha rinunciato a una poli ca che
si potrebbe de nire espansiva, si limitò al controllo interno della loro popolazione e del loro territorio,
isolandosi, perme endo anche una stabilità interna alquanto solida.
L’Europa necessitava di controllare una risorsa fondamentale che all’epoca erano i metalli preziosi, alla base dei
primi scambi commerciali e l’Asia era ricca di ques materiali; saranno quindi gli europei ad andare verso
Oriente, anche perché i cinesi non avevano nulla da ricavare dall’Occidente.
I governan cinesi rispondevano quindi a una logica territorialista, c’era un grande impero, una specie di sub-
con nente. I con ni se entrionali non erano a a o tranquilli, bisognava mantenere la stabilità ai con ni e
anche nella popolazione, mantenendola legata al territorio, impedendo migrazioni interne.
La presa di controllo da parte dell’Europa sulle ro e commerciali asia che lasciò aperto qualche
interroga vo: Perché questo espansionismo comincia proprio verso la ne del XV secolo? Perché non si arresta
nonostante la caduta di, una dopo l’altra, tu e le potenze conquistate? Non è ancora chiarito inoltre il legame
tra l’espansionismo e l’espansione del capitalismo come sistema di accumulazione del dominio.
Se ci si concentra sull’evoluzione del sistema interstatale moderno, bisogna considerare che è stata la
diale ca tra territorialismo e capitalismo e a periodica risoluzione delle rela ve contraddizioni a condizionare
l’organizzazione spaziale mondiale mediante lo stato in quel momento dominante.

Questa diale ca precede il sorgere della comunità interstatale europea a


par re dal XVII secolo; l’emergere di questo sistema coincide con il
de nirsi di un so osistema regionale di ci à-stato italiane all’interno del
dominio medievale. Inizialmente si tra ava di uno dei numerosi spazi di
autonomia all’interno dell’organizzazione medievale; c’era un imperatore
ma avevano un signi cato simbolico, all’interno di questo impero, erede
di quello romano, c’erano appunto spazi di autonomia più o meno
accentua . A Nord, nell’Italia se entrionale, si comincerà ad acquistare
sempre più autonomia e si creeranno delle giurisdizioni indipenden
tenute insieme da una a rete diploma ca e un equilibrio di potere che
prima la storia non aveva mai visto, un sistema inedito e senza
preceden .
Questa autonomia è determinata dall’equilibrio di potere tra Papa e
imperatore; secondariamente le ci à-stato sono par colarmente a ente
che il potere non si concentri nelle mani di una sola ci à.
Successivamente sarà ancora l’equilibrio di potere degli sta del nord Italia a determinare l’ascesa europea.
Sono 4 le ci à italiane che guideranno questa ascese e de niranno l’egemonia del capitalismo italiano:
Genova, Venezia, Milano e Firenze; sono ci à che an cipano di almeno due secoli il sistema interstatale
moderno. Si potrebbe dire che gli europei in età moderna inventano due volte lo stato: una prima volta con le
ci à-stato (di cui sopra) e una seconda volta con i regni a nord delle Alpi. Il sistema italiano si presenta come la
sintesi del capitalismo sia nel modo di condurre la guerra che per il modo di formazione dello stato.

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Inizialmente questo so osistema italiano era stato preceduto dal sistema delle repubbliche marinare (Venezia,
Genova, Pisa, Amal e poi Ragusa e Ancona) che era una reazione agli a acchi dei pira musulmani che
scorrazzavano nel Mediterraneo; nel corso di qualche secolo le repubbliche si for carono e si misero
all’avanguardia delle tecniche navali. Era il periodo delle crociate, questo permise di creare una rete
commerciale composta da mercan che avevano cominciato a risiedere in Medio Oriente, o enendo
facilitazioni scali, esenzioni giuridiche e licenze esclusive.
Genova e Venezia sono le repubbliche che dureranno più a lungo, diventando simbolo di libertà e autonomia
verso le più poten monarchie europee. Le altre furono importan per de nire in un primo periodo, a par re
dal 1000 in poi, i commerci nel Mediterraneo.
- Amal : la più precoce, con una storia rela vamente breve, compromessa dall’arrivo dei normanni in
Sicilia
- Pisa: entrerà in decadenza durante il Rinascimento a causa dell’espansione di Firenze, era già stata
o uscata in qualche modo anche da Genova; nella sua massima espansione controllava la Corsica, la
Sardegna e le Baleari
- Genova: prese la via del mare nel 1000, dopo che la ci à era stata saccheggiata dai pira saraceni;
diventerà l’emblema del primo ciclo di accumulazione capitalista globale
- Venezia: la più potente, esempio perfe o e modello per il futuro; oligarchia mercan le e capitalis ca
che deteneva saldamente il controllo del potere, le acquisizioni territoriali erano poste a a ente analisi
di cos e bene ci, intraprese unicamente o quasi con l’obie vo di aumentare la solidità dell’oligarchia
al potere. La profondità della laguna è molto bassa, le navi arrivavano e uscivano solo con l’alta marea,
perciò era necessario un perfe o tempismo con lo scarico e il carico di merci, se no si perdevano soldi.
Pon e calli pavimentate vengono costrui dagli austriaci. Equilibrio so s cato e e cien ssimo sulle
merci, gli scambi, gli spostamen etc.
Le truppe di queste ci à (Venezia su tu e ma anche le altre) erano mercenarie, i solda prendevano i soldi che
poi spendevano nel mercato della ci à (una sorta di keynesismo militare, egli diceva che se in un periodo di crisi
si aumenta la spesa pubblica, l’economia viene sollecitata).
Queste ci à (ancora Venezia su tu e, ma anche le altre) si servivano inoltre di una rete diploma ca di
prim’ordine sparsa in tu a Europa; solitamente erano comunità di mercan che si erano trasferite all’estero e
essendo a conta o con i merca locali avevano molte informazioni di prima mano. Per esempio, sapevano
subito se una merce scarseggiava in posto, oppure se un principe si ammalava e stava morendo, o se una
principessa doveva sposarsi con un principe importante per un matrimonio dinas co.
Nel 1420 le ci à italiane non solo avevano un peso in Europa da grandi potenze ma godevano di entrate
superiori a quelle dei grandi sta monarchici: potenza del modello capitalista, cioè piccoli territori che
controllavano a raverso le navi pun e luoghi strategici per il commercio delle merci ritenute preziose e scarse,
e grandi introi in grado di competere, anche a livello poli co, con le monarchie del nord Europa.
È da questo momento, con l’esempio e la dimostrazione delle ci à italiane, che la ricchezza diventa prioritaria
rispe o all’espansione territoriale.
Il capitalismo originario delle ci à italiane rappresenta una fase
interessante perchè alcune cara eris che si ripeteranno anche in seguito
e il periodo dell’ascesa delle ci à italiane (intorno al 1300) è cara erizzato
da uno stato di guerra con nuo e di uso, tu contro tu ; le ci à più
grandi inglobano quelle più piccole; Genova e Venezia si contendono
l’egemonia sul Mediterraneo; nei palazzi che governano le ci à ci sono
scontri tradimen , avvelenamen etc. *Non ho capito chi* de nisce
questo periodo come la guerra dei cent’anni italiana, uno stato di allerta
incessante. Questa tensione geopoli ca nisce con la Pace di Lodi nel
1454.
Immagine: l’Italia 40 anni dopo la Pace di Lodi. Il panorama geopoli co si
è fortemente modi cato; in un primo periodo la concorrenza economico-
militare ra orza le tendenze capitalis che ed esclude i meno dota ,
portando perciò a piccoli domini accorpa dalle grandi potenze come
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Venezia, Milano, Genova e Firenze.
LEO

Una volta operata la selezione il benessere necessita di una certa sicurezza. Il caso del capitalismo italiano
propone la nascita di una concorrenza codi cata, una sorta di gentlemen agreement, che sarà imitata anche in
seguito dalle altre potenze europee. In pra ca si realizza che la guerra, oltre un certo limite, non era più
funzionale al perpetuarsi dei privilegi economici o enu , contemporaneamente l’equilibrio poli co o enuto
richiede che gli a ori coinvol rinunciassero all’espansione economica.

Si veri cò in poche parole quella fase pica del capitalismo maturo, in cui gli inves men di medio-lungo
periodo cadono e i ussi si dirigono verso speculazioni nanziarie (capitale sso = quando si spendono i soldi
per costruire un’infrastru ura, inves men produ vi; mentre capitalismo nanziario = speculazione – sono un
trader e compro e vendo azioni –).

Marx ha evidenziato diverse epoche nella storia del capitalismo di questo po, si tra a dell’entrata nella
parabola calante e della transizione, che di solito è dolorosa (periodi di incertezza, con i ecc.), verso un nuovo
ordine internazionale.

Nel caso italiano questa parabola calante sarà decisiva nel de nire le re della prima forma del capitalismo, e
sopra u o senza questa circostanza, il rinascimento non sarebbe stata possibile.

Firenze sarà la prima ci à ad avviarsi su questa strada, l’a vità principale era quella della lana, in Europa era
diventata un’a vità par colarmente reddi zia, perché era una novità e perché gli aristocra ci avevano
cominciato ad usarla al posto del cotone nell’abbigliamento. Inoltre, era la merce pregiata per eccellenza,
veniva usata come garanzia al momento dei pres , sos tuendo a volte anche la moneta. C’erano due famiglie
importan all’epoca: i Bardi e i Peruzzi, oltre che comprare la lana svolgevano a vità di banchieri per il papato
e la corte d'Inghilterra, che era impegnata nella Guerra dei cent’anni con la Francia. Il XIV secolo si ricorda
sopra u o per questo grande evento che ricorda la grande con i ualità. C’è la tendenza dei primi nanzieri a
trasferire le proprie risorse dal commercio della lana, in pres per le cor coinvolte nelle guerre europee. Non
esisteva una borsa, quindi possiamo de nire ques pres una sorta di prima a vità nanziaria, poiché non
sono inves men in capitale sso.

Ad un certo punto, nel 1338 il governo inglese di Edoardo III, subito dopo dell’inizio della Guerra dei cent’anni si
dichiara insolvente, all’epoca a Firenze l’industria della landa occupava circa trentamila adde , sarà la prima
grande crisi europea. Gli avvenimen assunsero un andamento singolare: i salaria oren ni, di fronte al crollo
dovuto alla crisi, si organizzarono progressivamente e de ero vita ad una serie di manifestazioni popolari, nel
1378 si siederà la rivolta dei Ciompi e i salaria oren ni occuparono la ci à me endo al governo Michele di
Lando. I datori di lavoro fecero una sorta di “sciopero dei signori” senza dare salario, a questo punto i salaria
fecero una sorta di marcia verso la signoria e Michele di Lando, che nel fra empo li aveva tradi me endosi a
capo delle corporazioni dei lavoratori superiori, procurò loro una grave scon a. Da quel momento si avrà la
consapevolezza della necessità del controllo capitale del capitalismo sul lavoro, sarà anche la prima ro ura,
quella dei Ciompi, tra capitalis e salaria . In realtà tu e le manifestazioni che si susseguirono nelle ci à
italiane e in Europa nel periodo, nirono con una scon a pesante delle classi subalterne. Le classi subalterne ci
misero dei secoli per ria ermare i loro diri , per secoli rimarranno prive di protezioni e divise tra loro.

D’altra parte, l’impoverimento delle corporazioni superiori era gius cato da un certo punto di vista perché
quell'impoverimento non li riguardava. Con la decisione di nanziare le guerre altre ci à emersero, gli arsenali
di Venezia, le fonderie di Milano e in questo scenario ci sarà l’ascesa della famiglia dei Medici, che aveva iniziato
da umili origini e che diventerà in breve l’organizzazione che presiedeva l’alta nanza dell’Europa del periodo. La
strategia di accumulazione dei Medici era quella contrariamente a quello che facevano i Bardi e i Peruzzi di
selezionare a entamente i governi a cui concedere i pres , l’altro fa o inedito dei Medici sarà questo: saranno
par colarmente abili nell’estendere la loro rete bancaria in modo capillare anche all’estero. E in ne, va
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ricordato il mo vo per cui i Medici, sopra u o Lorenzo, passeranno alla storia, ovvero le loro opere. Queste
erano decisioni lantropiche che avevano però risvol diversi, si tra ava di costruire lo stato che prima era un
conce o in Europa che era ancora un po’ vago, quindi aumentare la grandezza della famiglia in un’epoca in cui
tu i nobili facevano grandi sforzi. Tra il 1434 e il 1471 i Medici spendono nel patronato dei poveri, nelle ar e
nelle opere archite oniche una cifra impressionante cri cata anche dagli storici successivi pari a 663 mila
se ecento orini d’oro. Ques inves men sono sta considera come una scelta scellerata, però in realtà da
quello che leggiamo dai documen che ci ha lasciato sopra u o Lorenzo dei Medici, se i Medici avessero (c’è
stato un calcolo, non è stata una scelta sprovveduta) inves to questa cifra nelle loro a vità nanziarie,
avrebbero decuplicato la somma, considerate che nello stesso terreno il patrimonio massimo della loro azienda
raggiunse i 72 mila orini, se una tale somma fosse stata messa nel mercato, probabilmente le loro inizia ve
sarebbero diventate più incerte, considerato il livello di sviluppo del sistema capitalista del tempo e in ogni caso
avrebbero posto ne alla carenza di capitali che perme eva loro di avere un posto di primo piano in Europa. I
Medici in quel momento avevano la funzione di una Banca Centrale Europea, condizionavano la quan tà di
moneta in circolazione, probabilmente se questa cifra di 663.700 orini d’oro non fosse stata spesa in opere
pubbliche, che poi sorpresero il mondo e vennero imitate da tu a Europa, probabilmente ci sarebbero sta
balzi incontrollabili con grande instabilità sopra u o per Firenze. Questa grande opera archite onica del
rinascimento che accompagna le ci à italiane perme erà loro di diventare il modello da imitare per gli sta
oren .

L’avventura di Venezia è ancora più accentuata da questo punto di vista, contrariamente ai Medici, l’oligarchia
veneziana era più numerosa e consolidata, c’erano più connessi, si doveva quindi considerare più variabili, la
società era più complessa. La conversione economica Europea dovuta a ussi di capitali verso le a vità
nanziarie produsse un ceto di eredi eri che si allontanò progressivamente dal commercio e dalle a vità
economiche della ci à. In questo modo, quando ci fu il tenta vo, in parte riuscito, delle potenze territoriali
emergen di controllare e dirigere verso altre mete il usso di risorse conseguen alle grandi scoperte, l’élite
veneziana si troverà svantaggiata e nel lungo perderà.

Il 500 sarà invece il secolo dei genovesi, un secolo ininterro o di crisi economiche, fu tu avia che proprio in
questo periodo il capitalismo si sviluppò in tu e le sue forme, con tecniche avviate, il capitale giunse a
comandare tu e le a vità economiche e la banca venne ad occupare un posto di primo piano, l’evoluzione
dell’economia genovese è originale in un certo senso. Il capitalismo veneziano, oren no e milanese si
muovevano verso la formazione dello Stato, quello genovese invece, va sulla costruzione di stru ure sempre
più essibili, Genova aveva annesso il suo entroterra prima di quanto non lo avessero fa o Milano con la
Lombardia, Firenze con la Toscana e Venezia con il Veneto e FVG. La Liguria includeva ai tempi anche Monaco,
comunque stre a e montuosa, anche per questo i tra ci mari mi avevano con nuato a svolgere una notevole
dipendenza dell'aristocrazia genovese. Con la contrazione dei commerci, intervenuta a metà del 14 secolo, i
nobili avevano spostato le loro risorse di nuovo nelle campagne e si erano dota di milizie private piu osto
agguerrite che il governo ci adino non riusciva a controllare, ci fu un processo di rifeudalizzazione, la di erenza
fu questa: mentre a Venezia e Firenze i merca urbani furono i primi a diventare aristocra ci e ad inves re nelle
a vità rurali, a Genova rimase la dis nzione ancestrale tra commercian urbani e an ca aristocrazia, che dopo
la crisi della metà del 14 secolo prese a controllare tu e le risorse del territorio di propria competenza e ad
escludere i commercian urbani. L’aristocrazia genovese era piu osto esclusiva, quindi controllava delle
immense armate, i terreni non potevano essere acquista da dei borghesi, ma soltanto da altri aristocra ci,
quindi c’erano diverse aspe a ve poli che ed economiche, succede che i borghesi ad un certo punto si
ritrovano con una liquidità che non aveva uno sbocco immediato, le terre non potevano comprarle, non
potevano controllare l’esercito perché non era di loro competenza. In qualche modo l’aristocrazia lascia l’a vità
commerciale sulla costa, alla borghesia. Quindi da un lato controllava le milizie e possedeva la terra, mentre la
borghesia aveva accumulato ingen somme di denaro che non riusciva ad inves re pro cuamente, si trovano
come blocca in un certo senso. Genova controllava la via della seta, la ro a dell’Asia centrale e Venezia quella
dell’Asia meridionale. I possedimen di Genova sul Mar Nero erano fondamentali e rimasero tali nché l’impero
mongolo garan la pra cabilità di queste vie di comunicazione. La ba aglia di Chioggia del 1381 tra Genova e
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Venezia fu in realtà una ba aglia per il controllo del Mar Nero, Genova viene scon a e, a questo punto, la
prevalenza dei commerci va a Venezia. Genova sarà estromessa dal Mar Mediterraneo dopo la scon a. Prima
dai veneziani e poi dagli o omani, sul Mar Ligure c’erano i pira catalani, era inevitabile che in queste
condizioni l’aristocrazia genovese cercasse di dirigere le sue eccellenze e ricchezze verso inves men più sicuri
come i terreni rurali, d’altra parte dal momento che era esclusiva e non voleva interferenze da parte dei
borghesi e i plebei, diciamo che questo a are rimaneva relegato soltanto alle grandi famiglie aristocra che. I
borghesi, con grandi capitali, si ritrovano con la strada sbarrata. Avrebbe potuto essere la ne di Genova, che si
trova poli camente messa ai margini, invece, i mercan genovesi sfru ando la rivalità tra catalani e aragonesi
riusciranno a introdursi economicamente e rapidamente nella penisola Iberica condizionando fortemente la
storia dell’unità spagnola durante tu o il sedicesimo secolo.

La scelta dei genovesi di rivolgersi verso la penisola Iberica può essere sinte zzata in due mo vi:

- Su questa parte del Mediterraneo negli interessi genovesi c’era anche il Marocco che garan va
l’ingresso nell’Africa

- Le pressioni erano minori

Genova arriverà principalmente su Granada, centro economicamente più orente spagnolo e successivamente
gli spagnoli o rirono quel ruolo di prote ori militari di cui la borghesia genovese era stata privata dopo la
scon a contro Venezia e di cui però necessitava. Un diploma co spagnolo della metà del 500 disse: “quando
un genovese arriva, gli basta una penna, un foglio e un tavolo e state sicuri che diventerà il padrone della ci à”.
C’era la necessità dei genovesi, quindi, di fare a ari e comunque avevano queste somme che garan vano loro di
far circolare denaro e merci. Nel 1519, con il consolidamento delle grandi scoperte geogra che, i genovesi
saranno in grado di eleggere Carlo V a tolo di imperatore, a spese del francese Francesco I, alla ne del 500,
dopo aver invaso la zecca di Venezia d’argento, erano in grado di stabilire anche i tassi di cambio delle altre
valute europee. Quello dei genovesi fu il primo vero e proprio ciclo di accumulazione capitalista, diciamo che la
loro egemonia rappresenta il culmine di un modello di accumulazione sistemica, globale, omogeneo.

Viene realizzato per la prima volta dal ceto mercan le genovese e poi si ripeterà ancora tre volte. Dopo i
genovesi ci saranno gli olandesi, poi la Gran Bretagna e poi gli USA. In questa successione, le espansioni
nanziarie sono sempre state nei momen nali e iniziali dei cicli sistemici.

Espansione nanziaria= l’economia si muove così: quando inizia un ciclo di accumulazione sistemica (il ciclo
capitalista), di lunga durata, inizialmente, quando la potenza egemone di turno si a erma gli inves men sono
produ vi, quindi si costruiscono strade, palazzi, quello che serve (un po’ come sta succedendo in Cina). I
capitali, quindi, internazionali rappor amo ques all’Europa del rinascimento, con uiscono e vanno tu in
quella direzione. In capitale sso sono reddi zi, il costo della manodopera è più basso, il paese si propone come
un nuovo leader economico, c’è tu o da costruire, contemporaneamente questa fase è preceduta da una
stagnazione economica. La stagnazione economica coincide con un momento di inves mento o espansione
nanziaria, nel senso che si preferisce fare degli inves men che sono specula vi, ad esempio in azioni che poi
rivendo ecc. si preferisce così perché gli sbocchi su inves mento sul capitale sso non sono prome en , noi
s amo vivendo in questo momento in Occidente in una crisi del genere. Ogni ciclo aperto, quello Italiano,
olandese, britannico e statunitense, come vedremo all’inizio e alla ne ha un momento di espansione
nanziaria in cui gli inves men in capitale sso si riducono o prendono la via dell’estero, si delocalizzano e
invece aumentano gli inves men nanziari. Gli inves men nanziari nell’Europa del 500 potevano essere per
le guerre. Non esisteva una borsa, quindi l’inves mento specula vo per eccellenza era il pres to per la corte
durante una guerra. Dopo il quindicesimo secolo in Europa Francia, Svezia e Inghilterra singolarmente non
riuscivano a competere con la Spagna, ma insieme sì. Le potenze che mantenevano lo status quo erano Spagna,
l’Impero Asburgico ed il Papato, che cercavano di diminuire la potenza di queste emergen , questo tenta vo
fallì, come sappiamo. Rivoluzione protestante, invenzione della stampa, ecc., quindi queste potenze nascen
non furono arginate e si crearono le premesse per quel caos sistemico che favorirà l’egemonia olandese e la
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liquidazione de ni va del sistema medievale. Quindi le cause di con i o si mol plicarono e nessun governante
riuscirà ad imporre la propria prospe va. Le riforme religiose furono introdo e in qualche modo per cercare di
arginare il problema, ma si trasformarono in breve tempo in un con i o ideologico che provocò dapprima un
con i o tra sovrani, dopodiché tra sunni e poi insurrezioni verso il potere centrale di use in tu a Europa.
L’emergere delle province olandesi che crearono una potente coalizione economica e militare nacque in questo
contesto. La pace di Wes alia 1648 segna la ne di un ordine medievale sovraordinato e segna la nascita invece
degli sta nazionali indipenden , sarà l’origine dello stato nazionale europeo.

06.04.2021
ELE

Immagine: car na che mostra i pun nevralgici delle ro e commerciali con cui per la prima volta le ci à italiane
cominciano a controllare l’economia-mondo.

Il capitalismo nasce in Italia → società capitalista propone un ceto (borghese), spesso an te co al ceto
aristocra co che è al potere, che preme sul potere a nché gli interessi priva diven no interessi di stato
Nell’economia di mercato, invece, il ceto borghese viene “arginato”, non in uisce sul potere e sulla
ragion di stato
Emergono qua ro ci à: Venezia, Genova, Milano, Firenze.
Venezia: controllo della via delle spezie
Milano: fonderie, produzione di armi
Firenze: industria della tessitura e della lana
Genova: prote a dall’impero spagnolo, espansione nanziaria
Le qua ro forme di capitalismo delle qua ro ci à sono interconnesse e si sovrappongono, con periodi alterni in
cui emerge una o l’altra ci à
Firenze è protagonista nel 1400, dove la fondis , commercian e banchieri facevano parte delle stesse famiglie
(diverso da Genova, dove l’aristocrazia era terriera mentre la borghesia controllava i commerci)
Uno dei primi compi dell'élite economica era stato quello di raccogliere le tasse da spedire allo stato
pon cio → in breve si trasformarono in un’AGENZIA DI CREDITO, an cipando una somma di denaro. In questo
modo garan vano dall’insolvenza, in più si arricchivano e si prendevano la responsabilità di ges re l’apparato
repressivo. In questo modo era possibile per i mercan avere liquidità da inves re prima nella lavorazione della
seta e poi della lana.
Importanza dell’industria tessile italiana → tessu italiani erano i più richies in Europa. Gli ar giani italiani
erano anche conosciu per la lavorazione del cuoio, dell’argento, dell'oro e dei gioielli, ma anche per l’arte,
l’edilizia ed i mobili.
Nasce una nuova sensibilità este ca, prima in Italia poi nel resto dell’Europa. A par re dalla seconda metà del
‘400 no alla metà del ‘500 nel patriziato oren no nasce un nuovo gusto per i ritra personali e familiari, ma
anche per l’argenteria e l’arredamento domes co.

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Tu i mes eri lega a: edilizia, realizzazione suppelle li per la casa, lavorazione vetro, produzione ogge di
ceramica, conosceranno uno sviluppo ver ginoso e saranno poi esporta anche fuori dall’Italia.

Fioren ni, veneziani, milanesi cominciarono ad acquisire credi provenien da tu a Europa (anche Stato
Pon cio)
Es.: Lombard Street (Londra)
I oren ni, sopra u o, introducono l’uso del denaro che spesso veniva sos tuito con le ere di credito che
a estavano che il cliente fosse solvibile (cioè che avesse del denaro in una qualche banca italiana o qualcuno
che garan sse il suo patrimonio)
Fino al ‘300 queste imprese si basavano sulla ducia reciproca → esisteva una sorta di élite economica europea,
i cui membri collega tra loro a raverso matrimoni dinas ci e quindi si conoscevano (inoltre c’era anche una
rete di spie, spionaggio → era anche rete di pe egolezzi, fondamentale per far funzionare gli a ari)
ITALIANI: tenevano le redini di questa élite europea e stabilivano il cambio delle valute nelle ere, il
prezzo delle merci più richieste e il tasso di interesse dei pres . Economia europea fa un salto di
qualità grazie agli italiani, sopra u o dopo la bancaro a dichiarata da Edoardo d’Inghilterra dopo
l’inizio della guerra dei 100 anni con la Francia. Le famiglie coinvolte nel fallimento delle principali
banche vengono sos tuite da nuove famiglie, come i Medici, Frescobaldi, Strozzi.
Nel ‘300 in Italia possiamo parlare di protocapitalismo, le re commerciali erano in ancora in fase embrionale,
erano più che altro formare da a ari fa tra famiglie. Successivamente le tradizionali ere vennero sos tui da
is tu bancari veri e propri con succursali in tu a Europa.
Es.: il conto della tesoreria (registro delle entrate e delle uscite dello stato) del re Ferrante d’Aragona
(1424-1494) non era a dato a un u cio pubblico (che non esisteva/non aveva le competenze) ma al
giornale e poi al libro mastro della banca più importante del Mezzogiorno, quella di Filippo Strozzi
MEDICI
Rete dei De Medici era capillare ed estremamente sensibile, estesissima in Europa e non solo, recepiva i
cambiamen poli ci di ques luoghi prima di tu gli altri. I Medici all’apice del loro apogeo possedevano una
fortuna superiore a quella della corte inglese dei Tudor.
FRESCOBALDI
Si legarono sempre di più ai sovrani, ai quali prestavano grosse somme di denaro in cambio di privilegi (l’appalto
delle miniere, riscossione diri regi in Irlanda, riscossione delle tasse nello Stato pon cio). Dal 1300 o ennero
la direzione dell’exchange (u cio centrale del cambio), incarico che li mise nelle condizioni di controllare
l’intera poli ca monetaria dell’Inghilterra.
Dal ‘600: compaiono anche tessu olandesi e inglesi sul mercato europeo, erano meno pregia di quelli italiani,
ma più economici. Gli italiani rimangono integra nel circuito capitalista, ma hanno una leggera crisi in quanto
quei tessu avevano un mercato più largo di quelli italiani → leggera crisi

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Tre cicli conclusi: ognuno dei cicli di accumulazione capitalis ca presenta tre segmen dis n
1. Primo segmento: dall’inizio del ciclo no alla prima crisi nanziaria, me e in luce le di coltà del ciclo
precedente che si sta esaurendo ed è la fase di transizione egemonica da un luogo all'altro, anche
perché nascono nuove realtà economiche che si sovrappongono alle preceden (es.: nel primo ciclo lo
spostamento è dal Mediterraneo all’Olanda)
2. Secondo segmento: viene consolidato il potere della potenza egemone
3. Terzo segmento: nuova crisi nanziaria. Come nel primo segmento è un periodo di forte con i ualità
perché ci sono dei nuovi concorren che si a acciano sul mercato internazionale e cercano di scalzare
la potenza economica precedente (anche sovrapposizione di una potenza egemone calante e una
crescente). Questa terza fase è solitamente accompagnata da un periodo di euforia economica (i ce
benestan si arricchiscono, mentre i ce medi/medio-bassi si impoveriscono e retrocedono
economicamente → si registra un peggioramento delle condizioni generali del lavoro e della qualità dei
servizi). È inoltre una fase di instabilità poli ca e un susseguirsi di even trauma ci, infa ,
l'avvicinamento economico è accompagnato da più a ori poli ci che cercano di assumere un ruolo
egemone → RICERCA DI UN NUOVO ORDINE CONDIVISO INTERNAZIONALMENTE. La transizione in a o
del sistema egemonico coincide con un evento che ha forse signi cato storico e poli co, de o CRISI
SPIA, cioè segno dell'incrinarsi del sistema. La fase si conclude con uno “sciame di even ”, de CRISI
TERMINALE, che segnano il de ni vo avvicendamento di una nuova potenza egemone.
Sia nella prima che nella terza fase vi è una riduzione dei pro che derivano dagli inves men produ vi, un
aumento della liquidità (meno inves men , ma si dedicano a transazioni nanziarie specula ve o alla
delocalizzazione)

I cicli sistemici di accumulazione capitalista durano più di un secolo → convenzionalmente de ni “lunghi


secoli” (Braudel), MA con il passare del tempo si accorciano sempre di più
1. Sistema italo-genovese: dalla metà del 1300 (crollo del sistema protocapitalista italiano a causa
dell’insolvenza delle principali banche italiane ed Europee) = 290 anni
2. Sistema olandese: dalla prima crisi spia del sistema italo-genovese (1560) no agli anni ‘80 del XVIII sec.
= 220 anni
3. Sistema inglese: dalla prima crisi spia del ciclo olandese (1740) no alla crisi terminale (1929) = 190 anni
4. Sistema americano: lungo ventesimo secolo, inizia intorno agli anni ‘70 del 1800 e dura no ad oggi. Al
pari degli altri lunghi secoli che lo hanno preceduto presenta tre segmen : instabilità nanziaria della
GB e dell’Europa in generale, periodo di consolidamento, prima crisi spia con la crisi petrolifera (1972)

PACE DI WESTFALIA (1648)

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Nasce lo stato nazionale europeo moderno, il sistema medievale precedente viene scardinato, anche grazie al
capitalismo e alle scoperte geogra che (+ processo di colonizzazione). Ride nisce i con ni e introduce nuove
regole commerciali che de niscono l’asse o e il futuro del capitalismo europeo (olandesi sono egemoni perchè
riescono a fare anche questo, cioè cambiare le regole anche del diri o internazionale commerciale). Il francese
diventa lingua franca degli scambi e con l’a ermarsi dell’assolu smo e il de nirsi degli sta nazionali, vengono
stabilite delle tutele a favore dei commercian e dei ci adini che viaggiavano all'estero (con nuità dei
commerci anche in tempo di guerra limitando le ritorsioni economiche).

Perché l’espansione globale del capitalismo accade so o l’egemonia olandese e non so o quella delle ci à
stato italiane? Le ci à stato italiane nascono e si sviluppano in una situazione di caos sistemico e ne giovano
(vulnerabilità del sistema aveva favorito commercian e banchieri italiani), quindi non si adopereranno mai per
superare il sistema medievale che era in crisi.
Oligarchia olandese era un’imitazione di quella veneziana, portatrice di una logica capitalista invece che
territorialista (Olanda era territorialmente poco estesa, 7 province o engono, dopo il 1648, l’indipendenza dalla
Spagna, poi con la pace di Utrecht, 17 province indipenden ) → territorio olandese ristre o, potenza capitalista
che si opponeva a una potenza territorialista e imperiale, cioè la Spagna. Di erenza con Venezia perché il
capitalismo veneziano aveva prospe va rido a rispe o alla prospe va mondiale del tempo. I veneziani erano
un anello importante di un circuito che però non riuscirono a controllare del tu o, in quanto la via della seta
a raversava numerose realtà poli che che i veneziani non controllavano. Inoltre, le monarchie di Spagna e
Portogallo, legate alla rete nanziaria genovese, nirono per indebolire il potere di Venezia.
Olandesi comba ono guerra di indipendenza contro la Spagna per circa 80 anni e diventano il simbolo di un
nuovo stato dinas co contro il potere storico della Spagna, del papato e degli Asburgo → me ono in
discussione dalle radici il sistema medievale che ormai era in crisi.
Inoltre, le capacità militari olandesi erano decisamente superiori a quelle veneziane (funzionali alla posizione di
Venezia, fuori dall’Adria co erano poco funzionali). Gli olandesi, invece, avevano vissuto come protagonis i
cambiamen del lungo secolo del 1600, comba endo contro la Spagna; razionalizzano le tecniche nanziarie e
anche quelle militari. Cambiano il modello organizza vo militare:
1. Aumentano il numero di u ciali
2. Disciplina standardizzata
3. Tecniche di addestramento uniformi
4. Apparato logis co teso a ridurre le perdite e a recuperare i feri
5. Esercito di mercenari
Modello di esercito esportato verso oriente, dimostra la superiorità di unità ristre e, di fronte a eserci
numerosi. Inoltre, questo modo di fare la guerra e di organizzare l’esercito sarà quello con cui l’Europa
conquisterà il mondo nell’800 → esercito moderno, no esercito di leva di uomini poco addestra , erano milizie
mercenarie, addestra e paga .
Olandesi creano asse o strategico che consolida nuovo asse o internazionale voluto dalla pace di Wes alia,
ra orzando anche la loro leadership morale e intelle uale sulle altre potenze europee emergen .

CARLI

Il capitalismo si espande, ci sono diversi autori poli ci.


Si cerca di arrivare ad una sintesi: potenza capitalista e territorialista (Venezia capitalista. Territorialista,
superata poi dagli inglesi, supera a loro volta da Usa).
Per fare ciò, servono narrazioni poli che non da poco, a nché possano vedere negli interessi economici di una
piccola realtà degli interessi internazionali. Venezia: subisce un arretramento e costante declino per tu o il
17esimo secolo.
1566 Spagna invia le truppe nei Paesi Bassi che si ribellano ai paradisi scali (?)
Gli spagnoli si ritrovano a comandare sui Paesi Bassi grazie ad un matrimonio dinas co. Man mano che il
capitalismo si sposta verso nord, ci si rende conto che i prelievi sono sempre più consisten nei confron degli
spagnoli i quali decidono di protestare.
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Durante il 500, in Spagna l’economia non sarà buona poiché la Chiesa, volendo mantenere i privilegi scali pici
del Medioevo, sarà deleteria per il Paese.
Prende origine un’aristocrazia parassitaria.
Si sviluppa il fenomeno della pirateria e dei corsari. La Spagna non riesce a garan re il usso scale alla quale si
è so oposta. Alcune volte le navi venivano anche a accate. I corsari sono bandi di mare anche paga dai
borghesi. In quel momento le navi olandesi erano probabilmente le migliori. Guerra asimmetrica trasportata in
mare. La Spagna a causa degli olandesi, che sono la loro spina sul anco si trova sempre più indebolita,
lasciando spazio all’Inghilterra e alla Francia. Primato tra co mari mo.
Analogie tra Genova e Olanda. Entrambe prote e la prima da Spagna la seconda da Inghilterra. Più di una
proposta da parte di entrambi governi di uni care i due territori. I genovesi però, per volere maggior forza
militare diventeranno automa camente troppo dipenden dagli spagnoli, senza i quali non sarebbero riusci a
muoversi. Iniziano grandi boni che e sistemi di dighe ancora oggi funzionan . STRANO MA VERO, LO FECERO
MEGLIO DEGLI ITALIANI. Amsterdam diviene simbolo della cultura. Olandesi, massimi fruitori degli inves men
culturali.
Il capitalismo olandese riassume ciò che era già presente in Italia. Sintesi tra:
Genova = re nanziarie
Venezia = consolidamento regionale
Firenze = simboli culturali

Si delineano le tendenze all’integrazione an te che: territorialismo e capitalismo.


Questo inglobamento segna l’espansione occidentale nei secoli a venire.
il Paese che avrà la capacità di integrare queste due tendenze, diventerà egemone.
Gli olandesi non governeranno mai il sistema crea si. Fase evolu va post Wes alia.
Società per azioni e egemonia sui mari erano i ori all’occhiello per i due Paesi. Post guerre napoleoniche, due
potenze emergen : Francia e UK. Post Napoleone: le province unite non esisteranno più. So o Forma di
inves men , al ne di consolidare la stru ura statale emergente, i soldi si spostano negli altri Paesi.
Mercan lismo francese e inglese: do rina economica che si basa sulla quan tà di moneta posseduta.
Tre componen con questa sintesi: colonie, schiavitù, nazionalismo economico. Insediamento dei coloni è
quello più decisivo in assoluto.
Carenza di manodopera rapportata all’espansione militare porta inevitabilmente alla schiavitù che funge da
s molo all’economia capitalista del tempo. Grandi spazi all’autarchia.
Prussia, Svezia, Danimarca, Norvegia iniziano ad ado are il mercan lismo. Ques altri a ori riducono gli spazi
precedentemente occupa dall’Olanda.

08.04.2021

CARLI

MERCANTILISMO: (de nizione di Colbert) segretario di stato francese. Tu a l’Europa si muove in questa
direzione, ossia creare realtà poli che autarchiche, con sfru amento delle colonie ove possibile e controllo
della moneta. Non è più presente un’autorità sovranazionale, quale il papa e/o l’imperatore. Post pace di
Wes alia: Guerra dei trent’anni.
Si esce dalla situazione di caos sistemico per creare nuovo ordine geopoli co. province olandesi vedono il loro
entroterra rinchiuso, nel senso che ogni stato preserva i propri con ni. stop sbocchi.
1740 progressiva transizione olandese verso il controllo della grande nanza mondiale.
Capitale si sposta verso la nanza. contrapposizione militare tra potenze nazionali emergen . Per la prima volta
obie vo di guerra è il commercio. in quest'o ca inglesi avvantaggia . due potenze Francia e UK. situazione
paragonabile a quella di Venezia che non doveva difendere un fronte terrestre. si concentrò su un ruolo di
intermediario mondiale.
1580 La più grande o a messa in mare: l'invincibile armata. si cercò di invadere l’Inghilterra di Elisabe a I, per
un trono vacante, ma il mo vo principale era di natura economica: la presenza di pira e corsari. Elisabe a I li
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scaricava u cialmente, ma u ciosamente li assumeva in funzione an spagnola, poiché l’Inghilterra era lo
sponsor per i Paesi Bassi.
Tempesta dove le navi verranno danneggiate. A accate poi a sud sia dalla o a u ciale che dai corsari. Circa il
70% erano navi private. Elisabe a I aveva appena rinnovato la sua o a, che post caduta o a spagnola, prese
il primato, seguita da quella olandese, che rimasero le più importan in Europa.

L’Inghilterra post 1740 si propone come ruolo di intermediario. Il processo che porta all'egemonia dura due
secoli. Post guerra dei 7 anni, che vede la contrapposizione tra Francia e UK per le colonie americane. I francesi
perdono. Con un accordo, essi sono estromessi da gran parte delle colonie. UK non ha più rivali anche se, prima
dell’egemonia, c’è una fase di caos sistemico in cui si di ondono tensioni e disordini sociali. È una fase pica
quando ci si trova dinnanzi ad un avvicendamento egemonico così pronunciato che indicano un passaggio tra
una fase e l’altra di ciclo di accumulazione capitalis ca. Come accadde all’inizio del 17 secolo, si tra a di una
nuova ondata di interferenze da parte dei poteri monarchici, che si trasformarono in un nuovo con i o tra
Francia e Inghilterra, che a loro volta proclamano indipendenza. egemonia mondiale assunse le cara eris che
di libero mercato, ossia intro di clausola di libero scambio. Ribaltano il paradigma precedente di Colbert.
libero scambio: tu e le merci potevano con uire nel Regno Unito senza dazi e tari e,
indipendentemente dal regime tari ario che gli altri paesi applicavano. I primi che iniziarono in questa
scia di torbidi sociali e richiesta di autonomia sono i coloni inglese americani, usando come casus belli la
guerra dei se e anni coi francesi, i quali cercano di cavalcare l’onda del caos, ma la situazione gli si
ritorce contro: eccessivo prelievo scale che grava sui ce medi e inferiori. Questa poli ca estera
culminerà poi con la Rivoluzione francese (uno dei mo vi). Numerose le violazioni di Wes alia.
Napoleone impose il suo dominio dall’alto, infranse i diri di proprietà e di commercio e incitò le
rivolte dal basso. Durante il periodo di Napoleone c’erano movimen nazionalis ci che ebbero successo
un po’ in tu a Europa. UK divenne egemonica quando guidò la lo a contro i regimi assolu s ci.
Dopo il congresso di Vienna e Aquisgrana (rispe vamente 1815 e 1818) la Gran Bretagna riempì gli
spazi lascia dall’egemonia degli olandesi. UK guidò con successo la lo a contro le richieste imperiali
napoleoniche. Gli olandesi con nuarono con la loro a vità nanziaria e garan rono i pres no
almeno all’indipendenza americana. Cercarono di bene ciare da questo caos sistemico. Nella guerra tra
francesi e inglesi per il controllo delle colonie americane. La vi oria UK ridimensionò notevolmente la
o a olandese, che dimostrò la sua debolezza essendo appena entrata nella sua fase di decadenza.
Non erano più coloro che avevano messo in ginocchio gli spagnoli. La conseguenza fu espansione di
a vità industriale inglese. Gli olandesi nella loro fase di espansione nanziaria, alcuni investono in toli
altri in infrastru ure inglesi. Ques capitali con uirono dall’olanda ma non solo, mol inves rono in
Inghilterra, poiché era un polo a ra vo ed era conveniente inves re là. Un po’ quello che sta
succedendo oggi con il sud est asia co. Ques capitali favorirono in par colare la produzione
siderurgica tra le tante. Europa con nentale, in contrasto, viveva una fase di declino economico. Così
l’Inghilterra, da brava potenza egemone, aiuterà economicamente il resto d’Europa a raverso la
costruzione di ferrovie e navi con lo scafo metallico. UK faceva da locomo va. Dopo il 1848 UK era
l’unico paese coinvolto in tu e le regioni del mondo dal punto di vista economico e poli co e in tu e
queste aveva una sorta di posizione dominante. UK aveva introdo o, a poco a poco, una serie di
riforme che limitavano i privilegi dell’aristocrazia, mantenendo una stabilità sociale che negli altri paesi
non c’era. Borghesia nascente che inves va ed era in piena espansione in contrasto contro la
progressivamente estromessa vecchia nobiltà. L’aristocrazia inglese fu arginata, mol di loro si
concentrarono sulle a vità della seconda rivoluzione industriale.
Il modo in cui UK ges va la sua egemonia prese il nome di concerto europeo, uno strumento più
e cace rispe o alla pace di Wes alia.
In questo modo le lo e dinas che vennero superate e divenne più importante avere a che fare con la
nascente borghesia che con i ce nobiliari. La perdita del potere del legame di sangue è comprensibile
con l’espansione coloniale europea. Inizi 19esimo secolo: sta europei rivendicano il 35% del territorio
di tu o il pianeta. Nel 1878 abbiamo il congresso di Berlino. In quell’anno l’Europa controlla il 70% delle
terre emerse e nel 1914, 85% dei paesi del mondo controlla dall’Europa.
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Questa espansione (quella coloniale dei paesi europei nella seconda metà del 1800) non sarebbe stata possibile
senza gli interessi economici crescen di una classe sociale borghese che si stava de ni vamente a ermando in
Europa. Sarebbe stato molto di cile di pensare gli eredi eri aristocra ci in giro per il mondo a ges re gli a ari
dell’impero, perciò chi faceva questo erano maggiormente individui che ambivano a una crescita sociale, a
un’a ermazione economica; gente che nella patria d’origine non avevano grandi privilegi, non possedevano
grandi terreni o proprietà, non avevano esenzioni dalle tasse e per questo diventava più facile per loro spostarsi
e partecipare alla poli ca espansiva degli sta interessa .
Il libero scambio diventò mul laterale dal 1860 e nì con il neoprotezionismo tedesco nel 1879.
Gli inglesi furono gli unici a mantenere il libero scambio, senza me ere alcuna tari a o alcun dazio,
mantenendo il loro mercato interno unilateralmente aperto alle merci di tu o il mondo. Questo perché poteva
contare su un grande impero; sopra u o esportando le sue merci nelle varie colonie dell’impero, me eva in
crisi le economie di ques territori che erano sta conquista ; a rava inoltre mol capitali, magari di
imprenditori tedeschi che decidevano di aprire la loro a vità in Gran Bretagna, o aprivano una succursale.
*Discorso e discussione sul protezionismo*
Per Scaini: il protezionismo può essere u le se un Paese sta emergendo, entro cer limi , oppure se si cerca di
preservare determinate nicchie o se ori industriali per cui la di erenza del costo del lavoro è esagerata.
Una poli ca protezionista prolungata cosa signi ca? Nel medio periodo il Paese rischia di trovarsi più povero,
con prodo più scaden ; si rischia di produrre un impoverimento progressivo latente nei consumi. Questo per
la classe medio-bassa che non riesce più a perme ersi i prodo di più alta qualità poiché il loro prezzo è
aumentato.

Le conseguenze dell’adozione (mantenimento) del libero scambio da parte della Gran Bretagna furono
molteplici:
- le re di dipendenza nei confron di Londra si propagarono
- i movimen nazionalis di ispirazione borghese si mol plicarono
- il secolo che va dal 1815 al 1914 fu uno di sostanziale pace, ci furono pochi con i ed erano piu osto
ristre (secolo di pace decisivo per l’espansione del capitalismo a livello mondiale)

Un’egemonia come quella inglese non si era mai vista in precedenza; la Pace di Wes alia non prevedeva alcuna
autorità né imperiale né papale, quindi non c’era alcunché al di sopra dell’autorità degli sta dinas ci. Con il suo
superamento, un insieme di regole invisibili, che coincidevano con il funzionamento del libero mercato e che
divennero indiscu bili no almeno alla rivoluzione russa, diventò il vero referente della poli ca internazionale:
il mercato, il business (che doveva essere preservato, se si faceva una guerra questa era funzionale ad esso). “La
ricchezza delle Nazioni” di Adam Smith riassume la visione e il pensiero dell’intelligen a britannica nascente,
della borghesia nascente. Il libro sos ene che i governan potevano perdere il potere perché in concomitanza
sarebbe aumentata la ricchezza delle nazioni e dei suoi suddi , il paese crescendo economicamente sarebbe
diventato anche più potente e, di conseguenza, tu ne avrebbero bene ciato.

La Pace di Wes alia divise il mondo in un’area privilegiata e una di esclusione. Nella prima dovevano essere
rispe a i transi , i commerci, era una zona di amicizia e civiltà. Nella seconda invece gli abitan erano
considera nemici da annientare (razzismo, erano persone inferiori che dovevano essere conquistate dalla
“razza bianca europea”), qui si poteva fare quasi quello che si voleva, non c’era rispe o, vigeva soltanto la
brutale gerarchia che dovevano rispondere agli interessi nazionali del capitalismo o ocentesco.
Furono argomentazioni di questo po che permisero la nascita dello stato borghese o ocentesco.

Protezionismo: strumento che deve essere introdo o con molta oculatezza e molta parsimonia, è un’arma a
doppio taglio.

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*Discussione sul protezionismo pt. 2*
Per Scaini ci dovrebbe essere un qualcosa di internazionale che non perme a alle aziende e ai venditori di
vendere prodo o enu sfru ando i lavoratori, oppure con sostanze nocive per l’uomo (oggi nell’UE c’è una
legge che perme e di mantenere, in basse percentuali, nei cibi delle sostanze chiaramente nocive e dannose
per l’uomo) o per l’ambiente, perché “se no non ne andiamo fuori”.

XIX secolo, egemonia britannica. Furono fa ori come la ricchezza delle nazioni che permisero la nascita delle
Stato O ocentesco e fu per gli stessi mo vi che gli inglesi sostennero i movimen nazionalis europei, tra cui il
risorgimento italiano. Questo perché i movimen servivano ad arginare i poteri delle vecchie dinas e
concorren , indebolendo anche gli sta a raverso ques torbidi sociali.
L’Inghilterra sostenne anche il primo movimento sionista di ne O ocento, quello di Rothschild. Herzl scrisse, a
ne o ocento, il libro “Lo Stato d’Israele”, che all’epoca ancora non esisteva. Le comunità ebraiche erano sparse
in tu a Europa, in Nord Africa e anche in Medio Oriente, ma il sionismo fu fru o principalmente
dell'intellighen a delle comunità europee.
Gli inglesi cercarono di spingere proprio per il trasferimento di loro mercan e uomini all’interno dell’impero
O omano per par re, nel caso di una guerra, in una posizione comunque favorevole e privilegiata.

LEO

L’impero O omano era de nito il grande malato che l’Europa ene fra le braccia, c’era questo grande sforzo
diploma co per mantenere in vita questo impero morente, perché se così non fosse stato, ne sarebbe scaturita
una guerra. Per questo si iniziò a mandare nell’Impero O omano esponen della propria borghesia (uomini
d’a ari, commercian banchieri ecc.), in modo da creare queste re commerciali ed economici così che se ci
fosse stata la guerra la madrepatria sarebbe stata avvantaggiata. In questa o ca viene sfru ato il movimento
sionista, sarà Rothschild il primo esempio, lantropo che comincerà a trasferire le prime comunità ebraiche in
Pales na, lui aveva costruito delle fa orie private che servivano ai suoi business (in parte per lantropia, in
parte per un tornaconto economico) e aveva cercato di fare un primo tenta vo, fallendo. Nell’insieme la Gran
Bretagna sarà una sintesi felice della strada indicata:

- da Venezia, ovvero quella di creare un’economia mondo

- dalla Spagna, ovvero un impero mondiale (Venezia non avrà mai questo rilievo poli co, aveva un
rilievo semmai economico, ma non aveva un peso poli co al di fuori dell’Europa, ecco perché non
controllava interamente la via della seta no alla Cina, non aveva il peso necessario, al contrario dell’Impero
olandese o dopo l’Impero britannico di cui s amo parlando

- dai Genovesi il controllo delle re capitaliste, quindi la parte concernente la nanza

- dagli Olandesi, presero esempio per l’organizzazione militare (eserci addestra tu allo stesso
modo, stesso equipaggiamento, procedure standardizzate, numero di u ciali, ospedali da campo, apparato
logis co in generale), ma sopra u o nella prima cos tuzione della società per azioni (l’Olanda nella
compagnia per le Indie sarà la prima società per azioni che in qualche modo avrà un risvolto
mul nazionale).

Il Regno Unito esercitava la sua egemonia no almeno alla ne del XIX secolo, i sintomi del declino ancora una
volta coincisero con l’inizio di una nuova fase di speculazione nanziaria ed un sostanziale ri ro dei capitali dagli
inves men produ vi. C’è un arretramento ed i capitali si spostano ancora una volta verso la sfera nanziaria,
la saga della famiglia dei Rothschild può essere presa d’esempio. Si tra ava in origine di una famiglia di ebrei
francesi, sfuggita durante la guerra di religioni in Inghilterra, che era un paese nell’insieme fra i più stabili e
tolleran e inizialmente estesero la loro capacità commerciale in tu a Europa, acquistando le merci in periodi di
crisi e ribasso e poi rivendendole nei luoghi dove queste erano più richieste, fecero quindi queste grandi
speculazioni. Alla ne, crearono una rete commerciale che includeva le principali dinas e dell’epoca e saranno
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così in grado di o enere grandi pres an cipa e far girare quan tà di denaro che non possedevano
materialmente. Nella seconda metà dell’O ocento, con l’entrata della Gran Bretagna nella sua fase di
capitalismo maturo, i Rothschild si trasformarono a loro volta in banchieri ed eredi eri terrieri, abbandonando
progressivamente il commercio. Non si tra ava solo del desiderio di benessere e agiatezza di persone che erano
diventate nel corso del tempo ricche, osservando nel tempo le a vità economiche delle famiglie più importan
di un paese si riesce a decifrare interessan de agli su storia geopoli ca e sopra u o sulle diverse fasi del
capitalismo internazionale in una determinata epoca.

Se per esempio ci me amo ad osservare come si comporta una famiglia importante, una dinas a
economicamente importante, abbiamo gli indicatori, il termometro, di quello che sta succedendo al livello
economico-mondiale. Un modo per studiare la storia ed il ciclo economico è anche questo. Nel caso europeo
questa situazione è sinte zzata dalla crisi europea che si prolungherà tra il 1873 e il 1896. Che cosa era
successo? Sulla scena mondiale oramai si erano a erma diversi a ori poli ci tra loro concorren , quindi i
pro calarono, ci fu una spinta detra va, calò anche il prezzo delle merci. In più c’erano le merci che
diventavano periodicamente rare ed improvvisamente invadono i merca provocando instabilità monetarie
di use. In altre parole, il sistema degli inves men a medio e lungo periodo era salvo, in realtà alcuni
economis , analizzando più a fondo il periodo dicono che non fu una vera crisi, ma una crisi virtuale, alcuni
dicono che fu una crisi inesistente.

Perché dicono questo, quando osservando i da vengono contradde nell’analisi? Perché ques economis
guardando in un’altra scala, ovvero estendono le loro considerazioni al livello mondiale: cosa succedeva al
livello mondiale? La crisi riguardava l’Europa, altrove importan novità stavano nascendo. Le grosse novità in
quel momento da chi erano rappresentate? Abbiamo parlato di ci à italiane, dell’Olanda e dell’Inghilterra. Il
passo successivo furono gli Sta Uni .

Gli USA faranno quello che aveva fa o a suo tempo le province olandesi e poi l’Inghilterra, gli USA diventarono
un buco nero a loro volta che a reranno migran , tecnologie, capitali, inves men . Un paese in cui tu o era
da fare e costruire: strade, ci à, infrastru ure di ogni genere. (Il lm Abramo Lincoln dove si vede lo stato delle
strade in America in quel momento, tu e di fango). In questa condizione gli USA stavano a rando tu i capitali
che non trovano uno sbocco in Europa perché il tasso di pro o era calato e gli inves men produ vi non
erano più vantaggiosi. Dal 1870 la Gran Bretagna cominciò a perdere colpi nella scena europea e dopo la
Grande Guerra anche sulla scena mondiale. In entrambi casi, l’inizio della ne dipese dall’ascesa della
Germania. Contemporaneamente l’egemonia inglese era messa in discussione: dagli Sta Uni che
rappresentavano il polo dell’economia mondiale e dall’altra parte dalla Germania, come era successo agli inizi
del Se ecento quando le province olandesi si trovarono di fronte a due nuovi compe tori (l’Inghilterra e la
Francia). Gli Sta Uni e la Germania si sostennero in un primo periodo a vicenda involontariamente. Ambedue
erano spin da logiche territorialiste:

- Gli USA che avevano questo grande territorio ancora da colonizzare e conquistare, poco manipolato
dall’intervento dell’uomo e un territorio con molte risorse e materie prime da sfru are, Thomas Je erson, il
presidente aveva già sostenuto questo aspe o, il conce o fondamentale era quello dello spazio vitale,
insistere è indica vo che le a vità economiche in Europa non trovavano più uno sbocco adeguato, gli
inves men non erano più reddi zi. Lo stesso conce o di Impero nel linguaggio americano veniva usato
come Unione Federale, i territori a disposizione erano vas , ricchi di risorse, richiedevano cos di
protezione militare inferiori rispe o a quelli dell’Impero britannico.

- La Germania par va da condizioni svantaggiate in confronto agli USA ed era stata svantaggiata anche
nella corsa alla colonizzazione, inizialmente cercherà di imitare la Gran Bretagna cercando di accaparrarsi
delle colonie, poi dopo la Prima guerra mondiale, veri cato l’insuccesso della corsa coloniale, si rivolge
piu osto verso il modello statunitense. In pra ca i tedeschi realizzarono l’importanza della vivacità del
mercato interno, entrambi ado arono una forma di protezionismo per quanto riguarda l’importazione di

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merci, ma erano estremamente aper ai ussi di capitali e persone. In più, la Germania nella seconda metà
del XIX secolo, registrerà una vivacità nel campo delle innovazioni industriali senza eguali. Tanto che il
periodo compreso intorno al 1870 è anche de nito seconda rivoluzione industriale, nel senso che ci sarà
questo sviluppo che non sarà così estensivo, ma sarà più intensivo, nel senso che verranno migliorate tante
tecniche preesisten ed i tedeschi saranno all’avanguardia. L’economia tedesca era in espansione e
l’ossessione per il tedesco dello spazio vitale che corre nel periodo e nei discorsi di Bismarck, il Lebensraum,
rispecchia in qualche modo la sensazione di impotenza nel tradurre le crescen capacità militari industriali
del paese in un corrispondente incremento delle risorse mondiali. La stessa cosa farà anche Hitler. I
tedeschi avevano poche colonie nei confron della Francia o Inghilterra, quindi avevano una strada sbarrata
nei confron di un ordine precos tuito solido, contemporaneamente non avevano a disposizione i grandi
spazi di inves mento degli Sta Uni , erano nel cuore dell’Europa, intanto si stava preparando la Grande
Guerra. C’era questa sensazione di grande impotenza, crescita economica, popolazione in espansione,
liquidità, che non si sapeva dove collocare.

Questa fase coincide con la rinascita della con i ualità in Europa che è causata dalle mire espansionis che
della Germania e nirà per favorire de ni vamente gli Sta Uni , inoltre, la con i ualità europea sarà
accompagnata da una serie di scontri etnici da parte delle nazioni escluse, dalle colonie inizieranno ad esserci i
primi grandi disordini che a loro volta sfoceranno nei movimen di indipendenza. I problemi che si scatenarono
in Europa, con la Prima guerra mondiale, è possibile asserire che si innescarono proteste popolari ripetute per
anni e che l’economia mondo capitalis ca in qualche modo non aveva mai visto prima con questa grande
portata. La Rivoluzione d’o obre, oppure l’a ermarsi di regime po il fascismo e il nazismo se guardiamo il tu o
in prospe va storica, sono degli even eccezionali, inedi , che propongono un linguaggio diverso che non
faceva parte del lessico europeo. Queste contestazioni si ripeterono no alla metà del Novecento, gli
schieramen in campo erano la sintesi della crisi internazionale che si era radicata e che era cominciata
nell’ul mo quarto del XIX secolo. Da un lato c’erano delle forze conservatrici, Francia e Inghilterra, preoccupate
di perdere i loro possedimen coloniali, dall’altra un gruppo di potenze reazionarie, che insistevano ancora sul
conce o di spazio vitale e che covavano questo senso di impotenza per essere state escluse dalla corsa alla
colonizzazione, tra cui la potenza guida era la Germania. Ed in ne c’era la prospe va rivoluzionaria dell’Unione
Sovie ca, il problema per Giappone, Italia, Germania era il Lebensraum, l’allungamento della loro sfera di
in uenza, dove diro are questa espansione economica. Sopra u o il Giappone e la Germania dovranno
trovare uno spazio vitale dove far con uire i loro inves men e la popolazione in crescita. Quali dovranno
essere i rispe vi Lebensraum dell’asse? Per l’Italia il Mediterraneo orientale; per la Germania doveva essere la
Russia; per il Giappone la Cina. Prima di fare questo, si doveva però rimuovere l’ordine coloniale precos tuito,
un po’ come fecero gli olandesi con gli spagnoli.

Parentesi: cosa succedeva fuori dall’Europa mentre succedevano ques even di cui sopra. Prendiamo in
esempio l’Africa.

Quan sono sta gli africani deporta dal XVI secolo no alla metà del 19 secolo? I da indicano dieci milioni di
persone deportate, possiamo essere abbastanza precisi su questo dato perché ci sono i registri delle navi
negriere che sono più o meno a endibili, questo conto non ene però conto delle vi me dei viaggi, delle
vi me della caccia, di quan morivano nei pos della costa dove si veri cano epidemia che falcidiavano la
popolazione. Inoltre, il prelievo della popolazione maschile di certe tribù provocò problemi che sono ancora
non valuta , problemi di sussistenza alimentare a popolazioni che furono costre e a fuggire in zone prive di
risorse. Bisognerebbe allora calcolare la cifra con un coe ciente che rimane ancora incerto. Alla ne, le ricerche
più accreditate, s mano cifre che arrivano intorno ai 100 milioni di persone. Fino al XVIII in America la tendenza
demogra ca fu nega va, nella parte francese di Santo Domingo, che oggi è Hai , furono deporta 2,2 milioni di
persone in 50 anni, però nel 1789 la popolazione era di appena 50 mila persone e le cause sono indicate in una
le era del governatore che si preoccupa di questa evoluzione e ne indica le cause della malnutrizione, lavoro

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infan le, lavoro in eccesso, donne incinte che morivano sul lavoro. Un terzo degli africani importa moriva nei
primi 3 anni, quando diven schiavo duravi in media 15 anni, la popolazione meringa nel complesso crollò nei
primi tre secoli di 20 milioni di individui. In alcuni casi si es nse completamente come alle Bahamas o alle
An lle, la popolazione americana nel complesso al momento dell’invasione europea contava 40 milioni di
abitan , questa cifra è stata s mata in base alla capacità alimentare che il con nente americano era in grado di
realizzare. La popolazione americana nel complesso ebbe un’ecatombe e probabilmente non ci fu mai
nient’altro di equiparabile nel corso della storia. Di ques 40 milioni, tan erano concentra tra Canada e Sta
Uni e il resto in par uguali tra America centrale (Messico sopra u o) e America del Sud (sopra u o nelle
regioni delle Ande, pampas, foreste equatoriali). Oggi si può rimanere sorpresi sul fa o che la popolazione
indiana del nord America con ca. Cinque milioni di individui, se la crescita demogra ca non fosse stata limitata
dagli avvenimen che tu sappiamo, probabilmente oggi questa popolazione dovrebbe a estarsi intorno ai 20
milioni di abitan . Cosa successe in Messico, Cile, Perù, Colombia dove gli amerindi senza genocidio dovrebbero
essere circa il 90% della popolazione al di là dei me cci. Le s me sono quelle minime di 20 milioni di persone
sacri cate nel nome del colonialismo e capitalismo in modo dire o da massacri, miserie e spoliazioni, ma con
alcuni de agli: gli amerindi erano le popolazioni di cili da so ome ere, erano ribelli, allergici al lavoro forzato.
La conclusione in mol casi fu la scelta del suicidio di massa, a volte intere popolazioni fecero lo sciopero della
fame, altre decisero di avvelenarsi spontaneamente. La data da ricordare è il 1542 quando un gesuita,
Bartolomeo Las Casas scrisse un libro sulla ques one delle Indie (occidentali), che cosa dice in questo libro?
Dice che senz’altro c’è un a o di pen mento e che abbiamo tra ato male queste popolazioni e che quindi
sarebbe l’ora di tra arli meglio e risarcire integrandoli nella nostra cultura. Nel libro c’è scri o anche che c’è
un’altra popolazione da essere civilizzata (ovvero da conver re al cris anesimo), ovvero l’Africa. Oramai
nessuno contesta ques da estrapola da registri di armatori, scambio monete, medici di bordo ecc., dopo il
XVIII secolo la popolazione schiavina si stabilizzerà e comincerà a crescere naturalmente. Anche in questo caso
però ci furono calcoli economici precisi, gli schiavi erano diventa sempre più rari e i prezzi sempre più al . Le
guerre napoleoniche avevano introdo o il commercio. Il tu o confermato dal fa o che mentre vengono
introdo e più a enzioni nella ges one di questa manodopera gli europei per la prima volta cominceranno loro
stessi ad introdursi all’interno del con nente africano per commerciare gli schiavi. Prima erano le tribù delle
coste ad essere armate con armi europee e veniva delegata loro la caccia degli schiavi. Alla ne del 17 secolo la
popolazione in schiavitù era numericamente uguale a quella bianca in America del Nord, la prima produce
l’80% del PIL dell’intera colonia che s amo considerando e verso l’800 quando la popolazione schiavile
raggiunse i 2/3 del totale la minoranza bianca non produceva più nulla e si dedicava esclusivamente al
commercio con l’Europa, perché in America venisse reintrodo o il lavoro manuale bisognerà aspe are la ne
del’800 quando in Europa si veri cherà la crisi nanziaria di cui sopra. Ci sarà questa migrazione e quindi da lì si
ricomincerà a riscoprire il lavoro della terra tornando a lavori manuali. Negli Sta Uni , c’era la corsa
all’accaparramento dei terreni. Durante l’O ocento i bianchi no alla ne del secolo delegavano quasi tu e le
a vità produ ve agli schiavi, dal 1870 in poi, quando ci sarà questo esodo migratorio verso gli Sta Uni , i
nuovi migran iniziarono a is tuire le nuove fa orie e iniziarono tu e le conseguenze a cui abbiamo accennato.

Inizialmente la schiavitù non era un commercio lucra vo, uno schiavo in salute e giovane costava l’equivalente
di un quarto dello s pendio mensile di un ar giano americano medio sulla costa orientale durante la prima
metà del Seicento, la schiavitù prese l’asse o di una vera e propria economia globale a par re dal 19 secolo,
prima gli schiavi venivano bara a con un fucile usato, 20 litri di acquavite, due cappelli ecc., a par re
dall’o ocento e dall'espandersi della col vazione del cotone il prezzo di uno schiavo diventa pari al doppio del
prezzo di un cavallo. Il trasporto degli schiavi venne regolato a entamente, razioni di cibo regolari (per non farli
morire di fame), docce periodiche (per non far arrivare epidemie), navi veloci (per arrivare prima), la mortalità
che prima era pari al 30% scese al 10%. A questo punto iniziò una nuova moda. Il 50 % delle esportazioni
francesi alla ne del 700 erano cos tuite da ca è e tabacco, la colazione che chiamiamo oggi mediterranea si
di use ovunque ed è forse un po di alimentazione introdo a dai francesi. Prima viene introdo a nelle classi
aristocra che e poi comincia a di ondersi nei ce medi del popolo. Per facilitare il commercio di queste merci,
cotone e seta, vennero impos dazi e tari e ocula , l’economia imperiale perme eva di facilitare. I dazi in
questo caso avevano una ragion d’essere. Prima cosa mangiavano gli europei a colazione? Tisane,
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probabilmente dei legumi, di solito le fave, se noi andiamo a mangiare in una famiglia araba di estrazione
rurale, vediamo che la ma na bevono delle sane e a volte il thè e poi mangiano fave e cibo del genere.
Diciamo che è un’introduzione rela vamente recente.

Nel 1648 venne promulgata una legge, similmente ai vagabondi gli schiavi avevano impiccagione se
producevano rea contro i padroni. Inoltre, matrimoni con schiavi non si potevano fare, ma i padroni
solitamente avevano concubine nere. Si creò uno strato me ccio che in base al colore aveva più o meno diri .
In genere tu e queste persone non avevano alcuna tutela e potevano essere tortura a piacimento del
padrone. Le cronache di Hai raccontano di gente impalata, lingue tagliate, croci ssioni, den leva , uomini
ge a vivi nelle caldaie bollen dello zucchero o ge a in pendii. Questo tra co venne abolito nel 1860 dopo
la rivolta di Hai che porterà all’indipendenza e mera di questa isola nel 1904, la schiavitù diventerà parte
integrante della rivoluzione industriale. Le grandi piantagioni diventarono quelle del cotone nel Sud degli Sta
Uni , che rifornivano le industrie tessili di Manchester e poi venivano esportate in tu a Europa. A Cuba e in
Brasile si con nuava a col vare zucchero e tabacco. Il periodo compreso tra il 1800 e 1850 probabilmente sarà
il più terribile. Ci saranno no a 120 mila deporta all’anno, la schiavitù verrà abolita nel 1833 nelle colonie
britanniche e nel 1848 in quelle francesi, nel 1866 dopo la guerra di secessione negli Sta Uni , nel 1866 a Cuba
e nel 1888 in Brasile. Da quel momento si sposterà la caccia nell’Africa orientale verso il Sudan e a Zanzibar,
solitamente dagli arabi, in funzione del mercato europeo. In questo contesto la schiavitù rappresentava il
commercio dell’avorio che richiede lunghe carovane di uomini che lo trasportassero dall’interno dell’Africa
verso la costa e piantagioni asia che che producevano le spezie. La crescita demogra ca dell’Africa ne risente
ancora. Nel 1600 la popolazione di questo con nente rappresentava il 30% del pianeta, nel 1800 il 20 % e nel
1900 solo il 10%.

La presenza maschile nell’Africa occidentale durante i primi anni del Novecento era sorprendente. Intere regioni
presentano ancora il de cit di genere, l’involuzione dell’Africa fu totale. Prima c’erano nazioni evolute con
moneta che ritornarono allo stato tribale, gli imperi crollano, federazioni di tribù si sciolsero, i campi incol , si
limitarono all’ambito regionale. Ci fu un lungo ristagno economico accompagnato da un’inevitabile immobilità
tecnologica e poi apparvero le di ature di re negrieri arma dagli europei. Le donne vennero reclutate in
giganteschi harem oppure costre e a pros tuirsi, tra queste c’erano anche le bambine e vedove diventate
improvvisamente inu li. Con i prigionieri troppo gracili e vecchi, quindi non u lizzabili dagli europei,
aumentano anche i sacri ci umani. Consideriamo che in un paese come il Mali (che era stato islamizzato a
par re dal 600, no all’arrivo degli europei non si conosceva ancora l’harem, la poligamia non era di usa, oggi
la poligamia in Africa è una prassi che sta per la verità scomparendo, ma è ancora di usa -decidi Scaini-). Gli
africani non erano mai sta un popolo di marinai perché per loro il mare era un grande deserto, le navi erano le
carovane. Le carovane di spostavano da Nord a Sud e Da Est a Ovest favorendo scambi fra culture. Il mare vero
era una sorta di con ne da non u lizzare e non aveva alcuna u lità. Dopo gli europei improvvisamente questo
aspe o venne ribaltato a favore della costa e quindi verso l’esterno. L’africa venne quindi rivoltata come un
calzino e l’economia in meno di un secolo si trasformerà in una economia di schiavi. I regni bellicosi della costa
che si allearono con gli europei presero il sopravvento, nel complesso al livello mondiale si veri cò la perdita di
una diversa cultura costruita durante i secoli.

Quali erano gli schiavi più ricerca ? I giovani maschi, i guerrieri delle tribù, quando venivano ca ura
improvvisamente rimasero senza protezione, le donne vennero fa e schiave e nirono negli harem, i bambini e
i vecchi vennero lascia a sé stessi o uccisi.

Ferrovie (sopra in India e so o in Africa nel 2013), quello che fecero gli inglesi in India, aveva una strategia
coloniale e comunque li aveva ammalia questo Sud con nente, ancora oggi l’India è collegata bene dal punto
di vista ferroviario, mentre l’Africa aveva le ferrovie dove c’erano state le tra e di schiavi:

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Africa fotografata di no e, dove si può vedere
l’arretratezza anche in energia:

13.04.2021
MAGG

Tra il 1500 e il 1870 il reddito europeo mondiale (w ) cresce poco, secondo le s me più accreditate passa da
565$ a 667$ pro capite (s ma che va esa amente dal 1500 al 1820), queste s me sono calcolate a prezzi
costan , un modo di elaborare una sta s ca economica in cui si prende un anno di riferimento, in questo caso il
2007, si toglie l’in azione e poi si procede a fare un paragone, facendo in modo che i soldi possano essere
considera con la valuta che hanno oggi (nel 2007). Ancora oggi dei paesi terzomondis hanno un reddito
simile, dovuto a povertà, a un’economia di sussistenza e al bara o. Questo reddito, se mol plicato per il
numero degli abitan , diventa il PIL.
Mol paesi poveri hanno un PIL più basso rispe o a quello che è e e vamente poiché hanno mol se ori
informali che non vengono conteggia alla ne dell’anno.
Per o enere il PIL viene calcolato l’insieme delle transazioni rela ve agli scambi di beni e servizi, quindi ogni
spesa dei ci adini e dello stato, è un valore che rappresenta un po’ il “volume” dell’economia di uno stato. In
alcuni paesi poveri è più basso del dovuto perché si lavora molto in nero, perché c’è un’economia informale e
anche perché lo stato è più debole e ci sono molte transazioni che vengono considerate come solidarietà ( po
una zia che paga la scuola ai nipo ), ma che sono e e vamente dei pagamen per ricevere in cambio un
servizio. Questo anche perché prima della rivoluzione industriale le transazioni economiche monetarie erano
rido e al minimo e anche poiché il livello generale dei consumi al tempo era ogge vamente basso.

La rivoluzione industriale introduce un nuovo modello di sfru amento e si spinge laddove il mercante
dell’epoca moderna non era ancora arrivato.
Il mercante dell’epoca moderna si arricchiva principalmente commerciando prodo agricoli; con la rivoluzione
industriale cominciano a commerciare manufa industriali. Tempi e spazi si restringono, il mercato del lavoro
cambia radicalmente, le ci à esplodono e crescono, appaiono problemi nuovi, cambia anche il paesaggio;
stupisce molto la velocità con cui sono avvenu ques cambiamen .
Possono essere iden ca 5 pun che cara erizzano questa nuova era:
→ Aumento repen no della popolazione a livello mondiale
→ Grande divergenza in termini materiali tra le varie popolazioni del mondo, dall’O ocento in poi questo
divario si allargherà come non era mai successo prima nel corso della storia
→ Divergenza anche regionale, cioè rela va al mercato interno dei singoli sta
→ Inversione del rapporto fra rurale e urbano e il capovolgimento delle dinamiche insedia ve

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→ Tendenza a creare squilibri ecologici endogeni, cioè provoca dall’uomo

Intorno al 1000 la popolazione mondiale era intorno a


250-300 milioni di abitan in Europa c’erano circa 35 milioni di persone. Nel 1500 il numero era salito a 400 mln
e 600 mln nel 1700.

Mol studiosi ritengono essere il 1760 l’inizio della rivoluzione industriale, in seguito all’invenzione da parte di
James Wa della macchina a vapore; inizialmente non funzionava troppo bene e non si pensava che fosse così
u le e importante, però nel giro di poco tempo venne perfezionata e diventò una delle pietre miliari
tecnologiche dell’Occidente.

In meno di un millennio la popolazione mondiale si triplicò, probabilmente la tecnologia agricola a disposizione


dell’umanità in quel momento storico era giunta all’apice e il mondo non poteva perme ersi ulteriori aumen
di popolazione. Negli anni ‘80 del 1800 la popolazione raggiunge il miliardo e mezzo di individui, raddoppia poi
nel giro di un secolo e raddoppia ancora verso gli anni 60 e 70 del ‘900 per poi raddoppiare ancora verso la ne
del XX secolo, oggi ci avviamo verso gli 8 miliardi una cifra che probabilmente verrà raggiunta entro il 2025.

Paradossalmente, nonostante l’esplosione demogra ca, l’umanità si libera per la prima volta della trappola
malthusiana – Malthus fu un pastore anglicano che visse a cavallo del 1700 e il 1880, è considerato in un certo
senso il primo demografo, essendo il primo autore a porsi dei problemi demogra ci. Egli aveva notato che la
progressione delle rate alimentari della produ vità agricola avevano un andamento che era aritme co, mentre
l’esplosione demogra ca aveva un andamento geometrico, quindi aumentava in modo esponenziale rispe o
alla produ vità agricola; il problema che sorge è quindi che di questo passo, ad un certo punto, non si sarà più

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in grado di sfamare l’intera popolazione mondiale – perché riesce a con nuare, grazie alla rivoluzione
industriale, a aumentare la produ vità agricola.
Nella storia ci sono mol casi di popolazioni che, di fronte alla pressione demogra ca, avevano creato disastri
ecologici per poi non avere troppo successo nel riuscire a sostenere il numero con nuamente più alto di
persone.
Il progresso tecnologico che permise il sostentamento della nuova popolazione fu in gran parte dovuto anche al
passaggio al regime energe co delle risorse fossili (carbone, petrolio, gas), mentre prima come combus bile
veniva u lizzato il legno.

Dal 1820 al 2003 il PIL pro capite inglese aumentò di 12 volte, quello europeo di 17, quello statunitense di 23 e
quello giapponese di 32. Si tra ava di realtà che par vano da situazioni diverse, negli Usa, come nel Giappone,
era tu o da costruire. Sempre nello stesso periodo il reddito sudamericano crebbe di 8 volte, quello africano e
quello indiano di 3.
Questa crescita industrializzata riguardò principalmente i paesi industrializza , con questo si avviò una disparità
globale che in ques termini non si era mai vista.

L’organizzazione dei merca mondiali dopo la riv. industriale viene de nita da alcuni economis come la prima
globalizzazione; in geogra a invece, siccome si considera anche il processo conseguente alla scoperta e
comprensione geogra ca del globo (più o meno dall’O ocento in poi), si preferisce parlare di seconda
globalizzazione.
La prima globalizzazione, cioè la conoscenza prima estensiva e poi intensiva del globo richiese qualche secolo
per compiersi. La seconda fu invece più rapida, ma ci volle comunque un secolo; si a ermarono il telegrafo (nel
1860 ci fu il primo cavo intercon nentale) e la ferrovia.

La nascita del mercato interno fu una delle grandi innovazioni dell’industrializzazione, favorendo anche lo
sviluppo dello stato moderno. Dal XIX secolo in poi l’industria cominciò ad avere una strategia nazionale, con
una domanda e un’o erta nazionale, un mercato del lavoro nazionale, re di vendita nazionali.

Un ulteriore fa ore di trasformazione del paesaggio, conseguente alla rivoluzione industriale, fu


l’urbanizzazione. Alla ne del XVI secolo, la popolazione delle più importan ci à europee era piu osto rido a;
le due più importan , Parigi e Napoli, contavano poco più di 200 mila abitan . Nel 1500 la popolazione urbana
arrivava al 3,5% del totale; nell’800 la popolazione urbana europea arriva al 10%. Questa proporzione
dipendeva dal legame di sussistenza che la ci à aveva con la campagna circostante, dai cos di trasporto
eleva , dalla deperibilità dei cibi che non potevano essere trasporta troppo lontani; nei primi decenni
dell’O ocento iniziano ad apparire i primi contenitori in vetro, poi celle frigorifere.
Agli inizi del Novecento la popolazione urbanizzata era già pari al 19%, nel 1950 il fenomeno aveva già superato
la soglia del 30%, alla ne del XX secolo si arrivò al 50%. Oggi ci sono realtà dove la popolazione urbana arriva
no all’80% o al 90%, come i Paesi Bassi o all’agglomerazione di Tokyo che conta circa 40 mln di abitan .

Pochi anni fa la popolazione urbana ha superato quella rurale, diventando più del 57% del totale (vedi
immagine). È un’inversione di tendenza, è
la prima volta che succede nella storia
dell’uomo, un’inversione di tendenza che
pone dei grossi quesi , alcuni a livello
ecologico: non è de o, infa , che una
grande ci à ben piani cata sia più
inquinante di una più piccola o di un
villaggio. L’impronta ecologica diventa
comunque un grande problema: una ci à
con svaria milioni di abitan deve
sfru are il territorio circostante.
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Con la rivoluzione industriale il mondo in qualche modo si sovverte, nascono delle dinamiche che porteranno
dei cambiamen repen ni.
Nel 1750 Cina e India controllavano rispe vamente il 33% e il 25% della produzione manifa uriera mondiale,
quindi più della metà dei commerci a livello globale avveniva in quell’area. Oggi, dopo un lungo letargo, queste
cifre si ripropongono; nel senso che il sudest asia co ha ripreso quello che sembrava poter essere un primato
storico (quello del 1700), ovvero più della metà delle transazioni economiche mondiali si svolgono in quell’area.
Nel 1913 ques due paesi controllavano il 4% (Cina) e l’1% (India) della produzione globale; il prodo o
manifa uriero inglese era rispe vamente di 38 e 58 volte superiore, divario dovuto alle conseguenze della
rivoluzione industriale, che aveva favorito i paesi europei industrializza e non quelli più arretra del resto del
mondo.
Cina e India erano diventa paesi con la pica economia terzomondista, il cui PIL dipendeva principalmente
dalle esportazioni agricole o da quelle di qualche materia prima ritenuta importante. Anche oggi succede
questo nei paesi in via di sviluppo, che esportano prodo agricoli, magari eso ci, o qualche materia prima,
facendo ristagnare la loro economia.
Dagli anni 50 agli anni 70 i paesi occidentali vedranno crescere il loro PIL pro capite annuo di oltre se emila
dollari, l’Asia e l’Africa di appena 500.
Era il periodo della Guerra Fredda e della divisione del mondo in due blocchi, la de nizione più sugges va la
diede già nel 1952 un sociologo francese, che disse che il primo mondo (cioè i paesi occidentali, quelli più
sviluppa , tra cui si dovrebbero aggiungere anche Giappone e Australia) comba eva contro il secondo (i paesi
del blocco socialista) per il dominio del terzo mondo. In Asia, Africa e anche in America la na non ci fu un
singolo paese che non sperimentò questo con i o, dire amente o indire amente.

Il periodo che va dal 1950 al 1973 viene convenzionalmente indicato come il periodo d’oro del capitalismo, un
periodo che in qualche modo fu eccezionale. Un periodo in cui c’era la ricostruzione dell’economia che era
diventata, in par colare quella occidentale, piu osto vivace. Crescevano quindi i pro , i salari salivano e
anche i paesi terzomondis erano in crescita, seppur a ritmi inferiori; c’erano più speranze che comunque si
andasse verso un mondo più equilibrato.
Il PIL pro capite mondiale crebbe in media del 2,9%, in termini reali del 4,9%; in Europa del 4% e in Italia del 5%,
raggiungendo i picchi maggiori negli anni 60. In questo periodo la crescita del PIL supera di 2,5 volte quello della
popolazione, dimostrando che ci fu una generalizzata crescita della ricchezza.
Per la prima volta l’umanità si rende conto che esiste un problema ambientale. Già nel 1968 erano sta
pubblica lavori scien ci che analizzavano la grande crescita demogra ca e le sue conseguenze. Nel 1972 ci fu
il rapporto del MIT commissionato dal Club di Roma, primo evento in cui scienzia di varia astrazione si
confrontarono sul tema ambientale. Vennero evidenziate la scarsità delle risorse incomben , la crisi degli
ecosistemi, la riduzione di una risorsa fondamentale che è il petrolio.
In questo periodo viene anche, per la prima volta, sviluppato il conce o di sviluppo sostenibile, il quale
introduce un nuovo paradigma secondo cui si deve pensare alle condizioni del pianeta che una generazione
lascia a quelle future; la visione era precedentemente antropocentrica, ma per la prima volta si pensa all’uomo
come ospite sulla Terra, ridimensionando il ruolo dell’umanità.

Dagli inizi degli anni 70 i merca ridussero in modo evidente la loro reddi vità, si riduce la fase di espansione e
si ritorno nella trappola già vista in precedenza. Il vero detonatore sarà la crisi del petrolio del 1973 e l’episodio
scatenante sarà la guerra dello Yom-Kippur (sempre nel 1973), anche se il processo era già avviato ed essa fu
solo la goccia che fece traboccare il vaso. Primo segnale della scarsità del petrolio, il quale prezzo, aumentando,
mise in crisi molte delle economie europee.
Il mercato, fulcro della narrazione occidentale, dopo questo evento diventerà un problema: il lavoro inserito nel
modello industriale fordista era considerato un posto sso, con l’aumento del prezzo delle risorse fossili si
ridussero i pro e si rallentarono gli inves men .
Modello fordista: catena di montaggio e azienda-famiglia, cioè che prende l’operaio appena si a accia sul
mondo del lavoro e lo accompagna no alla pensione. Questo era possibile perché l’economia era in espansione
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e perché venivano o er dei bene ci come bonus vacanze, borse di studio per i gli, corsi di formazione, prezzi
di favore per l’acquisto dei prodo dell’azienda oppure anche linee di credito per aprire dei mutui e comprarsi
la casa a prezzi agevola . Tu o questo perché si riteneva che il posto sso, in qualche modo, garan sse la
produ vità.

ELE
Dopo la crisi dello Yom-Kippur (1973) il costo del lavoro diventa un problema. Si intravedono in questo periodo i
sintomi della “terza globalizzazione” → inves men si spostano verso paesi dove la manodopera costa meno e
verso la nanza. A nché questo fosse possibile servivano quindi nuovi strumen tecnologici: informa ca e una
serie di provvedimen poli ci che perme eranno al nuovo corso di a ermarsi.
Anni ‘80: Reagan impone a tu i paesi allea l'integrazione nanziaria dei merca rimuovendo il sistema di
Bre on-Woods (1944) → crea così un sistema senza vincoli perme endo la mobilità dei capitali. Il sistema di
Bre on-Woods viene sos tuito in base alla richiesta di domanda e o erta → il valore della moneta oscilla
liberamente in base al modello di domanda e o erta, mentre prima era vincolato all’oro (processo di
deregula on). Prima gli inves men erano più regola , andavano verso i cosidde inves men a capitale
sso* (inves men produ vi, che creano lavoro).
*Fanno parte del capitale sso tu gli inves men a lungo tempo di recupero, cioè i capitali
che avranno il corrispe vo ricavo oltre l'anno. Ques beni possono anche essere de ni "beni
a fecondità ripetuta", poiché il loro u lizzo concorre alla formazione del prodo o o servizio solo
per una determinata parte del loro costo (ammortamento). Tra ques beni si possono collocare,
ad esempio, gli impian e i macchinari. In sostanza il capitale sso è quella parte dei beni
durevoli che cos tuiscono una fonte reddi zia nello svolgimento di un'a vità produ va.

USA dopo il 1972 si erano resa conto che stavano perdendo la loro egemonia e stavano per essere soppianta
dalle imprese europee/giapponesi che erano più produ ve.
Altro provvedimento dell’amministrazione di Reagan: riduzione del GATT (general agreement on tari s and
trade) → sistema che regolava dazi e tari e dei paesi che commerciavano tra loro; funzionava parzialmente,
c’erano anche ulteriori accordi bilaterali (es.: dopo la crisi petrolifera i paesi an sionis compravano il petrolio a
un prezzo più vantaggioso)

Finisce a questo punto la fase dell’industrializzazione a guida occidentale durata 200 anni. L’industria
occidentale non sparisce, ma viene fortemente ridimensionata dopo ques even e provvedimen (es.: negli
anni ‘80 la metà dei lavoratori mondiali (con contra o) era impiegata nel mercato del lavoro occidentale, nel
2013 invece la percentuale è scesa al 20% → sopra u o industrie di nicchia con produzione ad alta intensità di
capitale e tecnologia, diversamente dalle industrie ad alta intensità di lavoro e manodopera)
Ruolo industriale è stato preso sempre di più da Cina e sud-est asia co → gli s pendi sono molto bassi, quindi è
possibile creare delle grandi liali con alta intensità di manodopera poco quali cata (mentre in Europa ci sono
industrie con manodopera altamente quali cata e con macchinari so s ca e costosi)
Inversione di tendenza che consiste in una rimessa in discussione degli sta nazionali di stampo liberal-
borghese. Radice della cri ca nei confron degli sta nazionali dipende dal ridursi dei ce medi che invece
erano prospera nella seconda metà del ‘900 no a diventare il cardine economico e della diale ca delle
democrazie parlamentari → con la delocalizzazione lo stato perde uno degli strumen fondamentali di manovra
di poli ca economica, non è più al 100% arte ce della sua poli ca industriale, in quanto le industrie principali
delocalizzano o alcune priva zzano (es.: IRI). Queste grandi aziende creavano un indo o per le aziende di
piccole e medie dimensioni (es.: Ford o Fiat che delega la produzione di pezzi ad altre aziende di dimensioni
minori), in quanto non si occupavano della produzione di tu i pezzi/di tu e le fasi della produzione. Questo
sistema basato sull'esistenza di una rete di aziende più piccole era alla base non solo del cosidde o “miracolo
italiano”, ma di tu a l’economia italiana no agli anni ‘90.
La priva zzazione e la delocalizzazione fanno parte di un processo di riconversione economica e poli ca, e a
fare le spese di questo processo sono le classi medie. Nascono inoltre i primi miliardari che concentrano nelle
loro mani una ricchezza pari a quella del 50% della popolazione più povera a livello mondiale.

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Contemporaneamente gli sta nazionali hanno di coltà a tassare i pro delle mul nazionali a causa della
loro mobilità e dei so erfugi economici che hanno avuto inizio grazie alla poli ca di Reagan (grazie alle leggi
introdo e da Reagan in poi sarà sempre più facile per queste aziende occultare pro e capitali) → oggi lo
stato nazionale è costre o a delegare parte dei poteri a insiemi sub-regionali e a limitare la propria sovranità
in nome di insiemi sovranazionali (Unione Europea, WTO, Banca Mondiale, Fondo Monetario)
Ruolo di queste is tuzioni→ es.: la e in polvere in Costa Rica, farmaci an virali per HIV in Sudafrica,
crisi della Grecia
Processo dei pres : viene concesso un pres to ad un paese in di coltà economica (i tassi di interesse de ni
in base alla fascia di a dabilità e insolvibilità in cui il paese viene inserito), successivamente interi se ori
vengono priva zza e vendu o a stranieri o a élites locali (che comunque sono legate/fanno parte del circuito
del capitalismo internazionale). Successivamente vengono eliminate le poli che di assistenza che hanno
l’obie vo di calmierare i prezzi di beni fondamentali (cibo, gas, petrolio) → i prezzi schizzano in alto e i ce
medi si impoveriscono. Inoltre, vengono blocca /rido salari e pensioni, la priva zzazione causa anche
licenziamen e quindi disoccupazione. A questo punto l’economia del paese è completamente rivoluzionata e
comincia a vendere le proprie risorse (di qualsiasi po). A questo punto la Banca Mondiale/il fondo monetario
collegano i pres fa alla realizzazione di opere pubbliche (dighe, strade, ospedali...), nanziate da
mul nazionali. Spesso sono opere inu li, hanno solo il ne di far fare pro o alle mul nazionali che nanziano
le is tuzioni sovranazionali e sono spesso u lizzate anche per avere in uenza poli ca.

15.04.2021
VENTESIMO SECOLO COME LUNGO SECOLO
Sempre tre segmen (vedi schema dei cicli sistema ci di accumulazione capitalista)
A. 1870 crisi spia → inizio del primo segmento, arriva no agli anni ‘30 del XX sec.: periodo della seconda
rivoluzione industriale, con egemonia della Gran Bretagna, ma iniziano a comparire sul mercato delle
potenze in ascesa che me ono in discussione la potenza egemone. Questa data segna anche l’inizio
della transizione dei capitali dal se ore produ vo a quello nanziario. I nuovi concorren sono
principalmente la Germania e gli Sta Uni , ma dopo la prima e la Seconda guerra mondiale gli USA
sos tuiranno la Gran Bretagna grazie alla loro posizione geopoli ca favorevole.
○ Anni ‘30 del ‘900 crisi terminale della Gran Bretagna → cambiamento degli asse economici
mondiali e inizio dell'egemonia americana
B. Anni ‘30-’70 del ‘900 → periodo di consolidamento dell’egemonia USA, ricominciano gli inves men
produ vi e a capitale sso
○ Inizi anni ‘70 prima crisi spia → legata alla crisi petrolifera
C. Inizio del terzo segmento, l’egemonia statunitense è in declino, ma non è ancora nita, la crisi
terminale non si è ancora manifestata
Quali forze stanno a re ando o rallentando la crisi del ciclo di accumulazione statunitense? E tra quanto tempo
arriverà la crisi terminale che me erà ne al lungo ventesimo secolo? Quali saranno i percorsi di sviluppo
alterna vi?
Risposte: è possibile cercare di calcolare la durata del ventesimo secolo tenendo conto dei lunghi secoli che lo
precedono, i quali si riducono di volta in volta.
Le crisi terminali sono sovrapposte e ripetute, è quindi più di cile iden carle in quanto sono circondate da un
panorama di turbolenza nanziaria, nello sciame di crisi è di cile individuare la crisi decisiva (diventa evidente
dopo qualche decennio, in retrospe va). La crisi spia, invece, si manifesta quando il potere è ancora saldo nelle
mani della potenza egemonica, quindi è un evento evidente e inaspe ato, indicatore di movimen nascos che
esploderanno successivamente. Visto che il quarto ciclo di accumulazione capitalis ca a guida statunitense non
si è ancora concluso sono individuabili tre cicli, ma qua ro crisi spia.

15.04.2021
CARLI
Ques periodi si riducono a loro volta, circa 120 anni per regime genovese, 180 olandese, 130 per quello a
guida britannica. il periodo che va dalla crisi spia al regime uk-britannico a quello statunitense è di cento anni, e
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rispe o ai primi si riduce di circa un terzo. Inversamente proporzionale è invece lo sviluppo del sistema
capitalis co e statale; ambedue, infa , diventano sempre più ar cola e complessi. La crisi nanziaria inizia
verso la metà degli anni 70. 1979 transazioni puramente monetarie superava di 11 volte i commerci mondiali,
1984 superiore di 20 volte del commercio mondiale, che pur era cresciuto del 20%. ques sono i cambiamen
che portano alla nuova fase di globalizzazione. nel ventennio d’oro del capitalismo (1950-1970) Bisogna tener
conto dell’aumento dei salari reali. infa , no agli anni 70 i salari aumento in un tasso inferiore alla
produ vità, invece in seguito, dal 1968-1973, cresceranno in misura proporzionalmente superiore erodendo i
margini del pro o.
Aumento con un tasso superiore del saggio del pro o. tu guadagnano, distanza sociale si riduce. La
tendenza si inverte dal 1968-1973: non è più conveniente con nuare ad inves re, il mercato diventa saturo, si
preferisce per la prima volta intervenire la tendenza. La crisi petrolifera fece aumentare in un solo anno di 3
volte il prezzo del greggio. OPEC, comprende diversi Paesi produ ori di petrolio. Per un periodo anche la Russia
fece parte dell’opec. A ridosso della guerra dello yom kippur, in piena guerra fredda, usa avevano le tecnologie e
le o e per controllare l'estrazione di petrolio. in questo modo, aumentando il prezzo del petrolio nei paesi del
golfo, i giacimen americani, come quelli in Alaska aumentano la loro compe vità. in un qualche modo,
gioviano dalla crisi.
pezzo di uno storico esperto dell’Inghilterra chi si so erma sul periodo edoardiano ne 19esimo secolo, prima
crisi spia egemonia inglese.
“é evidente che l'a enzione verso il debito è pica delle grandi potenze nelle ul me fasi. la nanza non può
agevolare le classi medie, ma solo una élite può esserne agevolata. l'industria crea un benessere maggiore,
perché richiede un numero maggiore di uomini. stadio di sviluppo economico cede il passo allo stadio
successivo, i grandi ce medi cedono qualcosa di unico”
crisi spia accompagnata da una serie di elemen in comune:
- trasferimento inves men dire verso quelli nanziari specula vi

- disegno poli co che si riduce a quello di alcuni ce o alcuni paesi, come accadde per i petrolieri
americani durante la prima crisi petrolifera, i quali fecero i loro interessi a discapito del quadro
geopoli co generale
- delocalizzazione industriale verso altre realtà considerate emergen che favoriscono maggiori pro
- ruolo dell’esercizio del potere militare.
il tu o accompagnato da una fase di declino culturale. deve esserci però la presenza di un’alterna va che possa
me ere in discussione il primato della potenza precedente e che sia in grado di a rare a sé tu e le risorse.
fondamentale è il controllo dei territori e delle rispe ve risorse. si inizia con potenze tendenzialmente
capitalis che e poi abbiamo una sintesi tra potenze territorialiste e capitaliste. La nuova egemonia deve essere
una narrazione del mondo condivisa e credibile dalla maggioranza degli sta . Qual è il modello che si propone
per il futuro? alcune proiezioni indicano che verso il 2030, i 7 grandi saranno diversi da quelli a uali, in base alla
loro economia. Essi saranno: Cina, Russia, Brasile, Giappone, uno spazio rido o per USA e Canada, ma non è
de o. Del resto, la crisi dell’occidente è evidente, sopra u o negli sta uni . In china e in india la tendenza in
a o è diversa: i ce medi si stanno allargando. diri sociali in regressione e la environmental footprint è
notevolmente alta. economia, a causa della bolla nanziaria, è fortemente alterata e drogata. Il mondo
occidentale sta vivendo un lento declino. dopotu o, è un modello che non può reggere, a causa di una
popolazione che sta invecchiando “rinchiusa in una sfera che no a qualche tempo fa poteva risultare dorata
ma che ora ha spi eri da tu e le par ” (cit. Scaini).
Se immaginassimo il mondo come un villaggio composto da 100 persone, avremmo:
- 60 asia ci
- 12 europei
- 14 americani (nord e sud)
- 13 africani
- 52 donne
- 48 uomini
- 70 ne bianchi ne cris ani
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- 5 miliardari (probabilmente in usa) e deterrebbero il 59% delle ricchezze dell’intero villaggio
- 20 sarebbero le persone che per mo vi poli ci sarebbero state cacciate dalle loro case
- 70 analfabe
- 30 problemi alimentari e denutrite
- 8 conto in banca, non importa quale en tà
- 1 sola con istruzione universitaria
Inevitabile il desiderio di cambiamento e lo sviluppo di azioni violente. ordine fortemente gerarchico, basato
sulla violenza e su forme di esclusione. Cosa sarebbe successo se avessero vinto i nazis ? probabilmente,
secondo Scaini, non sarebbe cambiato più di tanto. il quesito a uale è: che cosa può o rirci una cultura
sele va, in parte elitaria, così distante da noi come quella Cinese? Essa, infa , è più legata alla comunità che
all’individuo. in passato, le diverse culture vivevamo pressoché in simbiosi, non erano così distan tra loro
(Olanda-UK-USA). con l'emergere dell’estremo oriente si rischia di produrre una trasformazione culturale
sopra u o sulle gerarchie sociali epocale. secondo alcuni la crisi terminale è prossima, secondo altri si è già
veri cata; la fanno infa coincidere con la crisi nanziaria del 2008. Nonostante ciò, solo studiosi posteri
possono capire e e vamente quale sia la crisi terminale. Siamo però consci del fa o che tra le due crisi (quella
spia, avvenuta con la crisi petrolifera degli anni se anta, e quella terminale che, se è già avvenuta, fanno
coincidere con quella del 2008) sono trascorsi sorprendentemente mol anni. Questo fenomeno ce lo
spieghiamo concentrandoci sopra u o su due aspe : quello che sta accadendo ora è qualcosa di inedito nella
storia del capitalismo, poiché la Cina è considerato ancora un paese di sviluppo che contemporaneamente
ambisce all’egemonia, eppure pone grossi problemi all’egemonia occidentale. trent’anni fa, forse avremmo
parlato di Giappone. dagli anni 2000 le cose sono cambiate. Secondo aspe o fondamentale: 75% della
popolazione può essere considerata secondo gli standard occidentale povera, che po di narrazione può
produrre e no a che punto può essere credibile? Forse non lo sarà per noi che siamo impregna di
“occidentalità” e che non facciamo parte di quel 75%, ma lo sarà per la parte povera del mondo, che non si
rispecchia nei valori occidentali (ricordate: una potenza per essere egemone necessita di una narrazione
globalmente condivisa, o perlomeno dalla maggioranza).

15.04.2021

LEO

Se noi osserviamo la tabella soprastante, andando a spezzare i vari segmen ci accorgiamo che c’è un modello
economico che è storicamente inedito no a quel momento. La Cina ha qualcosa da proporre, per la gran parte
dell’umanità che vive in condizioni disagiate. Il mo vo per cui si prolunga questa fase che dovrebbe precedere
la crisi terminale è un altro: abbiamo una biforcazione storica per la prima volta. Consideriamo il caso degli
italiani, degli olandesi e dei britannici, quando c’è l’inversione dell’egemonia e una forza si succede all’altra di
solito la tecnologia militare si sposta insieme ai capitali e agli inves men de ni “produ vi” (le navi dei
veneziani sono state per secoli le più evolute, successivamente quando gli olandesi diventeranno egemoni,
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saranno loro a costruire e creare l’esercito estremamente moderno fa o di truppe mercenarie, addestrate con
procedure condivise ecc.). Da un lato la potenza che sta salendo economicamente (tu a la regione cinese
perché le economie sono interconnesse e si sospingono a vicenda), dall’altro la potenza egemone precedente in
calo (al tramonto) che con nua a mantenere il primato tecnologico militare, prima volta che succede nella
storia. Ci sono ques due poli che si stanno bilanciando, perché? Innanzitu o, c’è una lunga tradizione
tecnologica che ha accompagnato la storia dell’occidente, dall’altra parte questa è un’eredità della guerra
fredda. Cosa succede durante la guerra fredda? Se osserviamo bene una car na dell’epoca possiamo notare
una cosa:

L’unione sovie ca era circondata da paesi allea degli USA e circondata da basi americane in tu o il mondo. Se
noi prendiamo questa massa con nentale e immaginiamo la terra come sfera odierna, vediamo come le basi
niscono sul lato destro dello schermo. In qualche modo possiamo osservare che l’unione sovie ca era
accerchiata in toto.

La ques one degli Stre asia ci (stre asia ci durante la guerra fredda: il Giappone, la Corea del Sud, le
Filippine e Taiwan). Gli americani controllando ques stre , controllavano anche un passaggio di merci
strategiche oltre che ad avere delle funzioni militari. Oggi con nuano a controllarli. Carta di oggi:

Ad oggi gli americani con nuano ad avere un’egemonia militare se non più economica, pensiamo al caso della
Corea del Nord: perché è stato sollevato questo problema? In funzione del controllo degli stre asia ci e di
contenimento della Cina. Quand’è che la Corea del Nord viene de nita come grande orco? Agli inizi degli anni
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’90, dopo il crollo dell’Unione Sovie ca, succede un fa o. Ovvero, due marines rapiscono una ragazzina di 13
anni, la drogano, la ubriacano e poi appro ano di lei in Giappone. A quel punto, per la prima volta vengono
scoperchiate tu e le nefandezze che i militari americani nelle varie basi sparse nel mondo, ma sopra u o nel
Sud-Est asia co comme ono. Vengono fuori sta s che su donne che vengono violentate, molestate, uso di
droga, alcolismo, obici che rano nei campi di addestramento, bombe, proie li all’uranio impoverito per fare
ri al bersaglio ecc., contemporaneamente, da lì a pochi mesi la stessa cosa succederà in Corea del Sud, un
paese alleato in crescita economica e che no a quel momento era stata considerata una società
“addomes ca”. Sopra u o in Corea del Sud ci saranno mol ssime manifestazioni, una dopo l’altra,
incontrollabili ( niranno con repressioni da parte dell’esercito), cosa chiedeva la popolazione? Oramai che non
c’è più l’Unione Sovie ca perché gli americani devono stare qua. I coreani del sud insistono anche sul fa o
dell’uni cazione nazionale con la Corea del Nord. C’è un sollevamento popolare di uso che riguarda il sud est
asia co, da lì viene poi creata questa nomea dello stato canaglia, della potenza nucleare, addiri ura si arriva a
sostenere che la Corea del Nord potrebbe invadere gli USA con i suoi razzi. Un po’ come dire che se io trovassi
sugli scalini dell’università Mike Tyson degli anni ’80 piangendo, perché il ragionier Fantozzi lo cerca per dargli
bo e. La Corea del Nord è il paese meno popolato dell’area, quello tecnologicamente più arretrato, quello
economicamente è il meno vivace, che ha più problemi, meno ricco, contemporaneamente abbiamo gli stre
controlla dagli occidentali. La Corea del Sud ci sono le basi nucleari in funzione an sovie ca prima e ora
an cinese. Il Giappone è una potenza che ha basi nucleari. Secondo gli osservatori che si occupano di questa
area, il Giappone in caso di una crisi ha la tecnologia ada a per, nello spazio di sei mesi, avere la bomba
atomica. Alcuni dicono che ce l’ha già, ma non viene u cializzato. Dietro a questa narrazione ci sono quindi altri
interessi. Tu e le chiazze scure dell’immagine sovrastante sono dei pun di a racco per la o a americana. Ci
vogliono secoli per creare un asse o del genere e sono asse conseguen alla decisione fa a secoli fa, agli inizi
del 500 quando i cinesi decisero di non costruire più navi d'altura, si ri rarono dalle grandi spedizioni navali e a
quel punto su queste ro e arrivarono gli europei. Nei vari pun del mondo, gli europei, costruirono ques
a racchi. Le potenze capitalis che che dovevano controllare ques sbocchi di merci. Gli USA ricalcarono la loro
egemonia militare sulla falsariga di ques avampos , sopra u o dell’impero inglese. Cina ha una portaerei, la
Russia tre, gli USA ora a ve, ne ha dodici. Questo per capire il potere militare in corso. Dovrebbe anche trovare
allea , spodestare l’ordine cos tuito. La s da, in questo momento, va da un’altra parte, la Cina ha rinunciato a
gareggiare con gli USA, la Cina ha costruito il suo esercito e la sua o a nel mar cinese non in funzione
o ensiva, ma in funzione difensiva. Il Mar cinese è pa ugliato da sommergibili cinesi, di fabbricazione russa
(all’avanguardia e ada allo scopo) nucleari, di piccole dimensioni e molto veloci, che servono a pa ugliare il
mare cinese nell’eventualità che ci sia un tenta vo di a acco alla Cina. L’espansione cinese, infa , va verso
l’economia. La par colarità della Cina, in questo caso, consiste in questo fa o inedito. Mentre da un lato la Cina
a ra inves men produ vi e tecnologie, contemporaneamente non a ra o a ra soltanto una certa élite di
manodopera, per il resto tende ad esportare manodopera nei vari pos del mondo, per la massa di popolazione
che ha, per la sua tradizione. Anche questo rappresenta una novità rispe o alle egemonie del passato. Ciò
nonostante, è da considerare un’altra cosa, in questo momento la s da tecnologico-militare tra americani e
cinesi si sta spostando su un altro versante, le evoluzioni delle tecnologie militari: si inizia schierando due
eserci in una pianura, dopo di che si nisce sui mon con la guerra di trincea, dopodiché si nisce sul mare, il
passo successivo sarà la guerra sullo spazio. Quindi, diciamo che in tu o il Sud-Est asia co, se no amo quello
che sta succedendo, si cerca di creare tecnologie in grado di manome ere le forze dell’altro, satelli che magari
disturbano il segnale degli aerei o deviare la traie oria di cer missili. L’altra soluzione (secondo Scaini) sarebbe
quella di creare un consorzio di più potenze egemoni (quelle emergen e quelle con tecnologie già presen ).
Circa l’8% del debito americano è in mano ai cinesi. La Cina è entrata in Africa e ha inves to sul territorio, la
strategia espansiva della Cina è sopra u o economica, inoltre, la Cina ha ancora al suo interno un livello di
consumi medio-basso, perché c’è ancora la tendenza al bara o in alcuni pun . La Cina è una popolazione di
contadini. L’altro fa o della Cina è che no ad adesso ha puntato sulla liera produ va basata sull’alta intensità
di manodopera. Se come auspicabile dovessimo andare verso un consorzio di potenze che potrebbe guidare nel
prossimo futuro l’economia mondiale. Quindi più poli egemonici, che sarebbe più interessante anche dal punto
di vista culturale per le sor del pianeta. Ci sarebbero però degli ostacoli da rimuovere, infa , ogni volta che
una potenza egemone lascia spazio e il vecchio ordine viene abbandonato solitamente ci sono degli ostacoli da
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rimuovere, in alcuni casi è stato completamento ribaltato l’ordine cos tuito in altri no. Generalmente ci sono
sempre sta degli even cruen (la trappola di Tucidide Graham Allison). Oggi l’economia è fortemente
interconnessa, quindi probabilmente una guerra a risolvere militarmente i problemi non sia più a uale, però
alcune modi che devono essere introdo e perché con la fotogra a del villaggio globale che appunto fotografa
il sistema, così non è più sostenibile (sopra u o dal punto di vista economico), quindi, per la prima volta,
dovrebbero essere considerate le istanze anche del 75% dell’umanità che in qualche modo viene esclusa da
ques processi, il primo fa o dovrebbe essere quello di una riduzione della disuguaglianza e della povertà nel
mondo. Pensare di tenere soggiogate miliardi di persone in economie e paesi che sono democra camente in
crescita. Ci dovrebbero essere queste riforme da introdurre:

- Tobin tax, James Tobin è stato un economista che agli inizi degli anni 70 aveva vinto il premio Nobel, lo
vinse per altri mo vi, ma tra le varie cose che aveva pensato, c’era quella di introdurre una tassa sui
movimen nanziari di breve periodo= movimen specula vi che in un giorno passano da una borsa
all’altra in tu o il con nente. Aveva de o che si sarebbe potuto tassare queste transizioni nanziare perché
in questo modo avrebbero diminuito la convenienza e i proven della tassa sarebbero anda in un fondo
per aiutare soluzioni umanitarie e di progresso nei paesi in via di sviluppo. In questo momento c’è
un’agenzia internazionale che si chiama OBA, ges ta dall’ONU, cos tuita negli anni 70, l’accordo era che i
paesi sviluppa avrebbero dovuto concedere l’1% del proprio PIL da des nare ad aiu di questo po, il 70%
della cifra sarebbe dovuto provenire da aiu pubblici, il restante sarebbe dovuto provenire da donazioni e
elargizioni di simboli priva , mai raggiunto l’1% , la media è intorno allo 0,18%, ovviamente molte volte la
parte più cospicua di ques aiu deriva da donazioni di priva = mul nazionali che hanno interessi vari,
estra vi, ges one di foreste ecc. che a raverso queste donazioni spostano capitali in modo da ridurre il
loro pro o annuo (il reddito), per pagare meno tasse, alla ne niscono anche con il creare una sorta di
mangime di marke ng, questa agenzia non va ad intaccare la bolla specula va nanziaria, probabilmente
solo con la Tobin tax si riuscirebbe a cambiare;

- La ques one dei breve , il breve o dei vaccini deve essere comprato dagli sta e si dovrebbe far sì
che ogni stato possa produrre il vaccino (cit. Scaini). Non è giusto che il mondo sia alla mercé di poche
mul nazionali.

- Messa al bando degli OGN, perché l’OGM, di poche mul nazionali (in Europa sono bandi , a parte
alcuni esperimen ) viene deciso il prezzo dalla mul nazionale, tende ad essere invasivo e distruggere gli
altri raccol (riduzione della varietà biologica quindi. Secondo punto, ha una riprodu vità rido a, molto
vicina allo 0, ogni anno si deve quindi andare a prenderli sul mercato e i prezzi salgono. Una liera
alimentare che rischia di essere controllata da poche mul nazionali, in E opia arrivarono ques semi pochi
anni fa, da ai contadini a basso prezzo, le piantagioni hanno dismesso le altre, i contadini avevano aperto
un debito, l’anno successivo il prezzo aumenta ecc. ecc. in pochi anni i contadini sono talmente indebita
che devono vendere la propria terra, a questo punto le stesse mul nazionali arrivano e comprano a basso
prezzo le terre, rime endo poi le piantagioni. A questo punto si dovrebbe nire a trovare nei merca dei
prodo che abbiano il bollino di garanzia = free ogm, il lavoratore che non ha lavorato più di o o ore al
giorno, no minori che lavorano, salario minimo, no elemen tossici.

20.04.2021

MAGG

Excursus sulle origini del pensiero geogra co

Carl Schmi nel 1950 pubblica un libro “Nomos der Erde” (= le leggi della Terra, dal tedesco).

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Con nomos si indica qualcosa di più profondo di una semplice legge, di ancestrale, una legge che sta dentro
l’uomo ed esprime il legame dell’uomo con il territorio, sta all’origine del diri o; è quasi un arche po che
accompagna tu a la vita umana.
L’esempio più comune che si fa è quello riguardante la nascita di Roma, in seguito al fratricidio: Romolo
uccide Remo dopo che quest’ul mo ha a raversato un solco (sacro) segnato da loro sul terreno → omicidio
legato al territorio e al nomos “intrinseco” nell’uomo.
Altro esempio può essere quello del tempio di Gerusalemme, culla del monoteismo, – all’epoca gli ebrei
non erano ancora monoteis ma probabilmente monolatri (cioè che credevano nell’esistenza di più dei ma ne
seguivano e lodavano solo uno, ritenendolo migliore degli altri) – sintesi [il tempio] di una lunga meta
narrazione biblica che poi dovrebbe consegnare al popolo ebraico la Terra Promessa, un territorio che anche in
questo caso ha un signi cato sacro. Il territorio che, secondo il racconto biblico, dovrebbe essere assegnato agli
ebrei, non dovrebbe avere i con ni a uali di Israele, ma dovrebbe estendersi dal Libano no all’Egi o; c’è anche
un gruppo di ebrei ortodossi che non riconoscono lo stato d’Israele, poiché lo vedono solo come una soluzione
poli ca provvisoria, visto che non coincide con quanto scri o nei tes sacri.

Gli ebrei diventarono monoteis intorno al III sec a.C. Il dio degli ebrei è un deus loci (legato al luogo) che sta
sulla montagna, un dio maschile che è il dio di un popolo di predoni, visto che gli ebrei per secoli erano sta una
banda di predoni nomadi che si spostavano principalmente nel territorio della Pales na ma anche in altre zone.
Un deus loci, un dio guerriero che si contrappone ad altre divinità, solitamente dee, che rappresentano delle
qualità della terra e che sono piche delle popolazioni di agricoltori stanziali.
L’omicidio che Caino perpetra ai danni di Abele non ha un chiaro movente. Uno è un agricoltore, l’altro un
pastore e non si capisce il senso.

Ri e endo su tu e le guerre e gli scontri del passato, pensando che ci sia una metanarrazione, un nomos
divino che a nge agli arche pi più an chi e profondi della natura umana.

Anche i Greci erano molto lega al territorio, un territorio modi cato e che produce cultura, modi cato
nel senso che il losofo vive in ci à, egli non produce loso a nelle campagna. Un luogo costruito e piani cato,
un luogo pensato e meditato: gli edi ci hanno le loro funzioni, un certo orientamento speci co, i portoni hanno
una determinata funzionalità. Gli elemen che spiccano sono il Tempio, l’Agorà e il Gymnasium. L’a vità sica
per i greci era una parte integrante della loro vita e della loro educazione.
L’agonismo è una ques one vitale per i greci, un fa ore che serve a so olineare la loro superiorità sugli altri, sia
come singolo che come gruppo.
La prima tragedia fu “I Persiani” di Eschilo, risalente al 472 a.C., racconta della Grande guerra che vide i greci
scontrarsi contro i persiani. In un passo Eschilo me e a nudo le di erenze tra le due popolazioni.
La madre di Serse, Atossa, descrive un sogno che la turba in cui ci sono due donne elegan , una con ves
persiane e una con ves doriche, entrambe con statura imponente, quindi molto più alte delle altre donne,
molto più belle e sorelle di sangue; a una è toccato in sorte di vivere nelle terre dell’Ellade, l’altra invece nelle
terre persiane. Sono due sorelle os li l'una all’altra, si guardano in cagnesco. Nel sogno arriva il glio, Serse, che
cerca di ammansirle e le aggioga a un carro con delle redini molto preziose; le due donne reagiscono in maniera
di erente alla decisione del re persiano: una stava dri a come una torre, era di quei nimen , prestava docile
la bocca alla briglia; l’altra invece recalcitrava, con le mani fa a pezzi le bardature, il carro e rompe il giogo.
I greci usavano il termine “barbaro” senza un par colare signi cato nega vo, i barbari erano
semplicemente quelli che parlavano una lingua incomprensibile ai greci, i quali sen vano solo rumori
senza senso, po bar-bar (da qui poi barbaroi).
La di erenza tra le due sorelle non sta solo nella lingua greca e quella barbara, o nei territori di eren , ma nella
loso a. La donna che impersoni ca l’Ellade (e in un certo senso anche l’Europa) possiede un temperamento,
un’a tudine che ha come obie vo quello di indagare la natura (?), non solo la natura sica, la φύσις, ma anche
la natura umana, al di fuori di ogni tradizione, recalcitrando di fronte all’ovvietà, alla consuetudine, alla
gerarchia e alla so omissione senza mo vo e senza spiegazione → pensiero occidentale basato sulla razionalità.
Primo tra o dis n vo dell’Europa e del suo pensiero nel corso dei secoli.
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La razionalità come metodo poli co e metodo geogra co.
Come si indaga? Si indaga con la ragione, dal momento che voglio svelare la natura razionalmente, nasce il
pensiero geogra co, cioè il rapporto dell’uomo con la natura. Per prima cosa si indaga che cosa c’è intorno
all’uomo – nel mito di Platone della caverna, il primo schiavo esce e vede cosa c’è e e vamente, scopre, come
vuole fare la geogra a – e nel mondo.
Quando nasce la geogra a nasce anche la scienza, poiché si inizia ad usare la ragione e la razionalità per
scoprire il mondo e rispondere alle domande. La scienza è il rapporto dell’uomo con la natura, quindi il suo
desiderio di superare i vincoli impos dall’ambiente naturale, quindi l’organizzazione della polis.
La loso a greca è un evento poli co perché è un fa o urbano, la culla della poli ca è la ci à, la polis, l’Agorà,
luogo dell’agone, dell’agonismo, del confronto. L’agonismo non riguardava solo le olimpiadi, ma anche la
poli ca, il teatro, la loso a, che erano costantemente so opos a scontri, discussioni e confron per decidere
e decretare l’idea migliore o il tragediografo migliore.
La geogra a, se intesa come loso a della Terra, loso a della natura, è agonismo in se stessa: è un confronto
diale co con nuo, che non lascia sosta; è un tenta vo dell’uomo di a rancarsi dai vincoli della natura.
L’Occidente greco aveva anche un’altra cara eris ca dis n va, un altro dono che i greci lasceranno alla cultura
europea, lo troviamo sinte zzato nell’Epita o di Pericle (Tucidide, 430 a.C.) inscri o sulla lapide di un
monumento commemora vo per i solda ateniesi cadu in guerra. Su questo epita o è so olineata più volte
la superiorità degli ateniesi, la loro egemonia (da ἡγεμών -όνος) perché pra cano la loso a e amano ciò che è
bello. La presunzione dei greci di essere egemoni dava per scontato l’esistenza di una società di uomini liberi,
aristocra ci nel senso teognideo del termine, ovvero uomini la cui esistenza non dipende da nessuno,
nemmeno dalla presenza di dio.
Nel mondo occidentale ci sono 3 modi per essere/diventare aristocra ci:
a. Per discendenza (con antena e genitori aristocra ci)
b. Per censo (si può comprare il tolo)
c. Concessione(?) teognidea (Teognide fu un poeta di Megara, del III sec. a.C.), per cui essere aristocra ci
vuol dire essere indipenden , non dipendere dagli altri, essere uomini liberi; questo è il caso dell’an ca
Grecia.

La libertà diventa in cer momen superbia, ὕβρις; anche questa è un’eredità che i greci poi consegneranno
alla cultura europea. Nella storia dell’Europa e del pensiero occidentale, questa superbia di tanto in tanto
ritornerà ciclicamente in tu a la sua selvaggia e brutale violenza.
Le condizioni precarie del nostro pianeta che troviamo oggi, dal punto di vista ambientale, sono una
conseguenza di questa ὕβρις: abi amo un pianeta che ci è stato consegnato con un modello (quello capitalista)
che cerca di imporsi, di essere prepotente, seguendo proprio l’ὕβρις.

La libertà a volte produce ver gine, solitudine; spesso i loso greci erano soli, pochi avevano partner, la
maggioranza di essi erano single, erano quasi come degli uomini moderni. Il popolo, l’uomo comune, come
reagisce di fronte alla libertà? Sente questo senso di ver gine, barcolla, si spaventa.
Ne “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij ci sono 3 fratelli, uno di ques , Ivan, rappresenta la modernità e
viene proie ato nel futuro. Ivan fa un sogno e vede appare un personaggio, il Grande Inquisitore, “un vecchio di
quasi novant’anni, alto e dri o, col viso scarno e gli occhi infossa , nei quali però riluce una scin lla di fuoco”.
L’Inquisitore arresta Gesù, riapparso sulla Terra dopo quindici secoli dalla sua morte, e durante la no e va a
trovarlo e gli rimprovera di aver voluto portare la libertà a un popolo che è incapace di usufruirne, un popolo
che a raverso il potere della Chiesa pensa di essere libero ma non lo è. Dopo la sua [di Gesù] prima venuta, è
stata la Chiesa a farsi carico dell’unica possibilità per rendere gli uomini felici e il suo ritorno danneggia questo
ordine raggiunto; proprio per questo l’Inquisitore gli chiede “Perché sei venuto a infas dirci?”.
Si può pensare anche alla storia di Socrate, quando gli fanno bere la cicuta quando lo accusano di
corrompere la gioventù ateniese; egli andava in giro per le osterie di sera e di no e parlando e discutendo e
facendo domande, così facendo confondeva le persone e ins llava questo senso di ver gine, disagio, di paura
della libertà.

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La civiltà classica ad un certo punto si spegne, lasciando però all’Europa dei segni che diventeranno vitali.
Dopo meno di cento anni dalla conquista dell’Ellade, il pantheon di Roma sarà ere o in s le greco, le divinità
saranno quelle greche, la loso a sarà quella greca, gli imperatori parleranno la lingua greca. Dopo cento anni
dal sacco di Roma, i barbari si saranno conver al cris anesimo, parleranno tu la no. Dopo il 1000, quando
l’Europa si riprese nalmente dal suo letargo, la Chiesa riscoprì il diri o di un impero pagano; il diri o di un
impero pagano fu quello anche che gli europei esportarono e u lizzarono per organizzare i loro imperi coloniali.
Fino al 1500 Aristotele fu il losofo di riferimento dell’Occidente. La τέχνη dei romani, delle strade, dei loro
pon , la loro archite ura impressionerà l’Europa quando verrà poi riscoperta.
I greci furono i primi a pra care la geogra a, la loso a della Terra, a raverso studi (proto)scien ci e
sistema ci. In alcune opere, de nite tendenzialmente loso che, i problemi della geogra a vennero comunque
pos in essere.

Erodoto (484-430 a.C.) può essere in qualche modo considerato il padre della storia e della geogra a, la sua
opera principale furono le “Storie”, nelle quali descrive accuratamente i paesi del Mediterraneo, dell’Asia
Minore, spingendosi no all’a uale Sudan, consegnandoci descrizioni preziosissime che riguardano il clima, la
morfologia, le risorse, l’evoluzione tecnologica, gli usi e i costumi dei territori che aveva visitato. All’epoca di
Erodoto, il V sec. a.C. i greci erano la civiltà più evoluta; tu avia, alcune descrizioni sono viziate da errori che
derivano da credenze e leggende, misteri ammanta di magia, dovu comunque alla poca conoscenza del
territorio intorno a sé del tempo (pochissimi conoscevano bene oltre un cen naio di chilometri rispe o a dove
vivevano). In Erodoto emerge l’agonismo dello spirito greco come condo a di vita: l’uomo che non si rassegna
all’ignoranza, che vuole sapere cosa c’è oltre il con ne, vuole vedere e capire come vivono, come si organizzano
gli altri popoli. Erodoto era in parte storico, in parte geografo e in parte ambasciatore, poiché spesso viaggiava
per conto del governo greco.
Il conce o di storia nell’an ca Grecia era diverso da quello che conosciamo oggi. Il conce o contemporaneo di
storia consiste in una cronologia di avvenimen , descri a in modo più o meno ogge vo con un metodo
scien co; questo non era la visione presente nell’an ca Grecia, dove la storia era innanzitu o vista come
magistra vitae, era considerata essere una maestra di vita; aveva un ne pedagogico e solo secondariamente
scien co. Il ne della narrazione storica era quello di raccontare le gesta degli eroi del passato. Fu Tucidide
(460 a.C. – dopo il 404 a.C.) a essere considerato il primo storiografo greco per quanto riguarda la scien cità
del lavoro e della relazione.
Invece, l’o ca con la quale Erodoto considerava gli avvenimen , le azioni e i valori della storia è paragonabile a
quella dominante nella tragedia greca: gli uomini spin da un desiderio di gloria agiscono nella speranza di
lasciare un ricordo di sé. Sebbene la ricerca storiogra ca tenda alla razionalizzazione del presente, nella ricerca
della dinamica di cause e conseguenze, la composizione erodotea non può fare a meno di amme ere l’esistenza
di un’en tà divina, un’en tà divina terribile e sconvolgente a cui, in ul ma istanza, andavano ricondo tu i
rovesci del des no. Nelle sue pagine si trovano la curiosità, a volte lo stupore dell’uomo che scopre cose nuove
e anche il cinismo dell’uomo di stato.
Le Storie, l’opera più importante di Erodoto, furono a lungo discusse.
Secondo Jacoby, grande studioso di Erodoto, l’opera fu scri a in chiave acroama ca (cioè des nata alla pubblica
le ura, in tan discorsi separa ) e che poi l’autore, una volta entrato in conta o con l’ideologia periclea, abbia
fuso tu i tes , facendo venire fuori questa grande opera. De Sanc s nel 1926 teorizzò invece che Erodoto
avesse raccontato la storia dal punto di vista dei Persiani e che, di conseguenza, abbia presentato i vari popoli
da essi incontra . Secondo queste due teorie quindi, l'opera non è il risultato di un proge o preciso, ma del
caso. In ne, l'ipotesi unitaria, formulata nel 1933 da Schadewaldt, a erma che Erodoto raccontò la storia delle
colonie greche secondo un'o ca universalis ca, rappresentando quindi in qualche modo lo scontro fra Oriente
e Occidente.
La storia non è quindi considerata da Erodoto come un semplice serie di even che si susseguono nel
tempo, ma un insieme di fa connessi tra loro da una complessa rete di rappor logici.
I principi chiave su cui si fonda l’ideologia erodotea sono la vista, l’ascolto e poi il criterio con il quale seleziona i
da raccol e la loro sistemazione; nel caso ques da fossero in contraddizione, egli suddivide poi tra quelli
vis da lui e quelli o enu a raverso fon diverse.
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In Erodoto c’è un passaggio importante, poiché nella cultura ebraica (che cazzo c’entri non si sa) non ci si
a dava alla vista e ai sensi, ma alla parola divina e alla sua cieca acce azione. È per questo che Erodoto viene
considerato un geografo perché per lui e per i greci, la vista, l’indagine è fondamentale. Erodoto dichiara
espressamente l’u lizzo di un metodo che rende i suoi raccon veridici, anche se accosta in maniera sistema ca
da auten ci a fa palesemente favolis ci, al ne di pilotare l’a enzione degli spe atori (è anche per questo
che si pensa che l’opera sia stata scri a con l’intenzione di essere le a o raccontata a un pubblico). Si trova in
una via di mezzo tra un logografo e uno storico, è ancora in uenzato dalla tradizione di Omero, quella degli aedi
e dei rapsodi. Erodoto introduce nel suo pensiero anche quella che noi oggi potremmo de nire loso a della
storia; per lui il protagonista della storia è la divinità, la quale è garante dell’ordine universale, una divinità
conservatrice che tende a mantenere insieme lo status quo: nel caso in cui l’ordine viene compromesso, la
divinità interviene. Questo principio loso co si basa su una concezione arcaica della divinità, nell’an ca Grecia
gli dei avevano cara eris che umane: erano capricciosi, gelosi della propria guerra e del proprio potere, erano
spesso invidiosi di alcuni umani. L’uomo che o ene troppa fortuna e gloria (κλέος in greco), viene visto come
un a o di ὕβρις, di superbia e per questo incorre nell’invidia e nella collera degli dei, venendo così punito
a raverso la morte, la so erenza oppure la perdita del κλέος stesso. L’uomo deve quindi adeguarsi alla volontà,
cercando di capirla con le divinazioni, gli oracoli e le interpretazioni dei sogni.
È una visione della storia mescolata, secondo la logica dei tempi dell’autore, a religione e usanze, ma di cui
Erodoto supera i tranelli grazie alla sua limpida onestà e chiara logica.
Le Storie ebbero grande successo nel periodo di Erodoto, ma vennero anche riscoperte nel Medioevo e nel
Rinascimento da diversi le era , tra cui Boccaccio, che le cita ripetutamente nelle sue opere.

Il primo greco a porsi il problema di disegnare una carta geogra ca fu Anassimandro (610 a.C. circa – 546 a.C.).
Egli sosteneva che la Terra avesse la forma di un cilindro e che le
terre emerse conosciute (quindi Eurasia e nord Africa) fossero poste
sulla faccia superiore del cilindro, circondate da acqua [L’immagine
so o non è una carta di Anassimandro, ma una riproduzione fa a in
base ai suoi scri ]. Non è chiaro cosa pensasse del sole, alcune
fon riportano che ritenesse fosse grande come la Terra, altre
invece lo ritrovano a scrivere di un sole più grande della Terra dalle
26 alle 28 volte.
Alla base del pensiero di Anassimandro c’è una sorta di energia, che
si potrebbe de nire primigenia, che poi si di erenzia nelle varie
sostanze, le quali a loro volta si trasformano le une nelle altre; per
questo fa parte di quei pensatori che possono essere de ni
pluralis . La sostanza primigenia ristabilisce l’equilibrio tra gli
elemen cos tu vi delle cose, che sono acqua, terra, fuoco e aria.
I pluralis vengono de ni tali poiché ritengono che il mondo sia formato da una pluralità di sostanze e di
elemen , non solo da uno come poteva essere l’acqua per Talete.
Anassimene, leggermente successivo ad Anassimandro, riteneva che l’elemento primario fosse l’aria. Egli dice
che l’anima è aria, il fuoco è aria rarefa a, l’acqua è aria condensata e quando si condensa ancora di più essa
diventa pietra. Pensava che la Terra fosse fa a come una tavola rotonda, pia a e che l’aria abbracciasse tu o,
tenendo insieme: come l’anima, che è aria, ene insieme noi umani, così l’aria e il respiro abbracciano il mondo
intero. In quel periodo in India si stavano sviluppando il Buddhismo e il Giainismo, che davano una grande
importanza al respiro; è quindi possibile che alcune di queste credenze e religioni fossero giunte no alla Grecia,
in uenzando il pensiero dei loso .
Anassimene al suo tempo fu più ascoltato e lodato di Anassimandro; adesso invece in prospe va, i più
darebbero una contraria e diversa valutazione dei pensieri. Il pensiero di Anassimandro ebbe una grande
importanza anche nell’in uenzare i pitagorici, i primi che ritennero che la Terra fosse rotonda.
Mileto era un grande centro commerciale dopo i mercan compivano grandi scambi e a ari. La scuola di Mileto
nacque dal confronto con la cultura di babilonia e quella egiziana, non era quasi mai toccata invece dal
movimento or co-dionisiaco che invece era di uso in quasi tu e le regioni della Grecia. Questo movimento,
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composto da ri par colari vol ad adorare Dioniso, dio agreste del vino, dell'ebbrezza, della festa. A se embre
lo si festeggiava, con grandi feste, vino, e baccan che mangiavano scoia oli.
Nietzsche nella Nascita della tragedia, descrive il mondo greco come antenato del mondo occidentale, nella
dicotomia tra il mondo apollineo e quello dionisiaco, il primo è serenità, immobilismo, dall’altra parte il secondo
è movimento, è danza orgias ca. La crisi della cultura greca inizia proprio quando si abbandona il cara ere
dionisiaco, che contrastava, mantenendo un equilibrio, quello apollineo. Anche quando parla della volontà di
potenza, ci sono ques cara eri che si perpetuano nella storia, nella cultura e nelle società del mondo. Bisogna
sempre trovare il giusto equilibrio, la giuste tensione tra ques due cara eri contrappos .
Per Schopenhauer, il suo superuomo, un uomo deluso dalla vita, si ri ra in una visione este ca, trovando la
pace

22.04.2021

ELE

Geogra a di Tolomeo → opera che non ha mol seguaci nell’an chità, conosciuta nel mondo greco e la no
nella tarda an chità (vari autori an chi la citano), poi se ne perdono le tracce nel mondo occidentale, mentre in
quello bizan no con nua ad essere nota no al XII sec. In questo periodo c’è un poeta con interessi geogra ci
(Giovanni Tzetzes) che include nella sua opera principale (le Chiliadi) una trasposizione in versi di alcuni passi
dell’opera di Tolomeo. Successivamente la Geogra a viene dimen cata per almeno un secolo anche nel mondo
bizan no, mentre il mondo islamico l’aveva conosciuta e valorizzata, forse solo indire amente ( no al IX sec. gli
arabi hanno con nuato a commentare l’opera). A orno al XV sec. viene rivalutata dal mondo occidentale.
intorno al 1300 l’opera viene ritrovata da uno studioso bizan no (Massimo Planude) che ne ricostruisce la
mappa in base al testo scri o (visto che le mappe originali erano state perdute).

Prima traduzione in la no fa a nel 1406 da Jacopo D’Angelo → vera e propria rinascita della cartogra a che da
una spinta ai viaggi di esplorazione. 1475 la traduzione di Jacopo D’Angelo verrà stampata e conoscerà una
grande di usione. 1482 sarà stampata in Toscana dall’editore Francesco Berlinghieri.
1500 iniziano le grandi scoperte e la corsa europea alla colonizzazione.
Fine 500 (immagine), a resco, MA riprende le tecniche cartogra che del ‘500. Si tra a di una rappresentazione
del mondo appena successiva all’ul mo dei tre viaggi compiu da Amerigo Vespucci (1501-1502). Il mondo
comincia ad essere conosciuto nella sua interezza, ma ancora alcune imprecisioni, almeno no al XVIII sec.
quando la Terra era conosciuta nella sua globalità (si sapeva quan e quali fossero i con nen , si sapevano le
posizioni dei poli, si poteva calcolare con una certa precisione quan giorni di viaggio sarebbero servi per
raggiungere una determinata meta).
Fine del ‘700: Europa cominciava ad avere interessi economici/poli ci nei confron del mondo → necessità di
conoscere con rela va precisione la tudine e longitudine dei luoghi. Le carte si sviluppano e cambiano con
l’obie vo di facilitare la navigazione degli europei. Fine del ‘700 ul me spedizioni in Polinesia delle isole ancora
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sconosciute. Fine dell’O ocento rimangono dubbi sull’esistenza di un passaggio a nord-est (mistero risolto con
l’avvento dell’aviazione nel ‘900).
I principali metodi e conce geogra ci vengono de ni nel ‘700. Precedentemente c’erano sta viaggiatori e
geogra come Marco Polo che nei suoi raccon cita anche Erodoto e parla del mondo orientale che era oscuro
e da scoprire (racconta dei Mongoli i quali arriveranno no al Balcani, ai con ni di Venezia. Per ri rarsi chiedono
ai veneziani oltra a un bo no di metalli preziosi anche delle ceste di orecchie tagliate → l’esercito veneziano
passava dai contadini a tagliar loro le orecchie).
Ques viaggiatori erano uomini estremamente coraggiosi e spin da una grande curiosità → la storia
dell’Europa è una storia di viaggi fa per scoprire cose nuove.
Altri viaggiatori non europei erano gli arabi, come ad esempio Ibn Ba uta, contemporaneo di Marco Polo.
Vuole scoprire il mondo e raccontare dei popoli che incontra → fondamentali i raccon di questo genere dei
viaggiatori in quanto descrivevano le varie popolazioni raccontandone le cara eris che, ma anche i limi . I
viaggi di uomini come Marco Polo e Ibn Ba uta avevano comunque generalmente nalità commerciali.

Dal 1487 al 1522 furono scoper e cartografa i ¾ della terra.Verso la ne del ‘700 la corsa alle conquiste
coloniali divenne sempre più agguerrita → capitano James Cook tra il 1769 e il 1779 circumnavigherà l’Australia
e la Nuova Zelanda, e quindi anche questo con nente verrà descri o e cartografato. Prima, infa , non si
sapeva se l’Australia fosse un con nente a sé o se fosse collegato al Polo Sud. Nello stesso periodo iniziarono le
prime spedizioni per scoprire le sorgen delle grandi vie d’acqua africane → David Livingstone fonderà decine
di missioni in Africa, in par colare in Congo.
Tre grandi loni del viaggio: scoperta geogra ca (in Africa: sorgen del Nilo, scalare il Kilimangiaro); scoperta
interiore (in India: è una scoperta interiore, l’India è un luogo mis co. Es.: Gesui ); Terra santa (meta di un
uomo che è in fuga da se stesso)
Quindi tre pologie di viaggio corrispondono a tre gure di viaggiatori: il savant (cioè il sapiente, lo scienziato),
coloro che hanno pa to un fallimento in patria (sentono un richiamo da parte dell’oriente e della Terra Santa,
esiste anche la sindrome di Gerusalemme), dandy (eredi degli aristocra ci che prima viaggiavano per tu a
Europa, viaggiavano per noia, es.: passeggiate africane di Alberto Moravia)
Grand Tour: giovani europei aristocra ci che scoprono la culla della cultura classica → Italia e Grecia. Tipo di
viaggio che in seguito all’apertura del Canale di Suez si allargherà anche alla visita delle piramidi egizie e alla
Terra Santa. Nasce il lone le erario dell’orientalismo: gli aristocra ci che visitavano ques luoghi ne erano
profondamente a ra , sopra u o per quelle cara eris che de nibili come “pi oresche/eso che” →
niscono per descrivere i popoli che incontrano in modo poco fedele alla realtà, evidenziando quelle che sono
le cara eris che più estreme.

Scoperte geogra che → Amundsen raggiunge il polo sud nel 1911, solo poche se mane prima del suo
avversario, Sco . Periodo di grande entusiasmo per le scoperte, nascono le prime società geogra che, quella
francese sarà la prima (1821), poi quella inglese (1830), quella italiana nel 1867 e in ne quella tedesca solo nel
1928 (anche se i tedeschi sono sta fondamentali nell’ ‘800 per lo sviluppo del pensiero geogra co). Fine del
‘700 cartogra a e geogra a prendono due strade diverse, mentre prima erano unite. Il ‘700 è stato il secolo
delle grandi classi cazioni (es.: Lineo, spedizione di Napoleone in Egi o, nella quale si porta dietro mol
studiosi di vario genere per studiare il territorio) e della razionalità → ssazione di scoprire il più possibile, si
riteneva possibile, a raverso la razionalità e le scienze esa e, la conoscenza de ni va della terra, della natura e
delle sue leggi. Il ‘700 è anche il secolo della de nizione dei con ni nazionali e dei tra a tra sta nazionali che
me ono le basi della convivenza mondiale tra sta e quindi le basi del diri o internazionale per garan re
relazioni paci che. Ad esempio, Kant scrive un’opera cioè “Per la pace perpetua”.
Le grandi classi cazioni rispondevano a un’esigenza geogra ca fondamentale, cioè la necessità che a raverso la
carta geogra ca esa a si potesse giungere alla conoscenza del territorio in tu e le sue dimensioni.
Come venivano scel i simboli da inserire in una carta geogra ca? A seconda delle esigenze del principe di
turno/del potere: strade per gli eserci , ci à per le ere, umi e mari da navigare, con ni da proteggere… →
forte legame geogra a-corte

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La cultura che si sviluppa sul territorio, le esigenze della popolazione, le interazioni tra l’uomo e l’ambiente
circostante non erano importan e venivano quindi tralasciate.
Verso la ne del ‘700 però ci sarà un gruppo di geogra che si staccherà dalla corte, “geogra borghesi” (non di
ceto, nel senso che chi poteva accedere a un’educazione di livello universitario apparteneva a una famiglia
aristocra ca o aveva una certa posizione economica. Erano persone che rivendicano la loro indipendenza dai
calcoli poli ci che il signore imponeva).
Entrambe le concezioni, sia la geogra a per il principe, sia la geogra a “borghese” par vano da un assunto di
fondo pico delle scienze sociali dell’epoca, che prevedeva l’esistenza di un disegno esoterico da scoprire e che
la vita e il mondo avessero leggi proprie con un senso recondito che doveva essere fa o a orare. L’arte ce di
questo piano del divenire era a seconda dei casi dio, la natura, o in ogni caso un demiurgo/en tà superiore. le
leggi che presiedevano il divenire e che davano senso alla vita dovevano ancora essere scoperte → concezione
di base della loso a occidentale che inizia con Platone no a quando Nietzsche a erma che Dio è morto.
Questa concezione verrà superata completamente solo durante il ‘900.

CARLI

Alla ne del 700 si potevano vedere i protoni del Roman cismo, tra cui la natural loso e, che tende a cogliere
l'unità essenziale tra uomo e natura. nasce in Germania. questa corrente loso ca coinvolse personalità come
Schelling, considerato il capos pite, Goethe e Hegel per cer versi. sopra u o poe che non erano
stre amente scienzia . erano poe e in parte loso . del resto, la natural loso e a onda le sue radici nella
scuola ionica, che nasce prima di Socrate e si sviluppa anche nel medioevo con gli alchimis con Keplero,
Giordano Bruno etc. Una scuola che ha un qualcosa di or co e dionisiaco. la natura deve avere lo spirito visibile
e invisibile, deve risolversi il problema della natura al di fuori di noi (frase di Schelling). la loso a della natura
come una sintesi tra panso a e kan smo, fondata su 4 capisaldi teorici. 1. la natura a raverso la sua simbologia
è un testo segreto da decifrare. a di erenza dall’episteme illuminis ca, l’essenza della natura è trascendente
rispe o ad essa. la concezione di una nuova natura naturante non è qualcosa so oposto al caos e privo di ogni
ordinamento naturale, indica piu osto che l’uomo si deve impegnare per sollevare il velo di Maya del divenire.
2. la natura deve essere pensata come un Tu o, regolato da polarità dinamiche e non sta che.
si inaugurano le grandi sintesi tra scienza, pensiero, e riferimen esoterici per cogliere la natura in qualità di
organismo vivente e polimorfo, sempre al contrario dell’episteme illuminis ca che lo inquadra cartesianamente
secondo le leggi meccanicis che. Nel mezzo ci sta Kant, con un libro che scriverà alla veneranda età di 56 anni. il
quesito di Kant è questo: si può fare la sintesi a priori a raverso la ragione?
La natura e spirito stessa causa trascendente. La conoscenza del sé conduce alla conoscenza della natura. i
fenomeni naturali sono polisemici, portatori di più signi ca e, in quanto tali, rela vi.
I fenomeni naturali non sono polisemici ma lo sono soltanto se non si riesce a raccogliere la di erenza del
signi cato seman co delle scienze esa e. È una ques one di linguaggio e di trovare l’iden tà tra il fenomeno di
natura e il proprio sé. facciamo parte di questo tu o che si manifesta a raverso diversi sinonimi. i signi ca
sono universali, la di erenza è solo apparente e dovuta dalle diverse scienze che si cimentano sulla conoscenza.
sul piano cosmologico la verità è unica. inizia a nascere un lone che prende il nome di cosmogra a e alcuni
studiosi geogra che si chiameranno cosmogra . La storia della natura viene intesa come mitogenesi. La natural
philosophie si fonda quasi sempre sul mitologema del salvatore e salvato. c’è una luce, una scin lla
imprigionata che viene liberata da una seconda luce. Il mitologema è un conce o di derivazione agnos ca.
modello arche po arricchito da elemen propri di una cultura che dà successivamente origine al mito.
A volte la storia della natura è rappresentata come opposizione tra luce e gravità, che potrebbe essere anche
una seconda luce di minoranza o l’oscurità. viene usato questo sostan vo perché sta ad indicare un e e o
consequenziale della caduta dell’uomo dal paradiso sulla terra. <scoprire questo disegno nascosto per vedere la
luce. L’uomo vede solo dei fasci su un cono d’ombra ed essendo caduto sulla terra con nua ad essere ignorante.
Visione privata, limitata e ne a se stessa. l’uomo sta ancora nella caverna di Platone, ma inizia a vedere gli
ogge proie a sulla parete grazie al fuoco. La geogra a, nasce nel 19esimo secolo, un secolo nel quale muta
l’episteme e lo stato delle scienze. prima del 19esimo secolo c’era l'iconogra a ma non c’era la cri ca della
storia dell’iconogra a, l’arte ma non la cri ca dell’arte etc. La scuola tedesca sarà la prima. Alexander Von
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Humboldt viene indicato come il primo proto geografo, il secondo Carl Ri er, prof. di geogra a di Marx, e
successivamente ci sarà Ratzel.

A. Von Humboldt: origine prussiana, glio di un u ciale, nacque e morì a Berlino. La sua formazione fu
molto importante, nonostante le materie all’università non erano ancora ben de nite, ed erano tu in
qualche modo tu ologi. Per avere il suo status bisognava fare un certo sforzo anche se era più facile
essere istrui rispe o a quanto possa esserlo oggi (c’erano meno cose da sapere). Assunto come
consulente dalla società mineraria dallo stato. In uenza di Goethe profonda. principi della morfologia
goethiana, come la concezione dinamica del po quale principio costru vo ed euris co, ipotesi del
lavoro, fare un’ipotesi prima di iniziare la ricerca e poi la visione olis ca come principio a vo. Visione
capace di compensare le ine cienze di alcune par a raverso il maggiore sviluppo di altre. Se
consideriamo il cosmo della sua interezza, osserviamo questo po di bilanciamento. Era un sico di
origine ideologica, studiava biologia. Provenendo dalle scienze esa e, capire alcuni equilibri di parte
che si sviluppano più facilmente di altre diventa più facile alla comprensione. Dopo la morte della
madre inizia a programmare un viaggio di studio per l’America tropicale per elaborare quella che lui
chiama la Physique du Monde. Parte nel 1799 con uno scienziato olis co, con il quale visitò alcuni paesi
tra i quali Venezuela, Ecuador, Perù, Messico, cuba etc., concludendo il viaggio negli sta uni e
rientrando a Parigi nel 1804. Alla ne culminerà con la presentazione dei risulta di questo viaggio a
Napoleone. un resoconto parzialmente romanzato si trova su un romanzo col tolo “la mistura del
mondo”. inoltre, il viaggio è descri o nel libro “l’invenzione della natura” del 2017. Negli anni trascorsi
in Sud America, Von Humboldt classi ca oltre sessanta mila piante, percorrerà umi nella foresta
amazzonica, scalerà vulcani e montagne e facendo anche doppia fa ca se consideriamo gli indumen
che avevano all’epoca. Tornato a Parigi iniziò a frequentare salo e in ne sarà inviato come delegato
prussiano al congresso di Vienna. A 60 anni sarà invitato dallo zar a fare un viaggio in Russia per
osservare il potenziale minerario del Paese. Fece studi sul magne smo, classi cò nuovi pesci etc. tu o
questo entusiasmo e tu a questa energia veniva dal fa o che l’umanità riteneva di essere ad un passo
dallo scoprire le regole della vita a raverso la natura. Il metodo è quello empirico, raccogliendo da e
classi candoli. Siamo ancora nell’episteme dell'illuminismo. Si percepiva la scoperta della verità come
dietro l'angolo. Oltre al resoconto in 36 volumi del suo viaggio in America, spende tu i soldi per la
pubblicazione della sua opera, anche se la sua opera più rappresenta va è il Kosmos, anche se Von
Humboldt non vide mai la realizzazione nale perché morì prima. All’epoca i geogra erano anche dei
grafomani; infa , non esistendo la fotogra a e immagini venivano descri e con la penna; citando le
sue parole: «Ho in mente un'idea: racchiudere in un'opera tu o il mondo materiale, tu o ciò che oggi
sappiamo delle apparizioni della volta celeste e della vita sulla Terra.» nessuna modes a ma tanta
generosità.
L'uomo che si considerava privilegiato non poteva stare con le mani in mano. un’altra frase lo dipinge in
un modo leggermente diverso: "La morte è la ne di quella condizione di noia che chiamiamo vita"
Kosmos non ebbe il successo sperato; del resto la naturphilosophie stava per essere superata e i
risulta erano sta e meri, quindi veniva guardato con una certa di denza. La Naturphilosophie si
muoveva in una zona che possiamo de nire grigia. a raverso la ragione non si poteva comprendere e
spiegare il mondo; a geogra a aveva altri obie vi, pretendeva di essere una scienza esa a, con tanto di
spiegazioni ogge ve che non arriveranno. Verso la seconda metà dell’O ocento la si considera
superata.
Oggi esiste una fondazione che si occupa di studi Humbold ani, che dal secondo dopoguerra ha avviato
una serie di approfondimen su questo argomento. egli portano avan un’interpretazione degli studi e
degli scri . sembra che lo studioso arrivi a staccarsi dalla visione della Naturphilosophie iniziando a
prediligere una visione siognomica del paesaggio, con il quale intendiamo come espressione di una
profonda forza di organizzazione esercitata dall'ambiente e dalle sue cara eris che siche e clima che
sugli esseri viven . (sicché i pi delle associazioni vegetali tendono a convergere morfologicamente, al
di là delle stesse diversità sistema che delle specie coinvolte, in regioni distan tra di loro, ma simili per
condizioni), doveva ritrovare interesse in tempi recen . A par re dal centenario del 1959 si sono
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riscoper aspe del mul forme pensiero - sopra u o biologico - di H., che hanno fa o uscire la sua
immagine dalla ridu va alterna va tra l'essere stato l'ul mo dei cosmogra e l'essere il fondatore della
moderna geogra a scien ca.

B. CARL RITTER: an cipatore della geogra a antropica in senso generale, ossia con le sue ricerche si
concentrerà di più sulla dimensione storica-geogra ca. De nito come il primo dei geogra moderni con
un pensiero inquadrabile in un'o ca determinis ca. delle sue opere ricordiamo sopra u o “geogra a”
l’analisi geogra ca di spazi anche lontani rilevandone le cara eris che siche presen e anche quelle
dei popoli che vi abi no, estrapolando i principi di casualità e analogia dei fenomeni analizza . ricerca
di una legge comune per i vari fenomeni analizza . egli ri ene che i popoli siano in uenza dagli spazi
in cui vi abi no e che i tra dis n vi e peculiari sono in realtà fru o dell'ambiente circostanze. per
quanto possa sembrare un’idea semplice e basica, in realtà è, sopra u o per quanto riguarda il
rapporto tra clima-cara ere delle persone e conseguentemente il des no delle popolazioni, è una
concezione an ca che ancora oggi a ascina gli studiosi. raccoglie i da a raverso l’osservazione
empirica che possa poi portare ad un’unità. serve però una teoria che Ri er de nisce “territorio
dell’opinione”.
con opinione egli de nisce: “non nella verità del conce o, ma nel contenuto complessivo di tu e le
varietà valide per il sogge o”. S amo parlando di una costruzione ideologica che non si intende una
puramente poli ca, ma in una nuova, parziale, ancora sogge va che dipende dall'esperienza
individuale. Troviamo qua ancora delle in uenze Kan ane. La conoscenza per Kant coincidenza con uno
stato di coscienza poiché la razionalità non era più su ciente. La conoscenza era uno stato non
spiegabile che coincideva con tu i sensi. quando siamo al di fuori di questa sfera della conoscenza
assoluta, la visione diventa ideologica, cioè parziale. Kant si occupa anche di questa cosa, nella cri ca
della ragion pra ca, dove dice che non possiamo fare la sintesi a priori senza ascoltare l’impera vo
categorico. il ricercatore non può essere obie vo, perché si tra a di esperienze individuali.
l'onestà del ricercatore, considerando che la visione è parziale, consiste in ambito scien co
nell’esplicitare le sue premesse teoriche di fondo, cosa ha in mente e cosa vuole dimostrare. anche i
geogra e cartogra del principe che avevano questa volontà di costruire una carta esa a, spesso non
amme ono che stanno facendo poli ca. sono quindi in un qualche modo ideologici, poiché non
amme ono il loro ne. l’autonomia pensante del geografo è rivendicata da Ri er e per questo diventa
un testo di riferimento. Il determinismo di Ri er, però, non ha i cara eri di un determinismo
meccanicista, in quanto esso è espressione di una teleologia, che vorrebbe gli ambien capaci di
determinare gli aspe dell’uomo che li abita; guidata da un intento divino e volta al perfezionamento
dell’uomo. presente anche una visione teleologica della cosa.
Teoso a: do rina storico religiosa che tende a combinare la conoscenza mis ca con l'indagine
scien ca, facendo derivare la conoscenza della natura da quella dell'essenza divina, reperibile nei tes
sacri o posseduta per un'illuminazione dire a della divinità.
Inoltre, secondo il tedesco, questa fase di “formazione”, volta alla forgiatura dell’uomo perfe o, sia
a estabile solo nelle popolazioni il cui sviluppo sia ancora a uno stadio primi vo, non perme endo
quindi, a contrario di quanto avviene nelle società dell’Europa moderna, di liberarsi dal gioco costri vo
della Natura.
non risponde più ai bisogni del principe ma inizia a rispondere ai bisogni di una borghesia che si sta
sempre di più a ermando. il messaggio epistemologico non si a ermerà più e si arriverà ad una sorta di
compromesso tra i geogra del principe e i geogra “puri”, che possiamo de nire “borghesi”. questo
processo è un po’ quello che accadde anche storicamente, dove una vecchia classe sociale, morente, si
trova a dover fare i con con una nuova emergente: la borghesia. questo avvenne sopra u o dopo il
1848. Gli studi di Ri er possono essere considera embrionali per quanto riguarda la storia del
pensiero geogra co, poiché la geogra a era ancora scienza dei luoghi e non degli uomini. L’ogge o di
studio della geogra a fa ca ad essere de nito. Nell’Europa, inoltre, abbiamo la presenza delle idee
marxiste. il pensiero marxista considera la geogra a come una sovrastru ura e quindi dipendente
dall’economia. Le par considerate geogra che sono infa episodiche e funzionali alla stru ura
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economica. 1846, Engels scrive con Marx “l’ideologia tedesca” dove come d'indagine abbiamo la ci à. I
rappor fra nazioni diverse dipendono dalla misura in cui ciascuna di esse ha sviluppato le sue forze
produ ve, la divisione del lavoro e le relazioni interne. Questa a ermazione è generalmente acce ata.
Ma non soltanto il rapporto di una nazione con altre, bensì anche l’intera organizzazione interna di
questa stessa nazione dipende dal grado di sviluppo della sua produzione e delle sue relazioni interne
ed esterne. Il grado di sviluppo delle forze produ ve di una nazione è indicato nella maniera più chiara
dal grado di sviluppo a cui è giunta la divisione del lavoro. Ogni nuova forza produ va, che non sia
un’estensione puramente quan ta va delle forze produ ve già note (per esempio di dissodamento di
terreni), porta come conseguenza un nuovo sviluppo nella divisione del lavoro.

La divisione del lavoro all’interno di una nazione porta con sé innanzitu o la separazione del lavoro industriale
e commerciale dal lavoro agricolo e con ciò la separazione fra ci à e campagna e il contrasto dei loro interessi.
Marx inoltre scrive: individui determina che svolgono un’a vità produ va secondo un modo determinato
entrano in ques determina rappor sociali e poli ci. In ogni singolo caso l’osservazione empirica deve
mostrare empiricamente e senza alcuna mis cazione e speculazione il legame tra l’organizzazione sociale e
poli ca e la produzione. L’organizzazione sociale e lo Stato risultano costantemente dal processo della vita di
individui determina ; ma di ques individui, non quali possono apparire nella rappresentazione propria o altrui,
bensì quali sono realmente, cioè come operano e producono materialmente, e dunque agiscono fra limi ,
presuppos e condizioni materiali determinate e indipenden dal loro arbitrio.
La di erenza tra ci à e campagna dal momento che è una conseguenza portata dal capitalismo dovrebbe
essere superata e lo spazio dovrebbe diventare omogeneo con una comunità di lavoratori che interagiscono tra
loro, i mezzi di produzione dovrebbero essere disloca diminuendo la di erenza tra paesaggio rurale e urbano,
ogni individuo dovrebbe avere a disposizione un e aro e mezzo di terreno per dedicarsi allo svago e per la
propria sussistenza. Dovrebbe esserci una densità di usa, il paesaggio dovrebbe essere omogeneo e universale.
Aveva proposto un esperimento negli Sta Uni che avrebbe poi dovuto espandersi nel resto del mondo, con
una morfologia archite onica che assorbe i tra dis n vi delle comunità locali e si modi ca
conseguentemente. il messaggio di Marx e Engels da decifrare è questo: il territorio in quanto tale non esiste
ma è prodo o. una cri ca fa a a Marx dai governi socialis è la scarsa a enzione ai problemi ambientali.
Nonostante ciò, anche l'Occidente portò diversi danni all'ambiente.

27.04.2021

LEO

Geogra a di Marx ed Engels

Problemi ambientali nei paesi socialis reali, hanno prosciugato laghi, umi, disboscato, partendo da un
postulato sbagliato (vedi scorsa lezione). Questo non vuol dire che le cose siano andate meglio in sta non
socialis . Ad esempio: in Texas, per farlo diventare il grande granaio degli USA sono state prosciugate le falde
acquifere dell’area e così si è distru a la varietà biologica. Questo perché il capitalismo e il socialismo si sono
dis n per tante cose ed entrambi per danni ambientali.

Marx nell’ul mo capitolo del capitale si so erma sul tema ambientale ed è profe co:

descrive le condizioni della terra nelle fasi nali del capitalismo, tu e le risorse saranno esaurite, le ci à non
riusciranno a sopravvivere a causa dell’inquinamento, la richiesta di energia per produrre il cibo non sarà più
conveniente e via dicendo. C’erano quindi delle premesse ambientaliste da poter sfru are, ma furono
abbandonate in funzioni di altre priorità, ovvero:

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- La Russia al tempo della rivoluzione era il paese meno industrializzato, era circondato da potenze
capitaliste bellicose e doveva creare al più presto una stru ura industriale compe va per uscire da questa
fase di arretratezza. Tra il 1950 e il 1970 i da di crescita economica dell’URSS fu posi va.

- Secolo in cui sono state fa e le scoperte qualita vamente e quan ta vamente più importan della
società. Ques ori tecnologici, prima o poi, sbocciano, il 900 è stato un secolo di questo po, innovazioni
impressionan (pensiamo agli ogge po l’auto, la televisione, il frigorifero, internet, la bomba atomica
ecc.), secolo giovanilista= spinta demogra ca, gioventù vista come valore e anziani come zavorra per la
prima volta, con questo pensiero potremmo de nirlo con un testosterone alto (de o da chi scrive le
canzoni a Franco Ba ato), con una sorta di Hybris.

- Dopo la narrazione egemonica dell’élite dobbiamo pensare che improvvisamente ci sarà un risveglio.
Nietzsche che dice “Dio è morto non esiste più”, la crisi ambientale che s amo vivendo è una crisi anche
spirituale e loso ca secondo Scaini

Ci troviamo di fronte ad una interpretazione geogra ca per il principe. Un anno prima della pubblicazione di
Marx ed Engels; Engels aveva 24 anni e dedicherà un libro alla “condizione della classe operaia”, sarà il fru o di
una ricerca delle condizioni abita ve del proletariato di Manchester, la ricerca sarà locale, ma come vedremo,
avrebbe potuto essere la descrizione della condizione della classe operaia inglese. Aldilà di questa profezia che
poi non si veri cò, gli operai non erano mai sta così uni e quindi c’erano i presuppos per una rivoluzione
prossima. Non è per ques mo vi che il testo di Engels diventò fondamentale per tu coloro che studieranno
la geogra a del proletariato. Dove sta quindi l’importanza del libro?

Intanto dobbiamo capire che Engels era un grande losofo, aveva una visione di insieme della società del tempo
e del capitalismo che dà la semplice descrizione dell’economia internazionale, del capitalismo inter globale del
tempo. La dimensione dei tuguri dove viveva il proletariato, la condizione dei senza te o, il modo di ves re ecc.
servono da aggancio per la comprensione per le poli che economiche del tempo. È per questo che ci sarà negli
anni ’60 del 900 una scuola che riprenderà la sua stessa metodologia di analisi. Questo testo pone quindi le basi
per un nuovo metodo di fare ricerca: i da sta s ci sono tu veri ca , incrocia e con fon certe; vengono
introdo per la prima volta conce come popolazione eccedente, ciclo periodico di crisi; gli operai vengono
ripar per nazionalità (scozzesi, irlandesi inglesi ecc.); le abitazioni vengono descri e per di erenza (una
geogra a culturale); si interrompe la tradizione storica della “storia diploma ca”; parla di mala e più di use;
parla di natalità; considera i quar eri più popolosi e meno; considera il livello di istruzione delle singole
comunità.

Qual è la condizione degli operai in quel periodo?

- Si lavorava 12h al giorno

- 7/7

- Due pause da ’30 per mangiare

- Donne e bambini lavoravano e venivano paga la metà

- Fuori dalle fabbriche c’era un “esercito di riserva” pronto a sos tuire chi protestava, chi si stancava o
si ammalava

- Gli operai venivano paga se manalmente perché si riteneva che il sabato avrebbero nito la paga al
bar

- Arrivavano al mercato la sera, quando ormai era stato venduto tu o, accontentandosi di cibi scaden

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Questa degli operai, era già una situazione migliore rispe o a coloro che lavoravano nei laboratori.

I laboratori sono quei so ogruppi che lavoravano intorno alla fabbrica, magari al livello familiare, che fanno dei
pezzi di ricambio per la vera e propria azienda, un indo o che si crea nel tempo. Questo inizia nelle case dove
donne e bambini lavoravano per le fabbriche principali, ancora più sfru a rispe o agli operai.

È la prima volta che un intelle uale benestante come Engels prendeva in mano una situazione di questo po.

Le indagini di Engels sono o mamente confrontate con quelle delle altre ci à, così che la situazione sia sempre
in divenire e non sta ca, come invece faranno gli altri geogra . Inoltre, anche se parlerà di Manchester, ha una
descrizione ben precisa del paese e delle condizioni e dei problemi nazionali. Parlare delle condizioni nazionali
inglesi in quel momento, voleva dire parlare delle condizioni globali e questo, a sua volta, voleva dire a rontare
diale camente un problema. Dalla parte economica si poteva capire quali erano le sovrastru ure. Ricerca
basata sui da , ma anche dai giornali, nel senso che ci sono riviste, storie personali, conversazioni personali…
questo ispirerà varie opere, la geogra a all’epoca si stava de nendo come scienza accademica anche se stava
muovendo i primi passi con qualche di coltà, del resto nel corso dell’800 nasceranno molte discipline, biologia,
antropologia, prima non esistevano. In questo modo si avrà anche la geogra a, che no ad allora era funzionale
alla guerra più che altro. In un certo senso possiamo dire che i posi vis riducono questo modo di approcciarsi,
contrariamente alla scuola tedesca, si sviluppa con qualche anno di ritardo la scuola francese. I due esponen
più importan della scuola francese, quindi i due geogra più importan , sono Reclus e de La Blache possibilis
che si contrappongono alla scuola determinista tedesca. Lo slogan potrebbe essere questo “la natura propone e
l’uomo dispone”, introducendo un episteme del genere è tu o in mutamento. L’uomo modi ca la natura e la
stessa modi ca a sua volta l’uomo, in con nuo cambiamento. Riducono le capacità esplica ve della disciplina,
rinunciano alla vicenda dei grandi principi generali dei cosmogra . La scuola tedesca prediligeva solide
monogra e regionali, raccolgono grandi moli di da . In questo modo la geogra a non si scostava molto da
quelle che erano gli altri studi. Possiamo dire che Reclus e de La Blache inventano un nuovo modo di fare
geogra a che è poi quello arrivato no a noi.

- Reclus: era poli camente impegnato, vicino a posizioni anarchiche, era interessato alla parte storica
del territorio e al modello produ vo, riprendendo le analisi di Marx. Una delle prime cose che venivano
studiate nelle sue ricerche. Veniva da un orientamento protestante, studierà però dai gesui e non nirà
mai gli studi per mo vi concre , dopo il colpo di stato di Napoleone III, considera i suoi preceden
impegni poli ci, andrà per precauzione prima in Inghilterra, in Irlanda e dopo in Louisiana, lì divenne
prece ore dei gli di un padrone di una piantagione. Per due anni fece questo lavoro dove osservò la
grande arretratezza del pensiero sudista: presenza di schiavi, e il clero che acce ava questa situazione e si
a anca anche sempre dalla parte dei padroni ogni qualvolta che servisse. Infa , in quegli anni perse ogni
rimasuglio di fede che gli era rimasto. Dopo l’esperienza in Louisiana, nel 1855 va in Colombia dove tenta
l’avventura di piantare ca è che non gli riesce. Aveva visitato mol paesi in Sud America e su tu ques
aveva reda o un suo elaborato. Cominciò a inviare ad una rivista francese tu i resocon , la quale decise di
pubblicarli e pensare a lui come relatore in campo geogra co, diventò quindi il geografo u ciale di questa
casa editrice. Faceva ques grandi viaggi e riuscì a diventare membro della società geogra ca di Parigi che
aveva una grandissima capacità geogra ca. Visitò la Sicilia inviando un resoconto con for recriminazioni
sociali per come era organizzata la società, con questa massa di contadini sfru a . Nel 1864 con suo
fratello, diventa membro di una società segreta massonica, qui conoscerà i seguaci di Carlo Marx con i quali
gli anarchici entreranno in contrasto velocemente. Nel 1871 in seguito ai mo di Parigi sarà imprigionato,
ma sarà tra ato bene perché famoso, ci fu anche una raccolta di rme per liberarlo. In carcere incontrerà
un personaggio, un asceta, insieme s pulano il contra o per una enciclopedia geogra ca. Per redigere
questo lavoro viaggerà in Egi o e di nuovo in Louisiana, poi realizzerà l’università libera di Bruxelles. Con
idee anarchiche. Poi si dedicherà all’Uomo e la Terra, la stesura durerà sei anni ed è forse una delle più
grandi opere dell’autore. Dove indicherà anche i criteri per fare geogra a:

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i. Lo a fra le classi

ii. Ricerca dell'equilibrio

iii. Ruolo primario dell’individuo

Viene collegato, il suo studio, alle condizioni sociali e ambientali. Appare la nuova geogra a universale
con lui, diventerà parte del lessico geogra co all’inizio del ‘900. Si contrappone alla geogra a del
principe, era una contro geogra a. Un lavoro ricco di da , parteciperanno i migliori cartogra e i
migliori incisori, ci sarà una a rete di collaboratori, fa a bene anche editorialmente. Quest’opera, su
accordo con l’editore non avrebbe dovuto avere implicazioni poli che, Reclus, invece, porterà avan
anche lo studio sulla povertà. I suoi studi ambientali saranno i precursori delle proteste ambientaliste
moderne. Era vegetariano “non è una digressione menzionare gli orrori della guerra con la macellazione
delle bes e”. Quale posizione deve avere l’uomo? Si rende conto dei suoi limi , che vengono
considera una sorta di dono, perché l’uomo che ha presente i suoi con ni se li supera abba e un
limite e si apre un nuovo spiraglio, quasi un uomo che vive giorno per giorno. L’uomo rimane stupito
dalle forze della natura, di fronte alla natura si intende anche i piccoli fenomeni come un ore che
sboccia, un prato più verde dopo la pioggia ecc. ecc. si emoziona davan ai piccoli par colari. Non è un
uomo che sta al centro, quindi è anche più liberato. Dal momento che riconosce i propri limi , non ha
più il mo vo di apparire meglio degli altri, abbandona il suo ego. La visione geogra ca di Reclus implica
un’umanità che si sente parte della terra e che per questo cade in crisi.

- De La Blache: considerato fondatore della geogra a umana, primo a condurre ricerche di questo
campo. La sua opera principale scri a in vent’anni “la geogra a universale”, in questa pone le basi del suo
pensiero geogra co, gli studi che ha fa o aiutano a capire il suo pensiero. Per la scuola francese di La
Blanche, le scelte della natura vanno dis nte da quelle umane che si riferiscono all’ambito della natura
dell’uomo, ma in geogra a si deve considerare non solo lo spazio, ma anche il tempo. La sequenza delle
azioni e il genere di vita che viene scandito dal tempo. Inizialmente si è posta la geogra a in chiave
determinis ca, poi formulato un pensiero che per l’epoca è innova vo, che sarà poi in seguito in tolato
possibilismo geogra co, secondo il quale l’uomo non è vincolato dall’ambiente sico, ma è un fa ore
geogra co in grado di cambiare il territorio. Questo pensiero risente del contesto storico della Francia: la
Francia aveva perso la guerra con la Prussia, il tra ato di pace si era concluso con i territori dell’Alsazia e
della Lorena persi, proprio in ques momen si iniziano ad avere molte ca edre di geogra a in giro per la
Francia, lo scopo era quello di dare una versione opposta a quella tedesca, revanscismo che si estende
anche all’università. Doveva cri care l’imperialismo tedesco e allo stesso tempo difendere gli interessi
territoriali francesi e gius care l’espansione imperialis ca francese. De La Blache infa segue tu o
questo, proponendo idee liberali e segnala con nuamente la necessità del discorso scien co, andando
sempre a cri care lo spazio vitale tedesco, il Lebensraum. Il genere di vita: il rapporto che le comunità
umane instaurano con il territorio presente, quindi, l’ogge o centrale è lo studio del paesaggio e le sue
conseguenze grazie all’uomo. Geogra a principalmente rurale. Per un certo periodo la geogra a e
l'antropologia sono come intersecate tra di loro, soltanto a par re dall’ul mo decennio del 900, sono
ancora vicine, ma non hanno più lo stesso ogge o di studio. I suoi gruppi di studio principali erano:

i. Il costume

ii. La tradizione

iii. Il mutamento

iv. L’interazione

v. Il paesaggio

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Nei suoi interroga vi che si pone tra i suoi studi: perché in cer luoghi si usa il te o in ardesia invece
che le tegole; come mai c’è contrasto tra le capanne dei contadini e le case signorili; perché in un
territorio si predilige l’allevamento e da un altro la vigna. Geogra a quindi descri va che evita
generalizzazioni di insiemi. Le linee guida sono la consistenza umana sul territorio, opere umane e
l’analisi ecologica.

Il fa o che inizialmente i geogra di stampo liberale, che ambivano ad una indipendenza con la ricerca, non
volessero problemi con chi aveva il potere fa sì che si limi no alla campagna, escludendo le ci à. In qualche
modo scoprono le tradizioni locali, però ci sono dei limi ogge vi: gli studi economici sono limita ; le
considerazioni poli che sono rido e al minimo; la storia è locale, limitata agli even del passato locale. Uno dei
lavori più de aglia riguarda la riva svizzera sinistra del Rodano nel vallese, era facilitata dal momento che la
valle era rimasta chiusa. Gli abitan pra cavano l’agricoltura congiunta con l’allevamento, agricoltura poca
reddi zia, ma fondamentale per l'autosu cienza alimentare dal momento che erano rimas chiusi al mondo.
Questo caso, è esemplare, si può vedere il ciclo auten co della sequenza di stagioni che modella il ciclo di vita
della comunità, ogni geografo vorrebbe avere nei suoi studi una popolazione così da studiare. Un caso ideale su
cui concentrarsi. La geogra a umana si determinerà meglio dopo La Blache e nirà per a rare l’a enzione dei
geogra stranieri nonostante mancassero molte ricerche, se ne fregava quindi delle tendenze dell’epoca in cui si
va ad essere molto precisi.

Ci sarà un geografo, Febvre, che:

- rielaborando la maggior opera di La Blache elaborerà il conce o di possibilismo in contrapposizione


al determinismo. Quindi il determinismo dà un ruolo primario all’ambiente che condiziona e modi ca il
cara ere e il des no degli uomini. Per il possibilismo invece questo non è così. Si iniziano a comparare
civiltà fra di loro che partono da condizioni molto simili e che producono una cultura diversa e un des no
diverso, l’altro modo in cui poter riassumere il possibilismo è: “l’ambiente propone e l’uomo dispone”,
quindi sceglie cosa fare in base alla capacità tecnologica, alle credenze religiose, relazioni con i vicini ecc.
ecc. ha più opzioni e variabili, studi più complessi. Non fare geogra a per il principe vuol dire comunque
farla ideologica, ma l’onestà è dire che tu vuoi dimostrare quella tesi, lo studio quindi non può essere
completamente ogge vo, sarà sempre ltrato dall’esperienza personale.

- Ratzel: tedesco, che vivrà più tardi che è convenzionalmente considerato padre della geogra a
poli ca moderna, ispiratore della geopoli ca. Lui di formazione è biologo farmacista, veniva dalle scienze
dure, in uenzato dalle teorie evoluzioniste di Darwin. Farà una serie di viaggi come giornalista in Italia, USA,
Messico, Cuba. Fra il 1881 e il 1900 la popolazione del Reich tedesco si arriva a 68 milioni da ca. 40, quindi
la popolazione ha un grande boom, seconda rivoluzione industriale, dove si a acciano due potenze
Germania e USA che iniziano a dar noia all’UK. Dopodiché la Germania prende anche l’Alsazia e la Lorena, le
vie ferroviarie si estendono, la navigazione del Reno era possibile no a Strasburgo e vengono realizza
canali, la marina tedesca diventerà la seconda dopo quella UK. A fronte di questo però risulta una potenza
con i piedi di argilla, presenta delle for vulnerabilità: la produzione agricola sembra che non sarà
su ciente per sfamare tu , quindi l’indipendenza nazionale dipende dalle altre nazioni europee. La
crescita demogra ca e territoriale aumenta il bisogno di nuove terre= iniziano a pensare alle colonie. Il
pensiero di Ratzel, quindi, non nasce in un momento di frustrazione perché viveva all’interno di una nazione
emergente, che ha un senso di potenza immane, ma che non trova sbocchi dove potersi sfogare,
inves men ecc.

Quando Ratzel scrive è in uenzato dalla pulsione vitale del suo popolo, allo stesso tempo il suo lavoro esprime
una sorta di inquietudine di un paese che avanza con la prospe va di andare verso lo scontro. La geogra a
secondo Ratzel non deve a uare una descrizione atona, ma la descrizione al contrario serve a preparare
un’analisi scien ca ben più ampia. Ratzel studierà le diverse popolazioni e la loro espansione nei diversi
territori del mondo, con anche le migrazioni, da qui a nerà i conce di con ne, non è solo geogra ca l’opera,

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ma al centro c’è l’uomo piu osto che gli uomini, si discosta dal determinismo classico dei geogra tedeschi
preceden , questo modello accademico è da collocarsi fra le scienze della natura e le scienze umane. Cosa
traspare da tu o questo? Secondo Marx la chiave diale ca della storia era la lo a di classe, quindi la
contrapposizione tra capitalis e proletariato, per Ratzel il motore della storia sono le migrazioni, a seconda del
caso possono essere diversi (pulizia etnica, migrazioni economiche, deportazioni ecc. ecc.). le nalità principali
della geogra a di Ratzel sono tre:

i. I modi di distribuzione degli uomini con diverse culture sulla terra

ii. L’interpretazione di queste migrazioni con l’apporto più o meno importante del
fa ore natura

iii. Gli e e di tale ambiente sulla civiltà e gli individui

I popoli si muovono sulla terra nché non trovano un territorio fru uoso, le migrazioni stanno alla base
degli sta .

29.04.2021

ELE

Ratzel: una delle leggi fondamentali è che la posizione del mondo può essere centrale, intermedia o periferica,
cos tuisce il fa ore ponderare della super cie. Vengono, quindi, subito dopo, la nozione di fron era,
l’importanza del po di suolo, della vegetazione, dell’irrigazione, ma anche le relazioni intra enute con il resto
della super cie terrestre, mari a gui e terre disabitate.
Ipo zza che sulla super cie terrestre non si muovano solo gli uomini, ma anche i con ni e le fron ere → nella
geogra a umana si muovono le persone, nella geogra a poli ca, oltre agli uomini si muovono anche i con ni,
l’elemento geogra co diventa a ore poli co
L’aspe o geogra co da analizzare è quindi non il popolo, ma lo stato/en tà poli ca. Lo stato ha proprietà di po
organicis ca e riproduzionis ca emanano delle proprietà che derivano dal popolo e dal suolo. Una volta
considerate le cara eris che del suolo/territorio si possono analizzare quelle dello stato.
STATO ORGANICO/ORGANICISTA: stato che viene paragonato a un essere vivente (→ storia di Cincinnato e degli
schiavi), le varie par sono interconnesse tra di loro. Ratzel riprende anche le tesi di Platone sull’argomento.
Secondo questa visione ogni stato ha una frazione di umanità su una frazione di suolo e ogni spazio ha un suo
valore poli co che dipende dalla grandezza e da speci che proprietà poli co-geogra che → situazione,
posizione, estensione, fron ere.
lo Stato è visto come un organismo che riunisce in sé una “frazione di umanità su una frazione di suolo”, e le cui
proprietà emanano al tempo stesso dal popolo e dal suolo.
La situazione geogra ca cos tuisce una costante del suolo, che a raversa i tempi della storia. Pos in un
determinato luogo della terra, popoli e Sta ne ricevono una certa impronta. La super cie cos tuisce anch’essa
un fa ore essenziale.
Nella sua geogra a antropica, esiste l’idea implicita della superiorità di un gruppo umano sull’altro, con
l’implicazione delle cara eris che biologiche ed un richiamo alla signi ca vità del gruppo razziale. Ci sono non
soltanto degli individui/organismi più ada e più predispos all’evoluzione, alla sopravvivenza e alla
riproduzione della specie, ma ci sono anche dei gruppi etnici/razziali che sono più dispos degli altri: si
ada ano meglio, prevalgono sugli altri, si riproducono, diventano egemoni e niscono per dare direzione alla
storia.
In questa prospe va nella geogra a poli ca di Ratzel diventa naturale che lo stato più potente inglobi quello
più debole. Anche in questo caso le migrazioni sono uno strumento decisivo, e le cause possono essere: la
guerra, le invasioni e la dominazione, la progressiva penetrazione economica, la colonizzazione, ma anche la

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cooperazione e la collaborazione spontanea, quindi in generale i rappor che possono essere più o meno
paci ci.
Lo stato secondo Ratzel avrebbe una vita simile a quella dell’organismo umano: nascita, giovinezza, maturità e
l’ul ma fase dell’incedere del declino.
È proprio nell’a enzione dedicata alle invarian (costan ) del suolo che risiede l’apporto essenziale di Ratzel
alla costruzione della disciplina della geopoli ca. La geopoli ca è in e e la spiegazione della storia a raverso
la geogra a umana nel lungo periodo, quelli dei popoli e dei suoli. Lo Stato immaginato da Ratzel è organico,
ma è anche un’en tà spirituale e morale (Concezione vicina a quella di Hegel). La geomorfologia ha la sua
importanza, ma essa rimane in ogni caso subordinata alla volontà della poli ca. Ridurre il pensiero di Ratzel a
un pensiero semplicemente determinis ca, nel senso in cui la geogra a determinerebbe in modo decisivo ed
esclusivo il comportamento degli Sta , signi cherebbe tradire il pensiero auten co dello studioso tedesco.
Indubbiamente, per Ratzel, le rappresentazioni geogra che, le idee religiose e nazionali giocano un ruolo
fondamentale nella crescita degli Sta , ma esse richiudono, tu avia, la storia in uno schema di fatalità
determinis ca.
Lo stato descri o e panato in questo modo ha quindi bisogno di uno spazio vitale → Lebensraum (elemento
sico, la sicità dello Stato come organismo, concezione unita al conce o delle fron ere che mutano e quindi al
movimento dello Stato che tende ad espandersi). Il conce o di Lebensraum è probabilmente l’elemento più
originale e innova vo del pensiero di Ratzel, per il resto riprende le in uenze geogra che deterministe della
visione organicista (es. Platone), da Darwin l’idea della sopravvivenza del più ada o e da Hegel l’idea del
grande Stato che ingloba lo spirito della nazione (quello di Ratzel può essere anche de nito stato
confessionale), mentre da Ri er e Humboldt prende l’insistenza contras su le costan territoriali.
STATO CONFESSIONALE: stato che non è laico, stato che si occupa di dare una direzione morale ai suoi
ci adini. Lo stato confessionale è un ente morale.
Ratzel adegua la sua geogra a alla ragion di stato tedesca, cercando di gius care l’espansione della Germania
da un punto di vista scien co. É possibile quindi inserirlo a sua volta in quel gruppo di geogra che fanno
“geogra a per il principe”. Nel 1901 lo spazio vitale viene descri o in un’opera chiamata “Lebensraum”. Ratzel
evidenzia come l’organismo tedesco sarà portato, per necessità e per assicurare la propria sopravvivenza, a
svilupparsi verso regioni le cui condizioni geogra che sono vicine. Ecco dunque nascere la poli ca del
Lebensraum, gius cata dal bisogno del suolo piu osto che dal fa ore etnico o del sangue. In questa
concezione il fa ore di bisogno del suolo prevale sul fa ore etnico e di sangue (quindi su quello della “razza”).
Se consideriamo l’epoca storica in cui scrive Ratzel dobbiamo tenere presente che la poli ca del tempo era
genericamente condizionata dall’imperialismo, l’Europa si stava avviando verso la Prima guerra mondiale,
l’imperialismo era orientato dalla convinzione che uno stato era prospero e forte tanto più quanto riusciva ad
acquisire colonie e risorse dei territori controlla .
Dopo il congresso di Berlino l’Europa arriverà a controllare l’85% delle terre emerse. L’ampliarsi e il restringersi
della super cie territoriale dello Stato sono indicatori di sviluppo e di regresso alla base delle quali sta anche il
condizionamento ambientale (conclusione sinte ca del pensiero contenuto nel Lebensraum).
Nella Geogra a poli ca Ratzel è in uenzato dalla poli ca estera della Germania, divisa in poli ca estera in
Europa e in Africa. La Germania, dopo la vi oria sui francesi nel 1870, era ancora uno stato da uni care. La
popolazione nell’ul mo ventennio del XIX sec. era cresciuta sensibilmente. Il 90% degli emigra di questo
periodo (circa 2 milioni e 300 mila persone) si dirigerà verso gli Sta Uni (in generale grande usso verso
l’America).
Inizialmente, nel complesso, l’argomento coloniale/imperialista non era par colarmente sen to, ma a par re
dagli anni dell’ul mo ventennio del XIX sec. Comincerà ad essere una ques one sensibile per la Germania → si
apre un grande diba to, anche nelle università, quindi anche i geogra poli ci prenderanno parte al diba to.

Le fron ere disegnate nella penisola balcanica nel 1878 e la spar zione del con nente africano nel 1885 che
vedrà prevalere sopra u o Gran Bretagna e Francia, aveva contribuito ad aumentare quell’idea di malleabilità
dello spazio, quindi che le fron ere e i con ni fossero facilmente modi cabili. Gli armen sui quali i colonialis
del periodo fondavano le loro ragioni sono sostanzialmente tre: la crisi del 1873 (grave e di usa che inves la
Germania), la massiccia migrazione tra il 1880 e il 1900 e la transizione della Germania da una stru ura
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economica agricola a una stru ura industriale a tappe forzate (periodo della seconda rivoluzione industriale:
ondata di innovazione tecnologica che inves rà l’Europa occidentale → Germania è il paese economicamente,
tecnologicamente e demogra camente più dotato, vivace e innova vo). La Germania è dotata di una certa
quan tà di capitali e competenze scien che che non trovano sbocco in inves men reali.
Ques elemen contribuiranno alla propaganda sociale imperialista che prevedeva la necessità di nuove terre
da conquistare verso le quali indirizzare le fasce della popolazione più giovani, più disagiate e in eccedenza.
Inoltre la Germania stava crescendo: annessioni erano già avvenute a discapito della Danimarca e della Francia.
I tedeschi stessi considereranno sempre di più la Germania come la potenza coloniale più accreditata per
opporsi alla Gran Bretagna e per guidare l’Europa con nentale.

Ratzel vedeva nel commercio e nella penetrazione economica gli studen di basi dell’espansione. Nell’insieme
dal suo pensiero emergono un certo o mismo (ad esempio quando è ducioso nelle possibilità progressive del
liberalismo del tempo, nella possibile cooperazione di sta , nella creazione di insiemi regionali coopera vi in
una serie di cooperazioni paci che), ma contemporaneamente emerge una visione più pessimista, quando ad
esempio ri ene che le colonie siano una valvola di sfogo per evitare una guerra in Europa. L’Europa era secondo
lui, comandata dalla poli ca coloniale della Francia e della Gran Bretagna.

Enuncia sei leggi universali che regolerebbero l’espansione spaziale degli Sta :

1. La crescita spaziale degli Sta va di pari passo con lo sviluppo della loro cultura, della loro economia e
della loro ideologia
2. Gli Sta si estendono, assimilando le en tà poli che di minore importanza
3. La fron era è una stru ura viva, il cui posizionamento materializza il dinamismo di uno Stato in un dato
momento della sua storia (in altri termini: la fron era ha vocazione a spostarsi) → il mutamento delle
fron ere non è un avvenimento eccezionale, ma è una costante della storia (come le migrazioni)
4. In ogni processo di espansione spaziale prevale una logica geogra ca, in quanto lo Stato assorbe,
prioritariamente, le regioni che consolidano ed integrano la viabilità del suo territorio: litorali, bacini
uviali, pianure e, più in generale, i territori più riccamente dota → lo Stato come l’uomo sceglie
l’alterna va migliore, si estende prima verso territori con cara eris che simili e a ni alle proprie per
cultura e per dotazione geogra ca
5. Lo Stato è portato naturalmente ad estendersi a causa della presenza alla sua periferia di una civiltà
inferiore alla sua
6. Il processo di assorbimento delle nazioni più deboli si autoalimenta: più lo Stato cresce, più esso ha
voglia di crescere

In queste leggi, che in qualche modo an cipano la geopoli ca, l’estensione geogra ca occupa un posto tanto
più importante quando ad essa corrisponde un ar colato sistema ferroviario.

Fra il 1850 ed il 1914 la lunghezza della rete ferroviaria in Europa si mol plica per 30. In Francia, nel 1880, i treni
trasportavano annualmente 18 milioni di viaggiatori e 4,5 milioni di tonnellate di merci, mentre nel 1913 i
viaggiatori salgono a 547 milioni e le merci raggiungono i 173 milioni di tonnellate. Un anno prima dello scoppio
della Grande Guerra, 6 miliardi di viaggiatori, ovvero, poco meno dell’equivalente della popolazione a uale del
pianeta, prende ogni anno il treno in Germania, in Inghilterra e in Francia. Un dato che dimostra altresì come il
mondo prima della Grande guerra non fosse serrato da para e stagne. Al contrario, quel mondo era una
stru ura fa a di scambi e di comunicazioni, che, tu avia, rispe ava l’iden tà e l’autorità. Si può anche
aggiungere che in questo periodo l’integrazione economica europea era abbastanza elevata, contrariamente
alle convinzioni di use oggi che vogliono farci credere ad un mondo di nazioni chiuse in sé stesse.
Numerosi gli interessi industriali incrocia . L’estrazione mineraria del carbone e le industrie siderurgiche
esercitano la loro a vità da una parte all’altra delle fron ere francesi, belghe e tedesche (e in parte anche
russe). Diverse grandi fabbriche tedesche di coloran vengono aperte in Francia. Le industrie francesi e

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tedesche, in special modo la Schneider e la Krupp (fabbriche di armi, industrie strategiche e di punta), si
sviluppano in Russia.
Uno dei problemi della Prima guerra mondiale sarà il Bacino della Ruhr: se i francesi avessero invaso quel
bacino, probabilmente avrebbero tagliato le ferrovie alla Germania che non avrebbe avuto il carbone su ciente
per con nuare la guerra. Ma non lo fecero, probabilmente perché c’erano grossi interessi commerciali ed
economici da parte sia francese che tedesca.

La geopoli ca di Ratzel è ossessionata (Studi degli Spazi poli ci, 1885; Geogra a Poli ca, 1897) dalla smisurata
estensione degli Sta -con nente, dismisura della quale il geografo ha preso coscienza viaggiando negli Sta
Uni , nel 1873. Ratzel, a questo punto, intuisce che l’avvenire toccherà alle potenze che dispongono di territori
immessi e, di conseguenza, di immense risorse. Questa intuizione determinerà un’evoluzione del pensiero del
geografo in direzione di un proge o europeo, di cui la Germania potrebbe essere il motore centrale. I tedeschi
avevano intuito che da un lato se si fosse considerata l’economia liberista sarebbe diventato evidente il
problema del contrasto con la Gran Bretagna e con i nascen Sta Uni (due potenze che potevano allearsi e
creare grossi problemi alla Germania), mentre dall’altra parte (per o enere risorse) c’era la Russia. Quindi la
Germania non avendo delle colonie, ambiva di essere la potenza egemone nell’Europa con nentale. La
supremazia materiale della Germania della ne del XIX secolo sembra paragonabile a quella della Francia del
secolo precedente e i suoi e e vi militari sono in realtà già il doppio della vicina repubblica (numero di militari
tedeschi a questo punto era il doppio di quelli francesi → grande potenza che si sta cos tuendo prendendo il
sopravvento e sta scoprendo la sua iden tà nazionale).
La necessità di una potenza europea parte da ques presuppos ed è proprio la Germania che può opporsi al
proge o di dominazione mondiale degli Anglo-sassoni, così ben delineato da un altro studioso di geopoli ca,
l’inglese Halford Mackinder. Anche gli inglesi hanno preoccupazioni simili a quelle tedesche.

HALFORD MACKINDER
La rivoluzione delle ferrovie rende plausibile la prospe va, temuta da Mackinder, di un’Europa uni cata
intorno a un heartland germano-slavo, che me erebbe ne alla dominazione mari ma delle talassocrazie
anglo-sassoni. Ratzel nelle sue ri essioni è in uenzato anche dalla geopoli ca inglese che è sopra u o
geogra a poli ca di stampo militare, in funzione della sopravvivenza, al predominio e all’espansione dell’impero
inglese. Ogni minaccia alla supremazia anglo-sassone deriva dalla Germania (secondo Mackinder), dal
pangermanesimo teorizzato da Ratzel, che è a sua volta ri esso del panamericanismo statunitense e del
panslavismo russo. In mezzo a queste tre minacce l’impero inglese doveva sopravvivere.
Russia era ancora un paese arretrato, i rappor USA-Gran Bretagna, anche se con i uali in passato, erano
buoni (facilita anche dalle loro a nità culturali) → la minaccia più concreta è quindi il pangermanesimo. Se lo
sviluppo tedesco diventa il motore dello sviluppo europeo, allora sarà nita la dominazione anglo-sassone. Il
pericolo per gli anglosassoni è tanto più grande per il fa o che l’ambizione dei Tedeschi non si limita al solo
con nente europeo ma punta a un ruolo mondiale. Tu avia, nel momento in cui Ratzel scrive, la Germania ha
già perso diversi appuntamen con la poli ca mondiale (Weltpoli k). La California, che il Messico aveva
proposto alla emigrazione tedesca nel 1842, non è stata sfru ata, come anche il Texas che i Tedeschi potevano
colonizzare. E l’annessione dell’Alsazia-Lorena rappresenta un passo di troppo dell’unità tedesca ai danni di una
grande poli ca di unità europea. Dopo questo evento gli europei inizieranno a guardare con una certa
di denza la Germania.
Agli occhi di Ratzel, alla Germania rimane solo l’opzione coloniale. Impegnato nel 1890 nella Lega
Pangermanica, lo studioso tedesco diventa anche un difensore accanito del colonialismo. Membro fondatore
del Kolonialwaren (Comitato Coloniale fondato nel 1882), egli si oppone alla visione esclusivamente
con nentale di Bismarck. La visione proposta da Ratzel era una visione planetaria, in funzione sopra u o
an francese e an -inglese. Dieci anni prima Bismarck aveva preferito vedere la Francia concentrarsi sulle
conquiste coloniali piu osto che sul recupero dell’Alsazia-Lorena, e giocare un ruolo marginale nella
compe zione con francesi e britannici sul territorio africano. Ratzel è invece convinto che la Germania debba
disporre di un impero coloniale, senza il quale non potrebbe assumere una dimensione mondiale. Il geografo
contribuisce ad elaborare la carta dell’Africa (inventariando le risorse e indicando dove sono i ve ori di
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espansione geopoli ca più convenien ), ancora mal conosciuta alla sua epoca, e redige numerose opere e
ar coli sulla ques one coloniale tedesca, specialmente intorno al 1885, nel corso del quale il Congresso di
Berlino decide la spar zione dell’Africa fra le potenze europee.
Ratzel – prendendo a o che l’Inghilterra è diventata la maggiore potenza mondiale, proie andosi su tu gli
oceani e su tu i con nen e chiudendo e controllando tu i pun chiave del commercio mondiale (Gibilterra,
Suez, Capo di Buona Speranza, Aden, Singapore, Hong Kong) prepara il terreno al programma dell’ammiraglio
Tirpitz. Cosciente che l’Inghilterra e la Francia avevano già acquisito un buon vantaggio nella spar zione della
potenza mari ma, e quindi in questa visione di contrapposizione il geografo tedesco predice l’alleanza della
Germania con l’Asia, e in par colare con l’Estremo Oriente (il Giappone). Il Giappone era diventato un alleato
prezioso, avendo dimostrato di essere uno stato organizzato sia dal punto di vista economico che militare. Sulle
sue orme, il grande geopoli co tedesco Karl Haushofer che confermerà questa opinione e con lui la Germania
nazional-socialista.
Come mol altri pensatori, Ratzel è stato in uenzato dalla sua epoca. Egli è in primo luogo il prodo o di una
Germania bismarckiana (1862-1890) e più ancora Guglielmina (1888-1928), profondamente imbevuta delle idee
di Nietzsche ed ossessionata dalla volontà di potenza e dal sogno di una supremazia europea, so o Bismarck, e
di una supremazia mondiale, so o il kaiser Guglielmo II. Come tu i pensatori della ne del XIX secolo è uno
scienziato impegnato a fare entrare nel campo delle scienze sociali i progressi o enu nelle scienze esa e. I
lavori di Ratzel so olineano la necessità di tenere conto delle invarian (costan ) della geopoli ca nella
de nizione della poli ca estera degli Sta . Da queste costan deriva la Realpoli k (quella poli ca che, non
perdendo di vista lo scopo nale al quale tende lo Stato, persegue contemporaneamente anche degli obie vi
intermedi, cercando di garan re al popolo il suolo di cui ha bisogno per svilupparsi). La VISIONE REALISTICA è
quella che si basa su una sorta di di denza sulle relazioni internazionali, data dal presupposto che l’uomo sia
fondamentalmente malvagio, che gli uomini vedono il mondo e vengano dispos in maniera gerarchica e che i
nemici non aspe no altro se non la debolezza dello stato vicino per sopra arlo → la convivenza è basata sulla
di denza e la paura reciproca.
L’altro a eggiamento possibile nelle relazioni internazionali è quello della VISIONE IDEALISTA che presuppone il
primato della solidarietà e della collaborazione. La premessa di questa visione è che gli uomini siano
fondamentalmente buoni se messi nelle condizioni ideali per esprimere le loro migliori do naturali.
Ratzel prepara, in tal modo, il terreno ad una geopoli ca ancora più perfezionata, quella di Karl Haushofer, il
geopoli ker, che saprà fornire una risposta alterna va al proge o di globalizzazione anglo-sassone di
Mackinder.

GIANNI

[CONTINUA A PARLARE DI RATZEL]

○ Realpoli k era quella visione poli ca che non perdendo di vista lo scopo nale dello Stato, persegue nel
fra empo degli obie vi intermedi, anche sui con ngen che sono quelli che devono essere convenien e
in questo modo cercherebbe di garan re al popolo il suolo su cui ha bisogno di svilupparsi
■ “Se vuoi evitare la guerra, devi preparar alla guerra”
○ Se consideriamo i tre volumi: la “geogra a umana”, la “geogra a poli ca” e “sullo stato delle cose”
■ A ermazioni che promuovono determinismo e quelli che lo ridimensionano, si equivalgono
■ Però è vero che quando parla della di erenza tra gli spazi e la produzione del territorio si occupa più
dell'in uenza ambientali che delle a vità umane, da ancora una prevalenza al territorio

● Halford Mackinder (1861-1947)


○ È stato un geografo, poli co, diploma co, esploratore ed alpinista inglese, considerato tra i padri della
geopoli ca
■ Fu professore di Oxford ed è uno dei fondatori della scuola di Londra all'inizio del ‘900

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■ 1893 - è stato uno dei fondatori della Geographical Associa on, che promuoveva l'insegnamento della
geogra a nelle scuole
■ 1895 - è stato uno dei fondatori della London School of Economics (LSE)
■ Sua dis nzione fondamentale è la di erenza tra potenze mari me e potenze con nentali
○ Per Mackinder, l'avvio a ne O ocento dello sviluppo ferroviario russo in Asia aveva minato
irreparabilmente il vecchio fondamento geo-poli co: che il mare fosse la via più rapida per spostarsi
■ Come Friedrich Ratzel, pensava che il mondo dovesse essere considerato a par re da una proiezione
polare e non da una proiezione di Mercatore
○ Heartland (zona centrale, cuore della terra)
■ Individuò nella zona della Russia tra Europa ed Asia, il nuovo fulcro geopoli co mondiale
➢ Pianura che si estende dall'Europa centrale no alla Siberia occidentale, che ha una posizione
strategica sul Mar Mediterraneo, Medio Oriente, Asia meridionale e Cina
■ Chi l'avesse controllata, avrebbe guadagnato il dominio dell’intero Con nente An co, ossia l'unione di
Eurasia ed Africa, da lui chiamato "Isola mondiale”
➢ Chi avesse dominato quest'area strategica, avrebbe poi potuto dominare l'intero pianeta
■ Coniò il termine “medio-oriente”

● Alfred Thayer Mahan (1840 - 1914)


○ U ciale della marina statunitense, intento alle modalità opera ve e dedusse i prevalen fa ori geogra ci
che stavano alla base del potere mari mo
○ Impostazione era di po determinis co, nel senso che i fa ori naturali erano ritenu predominan nelle
relazioni internazionali e il controllo del mare però per lui era fondamentale
○ Idee stabilivano come una nazione potesse vincere un'altra, distruggendone la o a, o strangolando i
commerci a raverso il blocco
■ La o a più debole aveva, sebbene organizzata, comunque la possibilità di negare il confronto con
un'altra e far rimanere comunque in una costante minaccia navale ( o a in potenza)
■ Doveva impedire all'altra o a di concentrarsi e quindi costringerla a dividersi e impedirgli di operare al
meglio per favorire il tra co mercan le, quindi creare delle minacce nei vari pun , diciamo strategici
del mondo
○ Pensiero si concentrava sul ruolo del potere mari mo/navale
■ A ermava che vi fosse una contrapposizione tra le potenze con nentali e quelle mari me (capitaliste)
sostenendo che le potenze mari me fossero per loro natura più for e in grado di a ermarsi per il
lungo periodo. I suoi studi partono essenzialmente dallo sviluppo della marina militare tra la ne del
Seicento e l'inizio dell'O ocento, ove si venivano a scontrare le allora grandi potenze coloniali: Francia e
Gran Bretagna
■ Scontro più aspro tra i due imperi coloniali avviene durante la guerra d'indipendenza americana
■ Studiando questa situazione Mahan nota come gli elemen geogra ci possano in uire sul corso della
storia portandolo ad alcune a ermazioni: essendo il mare l'elemento più esteso sulla Terra, si creano su
di esso delle ro e commerciali
■ Fu una sorta di "precursore" teorico delle organizzazioni internazionali
➢ A ermava che una potenza non è in grado di a ermarsi con le sole proprie risorse, vi era quindi
necessità che il sistema internazionale si coalizzasse in organizzazioni internazionali
➢ Ipo zzava un'unione tra gli Sta Uni e la Gran Bretagna, perché essendo due potenze mari me
potevano unirsi per condividere la conquista dei mari
○ "In uenza del potere mari mo sulla storia” di Mahan
■ Spiega la teoria del "sea power”
➢ (1) Si fonda su un nuovo approccio nel modo di studiare la storiogra a mari ma
➢ (2) La storiogra a mari ma doveva essere vista come una chiave di le ura dei contras sor tra le
nazioni e gli imperi
➢ (3) “La cara eris ca principale che si delinea dall'analisi storica del potere mari mo è
l'antagonismo tra gli sta o le nazioni per o enere il dominio, o il controllo del mare”
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➢ (4) Potere mari mo è quindi, essenzialmente, una condizione bellica, se non altro perché obbliga
uno dei due contenden a impedire l'uso del mare all’altro
➢ (5) A erma che le navi mercan li e da guerra hanno bisogno di pun d'appoggio in quei paesi verso
le quali sono dire e, quindi vi è la necessità da parte di una nazione mari ma di o enere por o
basi navali che o rano un rifugio sicuro (l'ambizione al potere mari mo fa sì che una nazione
eserci una proiezione di potenza su vari territori, come è avvenuto con la conquista di territori
coloniali, per o enere appoggi sicuri [por e basi navali])
■ L’altro punto era quello di sviluppare l’a tudine commerciale e poi una poli ca mari ma che secondo
lui doveva essere una priorità dello Stato

04.05.2021

CARLI

John Spykman: americano ma di origine polacca, promuove una cri ca: secondo lui non è vero che c’è una ne a
contrapposizione tra potenze di mare e di terra. Per essere più precisi dice che questa interpretazione poteva
appartenere al passato, ma non fa più parte del presente di cui parla. Per geogra a, Olanda e Uk saranno
sempre prevalentemente potenze mari me, ma la sintesi tra potenza mari ma e con nentale è avvenuta in
ogni caso. Oggi di potenza emergente possiamo parlare senz’altro della Cina, che tra l’altro si presenta co una
o a potente che sta svolgendo una serie di operazioni delicate e diploma che si cui parliamo anche si so
power. La sua opera più importante, del 1942 è “American strategy e policy” dirà che per controllare il mondo
l’area strategica sarà il polo nord. in questo modo, armando il polo nord, si sarebbe scoraggiato le altre potenze
dall’intervenire. Quando Spykman scriveva, non c'era ancora la bomba atomica.
Dopo la Prima guerra mondiale, la geogra a diviene considerata la scienza principale n grado di risolvere tu i
problemi dell’umanità, massimo splendore per questa disciplina. Dallo spiritualismo di Bergson abbiamo la
nascita di un nuovo modo di pensare più incentrato sulla poli ca: le ci à, infa , si trovavano in crisi e
perdevano ducia nello status quo poli co. si pensava che lo stato borghese semidemocra co, nasceva dalla
Rivoluzione francese e serviva ora però l’a ermarsi di un nuovo modello. stato centralista e autoritario.
Geopoli ca: termine coniato da Kjellen, nel 1904 lo unisce al termine di autarchia. questo connubio avrà una
par colare in uenza sopra u o dopo il primo dopo guerra e sopra u o in Germania. diventa tra 1901 e il
1911 un professore universitario. si considerava con nuatore dello sforzo che aveva fa o h. la sua opera
migliore si “Lo stato come forma di vita”, dove presenta lo stato come composto da 5 organi: la catopoli ca, la
demopoli ca, la sociopoli ca, l'eco poli ca e la geopoli ca. esse si occupano rispe vamente: governo,
popolazione, stru ura sociale, economica, stru ura sica. gli sta più grandi avrebbero dovuto incorporare
quelli più piccoli. Kjell n concentra l’importanza della sua analisi sul suolo, ossia sugli aspe geomorfologici che
in uenzano la vita dello Stato dandogli vitalità e ricchezza. Il vero punto in comune tra Kjell n e Ratzel la
centralit dello Stato e le sue possibilit di sviluppo; tu avia, per lo svedese le relazioni tra Stato e potenza si
decidono, coerentemente con il determinismo biologico, nella lo a per la sopravvivenza e per lo spazio. Kjell n,
infa , credeva che lo Stato crescesse e deperisse come fosse un organismo biologico. Se per Kjell n «gli Sta
sono le forme di vita pi imponen », al contrario, per Ratzel al massimo lo Stato pu essere la pi imponente
‘creazione’ dell’uomo sulla terra. In Kjell n gli Sta vitali con un piccolo territorio sono chiama all’espansione e
«questo non un crudo is nto di conquista ma il naturale e necessario corso verso l’espansione come senso
d’auto-preservazione».
Legame viscerale con l'uomo e la sua terra: l'auto preservazione lo lega, is nto animale. Volontà di potenza
visto come autopreservazione. Il richiamo alla necessit naturale, di contro all’is nto irrazionale, spiega la
vicinanza della geopoli ca a un pensiero scien co che ricerca in natura le leggi in grado di spiegare gli even .
Esempi come questo illuminano come nel passaggio per Kjell n e Haushofer il pensiero ratzeliano subisca due
sempli cazioni che lo rendono pi fruibile dal punto di vista dell’opinione pubblica e dell’azione poli ca.
L’organicismo ratzeliano si fondava sulla relazione spaziale tra uomo e ambiente, l dove Kjell n, invece, diede
preponderanza all’elemento tellurico. K è ancora più determinista di R. Il pensiero ratzeliano fu ribaltato da
loso co a biologico, riducendo la poli ca ad un dato naturalis co e quan ta vo, sebbene mi gato dal fa o
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che la geopoli ca era solo una delle cinque branche della scienza poli ca che si occupavano dello studio dello
Stato. il diri o dovrebbe regolare le dispute, è necessità e strumento.
Dopo la Prima guerra mondiale la Geopoli k di Kjell n venne interpretata come un approccio complessivo e
non pi solo come un singolo aspe o in una prospe va pi ampia. Sebbene si debba a Kjell n la prima
sistemazione scien ca della disciplina, in realt i saperi e i fermen storici che fecero da lievito alla geopoli ca
indicano nello svedese solo un punto di passaggio, per quanto obbligato. Kjell n a u la svolta determinista,
decisiva dal punto di vista epistemologico ma non su ciente per comprendere la realizzazione del paradigma
geopoli co. K. inoltre dis ngue tra natural sed, la sede naturale, popolo e territorio e la sede culturale, formato
dall'economia e dalla realizzazione economico-giuridica. Egli era un conservatore reazionario e la sua geogra a
an cipa le tragiche esigenze future. Può essere annoverato tra i loso del fascismo, che in qualche modo
an cipa. Non esisteva il su ragio universale (ricorda: la borghesia deve essere superata), ma stava diventando
un tema poli co (le sinistre si opponevano i movimen più conservatori). Fondamentale era arrivare ad
o enere uno stato autocra co, totalitario e oligarchico. Una delle sue preoccupazioni era che il su ragio
universale poteva privilegiare la classe operaia, rendendola popolosa e minacciosa. bisognava condurre il
principato all’assolu smo (tema presente anche nei primi capitoli del Mein kampf). Temeva la classe operaia
perché era una realtà che non conosceva. i borghesi vivevano infa in una sorta di campana d vetro e la società
aveva dei con ni, pochi sono le eccezioni e i casi nei quali ques con ni vengono a meno. Lo stesso Nietzsche si
schiera coi mo di Parigi con i borghesi. L'istruzione al proletariato era ancora esclusa. Si pensava in un
momento di tale bellicosità tra le potenze europee, dove si intuiva che si stava andando verso le future guerre
mondiali, vedono le proletariato una grande nazionalismo che poneva una minaccia interna agli ordini e
rendeva più fragili e vulnerabili i con ni esterni. Per il marxismo, infa , i con ni sono qualcosa che doveva
essere superato.
Nel libro del 1912 le grandi potenze a uali, si occupa delle diverse potenze imperialiste dell’epoca. Verranno
analizza i pun di vista geogra co, area di dominio, etnico, popolo, sociale, la società, la cultura che modella il
territorio e il territorio che modella la cultura e in ne, anche se più marginale, il punto di vista economico e poi
il punto di vista dell'ordinamento dello stato giuridico. il nocciolo della ques one è la ricerca di materie prime
da parte delle grandi potenze dell’epoca. viene proposta l'autarchia imperialista con tanto di primato della
società europea rispe o al resto del mondo. una sua frase cita: “il clima umido dell’Inghilterra non he ha
favorito l’agricoltura”. Non è del tu o vero, perché questa minaccia ha favorito l’allevamento degli ovini e altre
a vità divenute fondamentali per il Paese. Il problema di quella a ermazione è la visione determinis ca dove
la sfera economica viene vista in maniera marginale. riguardo al capitalismo tedesco rispe o a quello francese,
considera parsimoniosi, il ragionamento è pressoché lo stesso. Nel suo libro, K. dichiara che la distruzione
dell’Austria-Ungheria era da escludersi. Per la Francia vedeva un ritorno alla morchia. Per la Russia prevede una
democra zzazione e un aumento dell’odio slavo un ritorno verso l’Europa in an tesi con l’Asia. Per la Germania
un futuro roseo in Europa. Il ne dell'imperialismo è vedere un insieme ... per tu a l’umanità.
Aveva dei ni previs , nel corso di qualche anno diventerà obsoleto non avendo azzeccato nulla.

Due sono i loni che cara erizzano il pensiero geopoli co: CLASSICO CON MAGGIORE RILEVANZA dei fa ori
geogra ci. In Europa, la potenza egemone avrebbe dovuto essere la Germania. l’altra era orientata in modo più
organicis co e faceva capo a Karl Haushofer, sviluppata da Massi Proleto e fondata da una rivista con nome
simile con sede nell’Units. Svaria studi hanno evidenziato come globalmente il termine geopoli ca fosse
principalmente espressione della ci à di Trieste. Dipar mento di scienze poli che is tuito da Mussolini. Anche
dal punto di vista archite onico, Trieste è stata succube del fascismo; non è un caso che venga scelta questa
ci à per fondare un dipar mento di scienza poli ca e geogra a. Il compito delle riviste di geopoli ca era che si
occupassero sopra u o di colonie. Per i tedeschi le leggi erano più determinis che che per gli italiani. ma
entrambe le scuole prendono il conce o di Ruzler di spazio vitale. la geopoli ca nasce quindi con un’importuna
poli ca di destra e nel 1931 la geopolitk entra u cialmente nell’orbita del nazismo diventando uno strumento
di quest’ul mo.
Il disastro della Prima guerra mondiale ins llerà nelle vene tedesche un for ssimo risen mento per le
condizioni di pace imposte a Versailles, con la perdita dell’Alsazia e della Lorena, un ridimensionamento alle
fron ere con la Danimarca, la perdita del piccolo impero coloniale e, sopra u o, lo smembramento della
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Prussia orientale. Durante il congresso di geogra a tenuto a Lipsia nel 1921, il dire ore dell’evento, Hans Meyer,
espresse il sen mento di scandalo di tu i partecipan per il diktat subito dalla Germania, che aveva portato a
una sistemazione territoriale che ignorava le realtà geogra che. In generale, la le eratura geogra co-poli ca e
geopoli ca dopo la Prima guerra mondiale fu costantemente cara erizzata dal trinomio rovina, risca o, azione
e il travaglio della scon a sollecit una risposta da parte della scienza. Il determinismo geogra co fu il quadro
teorico all’interno del quale vennero espresse le ri essioni degli esper di se ore, ma anche lo strumento
ritenuto migliore per mostrare l’ingius zia delle fron ere rideterminate a Versailles, ritenute come ar ciose e
contrarie alle leggi della natura. Nomos è un termine che noi traduciamo con legge ma che in realtà ha una
traduzione più complessa. Il senso di rovina legato alla guerra inves anche la corporazione dei geogra ,
colpendo anche la gura di Ratzel, sebbene il suo pensiero, gi all’epoca, non fosse apprezzato, tanto da
ritenerlo superato ancor prima di essere compreso. Alla volgarizzazione e al zio superamento di Ratzel
contribuirono, tra gli altri, Alexander Supan ed Emil Sch ne, che o rirono una visione pi meccanica e
assioma ca della geogra a poli ca ratzeliana, rendendola pi sta ca dal punto di vista teorico e facilmente
applicabile. Nel processo di revisione del pensiero ratzeliano si evidenzi O o Maull, autore della pi
signi ca va ‘geogra a poli ca’ dopo quella del maestro: la morfologia spiega l’emergere delle con gurazioni
statali in relazione ai mezzi di cui ogni popolo dispone. L’organicismo di Maull pi penetrante di quello
ratzeliano, perde il cara ere spaziale a vantaggio di quello ambientale e me e maggiormente in risalto l’aspe o
quan ta vo, consentendo con maggiore facilit la previsione e, quindi, il controllo del territorio.
Nonostante i tenta vi, gli insegnan liceali di geogra a con nuavano a rimproverare ai professori universitari di
avere sviluppato una scienza sta ca, incapace di applicazioni pra che. Un chiaro messaggio dire o alla
corporazione: la scienza doveva farsi carico di stabilire le ro e che la Germania doveva seguire al ne di tornare
grande, colmando il vuoto che la poli ca aveva lasciato dietro di s con il fallimento della guerra. Le semplici
spiegazioni fornite in base alla geomorfologia non bastavano pi a un’opinione pubblica desiderosa di una
visione pi vasta e dinamica.

In questo contesto appare l’opera di un generale (geografo), Karl Haushofer, che con i suoi scri geopoli ci. Il
problema essenziale che si trova ad a rontare sarà la divisione tra la geogra a e la geogra a poli ca. La poli ca
che non riesce a dare una risposta condivisibile per le ferite territoriali subite dal popolo tedesco.
La divisione tra poli ca e geogra a lasciavano ques oni in mano a persone che non si intendevano di spazio,
ossia la classe poli ca tedesca degli anni ‘20, che stava a rontando una grave crisi di legi mità. È un
personaggio contraddi orio, proviene da una famiglia di le era , ma la sua principale carriera sarà quella
nell’esercito. Fin dai primi del ‘900 viaggerà in oriente per conto del governo, sopra u o in Giappone di cui era
un grande esperto. Dal 1909 al 1910 diventa ambasciatore in Giappone. Poi viaggerà a lungo in Cina. Poliglo a,
colto, brillante e benestante. Stephan Zweig scrive un’autobiogra a, “il mondo di ieri”. Ebreo morto suicida,
vivrà la tragedia del popolo austriaco e scapperà in Inghilterra. Egli durante un viaggio incontrerà, quando il
nazismo non era una minaccia ancora concreta, Haushofer. Dalle sue parole emerge il ritra o di un personaggio
ra nato e sensibile.
Dal 1913 segue corsi di geogra a, su cui prenderà il do orato. Dopo la Prima guerra mondiale diventerà invece
insegnante e comincerà ad elaborare la teoria di una geogra a difensiva e trapelerà l’os lità verso USA e GB.
Questo perché lui le de nisce i colpevoli di so ocare il des no dei grandi popoli russo, tedesco e giapponese.
Uno dei suoi studen sarà Rudolph Hess, che gli farà conoscere Hitler e i Gerarchi, e lo proteggerà dalle
persecuzioni (madre parzialmente ebrea). Con le sue competenze orientali in uenzerà i gerarchi, compreso
Himmler. Si dice che l’e ca dei samurai giapponesi sia alla base dell’organizzazione delle SS. Dopo che Hess
andrà in scozia, H. Resterà senza protezione ed entrerà nella Gestapo. Nel 1944 suo glio fu uno degli
a entatori alla vita di Hitler, e verrà a condannato. A seguito della scon a sarà giudicato a Norimberga, e si
difenderà dicendo di non aver mai partecipato ai piani di invasione, e di essere li solo per le sue conoscenze in
materia di Giappone. Nonostante la difesa di un professore americano, Edmund Wash, H. Venne privato del
tolo di professore, nì in miseria e si suicidò nel 1946 con la moglie.
La sua ri essione parte dai mediocri livelli di pensiero spaziale del tempo. Visione cri ca della poli ca. Lascia
prevedere un sapere in grado di sos tuirsi ad un principe delegi mato e un potere in grado di rappresentare
l’autorità. La geopoli ca e la geogra a poli ca cercheranno di individuare gli obie vi a a potenziare la
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nazione, indicando le linee guida, subordinando la geogra a alla scienza. I pa di Versailles scatenarono
l’interesse per la geopoli ca nel popolo tedesco. La geopoli ca, tu avia, non nasce revanscista, ma si presterà
ad esserlo nella misura in cui il sen mento di revanche me erà al centro del suo programma la necessità di
avvicinarsi alla scienza per potenziare lo stato. Nel 1924 H. Fonda la geopoli k rivista di geopoli ca. Nello stesso
periodo pubblica un volume colle vo dal tolo “contribu per la geopoli ca”. Pun salien :
1. La geopoli ca è la scienza che studia gli even poli ci nella loro dipendenza dalla meta sica.
2. La disciplina si fonda sulla larga base della geogra a, specialmente quella poli ca, e si con gura come
scienza di organismi poli co-spaziali e della loro stru ura
3. L’essenza degli spazi terrestri considera dalla geogra a cos tuisce il quadro di riferimento entro cui
inserire gli avvenimen poli ci e bisogna a ribuire ad essi un successo duraturo

06.05.2021

LEO

Con ni. NON SI CAPISCE DI CHI PARLI. La concezione del con ne era vista come una sorta di coercizione statale,
per questo anche si esce dal Tra ato di Versailles. Viene inteso come una costrizione ar ciale funzionale alle
potenze egemoni nel momento, mentre per questa linea di pensiero dovrebbe essere una decisione del
rapporto fra Stato e popolo. riprende anche il fa o delle fron ere ar ciali delle colonie spar te, stessa cosa
anche in oriente, prima e a ridosso della Seconda guerra mondiale. la visione di * UNO *. nell’epoca moderna
secondo *boh*, le potenze mari me hanno chiuso il libero accesso ai principali por e in caso di con i o
partono quindi avvantaggiate. Il principio della libertà dei mari, stabilito dal moderno diri o internazionale,
secondo questa prospe va è una gius cazione dell’imperialismo data dal momento che esiste una potenza,
UK, che sarebbe in realtà in grado di conquistare tu i mari data la o a, la di erenza è quindi che le potenze
con nentali possono commerciare i propri beni, negli sbocchi principali, grazie al beneplacito delle forze
mari me, quindi un assogge amento anche nei momen di pace. per questo mo vo *boh* parlavano della
poli ca dell’anaconda, che come serpente stritola con il corpo le proprie vi me e come soluzione *boh*
propose di ribaltare il modello imperiale dando vita alla più potente delle alleanze con un accordo dei paesi
euroasia ci. Se uni , il con nente europeo e quello asia co sarebbero diventa delle prede troppo grandi per
l’anaconda (UK). le capacità tecnologiche della Germania e gli spazi dell’URSS avrebbero costruito un blocco
formidabile in grado di creare superiorità strategica industriale rispe o alle potenze classiche. La possibilità di
commerci nella zona euroasia ca completerebbe il giogo verso le potenze talassiche, che avevano deciso di
frazionare la zona asia ca per impedire le con nuità geogra che tra Germania e URSS. le potenze mari me =
USA e Francia. L’unica potenza che si era allontanata da questo sistema era il Giappone, che cercava di
aumentare il proprio potere. l’unico modo per togliersi questo anello sarebbe stato appunto l’accordo tra
Turchia, Afghanistan, Russia e India. una massa statale euroasia ca. le potenze mari me si rendono conto e
non perme ono l’emancipazione dei singoli popoli non solo a raverso il colonialismo francese ed inglese, ma
anche a raverso l’USA. secondo la prospe va tedesca il Giappone sembrava avere una maggiore stabilità fra i
popoli asia ci e paci che. Lo scontro tra due teorie pan paci ca e panasia ca era dovuto alla decisione
americana di voler andare ad emarginare le due potenze Russia e Cina. Quello che più comprendeva il
linguaggio poli co degli europei era senza dubbio il Giappone, unico paese asia co guardato con un certo
rispe o e simpa a dai paesi coloniali. nessuno di ques autori si confronta con i rappor produ vi che una
civiltà me e in pra ca in un dato momento, quindi tu o si risolve in una sorta di scontro diploma co: le
esigenze di quel governo che si confrontano con quelle di un altro governo, da lì vengono fa e tot analisi, però
il modello produ vo viene trascurato, anche la cultura ecc. questa è una contraddizione perché ques autori
tendono a scivolare nel mis cismo. vengono elaborate certe forme che stridono fortemente con questa visione
di una storia diploma ca.” lo stato succhia il suo nutrimento dal suolo”. a volte la sensazione è che queste frasi
abbiano uno scopo, cioè quando la situazione è veramente complicata, economia, si risolvono problemi con
queste frasi, con un poco approfondito richiamo tra il popolo e il suo territorio. Per il resto, ques autori che
provenivano dai ce borghesi o aristocra ci, analizzare i comportamen , l’economia ecc. di un popolo rasenta
qualcosa che da fas dio. Agli inizi del 900 quando cominciano ad esserci ques movimen popolari che iniziano
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a richiedere dal basso cer diri , nascono per paura queste ideologie stru urate a destra, quasi un ar cio per
tenere lontano qualcosa che spaventa. negare una cosa del genere però vuol dire negare l’essenza di quel
secolo CIT. SCAINI. *boh* è l’unico che si occupa di economia anche se marginalmente, mentre al contrario
degli altri geogra tedeschi, ri ene che la razza non sia una categoria eterna, ma che possa mutare. dovrebbe
essere un modello di analisi per comprendere il 900, ma non riesce nemmeno lui ad avere un metodo
scien co per capire i passaggi diale ci fra gli sta . Visione semplicis ca quindi. Si tra a ancora, quindi, di una
geogra a del principe, che non riesce ancora ad essere autonoma. gli elemen geogra ci dello spazio vitale
producono ad una ideologia, ritorno al determinismo, la morfologia che in uenza l’ideologia degli abitan che
preannuncia il des no di questo popolo più che l’economia, è un'a ermazione determinista. una de nizione
che piace a Scaini “posizione, spazio e stru ura economica non hanno in sé per sé un signi cato geopoli co, ma
lo acquistano quando diventano ogge o di poli ca”. Dopo la Seconda guerra mondiale sarà imbarazzante usare
la geopoli ca, a par re dagli anni 80 il termine viene reintrodo o nelle università americane come geopoli cs.
Il momento era quello di contrapposizione tra due blocchi contrastan nel mondo. Questo sempli ca di primo
impa o la realtà, chi tra ava di geopoli ca, almeno no agli anni O anta, si occupava principalmente di
strategia militare. Solitamente si usavano altri mille termini pur di non usare “geopoli ca” per descrivere la
branca. Un altro autore che vive a cavallo tra la ne del 700 e l’inizio dell’800 sarà fondamentale per
condizionare il diba to della geogra a contemporanea, Kant, il problema che pone Kant è fondamentale, nella
primavera del 1795 c’era stata la pace di Basilea. Kant scrive quest’opera confortato dalla pace di Basilea, era
felice del fa o che anche il suo paese, la Prussia, avesse riconosciuto la Francia rivoluzionaria. questa
costruzione parte dalla sua cri ca del giudizio ed è legata ad una visione o mis ca della storia, un proge o per
la pace perpetua è un’opera di cara ere illuminis co, nella cri ca del giudizio Kant delineava una convergenza
della natura verso gli uomini e scorgeva un nalismo nella natura. Molto geogra del periodo verranno
in uenza da questa ricostruzione. Nella cri ca del giudizio si a ua questa convergenza della natura verso i ni
umani, nalismo della natura “gli organismi biologici e le cose belle ci danno il senso del ne, sopra u o gli
organismi biologici sembrano esser nalizza al benessere dell’uomo, che è un ente morale in quanto si pone il
ne del bene”, quindi ne supremo della natura è sviluppo dell’uomo, favorisce l’uomo nel suo tendere al bene.
proprio su questa base si sviluppa il proge o della pace perpetua, questo sembra, aldilà degli antagonismi,
preparare il terreno per l’egida del diri o in tu o il mondo. La prima premessa di tale proge o è la visione per
la quale la storia converge in uno stadio nale, il bene si possa realizzare, la seconda premessa è invece la
creazione dello Stato, questa en tà che verrà ripresa anche da Hegel. Per Kant lo Stato è un’organizzazione del
diri o esterno (internazionale), che perme e di regolare i rappor tra gli uomini in maniera stabile e sicura,
punto di passaggio obbligato a nché gli uomini possano esprimere il meglio di loro stessi e in par colare la loro
a tudine al bene morale. Lo Stato deve sorvegliare, en tà che viene emanata dalla razionalità degli uomini, la
naturalità dell’uomo.
Hobbes parte dal fa o che l’uomo ama, anche Kant se vogliamo, da protestante, sosteneva che l’uomo covi
dentro di sé una radice, una inclinazione incontrollabile, inalienabile, da protestante credeva che esistesse per il
peccato originale. Quindi condivide con Hobbes questa premessa di essere portato ad amare e lo stato da
slancio alla cultura, alla civiltà. Lo stato è lo strumento che dà la possibilità per realizzare i ni umani. Il secondo
autore che sos ene questa tesi è Locke il quale sos ene che ogni uomo ha in sé una naturale predisposizione
alla gius zia e alla pace, il governatore contrariamente al governatore di Hobbes, deve so ostare alle leggi
naturali al pari del governato e può ugualmente essere punito, quindi un ente giuridico che diventa in qualche
modo tutore della morale. Il terzo autore importante è Rousseau che ha una visione diversa rispe o agli altri
preceden , una visione pessimis ca nella quale lo Stato deve essere subordinato alla società e il governante
deve so ostare al popolo, non solo, il popolo deve diventare legislatore di se stesso, ciò è possibile solo a livello
locale, in quanto è di cile portare la democrazia dire a in più grandi “circoscrizioni”. (rip 5 stelle). Un potere
con nuamente controllato, contrastato, ridimensionato dalla sorveglianza dei ci adini. In Svizzera esiste
qualcosa del genere, ogni 6 mesi si autoregolano. Rousseau e il pensiero contra ualista pongono un conce o di
base fondamentale: il problema della Tirannide= il confronto con Dio deve essere spiegato, come si spiega il
male? interrogare il monarca. Kant si inserisce proprio su questo lone Rousseau, anche se prende spunto da
Hobbes, dicendo questa frase: “l’obbedienza senza spirito di libertà è la causa nale di tu e le società segrete”,
quindi dei poteri che non vengono controlla dal diri o, dall’arbitrio, dei privilegia , delle lobby segrete che
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governano il mondo (ahahahahah scaini complo sta). Quindi sinte zzando Kant l’obbediente senza spirito di
libertà è il momento primo di una società segreta. Come nasce lo stato? Nasce dall’esigenza di porre ne
all’egoismo, alla situazione naturale di reciproca violenza tra gli uomini introducendo un po di potere coa vo,
un potere superiore agli uomini che li costringa, loro malgrado, a rispe arsi reciprocamente. ma il fa o che
l’uomo rinunci ad un po’ della sua libertà (essendo costre o), fa sì che le sue libertà siano vere, in quanto senza
gius zia non c’è libertà. Quindi l’uomo si concede al diri o e Kant avanza l’idea che il diri o riguarda solo la
sfera interna, gli sta a quel punto devono ada arsi a vivere in maniera civile, gli uomini hanno pulsioni
violente, ma quando si relazionerà con gli altri, interverrà il diri o ad obbligarlo ad essere giusto. Kant sos ene
quindi che lo Stato sia un contra o tra gli individui, che per loro convenienza lo s pulano. Su che base si
rispe ano? sulla base di leggi che rispe ano tu . In Kant viene so olineato l’elemento della ragionevolezza,
dal rispe o riceve rispe o e quindi non viene turbato. Il diri o non opprime l'individuo, ma è un freno al
desiderio personale, ma si tra a di un freno che conviene a tu acce are, per aumentare il raggio della propria
azione per godere di sicurezza e vere libertà. Ripreso il discorso di Hobbes e degli altri contra ualis , fra cui
Rousseau, Kant aggiunge che il diri o è qualcosa di esteriore, ma che l’uomo riconosce come una cosa propria.
La pace perpetua di Kant cerca di rivedere questo discorso negli sta , parte dagli individui e arriva alla comunità
internazionale. Come gli individui raggiungono la pace tra di loro a raverso lo Stato, così gli sta dovranno
accordarsi fra di loro in una federazione per raggiungere una pace. Gli sta sono grandi individui. La guerra di
tu contro tu si supera grazie allo Stato, Kant spera che grazie a riunioni più alte si riesca a superare tu o
questo. Kant sa che è di cile arrivare ad uno stato di popolo, una repubblica universale che comprenda tu gli
uomini, proprio perché gli sta avendo una propria autorità non hanno la volontà di so ome ersi ad
un'autorità superiore. L’uomo rinuncia alla sua libertà (non al libero arbitrio) per la gius zia e quindi più libertà,
lo Stato è un grande individuo, ma non può rinunciare alla sua libertà e perciò si deve rinunciare alla repubblica
universale. Meccanismo della pace perpetua sarebbe quello del contra o, ma mentre funziona tra individui per
gli sta , non funziona tra gli sta per la repubblica universale. il discorso di Kant parte pessimista per arrivare ad
essere o mista: gli uomini come individui e gli sta come individui in grande, allo stato di natura quindi
dell’irrazionalità, dell’is nto ecc., tendono alla guerra reciproca, ma all’interno degli individui c’è una forza che li
porta a cooperare. C’è quindi una considerazione antropologica pessimis ca verso gli uomini, ma si innesta
piano piano un o mismo che lo porta a sperare in una pace perpetua. Il discorso di Kant è molto elaborato, ci
sono sta vari elabora sulla pace perpetua (Erasmo da Ro erdam con il paci smo), ma quella di Kant è una
visione laica. La guerra secondo Kant non dipende dal vizio o dal male, ma da cause scri e nella stru ura
sociale dell'ancien régime, una matrice inesauribile di guerra, poi sposta la diagnosi verso qualcosa che si
annida nella società stessa, il suo libro parte da basi nuove, risentendo molto dalla rivoluzione francese, il ne
della natura si può realizzare soltanto dove c’è una potestà legale, quindi uno Stato organizzato che man ene la
pace fra gli uomini, se non c’è il potere che si sovrappone ai singoli essi si scontrano, quindi è necessario che si
crei uno Stato e una Cos tuzione, da cui poi nasceranno le altre leggi, una storia universale dal punto di vista
poli co, per cui fonda un conce o discusso: la socievole insocievolezza degli uomini, ovvero gli uomini sono allo
stesso tempo socievoli e insocievoli, socievoli perché ognuno è l’uno per l’altro, ma contemporaneamente è
possibile che la comunità umana mentre si crea e si sviluppa arrivi allo scontro. La socialità però si
manifesterebbe dopo gli scontri e quindi si sviluppa a raverso questo passaggio la società. A raverso lo Stato
l’uomo esce dalla propria situazione animalesca. Il più alto compito della natura è avere una società in cui la più
alta libertà sia decisa da leggi esteriori, per questo serve una en tà superiore che è lo Stato. Se non c’è lo Stato,
che regola le leggi non può orire la libertà. Una volta che si è chiusa la legge della giungla, quello stato
primordiale, si ha un e e o posi vo e le passioni esercitano delle in uenze bene che, paragone degli alberi
che crescono nella foresta: si controllano tu e arrivano tu al sole, se invece crescono ognuno per i fa
propri si distruggono tra di loro e tor , così come gli uomini con le passioni, conducono a danni se non
controllate.

GIANNI

● Gli uomini messi in queste condizioni niscono per dare alla società una nalità posi va anche delle
loro facoltà inferiori agli is n e le vocazioni
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● La situazione naturale dell’uomo è cara erizzata da selva chezza, isolamento e insocievolezza. Kant
dice che lo stato di pace degli uomini che vivono gli uni accanto agli altri non è uno stato naturale. La
pace è qualcosa di ar ciale è qualcosa che va costruita. La situazione degli uomini, come la situazione
degli sta , è una situazione di belligeranza di con i o e di guerra.
● Sos ene che tu i tra a di pace sono e e vamente tregue, perché implicano la potenziale ripresa
delle os lità
● La tendenza alla possibilità della guerra rimane sempre una costante (es: oggi la guerra fredda)
○ Devono sempre considerarsi in guerra tra di loro
○ Niente garan sce che non scoppi la guerra
● Tre Condizioni senza le quali la pace perpetua non si può veri care:
○ (1) Sta Repubblicani
○ (2) Che entrino in federazioni tra di loro
○ (3) Che acce no stranieri nel loro territorio
● (1) La cos tuzione repubblicana porta la prospe va la pace perpetua
○ Siccome deve per forza accadere, il consenso alla guerra viene richiesta ai ci adini
○ Dovendo decidere, i ci adini, che subiranno le peggiori intemperie della guerra, esisteranno
molto di più, al contrario del monarca
○ La visione dello stato come patrimonio del monarca (stato patrimoniale) deve essere spezzata
per garan re la pace perpetua
● (2) Il diri o internazionale deve fondarsi su un federalismo tra liberi sta (“i popoli in quanto sta
devono essere considera come singoli sta che si fanno gius zia tra di loro)
○ Ogni stato è sovrano e quindi non deve so oporsi ad in uenze altrui o soccombere ad altri sta
○ I popoli, anche quando devono farsi guerra tra loro, devono trovare mo vazioni di po giuridico
per farsi la guerra
● (3) Conce o del diri o di ospitalità è fondamentale per garan re la pace perpetua
○ Gli uomini devono riconoscere che la terra è di tu , e che si deve garan re la libera
circolazione dei popoli
○ Non è un diri o di accoglienza, ma un diri o di visita
● Conce o della pace perpetua è legata alla Rivoluzione francese. Ci sono altri due prerequisi minori:
○ (1) Nessuno stato può essere acquistato o conquistato (nelle varie forme)
○ (2) Non-interferenza degli a ari interni di un’altro paese
● Bisogna aspe are che tu i popoli arrivino ad una forma di governo repubblicana in quanto la
repubblica non si può imporre dall’esterno. Ciò signi ca che il cammino della pace è lungo
● Kant è però o mista, spera che la Rivoluzione francese funga da ispirazione per tu gli altri popoli di
imporre la repubblica al proprio stato
● Kant sos ene che le forme di governo si dis nguono in due pi: o sono repubbliche o sono forme
dispo che, in mezzo non c’è nulla
● La repubblica si dis ngue per:
○ (1) Libertà (liberté) is tuite da leggi elaborate razionalmente
○ (2) Questa libertà si traduce in uguaglianza, (egalitè) del ci adino di fronte alla legge
■ Non esiste nessuno che si può estrome ere dalla legge (“la legge è uguale per tu ”)
○ (3) Le repubbliche sono sempre rappresenta ve
■ La partecipazione dire a del popolo al potere, quindi non tramite dei rappresentan ,
vuol dire dispo smo
■ Nella repubblica si implica il consenso dei ci adini, non si è più quindi suddi , ma si
diventa ci adini
■ I meccanismi rappresenta vi devono essere divisi (esecu vo, legisla vo, giuridico)
● Alla ne delle guerre napoleoniche con il codice di Napoleone, l’abolizione della servitù della gleba,
l’abolizione dei ghe ebraici e l’abolizione dei ghe ebraici (etc…), il codice del diri o civile moderno
ormai ha penetrato in tu a Europa, creando così una civiltà giuridica superiore a quella precedente
(ormai rimangono solo le macerie della società feudale)
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● Kant osserva che se ci si ferma al par colare di questo po di even si ha a volte solamente
l’impressione della devastazione, della tragedia. Vedendo invece la storia in prospe va, nel suo
complesso, si scorge che ques antagonismi e con i hanno portato a qualcosa di posi vo
○ Marx faceva un ragionamento simile, ovvero che è inevitabile che il mondo, con tu e le sue
contraddizioni, andrà verso ad una società più egalitaria, più armoniosa
● Kant segnala l’impressione che la civiltà s a avanzando sempre più rapidamente, rispe o ai secoli
preceden (“Qui bisogna allora dire che la natura vuole che il diri o alla ne divenga il potere
supremo”)
○ Se l’uomo non si adegua e non si libera dal suo stato di selva chezza, sarà la natura a farlo per
lui, sebbene con modalità più cruente
● La Prussia e gli altri sta feudali d’Europa non vogliono introdurre l’uguaglianza dei ci adini, però il
diri o si fa strada
● Kant inoltre riteneva che la natura aiu la pace perpetua tramite lo “spirito del commercio”
○ Le varie par della terra sono complementari, quello che si produce da una parte non può
essere prodo o dall’altra
○ È pertanto necessario che lo scambio tra popoli sia la precondizione all’integrazione tra i popoli
○ Per la complementarità delle loro economie, i popoli tenderanno alla pace per avere una libertà
di commercio mondiale
● Per prevenire alla pace perpetua, gli uomini si devono comportare come uomini morali
○ Machiavelli dis ngue ne amente la poli ca e la morale
○ Kant invece ipo zza la perfe a conciliazione tra poli ca e morale, che ogge vamente non sono
in contrasto tra di loro (sono però sogge vamente in contrasto, in quanto è l’uomo che lo crea)
● Secondo la loso a della storia di Kant, da una parte si ha la natura con la guerra e dall’altra la ragione
con la pace
○ L’uomo vive in mezzo a ques due poli
○ La ragione non ha mai trionfato, e forse non trionferà mai completamente, ma è comunque
un’idea regola va senza la quale l’uomo non potrebbe vivere in pace
○ La vera poli ca non può fare quindi nessun passo avan senza prima aver reso ‘omaggio’ alla
morale
● Kant pone le basi teoriche per lo sviluppo della geopoli ca più a uale

● Cri che di Hegel a Kant sul tema della loso a della storia
○ La federazione di sta che Kant auspica rischia di rimanere le era morta se non c’è un’en tà
sovranazionale che imponga il rispe o della legge
○ Il diri o internazionale si deve quindi basare sull’osservazione dei tra a , sennò diventano
carta straccia
○ Kant non avendo ipo zzato una sovranazionalità, ha reso utopis co il suo proge o,
rappresentandolo come un dover-essere che però non verrà mai raggiunto senza il rispe o del
diri o internazionale

11.05.2021

ELE

Dopo la Seconda guerra mondiale la geopoli ca si trova in imbarazzo ad usare cer termini proprio per i legami
che aveva avuto con il regime fascista. Nel secondo dopoguerra vengono riscoper degli autori. Da parte dei
paesi del socialismo reale, a par re dagli anni ‘60 in poi, si comincia a elaborare una geogra a poli ca marxista,
dapprima in Unione Sovie ca, poi sull’onda del ‘68 anche nei paesi occidentali e in ne ci furono dei casi di
geogra (de ni radicali) negli Sta Uni .

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Marx elabora la sua loso a a par re da una cri ca serrata al realismo tedesco di matrice hegeliana, cri ca
anche gli economis classici. Gran parte del materiale su cui Marx si documenta è in gran parte geogra co
(relazioni di viaggio, esplorazioni) e frequenta le lezioni di Ri er a Berlino. Per Marx la stru ura della totalità è
dinamica e non sempre in armonia con la natura → da qui nascono le contraddizioni. Partendo da questo
presupposto Marx deduce che lo spazio assoluto, come lo intendevano Kant e Newton, non è proponibile.
Secondo Marx la stessa conce ualizzazione dello spazio è super ua, perché lo spazio è sempre con ngente,
storicamente prodo o dalle relazioni economiche in a o. L’intento teore co di Marx con ene n dall’inizio la
cri ca della geogra a, egli rileva la fra ura dualis ca presente tra possibilismo e determinismo e a erma che
l’unico modo per superare questa impostazione (errata a suo avviso) è il materialismo storico.
In Unione Sovie ca la geogra a marxista era quella u ciale, insegnata all’università. Le vicende del primo
dopoguerra diedero ai geogra un compito preliminare nella fase della piani cazione, dovevano classi care,
inventariare, riprodurre le risorse presen sul territorio → monitoraggio di da e inventariato del territorio.
Ruolo pra co del geografo sovie co (erano urbanis o geogra economici) fece rientrare la geogra a
economica all’interno dell’economia, svincolandola dalla geogra a sica e umana. La geopoli ca si chiamava
ancora geogra a poli ca che era di competenza di geostrateghi, generalmente erano dei militari (sia in Unione
Sovie ca che in Occidente).
I cara eri dell’ambiente in seno alla geogra a sovie ca, in questo modo, hanno un peso irrisorio, in quanto non
si può parlare di determinismo. Il primo tenta vo di fondare la geogra a sovie ca è quello di un geografo
Nikolay Baransky del 1926, che parte dal conce o di volontarismo: cioè il prevalere della volontà umana sulle
di erenze ambientali, la capacità a raverso la volontà e la tecnologia di superare le di erenze del territorio.
Dopo il 1965 le cose cominciano a cambiare anche in Unione Sovie ca, in quanto si comincia a parlare, anche se
con un certo ritardo, di un rapporto più diale co con il territorio, riscoprendo quelle che sono le tradizioni
culturali e l’a accamento dell’uomo al territorio e alle proprie origini. Un altro lone deriva dai geogra de ni
quan ta vi: geogra a quan ta va → scienza nella quale la dimensione quan ta va prevale su quella
qualita va, ovvero l’analisi viene fa a sulla base di da .
Per un periodo visto che dagli anni 50 ai 70 c’è il boom economico e invenzioni tecnologiche notevoli, quindi si
torna alla speranza che l’uomo possa controllare la natura e quindi il dato quan ta vo era più importante.

Nel complesso, è possibile a ermare che la Geopoli k durante la guerra fredda viene sos tuita dalla geogra a
poli ca, e i geogra poli ci con nuavano ad insistere sulla divisione regionale dividendo il mondo in aree di
in uenza, quindi equilibrio e sicurezza nazionale erano ancora gli obie vi prevalen .

Il linguaggio era mutato nel fra empo, però le categorie che con nuavano ad essere usate (anche se con altri
nomi) erano quelle classiche della geopoli ca anglosassone di Mahan e Mackinder (sopra u o quando si
faceva riferimento a ques due autori si u lizzano senza problemi le categorie preceden di heartland,
Rimland) ma era più imbarazzante u lizzare terminologie come lo spazio vitale perché sappiamo quali
distorsioni di pensiero nacquero (ma comunque in modo mascherato si con nuavano ad usare).

Di solito si tra ava di analisi che ruotano all’interno della geostrategia: sia da parte sovie ca e americana di
solito quelli che si occupavano di ques aspe erano esponen delle accademie militari.
Questo modo di fare geopoli ca è funzionale alla ragione di Stato, c’erano sempre nelle relazioni internazionali
fra i vari sta dei consulen di questo lone di ricerca, de nito come “geopoli ca realista”.

Con la dissoluzione dell’URSS appaiono nuovi loni geopoli ci, uno di ques è quello della destra populista e
spiritualista che si di onde in Francia e poi in Russia.

ALEKSANDR DUGIN (1962)

Questo movimento della destra populista e spiritualista ha assunto delle nte che sono an europeiste, e spesso
assumono posizioni an atlan che.

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Poli camente in occidente è iden cabile con l’ideologia dei par populis emergen : in Francia con
Rassemblement Na onal di Marine Le Pen, in Italia la Lega di Ma eo Salvini.

Uno degli esponen principale di questo lone è Alexander Dugin.


È un losofo e politologo russo, un personaggio mutevole e contraddi orio in quanto ha cambiato più volte
posizioni nella sua vita.

Nasce a Mosca, suo padre faceva parte dei servizi segre e la madre era do oressa. Si iscrive all’is tuto di
aeronau ca a Mosca ma la abbandona per laurearsi in loso a.
Nel 2000 fonda il par to Eurasia, che diventa un movimento con l’intenzione di me ere la Russia al centro di
una coalizione che guidi un impero euroasia co in grado di contrapporsi all’occidente, e fra i paesi che
potrebbero farne parte ci sono l’Iran e la Turchia.

Lui riprende il conce o di heartland di Mackinder e cerca di estenderlo da Vladivostok a Lisbona, e in questa
massa con nentale la Russia dovrebbe essere la potenza egemone, perché ha una cara erizzazione storica e
culturale che potrebbe tenere insieme tu i popoli eurasia ci.
Sempre in funzione delle sue considerazioni antropologiche dovrebbero esserci anche dei paesi satellite, fra i
quali l’Iran (perché è un paese indoeuropeo) e la Turchia (per mo vi strategici).

È conosciuto per la sua quarta teoria poli ca, riassunta nel libro “La quarta teoria poli ca”. Con questa teoria,
Dugin considera le ideologie che hanno cara erizzato il XX secolo, come fascismo comunismo e liberalismo. Il
populismo è qui che si inserisce, considerato da Dugin come una reazione alle élite globali e liberali. (“Proviene
dal popolo ed è un conce o nuovo ed estraneo alle ideologie novecentesche, e di conseguenza può
considerarsi espressione della sua quarta teoria poli ca” cit.)

L’Italia secondo Dugin è all’avanguardia geopoli camente, portatrice della quarta teoria poli ca. Da considerare
che quando scrive questo libro, pubblicato per la prima volta nel 2009, la Lega era il par to populista in Europa
che aveva più vo , era in piena espansione.
Lui vedeva quindi la formazione del governo Lega-5Stelle il primo passo storico verso l’a ermazione irreversibile
del populismo e la transizione verso un mondo mul polare.

Lui viaggiò spesso in Italia dove rilasciò molte dichiarazioni, fu invitato anche da CasaPound.
Incontrò anche la candidata Ines Pedre (candidata del Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori,
considerato par to lonazista) con cui aveva fa o un gemellaggio e in quell’occasione riceve e in regalo la
lanterna di di Yule delle SS.

Il losofo russo è considerato faro di altri movimen populis europei, come la AfD in Germania, Il Fronte
Nazionale in Francia.
Nei circoli dei par sovranis è stato ascoltato grazie alla sua presunta vicinanza a Pu n: spesso è stato
presentato come il Raspu n del Cremlino e consigliere, anima grigia di Pu n.

Lo scorso febbraio in un programma Rai, è stato de nito tra i più ascolta collaboratori di Pu n. Ma ci sono
diversi dubbi su questa in uenza presunta sulle poli che di Pu n: secondo i due think tank, Rand e Kennan
Ins tute, Dugin non avrebbe alcuna in uenza in Russia. In ogni caso però è stato in grado con il suo par to di
mobilitare migliaia di persone in piazza.
Ha pubblicato diversi ar coli su riviste accademiche accreditato, e libri che hanno avuto più successo all’estero
che in Russia (una delle case editrici è il Veltro, una casa editrice di estrema dx)
La sua a vità poli ca fu a va: con il suo par to “Par to Nazional Bolscevico” ha partecipato alle elezioni a San
Pietroburgo e ha o enuto l’1%, parlando alle tv locali durante la campagna con una maschera del dio Ibis calata
sul viso; poi assieme ai comunis di Zyuganov (nazionalista emerso dopo caduta URSS), al movimento Nuova
Russia di Prokhanov e in ne nei circoli conservatori vicini al generale Rodionov che ha guidato per un anno il
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ministro della Difesa, nel ’96 si è deciso a lasciare quando ha realizzato che avrebbe dovuto prendere ordini da
un governo di civili, e per giunta liberis (riemergono le sue posizioni tradizionaliste e quindi va in ro a di
collisione e si dime e).

È lungo questa migrazione nel grande caos post-sovie co che Dugin ha messo insieme la sua teoria personale
della stru ura russa (“Russkaja Vetsch”, dice il tolo di uno dei suoi libri):
- cucendo brandelli del Nomos della Terra di Carl Schmi (legame viscerale dell’uomo con il territorio
di origine)
- riprende anche la concezione di “amico-nemico” (secondo lui gli uomini is n vamente tendono ad
organizzarsi in en tà poli che e quindi is n vamente riconoscono degli amici, tracciano un con ne
e riconoscono il nemico, una vocazione della natura umana quella di organizzarsi in amici e nemici)
- compie studi esoterici e ricerche sull’Oriente che riprende da un altro antropologo russo Lev
Gumilev

In sintesi, è una versione delle tesi euroasia che di Mackinder poi riprese anche da Nikolaj Trubetskoy (geografo
russo) e su questo schema Dugin ha contribuito con termini ada ai tempi moderni ad aggiornarli: de nisce
l’Eurasia il luogo dello sviluppo, “Apocalisse” (la ne del sistema liberista, che fa paura ma l’inizio di un'era
nuova) e “Kali Yuga” (una delle ere del calendario induista, che ha una spinta opera va che avrebbe dovuto
iniziare verso l’inizio degli anni 90, proprio quando si sfalda l’URSS) che dovrebbe portare a un grande
rinnovamento dell’umanità.
È con un approccio profe co, anziché scien co.

Intesse una collaborazione con il francese Alain De Benoist (1943)

Quindi da un lato un pensiero di dx che è populista perché si tra a di questa destra sociale che dovrebbe
occuparsi anche delle classi subalterne.

Questo approccio profe co considera gli even che si succedono sulla terra russa e che Alain De Benoist chiama
“meta sica dei pun cardinali”. Che cosa sarebbe la meta sica dei pun cardinali di cui parla De Benoist?
Per farsene un’idea basterebbe sfogliare “Con nente Russia”, uno dei rari lavori che sono sta trado nel
nostro paese. Nel libro si sos ene che “l’autocoscienza dei popoli e delle nazioni tradizionalmente insedia sul
territorio della Russia è in in ma relazione con la geogra a sacra speci ca di questo territorio”.

Dugin è un caro amico di Diego Fusaro: in entrambi i loro scri si rivede il lone nato negli anni 70 che era già
stato accennato ma non completamente acce ato, ovvero il nazi-maoismo, ovvero una società
fondamentalmente agricola che badava alle tradizioni e non alla crescita economica e una elitè di uomini come
guide sacerdotali, uomini che avevano una grande sensibilità e avrebbero dovuto guidare la società.

La religione ortodossa dovrebbe tenere insieme questo grande proge o geopoli co euroasia co.
In Russia si trovano tan luoghi che sono sacri e una società contadina legata alla terra e alla tradizione, la
magia del territorio ene legato il popolo russo alla propria terra e questo dovrebbe servire per mantenere
unito tu o il con nente eurasia co.

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Si trovano anche delle corrispondenze astronomiche e astrologiche molto complesse e rimandano alla
simbologia orientale: è una forma di ecle smo e simbiosi un po’ new-age, viene presa la religiosa ortodossa,
quella indu e mischia più elemen si da in modo che l’ele ore, il ci adino comune dovrebbe trovare in questo
calderone una propria iden tà.

Parlando della ne dei Romanov, Dugin sos ene: “Non fu per nessuna casualità che il regicidio ebbe luogo negli
Urali, a Ekaterinburg, quasi sullo stesso sessantesimo meridiano che svolge un ruolo tanto importante non solo
nella geogra a sacra della Russia, ma di tu a l’Eurasia. Altro par colare interessante: uno degli assassini
principali che eseguirono quella impresa sanguinosa, J. Jurovskij, nacque nella ci à di Kainsk, che tanto
chiaramente ricorda il nome di Caino, il primo assassino della storia dell’umanità”
Queste sue citazioni fanno capire come lui colleghi fa storici, geogra ci e costruisce questa meta narrazione.

NEW CRITICAL GEOPOLITICS


Successivamente la geopoli ca propone delle novità anche in Occidente.
La cri cal geopoli cs nasce negli anni 90 negli USA me e in connessione le relazioni internazionali e la
geogra a poli ca: una volta che cade l’URSS, il termine geopoli cs viene ripreso con meno imbarazzo anche
grazie all’agge vo “cri co”.
È il tenta vo di risposta più compiuto al ragionamento geopoli co delle relazioni internazionali, sopra u o il
lone realista e classico.
Questa fra ura conne e una serie di studi geogra ci che si contrappongono a questo modo di pensare e cui la
new cri cal geopoli cs sta all’origine. Il diba to assume delle connotazioni loso che che servono a sostenere
l’intero impianto, i conce di base sono:

- Lo spazio
- La geopoli ca classica che cercava di me ere in relazione gli insiemi regionali con la poli ca globale
- La cri cal geopoli cs insiste sulla rappresentazione che i singoli a ori poli ci fanno dello spazio:
1. Ad esempio se volessimo comprendere la geopoli ca della Germania dopo WW2, secondo questa
visione non sarebbe tanto importante valutare le mu lazioni subite a Yalta ma come queste sono state
rappresentate dal governo tedesco e come il popolo tedesco le ha acce ate
2. Possiamo considerare i due paesi come la Bielorussia e Ucraina, degli sta cuscine o fra Russia e
Nato, ma l’obie vo allora è come vengono presenta ques due paesi dalle due ex potenze globali
URSS e USA, poi dall’UE e dai singoli governi dei due paesi.

Quindi l’elaborazione di queste argomentazioni viene de nita dai teorici della cri cal geopoli cs META-
NARRAZIONI, modi di rappresentare il mondo, e con queste meta-narrazioni si crea l’iden tà territoriale e
quindi l’obie vo diventa quello di costruire/ricostruire la stru ura della meta-narrazione scomponendola e
analizzandola nei vari segmen .
I popoli in quest’o ca non sono considera come vi me o tasselli strumentali e/o ornamentali nel gioco delle
potenze di turno (come nella geopoli ca classica), ma sono fon e a ori della geopoli ca stessa.

- I vecchi termini della Geopoli k e della geopoli ca realista del secondo dopoguerra, come Rimland,
Heartland, spazio vitale vengono de ni vamente supera e la visione binaria del mondo tra
potenze mari me e con nentali viene considerato obsoleto.
- La riduzione del mondo a rappor di con i ualità e valutazione delle minacce esterne non spiega
più le dinamiche del mondo.
- Le carte geogra che sono strumen che sempli cano il mondo, devono essere supera , e bisogna
per contro considerare la complessità dei rappor fra regioni

- La cri ca della new geopoli cs si dirige anche verso gli intelle uali, perché aderendo alle esigenze
del principe avrebbe abiurato al loro compito, che doveva essere descrivere le dinamiche in a o,

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quindi i rappor di potere in un dato momento, analizzare e approfondire la meta-narrazione per
come è costruita e perché essa viene costruita nella quale il potere perpetua sé stesso.

- Gli spazi in quanto tali vengono immagina e reinterpreta con nuamente

- Quindi la meta-narrazione messa in a o è sempre in diverse misure ingannevole perché


insu ciente, vuole fare la sintesi a priori ma non riesce, ma per funzionare deve essere condivisa
dalla maggior parte di chi la riceve altrimen non funziona e lo stato non riesce ad a ermarsi

- Mentre la geopoli ca classica si pre gge di me ere in luce la persistente gabbia dei fa ori e
stru ure geogra che (quelle che Haushofer de niva le costan geogra che), quindi questa matrice
determinista che riteneva che queste costan imprigionassero le poli che estere degli a ori statali,
ora la geopoli ca cri ca ri ene invece che la geogra a sia un fa ore poli co: si tra a di me ere a
fuoco come il governi, i gruppi sociali dominan pensano, immaginano e sulla base di questa
geogra a mentale organizzano lo spazio geogra co. La poli ca diventa un fa ore geogra co.

Ad esempio: uno dei libri sull’argomento è Near Abroad dello statunitense Gerard Toal.
Prende spunto dall’espressione russa ricorrente sul tema dopo la caduta dell’URSS, “estero al di là del con ne”,
ovvero traducibile con “estero vicino/più prossimo”.
Cosa indicavano con questa espressione i russi? Indicavano le ex repubbliche sovie che che erano diventa
paesi sovrani e indipenden . Questa espressione riconosceva di erenze ma anche una perdurante vicinanza. È
una formula che è intrinsecamente geopoli ca che cos tuisce un pezzo importante della geogra a mentale
della Russia post sovie ca: il con ne se consideriamo l’impero russo per come era cos tuito, diventava
all’interno delle repubbliche che componevano l’URSS rela vo. Improvvisamente con la caduta dell’URSS,
acquistano di nuovo signi cato, però le cose non erano così ni de: consideriamo la Moldavia, Ucraina o
Georgia; ad esempio, in Moldavia il 40% della popolazione è di origine russa, quindi la prossimità era data
anche da questo à c’era un con ne che doveva dividere, ma c’erano sta dei fa anteceden che non
perme evano una le ura così categorica come facevano i geopoli ci classici.
Si parla dello spazio post sovie co esterno ai con ni della Russia ma non ancora straniero.
È uno spazio a cui la Russia resta legata tu ’oggi da ni visibili e invisibili, materiali ed emo vi e come tali in
grado di a vare condo e, suscitare aspirazioni e ispirare istanze e proge di riorganizzazione poli ca che
vanno, secondo l’autore, inquadra nella loro speci cità storica e geogra ca.
Toal dice che bisogna comprendere l’intervento militare della Russia in Georgia nel 2008, la sua annessione
della Crimea nel 2014 e il suo coinvolgimento nella guerra civile in Ucraina, e questa nuova guerra fredda fra
Russia e occidente.
Le spiegazioni prevalen , almeno in USA e Europa, dell’azione russa in Caucaso e Ucraina sono accomunate
tu e dalla tendenza ad ado are una chiave di le ura essenzialmente geopoli ca: sia gli osservatori di matrice
liberale, che di impostazione realista, a ribuiscono alla Russia l’obie vo geopoli co della costruzione di una
sfera di in uenza nello spazio post sovie co, anche se poi di eriscono sul perché (qui inizia la meta-narrazione)
di questo disegno egemonico e dal suo cara ere o ensivo o difensivo (a seconda della prospe va) e sul
giudizio di valore che danno.

- Per gli analis della scuola liberale, nella ricerca di una sfera di in uenza si rivela la perdurante
arretratezza e immaturità della Russia post sovie ca, una Mosca intrappolata nel passato
- Per un osservatore di realista come John Mearsheimer, la Russia ambisce a creare una sfera di
in uenza perché semplicemente tu e le grandi potenze tendono a farlo e quindi Mosca reagisce
sulla base di considerazioni di sicurezza, insite nelle esigenze geopoli che di una grande potenza,
una specie di orientalismo

Secondo Toal, entrambe queste visioni sono viziate da una semplicis ca analisi geopoli ca:

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La le ura liberale resta prigioniera di una concezione dicotomica dello spazio internazionale (ancora una volta,
il Rimland e Heartland) – diviso tra l’Occidente liberale e gli spazi non ancora acquisi ai suoi valori e pra che
virtuose (spazi che non si sono conver alla meta-narrazione occidentale).
Questa concezione ingabbia la Russia nel cliché della nazione intrinsecamente arretrata, aggressiva e
imperialista. Tale le ura, in ogni modo, non sa cogliere la forza condizionante della prossimità geogra ca,
insomma il nutrito ventaglio di legami ogge vi e sogge vi, materiali e psicologici, che ancora vincolano la
Russia ai territori che furono dell’Urss, alimentando la determinazione a instaurare con essi un rapporto
privilegiato (proprio perché ci sono queste comunità consisten di origine russa)

A queste insoddisfacen le ure geopoli che Toal oppone la sua analisi ispirata agli insegnamen della cri cal
geopoli cs – il suo disposi vo interpreta vo che poggia su tre conce fondamentali.

1. Campo geopoli co [geopoli cal eld]: che, nella de nizione del geografo irlandese, «è sia il contesto socio-
spaziale dell’azione poli ca [statecra ] sia gli a ori [players] sociali, le regole e le
dinamiche spaziali cos tu vi dell’arena (arena degli even )».
L’estero vicino della Russia dev’essere invece studiato come «un po par colare di campo geopoli co»; esso va
colto cioè nella sua speci cità, e complessità, stru urale e processuale, di spazio «postcoloniale» in cui
specialmente l’eredità della precedente unità poli ca imperiale – gli «spezzoni di unità» sopravvissu alla
disgregazione dell’Urss (re infrastru urali, minoranze nazionali, interconnessione fra le economie) ma anche
l’arbitrarietà dei con ni interstatali esisten , che ricalcano quelli impos dalla leadership comunista alle
Repubbliche dell’Urss – contribuisce a de nire le par te che in esso si giocano.

In tale spazio post-imperiale è a vo un quinte o di a ori e territori in discordia tra loro, tu dota di agende
poli che e geogra e proprie.
Il primo a ore è la Russia che si sforza di de nire per sé una stabile iden tà spaziale post-imperiale.
Poi ci sono gli altri Sta na dalla disgregazione dell’Urss, impegna a «nazionalizzare» i rispe vi territori e
popolazioni (paesi appena indipenden , con delle stru ure da riconver re e un sistema economico che doveva
essere integrato nell’occidente). Il che si traduce, a volte, nella negazione o nella revoca dell’autonomia a
regioni e minoranze nazionali presen nei loro territori che magari avevano goduto, nella vecchia compagine
imperiale, di uno status speciale.
Molte con nano con lo Stato metropolitano (la Russia) e mantengono legami storici e a uali con le regioni-
gemelle all’interno della potenza metropolitana. Esse incarnano dunque il terzo a ore del quinte o geopoli co
(si pensi all'Ossezia meridionale e all’Abkhazia in Georgia) a cui vanno aggiunte d’altronde le regioni e
minoranze all’interno dello stesso Stato metropolitano.
L’ul mo player del campo geopoli co è un potere poli co-norma vo in e e extra-regionale, ossia gli Sta
Uni e i loro allea europei, «che cerca di espandere la sua in uenza e il suo raggio d’azione in territori
precedentemente chiusi e imperiali, ma adesso aper a nuovi allineamen ».

E allora: solo un’analisi che sappia abbracciare questa pluralità di sogge – statali e sub-statuali, regionali ed
extra-regionali – ognuno dotato di margini di autonomia decisionale, di interessi (ma anche di passioni), e la
trama complessa delle loro interazioni, può ambire a comprendere e spiegare la meta-narrazione di ciò che
accade a orno al Mar Nero.

Il secondo conce o fondamentale che Toal introduce è quello di «cultura geopoli ca». Il quale rimanda al lato
sogge vo del fenomeno geopoli co, senza che si possa stabilire peraltro, come puntualizza subito Toal, una
dire a dipendenza della cultura geogra ca di un Paese dalla sua ogge va geogra a (cioè dalla sua collocazione
geogra ca e dal corredo di risorse naturali di cui esso dispone) à es. la Georgia, ha una collocazione geogra ca
che è propria, non bastano i calcoli fa dai geopoli ci classici per de nire questo paese, non basta calcolare le
risorse e studiare la morfologia: c’è una collocazione che a seconda del momento storico da importanza a un
nodo di emo vità che deve essere sbrogliato, che in questo caso è il legame demogra co fra le minoranze da
una parte all’altra del con ne.
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Toal sos ene che «ogni Stato, o aspirante Stato, ha una cultura geopoli ca. Questa può essere de nita come il
suo prevalente senso di iden tà, luogo e missione nel mondo»; essa ha innanzitu o a che fare con «l’iden tà di
un’en tà territoriale e la narrazione dei luoghi che essa presenta a se stessa e al mondo. Le sue speci cazioni
comportano con ni di iden tà e di erenza, l’ampio ambito di civiltà in cui essa si colloca, gli Sta che essa vede
come amici e quelli da cui si di erenzia e contro i quali de nisce sé stessa».
L’autore si a re a ad aggiungere qualcosa a suo avviso cruciale, e cioè che «pensare cri camente la geopoli ca
come cultura esige che si rompa con la prevalente» concezione di essa come «realpoli k delle grandi potenze»
nonché come «pra ca fredda e calcolatrice» à ci sono dei valori reali, passionali, dei preceden storici che lui
de nisce geopoli ca dell’a e vità/geopoli ca delle emozioni (pensiamo alla meta-narrazione che sta facendo
Israele, alla Russia primordiale di Kiev, al richiamo di Costan nopoli per la Russia ortodossa, la guerra in Kosovo
à non è possibile fare delle considerazioni geopoli che come quelle realis che in termini di divisione di risorse,
popolazioni, spazi di in uenza etc. perché so o c’è una esplosività ed emo vità).

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