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Campi centrali
1
2 CAPITOLO 1. CAMPI CENTRALI
r̂ = î cos φ + ĵ sin φ
φ̂ = −î sin φ + ĵ cos φ (1.2)
Questi due versori formano in ogni punto una base ortogonale. La de-
scrizione del moto in coordinate polari piane si basa su questa coppia di
versori, che varia da punto a punto.
d~v
~a =
dt
dr̂ dφ̂
= r̈r̂ + ṙ + ṙφ̇φ̂ + rφ̈φ̂ + rφ̇ (1.7)
dt dt
Ora osservo che
• ~aφ diretto nella direzione del secondo versore della base mobile può
scriversi come
1 d
~aφ = ( r2 φ̇)φ̂ (1.9)
r dt
Possiamo dare una interpretazione fisica precisa al termine sotto
2 d2 S
~aφ = ( 2 )φ̂ (1.11)
r dt
si tratta pertanto di una accelerazione areale.
f~ = fr r̂ + fφ φ̂ (1.12)
ovvero
fr = m(r̈ − rφ̇2 )
md 2
fφ = (r φ̇) (1.15)
r dt
Nel caso dei campi centrali, la forza f~ ha solo la componente radiale,
vale a dire fφ = 0. Segue da ciò che
~aφ = 0 (1.16)
E’ importante tenere presente che il fatto che la forza abbia solo com-
ponente radiale non implica che il moto abbia luogo su una ret-
ta coordinata. L’accelerazione radiale contiene infatti anche il termine
centripeto.
Possiamo esprimere l’energia cinetica della particella nei termini delle
coordinate polari
1 1
K = mv 2 = m(ṙ2 + r2 φ̇2 ) (1.17)
2 2
~ O = (A − O) × C
M ~ (1.18)
Si noti che
[l] = [M L2 T −1 ]
~ O = (P − O) × f~
M (1.21)
~ O = ~r × f~
M (1.22)
~
~ O = dlO
M (1.24)
dt
vale a dire, ad ogni istante il momento della forza che agisce su una
particella è uguale alla derivata rispetto al tempo del momento
angolare della particella calcolato rispetto allo stesso polo.
Per dimostrarlo procediamo come segue
d~lO d
= m (~r × ~v )
dt dt
d~r d~v
= m × ~v + m~r ×
dt dt
= m~v × ~v + m~r × ~a
= ~r × F~ = M
~O
~lO0 = (P − O0 ) × p~
= (P − O) × p~ + (O − O0 ) × p~
= ~lO + (O − O0 ) × p~ (1.25)
0
~ O0 = (P − O ) × F~
M
= (P − O) × F~ + (O − O0 ) × F~
~ O + (O − O0 ) × F~
=M (1.26)
d~lO0 d
= (P − O0 ) × p~
dt dt
d d~v
= (P − O0 ) × p~ + +m(P − O0 ) ×
dt dt
0
= m~v × ~v − m~vO0 × ~v + (P − O ) × F~
=M~ O0 − ~vO0 × p~ (1.27)
ove ho indicato con V (r) l’energia potenziale. Segue da ciò che l’en-
ergia totale, somma dell’energia cinetica e potenziale, è costante nel
campo centrale.
2. Il moto è un moto piano
Questa importante proprietà deriva dal fatto che il momento ango-
lare in un campo centrale si conserva nel tempo.
Se infatti consideriamo il momento della forza calcolato rispetto al po-
lo O coincidente con il centro di forze del campo, che prendiamo come
origine, abbiamo
~ O = ~r × (f (r)r̂) = f (r)~r × r̂ = 0
M
ne consegue che
~O
dL
=0 (1.32)
dt
1.4. DETERMINAZIONE DELL’ENERGIA POTENZIALE 11
dS 1
= r2 φ̇
dt 2
Se confrontiamo questa espressione a quella del momento angolare in
coordinate polari, abbiamo
I due esempi suggeriscono che l’espressione della forza nel caso di un campo
centrale sia semplicemente data da
dV (r)
f~(r) = − r̂ (1.43)
dr
Mostriamo che questo è vero in generale. A questo fine notiamo che
∂ ∂r dV (r)
V (r) =
∂x ∂x dr
Essendo p
∂r ∂ x2 + y 2 + z 2 x
= =p
∂x ∂x x + y2 + z2
2
14 CAPITOLO 1. CAMPI CENTRALI
otteniamo
∂V (r) x dV (r)
=
∂x r dr
e pertanto
dV (r) xî + y ĵ + z k̂ dV (r)
∇V (r) = = r̂
dr r r
W = V (r) − V (∞)
1 β
V (r) = − m 2 + C
2 r
ove C è il valore all’infinito.
Possiamo ottenere l’espressione della forza
β 2
f~(r) = −m 3
r
|~lO | = m|~r × ~v |
1.5. CALCOLO DELLA FORZA 15
~r = 2î ~v = ĵ
dS 1
| | = |~r × ~v | = 1 m2 /s
dt 2
16 CAPITOLO 1. CAMPI CENTRALI
Capitolo 2
Il fatto che energia totale e momento angolare siano delle costanti del moto
consente di risolvere in modo del tutto generale il problema del moto di una
particella in presenza di un campo di forze centrale.
Per semplicità nel seguito indichiamo con
~l = ~lO l = mr2 φ̇
1 l2
E = mṙ2 + + V (r) (2.3)
2 2mr2
Abbiamo cosı̀ ricavato un’equazione differenziale che deve essere soddisfatta
dalla funzione r = r(t) . Il problema è formalmente analogo a quello di un
moto unidimensionale in presenza di un’energia potenziale
l2
V 0 (r) = + V (r) (2.4)
2mr2
17
18 CAPITOLO 2. MOTO IN CAMPI CENTRALI
cioè la parte radiale dell’energia cinetica non può essere negativa, pertanto
E ≥ V 0 (r) (2.12)
Dato che V 0 (r) dipende dal momento angolare questa condizione va esplici-
tata per ogni valore di l2
2.2.1 Esempi
1. Il campo Kepleriano In questo caso
k k l2
V (r) = − V 0 (r) = − + (2.13)
r r 2mr2
con k > 0. Come sappiamo si tratta di un campo di forze attrattivo
con la forza che decresce come l’inverso del quadrato della distanza.
La figura 1 illustra il potenziale unidimensionale equivalente per
dV 0 k l2
= 2− =0 (2.16)
dr r mr3
che porta al valore
l2
rmin =
mk
k 2m
V 0 (rmin ) = − 2 (2.17)
2l
Come nei casi di forze conservative in una dimensione, possiamo anal-
izzare i possibili moti a fissata energia. Con riferimento alla figura 1
notiamo che a seconda dell’energia della particella possiamo avere uno
o due punti di ritorno classici. In questi punti la componente radiale
della velocità ṙr̂ si inverte. In particolare abbiamo i seguenti casi
• Energia positiva E1
In questo caso c’è un solo punto di ritorno classico r1 che cor-
risponde alla distanza minima della particella dal centro di forze.
l2
Il termine repulsivo 2mr 2 dominante a piccole distanze impedisce
• Energia negativa E4
Il punto in cui il potenziale effettivo è uguale all’energia totale è
unico e corrisponde al minimo del potenziale effettivo. In queste
condizioni la particella si muove mantenendosi alla distanza rmin
dal centro di forze. Il moto è pertanto circolare.
a dire
k 2
lim V 0 (r) ≈ r
r→∞ 2
l2
lim V 0 (r) ≈ (2.22)
r→0 2mr2
ldt = mr2 dφ
dr
dt = q
2 l2
m (E − V (r) − 2mr2
)
ldr
dφ = q (2.23)
l2
r2 2m(E − V (r) − 2mr2
)
1. Potenziale armonico
2. Campo Kepleriano
Poichè φ è costante possiamo scrivere l’equazione del moto per la
coordinata r direttamente, vale a dire
d2 r k
m 2
=− 2 (2.25)
dt r
Dato che ~v = vr̂ abbiamo
dv k
m =− 2 (2.26)
dt r
Siamo interessati all’andamento della velocità in funzione della distan-
za dal centro di forze.
Supponiamo che all’istante iniziale si abbia r(0) = r0 e v(0) = 0. In
queste condizioni, essendo la forza attrattiva, la particella cade verso
il centro di forza. Per la conservazione dell’energia, ricordando che
V (r) = kr , avremo che
1 1 k
mv 2 = k( − ) (2.27)
2 r r0
segue che r
dr 2k 1 1
v= =− ( − ) (2.28)
dt m r r0
ove si è scelto il segno negativo perchè il moto è diretto verso il centro
e quindi valori di r inferiori a quello di partenza.
Posso di nuovo separare le variabili
dr
dt = − q (2.29)
2k 1 1
m (r − r0 )
e integrare √
r0 m r
r Z
r
t=− √ dr (2.30)
2k r0 r0 − r
L’integrazione si effettua con la sostituzione x2 = r, cosı̀ che dr = 2xdx
e si ha Z r √ Z √r
r x2
√ dr = 2 √ √ dx
r0 r0 − r r0 r0 − x2
26 CAPITOLO 2. MOTO IN CAMPI CENTRALI
Orbite in un campo
Kepleriano
Il campo Kepleriano
k
f~(~r) = − 2 r̂
r
riveste una particolare importanza in quanto la sua forma funzionale è ap-
propriata per descrivere sia il campo gravitazionale generato da una massa
puntiforme sia il campo Coulombiano di una carica elettrica. E’ quindi im-
portante affrontare il problema di quali sono le orbite di una particella in
tale campo.
Per avere un riferimento sperimentale possiamo pensare al caso delle orbite
dei pianeti nel campo gravitazionale generato dal Sole o quelle di satelli-
27
28 CAPITOLO 3. ORBITE IN UN CAMPO KEPLERIANO
k = GMT m
In questa descrizione il centro di forze (Sole nel primo caso, Terra nel sec-
ondo) è considerato puntiforme. La particella (pianeta o satellite) si muove
sotto l’azione del campo di force centrale di tipo Kepleriano. Vogliamo
determinare la natura delle orbite della particella.
ove supponiamo l 6= 0 (il caso di momento angolare nullo è gia stato studi-
ato).
Sappiamo che per questo campo V (r) = − kr e pertanto otteniamo
l dr
dφ = 2
q
mr 2 k l2
m (E + r − 2mr2
)
l dr
=
mr2
q
l2
m2 r2
( 2mE
l2
r2 + 2mk
l2
r − 1)
dr
= √ (3.3)
r ar2 + br − 1
con
2mE 2mk
a= 2
b= 2 (3.4)
l l
Poichè E e l sono costanti del moto, a e b non dipendono da r.
Otteniamo cosı̀ l’equazione dell’orbita
Z r
dr
φ − φ0 = √ (3.5)
2
r0 r ar + br + c
3.1. EQUAZIONE DELLE ORBITE 29
l2
r0 = (3.7)
mk
che, come si ricorderà, coincide con il valore della coordinata radiale cor-
rispondente al minimo del potenziale effettivo V 0 (r). Questo valore è fissato
una volta dato il momento angolare. Evidentemente φ0 = φ(r0 ).
Otteniamo cosı̀
br − 2
sin(φ − φ0 ) = √
r b2 + 4a
mkr − l2
= √ (3.8)
r m2 k 2 + 2mEl2
π
Posso scegliere gli assi in modo tale che φ0 = 2 , cosı̀ che
l2 1
r= q (3.9)
mk 1 + 1 + 2El2 cos φ
mk2
x2 + y 2 = r02 + 2 x2 − 2r0 x
ovvero
x2 (1 − 2 ) + 2r0 x + y 2 = r02 (3.12)
Ricordiamo che l’ellisse è il luogo geometrico dei punti che godono della
proprietà che la somma delle distanze da due punti fissi, detti fuochi, è
costante. Con riferimento alla figura 1, per un generico punto M della curva
si ha
|M − F1 | + |M − F2 | = 2a
32 CAPITOLO 3. ORBITE IN UN CAMPO KEPLERIANO
la distanza tra i due fuochi F1 e F2 è indicata con 2c, con a > c. La rap-
presentazione canonica della curva si ottiene tramite un sistema cartesiano
ortogonale Oxy con origine nel punto medio del segmento F2 − F1 ed asse
delle ascisse lungo la retta congiungente i due fuochi. Essa è data da
x2 y 2
+ 2 =1
a2 b
√
ove b = a2 − c2 . La curva in questa rappresentazione è simmetrica rispetto
ad entrambi gli assi ed i fuochi si trovano nei punti di coordinate F1 ≡ (−c, 0)
e F2 ≡ (c, 0). Le grandezze a e b sono rispettivamente il semiasse maggiore e
il semiasse minore dell’ellisse (Fig.2) Una grandezza geometrica importante è
b p
= 1 − 2
a
l’eccentricità fornisce il rapporto tra le lunghezze dei due assi dell’ellisse.
Essa caratterizza la forma dell’ellisse. Nel caso b = a si ha una circonferenza
ed = 0.
dal centro dell’ellisse a uno dei due fuochi, per esempio F2 , senza che inter-
venga alcuna rotazione degli assi. Nel nuovo sistema di riferimento O0 x0 y 0
le coordinate di un punto P saranno date, nei termini di quelle nel sistema
Oxy dalle
x0 = x − c y0 = y (3.13)
Sostituendo nell’equazione canonica otteniamo
(x0 + c)2 y 02
+ 2 =1
a2 b
b2 0
(x + c)2 + y 02 = b2
a2
(1 − 2 )x02 + 2(1 − 2 )cx0 + y 02 = b2 − (1 − 2 )c2
b2 0 b4
(1 − 2 )x02 + 2 x + y 02 = 2
a a
Se ora pongo
b4
= r02
a2
34 CAPITOLO 3. ORBITE IN UN CAMPO KEPLERIANO
che coincide con l’equazione derivata dalla soluzione del problema del campo
Kepleriano per stati legati.
Possiamo da questo trarre un’importante conclusione: se le energie sono
negative, le orbite del campo Kepleriano sono ellissi con il centro
di forze in uno dei due fuochi .
ra + rp = 2a (3.16)
ovvero
r0
a= (3.17)
1 − 2
Quest’ultima equazione consente di esprimere l’asse maggiore in funzione di
energia e momento angolare. Ricordando che
r
2El2
= 1+
mk 2
l 2
r0 =
mk
otteniamo
l2 mk 2 1k
a=− =− (3.18)
mk 2El 2E
3.2. STUDIO DEGLI STATI LEGATI 35
ovvero
1k
E=− (3.19)
2a
Questo risultato stabilisce la relazione tra semiasse maggiore dell’ellissi ed
energia. Esso evidenzia il fatto che l’unico parametro geometrico rile-
vante ai fini dell’energia è a. Questo comporta che orbite con differente
eccentricità , ma identico valore di a hanno la stessa energia. Tali orbite
differiscono per il valore di l2 . Esistono dunque infinite possibili orbite alla
stessa energia. Si dice che l’energia è degenere perchè corrisponde ad infiniti
moti possibili. In particolare fissata E esiste sempre un’orbita circolare a
tale energia. Il fatto che una particella percorra un’orbita precisa tra queste
è dovuto alle condizioni iniziali.
Segue che
rp 1−
=
ra 1+
ra − rp 2700
= = = 0.17
ra + rp 16100
(ii) La lunghezza del semiasse maggiore è data da
ra + rp
a= = 8050 km
2
mentre quella del semiasse minore risulta
p
b = a 1 − 2 = 7933 km
Dato che
T = 76 anni = 2.4 × 109 s
otteniamo
GMS T 2 1/3
a=( )
4π 2
6.67 × 10−11 × (2.4)2 × 1018 × 1.99 × 1030 1/3
=( )
4 × (3.14)2
76.45 × 1037 1/3
=( ) = 2.7 × 1012 m
39.44
Ora ricordiamo che il semi-asse maggiore è legato alle distanze apsidali
dalla relazione
2a = ra + rp
pertanto
ra = 2a − rp = 2(2.7) × 1012 − 8.8 × 1010 = 5.3 × 1012 m
Il fatto che la distanza di afelio sia molto vicina all’asse maggiore ci
dice che l’orbita ellittica è fortemente eccentrica. Possiamo calcolare
l’eccentricità dalla
ra − rp = 2c = 2a
ovvero
ra − rp 2a − 2rp rp
= = =1−
2a 2a a
Con i dati del nostro caso
8.8 × 1010
=1− ≈ 0.97
2.7 × 1012
che dà un valore dell’eccentricità molto vicino all’unità.
3. Una cometa che si muove su un’orbita con un’eccentricità = 0.88
ha una velocità in afelio pari a 3.72 km/s. Trovare la sua velocità in
perielio.
Soluzione
Il momento angolare della particella si conserva. Pertanto
ra
mra va = mrp vp vp = va
rp
che mostra come la velocità in perielio sia più elevata di quella in
afelio. Il rapporto tra le lunghezze dei punti apsidali si puà derivare
dall’eccentricità. Si ha infatti
ra = a + c rp = a − c
c
ra 1 + a 1+
= =
rp 1 − ac 1−
38 CAPITOLO 3. ORBITE IN UN CAMPO KEPLERIANO
Segue che
vp = 3.72 × 15.67 = 58.28 km/s