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Calcolo della Coppia Trasmissibile

Innesti a Frizione Piani

Si individua un elemento di superficie dS = rdθdr, racchiuso fra due cin-


conferenze concentriche di raggio r e r + dr ed un angolo al centro dθ. Su tale
superficie elementare agisce una pressione p che orgina:

1. una forza elementare normale alla superficie

dN = pdS = prdθdr (1)

2. una forza elementare tangente alla superficie

dF = f pdS = f prdθdr (2)

dovuta all’attrito in superficie (f ) e diretta in verso opposto al verso della


velocità del disco di frizione in esame;
3. una coppia torcente elementare secondo la normale all’asse del disco di
frizione
dM = r × dF = f pr2 dθdr (3)
Nota la geometria (ri : raggio interno e re :raggio esterno del riporto in
materiale di attrito 1 ) e la distribuzione di pressione mediante semplici
integrazioni è possibile stimare sia la coppia motrice M trasmissibile dalla
frizione e sia la forza normale di serraggio N fra le superfici di attrito
necessaria a generare la p. (senza la quale il momento non può essere
trasmesso).
1 In un innesto a frizione la superficie attiva non coincide necessariamente con la superficie

del disco: il riporto in materiale di attrito ha una estensione radiale generalmente inferiore al
disco su cui è incollato o rivettato.

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Il problema è assialsimmetrico (nell’ipotesi di omogeneità delle proprietà
meccaniche del materiale di attrito) e la pressione all’interfaccia è funzione della
sola r : p = p (r). Esistono due ipotesi fondamentali che permettono di definire
p (r): Distribuzione di Pressioni Uniforme, Tasso di Usura Uniforme.

Distribuzione di Pressione Uniforme: p (r) = po .


Integrando sulla superficie attiva del disco fra il raggio interno ri ed il raggio
esterno re , si determina la forza normale di chiusura dell’innesto a frizione
Z re Z 2π Z re
¡ ¢
N = p (r) rdrdθ = 2πpo rdr = πpo re2 − ri2
ri 0 ri
¡ ¢ ri
= πpo re2 1 − ρ2 ; ρ= <1 (4)
re
Vista l’assialsimmetria del problema, dS = 2πrdr.
Mentre per la coppia trasmissibile massima risulta
Z re
2π ¡ ¢
M= f p (r) 2πr2 dr = f po re3 1 − ρ3 (5)
ri 3
Dividendo (??) per (4), derivano le due relazioni fondamentali per il calcolo
degli innesti a frizione piana
¡ ¢
2re 1 − ρ3
M = f N (6)
3 (1 − ρ2 )
¡ ¢
N = πpo re2 1 − ρ2 (7)
Il dimensionamento va realizzato nelle condizioni più critiche, per cui M è la
massima coppia trasmissibile dal motore, N dipende dal sistema di azionamento
Azionamento N
manuale ≤ 100 N
idraulico 100 ÷ 1000 N
elettromagnetico ≥ 1000 N
restano le incognite ri , re ed il materiale (f e po ). L’ultima equazione per chi-
udere il sistema può derivare da un limite sull’ingombro radiale interno (ri min ),
sull’ingombro radiale esterno (ri max ) o sul rapporto ρ = ri /re . Si noti che
po ≤ pamm del materiale di attrito.

Tasso di Usura Uniforme: δ̇ = const


Secondo l’ipotesi di Reye, il tasso di usura è proporzionale al lavoro perso
per attrito dL nel’unità di tempo dt
dL = dF × ds = f pdS × V dt ∝ δdSdt (8)
dove δ è lo spessore di materiale asportato nell’unità di tempo, ricordando che
V = ωr, semplifcando si deriva
pr ∝ f ωδ = const (9)

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e la distribuzione di pressione risultante è iperbolica
pi ri
p∝ (10)
r
dove la costante è stat esplicitata valutandola in corrispondenza del raggio in-
terno (dove la pressione è massima e al più pari alla pamm del materiale di
attrito).

Ricordando le relazioni elementari trascritte in precedenza ed integrando sulla


superficie attiva, si deriva
Z re
N = 2πp (r) rdr = 2πpi re2 ρ (1 − ρ) (11)
ri
Z re
¡ ¢
Mmax = f p (r) 2πr2 dr = πf pi re3 ρ 1 − ρ2 (12)
ri

Dividendo (12) per (11), si derivano le due relazioni fondamentali per il calcolo
degli innesti a frizione piana

N = 2πpi re2 ρ (1 − ρ) (13)


Nf
M = re (1 + ρ) = N f rm (14)
2

3
Calcolo del lavoro perso per attrito
Riferendosi alla figura precedente, si considera un motore che eroga una
coppia Cm variabile nel tempo con una velocità di rotazione ω m per semplicità
considerata constante, mentre l’albero condotto fornisce potenza ad un utiliz-
zatore che assorbe una coppia costante Cr con velocità di rotazione ω r . La
manovra di innesto può essere suddivisa in due intervalli temporali:

1. t ∈ [0, τ o ] : la coppia motrice Cm progressivamente cresce fino a raggiun-


gere il valore della coppia resistente Cr per t = τ o .
Dall’equilibrio alla rotazione dell’albero motore
dω m
Cm − M = Im = 0 → Cm = M (15)
dt
e dall’applicazione del principio di azione e reazione fra le superfici af-
facciate della frizione, deriva che la coppia fornita all’albero condotto è
sempre pari a Cm . Per cui dall’equilibrio alla rotazione dell’albero con-
dotto
dω c
Cm − Cr = Ic <0 (16)
dt
deriva che in questa prima fase di manovra l’albero condotto non ruota.
Tutta l’energia fornita è dissipata per attrito all’interno della frizione:
Z τo Z τo
L= Cm ω m dt = ω m Cm dt = LIp (17)
0 0

2. t ∈ [τ o , τ ] : la coppia motrice Cm continua a crescere superando il valore


della coppia resistente Cr , quindi l’albero condotto può accelerare e la
frizione sarà completamente innestata al tempo τ per cui ω c (τ ) = ω m :
zero scorrimento relativo fra le superfici della frizione.
Il lavoro perso
R τper attrito è dato dalla differenza fra l’energia in ingresso
nella frizione τ 0 Cm ω m dt e l’energia in uscita dalla frizione fornita all’albero

condotto ed utilizzatore τ 0 Cm ω c dt. Per cui
Z τ Z τ Z τ
LII
p = Cm ω m dt − Cm ω c dt = Cm (ω m − ω c ) dt (18)
τ0 τ0 τ0

dove l’ultima relazione evidenzia come tale perdita sia esclusivamente


legata allo scorrimento fra le superfici di attrito (ω m − ω c ).
La relazione (18) può essere scomposta come
Z τ Z τ
LII
p = (Cm − C r ) (ω m − ω c ) dt + Cr (ω m − ω c ) dt (19)
τ0 τ0

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e ricordando l’equilibrio alla rotazione dell’albero condotto Cm − Cr =
Ic dω c /dt e che Cr = const. porta a
Z τ Z τ
dω c
LII
p = Ic (ω m − ω c ) dt + Cr (ω m − ω c ) dt (20)
τ0 dt τ0

Inoltre oasservando che ω c (τ 0 ) = 0 e ω c (τ ) = ω m , con un cambiamento


di variabile Ω = ω m − ω c nel primo integrale si ha
Z ωm Z τ
LII
p = I c ΩdΩ + C r (ω m − ω c ) dt (21)
0 τ0
Z τ
ω 2m
= Ic + Cr (ω m − ω c ) dt
2 τ0

Sommando (17) e (21), si ottiene l’espressione generale per l’energia persa


per attrito durante la manovra di innesto di una frizione
Z τo Z τ
ω2
Lp = ω m Cm dt + Ic m + Cr (ω m − ω c ) dt (22)
0 2 τ0

che mostra:
− il lavoro perso per attrito non può mai essere inferiore all’energia cinetica
fornita all’albero condotto accelerandolo da ω c (0) = 0 a ω c (τ ) = ω m
Ic ω 2m /2
− il lavoro perso per attrito può essere ridotto aumentando rapidamente
Cm nella prima fase, in modo da ridurre τ o , compatibilmente con le mas-
sime sollecitazioni tollerabili dal sistema
Z τo
ωm Cm dt
0

− il lavoro perso per attrito può essere ridotto diminuendo Ic , e quindi


riducendo τ compatibilmente con la geometria delle masse a valle della
frizione Z τ
Cr (ω m − ω c ) dt
τ0

Nessuna ipotesi è stata fatta sulla distribuzione di pressione e geometria


dell’innesto, quest’ultimo è stato trattato come una black box per cui il
risultato dedotto è assolutamente generale.

Dr. Ing. Paolo Decuzzi, 18/01/2003

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Schema semplificato di una Frizione monodisco a secco per uso automobilitisco
(frizione innestata)

6
Disegno esploso di una frizione monodisco a secco per uso automobilistico con
molla a diaframma.
La molla a diaframma permette di uniformare il carico di chiusura su tutta la
superficie di attrito

7
Esempio di applicazione di frizioni piane multidisco per il controllo attivo della
ripartizione di coppia sui differenziali

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