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LA CICLOVIA DEI GESSI

GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA REGIONE EMILIA ROMAGNA


Francesca Melandri
Indice
1. Inquadramento territoriale………………………………………………………………………………………………………………Pag. 3

2. Itinerario……………………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 4
2.1. Dati Tecnici…………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 4
2.2. Mappa e Visione d’insieme del percorso……………………………………………………………………………………Pag.
5
2.3. Profilo altimetrico………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 5
2.4. Descrizione del percorso……………………………………………………………………………………………………………Pag. 6
2.4.1. Aspetti logistici……………………………………………………………………………………………………………Pag. 8

3. Criticità……………………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 10
3.1. Pericoli legati alla natura del terreno e a fattori meteorologici……………………………………………Pag. 10
3.2. Pericoli legati allo stato di conservazione/presenza della segnaletica…………………………………Pag. 10
3.3. Pericoli legati allo stato di salute……………………………………………………………………………………………Pag. 11
3.4. Pericoli legati alla flora e alla fauna………………………………………………………………………………………Pag. 11
3.5. Pericoli legati all’attività umana………………………………………………………………………………………………Pag. 11

4. Considerazioni…………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 12
4.1. Target clientela/A chi si rivolge l’attività…………………………………………………………………………………Pag. 12
4.2. Aspetti climatici e stagionalità…………………………………………………………………………………………………Pag. 12
4.3. Punti raggiungibili dai soccorsi e connessione telefonica………………………………………………………Pag. 13
4.4. Percorsi alternativi/Attività alternative……………………………………………………………………………………Pag. 13
4.4.1. Piano B…………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 13
4.4.2. Piano C…………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 14

5. Aspetti d’interesse……………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 15

5.1. Aspetti Naturalistici…………………………………………………………………………………………………………………Pag. 15


5.1.1. Museo Geologico del Monticino……………………………………………………………………………………Pag. 15
5.1.2. Museo Paleontologico……………………………………………………………………………………………………Pag. 16
5.1.3. Monte Mauro e il Lapis Specularis…………………………………………………………………………………Pag.17
5.1.4. La Grotta Tanaccia…………………………………………………………………………………………………………Pag.17

5.2. Aspetti storico-culturali: Brisighella e il borgo medioevale……………………………………………………Pag. 18


5.2.1. La Torre dell’Orologio……………………………………………………………………………………………………Pag. 18
5.2.2. La Rocca………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 19
5.2.3. Il santuario della Madonna del Monticino……………………………………………………………………Pag. 20
5.2.4. La Pieve di Santa Maria in Tiberiaci……………………………………………………………………………Pag. 20
5.2.5. La Pieve di San Giovanni in Ottavo……………………………………………………………………………Pag. 20

6. Info e Numeri Utili…………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 21

7. Regolamento dell’escursione…………………………………………………………………………………………………………Pag. 22
1. Inquadramento territoriale

Il punto di ritrovo è il parcheggio della stazione di Brisighella alle ore 8.30.

Al punto di ritrovo i partecipanti alla ciclo escursione troveranno le e-mtb prenotate nei giorni precedenti e
dopo aver concluso le procedure burocratiche, faremo un primo approfondimento sull’utilizzo delle bici
elettriche e una rapida verifica dell’equipaggiamento. Verranno fornite anche le principali informazioni sul
percorso che andremo ad affrontare.

Il percorso scelto si sviluppa all’interno del Parco naturale della Vena del Gesso, istituito il 15 febbraio
2005 e il cui il toponimo geologico, affermatosi per indicare la dorsale di grossi banchi gessosi, contrassegna
per una ventina di chilometri il bordo romagnolo dell’Appennino tra le valli del Lamone e del Santerno.
Il parco interessa un'area di circa 2.000 ettari per due terzi in provincia di Ravenna (comuni di Brisighella,
Casola Valsenio e Riolo Terme) ed un terzo in provincia di Bologna (valle del Sillaro).
Brisighella è anche un borgo annoverato tra i più belli d’Italia, caratterizzato da tre pinnacoli rocciosi (i "Tre
Colli"), su cui poggiano la rocca manfrediana (sec. XIV), il santuario del Monticino (sec. XVIII) e la torre
detta dell'Orologio, ricostruita nell'Ottocento sulle rovine di un preesistente insediamento difensivo del XII
secolo.
Circondato da ulivi secolari, il borgo produce un prodotto principe dell’enogastronomia del territorio: l’olio
extravergine di oliva DOP “Brisighello”.
2. Itinerario

2.1 Dati tecnici

Difficoltà percorso Ciclo-Escursionistico: Impegnativo se si compie l’intero anello per via della
lunghezza e del dislivello.

Medio se si percorre il Piano B, escludendo quindi l’anello


di Monte Mauro.

Lunghezza: 36 km

Fascia di altitudine attraversata: 106 – 455 m (s.l.m.)

Dislivello positivo: 1393 m

Pendenza massima: 22,7 %

Pendenza media: 6,5 %

Durata complessiva: 8 h soste incluse

Punti di sosta: Centro Visite Cà Carnè, Bar Zattaglia, cima Monte Mauro, centro di Brisighella

2.2 Mappa e visione d'insieme del percorso


2.3 Profilo altimetrico

Il percorso prevede 3 salite impegnative: la cima di Rontana, la Cima di Monte Mauro e la cima di
Castelnuovo.

Le prima cima di 453 m sarà raggiunta dopo 4,93 km dalla partenza:

La seconda salita sarà la cima di Monte Mauro che raggiungeremo dopo 22,2 km dalla partenza:
2.4 Descrizione del percorso

Escursione lunga e con buon dislivello, ma accorciabile in vari modi in caso di necessità.

Si svolge prevalentemente su strade asfaltate con scarso traffico e, in caso di terreno asciutto, su sentieri
e carraie. I motivi di interesse naturalistico risiedono nella singolarità della roccia, il gesso, protagonista di
morfologie carsiche insolite, nonché substrato per una copertura vegetale qualitativamente ricca: mediter-
ranea sulle pendici rivolte a sud e boscosa invece su quelle a nord.

Da un punto di vista cicloturistico il percorso è impegnativo in quanto presenta diversi dislivelli e richiede
pertanto un minimo di allenamento. Tuttavia, la possibilità di salire, almeno in buona parte, su comodo
asfalto e di scegliere diverse deviazioni a varie distanze dalla partenza, rende maggiormente accessibile il
percorso. Rimanderemo la visita al centro storico di Brisighella a fine gita e in particolare percorreremo la
bellissima Via degli Asini, singolare esempio di strada sopraelevata, coperta e incorporata in un pittoresco
caseggiato.

Si imbocca la provinciale per Riolo Terme direttamente dalla stazione e voltando a sinistra presso la
“Fontana Vecchia” ci raccorderemo con la provinciale al suo terzo tornante. Si sale rasentando il piede della
Rocca e proseguiremo su asfalto per tutta la salita fino a raggiungere un falsopiano sul versante nord
(parcheggio con sentiero a destra per la Grotta Tanaccia) ed il successivo borghetto di Case Varnello, con
bar-ristorante, dopo il quale si volta a sinistra sulla comunale via Rontana (cartello per centro visite Ca’
Carnè).

Seguiamo per 200 metri la strada principale, evitando a sinistra la deviazione per via Valloni e la
abbandoniamo al successivo tornante per dirigerci al vicino centro visite Ca’ Carnè. L’ambiente cambia e
da agrario si fa naturale e forestale, con boschi freschi, prati, doline e affioramenti rocciosi.
Dopo un parcheggio con catena la strada diventa solo pedonale-ciclabile e conduce ad un bell’edificio rurale,
Ca’ Carnè, oggi adibita a rifugio (con bar, ristorante e foresteria) con centro visita del parco e piccolo museo
faunistico-archeologico. Dall’aia del rifugio si sale ora rapidamente in direzione est per la vecchia carrareccia
che porta a Cà Collina. Raggiunto l’asfalto, si segue a destra la strada che ora inizia a scendere per staccarsi
momentaneamente dall’affioramento gessoso; sulla destra compare il massiccio di Monte Mauro su cui
saliremo tra poco.
Raggiunto con saliscendi il colle di San Michele in Quarneto, ci si immette sulla provinciale della Valletta
dove si va a destra fino al vicinissimo valico omonimo e poi a sinistra al bivio successivo, direzione Torre
Pratesi e Torre Cavina.

Proseguiamo tutta l’asfaltata fino a raggiungere via Molino Boldrino che collega l’abitato di Zattaglia
all’agriturismo il Poggiolo. Qui voltiamo a destra in direzione Zattaglia.

Da Zattaglia, dove si trovano alcuni servizi come un bar/alimentari, una fontana, alcune panchine, si può
proseguire a destra sulla strada di fondovalle Sintria fino ad incontrare, dopo 1 km, la via Monte Mauro con
cui inizia, a sinistra, il secondo anello di questo itinerario. Lo si percorre con grande piacere, pur arrancando
sugli iniziali tornanti ai piedi della massiccia dorsale gessosa che incombe sopra di noi. Il primo bivio, con
via Cò di Sasso, è quello da cui sbucheremo al ritorno: ma ora si va a sinistra costeggiando la base delle
falesie volte a sud fino al doppio tornante di Ca’ Pedreto (azienda agricola Rio Stella) dove si va per due
volte a destra imboccando alla fine una sterrata che si dirige verso la cima del monte. Il terreno si fa più
ripido e sconnesso e la sterrata, valicata la “bocchetta di Ca’ Monti”, raggiunge il meraviglioso pianoro
sommitale. La chiesa, recentemente restaurata, e la sovrastante vetta, sono raggiungibili con l’evidente
deviazione; mentre il nostro percorso scende nel versante nord (sinistra) per la ghiaiata Via Rio Ferrato che
serpeggia ancora tra doline e scarpate gessose, fino ad un ennesimo bivio dove voltiamo a destra per la
vicina Ca’ Virla, seguita da Canovetta. Si esce ora dal mondo dei gessi per entrare in quello delle argille: la
testimonianza dello storico tentativo di bonificarle, rendendole coltivabili, utopia inseguita soprattutto nel
Ventennio fascista, è rappresentata dalle case rurali e dalla curiosa chiesetta costruita dall’Ente Bacini
Montani, che ricorda quasi una baita alpina, collocate quasi in fondo alla vallecola dove la nostra strada
scende. Si torna infine sui gessi risalendo alla casa Cò di Sasso e pianeggiando sotto i maestosi anfiteatri
di Monte Incisa fino ad immettersi sulla via Monte Mauro già percorsa all’andata. Raggiunto il fondovalle
Sintria lo si segue per un paio di km fino ad un inconfondibile tornante dove a destra si stacca, ripida fra
vecchie querce, la deviazione di Castelnuovo che taglia un grosso “promontorio” gessoso. La si percorre
con l’ultima salita della giornata, arrancando fra doline e boschetti (evitare alcune deviazioni a destra) fino
al “Passo del Gatto” dopo il quale ci si immette sulla provinciale Riolo-Brisighella: andando a destra si
raggiunge il borgo di Case Varnello con la strada già percorsa all’andata che in breve ci farà rientrare a
Brisighella.
2.4.1 Aspetti Logistici

Sorgenti, fontane e punti di ristoro

A Brisighella sono presenti diverse fontane in cui poter riempire le borracce all’inizio del giro. Nel centro del
paese possiamo ammirare la bellissima Fontana Vecchia fatta costruire probabilmente intorno all'anno 1492
dai Manfredi. Collocata entro le antiche mura, era alimentata dalle acque gessose della vicina sorgente
"della doccia" e, anche se ormai in disuso, è molto cara ai brisighellesi che la citano spesso nella letteratura
popolare come "la fontana di tri sbroff" (la fontana dei tre sbruffi, zampilli).

A fianco è ora posta una fontana con acqua potabile.

Il centro visite Ca’ Carnè che raggiungeremo al termine della prima salita, è dotato di tavolini esterni, bar,
ristorante e fontane per sostare in tutta tranquillità all’interno del parco e godere di un buon momento di
riposo.

Il bar di Zattaglia è un altro punto di ristoro importante con la possibilità di rifornirsi di acqua alla famosa
Fonte del Ciclista, simbolo caro ai cicloturisti che frequentano la zona. La fontana di Zattaglia sarà il nostro
ultimo punto acqua prima dell’anello di Monte Mauro e del tratto asfaltato di ritorno.

Crocevia

a) Bivio via Monticino – via Rontana

Al 3° km circa del nostro percorso incontreremo il bivio con via Rontana che imboccheremo a sx. Cartelli
indicanti la direzione Parco, centro visite Cà Carnè.

b) Bivio via Rontana – via Valletta

Terminata la bellissima strada panoramica via Rontana, incontreremo via Valletta (strada che collega
Fognano a Zattaglia). All’incrocio terremo la destra dir. Zattaglia.
c) Bivio via Valletta – Strada Provinciale 63 via Cavina

Pochi km dopo, sulla sinistra, troveremo la S.P. 63 anche CAI 505 direzione Torre Pratesi. Percorreremo la
bellissima strada di crinale fino alla via Molino Boldrino (che collega Zattaglia all’agriturismo il Poggiolo).

d) Bivio S.P. 63 – via Molino Boldrino

Prendiamo a destra direzione Zattaglia.

e) Bivio via Molino Boldrino – via Lame

Arrivati a Zattaglia, dopo la sosta al bar e alla fonte del ciclista, prenderemo via Lame a destra.

f) Bivio via Lame – via Monte Mauro

Pochi km dopo l’abitato di Zattaglia, troviamo a destra le indicazioni per la cima di Monte Mauro. La salita
ci porterà dopo 5 km, alla pieve posta sotto la cima (515 m).

g) Bivio via Monte Mauro – via Trebbo Zattaglia dir. Chiesa di Monte Mauro

Bivio che prenderemo a sx, ben segnalato. Inizia il percorso sterrato che ci farà costeggiare la cima.

h) Bivio via Monte Mauro – dir. Virla, Cà di Sasso, CAI 513

Una volta superata la chiesetta, che lasceremo sulla nostra dx, imbocchiamo la strada (sempre ghiaiata)
che in pochi tornati ci porterà al bivio con il sentiero CAI 513. ATTENZIONE ALLA GHIAIA sulla carraia.

i) Bivio Cà di Sasso – S.P.78

Bellissima strada che ci farà costeggiare i calanchi. Al bivio con l’azienda Cà di Sasso, terremo la sinistra
fino alla S.P. 78 ripercorrendo il breve tratto iniziale della via, questa volta in discesa. Al bivio con la S.P.78
volteremo a sx.

j) Bivio S.P.78 – Strada Comunale di Castelnuovo

Dopo pochi km sulla S.P. 78 incontreremo sulla destra la strada per Castelnuovo. Ultima salita della
giornata.

k) Bivio Castelnuovo – S.P.23 per Brisighella

Al termine della salita di Castelnuovo, all’incrocio con la S.P. 23 di collegamento Brisighella – Riolo Terme,
manterremo la destra per ritornare in breve a Brisighella.

Segnaletica

I sentieri CAI che percorreremo durante il percorso sono 505 – 511 - C.S.A. (Cammino di Sant’Antonio) –
Alta Via dei Parchi - CD (Cammino Dantesco) - 513 e Ciclovia dei Gessi.
3.Criticità

3.1 Pericoli legati alla natura del terreno e a fattori metereologici

Il percorso si sviluppa su un territorio morfologicamente complesso e i terreni attraversati includono vari


strati gessosi alternati a spessi strati di argilla. Gli strati gessosi e argillosi, in caso di pioggia o nebbia fitta,
risultano estremamente scivolosi e i sentieri percorsi, soprattutto in discesa, possono diventare piste
pericolose. In caso di meteo incerto verrà valutata la possibilità di un percorso alternativo (piano B) che ci
farà evitare il tratto sterrato attorno a Monte Mauro: il più impegnativo dell’intero percorso.

Diverse sono poi le zone esposte al sole. In caso di giornata estremamente calda e afosa, è consigliato
l’utilizzo di crema solare.

3.2 Pericoli legati allo stato di conservazione/presenza della segnaletica

La segnaletica verticale è estremamente curata. Ogni anno il percorso viene manutenzionato nel periodo
primaverile e i pannelli illustrativi vengono sostituiti in caso di deterioramento.

Il percorso è interamente segnalato da cartelli con il simbolo della CICLOVIA DEI GESSI.

Una precisazione in merito alla segnaletica riguarda il rispetto della cartellonistica di divieto e sicurezza del
parco.
3.3 Pericoli legati allo stato di salute

La presenza di qualche raro nocciolo lungo il percorso potrebbe causare allergie. In primavera inoltrata ed
in estate, la presenza di molte specie in fiore può creare problemi a chi soffre di allergia ai pollini.

Si raccomanda di non raccogliere ed ingerire bacche, frutti o piante

3.4 Pericoli legata alla fauna e alla flora

Durante il percorso non è da escludere l’incontro con animali selvatici che recentemente hanno ripopolato
l’appennino come per esempio i caprioli.

Anche la presenza di zecche non è da sottovalutare: indossare pantaloni lunghi leggeri e ed evitare di
sedersi o sostare a lungo in spazi erbosi.

Non saranno attraversati pascoli.

Durante i sopralluoghi sono stati frequenti gli incontri con mosche e zanzare. Tra l’equipaggiamento
obbligatorio è stato inserito repellente per insetti. Meno numerosi gli incontri con vespe e api che comunque
non sono esclusi.

3.5 Pericoli legati all’attività umana


La Ciclovia dei Gessi è un percorso che si sviluppa su strade asfaltate e sentieri. I pericoli legati a mezzi
motorizzati esistono quindi lungo tutto il percorso. Lungo strade aperte al traffico veicolare, dovrà essere
rispettato il Codice della Strada. La guida e il chiudi fila indosseranno giubbini alta visibilità.

Tutti i partecipanti dovranno utilizzare il casco che verrà verificato al momento della partenza.

Sulla via del Monticino e fino al bivio con via Rontana, saremo seguiti dal mezzo-assistenza che fornirà il
servizio rescue in caso di necessità durante la ciclo escursione.
Questo tratto, infatti, rappresenta l’inizio della ciclo escursione ed essendo aperto al traffico veicolare
avremo la possibilità di consolidare la guida della e bike in sicurezza.

I partecipanti NON dovranno mai superare la guida.

Ad ogni incrocio ci fermeremo per aspettare il chiudi fila ed evitare di sbagliare percorso. Ogni bivio sarà
punto di sosta per il gruppo e la guida indicherà la direzione da seguire. Convenzionalmente, la sosta sarà
segnalata dalla guida con braccio sinistro alzato e mano aperta. Il segno di braccio sinistro alzato e pugno
chiuso sarà invece segno di rallentamento.

Gli attraversamenti saranno effettuati nei punti di massima visibilità e con gruppo compatto. La guida si
disporrà al centro della carreggiata per fermare eventuali autovetture.

Il partecipante è civilmente responsabile verso terzi per gli eventuali danni a persone, cose ed animali che
dovessero verificarsi nello svolgimento dell’escursione guidata, sollevando la Guida Ambientale
Escursionistica da qualsivoglia responsabilità in merito.

Sull’anello di Monte Mauro e lungo il sentiero CAI 513 che percorreremo, potremo incrociare altri
escursionista in mtb ed escursionisti a piedi. E’ necessario prestare molta attenzione e si ricorda che lungo
i sentieri gli escursionisti a piedi hanno sempre la precedenza.

Non vi è la possibilità di incrociare cacciatori in quanto l’area è interdetta alla caccia.


4.Considerazioni

4.1 Target clientela/ A chi si rivolge l’attività

L’attività si rivolge a ciclo amatori mediamente allenati, in buono stato di salute e abituati ad andare in
bicicletta su percorsi collinari. Il percorso, infatti, è lungo e prevede 3 salite importanti; è quindi necessario
considerare il livello impegnativo dell’anello.

I partecipanti all’escursione dovranno effettuare la prenotazione. Non saranno accettate adesioni senza
preavviso.

Non saranno accettati minori alla gita in quanto le e bike sono noleggiabili solamente a persone maggiorenni
per motivi di sicurezza.

Saranno effettuate diverse pause lungo il tragitto dettate anche da momenti di approfondimento
storico/naturalistici delle varie emergenze che incontreremo. Diversi punti di appoggio, poi, permetteranno
di affrontare serenamente il percorso.

Il centro visite Ca’ Carnè sarà il nostro punto di sosta e ristoro iniziale. Altro punto di sosta sarà il bar di
Zattaglia a metà percorso (al bar potremo trovare cibo e bevande calde ma si consiglia di portare con se
gli alimenti che si andranno a consumare lungo l’itinerario). In entrambi questi punti di appoggio potremo
usufruire anche dei servizi.

Altro punto di ristoro sarà effettuato a Monte Mauro dopo la seconda e impegnativa salita.

Infine il centro di Brisighella sarà la nostra meta finale e il luogo di approvvigionamento di cibo e acqua.

4.2 Aspetti climatici e stagionalità

I sopralluoghi sono stati effettuati il 17 marzo e il 30 marzo 2019 ma il percorso è pensato per poter essere
effettuato durante tutto l’arco dell’anno in assenza di ghiaccio e neve.
Durante i mesi piovosi sarà necessario valutare il percorso con un sopralluogo precedente l’escursione per
verificare lo stato del sentiero CAI 513 e il breve tratto sterrato dalla sbarra del parcheggio Cà Carnè fino
al parcheggio alto.
4.3 Punti raggiungibili dai soccorsi/Connessione telefonica

Le strade che percorreremo consentono un veloce intervento dei mezzi di soccorso. Anche il tratto su
sentiero che aggira la cima del Monte Mauro (sentiero CAI 513 e carraia fino a Cà di Sasso) è agevolmente
raggiungibile dai mezzi di soccorso in quanto si tratta di strada carrabile con fondo non troppo sconnesso
e senza pendenze eccessive.

Il segnale telefonico, buono su tutti i tratti asfaltati, è invece assente lungo il sentiero CAI 513 e lungo il
primo pezzo di carraia che raggiunge l’azienda agricola Cà si Sasso. La connessione satellitare è garantita
lungo tutto il tragitto.

4.4 Percorsi alternativi /Attività alternative

4.4.1 Piano B
In caso di maltempo durante l’escursione sarà possibile modificare il tracciato effettuando un taglio
all’altezza dell’abitato di Zattaglia rientrando a Brisighella per via Castelnuovo senza affrontare
l’impegnativo anello di Monte Mauro, tratto sterrato che in caso di maltempo potrebbe diventare difficile e
scivoloso.

In questo caso il percorso sarà condotto completamente su strade asfaltate poco trafficate.

Il percorso potrà essere modificato a discrezione della Guida Ambientale Escursionistica, in lunghezza,
tempo, dislivelli, punti di arrivo e partenza, per qualsiasi motivo ritenuto necessario ed opportuno dalla
stessa.
L’escursione potrà essere altresì interrotta o conclusa dalla Guida Ambientale Escursionistica che ravvisi in
qualsiasi momento tale opportunità.

Difficoltà percorso Ciclo-Escursionistico PIANO B: Medio escludendo quindi l’anello di Monte Mauro.

Lunghezza: 20,6 km

Fascia di altitudine attraversata: 106 – 451 m (s.l.m.)

Dislivello positivo: 992 m

Pendenza massima: 20,9 %

Pendenza media: 6,5 %


Durata complessiva: 5 h soste incluse

Punti di sosta: Centro Visite Cà Carnè, Bar Zattaglia, centro di Brisighella

In questo caso il percorso prevede 2 salite di cui una impegnativa con la quale raggiungiamo il punto più
alto dell’escursione: cima di Monte Rontana

Cima Monte Rontana

4.4.2 Piano C

Nel caso di pioggia forte fin dal mattino l’escursione verrà rimandata per motivi di sicurezza
5 Aspetti d’interesse

5.1 Aspetti Naturalistici

Il parco regionale delle Vena del Gesso romagnola è stato istituito nel 2005, anche se le prime proposte
per la tutela di questi territori risalgono addirittura agli anni ‘60. Comprende una catena rocciosa lineare e
pressoché continua per una ventina di km di selenite, cioè gesso, circondata a nord da argille, con i
caratteristici calanchi e a sud da formazioni marnose. Il parco protegge un paesaggio carsico, impreziosito
dalla presenza di centinaia di grotte naturali e di forme del suolo modellate dall’azione erosiva e corrosiva
delle acque sul gesso: doline, forre, erosioni a candela, bolle di scollamento, ecc.
Esteso su 6.000 ettari, ne presenta oltre 2.000 di affioramento gessoso ed è l’area carsica più importante
dell’Emilia-Romagna, con oltre 220 cavità naturali già note e rilevate più altre in corso di esplorazione.
L’area protetta, che per straordinario interesse naturalistico è stata sin dall’ottocento meta di esplorazioni
scientifiche, presenta una grande varietà di ambienti, preziosi rifugi per specie animali e vegetali anche
rare. Sulle rupi volte a sud si trovano habitat di tipo mediterraneo, con cespuglieti di leccio e terebinto e
“tappeti” di elicriso, timo e addirittura “erbe grasse” del genere Sedum; nei versanti a nord troviamo invece
doline e forre con microclima fresco-umido che ospitano piante amanti del freddo e veri e propri relitti
floristici e faunistici di quota ben più alta. Straordinario il patrimonio faunistico dell’area, interessante
soprattutto per i pipistrelli (diverse colonie riproduttive e svernanti nelle grotte) e i rapaci diurni e notturni.
Il gesso è indubbiamente la roccia più peculiare del parco e dà luogo ad una roccia grigiastra formata
dall’aggregazione di grossi cristalli prismatici geminati a “coda di rondine” o a “ferro di lancia” chiamata
anche gesso selenitico o selenite (dal greco selene = luna) per gli argentei riflessi lunari.
A Brisighella, percorrendo la sterrata che costeggia la chiesa del Monticino (sentiero CAI 511) si arriva in
pochi minuti alla ex cava in cui il fronte estrattivo ha creato una parete rocciosa che si presenta oggi come
una vera e propria sezione geologica: la cava-museo del MONTICINO.
La cava prende il nome del Santuario omonimo posto a fianco del fronte roccioso. Nella letteratura tecnica
è detta anche “cava del Molinone” in riferimento alla fornace da gesso rispettivamente posta a valle della
stessa.

5.1.1 Museo Geologico del Monticino

Dal punto di vista geologico, l’apertura del fronte di cava ha permesso di portare alla luce magnifici
affioramenti rocciosi che hanno facilitato lo studio del sottosuolo: perfettamente riconoscibili sono alcuni
degli strati gessosi che compongono la Vena che sono un eccellente laboratorio naturale per comprendere
la prima fase della crisi di salinità, lo straordinario evento geologico che nel Messiniano (Miocene superiore),
tra 5.970.000 e 5.600.000 di anni fa, ha trasformato il bacino del Mediterraneo in una gigantesca salina
inospitale per la maggior parte delle forme di vita. L’origine di questa crisi è dovuta ad un drastico
cambiamento delle connessione con l’oceano Atlantico legate ai movimenti tettonici di convergenza della
placca africana verso quella europea. Questi movimenti hanno più volte mutato la geografia dello stretto di
Gibilterra e il risultato più spettacolare è stato l’aumento della salinità delle acque del Mediterraneo che si
sono trasformate in salamoie inospitali, dove potevano vivere solo alcuni gruppi di batteri. La crisi di salinità
messiniana ha prodotto 16 strati di selenite della Vena del Gesso (Gessi Inferiori Primari) con cristalli lunghi
fino a due metri che contengono fossilizzati al loro interno filamenti di cianobatteri. Appena terminata la
deposizione del gesso l’area e stata coinvolta da importati eventi tettonici che hanno innescato enormi frane
sottomarine provocando lo smembramento della formazione gessosa e la deposizione dei Gessi Inferiori
Risedimentati. Successivamente la Vena del Gesso venne poco alla volta sommersa da ambienti lagunari e
palustri che la ricoprirono con pochi metri di melme ciottolose contenenti caratteristici molluschi di habitat
salmastro e resti di vertebrati continentali (Formazione a Colombacci). Il ripristino del collegamento tra
Atlantico e Mediterraneo – verificatosi 5,3 milioni di anni fa - determinò un’invasione di acque marine
oceaniche che ricoprirono la paleo-Vena del Gesso, ammantata dai sottili depositi dei “Colombacci”, con
una spessa coltre di fanghi marini: i depositi della Formazione Argille Azzurre rappresentano infatti antichi
fondali, tranquilli e piuttosto profondi.

Nel Parco Museo del Monticino è quindi possibile “toccare con mano” ben tre superfici-chiave del Messiniano:
la base dei gessi, la discordanza angolare intra-messiniana e il limite Miocene/Pliocene. In particolare, va
rimarcata l’evidentissima discordanza angolare che separa le evaporiti gessose, inclinate di quasi 60°, dai
sovrastanti depositi mio-pliocenici della F.ne a Colombacci e della F.ne Argille Azzurre, inclinati di circa la
metà.

5.1.2 Museo Paleontologico

In alcuni crepacci intercettati dalle attività estrattive nella cava-museo del Monticino è stato scoperto un
giacimento paleontologico di eccezionale ricchezza: le ossa fossili recuperate appartengono a decine di
specie di vertebrati terrestri vissuti alla fine del Messiniano (almeno 40 sono i mammiferi differenti
identificati).
Relativamente agli aspetti paleontologici, va qui sottolineato che tutti i depositi affioranti nel Parco Museo
del Monticino risultano fossiliferi e i resti rinvenuti hanno contribuito non poco alla ricostruzione degli antichi
ambienti succedutisi nel tempo.

Ricostruzione ipotetica dell’ambiente tardo-miocenico “romagnolo” basata sui ritrovamentinella cava-museo del Monticino

Nell’ordine sono documentati: un paleoambiente marino abbastanza profondo (molluschi e pesci fossili nei
“ghioli di letto”); lagune costiere soggette a cicliche fasi evaporitiche (soprattutto fossili di pesci, tra i quali
Ciclidi di acque dolci tropicali, dagli interstrati della F.ne Gessoso-solfifera); ambienti continentali sia
terrestri che paludosi o salmastri di Lago- Mare (vertebrati e molluschi nella F.ne a Colombacci); infine
nuovamente ambienti di mare aperto (principalmente microfossili, ma anche molluschi, squali e cetacei
dalle Argille Azzurre).

Ma i reperti di gran lunga più importanti del Monticino sono rappresentati dall’eccezionale paleofauna a
vertebrati terrestri del Messiniano finale, rinvenuta in antiche cavità carsiche riempite da sedimenti della
Formazione a Colombacci e messa in luce dai lavori di cava a partire dal 1985 .
5.1.3 Monte Mauro e Il Lapis Specularis

Il monte Mauro fa parte della Vena del Gesso Romagnola, cima che separa la valle del fiume Senio da quella
del suo principale tributario, il torrente Sintria. Esso è ben visibile dalle due valli e segna il confine tra i
comuni di Brisighella (a est) e di Casola Valsenio (a ovest). Ai piedi della montagna si trova il centro abitato
di Zattaglia.
Il massiccio di monte Mauro comprende, oltre al monte stesso (515 metri di altitudine, la cima più alta
della Vena del Gesso Romagnola), anche un'altra cima posta nelle immediate vicinanze, il monte Incisa,
che raggiunge l'altezza di 378 metri.
In prossimità della cima del monte sorge la pieve di S. Maria in Tiberiaco, ora ristrutturata dopo anni di
abbandono.
Sulla sommità sono presenti i ruderi dell'antico castello di Monte Mauro.
Da pochi anni proprio Monte Mauro è stato oggetto di importanti studi sia dal punto divista naturalistico
che storico. Sul massiccio, infatti sono state rinvenute cave di Lapis Specularis, un gesso secondario, a
grandi cristalli trasparenti, facilmente suddivisibile in lastre piane dello spessore desiderato quando viene
tagliato lungo il piano di sfaldatura.
Deve il suo nome al fatto che, a partire dall'età romana, è stato utilizzato come elemento trasparente per
le finestre, come più economica alternativa al vetro e per queste sue caratteristiche il gesso speculare è
stato oggetto di intensa attività estrattiva e di una commercializzazione ad amplissimo raggio, in modo
particolare nei primi secoli dell'Impero.

Il suo impiego si è protratto anche nei periodi successivi, sebbene a livello strettamente locale, come nelle
città dell'Emilia-Romagna, poste in vicinanza dei gessi.

5.1.4 La grotta Tanaccia

Tra Brisighella e il centro visite Ca’ Carnè, oltre al bel Museo Geologico all’aperto attraversabile con la
variante descritta nell’itinerario, si apre la Grotta Tanaccia, visitabile con una guida attraverso un percorso
interno naturale di circa 300 metri, non difficile ma pur sempre con cunicoli, strettoie ed un torrentello
sotterraneo. Il cavernone iniziale d’ingresso è invece sempre aperto e raggiungibile con semplice
passeggiata di 10 minuti dal parcheggio sulla provinciale per Riolo: oltre alla bellezza dell’ambiente presenta
motivi di interesse archeologico in quanto frequentato dall’uomo fin dall’Eneolitico, prima come luogo di
sepoltura poi di culto delle acque.
5.2 Aspetti storico-culturali: Brisighella e il borgo medioevale

Brisighella è un comune di 7598 abitanti in provincia di Ravenna, ubicato a 115 metri s.l.m. nella
bassa Valle del Lamone, alle pendici dell'Appennino tosco-romagnolo.
Il borgo è caratterizzato da tre pinnacoli rocciosi (i "Tre Colli"), su cui poggiano la rocca manfrediana (sec.
XIV), il santuario del Monticino (sec. XVIII) e la torre detta dell'Orologio, ricostruita nell'Ottocento sulle
rovine di un preesistente insediamento difensivo del XII secolo.

5.2.1 La Torre dell’Orologio

In origine era il fortilizio fatto erigere nel 1290 da Maghinardo Pagani da Susinana con massi squadrati di
gesso, per controllare le mosse degli assediati nel vicino castello di Baccagnano.
Fino al 1500 costituì, insieme alla Rocca, il sistema difensivo del centro abitato.
Danneggiata e ricostruita più volte, la torre fu completamente rifatta nel 1850 e nello stesso anno vi fu
posto anche l’orologio col particolare quadrante a sei ore.
5.2.2 La Rocca

Panorama con la Rocca Manfrediana sullo sfondo

La Rocca, datata 1228 e caratterizzata da torri cilindriche (di cui la più alta è del 1503), fu costruita dai
veneziani, nel breve periodo del loro dominio sulla Romagna (1503-1509).
L'edificazione dell'attuale rocca venne iniziata da Francesco Manfredi, signore di Faenza, all'inizio del XIV
secolo. Salvo un breve periodo dal 1368 al 1376, la fortificazione rimase nel dominio della famiglia Man-
fredi fino all'anno 1500, passando in seguito a Cesare Borgia per tre anni. Dal 1503 al 1509 appartenne
alla Repubblica di Venezia, che realizzò il grandioso mastio in aggiunta al preesistente torricino, e le mura
sui due lati.
In seguito, il territorio entrò a far parte dello Stato Pontificio e, verso la fine del XVI secolo, la sommità dei
due torrioni venne ricoperta da un tetto. Dopo un breve parentesi napoleonica, la rocca ritornò al Papa,
fino al 1860 quando la Romagna entrò a far parte del Regno d'Italia.
All'inizio del XXI secolo, il castello è stato completamente restaurato, rinforzando le strutture murarie e
valorizzando il complesso architettonico, anche con una speciale illuminazione. La scala di accesso alla Torre
Manfrediana della Rocca è una passeggiata nella storia che, partendo dalla frequentazione delle grotte della
Vena del Gesso in età Protostorica per motivi funerari e di culto, attraversa l’età Romana -con lo sviluppo
dell’attività estrattiva del prezioso lapis specularis, il vetro di pietra- per arrivare al Medioevo e al Rinasci-
mento, con il fenomeno dell’incastellamento che vede le creste gessose protagoniste della costruzione di
rocche e castelli.
La sala alta della Torre Manfrediana espone i reperti archeologici ritrovati nella Vena del Gesso e risalenti a
queste tre diverse fasi di frequentazione.
La Torre Veneziana (sulla sinistra) è tutta dedicata al Medioevo e al Rinascimento e spiega la funzione e
l’uso dei locali visitati nel percorso espositivo. Infine, in fondo al cortile interno, si può visitare la cannoniera
e approfondire la conoscenza della funzione difensiva delle opere fortificate.

Schema delle sale espositive del museo all'interno della Rocca di Brisighella
5.2.3 Il Santuario della Madonna del Monticino

Qui è venerata una sacra immagine in terracotta policroma di autore ignoto, datata 1626, collocata in
origine in un piccolo tabernacolo nei pressi di Porta Buonfante.
Nel 1662 fu traslata in una cappella, dove oggi sorge il Santuario, sul colle che si chiamava allora Monte
Cozzolo o Calvario, forse perchè dirupato e scosceso. Nel 1758 fu edificato l’attuale santuario che, nel corso
del tempo, ha avuto numerosi rifacimenti.
L’odierna facciata fu rifatta su progetto del prof. Edoardo Collamarini nel 1926 in occasione del III cente-
nario della sacra Immagine. Gli affreschi interni risalgono al 1854 e sono opera del faentino Savino Lega.

5.2.4 Pieve di Santa Maria in Tiberiaci

In prossimità della cima del monte sorge la pieve di S. Maria in Tiberiaco, un edificio di antiche origini di
cui già si parla in un documento del 932. L’attuale costruzione risale all’Ottocento, ma il discutibile recupero
ha praticamente creato un qualcosa di nuovo, completato e “valorizzato” dalla grande canonica-foresteria
adiacente. Se si ha la fortuna di arrivarvi in un giorno in cui mancano le auto e poche sono le persone
presenti, è ancora possibile apprezzare l’atmosfera suggestiva e l’indiscutibile bellezza del luogo.

Sulla sommità sono presenti i ruderi dell'antico castello di Monte Mauro. È attestato fin
dal 932 quale castrum Tiberiaci, in connessione con l'omonima pieve. In seguito prese il toponimo di Mons
Maior che mutò poi in Mons Mauri. Fonti medievali testimoniano che il 1º gennaio 1293 Maghinardo
Pagani e Bernardino conte di Cunio, con il "populus" di Faenza, conquistarono castrum Montis
Maioris nel comitatus Imolae. Il castello venne dismesso nel 1506. Oggi restano visibili la base del mastio e
tratti di mura.

5.2.5 Pieve di San Giovanni in Ottavo (o Pieve del Tho’)

Nei pressi di Brisighella si segnala la spettacolare pieve romanica del Thò, che presenta lo stato di
conservazione più integro fra tutte le pievi della provincia di Ravenna e che conserva nel sottosuolo una
cripta e diversi locali sotterranei, oggi adibiti a Museo Archeologico. È raggiungibile proseguendo lungo la
strada di fondovalle (direzione Firenze) per un paio di km, fino al primo borghetto di case: a sinistra si
vedrà svettare il bel campanile ricavato da una preesistente torre d’avvistamento. Tutta la chiesa, peraltro,
presenta in più punti materiali di reimpiego ed è certamente sorta su un insediamento antico, militare,
rurale o religioso.
6. Info e Numeri Utili

Emergenza Sanitaria 118


Carabinieri 112
Polizia 113
Vigili del Fuoco – Pronto Intervento 115
Guardia Medica 800244244
Carabinieri di Brisighella 0546 81220
Polizia Municipale 0546 994429 / 0546 994443
Municipio 0546 994411
Vigili Urbani 0546 994429
Centro Antiveleni BOLOGNA 051 6478955

Farmacia Comunale, via Roma, 16 – 48013 Brisighella


Tel. 0546 81242

Parco Regionale Vena del Gesso Romagnola – 48013 Brisighella (RA)


Tel. +39 0546 81066
E-mail: parcovenadelgesso@romagnafaentina.it

Centro Visite Rifugio Ca Carnè, Via Rontana, 42 - 48013 Brisighella (RA)


Tel. +39 0546 80628
ivanofabbri@alice.it

U.I.T. Pro Loco, 48013 Brisighella (RA)


Tel. +39 0546 81166 o Ufficio Cultura del Comune di Brisighella 0546 994415
iat.rioloterme@racine.ra.it

Biblioteca Comunale, Piazzetta Pianori, 1 – 48013 Brisighella (RA)


Tel. 0546 81645

Caffè AURORA, Piazza Carducci, 3 – 48013 Brisighella (RA)


Tel. 377 6613693

Bar Alimentari GI ESSE DI GELSI M.&C., via Zattaglia 35 - 48013 Brisighella (RA)
tel: 0546 84412

AREA CAMPER, Piazza Donatori di sangue – 48013 Brisighella (RA)


Tel. 0546 81166

TAXI/AUTONOLEGGIO Faenza 0546 84973

TRENITALIA
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199 89 20 21 servizio con risponditore automatico
www.trenitalia.com
7. Regolamento dell’escursione

Obblighi dei partecipanti

I partecipanti sono tenuti a:


• rispettare l’orario di partenza e il programma stabilito, adeguandosi alle eventuali variazioni apportate
dalla guida;
• presentarsi con una condizione psicofisica, un abbigliamento e un’attrezzatura adeguati all’escursione. In
caso di dubbi, confrontarsi con la guida prima della giornata dell’escursione;
• mantenere un comportamento disciplinato nel corso dell’iniziativa, rispettando le persone e le proprietà
private e attenendosi alle disposizioni impartite dalla guida;
• seguire il percorso stabilito senza allontanarsi o abbandonare il gruppo e senza superare la guida;
• collaborare con la guida per la buona riuscita dell’iniziativa, oltre a essere solidali con le sue decisioni,
soprattutto nel caso in cui dovessero insorgere delle difficoltà (condizioni ambientali e/o dei partecipanti) e
informarla di ogni problematica che dovesse emergere durante lo svolgimento delle attività programmate,
in particolare riguardo alle proprie condizioni psicofisiche e dell’attrezzatura;
• non raccogliere fiori, piante o erbe protette e comunque rispettare le indicazioni impartite dalla guida;
• conservare i propri rifiuti fino agli appositi cassonetti.

Ogni partecipante è personalmente responsabile di eventuali comportamenti rischiosi per sé e


per gli altri, in particolare nel caso in cui dovesse prendere iniziative personali nonostante il
parere contrario della guida.

Dichiarazione di idoneità

Accettando il presente regolamento, il Partecipante dichiara sotto la propria responsabilità di essere in


buona salute e in una condizione psico-fisica idonea alla pratica dell’escursione. Dichiara inoltre di aver
fornito alla guida ogni eventuale informazione utile alla corretta valutazione della propria idoneità.

Equipaggiamento obbligatorio per escursioni a piedi

Abbigliamento “a strati”, pantaloni lunghi da escursione (possibilmente di colore chiaro), scarponi da


trekking in buone condizioni alti fino alla caviglia, giacca impermeabile e/o mantellina antipioggia,
copricapo, occhiali da sole, crema solare, zaino comodo e in buone condizioni, pranzo al sacco e scorta
personale di acqua di almeno 1,5 litri.
Consigliato l’uso dei bastoncini da trekking. Sconsigliato l’uso di indumenti di cotone a contatto con il corpo:
se possibile indossare capi di lana o capi tecnici da escursionismo.
Gli escursionisti non adeguatamente equipaggiati potrebbero, a giudizio insindacabile della guida, essere
esclusi dall’escursione direttamente sul luogo della partenza.

Equipaggiamento obbligatorio per escursioni in mtb / e-bike

Abbigliamento “a strati” con intimo tecnico o maglietta tecnica, secondo strato “caldo” (pile o softshell),
pantaloni rinforzati da ciclismo, scarpe tassellate per far presa sui pedali, giacca impermeabile e/o
mantellina antipioggia, occhiali da sole, crema solare, zaino comodo e in buone condizioni senza cinghie
lunghe laterali, guanti da bici antiscivolo, casco integro, pranzo al sacco e scorta personale di acqua di
almeno 1,5 litri, oggetti personali.

Cani

Il Partecipante che voglia partecipare accompagnato dal proprio cane ha l’OBBLIGO, in fase di prenotazione,
di comunicare alla guida la presenza dell’animale al seguito, per valutare l’idoneità e le modalità di
partecipazione. Sarà a discrezione della guida confermare o meno l’idoneità alla partecipazione del singolo
cane o di più cani contemporaneamente, anche in base a taglia, sesso, carattere, e tipologia dell’escursione.
NON saranno ammessi animali in calore o che abbiano terminato tale periodo nelle due settimane
precedenti all’escursione. Il cane al seguito deve essere docile e facilmente controllabile; il Partecipante
dovrà disporre dei mezzi di conduzione e controllo dell’animale necessari a garantirne la corretta
partecipazione (guinzaglio e/o museruola o affini). Sarà compito del Partecipante assicurarsi che il proprio
cane non arrechi danno o disturbo a cose, persone o animali, che non danneggi la flora, le proprietà private,
né gli altri escursionisti. La responsabilità relativa alla conduzione del cane ed eventuali problematiche ad
essa connesse, è esclusiva del Partecipante. La mancata comunicazione della partecipazione del cane o la
mancata ottemperanza alle disposizioni atte a controllarlo, possono prevedere l’esclusione del Partecipante
dall’escursione, anche al momento della partenza.
Fotografie e riprese video

Nel corso dell’escursione verranno effettuati scatti fotografici e/o riprese video che possono comparire su
siti di pubblico dominio e che saranno utilizzati dall’organizzazione per finalità promozionali riguardanti
l’attività stessa. La partecipazione all’escursione sottintende il nullaosta alla pubblicazione del suddetto
materiale.

Telefoni cellulari

I partecipanti sono invitati a mantenere spenti i propri telefoni cellulari. Se questo non fosse possibile,
occorre comunque che le suonerie vengano disattivate. In caso di necessità, l’interessato è pregato di
allontanarsi dal gruppo previa comunicazione ed autorizzazione della guida, rimanendo comunque in vista
alla stessa.

Registrazione tracce GPS

Durante le escursioni è consentito l’utilizzo di strumentazione GPS a scopo di orientamento ma partecipando


l’accompagnato si impegna a non divulgare le eventuali tracce registrate.

Escursioni in bicicletta, Mountain bike o E-BIKE

- Al partecipante è richiesta la conoscenza dell’uso appropriato della bicicletta, mountain bike o e-bike
nonchè dei rischi e difficoltà connessi all’uso di questi mezzi, dal momento che il percorso prevede tracciati
non convenzionali, sentieri, single-trail, strade vicinali, strade bianche, mulattiere, talvolta con fondi
sconnessi, scivolosi, e attraversati da modesti corsi d’acqua e con diversi gradi di pendenza in salita e in
discesa. Al partecipante è altresì richiesto l’impiego di indumenti protettivi. La valutazione delle proprie
condizioni fisiche e l’osservanza delle misure di sicurezza sono di esclusiva responsabilità del partecipante.
- Il partecipante non è obbligato a percorrere il percorso proposto ove si rendesse conto di non avere le
capacità fisiche, tecniche ed atletiche per portarlo a termine. Pertanto potrà usufruire in qualsiasi momento
del servizio “rescue” per poter arrivare al punto di arrivo dell’escursione.
- Il partecipante deve attenersi scrupolosamente alle indicazioni della Guida Ambientale Escursionistica, cui
può chiedere qualsiasi supporto e/o consiglio, sia prima che durante l’escursione. Sono pertanto da
escludersi iniziative personali: chi si discosta dal gruppo di propria iniziativa, non segue le indicazioni della
Guida Ambientale Escursionistica, non osserva le presenti disposizioni, se ne assume la piena ed esclusiva
responsabilità.
- Il partecipante è civilmente responsabile verso terzi per gli eventuali danni a persone, cose ed animali
che dovessero verificarsi nello svolgimento dell’escursione guidata, sollevando la Guida Ambientale
Escursionistica da qualsivoglia responsabilità in merito. Lungo le strade aperte al traffico veicolare il
partecipante ha l’obbligo di rispettare il Codice della Strada. Lungo i sentieri si ricorda che gli escursionisti
a piedi hanno la precedenza di transito.
- Il percorso potrà essere modificato a discrezione della Guida Ambientale Escursionistica, in lunghezza,
tempo, dislivelli, punti di arrivo e partenza, per qualsiasi motivo ritenuto necessario ed opportuno dalla
stessa.

L’escursione potrà essere altresì interrotta o conclusa dalla Guida Ambientale Escursionistica che ravvisi in
qualsiasi momento tale opportunità.

Accettazione del regolamento

La partecipazione alle nostre escursioni comporta l’accettazione incondizionata del presente regolamento e
la conferma di essere stati preventivamente informati dall’organizzazione delle difficoltà connesse all’attività
in mountain bike e di aver ricevuto le istruzioni tecniche cui attenersi;

La quota di partecipazione comprende esclusivamente il servizio di accompagnamento.

Tutte le guide iscritte ad AIGAE, l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche hanno seguito
selettivi e impegnativi corsi della Regione Emilia-Romagna ottenendo così l’abilitazione a esercitare
la professione. Sono assicurate come da disposizioni della Legge Regionale Emilia R.- N.4 del 1/2/2000 e
succ. modifiche.

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