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BORGHI CASTELLI E CALANCHI

a SARNA

GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA REGIONE EMILIA ROMAGNA


Francesca Melandri
Indice
1. Scelta del percorso ……………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 3

2. Inquadramento territoriale………………………………………………………………………………………………………………Pag. 3

3. Itinerario……………………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 4
3.1. Dati Tecnici…………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 4
3.2. Mappa e Visione d’insieme del percorso……………………………………………………………………………………Pag.
4
3.3. Profilo altimetrico………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 5
3.4. Descrizione del percorso……………………………………………………………………………………………………………Pag. 5
3.4.1. Aspetti logistici……………………………………………………………………………………………………………Pag. 6

4. Criticità……………………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 7
4.1. Pericoli legati alla natura del terreno e a fattori meteorologici……………………………………………Pag. 7
4.2. Pericoli legati allo stato di conservazione/presenza della segnaletica…………………………………Pag. 7
4.3. Pericoli legati allo stato di salute……………………………………………………………………………………………Pag. 7
4.4. Pericoli legati alla flora e alla fauna………………………………………………………………………………………Pag. 7
4.5. Pericoli legati all’attività umana………………………………………………………………………………………………Pag. 7

5. Considerazioni…………………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 9
5.1. Target clientela/A chi si rivolge l’attività…………………………………………………………………………………Pag. 9
5.2. Aspetti climatici e stagionalità…………………………………………………………………………………………………Pag. 9
5.3. Punti raggiungibili dai soccorsi e connessione telefonica………………………………………………………Pag. 9
5.4. Percorsi alternativi/Attività alternative……………………………………………………………………………………Pag.
10
5.4.1. Piano B…………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 10
5.4.2. Piano C…………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 10

6. Aspetti d’interesse……………………………………………………………………………………………………………………………Pag.
11

6.1. Aspetti storico/culturali……………………………………………………………………………………………………………Pag. 11


6.1.1. Villa Gessi e il Castelletto di Sarna………………………………………………………………………………Pag. 11
6.1.2. Il Bosco dei Canalacci…………………………………………………………………………………………………Pag. 11
6.1.3. La Pieve di Sarna…………………………………………………………………………………………………………Pag. 12
6.1.4. La salita della Carla………………………………………………………………………………………………………Pag. 12
6.1.5. Produzione dell’olio di Brisighella…………………………………………………………………………………Pag. 13

6.2. Aspetti Naturalistici…………………………………………………………………………………………………………………Pag. 14


6.2.1. I Calanchi………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 14

7. Info e Numeri Utili……………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 15

8. Regolamento dell’escursione…………………………………………………………………………………………………………Pag. 16
1. Scelta del percorso

Lo scopo di questo itinerario è far conoscere e valorizzare gli aspetti storici e naturalistici di un territorio a
molti sconosciuto e ricco di grande fascino per chi lo attraversa con la calma e il rispetto dell'escursionista
curioso.

L’itinerario proposto, infatti, ripercorre la storia geologica del territorio e il geosito dei calanchi di Sarna,
linea di spartiacque tra la vallata del Lamone e il torrente Marzeno.

2. Inquadramento territoriale

Nell’ambito del progetto promosso dalla CNA Faentina col Patrocinio di IF Tourism Company e del Parco
regionale della Vena del Gesso Romagnola, viene organizzata per domenica 24 marzo 2019 una
escursione sulle colline faentine fra il Monte della Carla, la valle del Lamone e la valle del Marzeno.

Il percorso scelto si sviluppa ai confini del Parco naturale della Vena del Gesso, istituito il 15 febbraio
2005 e il cui il toponimo geologico, affermatosi per indicare la dorsale di grossi banchi gessosi,
contrassegna per una ventina di chilometri il bordo romagnolo dell’Appennino tra le valli del Lamone e del
Santerno.
Il parco interessa un'area di circa 2.000 ettari per due terzi in provincia di Ravenna (comuni di
Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme) ed un terzo in provincia di Bologna (valle del Sillaro).
Il punto di partenza è l’agriturismo “La Vezzana” che si raggiunge da Faenza seguendo la provinciale n.16
"Modiglianese" che si abbandona quasi subito per voltare a destra per via Sarna fino all’incrocio di via
Lavezzana che troviamo sulla destra. Da qui si percorre tutta la via fine all’Agriturismo.
L’appuntamento è previsto per le ore 8,30 presso l’agriturismo. La partenza per la camminata è prevista
per le ore 9,00 lungo i sentieri panoramici delle colline faentine, percorso facile e adatto a tutti, di circa 9
km, con un tempo di percorrenza di circa 3 ore e mezza.
3. Itinerario

3.1 Dati tecnici

Difficoltà: Percorso Escursionistico (E) – Medio

Lunghezza: 8.78 km

Fascia di altitudine attraversata: 60 – 221 m (s.l.m.)

Dislivello positivo: 233 m

Pendenza massima: 27%

Durata complessiva: 3 h 30 min soste incluse

Punto di sosta: Agriturismo La Vezzana

3.2 Mappa e visione d'insieme del percorso


3.3 Profilo altimetrico

3.4 Descrizione del percorso

L’itinerario che percorreremo ci farà attraversare i calanchi posti sulla dorsale che rappresenta lo
spartiacque tra la vallata del torrente Marzeno e quella del Lamone.

Partendo dall’agriturismo La Vezzana


Ci si dirige verso Sarna, si supera l’antica Pieve

e si imbocca la salita per via Marazzi, inizialmente asfaltata poi sterrata e ripidissima nel tratto finale.

Raggiungiamo la dorsale spartiacque tra la vallata del Lamone e Marzeno, svoltiamo a destra e
proseguiamo sempre dritto fino a raggiungere via Carla ammirando le bellissime vedute sui calanchi e la
dorsale della Vena del Gesso romagnola in lontananza.
3.4.1 Aspetti Logistici

Sorgenti, fontane e punti di ristoro

Lungo il percorso non sono presenti fontane per cui sarà necessario riempire le borracce all’inizio
dell’escursione presso l’agriturismo.

Il pranzo verrà consumato presso l’agriturismo al prezzo concordato per la giornata.

Crocevia

Il primo crocevia che incontreremo sarà quello con via Galamina che percorreremo fino al bivio con la
S.P. 56. Svolteremo a sinistra sulla S.P.56 attraversando la strada con molta attenzione per poi tenere la
destra su via Marazzi che incontreremo subito dopo.

All’incrocio con Pian del Vicchio proseguiremo verso destra lungo la dorsale spartiacque e infine
imboccheremo via Carla in discesa verso la S.P. 56 che percorreremo sempre con attenzione sul lato
sinistro della carreggiata fino a via Galamina, via Lavezzana e infine all’agriturismo.
4.Criticità

4.1 Pericoli legati alla natura del terreno e a fattori metereologici

Il percorso si sviluppa su un territorio morfologicamente complesso e i terreni attraversati includono vari


strati del substrato marnoso/arenaceo intervallati da strati di argilla che in caso di pioggia, risultano
estremamente scivolosi e le carraie percorse, soprattutto in discesa, possono diventare piste pericolose.
In caso di meteo incerto verrà valutata la possibilità del percorso alternativo (piano B).

Il percorso parte dall’agriturismo La Vezzana e dopo una lieve salita che si sviluppa lungo via Marazzi,
inizialmente asfaltata, poi sterrata, raggiunge un’ascesa corta e ripidissima nel tratto finale, che
raggiunge la dorsale spartiacque con il torrente Marzeno. Questo è il tratto più impegnativo dell’intero
percorso.

Diverse sono poi le zone esposte al sole. In caso di giornata estremamente calda, verranno effettuate
diverse soste per mantenersi idratati e verrà caldeggiato l’utilizzo di cappellini e crema solare.

4.2 Pericoli legati allo stato di conservazione/presenza della segnaletica

L’itinerario si sviluppa su strade asfaltate e carraie. Non verranno percorsi sentieri CAI ma la parte del
percorso di crinale è contrassegnata dai simboli indicanti CD (Cammino Dantesco).

La zona è caratterizzata dall’assenza totale di segnaletica identificativa della rete sentieristica CAI

4.3 Pericoli legati allo stato di salute

La presenza di qualche raro nocciolo lungo il percorso potrebbe causare allergie. In questo periodo di
fioriture primaverili, la presenza di molte specie in fiore può creare problemi a chi soffre di allergia ai
pollini.

Si raccomanda di non ingerire bacche o frutti né raccogliere erbe o piante lungo il percorso.
4.4 Pericoli legata alla fauna e alla flora

Durante il percorso non è da escludere l’incontro con animali selvatici che recentemente hanno ripopolato
l’appennino come per esempio i caprioli.

Anche la presenza di zecche non è da sottovalutare: indossare pantaloni lunghi leggeri e ed evitare di
sedersi o sostare a lungo in spazi erbosi.

Non saranno attraversati pascoli.

Durante il sopralluogo non sono stati frequenti gli incontri con mosche e zanzare per via del periodo. Gli
incontri con vespe e api non sono comunque da escludere.

4.5 Pericoli legati all’attività umana

I pericoli legati a mezzi motorizzati esistono lungo tutto il percorso. Potremo incrociare mezzi motorizzati
lungo la via Lavezzana, via Galamina, via Marazzi, via Pian di Vicchio, via Carla, via Canaletta (S.P.56). Il
transito è possibile anche lungo le carraie di via Pian di Vicchio che costeggiano ulivi e vigneti per il
passaggio di possibili trattori o mezzi privati.

Al crocevia posto tra la S.P. 56 e via Marazzi e nel punto di attraversamento tra via Carla e via Canaletta
(S.P. 56), il gruppo percorrerà le strade in modo compatto con l’utilizzo di mezzi di segnalazione ad alta
visibilità (bandiera color arancio). Lungo la via Canaletta (S.P. 56), che verrà percorsa in fila indiana e
sulla sinistra della carreggiata, verrà eletto un chiudi fila tra i partecipanti del gruppo il quale indosserà il
giubbino ad alta visibilità come la guida.
Sul sentiero che percorreremo potremo incrociare eventualmente qualche escursionista in mtb (molto
rari). Non vi è la possibilità di incrociare cacciatori in quanto nella giornata proposta per l’escursione vige
il divieto di caccia sul territorio.
5.Considerazioni

5.1 Target clientela/ A chi si rivolge l’attività

L’attività si rivolge ad escursionisti mediamente allenati, in buono stato di salute.

L’escursione è adatta anche ai ragazzi di età superiore ai 10 anni abituati a camminare. Questi potranno
essere piacevolmente coinvolti attraverso le spiegazioni che permettono una comprensione semplice e
divertente dei fenomeni carsici e degli eventi geologici che affronteremo.

Saranno effettuate diverse pause lungo il tragitto dettate anche da momenti di approfondimento
storico/naturalistici delle varie emergenze che incontreremo.

L’agriturismo sarà il nostro punto di sosta e ristoro dopo l’escursione e permetterà l’utilizzo dei servizi e la
possibilità del pranzo al termine dell’escursione.

5.2 Aspetti climatici e stagionalità

I sopralluoghi sono stati effettuati il 16.03.2019 ma il percorso è pensato per poter essere effettuato
durante tutto l’arco dell’anno.
Nel caso di piogge abbondanti durante i giorni precedenti l’escursione, verrà valutata la possibilità di
percorrere il Piano B fino al crinale evitando così la linea spartiacque che si sviluppa su carraia. I terreni
argillosi che caratterizzano questa escursione infatti, possono rendere scivolosi alcuni tratti del crinale.

5.3 Punti raggiungibili dai soccorsi/Connessione telefonica

Durante tutto il percorso l’itinerario consente un veloce intervento dei mezzi di soccorso e anche le
carraie poste sul crinale sono agevolmente percorribili da mezzi.

Il segnale telefonico è garantito lungo tutto il tragitto, come pure la connessione satellitare.
5.4 Percorsi alternativi /Attività alternative

5.4.1 Piano B

In caso di maltempo durante l’escursione o nel caso in cui l’escursione risulti difficoltosa per i partecipanti
o ancora nel caso di piogge molto abbondanti nei giorni precedenti l’escursione, sarà possibile effettuare
una modifica all’itinerario proposto, raggiungendo il punto più alto dell’escursione verso la vista
panoramica dei calanchi, per poi tornare all’agriturismo ripercorrendo a ritroso la strada percorsa quasi
totalmente asfaltata e agevole a parte un breve tratto sterrato.

Dislivello variante: 200 m circa

Lunghezza variante: 7 km

Tempo totale della variante in caso di maltempo: 2 h 30 min circa (soste escluse)

Il percorso in salita presenta un unico punto particolarmente scivoloso in caso di pioggia posto al termine
di via Marazzi. Per il resto del percorso il sentiero non presenta problemi anche in caso di pioggia leggera.

5.4.2 Piano C

Nel caso di pioggia forte fin dal mattino, l’escursione sarà rimandata e per aggiornamenti contattare
l’agriturismo La Vezzana.
6 ASPETTI DI INTERESSE STORICO CULTURALI LEGATI ALLA TRADIZIONE

Sarna è un nome di località molto antico, ma il significato non chiaro. Secondo alcuni sarebbe da
collegare ad un termine di origine prelatina dal significato di “luogo ghiaioso, alluvionale”, secondo altri
potrebbe essere il nome dell'antico proprietario romano di quei terreni (Sarnus).

6.1.1 VILLA GESSI e IL CASTELLETTO DI SARNA

La tradizione storica vuole la famiglia Gessi di provenienza romana, poi trasferitasi a Faenza nel sec. XIV.
Dall'attività estrattiva del gesso, eseguita nella cave della valle del Lamone, avrebbe avuto origine il
cognome. La famiglia acquistò nei secoli censo e prestigio, tanto che a un Gessi, nel 1725, il penultimo
duca di Parma, Francesco Farnese, concesse il titolo comitale. L'ultimo esponente maschio di questa
famiglia fu il Senatore Tommaso Gessi (1844-1913), eletto deputato nella XIII e XIV legislatura,
nominato senatore nel 1908, fautore del collegamento ferroviario Faenza-Firenze con la Ferrovia
Faentina. La famiglia possedette diverse ville: Palazzo Gessi a Faenza, Villa Gessi a Sarna, una villa a
Felisio e una villa a Imola, eredità di Conti Troni.

Il castelletto di Sarna è raggiungibile con la via omonima che si stacca dalla Provinciale "Modiglianese" 1
km circa al di fuori della città. Da Faenza si imbocca per Sarna, se ne percorrono circa 5 km
oltrepassando il curioso bosco "dei Canalacci" e il successivo rettilineo, al termine del quale sorge la
grande Villa Gessi. Sul colle soprastante si notano le alte sagome dei cedri che circondano il Castelletto. Il
tutto è raggiungibile solo a piedi, con la stradina sterrata a sinistra della villa fino alla vicina casa colonica
e poi per carraia campestre, oppure da via Borgo Tuliero; quest'ultima si stacca dalla via Sarna subito
dopo villa Gessi, sulla sinistra. In quest'ultimo caso si può percorrere in auto il primo tratto e, giunti alla
terza curva, all'altezza del castelletto, si parcheggia per raggiungerlo "a vista", tramite percorso fra i
campi. Il luogo non è recintato, tuttavia, essendo proprietà privata, è buona norma chiedere
cortesemente il permesso di accesso alla villa.

Si tratta di una ricostruzione in scala nata sull'onda del gusto neomedievale dell'epoca e come luogo
decorativo per il parco di Villa Gessi: una sorta di piccolo maniero-giocattolo di stile neogotico eretto poco
dopo il 1870 (anno di ricostruzione della villa Gessi). Una tradizione vuole che questo singolare maniero-
giocattolo ripeta, in miniatura, le fattezze della preesistente Rocca di Selvamaggiore che pare sorgesse
proprio qui

6.1.2 IL BOSCO DEI CANALACCI

Si tratta di una curiosa e interessantissima via di mezzo fra un parco ed un ambiente naturale. Le origini
sono senz'altro da collegare alla vicina villa Gessi, di cui i Canalacci facevano parte (oggi non più) e di cui
costituivano la parte terminale della passeggiata verso il fiume, con tratti "a bosco" costeggianti il corso
del piccolo rio che scende dalla villa e che dopo la confluenza con un altro fosso proveniente da Sarna si
dirige verso il Lamone. I Gessi attuarono anche modifiche morfologiche al paesaggio, sfruttando il già
esistente alveo del Rio Canalacci, ma rendendolo piu "mosso" e piacevole con scavi che probabilmente lo
resero in certi punti più incassato, in altri più ampio; qualche traccia di tali lavori si riconosce nei "tumuli"
di terreno tuttora visibili nel bosco. I Gessi fecero piantare anche alberi - in maggior parte platani, ma
anche tigli, ippocastani e querce, queste ultime forse già presenti - che arricchissero l'ambiente. L'epoca
di realizzazione è ignota ma senz'altro inquadrabile nel XIX secolo (si tenga presente che nel 1869-1870
fu ricostruita completamente la villa e realizzato il parco attuale, peraltro su un'immensa area verde
preesistente di cui restano le testimonianze pittoriche di Romolo Liverani). Oggi il bosco dei Canalacci si
presenta con gli alberi residui e una vegetazione molto più recente, venutasi a creare con l'abbandono
degli ultimi decenni, non brutta, fatta di robinie e sambuchi ma anche ontano nero, pioppi, salici e
rinnovazione delle sopracitate piante. In altre parole il bosco sta riacquistando caratteri di parziale
naturalità, conservando comunque la parte "plasmata" dall'uomo.

Attualmente, degli otto cedri dell'Himalaya (Cedrus deodara) che svettano attorno al castelletto ne
restano solo 4 origine. Sono stati vincolati in quanto gruppo omogeneo di alberi monumentali ma la metà
di essi è stata schiantata dalla tempesta di vento del 26 dicembre 1999.

I quattro che rimangono compongono comunque un insieme di grande effetto decorativo: furono quasi
certamente piantati subito dopo la costruzione dello stranissimo castelletto, come meta della passeggiata
romantica che dalla villa saliva sul colle retrostante. I cedri furono vincolati non solo e non tanto per le
dimensioni (solo l'altezza, prossima ai 30 metri, può considerarsi ragguardevole, mentre le circonferenze
dei tronchi sono mediamente sui 2.50 m, dato non eccezionale per questa specie), quanto piuttosto per la
panoramicità della posizione. Come in un gioco illusionistico, la loro altezza è ulteriormente enfatizzata
dalla visione prospettica di un retrostante boschetto di querce e soprattutto del piccolo, buffo castello cui
dovevano fare da cornice.

6.1.3 LA PIEVE DI SARNA

Nei dintorni di Sarna ci sono ville tra le più importanti e belle del territorio faentino, sia per l’architettura,
sia per i parchi che le circondano, in molti casi ben conservati nel loro assetto ottocentesco. Sarna
possiede anche una pieve tra le più antiche del territorio, rifatta nel ‘700, ma ancora con gran parte
dell’antico arredo - sculture rinascimentali, un affresco tardogotico, pale seicentesche - e con un quadro
che è unico per storia e bellezza. Iniziando dall’esterno, si vedrà sulle fiancate qualche resto murario della
primitiva costruzione attribuita all’VIII secolo. II primo ricordo della Pieve nei documenti notarili infatti
risale al X secolo, ma l'edificio è di certo molto precedente a quella data. Anche se gli studiosi non sono
tutti concordi, le strutture più antiche della chiesa potrebbero risalire addirittura al VII secolo. Uno dei
primi interventi di cui siamo a conoscenza è la costruzione del campanile tra il 1686 e il 1721, attribuito
all’architetto faentino Carlo Cesare Scaletta. In fronte alla facciata ci sono un filare di cipressi e una
doppia siepe di bosso piantata nel 1921 con funzioni prospettiche. Ma sono all’interno le opere più
inaspettate: l’affresco del 1430 con un S. Antonio Abate dipinto da un ignoto autore, inquadrato da Anna
Tambini nell’ambito del «maestro di San Pier Damiano»; tre sculture in pietra – un fonte battesimale e
due tabernacoli – del ‘500, forse di un unico artista toscano o ispirato da modelli toscani; due tele del
Missiroli, «pittor villano». La più sorprendente è però la pala dell’altar maggiore, di metà ‘700,
raffigurante l’Assunta fra i santi Macario e Luigi, unica opera sicura di Nicola Valletti, pittore greco
educatosi a Venezia e giunto a Faenza come segretario del vescovo Stay, anch’egli di origine greca. Il
dipinto è di una luminosità e di una delicatezza che lo rendono assai diverso dalla pittura romagnola del
periodo. Due porte dipinte del 1731 provenienti dalla vicina «Villa dell’Inquisitore», una panca coeva
dipinta e datata, statue devozionali in cartapesta, arricchiscono inoltre il patrimonio di questa insolita
chiesa.
6.1.4 LA SALITA DELLA CARLA

Il passo di controcrinale unisce la strada Provinciale di Sarna (sulla destra orografica del fiume Lamone)
con la provinciale di Brisighella (Valle del Marzeno). Per raggiungerlo da Faenza seguire le indicazioni per
Modigliana, percorsi circa 11 chilometri, dopo aver superato la frazione di Marzeno, prendere deviazione
sulla destra con indicazioni Brisighella. Ha inizio subito la breve ma intensa salita "della Carla", che in 1,2
chilometri con alcuni stretti tornanti ci fa superare un dislivello di 101 metri. Pendenza media 9.2% con
punta massima nella parte centrale dell'12.9%.
Alternativa da Marzeno - all'inizio dell'abitato prendere deviazione sulla destra (Via Modigliana) percorso
con fondo non sempre perfetto, brevi tratti sterrati - itinerario interessante, con un tratto di circa 1 km
impegnativo interamente sopra al 10%, nei primi 2 km si superano 148 mt di dislivello per raggiungere il
punto più alto a 213 metri. Segue un ultimo chilometro in leggera discesa e falsopiano per raggiungere la
cima.

Per accedere dal lato di Brisighella occorre seguire le indicazioni per Modigliana, si percorre per circa
3,2 chilometri la via Canavetta, fino a giungere ad una curva sinistrosa sula quale occorre prendere
deviazione segnalata per Modigliana sulla destra. L'ascesa da questo lato risulta più agevole, sono 2
chilometri con un breve strappo iniziale, un breve falsopiano e poi un lungo tratto all'8%, per poi spianare
nuovamente in prossimità della cima.
La difficoltà comunque su tutti i versanti è mitigata dal breve chilometraggio, anche se la totale assenza
di vegetazione ad alto fusto può farsi sentire nelle giornate particolarmente afose o con forte vento.

6.1.5 PRODUZIONE DELL’OLIO DI BRISIGHELLA

La zona di Faenza vanta caratteristiche climatiche e morfologiche ottimali per favorire la coltivazione
dell'oliva, grazie alle quali nasce un prodotto tipico salutare e genuino, l'olio extravergine di
oliva Brisighella Dop. Alla bassa altitudine dei 115 metri che caratterizza i borghi della collina, la coltura
dell'olivo, protetta dai venti freddi di levante grazie alla conformazione ad anfiteatro della valle, e da
quelli del nord da una barriera naturale di gesso, ha trovato un microclima temperato ideale, dando vita a
questo prodotto di grande qualità. Tutto ciò ha contribuito a creare un microclima adatto alla coltura
dell’olivo. La coltura si è poi adattata nei secoli (reperti storici ne fanno risalire la presenza fin dall’epoca
romana), selezionando quel germoplasma presente nella cultivar “Nostrana di Brisighella”, che insieme
alla sua varietà impollinante “Ghiacciola”, ne fanno l’unicum di coltura formante la DOP.
La zona di produzione comprende, in tutto o in parte, il territorio amministrativo dei comuni di Brisighella,
Faenza, Riolo Terme, Casola Valsenio, Modigliana.
6.2 ASPETTI NATURALISTICI

Dal punto di vista geologico, il gesso è indubbiamente la roccia più peculiare dell'Appennino romagnolo e
dà luogo ad una roccia grigiastra formata dall’aggregazione di grossi cristalli prismatici geminati a “coda
di rondine” o a “ferro di lancia” chiamata anche gesso selenitico o selenite (dal greco selene = luna) per
gli argentei riflessi lunari. Il contrasto lucido grigiastro di questa roccia è enfatizzato dal colore grigio
azzurro delle argille che circondano la Vena.

6.2.1 I CALANCHI

La crisi di salinità messiniana datata circa 6 milioni di anni fa ha prodotto 16 strati di selenite di origine
evaporitica che oggi sono visibili negli affioramenti della Vena del Gesso con cristalli lunghi fino a due
metri. La chiusura dello stretto di Gibilterra e fenomeni di precessione innescarono violente evaporazioni
del lago mare e relative precipitazioni di solfati che costituiscono la struttura chimica del gesso. Appena
terminata la deposizione del gesso l’area fu interessata da importati eventi tettonici e immissioni di acque
di ambienti lagunari e palustri che la ricoprirono con pochi metri di melme ciottolose contenenti
caratteristici molluschi di habitat salmastri e resti di vertebrati continentali (Formazione a Colombacci). Il
ripristino del collegamento tra Atlantico e Mediterraneo – verificatosi 5,3 milioni di anni fa - determinò
un’invasione di acque marine oceaniche che ricoprirono la paleo-Vena del Gesso, ammantata dai sottili
depositi dei “Colombacci”, con una spessa coltre di fanghi marini: i depositi della Formazione Argille
Azzurre rappresentano infatti antichi fondali, tranquilli e piuttosto profondi. Gli spettacolari calanchi di
tipica forma triangolare che vediamo oggi, sono il risultato della deposizione di queste argille e delle
morfologie dettate da fenomeni erosivi prodotti dagli agenti atmosferici e dall’intervento dell’uomo.
7. Info e Numeri Utili

Emergenza Sanitaria 118


Carabinieri 112
Polizia 113
Vigili del Fuoco – Pronto Intervento 115
Guardia Medica 800244244
Carabinieri di Brisighella 0546 81220
Polizia Municipale 0546 994429 / 0546 994443
Municipio 0546 994411
Vigili Urbani 0546 994429
Centro Antiveleni BOLOGNA 051 6478955

Farmacia Comunale, via Roma, 16 – 48013 Brisighella


Tel. 0546 81242

Parco Regionale Vena del Gesso Romagnola – 48013 Brisighella (RA)


Tel. +39 0546 81066
E-mail: parcovenadelgesso@romagnafaentina.it

Centro Visite Rifugio Ca Carnè, Via Rontana, 42 - 48013 Brisighella (RA)


Tel. +39 0546 80628
ivanofabbri@alice.it

U.I.T. Pro Loco, 48013 Brisighella (RA)


Tel. +39 0546 81166 o Ufficio Cultura del Comune di Brisighella 0546 994415
iat.rioloterme@racine.ra.it

Biblioteca Comunale, Piazzetta Pianori, 1 – 48013 Brisighella (RA)


Tel. 0546 81645

Agriturismo La Vezzana
Tel. 0546 43128
www.agriturismolavezzana.it

AREA CAMPER, Piazza Donatori di sangue – 48013 Brisighella (RA)


Tel. 0546 81166

TAXI/AUTONOLEGGIO Faenza 0546 84973

TRENITALIA
89 20 21 per acquisto biglietti ed informazioni
199 89 20 21 servizio con risponditore automatico
www.trenitalia.com

RESPONSABILE CNA Jader Dardi


Via San Silvestro, 2/1 Faenza (RA)
jdardi@ra.cna.it
Tel 0546 627811
Fax 0546 623461
8. Regolamento dell’escursione

Obblighi dei partecipanti

I partecipanti sono tenuti a:


• rispettare l’orario di partenza e il programma stabilito, adeguandosi alle eventuali variazioni apportate
dalla guida;
• presentarsi con una condizione psicofisica, un abbigliamento e un’attrezzatura adeguati all’escursione.
In caso di dubbi, confrontarsi con la guida prima della giornata dell’escursione;
• mantenere un comportamento disciplinato nel corso dell’iniziativa, rispettando le persone e le proprietà
private e attenendosi alle disposizioni impartite dalla guida;
• seguire il percorso stabilito senza allontanarsi o abbandonare il gruppo e senza superare la guida;
• collaborare con la guida per la buona riuscita dell’iniziativa, oltre a essere solidali con le sue decisioni,
soprattutto nel caso in cui dovessero insorgere delle difficoltà (condizioni ambientali e/o dei partecipanti)
e informarla di ogni problematica che dovesse emergere durante lo svolgimento delle attività
programmate, in particolare riguardo alle proprie condizioni psicofisiche e dell’attrezzatura;
• non raccogliere fiori, piante o erbe protette e comunque rispettare le indicazioni impartite dalla guida;
• conservare i propri rifiuti fino agli appositi cassonetti.

Ogni partecipante è personalmente responsabile di eventuali comportamenti rischiosi per sé e


per gli altri, in particolare nel caso in cui dovesse prendere iniziative personali nonostante il
parere contrario della guida.

Dichiarazione di idoneità

Accettando il presente regolamento, il Partecipante dichiara sotto la propria responsabilità di essere in


buona salute e in una condizione psico-fisica idonea alla pratica dell’escursione. Dichiara inoltre di aver
fornito alla guida ogni eventuale informazione utile alla corretta valutazione della propria idoneità.

Equipaggiamento obbligatorio

Abbigliamento “a strati”, pantaloni lunghi da escursione (possibilmente di colore chiaro), scarponi da


trekking in buone condizioni alti fino alla caviglia, giacca impermeabile e/o mantellina antipioggia,
copricapo, occhiali da sole, crema solare, zaino comodo e in buone condizioni, pranzo al sacco e scorta
personale di acqua di almeno 1,5 litri.
Consigliato l’uso dei bastoncini da trekking. Sconsigliato l’uso di indumenti di cotone a contatto con il
corpo: se possibile indossare capi di lana o capi tecnici da escursionismo.
Gli escursionisti non adeguatamente equipaggiati potrebbero, a giudizio insindacabile della guida, essere
esclusi dall’escursione direttamente sul luogo della partenza.

Cani

Il Partecipante che voglia partecipare accompagnato dal proprio cane ha l’OBBLIGO, in fase di
prenotazione, di comunicare alla guida la presenza dell’animale al seguito, per valutare l’idoneità e le
modalità di partecipazione. Sarà a discrezione della guida confermare o meno l’idoneità alla
partecipazione del singolo cane o di più cani contemporaneamente, anche in base a taglia, sesso,
carattere, e tipologia dell’escursione. NON saranno ammessi animali in calore o che abbiano terminato
tale periodo nelle due settimane precedenti all’escursione. Il cane al seguito deve essere docile e
facilmente controllabile; il Partecipante dovrà disporre dei mezzi di conduzione e controllo dell’animale
necessari a garantirne la corretta partecipazione (guinzaglio e/o museruola o affini). Sarà compito del
Partecipante assicurarsi che il proprio cane non arrechi danno o disturbo a cose, persone o animali, che
non danneggi la flora, le proprietà private, né gli altri escursionisti. La responsabilità relativa alla
conduzione del cane ed eventuali problematiche ad essa connesse, è esclusiva del Partecipante. La
mancata comunicazione della partecipazione del cane o la mancata ottemperanza alle disposizioni atte a
controllarlo, possono prevedere l’esclusione del Partecipante dall’escursione, anche al momento della
partenza.

Fotografie e riprese video

Nel corso dell’escursione verranno effettuati scatti fotografici e/o riprese video che possono comparire su
siti di pubblico dominio e che saranno utilizzati dall’organizzazione per finalità promozionali riguardanti
l’attività stessa. La partecipazione all’escursione sottintende il nullaosta alla pubblicazione del suddetto
materiale.

Telefoni cellulari

I partecipanti sono invitati a mantenere spenti i propri telefoni cellulari. Se questo non fosse possibile,
occorre comunque che le suonerie vengano disattivate. In caso di necessità, l’interessato è pregato di
allontanarsi dal gruppo previa comunicazione ed autorizzazione della guida, rimanendo comunque in vista
alla stessa.

Registrazione tracce GPS

Durante le escursioni è consentito l’utilizzo di strumentazione GPS a scopo di orientamento ma


partecipando l’accompagnato si impegna a non divulgare le eventuali tracce registrate.

Accettazione del regolamento

La partecipazione alle nostre escursioni comporta l’accettazione incondizionata del presente regolamento.
La quota di partecipazione comprende esclusivamente il servizio di accompagnamento.

Tutte le guide del gruppo sono iscritte ad AIGAE, l’Associazione Italiana Guide Ambientali
Escursionistiche. Hanno seguito selettivi e impegnativi corsi della Regione Emilia-
Romagna ottenendo così l’abilitazione a esercitare la professione. Sono assicurate come da disposizioni
della Legge Regionale Emilia R.- N.4 del 1/2/2000 e succ. modifiche.

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