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I Geometri e la matematica – a cura del geom. Gianni Rossi – gianni.rossi@corsigeometri.

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2.1.1 Perché meno per meno fa più?

Voglio iniziare questo sotto-capitolo dedicato ai “perché di base della


matematica” da una semplice regoletta che tutti sappiamo fin dalle scuole
medie:

Un numero negativo moltiplicato per un altro numero negativo dà luogo


ad un numero positivo!

È uno di quei concetti di base che ciascuno di noi dà per scontato,


quasi fosse un “assioma”, cioè un principio che è evidente di per sé stesso
e che perciò non necessita di essere dimostrato. Ma non è così, e pertanto
la domanda di cui al titolo è perfettamente lecita. Ma quanti di noi sanno
rispondere? Sono sicuro che, leggendo queste righe, più di qualcuno dirà:

È semplicemente una convenzione, come tante altre in matematica.

Ma questo ci riporta più o meno al concetto di assioma e, come detto,


non è la risposta corretta. La regola del “meno x meno = più” è invece
dimostrabile, anche se paradossalmente è un po’ più complicato di quanto
si possa pensare considerando la semplicità dell’enunciato. Cercherò
quindi di fornire la dimostrazione nella maniera più comprensibile che
mi riesce.
Per riuscirci, dobbiamo fare un passo indietro e tornare a riconside-
rare cosa significa moltiplicare due numeri1 e che, come ricorderete
dalla scuola media, si chiamano il primo “moltiplicando” (cioè il numero
che sta per essere moltiplicato), il secondo “moltiplicatore” (cioè quello
che moltiplica il primo) e il risultato “prodotto”:

Questa espressione non è altro che una forma di scrittura compatta


per dire che vogliamo sommare il numero a sé stesso per volte. Ma
abbandoniamo subito la notazione letterale e facciamo un esempio nu-
merico che, come sempre, rende molto meglio l’idea.
Scrivere:

1 Per indicare la moltiplicazione userò il simbolo più “matematico” del pallino, an-
ziché la classica x in modo da non confondere questa lettera quando viene usata
per indicare l’incognita di un’espressione algebrica, come avviene normalmente
nelle equazioni.

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3 • 4

significa semplicemente risparmiare tempo e spazio rispetto a scrivere:

3+3+3+3
4

Naturalmente in questo esempio andiamo sul velluto perché entrambi


i numeri sono positivi, per cui trasformare a ritroso la moltiplicazione in
somma è del tutto intuitivo. Le cose cominciano a complicarsi nel mo-
mento in cui introduciamo il segno meno. Prima di farlo, però, conviene
anche in questo caso fare un altro passo indietro2 e tornare a focalizzare
il significato del segno positivo e negativo dei numeri. Torniamo quindi
al concetto fondamentale dei numeri stessi considerando quella che in
matematica viene definita la “retta dei numeri” qui sotto raffigurata, cioè
la retta composta dalle due semirette che hanno origine sullo 0 e si dipar-
tono una verso destra, quella dei numeri positivi, e l’altra verso sinistra,
quella dei numeri negativi.

Dire che un numero è positivo, come il nostro +3, significa quindi che
ci spostiamo, a partire dallo 0, di tre unità sulla semiretta di destra. Se poi
a questo numero sommiamo ancora +3, significa che dalla posizione rag-
giunta ci spostiamo di altre tre unità. Se ripetiamo l’operazione 4 volte,
arriviamo al numero +12. Analogamente, dire che un numero è negativo,
come -3, significa invece spostarsi, sempre a partire dallo 0, verso sinistra
di tre unità. E se sommiamo ancora −3, ci spostiamo di altre tre unità
verso sinistra finché, dopo averlo sommato per 4 volte, raggiungiamo il
numero −12.
Torniamo quindi alla nostra moltiplicazione e consideriamo negativo
il moltiplicando (da qui in avanti, per maggior chiarezza, indicherò anche
il segno + e racchiuderò i numeri tra parentesi):

2 È interessante notare come spesso in matematica per fare un passo in avanti biso-
gna farne prima qualcuno indietro.

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(−3) • (+4)

Valutare questa espressione non è molto più complicato di quella vista


sopra che aveva entrambi i numeri positivi. Basta infatti trasformarla
nella somma del moltiplicando −3 per 4 volte:

(−3) + (−3) + (−3) + (−3)


4

Il risultato è chiaramente −12 come abbiamo visto sulla retta dei nu-
meri, quindi:

(−3) • (+4) = −12

La faccenda si complica se invece consideriamo negativo il moltiplica-


tore:
(+3) • (−4)

Si complica perché questa espressione si legge:

Sommo il numero +3 per “meno 4 volte”.

Ma cosa vuol dire “meno 4 volte”? È evidentemente un’espressione che


facciamo fatica a comprendere. Anzi, direi che non ha proprio senso per-
ché le “volte” sono un elemento oggettivo che come tale non può essere
negativo3. Allora, come ne usciamo? Beh, qui non stiamo troppo a scer-
vellarci e chiediamo aiuto alla matematica stessa che ci insegna la nota
proprietà commutativa della moltiplicazione:

Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.

Quindi scrivere:
(+3) • (−4)

è lo stesso di scrivere:

3 Ricordiamoci che i numeri negativi non esistono in natura: noi possiamo avere 10
pecore, poi possiamo scendere a 5 pecore, poi a 2 pecore, poi a 1 pecora, infine
possiamo dire di avere 0 pecore; ma non possiamo avere −1 pecora.

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(−4) • (+3)

Ricadiamo pertanto nel caso precedente che sappiamo risolvere:

(−4) • (+3) = −12

E arriviamo finalmente al quesito di partenza, cioè di quando sia il


moltiplicando che il moltiplicatore sono negativi. Quanto vale questa mol-
tiplicazione?
(−3) • (−4) =

Per risolvere questa equazione, usiamo i “trucchetti” che si adottano


quasi sempre nelle dimostrazioni matematiche. Primo trucchetto: par-
tiamo da un’altra equazione, molto più “tranquilla”, quella che otteniamo
cambiando la moltiplicazione con una somma e sostituendo il (−4) con
un banalissimo (+3):
(−3) + (+3) =

Ovviamente questa equazione la sappiamo risolvere benissimo, basta


tra l’altro rifarsi alla retta dei numeri: se dallo 0 mi sposto di 3 unità verso
sinistra (−3) e poi da lì mi sposto di tre unità verso destra (+3), torno
sullo 0. Quindi:
(−3) + (+3) = 0

Secondo trucchetto: moltiplichiamo entrambi i membri di questa


nuova equazione per (−4):

(−3) + (+3) • (−4) = 0 • (−4)

Il risultato a destra dell’uguale è immediato: qualsiasi numero, sia esso


positivo che negativo, moltiplicato per 0 dà sempre 0. Lo zero è infatti
l’elemento nullo della moltiplicazione. Tradotto in parole semplici, visto
che moltiplicare significa sommare volte, se al nulla sommiamo volte
il nulla, otteniamo sempre il nulla.
A sinistra dell’uguale dobbiamo moltiplicare il (−4) sia con il (−3) che
con il (+3) che sono dentro le parentesi quadre, e otteniamo:

(−3) • (−4) + (+3) • (−4) = 0

Qui sembrerebbe che ci fossimo incartati perché nel primo addendo a

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sinistra torna la moltiplicazione con entrambi i fattori negativi che è pro-


prio quella che volevamo risolvere. Ma pazientiamo ancora un po’, perché
invece la moltiplicazione del secondo addendo la sappiamo risolvere (l’ab-
biamo vista sopra):
(+3) • (−4) = −12

Quindi la nostra equazione diventa:

(−3) • (−4) + (−12) = 0

A questo punto sommiamo +12 ad entrambi i membri:

(−3) • (−4) + (−12) + (+12) = 0 + (+12)

Il (−12) + (+12) a sinistra si annullano e arriviamo finalmente alla so-


luzione:
(−3) • (−4) = +12

Non ditemi che non ve l’avevo detto che era un pochino complicato.
Ma se invece di trattare la questione con l’approccio matematico puro,
la affrontiamo in termini di matematica finanziaria, il tutto diventa molto
più semplice. Facciamo l’ipotesi che il moltiplicando 3 sia un attivo mo-
netario se positivo e un debito se negativo, e che il moltiplicatore corri-
sponda invece ad un incremento (guadagno) se positivo oppure ad una
perdita se negativo. Le quattro combinazioni che si hanno sono:

(+3) • (+4) = + 12

(−3) • (+4) = − 12

(+3) • (−4) = − 12

(−3) • (−4) = + 12

ed hanno il seguente significato:


1. Ho un attivo di 3 euro sul quale realizzo un incremento (guadagno)
pari a 4 volte; ottengo quindi un attivo di 12 euro.
2. Ho un debito di 3 euro e lo incremento di 4 volte; ottengo un debito
di 12 euro.
3. Ho un valore di 3 euro che perdo per 4 volte, mi ritrovo con un debito

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di 12 euro.
4. Ho un debito di 3 euro che perdo per 4 volte. Ma perdere un debito
significa guadagnare quel valore, quindi mi ritrovo con un attivo di
12 euro.

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