Sei sulla pagina 1di 124

2

IN — Pratica
3
5 Premessa
p. 7
Sulla pratica
Per dire p. 35
p. 19
Per sommi capi
Iscrizioni Interno–esterno
grafiche, p. 95
oggetti grafici
e dimensione Dialogica
sociale e ricorsività
p. 61 p. 107

Mutue Realtà degli


realizzazioni oggetti grafici
p. 73 p. 115

Dimensione Modellizzazioni
sociale, p. 123
complessità
e sistemi Progettare
complessi l’organicità
p. 85 p. 167

Per fare
p. 187 Percorso
in atto
Per dire p. 197
(epilogo)
p. 209 Il cammino
p. 199
Appendici
p. 215 Bibliografia In sintesi
p. 226 p. 203
7 Partiamo da una semplice Avanziamo una seconda
considerazione: operando considerazione approssimata
1
nel campo della progettazione in superficie: là dove si precisano
2
grafica e, più in generale, alcune delle condizioni necessarie
del design della comunicazione, atte a garantire una possibilità
«come siamo in grado di dire di formulare razionalmente
cosa» del nostro lavoro e in una domanda (privata del
rapporto a quali conoscenze, punto di domanda), il lavoro
significati, strutture, funzioni, di rovesciamento è già in atto.
competenze, compiti, È già sottoposto all’azione del
3
responsabilità, prospettive, movimento. È già processo.
programmi e interventi. Ha già iscritto in sé la richiesta di
un cambiamento.
Parrebbe una domanda, Il lavoro sul lavoro
e in tal senso sarebbe opportuno ( sul lavoro
concludere con un punto sul lavoro )
interrogativo. di IN—Pratica fa capo a un
4
impianto teorico–pratico e a un
Tuttavia. contesto operativo che guarda
5
alla «complessità» come modello
Omettendo il segno di epistemologico di riferimento,
punteggiatura, tipografico e non, e ha nella costruzione pratica e
6
del punto di domanda, nei suoi procedimenti i propri
la domanda si rovescia e nel momenti di verifica, misurazione,
ribaltarsi si mette
mette in
in moto
moto aggiustamento.
mette in moto
mette in moto È nostra intenzione addentrarci
in modo deliberato tra i processi,
mette in moto.
i reticoli e nelle aree e nei volumi
di questa cornice.
E lì provare a rintracciare, tracciare
e condividere gli sviluppi del
percorso di riflessione e ricerca
che sul piano metodologico,
pratico e applicativo qualificano
oggi il fare–progettuale di n–o–u–s.

1. – 3. Cfr. Grafo 1 p. 13 e Appendice 3 p. 219 4. – 6. Cfr. Grafo 1 p. 13


9 Questa premessa precisa il Questi tre criteri non sono da
primato del «come» sul «cosa». considerarsi come criteri di realtà.
Si stabilisce così una disposizione La pratica è qui intesa nei suoi
tra elementi di grado differente ma termini di costruzione sociale.
nello stesso tempo fondamentali.
Da una parte,
Posta tale cornice, nella intendiamo sostenere e esplorare
7
dimensione sociale la pratica, tale tesi nella riflessione
intesa sia come pratica sociale propositiva di un fare–progettuale
8
sia come classe di pratiche di che non sia chiuso e finito tra
progettazione, è termine i piani particolari dell’edificio
10
policentrico di base e nodo n–o–u–s ma allargato quanto
privilegiato della rete più possibile a quanti più possibili
d’interconnessioni e nessi che spazi di relazioni, campi ed
intreccia dinamicamente i campi esperienze.
della progettazione grafica e Dall’altra parte,
del design della comunicazione è evidente come questa implichi
nelle da subito l’approfondimento di
con le forme con cui quei prerequisiti che la informano.
11
storicamente le relazioni sociali La visibilità è, in questo
9
si strutturano e si organizzano. particolare momento della
riflessione in atto, un aspetto
Vi è una tesi di fondo che centrale del nostro intervento,
intendiamo affermare e nel per il rapporto stringente e di
contempo indagare criticamente: interdipendenza che intrattiene
la pratica può rendersi con la pratica.
effettivamente concreta se e
solo se è in grado di essere È elemento fondante e costitutivo
socialmente accessibile, visibile della pratica. Perché sia
ed enunciabile nello spazio e nel socialmente rilevabile e possa
tempo. I suoi termini di esistenza essere messa in discorso, occorre
dipendono da come esiste nella una pratica che ne permetta
12
realtà concreta. un’organizzazione razionale.

7. Cfr. Grafo 1 p. 13 10. Cfr. Appendice 1 p. 215


8. Cfr. anche p. 35 11. Cfr. Grafo 1 p. 13
9. Cfr. Grafo 1 p. 13 12. Cfr. anche p. 29 e p. 49
11 Così, perché una pratica sia
un’organizzazione razionale
continuamente rivedibile,
osservabile ed enunciabile, è
necessario (ma non sufficiente)
che sia

visibile.

La considerazione di partenza,
presente in ogni punto
d’intersezione di IN—Pratica,
si configura come oggetto di
lavoro permanente, affermandosi
come una domanda che intende
interrogare
(
interrogandosi.
E in quest’ottica strumenta
interventi, scenari e programmi,
e formula ipotesi da sottoporre
operativamente alla
sperimentazione. Non si tratta di mettere in moto ciò
che è già in movimento.
Si tratta di sostenere quel
movimento, imparando a
conoscerlo mentre
attraversati
)
lo si attraversa
in modo molteplice e multiforme.
13
Complessità

Procedimenti

Impianto
Visibilità teorico–pratico

Pratica
Progettazione
grafica13

Responsabilità
Grafo 1.

Campo14

13. Ambito disciplinare e professionale


14. Campo del Design della Comunicazione
Dimensione sociale
15 IN—Pratica è, anche, un libro di scrittura visiva
e,
anche, un libro da scrivere.

Tra i p——i——e——n——i e
i
v u o t i
delle pagine e
le pagine
b i a n c h e

lo spazio

per nuove notazioni


e per interagire con le tavole.

Un invito a partecipare.
Nella pratica.
16

Figure 1. #visibility #notations


#visual writing
Per dire
19 Nel rapporto
Superficie

Profondo
e

in relazione al piano
15
particolare dell’Atelier n–o–u–s,
gli scopi che rientrano nel quadro
propositivo di IN—Pratica sono
evidentemente molteplici.

Il primo, il principale e il prioritario


è quello di dar conto di una
pratica, rendendola accessibile
nelle sue registrazioni, nelle sue
traduzioni, nelle sue iscrizioni,
nelle sue configurazioni,
nei suoi documenti.
15. Cfr. Appendice 1 p. 215
21 IN—Pratica si occupa di restituire Consideriamo la progettazione
e socializzare, nel piano profondo, grafica, nella sua trasversalità
alcuni dei principali nodi genetica e generativa, come
interessati dal lavoro di riflessione, una particolare disciplina a forte
confronto e costruzione in prima vocazione interdisciplinare e in
approssimazione dell’edificio stretto rapporto, in particolare, con
n–o–u–s, trasferiti nei percorsi di scienze e discipline sociali, con
16
traduzione grafica che, nel piano le neuroscienze, e con i settori
di superficie, trovano nell’Atelier multidisciplinari della tecnica e
una propria sistematizzazione e della tecnologia, e dell’ingegneria.
una propria estetica.
Per questo motivo
Nel contempo, riteniamo che,
(a) rintraccia e traccia i lati di come condizione
questo edificio in relazione a un imprescindibile
particolare momento–rete; del fare–progettuale,
(b) descrive lo stato del sistema l’interdisciplinarità
complesso, aperto e dinamico che debba tendere
17
lo sottende; sempre più
(c) precisa lo stadio di tal edificio verso
inteso nel suo carattere vivente, un razionale
in rapporto a un determinato e dialettico
sviluppo del processo evolutivo sistema transdisciplinare.
che lo implica, là dove il concetto
e la categoria di «vivente»
(che nulla ha a che fare con
la corrente di pensiero del
vitalismo), si riferiscono,
nella loro generalizzazione,
all’esistenza oggettiva e al
carattere di dinamicità (secondo
un certo grado) che qualificano
un determinato oggetto (oggetto
di qualsiasi tipo) inserito in una
particolare rete di relazioni.

16. Cfr. Grafo 8 p. 203 e Appendice 2 p. 217


17. Cfr. anche p. 85
23 Se nella dimensione sociale crediamo che la struttura generale
il progetto grafico è una costante che tiene assieme i processi
il progetto grafico è una costante e le pratiche di progettazione,
il progetto grafico è una costante nella loro varietà, nella rispettiva
il progetto grafico è una costante autonomia e nel complesso delle
il progetto grafico è una costante interrelazioni presenti, debba
il progetto grafico è una costante essere in grado di sostenere e
il progetto grafico è una costante guidare una pratica razionale,
il progetto grafico è una costante coerente e rigorosa, critica e
il progetto grafico è una costante riflessiva, che investa e impegni il
il progetto grafico è una costante fare–progettuale quotidianamente,
il progetto grafico è una costante in tutti i suoi interventi, in un’ottica
il progetto grafico è una costante di ricomposizione del
il progetto grafico è una costante « la
il progetto grafico è una costante v o
il progetto grafico è una costante r o
il progetto grafico è una costante ooooooo o o o i
il progetto grafico è una costante n f
il progetto grafico è una costante fff r
il progetto grafico è una costante r a n n n
18
il progetto grafico è una costante t uu u m iiiiiiiiiiiii »
il progetto grafico è una costante che
il progetto grafico è una costante – costante del secolo scorso –
il progetto grafico è una costante continua a caratterizzare
il progetto grafico è una costante significativamente questa fase
il progetto grafico è una costante storica, operando in un continuo
il progetto grafico è una costante ridimensionamento di campi
il progetto grafico è una costante e applicazioni ancora oggi
il progetto grafico è una costante diffusamente considerati nel loro
il progetto grafico è una costante isolamento e nella loro isolata
il progetto grafico è una costante specializzazione.
il progetto grafico è una costante
il progetto grafico è una costante Reputiamo essenziale, in questo
il progetto grafico è una costante senso, rimettere la ragione,
il progetto grafico è una costante come centro vivente, al centro
imprescindibile dei processi della progettazione grafica e dei
comunicativi e interazionali, processi di progettazione.
18. Bourdieu, 1994
25 Una ragione pratica Una ragione che guardi alle
e una pratica della ragione. scienze e alle tecniche, alle
scuole, agli indirizzi di ricerca, ai
Una ragione che abbia nel dialogo, maestri, agli autori e alle estetiche,
nella logica e nella dialettica sul piano storico, nei loro intrecci e
i suoi cardini epistemologici, nei loro sviluppi, come patrimonio
metodologici, pratici e operativi, indispensabile nel quale e col
e nella riflessione il criterio quale confrontarsi nella pratica
generale col quale precisare la progettuale quotidiana.
rete di ragioni e i piani intermedi Una ragione che abbia nel Basic
dell’impresa conoscitiva, Design odierno sia il corpus
della prassi e delle pratiche di teorico e metodologico alla base
progettazione. della propria pratica disciplinare
e professionale, sia uno dei
Una ragione che abbia principali campi di ricerca e
nella «spazializzazione» sperimentazione.

uno dei suoi concetti primi. Una ragione che, coerentemente


(nel senso della fisica), sia
Una ragione che guardi alla capace di porre in discussione e
scienza della complessità e che rovesciare, in modo puntuale,
19
sia in grado di rendere conto dei locale e globale, il configurarsi
sistemi complessi, aperti, dinamici di abiti interpretativi che, nella loro
e creativi della realtà. staticità, agiscono per continue e
radicate riduzioni agli automatismi
20
Una ragione che sia capace di elementari del senso comune
cogliere obiettivamente nella e del pensare abitudinario, delle
sua pratica le costanti dei piani concezioni a priori, delle certezze
particolari della realtà, con le loro certe e inviolabili.
dimensioni, le loro strutture e le Una ragione che sia in grado di
loro dinamiche, e, nel contempo, cogliere movimento, processi,
le differenze, gli scarti, le interazioni e trasformazioni che
emergenze negli intervalli profondi caratterizzano la dimensione
così come in quelli di superficie. sociale e che in essa si realizzano,
nel loro rapporto di reciproco
condizionamento.

19. Apostel, 1968, p. 9. Cfr. Grafo 2 p. 27


20. Cfr. Appendice 4 p. 225
27 La ragione come centro vivente Grafo 2.
Spazializzazione di un processo
particolare al centro del progetto
e proprietà.
grafico e dei processi di
progettazione, sul piano intra– e Puntuale:
si presenta in un istante qualsiasi.
inter–disciplinare e professionale,
Locale:
è, nei suoi termini più estesi e
relativa alle strutture e ai momenti
profondi, uno dei presupposti (con le proprie fasi e i propri stadi).

alla base dello spazio di relazioni Globale:


21 precisa le sue linee di sviluppo,
che coinvolge n–o–u–s , ed è
gli effetti di novità e le emergenze
in rapporto a tale premessa che che esso produce.
il nostro intervento si fa corpo
facendosi spazio. In esso si

Puntuale
precisa come proposta, ipotesi,

Processo
oggetto di ricerca e di lavoro.

Ragione, conoscenza e pratica


sono alcuni degli elementi fondanti
che concorrono a costituire il
reticolo che riveste e alimenta
Globale

l’edificio n–o–u–s, nei suoi piani


particolari, in tutti i suoi oggetti,
Locale

nei suoi dispositivi e nei suoi


strumenti, nei suoi percorsi e nei
22
suoi cammini.
Conoscenza

Un secondo aspetto, che


intendiamo evidenziare sin da ora
Ragione

indipendentemente dai richiami


che appariranno in seguito,
Ambiente

emerge da e in questo reticolo


e nel rapporto tra i nodi e
le condizioni materiali che
n–o–u–s

caratterizzano storicamente
la dimensione sociale che ci
Pratica

chiama in causa.

Grafo 3.

21. Cfr. Appendice 1 p. 215


22. Cfr. Appendice 2 p. 217
29 La nostra capacità di conoscere Una ragione incapace di
la realtà concreta descrivere e spiegare
( / \ ) il progresso di un pensiero,
( \ /\ ( ) non è un’organizzazione di
24
( / \ / ) pensiero razionale.
( / \ / ) (Anche)
( \ / / ) (
( /\ \ ) (
( / / \ ) (
attraverso continui Per questo motivo, riteniamo
23
processi di approfondimento sia indispensabile fare luce
e per successive e sempre sulla pratica e rendere visibile
più profonde e articolate il fare–progettuale; rendere visibili
25
approssimazioni – una realtà i processi, i percorsi, i cammini,
comunque irriducibile ai i dispositivi e gli strumenti della
processi con i quali si cerca di pratica,
comprenderla – è strettamente \
intrecciata con la nostra capacità nei loro sviluppi,
di intervenire dialetticamente e (
concretamente su di essa. nelle loro attuazioni e
(
Allo stesso tempo, nelle loro applicazioni,
la pratica è — tramite /
\ con i loro limiti
e criterio di verifica e nei loro approfondimenti.
della conoscenza. Tal esigenza, oltre ad assumere
su di sé una competenza e
Una ragione razionale deve essere una funzione programmatica,
in grado di rendere conto degli si configura come particolare
approfondimenti, nella pratica, di procedimento di uno specifico
una conoscenza sempre rivedibile impianto teorico–pratico in
e, conseguentemente, perfettibile. formazione. È un nodo di
relazione di questo impianto e
un fattore costitutivo della nostra
prassi e delle nostre pratiche di
progettazione.

23. Cfr. anche pp. 145–147 24. Cfr. anche p. 9 e p. 49


25. Cfr. Appendice 2 p. 217, Grafo 8 p. 203,
Grafo 10 p. 217 e anche pp. 193 –199
26
31 Il processo è il prodotto.

Nel processo,
la ragione,

la prassi

e le pratiche Gli spazi della dimensione


di progettazione si fanno spazio in sociale sono spazi di relazioni
rapporto a un orizzonte temporale, oggettive socialmente strutturati,
e si realizzano liberandosi dal storicamente determinati e situati.
principio di determinazione
istantanea, dagli interessi Non solo siamo pienamente
immediati e utilitaristici e dalla e necessariamente avvolti da
logica della compartimentazione questa condizione ma adottiamo
che vorrebbe divisi momenti che questo stesso rapporto dialettico
invece costituiscono la medesima d’internità come criterio fondante
particolare totalità. del nostro fare–progettuale.

La realtà concreta, anche nelle sue Progettare nella dimensione


unità più infinitesimali, è materia sociale significa per noi progettare
fatta di relazioni. anzitutto modi di essere delle
relazioni. Cultura del progetto e
La dimensione sociale è, nella pratiche di progettazione sono,
realtà concreta, lo spazio delle in questo senso, la soglia di
forme con cui le relazioni sociali emergenze che si costituiscono
si strutturano e organizzano socialmente.
storicamente.

26. Cfr. Appendice 2 p. 217, Grafo 8 p. 203


e anche pp. 167–181
33

Figura 2. #criterio #enunciabilità #critica #riflessività


#approfondimento #autonomia
35 Sulla pratica Tali proprietà,
(
La pratica cui guardiamo è tali competenze,
da intendersi sempre come (
pratica sociale: pratica collettiva tali condizioni operative,
interna alla dimensione sociale /
e alle sue relazioni, al suo si precisano come fondative di
processo di sviluppo storico una pratica che, nei suoi termini
e ai suoi cambiamenti, con più profondi e generali,
i suoi individui e le loro condizioni intende
materiali di vita storicamente \
27
determinate e situate. confrontarsi,
verificarsi
La pratica è uno dei e misurarsi quotidianamente
principali oggetti di lavoro col carattere
e di approfondimento che \
caratterizzano e accompagnano aperto,
il nostro intervento nel suo dialogico
complesso e in tutte le sue e dinamico
applicazioni. /
proprio della realtà concreta della
In questo senso, la pratica non dimensione sociale.
va confusa né con la pratica
individuale né, tantomeno, con Nel dialogo e nella dialettica
quella pura e semplice. tra le strutture oggettive della
La pratica di cui stiamo parlando, dimensione sociale e le strutture
oltre al carattere sociale già incorporate di un soggetto
28
menzionato, è intesa essere come collettivo agente, teoria della
deliberata e razionale; questi pratica teorica e teoria della
29
due fattori sono da ritenersi sia pratica devono essere in grado
condizioni operative, compresenti di trasferire, tradurre e iscrivere
e programmaticamente tali proprietà nei fattori costitutivi
interdipendenti, sia elementi di una pratica che,
qualificanti. in pratica,
si fa essa stessa oggetto.

27. Cfr. Grafo 1 p. 13 e Appendice 3 p. 219 28. Cfr. Appendice 3 p. 219


29. Bourdieu, 1994
37 Così, In sintesi, una pratica che,
nella sua oggettività, secondo un certo grado,
( si costituisce e agisce come
nella sua oggettivazione e deliberata,
( (
nella sua oggettualità, razionale,
la pratica, intesa allo stesso (
tempo (necessariamente e aperta,
conseguentemente) come (
particolare totalità, dinamica,
oggetto (e concetto e categoria), (
nodo di relazione attiva,
e complesso di azioni in atto (
organizzate in strutturata e
\ (
30
percorsi e cammini, strutturante.
/
non è mai statica, Là dove il piano profondo del
( pensiero scientifico e della
non è mai definitiva, riflessione razionale e il piano di
( superficie dell’esperienza diretta
non è mai ultima, sono inscritti nella realtà – una
( realtà comunque irriducibile ai
non è mai assoluta processi che sottendono l’uno
( e l’altro piano – non come parti
né isolata né isolabile in assoluto isolate e tenute assieme (di volta
dalla trama di relazioni entro cui in volta) da ingenui meccanismi
si configura, non è mai esterna (meccanici, automatici ed
31
alla realtà concreta che, elementari) di accostamento,
al contrario, ma in quanto parti costitutive e
\ interagenti della medesima unità
la avvolge, dialettica che è, allo stesso tempo,
\ spaziale,
la implica e articolata,
\ stratificata
la coinvolge. e multidimensionale.

30. Cfr. Appendice 2 p. 217, Grafo 8 p. 203, 31. Cfr. Appendice 4 p. 225
Grafo 10 p. 217 e anche p. 121, pp. 193–199
39 Una pratica che, nella sua È all’interno dell’unità tra Profondo
internità, non trascende mai il e Superficie, nel complesso e nella
mondo dell’esperienza di una complessità dei rapporti che ne
realtà che è, per quanto abbiamo qualificano oggettivamente natura,
avuto modo di scrivere sino a qui, interdipendenze e strutture che,
contemporaneamente fenomenica a nostro avviso, va ricondotta
e indipendente dal soggetto la prescrizione epistemologica
32
conoscente. bachelardiana della separazione
tra conoscenza comune e
35
Una pratica che è pienamente e conoscenza scientifica.
costantemente interna allo stesso
quadro relazionale che implica, Una s e p a r a z i on e
nel medesimo tempo, teorie che, così, subordinata e del
scientifiche e dati empirici. tutto funzionale a una dimensione
dialettica, distingue in modo
Una pratica che, proprio per rigoroso, — relazionale
questo, non può accogliere né la \
tesi empirista, che «tende a ridurre e relazionato,
tutto il mondo a un insieme di dati /
immediati, connessi fra loro dal posizioni,
33
soggetto conoscente», né quella disposizioni,
pragmatista, secondo la quale linguaggio scientifico e
«gli oggetti che costituiscono il linguaggio ordinario,
mondo, di cui si occupa la scienza, tecniche,
non posseggono a rigore una ruoli,
esistenza propria in quanto questa proprietà,
sarebbe unicamente garantita dal autonomie,
34
nostro operare su di essi». competenze,
funzioni,
programmi,
non come termini isolati, tra loro
e in assoluto, ma come piani
intermedi costituenti un piano più
generale, una totalità dinamica.
Una s e p a r a z i on e
che non si distacca mai dal mondo
né dall’azione nel mondo.

32. Geymonat, 2006 35. Bachelard, 1934, 1938, 1969


33. Geymonat, 2006, p. 89
34. Geymonat, 2006, pp. 89–90
41 Se «la verità è nel profondo» come È sempre entro e in relazione
affermava Democrito, la pratica cui a tale unità e nella spazializzazione
ci riferiamo, in stretto e continuo del tempo della pratica riflessiva
rapporto con la riflessione nel rapporto tra teoria e prassi
storica, ha, per usare un’efficace che, negli innumerevoli e tessuti
36
espressione di Quine, oltre tragitti che collegano
l’«orlo osservativo del linguaggio» Profondo e
dove «si esprime la scienza», /
i suoi impianti concettuali e Superficie,
categoriali, i suoi oggetti di \
conoscenza, i suoi dispositivi tra piani intermedi e
e i suoi strumenti conoscitivi, (
le sue transitorietà, i suoi particolari segmenti
approfondimenti e la sua crescita. di località,
/
E ha nelle stratificate interrelazioni tra prossimità e
tra Profondo e (
/ correlazioni,
Superficie, la nostra capacità di conoscere
\ la realtà è dialetticamente
le sue attuazioni, intrecciata con la nostra capacità
le sue applicazioni, di intervenire attivamente e in
le sue risposte, modo deliberato su di essa. Di
le sue verifiche, intervenire attivamente su di essa
le sue determinazioni e in termini di trasformazione.
i suoi sviluppi particolari
/ Una pratica che è, quindi,
nello sviluppo storico dinamicamente trasformatrice, per
più generale della dimensione carattere, nei suoi programmi e
sociale e della conoscenza umana, nelle sue applicazioni.
e, in particolare, della conoscenza
scientifica. Una pratica che, nelle sue parti
e nei suoi processi, quindi anche
nel piano Profondo della pratica
conoscitiva, non è mai neutrale
né puramente arbitraria.

36. Bellone, 1994, p. 17


43 A questo punto vale la pena
riprendere le parole del Maestro
della Filosofia Ludovico Geymonat:

«se la scienza ci portasse a una conoscenza assoluta


della realtà, noi potremmo sostenere che essa è in un
certo senso neutrale, perché le verità che ci procura –
in quanto assolute – non dipenderebbero in alcun modo
dal soggetto che conosce, né dalle condizioni sociali
in cui egli opera, né dalle categorie logiche o dagli
strumenti osservativi usati per conoscere.

Se, viceversa, nelle scienze (e conseguentemente


nella concezione generale del mondo che su di esse
si regola e misura) non fosse presente il secondo
fattore di cui abbiamo testé parlato, le scienze e la
filosofia risulterebbero delle costruzioni puramente
soggettive: costruzioni senza dubbio non neutrali,
perché dipendenti per intero dall’uomo che compie le
ricerche scientifiche e dalle condizioni sociali in cui egli
opera, ma in ultima istanza non neutrali solo in quanto
arbitrarie. Solo la conoscenza dei due anzidetti fattori
– l’uno soggettivo, l’altro oggettivo – ci fa comprendere
che la scienza non è né neutrale né arbitraria. E solo
l’esistenza di un incontestabile rapporto dialettico tra
tali due fattori ci fa comprendere che la scienza non
è suddivisibile in due momenti separati (l’uno non
arbitrario e l’altro non neutrale) ma è, nella sua stessa
globalità, non arbitraria e non neutrale, cioè possiede
37
questi due caratteri intrinseci e ineliminabili».

37. Geymonat, 1977, pp. 117–118


44
47
49 Se da una parte La pratica, così, nel suo costituirsi
la pratica, per come fino a qui tra fattori soggettivi e oggettivi,
è stata descritta, e la pratica si fa forte dei propri limiti per agire
conoscitiva in particolare, è su di essi.
sempre aperta ad apprendere, a
rimettere in discussione e rivedere È in rapporto all’oggettivazione
il sapere e i propri strumenti, ad di tali limiti che si rende possibile
approfondire le approssimazioni cogliere gli aspetti di novità che
precedenti in nuove e più emergono dinamicamente negli
complete approssimazioni, sviluppi che la interessano, e che
dall’altra parte si rende possibile sostenere i
38
è necessario che si precisino processi di approfondimento che
e si rendano visibili i limiti ne segnano i termini della crescita.
che tracciano e concorrono a
qualificarne e quantificarne stato È proprio la consapevolezza di
e stadio in relazione a un certo questi limiti e di questa continua
intervallo (nuovamente in senso rivedibilità che conferisce alla
dinamico e in modo globale, pratica cui ci riferiamo la sua
locale e puntuale, e in relazione ai forza, la sua affidabilità, il suo
processi che la sottendono). ruolo basilare.

«Se un’organizzazione di pensiero


non può essere il racconto di un progresso di pensiero»
e di una pratica (e delle sue attuazioni), là dove,
come abbiamo visto, i due termini sono interessati
da un rapporto di mutua dipendenza, «non è ancora una
39
organizzazione razionale».

In questo rapporto di reciprocità, rendere conto di un oggetto col


il soggetto agente, nella pratica quale intrattiene, evidentemente,
di oggettivazione della propria una relazione ricorsiva, dialogica
pratica, deve essere in grado di e, più in generale, dialettica.

38. Cfr. anche pp. 145 –147


39. Bachelard, 1975, p. 159.
Cfr. anche p. 9 e p. 29
51 Si tratta così di un oggetto che Laddove l’adozione del «punto di
nei processi di riflessione, vista della riflessività non significa
trasferimento e rinunciare all’oggettività, ma
traduzione, mettere in discussione il privilegio
incorpora fattori che lo implicano del soggetto conoscente, che
direttamente. In questo senso, arbitrariamente viene esonerato,
rendere visibile la pratica in quanto puramente noetico, dal
41
comporta inevitabilmente lavoro di oggettivazione».
«oggettivare il soggetto Non solo; è anche nella riflessività,
40
dell’oggettivazione»: infatti, che è possibile garantire e
è necessario, quindi, che soggetto misurare l’autonomia del soggetto
agente e pratica si rendano visibili agente e della pratica esperita
e si facciano oggetto nel rapporto nei suoi attraversamenti, nella
di reciproco condizionamento relazione tra la pratica soggettiva
che li tiene assieme e nelle e le disposizioni degli spazi
differenti autonomie che li di relazioni e dei campi che la
contraddistinguono. implicano e la coinvolgono.
La riflessività agisce, pertanto,
La riflessività, in quanto spazio in primo luogo e soprattutto,
e pratica discreti, emerge e si sul modus operandi e non, a
configura in questa cornice come posteriori, come più diffusamente
42
una condizione fondamentale della avviene, sull’opus operatum.
pratica nel suo complesso e, per Rendere visibile e (di
quanto più da vicino ci riguarda, conseguenza) trasmissibile e
della progettazione grafica. accessibile la pratica, come
organizzazione di pensiero
Attivando tutti i criteri pratici, razionale, contenuti e saperi,
le tecniche, schemi e programmi di azione,
i dispositivi e comporta che si vengano a
gli strumenti precisare, per gradi distinti
necessari, nella differenziazione di profondità, le condizioni
degli spazi di tempo interni a un necessarie perché si renda
particolare processo, la riflessività effettivamente possibile osservare
interviene praticamente nel (osservandosi) e visualizzare
tempo reale della pratica e della (visualizzandosi) come la pratica
dimensione empirica del soggetto. operi praticamente.

40. Bourdieu, 1992, pp. 159–168 41. Bourdieu, 1992, p. 167


42. Paolucci, 2011, pp. 119–126
53 Come progettisti (grafici) cammini, le sue significazioni,
intendiamo garantirci la facoltà di i suoi dispositivi e i suoi
44
poter mettere il nostro lavoro in strumenti) sia (nel contempo
discorso potendone rendere conto e come condizione generale
in tutti i suoi aspetti costitutivi necessaria) nodo di relazione
e attuativi, in modo critico con primo e piano particolare di
quelli che sono gli strumenti della verifica dello spazio dell’agire che
razionalità, problematizzando e si fa spazio e dimensione.
strumentando tale possibilità, Questo è stato, del resto, l’assunto
così che rendere conto del nostro iniziale attorno al quale n–o–u–s
lavoro rendendo conto di ha iniziato a prendere corpo.
43
n–o–u–s come soggetto agente
non sia né un’astratta opzione né Come già abbiamo avuto modo
una cieca arbitrarietà lasciata al di affermare, l’atteggiamento
caso, ma una concreta e costante interdisciplinare rappresenta una
(strutturata e strutturante) parte precondizione indispensabile.
del lavoro da fare. Relativamente ai presupposti che
sottendono il nostro intervento e
consapevoli di quelle che sono
Rendere visibile le nostre peculiari e comunque
circoscritte competenze,
la pratica l’atteggiamento interdisciplinare
è quanto più possibile diretto
che si rende visibile alla precisazione di un sistema
transdisciplinare – laddove
molteplici sono le trasversalità
risponde a un’ulteriore esigenza che coinvolgono discipline, campi,
che, proprio per l’importanza ambiti teorici e pratici, impianti
decisiva che a nostro avviso concettuali, strumenti, linguaggi
ricopre, abbiamo ritenuto e così via. La conseguenza
opportuno richiamare ed immediata è che è anzitutto
evidenziare in più occasioni. nella pratica e nelle forme delle
Reputiamo, infatti, che proprio sue attuazioni che si andranno a
la pratica (come oggetto, nella precisare i processi necessari alla
sua oggettivazione e nei suoi costituzione di una rete di piani
attraversamenti, con i suoi intermedi adeguati a sostenere
processi, i suoi percorsi, i suoi un siffatto complesso edificio.
43. Cfr. Appendice 3 p. 219 44. Cfr. Grafo 8 p. 203 e anche pp. 177–181,
pp. 189 –201
55 Una rete di piani intermedi che, Riprendendo e facendo nostra
47
in e per un particolare spazio di un’immagine di Gottlob Frege,
tempo, si determina e si stabilisce come geografi, mentre
come prodotto di uno specifico attraversiamo la superficie del
45
processo di complessificazione, mare, prendiamo nota delle
mantiene quelle stesse proprietà coste, tracciando la pratica e
che abbiamo avuto modo di rintracciando nel mare quei
nominare già in precedenza. fili di complessità che hanno
caratterizzato ambiti, indirizzi
In questa nostra sommaria di ricerca, esperienze, autori
proposta, che stiamo avanzando in e applicazioni, nel tentativo di
primo luogo a chi come noi opera riprendere praticamente un
nel campo della progettazione possibile filo del discorso, un
grafica e della comunicazione, possibile spazio per la pratica e la
non c’è evidentemente nulla di progettazione.
avveniristico.
Guardiamo Per una proposta che si faccia
\ ipotesi e poi oggetto di lavoro,
alla scienza, ricerca, approfondimento.
)
alla pratica collettiva e Desideriamo non ci siano equivoci
) a tal proposito: non stiamo creando
al fare–progettuale nel il mare (e le coste) ma stiamo solo
fare–quotidiano iniziando a conoscerlo.
/
con gli occhi dello studente.

Come Socrate, siamo studenti


che sanno di non sapere e, da
studenti, guardiamo a una pratica
conoscitiva e a una conoscenza
che, socialmente e storicamente
limitata e strutturata, sempre
rivedibile e perfettibile, «[...] non si
nutre di certezza: si nutre di una
46
radicale mancanza di certezze».

45. Cfr. anche p. 147 (4.4) 47. Bellone, 1994, p. 33


46. Rovelli, 2014, p. 228
58

Figure 4. #reason #knowledge


#practice #spatialization
#emergency
59

Figura 4. #ragione #conoscenza #pratica


#spazializzazione #emergenza
Per sommi capi
61 Iscrizioni grafiche, oggetti grafici e
dimensione sociale Limitatamente all’ambito di ricerca
49
n–o–u–s (evidentemente non
Quello della progettazione grafica separabile in assoluto dai relativi
48
è un campo i cui prodotti e le riferimenti teorici, dalle traduzioni
cui molteplici attività (disciplinari e dalle rielaborazioni che
e professionali) si articolano caratterizzano e accompagnano
50
variatamente nei multiformi strati il lavoro di approfondimento),
e negli innumerevoli intrecci della con «iscrizione grafica» s’intende
dimensione sociale. il prodotto particolare di un
processo pratico che tramite
La progettazione grafica interviene pratiche di progettazione conduce
nei processi comunicativi, a una registrazione grafica
per mezzo di scritture visive, socialmente accessibile: una
nel disegno d’iscrizioni grafiche registrazione grafica, cioè, avente
51
che, nello stesso tempo, una «rilevanza sociale» e che,
si configurano come di conseguenza, può essere
\ condivisa e condivisibile con altri.
ambienti, La parte «grafica» del termine
dispositivi e composto indica sia l’attributo
strumenti, che qualifica e particolarizza
/ l’elemento della «iscrizione», sia
in tutte le reti di relazioni, in azione una classe specifica di iscrizioni.
reciproca, che li coinvolgono.
Un’iscrizione grafica definisce
in modo sintetico e reticolare
\
le strutture,
l’architettura,
le competenze,
le proprietà,
le prescrizioni,
il programma d’azione
/
registrati su uno specifico
supporto alla base di un certo
oggetto grafico.

48. Cfr. Grafo 1 p. 13 e anche p. 7, p. 55, 49. Cfr. Appendice 1 p. 215, Grafo 1 p. 13
p. 125 e p. 209 e anche p. 7
50. Cfr. anche pp. 145 –147
51. Ferraris, 2009
63 Allo stesso tempo, il disegno Per logica conseguenza, ogni
dell’iscrizione grafica e delle sue oggetto grafico, inteso come
componenti delinea e incorpora «edificio» discreto d’iscrizioni
i fattori di rispondenza significativi grafiche che si costituisce
individuati nell’interrelazione socialmente per mezzo di processi
tra l’oggetto grafico e il mondo pratici, è da considerarsi sempre
52
sociale cui è destinato, un «oggetto sociale».
stabilendo in questo modo i
caratteri di permanenza nello La generalizzazione dei concetti
spazio e nel tempo. e delle categorie operative
di «oggetto» e «iscrizione» ci
Mondo (sociale) che si precisa, consente, poi, di rilevare e
nel lavoro di progettazione, come trattare – nella loro complessità
scenario (o insieme di scenari) e, per gradi – iscrizioni e oggetti
in questo senso, come contesto in relazione a un certo quadro
caratterizzato (anche) da fattori osservativo. Il concetto e la
ipotetici e potenziali. categoria di «edificio» permettono,
a loro volta, di visualizzare,
attraversare e rappresentare
questo modo di procedere per
gradi di profondità tra loro relati,
senza che questo tipo di approccio
(pre–)
determini
(e pre–
giudichi)
il carattere oggettivo dell’elemento
osservato che, in quanto tale, è
indipendente dai criteri con i quali
lo si conosce. Così, un «oggetto»
rispetto a un quadro1 può
presentarsi come una particolare
«iscrizione» (di iscrizioni) in
relazione a quadro2 (più profondo
del primo), e parte di un «oggetto»
(di oggetti) più articolato.

52. Akrich, 1987–1992, pp. 57–59


65 Nei suoi termini più profondi, il In modo schematico,
compito del progettista è, possiamo tradurre questo
a questo punto, quello di tracciare rapporto–di–rapporti come segue
i criteri e i modi di esistenza
con i quali l’oggetto grafico, /
a prescindere dal grado di (dimensione sociale ———
complessità che lo caratterizza (oggetto grafico :
e in base alle iscrizioni grafiche (iscrizione grafica —
che concorrono a configurarlo, iscrizione grafica)))
aderirà alle reti di relazioni che lo /
coinvolgeranno nelle situazioni
sociali concrete, intervenendo dove
così, direttamente, anche nello il simbolo « ——— » sta a indicare
spazio delle forme con cui le genericamente una correlazione,
relazioni sociali si strutturano il simbolo « : » un legame riflessivo
e organizzano socialmente, (che, sempre genericamente,
culturalmente, storicamente. trattiamo come una correlazione
più stringente o, in altri termini,
È anche e soprattutto per questa come una intima corrispondenza)
ragione che la responsabilità e, infine,
(che investe e accompagna il il simbolo « — » un rapporto di
progettista, il fare–progettuale interdipendenza.
e l’oggetto progettato) non può
essere relegata a mero etico Riguardo allo schema grafico
ideale, ma deve fattivamente presentato, la «dimensione
tradursi come particolare sociale» è permanente
elemento costitutivo della pratica (in termini di avvolgenza),
nel suo complesso. si estende in modo globale ed
è attraversata costantemente,
nel suo movimento storico,
da una moltitudine di processi,
tra i quali quelli relativi alle
iscrizioni e agli oggetti grafici.
67 Su queste basi, non è solamente Il carattere «visivo» della «scrittura»
il piano particolare entro il quale si dà, anzitutto, in rapporto alle
andrà a disporsi e a dispiegarsi iscrizioni che per configurarsi
l’oggetto grafico a essere tali devono poter essere, nel
coinvolto, ma anche il piano contempo, socialmente accessibili,
particolare entro il quale l’oggetto osservabili e messe in discorso,
grafico andrà configurandosi in così da sostenere concretamente
prima istanza. la condizione, necessaria ma
non sufficiente, di «visibilità». È in
Se per n–o–u–s l’elemento visivo rapporto a tali prerequisiti, e nella
è certamente preponderante, ed progettazione di rispondenze che
è storicamente e culturalmente soddisfino in maniera adeguata
immediata la logica connessione la relazione tra un certo contesto
tra progettazione grafica e e l’oggetto della progettazione
comunicazione visiva, parlare di interessato, che si parla di
« «
scrittura scrittura

visiva visiva
» »
come dispositivo–linguaggio
generale nell’organizzazione Come il fare–progettuale
dell’esperienza pratica e guarda in modo interdisciplinare
progettuale, implica non solo alla progettazione, ai processi
– nella superficie del senso comunicativi e alla comunicazione
comune e del linguaggio nei suoi aspetti più estesi e
ordinario – una rottura netta e un profondi, là dove – anche quando
superamento della «opposizione coinvolge primariamente il
che viene di consueto instaurata disegno grafico – la dimensione
53
tra immagine e scrittura», ma visiva è solo una particolare
comporta, anche e soprattutto, parte costitutiva di uno spazio
non chiudere la «scrittura» (con topologico più articolato,
i suoi momenti, i suoi atti, i suoi così i prerequisiti qui esposti
strumenti, le sue tecniche e così sono da intendersi anzitutto in
via) unicamente su una specifica un’ottica ecologica e, in questo
tipologia di supporti e messaggi e senso, sempre e comunque
sull’organo di senso della vista. plurisensoriale.
53. Lussu, 2010 (www)
68
71
73 Mutue realizzazioni principiarsi, ma investe in modo
pervasivo sia la dimensione
I caratteri di accessibilità, metodologica e pratica della
visibilità ed progettazione, sia il particolare
enunciabilità prodotto interessato dal processo
54
che qualificano le iscrizioni di progettazione.
grafiche, e che si presentano
come condizioni operative Esattamente come, infine (e in
nei processi di progettazione e, modo ancora più evidente per
più in generale, l’assenza di corrispondenze tra
nei processi comunicativi intesi oggetto progettato e ambiente e le
nel loro movimento, portano a conseguenti incongruenze in atto),
un ribaltamento del concetto ogni rapporto tra l’oggetto grafico
di «realizzato», e tale progettato e il mondo sociale nel
approfondimento si riflette, quale è disposto.
trasferisce e Limitatamente ai primi due
traduce aspetti, infatti, l’esaurimento
nella stesura e nelle applicazioni meccanicamente stabilito che
delle «scritture». qualifica il prodotto finito si limita
ad assumere e incorporare in
Un approccio staticizzante, modo automatico ed elementare i
invece, tende inevitabilmente caratteri di una pratica a sua volta
ad associare alla nozione di statica, chiusa e isolata.
realizzato solo il prodotto finito,
isolato da tutto il resto e inteso Per quanto riguarda l’ultimo dei
come la conseguenza di una tre aspetti rilevati, è evidente
determinazione istantanea. come in questo procedere per
L’implicazione derivante da tale chiusure (di pratiche, iscrizioni,
visione porta alla sottrazione competenze, programmi ecc.),
di quelle competenze e di quei non sia obiettivamente possibile
programmi nei quali sono iscritti i attendersi – poiché non prevista
termini che caratterizzano le sue – la generazione di spazi e
funzioni di agente–rete. margini adeguati a sostenere
attriti, mediazioni, aggiustamenti,
Così, si viene a fissare una variazioni, modificazioni,
chiusura a priori, che non solo ristrutturazioni nelle molte
è predeterminata già nel suo situazioni interazionali.
54. Cfr. Appendice 2 p. 217 e anche
pp. 167 –181, pp. 187 –203
75 Tuttavia, Così, sia le strutture e le proprietà
55
come precedentemente esposto, costitutive (considerando
le iscrizioni grafiche sono le iscrizioni grafiche), sia
– nei loro termini generali – le condizioni operative di
emergenze che si costituiscono accessibilità, osservabilità ed
(in ogni caso e in ogni frangente) enunciabilità (considerando il
entro e in rapporto a un particolare fare–progettuale e l’insieme
intervallo della delle interazioni situazionali) non
nella dimensione possono che stabilirsi, in modo
sociale: entro, quindi, puntuale, locale e globale, se non
un particolare intervallo che si per mezzo di attività collaborative
definisce mutuamente organizzate che
nel rapporto tra investono e attraversano spazi
un certo spazio di relazioni e processi (comunicativi,
interazionali, progettuali) nel loro
per un certo spazio di tempo, complesso e nel loro movimento.
tra
processi comunicativi,

correlazioni
Iscrizione

e interdipendenze. Mutuazioni

Grafo 4.
Puntuale

Processo

Pratica
Globale

Locale

55. Cfr. < stringa #1 > p. 65


77 Sul piano operativo, possiamo così disposto e agente nel mondo
individuare due macro momenti, sociale) è qualcosa che avviene,
tra loro relati e reciprocamente che si verifica, nel suo dispiegarsi.
condizionanti, nei quali le iscrizioni
grafiche andranno (mutuamente) Tra i due macro momenti indicati,
a realizzarsi: il primo concerne ne interviene di regola un terzo
l’intervallo e i processi entro che si colloca in relazione al
e in rapporto ai quali saranno simbolo « : » di riflessione:
materialmente prodotte; l’intervallo di questo particolare
il secondo momento, invece, momento coincide con lo spazio
riguarda i processi e l’insieme e la relativa fase di passaggio da
d’interazioni che, successivamente «cosa1» a «cosa2».
al primo, andranno a implicarle.
Il simbolo « —> » indica
In modo schematico, convenzionalmente la direzione
potremmo tradurre questo relativa all’evoluzione del
rapporto (sui cui caratteri si dirà processo che, dato il carattere
poi) come segue: di irreversibilità che la
contraddistingue, si estende in
/ termini di spazializzazione anche
«come succede cosa» : nel tempo.
«come cosa succede»
/ Così il caso più semplice e
circoscritto implica sempre
in altri termini un certo numero di momenti
momenti
/ momenti
(come —> (cosa1)) : (ai quali corrispondono intervalli,
(come (cosa2) —>) fasi, stadi).
/
Almeno tre.
dove «cosa1» è qualcosa ( tre.
che avviene, che si verifica, tre. )
configurando «cosa» in prima E tra loro strettamente
istanza sulla base di legami in interdipendenti.
azione e particolari meccanismi;
«cosa2» (cioè «cosa1» pienamente
79 Il «come» di < stringa #2 > Come nella tesi democritea ove
incorpora anche la parte di si afferma che «niente nasce da
«casualità». Con tale termine ci niente e scompare nel nulla»,
s’intende riferire, in questa sede, così, anche nei molteplici intervalli
da una parte della dimensione sociale, ci sono
al piano epistemologico del continuità e conservazione e,
56
soggetto agente e alle sue nello stesso tempo, cambiamento
difficoltà a riconoscere ricorrenze qualitativo. Il nuovo contiene ciò
57
e leggi causali. che si conserva quantitativamente
D’altra parte, e qualitativamente: non è la
al carattere creativo dei processi riproposizione lineare di elementi
non–lineari che caratterizzano preesistenti, ma sovente implica
in modo preponderante la la comparsa di nuove proprietà
dimensione sociale (e le sue forme e nuovi oggetti. L’oggetto grafico
storicamente organizzate) e agli possiede grandezze e proprietà
effetti di novità che, relativamente intrinseche oggettive che si
a tale caratteristica, non possono determinano e realizzano, in
essere ricavati in assoluto a priori primo luogo, nel processo di
ma sempre limitatamente in registrazione. I termini di esistenza
rapporto a un orizzonte temporale. di tali proprietà sono indipendenti
da un particolare soggetto agente
«L’affermazione che non c’è nulla che interagisce con l’oggetto
nell’effetto che non sia contenuto grafico interessato.
nelle cause è valida solo per le
grandezze che si conservano D’altra parte,
quantitativamente», ma questi fattori non sono — né finiti
«l’interazione non è una relazione /
esterna tra oggetti senza qualità. né chiusi
Essa è l’espressione di proprietà /
e strutture concrete, e spesso né realizzati
nascoste, e si realizza grazie ad una volta per tutte, ma andranno
58
agenti materiali». a rinnovarsi continuamente
Cambiamento e conservazione, in tutti i processi di riflessione
in questo senso, sono processi (e (con ambienti e altri agenti–rete)
momenti) interrelati in un processo che coinvolgeranno l’oggetto
più generale che li comprende. in questione.

56. Cfr. Grafo 6 p. 129 e anche pp. 85–111


e p. 125
57. Bertuglia e Vaio, 2003–2007
58. Bitsakis, 1992, pp. 31–32
81 I termini che precisano Il carattere potenziale incorporato
internamente le iscrizioni nelle strutture interne delle
grafiche sul piano strutturale e iscrizioni grafiche è legato al
stabiliscono altresì le condizioni carattere potenziale del contesto
di possibilità intrinseche che reale nel quale si trovano i relativi
permettono all’oggetto grafico oggetti grafici.
di farsi fattivamente agente nelle
relazioni in azione reciproca che Il possibile si realizza quando
lo coinvolgono, sia nel lavoro di le condizioni necessarie sono
configurazione sia in seguito nei complessivamente soddisfatte.
suoi dispiegamenti, sono prodotti
di un fare–progettuale che, «Ciò che si realizza esiste solo in
a sua volta, deve necessariamente quanto tale nello stato precedente
essere e si realizza non dal nulla, ma da
\ altre realtà: il reale è il potenziale
visibile, realizzato, e il potenziale è un
) reale rispetto ad un altro insieme
enunciabile, di elementi di realtà. Il passaggio
( dal possibile all’attuale è una
collaborativo trasformazione. Certi elementi
/ di realtà preesistono in atto e
anche in potenza. si conservano, mentre altri, che
esistevano solo potenzialmente, si
190
realizzano e divengono in atto» .

«Ciò che si realizza esiste solo in quanto tale nello


stato precedente e si realizza non dal nulla, ma da altre
realtà: il reale è il potenziale realizzato, e il potenziale
è un reale rispetto ad un altro insieme di elementi
di realtà. Il passaggio dal possibile all’attuale è una
trasformazione. Certi elementi di realtà preesistono in
atto e si conservano, mentre altri, che esistevano solo
59
potenzialmente, si realizzano e divengono in atto».

59. Bitsakis, 1992, p. 34


82

Figure 6. #string #property


#interaction #change
#conservation #potential
85 Dimensione sociale, complessità Questi intrecci non–lineari
e sistemi complessi lontani dall’equilibrio trovano
una loro sintesi materiale ed
Queste reti (di reti) epistemologica nei cosiddetti
di relazioni (in azione reciproca), «sistemi complessi».
(
di processi irreversibili, Con «sistema complesso»
/ s’intende genericamente
pratiche, un insieme aperto di parti
( (sia fisse sia mutevoli) in reciproca
pratiche di progettazione, interazione che agiscono «in modo
/ non lineare e che costituiscono
mediazioni, un’entità unica, organizzata e
( dinamica, capace di evolvere e
60
aggiustamenti, adattarsi all’ambiente»,
/ laddove l’ambiente particolare
potenzialità nel quale un certo sistema
( dinamico è immerso è il prodotto
ecc., che avvolgono e della correlazione tra tutti
coinvolgono iscrizioni (grafiche) e i sistemi presenti che concorrono
oggetti (grafici), e che si realizzano a costituirlo.
continuamente, in modo dinamico
e in ambienti flessibili e instabili, Sistemi di questa natura
sono caratterizzati da sviluppi «sono caratterizzati dal fatto
disuguali e da una genetica che la loro dinamica non lineare
asimmetria, dove l’evolversi può far emergere strutture
verso forme organizzative stabili autoorganizzative e
rappresenta solo un momento autoriproducentisi, le quali
particolare del cambiamento. sono capaci di interazioni che
simulano il comportamento degli
61
organismi viventi».

60. Gandolfi, 1999, p. 19


61. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 303
87 L’autoorganizzazione è Oltre all’aspetto
certamente una delle dell’autoorganizzazione, e
caratteristiche peculiari di tale nonostante non vi sia a oggi
classe di sistemi. Il processo una chiara codificazione delle
che regola il meccanismo alla condizioni necessarie e sufficienti
base dell’autoorganizzazione può che permettano di precisare in
essere inteso come la capacità modo univoco il funzionamento
di un sistema di evolvere in dei sistemi complessi, vi sono
modo spontaneo, in determinate alcuni requisiti e particolari
condizioni, verso pattern spaziali caratteristiche generali che
e temporali che presentano permettono d’inquadrare il loro
un certo grado di organizzazione. funzionamento.

«Con l’autoorganizzazione In questo senso, sulla scorta


63
“emerge” un nuovo ordine del lavoro di Bertuglia e Vaio,
nel sistema, un ordine del un sistema complesso
non equilibrio, un ordine non (a) consiste di un gran numero
statico, differente dalla di elementi agenti in interazione
condizione di stabilità asintotica, reciproca, legati fra loro in modo
in cui tutta la dinamica evolutiva che l’azione di ciascun elemento
tende a spegnersi in può provocare più di una risposta
62
un equilibrio stabile». in ciascuno degli altri elementi;
(b) interagisce con altri sistemi
Caratteristica essenziale complessi che, tutti insieme,
dell’autoorganizzazione è costituiscono l’ambiente in
l’emergenza di una nuova cui esso è immerso e alle cui
struttura del sistema che si sollecitazioni esso reagisce;
produce internamente a esso, (c) acquisisce informazioni sui
nell’interazione fra le sue sistemi che costituiscono il suo
componenti, senza alcuna ambiente e sulle conseguenze
significativa pressione dall’esterno. della propria interazione con quei
sistemi (feedback ambientale);
(d) identifica regolarità nel flusso
di informazioni che acquisisce,
e a partire da esse sviluppa uno
schema che intende spiegare
le regolarità identificate;
62. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 299 63. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, pp. 303–304
89 (e) agisce in relazione ai sistemi risposte, e utilizza questa
che costituiscono il suo ambiente, informazione per correggere
sulla base dello schema che ha e migliorare il modello stesso
sviluppato, osserva le risposte che (utilizza il feedback ambientale per
le sue azioni provocano, così l’apprendimento e l’adattamento).
come le conseguenze di quelle

Questi intrecci non lineari «lontani dall’equilibrio»


si manifestano «come rottura di uno stato, a seguito
di un’instabilità interna o di un’azione dall’esterno
del sistema, e con l’assestarsi del sistema in un nuovo
stato. La dinamica del sistema complesso, quindi,
appare caratterizzata da traiettorie sensibili
64
alle perturbazioni di origine intrinseca o esterna».

Se, nella dimensione sociale, Altrettanto inevitabile è


nessun sistema reale è la necessità di individuare
mai interamente chiuso né un impianto teorico e concettuale
completamente aperto, adeguato che permetta,
e in questo senso si può parlare in primo luogo, di farsi spazio ed
di sistemi semi–aperti o edificio (entrambi dinamici) tra
semi–individuali, allora questi intervalli di complessità.
perturbazioni, rotture e passaggi
non solo sono inevitabili ma anche
non prevedibili in assoluto, dato
il carattere creativo che li qualifica.

64. Bertuglia e Vaio 2003–2007, p. 305


92

Figure 7. #self–organization
#equilibrium #dynamics
#complexity #system
93

Figura 7. #autoorganizzazione #equilibrio #dinamica


#complessità #sistema
95 Interno–esterno

Concetto e categoria di
«complessità» traducono proprietà,
funzionamenti e grandezze dei
sistemi ma, allo stesso tempo,
riguardano anche il soggetto
conoscente e i modi attraverso
i quali, nella teoria e nella pratica,
esso interagisce con tali sistemi
nella dimensione sociale.

Un primo elemento facilmente Un secondo aspetto che si pone


ricavabile, ancora con le parole riguarda proprio il rapporto tra
65
di Bertuglia e Vaio, è che non un sistema e un soggetto che in
è possibile ridurre la complessità, qualche modo intende renderne
67
con le sue dimensioni di conto, là dove la complessità del
differenziazione e connessione a primo è «relativa» alla complessità
un unico schema lineare ridotto del secondo (e viceversa).
66
a un «nient’altro che…» o a un Questo in quanto
generico e indeterminato «tutto» (a) lo stesso soggetto agente è un
68
che tutto dovrebbe e vorrebbe sistema complesso e
spiegare. Ove si consideri con (b) il manifestarsi di un certo
differenziazione differenti sistema nella pratica osservativa
parti del sistema che si e nel lavoro d’indagine è
comportano differentemente, chiaramente relazionale ed è
e con connessione si stabilisca sempre interno a uno spazio
l’implicazione per cui i vincoli che di relazioni più generale, dove
legano le parti componenti le une lo spazio del sistema osservato
alle altre corrispondono al fatto e lo spazio del soggetto che
che parti diverse non sono osserva si configurano come piani
indipendenti le une dalle altre intermedi costitutivi della totalità
ma anche al fatto che che comprende lo spazio della
la conoscenza di una parte loro interazione.
permette la determinazione
di caratteristiche di altre parti.

65. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, pp. 315–316 67. Cfr. Grafo 11 p. 223
66. Stengers, 1985, p. 50 68. Cfr. Appendice 3 p. 219
70
97 A questo proposito, la premessa Il soggetto (agente–rete)
adottata afferma che la realtà, che osserva e interroga in modo
con deliberato e razionale la realtà e
\ i suoi oggetti, riceve delle risposte
i suoi oggetti, che, in una certa misura, non
71
( dipendono da lui.
le sue grandezze,
( Ciò che gli compete riguarda
le sue proprietà, (a) la formulazione delle domande
( e delle risposte;
le sue trasformazioni, (b) i criteri, i procedimenti e le
/ procedure impiegate nelle sue
esiste oggettivamente, indagini e nelle sue interrogazioni;
che sia cioè indipendente dagli (c) il linguaggio utilizzato;
schemi concettuali con i quali (d) i modelli delle sue
il soggetto agente cerca di raffigurazioni;
conoscerla attraversandola, (e) un impianto teorico–pratico
e che tale oggettività sia che consenta formulazioni,
strettamente dinamica. Reale è raffigurazioni e interpretazioni tra
ciò che esiste oggettivamente, loro coerenti.
indipendentemente dal soggetto
(là dove «soggetto» e «oggetto» Il soggetto, con la sua pratica (e
sono termini interscambiabili in le sue pratiche di progettazione),
base al sistema di riferimento, per vive e opera, di nuovo, all’interno
cui un certo soggetto può essere di una realtà fenomenica della
oggetto per un altro soggetto). quale è parte integrante.

Infatti, l’oggetto non è e non si


esaurisce in sé né da qualche
parte fuori dalla realtà concreta:
in questa internità per gradi,
l’oggetto «non ha significato al
di fuori dei rapporti che sono
costitutivi delle sue strutture, delle
sue grandezze intrinseche e delle
69
sue manifestazioni».

69. Bitsakis, 1992, p. 253 70. Cfr. Appendice 3 p. 219


71. Geymonat, 2006, p. 88
99 A questo punto, in base al di un certo numero di relazioni
principio d’internità per gradi, in azione reciproca (intra–) e,
è possibile ricondurre il concetto nel contempo, è in relazione con
di «complessità» e il carattere almeno un altro oggetto (inter–);
«relativo» (che nulla ha a che (e) può essere conosciuta
spartire con l’indirizzo filosofico dal soggetto agente in modo
del relativismo) che vige tra oggettivo, anche se si tratta
sistemi complessi, in seno a una di una oggettività relativa, che
cornice che presuppone procede per gradi e per continue
una realtà che approssimazioni, poiché sempre
(a) con i suoi oggetti, non storicamente condizionata dagli
è qualcosa di differente dal strumenti teorici e pratici impiegati
mondo dei fenomeni, qualcosa per conseguirla attraverso un
che trascende il mondo lavoro dall’interno.
dell’esperienza;
(b) nel suo movimento incessante L’esigenza che si pone è quella
e nella sua oggettività dinamica, di rintracciare il carattere unitario e
presenta continuamente nuovi molteplice che qualifica,
fattori che sono indipendenti nella sua gradualità, le forme
dal soggetto e dai suoi schemi con le quali, nella realtà concreta,
percettivi e concettuali; i sistemi complessi
(c) è, proprio per questo, ( della
inesauribile ed irriducibile al ) dimensione
soggetto; ) sociale
(d) implica necessariamente si strutturano, )
due condizioni sufficienti e si organizzano, )
necessarie perché sia possibile evolvono, )
renderne conto: agiscono, )
da una parte, si adattano, )
la «condizione di esistenza» si modificano, )
(in riferimento alle strutture e si trasformano. )
alle grandezze intrinseche di (
un certo oggetto) e, Si realizzano.
dall’altra,
la «condizione di relazionalità»,
secondo la quale ogni oggetto
della realtà concreta è il prodotto
101 Un’unità molteplice che, sul piano I sistemi complessi non esistono
osservativo e conoscitivo, non isolati da qualche parte: sono,
può risolversi né con l’abbandono allo stesso tempo, sorgenti
del principio di causalità (seppur d’interazioni e subiscono
non più sufficiente se associato al interazioni, là dove è l’interazione
determinismo classico dell’ordine a essere l’«agente dell’azione e
72
assoluto) né riducendo i percorsi della determinazione reciproca».
di comprensione, significazione
e conoscenza alla somma delle «Come si sviluppa ciò che si
singole parti che la costituiscono configura» è, di conseguenza,
(a maggior ragione, come parti tra «causale», ma una causalità
loro del tutto isolate) né, ancora, che è distante dal tradizionale
sovrapponendo il comportamento determinismo lineare, e che si
di singoli costituenti con il sistema approfondisce nel «principio di
73
che li comprende (e viceversa). condizionamento reciproco».

Dato il profondo intreccio di L’esistenza oggettiva di questo


legami in movimento dove condizionamento in movimento
ciascuna componente è aperta, continuo «ci autorizza a parlare
/ del mondo come di un’unità, ma
agente e non come unità meccanica, bensì
/ come unità dialettica.
connessa a tutte le altre In altri termini: si tratta di un’unità
/ aperta, i cui caratteri non possono
e con l’ambiente circostante, venire determinati a priori né
74
/ inclusi in un unico schema».
tale unità molteplice va
necessariamente ricondotta a
una «totalità fluida» – vivente,
multidimensionale e semi–
individuale – caratterizzata da
determinazioni interne ed esterne,
e che si realizza continuamente
sulla base e per mezzo di un
coordinato insieme di reciproche
relazioni in azione e di un costante
condizionamento reciproco.
72. Bitsakis, 1992, p. 290
73. Geymonat, 2006, p. 69
74. Geymonat, 2006, p. 69
102
105
107 Dialogica e ricorsività (c) tra il sistema complesso e
le sue componenti e l’ambiente
Il generale principio di esterno (e gli altri sistemi
condizionamento reciproco, complessi che concorrono a
che incorpora e approfondisce costituirlo), si mettono in discorso
il principio di causalità e che opera configurandosi come
a tutti i livelli, ne implica – per spazi di relazioni comunicativi
inclusione – altri due tra loro relati, per mezzo di scambi,
e anch’essi operanti in modo sollecitazioni,
permanente a prescindere dal interrogazioni,
grado di profondità interessato: selezioni,
il principio dialogico e traduzioni,
il principio ricorsivo. autoregolazioni,
Il principio dialogico, nei suoi cooperazioni,
termini più generali (quindi non perturbazioni.
solo per quanto concerne la
dimensione sociale), può essere Il «dialogo» che, nuovamente
definito come l’interrelazione unitario,
di «istanze, necessarie insieme
all’esistenza, al funzionamento molteplice
e allo sviluppo di un fenomeno
75
organizzato».
Con le necessarie distinzioni
dall’autore succitato, e fluido,
la dimensione dialogica definisce intercorre tra tutti gli elementi
il piano particolare nel quale presenti, siano essi allineati
le competenze, i programmi, o in rapporto d’inclusione o,
comandi informazionali e gli atti ancora, connessi tra gradi distinti
comunicativi che caratterizzano di profondità, contribuisce a
e intercorrono tra determinare in modo generativo
(a) le parti coinvolte e interagenti (nell’azione reciproca e nel
nella configurazione di un reciproco condizionamento)
particolare sistema complesso, le forme di organizzazione
(b) tra le parti e il sistema nel di/tra parti e reti di relazioni
quale sono dinamicamente molteplici che si precisano e si
organizzate in una determinata stabiliscono storicamente nello
forma, e spazio e nel tempo.

75. Morin, 2007, p. 108


109 Il principio ricorsivo, inteso Là dove «iniziale» e «finale» vanno
sempre nei suoi termini generali, considerati solo come momenti
incorpora e approfondisce particolari e successivi nello
il concetto cibernetico di spazio delle fasi del processo
«retroazione» e riguarda i di sviluppo, e i processi di
«processi disposti in circuiti retroazione sempre interni a
nei quali gli “effetti” retroagiscono un movimento in avanti, dove
76
sulle loro “cause”». non c’è cambiamento con ritorno
al punto di partenza e ogni
Così precisata, la ricorsività ripetizione si presenta come
presuppone un rapporto dialettico una ripetizione differenziata.
(che, di conseguenza,
non può essere posto, chiuso La ricorsività applicata ai sistemi
e finito su una circonferenza) complessi implica sia feedback
in cui «gli effetti o prodotti sono negativi sia feedback positivi,
contemporaneamente cause e anche se sono quest’ultimi
produttori del processo stesso a essere peculiari dei sistemi
e in cui gli stati finali sono complessi e interessati in
necessari alla generazione degli particolare dal
77
stati iniziali». per il nostro lavoro.

La prima classe di feedback


riguarda quei meccanismi che,
«qualora il sistema si sposti
dall’equilibrio, sia per effetto
di un’eventuale azione esterna
sia per le normali fluttuazioni insite
nella sua dinamica, smorzano
gli effetti di queste, riportano
il sistema verso l’equilibrio
78
iniziale». La stabilità propria
dei feedback negativi è asintotica.

76. Morin, 2007, p. 110 78. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 290


77. Ibidem
111 In questo senso,
«[...] i sistemi di questo tipo sono anche più facilmente
identificabili nell’ambiente: in un certo senso, il
feedback negativo, garantendo la stabilità del
sistema, sia pure asintotica, lo definisce, perché le
caratteristiche del sistema restano (asintoticamente)
immutate, anche se esso è sottoposto a sollecitazioni
ambientali che agiscono spingendo verso un
mutamento della configurazione.
[...] In un sistema governato da una forma di causalità
lineare e mantenuto in equilibrio da meccanismi di
controllo fondamentalmente del tipo di feedback
negativo, non vi è posto per la sorpresa, cioè per
un inatteso mutamento delle strutture interne del
sistema... o per l’insorgenza di strutture differenti
da quanto ci si aspetterebbe se si ritornasse verso
l’equilibrio: in un sistema del genere, forze contrastanti
79
si risolvono in un equilibrio armonioso».

I feedback positivi, al contrario, Ed è proprio l’amplificazione di


non solo «sono fondamentali questi cambiamenti che «causa
nell’evoluzione dei sistemi» ma, il cambiamento della struttura
«amplificando delle perturbazioni del sistema nel suo complesso.
(le “novità”), agiscono in modo tale
che i paradossi non si risolvono in La stabilità, agendo nel senso
un armonioso e statico equilibrio, di mantenere il sistema come è,
asintotico o meno che sia, ma si smorza, soffoca i cambiamenti
mantengono, creando la tensione e li rende solo locali; l’azione in
che guida l’evoluzione del sistema, condizioni lontane dall’equilibrio,
che si esplicita attraverso la invece, destabilizza il sistema e lo
80
comparsa di nuove forme del tutto rende aperto ai cambiamenti».
estranee all’equilibrio stabile in cui
si trova il sistema imperturbato».

79. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 291


80. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 301
112

Figure 9. #feedback #dialogue


#reciprocal conditioning
#information #change
113

Figura 9. #feedback #dialogo #condizionamento reciproco


#informazione #cambiamento
115 Realtà degli oggetti grafici Una riduzione di questo genere
sarebbe un errore, sia sul piano
Le condizioni e i caratteri messi metodologico, sia sul piano della
in evidenza tracciano una realtà pratica.
che è la stessa realtà che avvolge
e coinvolge gli oggetti grafici che E sarebbe riduttivo, oltre che
contribuiamo a produrre nella fuorviante (anche in termini
nostra pratica quotidiana e con le quantitativi), tralasciare, ad
pratiche di progettazione in uso. esempio, i nessi e le risultanti tra
gli scenari ipotizzati nel lavoro
Tornando al particolare campo di progettazione e iscritti negli
81
d’intervento di n–o–u–s e oggetti grafici e i dispiegamenti
prendendo in considerazione, di questi stessi oggetti grafici
ad esempio, le iscrizioni grafiche interagenti nel mondo sociale o,
prodotte in uno specifico processo ancora, gli scarti che sussistono
di progettazione e gli oggetti tra programmi e antiprogrammi.
grafici disposti nei loro spazi di
relazioni, dai lineamenti accennati La restituzione di un esame posto
possiamo facilmente constatare in questi termini coinciderebbe
come non può essere sufficiente tutt’al più con un insieme
esaminare singolarmente l’oggetto di dati tra loro incoerenti
82
finito o il singolo cammino del (mancando di connettori), privi di
progettista. O, ancora, il punto di corrispondenze (non essendoci
vista singolare di quegli agenti che né parti né differenziazione) e
con tali oggetti interagiscono, male interpretati (d’altra parte,
isolando (in assoluto) il dato errato/distorto di una
\ interpretazione riflette una cattiva
comportamenti, / proprietà, impostazione).
competenze, \ disposizioni,
funzioni, / programmi,
significazioni, \ contenuti,
/
e azzerando
le connessioni, sia interne sia
esterne sia interne–esterne.

81. Cfr. Appendice 1 p. 215, Grafo 1 p. 13


e anche p. 7
82. Cfr. Appendice 2 p. 217, Appendice 3 p. 219 e
Grafo 8 p. 203
117 L’esigenza sul piano progettuale Serve un approccio che permetta
è evidentemente quella di entrare da una parte
nel merito di tutti questi aspetti di cogliere e rintracciare i fattori
(e dei molti altri non considerati di complessità registrati nelle
nell’esempio) in modo reticolare, iscrizioni grafiche alla base degli
avendo come sistema di oggetti grafici: un oggetto grafico,
riferimento la totalità fluida che poiché si produce entro ed è
li tiene assieme, e ponendo destinato a, riflette
tale totalità in relazione deve riflettere
/ in senso lato il carattere di
sia con le sue parti complessità proprio dei sistemi
83
/ complessi cui aderisce. E,
sia con un edificio conoscitivo dall’altra parte,
teorico–pratico, necessariamente di rendere conto, seppure
/ per approssimazioni sempre
unitario e perfettibili, sia dei funzionamenti
( e dei rapporti rilevanti che
molteplice, attraversano (a tutti i livelli)
( gli intervalli dei sistemi sociali
complesso e nei quali gli oggetti grafici si
( realizzano e le reti che con la loro
dinamico, presenza concorrono a costituire,
( sia
razionale, \
( gli sviluppi,
aperto e (
( le nuove proprietà emergenti,
(inter)agente. (
le mediazioni,
(
gli aggiustamenti e
(
le trasformazioni,
(
che si attuano
nel dinamismo interno–esterno.

83. Cfr. anche p. 133


119 Questo particolare atteggiamento Il criterio pratico della descrizione,
(relazionale), che opera nella integrato nelle pratiche di
compresenza di una visione progettazione, consente
84
analitica e sintetica e che geograficamente di
implica una costante dialettica (a) visualizzare, ordinare
85
interno–esterno, è necessario e interpretare, per gradi di
per informare e strumentare profondità relativamente alla
(anche) il criterio pratico della cornice fluida considerata;
descrizione oltre che le pratiche di (b) approssimare la matassa
progettazione in generale. di reti di relazioni in azione
reciproca, gli oggetti, le
Questo affinché permetta disposizioni, i dispiegamenti e i
e garantisca – nel lavoro di dati osservati che s’incontrano
modellizzazione – un grado di negli attraversamenti quotidiani,
descrizione «come» — «cosa» procedendo per passi successivi
più profondo e completo, non e per approssimazioni sempre più
rinchiuso nello studio delle profonde, senza tuttavia esaurire
componenti prese una per una, l’oggetto della descrizione;
né caratterizzato da un’attività (c) de–scrivere, come processo
descrittiva pura e semplice, inverso al processo d’iscrizione,
sganciata cioè dove i procedimenti e le procedure
86
\ che accompagnano i cammini
dalle reti, all’interno e tra i reticoli non
( sono mai all’indietro (come se
dai processi, si trattasse di un elementare
( e chiuso processo «da… a» e
dagli oggetti e viceversa) ma sempre in avanti,
( in quanto complesso di processi
dai meccanismi irreversibili e rivedibile di continuo.
/
che permettono l’agire di una
particolare configurazione in tutti
i suoi momenti–rete.

84. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, pp. 300–301 86. Cfr. Appendice 2 p. 217 e anche p. 199
85. Cfr. p. 95
121 Per concretarsi, Sono proprio queste iscrizioni,
criterio pratico infatti, che connesse a quelle
\ interessate dal lavoro osservativo,
e permettono di individuare,
/ verificare e
descrizioni misurare
\ in modo oggettivo (nei termini
devono poco sopra accennati) correlazioni
a loro volta e corrispondenze.
fare uso
/
d’iscrizioni.

Iscrizione

Grafo 5.

Cammino
Iscrizione e oggetto in una rete
Processo

di relazioni particolare del processo


di progettazione.
Pratica

a.
Oggetto
Oggetto
Ambiente

b.
Pratica
Progetto

Iscrizione
Cammino
123 Modellizzazioni Causa ed effetto, liberati dal
rapporto di linearità, dialogano
La dialettica tra l’interazione, reciprocamente in senso
come «agente materiale generativo; ordine e stabilità
(tra entità materiali) dell’azione e sono ridotti a momenti altamente
della determinazione reciproca», provvisori.
e le forme di movimento, )
(movimento) inteso nei suoi )
termini più estesi come (
cambiamento nel divenire, (
è il piano profondo cui n–o–u–s (
rivolge il proprio sguardo e (
il proprio intervento. (
)
Una dialettica che, fondandosi (
geneticamente su una )
spazializzazione multidimensionale )
e dinamica, presuppone il venir )
meno di qualsiasi determinazione (
istantanea dell’effetto da parte )
della causa. (
)
In tale dialettica, le interazioni (
sono «la sorgente e allo (
stesso tempo il prodotto del (
movimento» e il movimento )
«nasce dall’interazione e genera (
87
l’interazione». )
(
)
(
)
(
)
(

Nel piano profondo,

87. Bitsakis, 1992, p. 47


125 interazioni e cambiamento sono In questa proposta in formazione,
intesi sempre nel loro carattere il paradigma progettuale di
materiale, nel senso di esistente, n–o–u–s va riferito (sul piano
mai al di fuori delle forme profondo) alla generalizzazione
concrete delle loro realizzazioni e epistemologica e metodologica
determinazioni. e all’operativizzazione pratica dei
concetti e delle categorie storiche
È nelle realizzazioni di questa di «interazione»,
dialettica, sostenuta in /
second’ordine dai processi «movimento»
dialogici e ricorsivi, che si \
costituiscono, si sviluppano e si e, (più in generale, «cambiamento»),
modificano in modo reticolare /
i sistemi complessi reali, «totalità fluida»,
indipendentemente dalla loro \
natura e dal grado di complessità «complessità»,
che li caratterizza. /
«sistema complesso»
Questi sono, in primo luogo, \
un prodotto «interno» di tale e
rapporto e, intrinsecamente ed /
89
estrinsecamente, concorrono «simmetria differenziata».
a caratterizzarlo e a condizionarlo
in termini trasformativi con L’interrelazione tra questi elementi
le loro realizzazioni. precisa i lati fondanti dell’edificio
teorico–pratico.
Ciò accade in natura così come
nella dimensione sociale, là È da essi che, più in superficie,
dove la seconda è solo una si fanno spazio, si strutturano
dimensione particolare della prima e si attuano gli attraversamenti
e la sua evoluzione (intesa come di n–o–u–s nel campo della
evoluzione umana) si definisce progettazione e, in particolare,
nell’unità dialettica che unisce della progettazione grafica.
la componente biologica e la
88
componente culturale.

88. Geymonat, 1977, p. 98 89. Cfr. Grafo 6 p. 129


127 Nella teoria e nella pratica di 1.
questi attraversamenti, trasferendo
e traducendo quanto affermato È immediato, in primo luogo,
da G. Anceschi a proposito del il rimando all’ambito informatico
90
Basic Design, e adottando e, nella fattispecie, ad alcuni
proprio il Basic Design odierno indirizzi di progettazione software;
come uno dei termini costitutivi nonostante ciò, e pur trattandosi
del fare–progettuale, convergono effettivamente di un riferimento
e s’intrecciano costantemente partecipante (col quale,
ricerca formale ed espressiva, nell’estensione delle locuzioni,
progetto e insegnamento– sono facilmente individuabili
apprendimento. alcune corrispondenze), il vero
termine di relazione risiede nel
L’approccio reticolare che lavoro di Christopher Alexander e
caratterizza il fare–progettuale in pubblicazioni come Note sulla
di n–o–u–s può definirsi come sintesi della forma e A Pattern
una particolare «progettazione Language, alla base anche
orientata agli oggetti». dei sopra menzionati approcci
Sui generis. d’ingegneria informatica.

I continui sconfinamenti di
tra
ambiti esprimono, a nostro avviso,
il carattere significativamente
interdisciplinare che
contraddistingue la progettazione
grafica.

Tuttavia
considerate le possibili
sovrapposizioni terminologiche
tra ambiti distinti e le relative
incongruenze, tale definizione
esige di essere argomentata,
anche solo sommariamente.

90. Anceschi, 2006 (www)


129 2. Di conseguenza, parlare di
«oggetti» significa coinvolgere
L’ambito prioritario di n–o–u–s principalmente gli «oggetti
è e rimane quello della grafici», per come si sono venuti a
91
progettazione grafica. precisare sino a questo momento.

Grafo 6.
La realtà di n–o–u–s e la sua
geografia sul piano profondo.

Interazione
Movimento

Spazio di tempo
Spazio di relazioni

Totalità fluida
Piano

Realtà

Interazione
Movimento

91. Cfr. Grafo 1 p. 13 e anche p. 7 e p. 209


131 3. In questo senso, gli oggetti
interessati dal lavoro di
Con «oggetto», di cui già abbiamo progettazione sono sempre
avuto modo di evidenziare «oggetti fisici».
alcune proprietà di base e
alcune caratteristiche a livello Ricapitolando.
di funzionamento in relazione Al momento possiamo dire che
all’impianto teorico e concettuale ogni oggetto grafico interessato
in uso, ci si riferisce al prodotto dal lavoro di progettazione è un
di un particolare processo oggetto fisico e sociale che
di configurazione progettuale. (a) esiste oggettivamente nello
spazio e nel tempo, ed è
Il processo di configurazione, indipendente dai soggetti e dai
nei suoi termini più estesi, loro schemi concettuali;
implica «plasmare, disporre, (b) è semi–individuale, e in questo
comporre, montare e modulare», senso si distingue da tutto
e si distingue nettamente da un il resto ed è, nello stesso tempo,
92
«rappresentare». interagente con tutto il resto
entro i limiti del particolare
Un oggetto così inteso si sviluppa intervallo che lo comprende;
e si edifica sulla registrazione di (c) si produce in un processo
un’iscrizione (o più iscrizioni) che, di processi di configurazioni
a sua volta, è il prodotto di una multiple il cui disegno implica
configurazione come rete semi– registrazioni, iscrizioni, supporti;
individuale che tiene insieme una (d) prevede un certo numero
serie di elementi di natura diversa di relazioni interne in azione
tra loro relati in modo organico. reciproca che organizzano
in modo organico un insieme
Ogni oggetto, così, si costituisce di componenti di natura differente
come sistema «non banale» di un con funzioni, competenze,
93
sistema «non banale». comportamenti e programmi
Nel farsi edificio (come particolare tra loro distinti;
totalità), l’oggetto prodotto (e) si configura come particolare
assume, sul piano oggettivo e sistema agente policentrico,
oggettuale, una propria peculiare costituito da molteplici centri–rete
dimensione e persistenza nello che variano per tipologia,
spazio e nel tempo. ordine e importanza;

92. Anceschi, 2006 (www)


93. Von Foerster, 1985, p. 103
133 (f) può configurarsi sulla base Gli oggetti cui ci riferiamo
di oggetti–rete di ordine inferiore primariamente (gli oggetti grafici)
tra loro allineati e non soddisfano formalmente tutte
o organizzati le condizioni di «complessità»
94
per strati sovrapposti; che sono state via via evidenziate
(g) non potendo prevedere nei paragrafi precedenti.
meccanismi di autoorganizzazione
spontanea e spontaneo Tuttavia,
apprendimento di informazioni, nonostante il dinamismo parziale,
è caratterizzato da un dinamismo l’approccio progettuale adottato
95
parziale, prettamente connesso opera costantemente in termini
con l’ambiente esterno; di complessità, e tratta gli oggetti
(h) prevede un insieme di relazioni grafici in tal senso, agendo nello
funzionali con l’esterno; stesso tempo sulle dimensioni
(i) è sempre interno ad almeno un di differenziazione e connessione
intervallo e al relativo ambiente; nella configurazione di oggetti
(l) si realizza continuamente, (–dispositivi) «non banali».
dopo il processo di configurazione In questo modo, l’oggetto grafico
96
iniziale, nelle interazioni con come sistema policentrico
l’ambiente esterno e gli altri «non banale» articola, e si articola
oggetti presenti; nella sua costituzione, sulla base
97
(m) è soggetto, nella relazione di centri «viventi» interrelati,
interno–esterno, alla dialettica laddove l’oggetto stesso è
(e alla dialogica e alla ricorsività) un particolare «centro vivente»
tra permanenza e cambiamento; (di centri) all’interno dell’ambiente
(n) è dipendente dalla dimensione che lo avvolge e lo coinvolge,
storica e in essa fissa una propria in una logica centro–totalità
storia che può essere tracciata che procede (e può essere
(e rintracciata) in una biografia. visualizzata) per gradi.
Generalizzato in questo modo il
concetto di «vivente», ogni oggetto
grafico si caratterizza per un certo
grado di vita (e storia) e permane
(rimanendo vitale, attivo, agente)
nello spazio per un certo tempo.

94. Un oggetto può costituirsi di oggetti di ordine 96. Morin, 1995, p. 27


inferiore che possono trovarsi nel medesimo grado 97. Alexander, 2002–2005, vol. I, p. 84
di profondità oppure in gradi distinti
95. Cfr. anche p. 117
135 Il requisito dialogico, con le e in relazione al quale si realizza
sue competenze comunicative solo mutuamente. Ambiente e
e i suoi programmi, è iscritto mutue realizzazioni che sono
nella costruzione (progettata e costantemente sottoposte alla
progettuale) del carattere «vivente» condizione di complessità,
dei «centri». indipendentemente dal grado
(di complessità) che, in un certo
Da una parte momento–rete, li definisce.
«vi è un elemento centrale
oggettivo, comune a tutte le È in ragione di questo che si dà
concezioni della complessità. l’esigenza di un atteggiamento
Riferendoci all’etimologia latina progettuale che operi, a tutti
(e, prima ancora, greca) del i livelli e in tutti i frangenti,
termine, complexus significa in termini di complessità e in
intrecciato: per avere complessità un’ottica generalizzata di unità
è necessario avere più componenti molteplice (o totalità fluida).
collegate in modo tale che sia
difficile isolarle; collegate in modo Nell’ottica n–o–u–s, così,
tale, cioè, che un’interpretazione la «progettazione orientata agli
della fenomenologia che esse oggetti» è una progettazione
presentano in una prospettiva strutturata a oggetti (non solo
analitica non sia sufficiente per grafici) che progetta architetture
98
una descrizione corretta [...]». a oggetti (per lo più grafici), là
dove gli uni e gli altri sono oggetti
Dall’altra parte, «complessi» che
ogni oggetto grafico è si realizzano, (e
sempre soggetto alla dialettica gradualmente
interno–esterno e al parametro e
spazio–temporale: le interrelazioni nella loro
e le interdipendenze tra le parti unitarietà
che lo compongono, infatti, molteplice)
non riguardano solo la dimensione crescono,
intrinseca, ma anche le si approfondiscono,
correlazioni con il particolare si modificano e
ambiente sociale (con tutto ciò si trasformano dinamicamente
che comprende) nel quale è (e, più in generale, dialetticamente)
disposto e nel quale si dispiega, nello spazio e nel tempo.

98. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 315


136

Figure 10. #graphic object


#configuration #device
#living center #resonance
139 4. Nello stesso tempo, costituisce
con essa una delle fondamentali
Il termine «progettazione», unità (dialettiche) di riferimento
99
così come inizialmente inteso, del soggetto agente
100
non si riferisce unicamente nei cammini del suo
all’individuazione di forme fare–progettuale, relativamente
rispondenti relative alla soluzione a un particolare percorso
di un certo problema in un dato metodologico.
contesto, ma riguarda la pratica
nella sua totalità, come sistema A livello profondo, considerando
complesso alla cui costituzione il parametro tempo e i prerequisiti
concorrono, tra le varie classi di semplicità, flessibilità,
di elementi, un certo numero trasferibilità e replicabilità,
di «pratiche di progettazione», tre sono le piste interessate
e che opera costantemente e dall’intervento di ricerca che
in modo trasversale sul reticolo riguardano il lavoro, in primo
che lega tra loro, in modo luogo, sulla progettazione:
interdipendente e in relazione (a) la precisazione interdisciplinare
all’autonomia relativa che – sul piano teorico, metodologico
storicamente li caratterizza, ricerca e pratico – di un particolare
formale ed espressiva, progetto e metodo di progettazione;
insegnamento–apprendimento. (b) l’approfondimento e la
Nella riflessione epistemologica e crescita di tale metodo, con i suoi
metodologica in atto, l’elemento procedimenti, le sue procedure,
della progettazione si presenta i dispositivi, gli strumenti e le
come un modo di esistenza di tecniche che concorrono a
una pratica deliberata, costituirlo e a caratterizzarlo;
( (c) la sperimentazione di tale
razionale, metodo e dei suoi mezzi teorici,
( pratici e tecnici in tutti gli spazi di
aperta, relazioni accessibili.
(
dinamica,
/
che si misura ——— e si verifica
/
nella pratica.

99. Cfr. Appendice 3 p. 219, Grafo 8 p. 203


e anche pp. 187–201
100. Cfr. Appendice 2 p. 217, Grafo 8 p. 203
e anche pp. 187–201
141 Nel termine «progettazione» A proposito di «semplificazione»,
sono incluse e iscritte le parti vale la pena chiarire alcuni aspetti
di analisi, programmazione e di carattere terminologico (ma
modellizzazione. anche concettuale e semantico),
Ogni singola componente è così da non incorrere in possibili e
dotata di strumenti concettuali e altrettanto facili incongruenze.
tecnici, procedimenti e procedure
che fanno capo a un’autonomia 4.1.
relativa: per cui, se da una parte
ognuna di queste è dotata di Nel linguaggio ordinario si è soliti
un proprio piano particolare, sovrapporre erroneamente
dall’altra parte, nel contempo, «complicato»
«complicato»
«complicato»
opera sistematicamente in «complex»
«complesso»
«complesso»
«complesso»
relazione alle altre e in rapporto con «complesso», tuttavia la
all’edificio teorico–pratico in uso. complessità non è complicazione.

Nel lavoro di ricerca in corso, Ad esempio, «un sistema


agire in modo progettuale sulla complesso è diverso ed è più
complessità in termini che un sistema complicato:
di complessità, procedendo un sistema complicato è
contemporaneamente sia prevedibile se conosciamo a
sul piano concettuale sia fondo tutti gli elementi che lo
su quello empirico (dove tecnica compongono e tutte le relazioni
e tecnologia rivestono un ruolo che collegano tali elementi.
essenziale) nella definizione
di un edificio generale, implica Un sistema complesso, invece,
avanzare gradualmente per mezzo non è prevedibile, anche se
101
di processi di semplificazione lo conosciamo allo stesso livello
che permettano di fare luce di un sistema complicato, cioè
(secondo un certo grado) su alcuni anche se conosciamo a fondo
dei tratti strutturali–relazionali tutti gli elementi che lo
che caratterizzano, di volta compongono e tutte le relazioni
in volta, l’unitas multiplex che collegano tali elementi,
interessata, e informare i percorsi perché è un sistema in grado
di progettazione da attuare di adattarsi autonomamente,
102 103
in cammini specifici. cioè di autoorganizzarsi».

101. Cfr. anche pp. 141–145 103. Bertuglia e Vaio, 2003–2007, p. 311
102. Cfr. Appendice 2 p. 217
143 4.2. La complessità,
indipendentemente dalla sua
Altrettanto diffusa a livello varietà e dalle sue variazioni
di senso comune è l’opposizione (e dagli strumenti in uso sul piano
per contrarietà che intercorre tra soggettivo), non viene mai meno.
«complessità»
Così, in un’ottica radicalmente
e «semplicità». antiriduzionistica, i «processi
Tuttavia, di semplificazione» non operano
in relazione al quadro teorico in per ribaltare la complessità
oggetto e al piano epistemologico (che non ha alcuna necessità
in primo luogo, la complessità è di essere rovesciata), ma sono
la forma fondamentale e il modello indirizzati a fare luce su alcuni dei
generale cui sono indirizzati suoi lineamenti e su topografie
il programma di ricerca e la pratica di correlazioni in modo tale da
104
di n–o–u–s. permettere e sostenere, per
gradi successivi, visualizzazioni
Conoscenza, e attraversamenti nella pratica
( conoscitiva e progettuale.
pratica e
( I «processi di semplificazione»,
pratica del conoscere pertanto, sono tesi a comprendere
/ e a rendere conto della
si muovono di complessità complessità da dentro. Sono
in complessità. costanti di una pratica generale in
atto, e sono inesauribili.

Limitatamente
a tale cornice,

(la complessità) non presuppone


un termine contrario in senso
dicotomico. Ciò che varia è solo
la natura dell’intervallo
di complessità interessato e
il grado che, in un dato momento,
lo contraddistingue.

104. Cfr. anche p. 85


145 Nelle loro determinazioni, tali 4.3.

processi contribuiscono a
precisare oggettivamente i limiti, Anche i risultati che emergono
conoscitivi e progettuali in dai processi di semplificazione
un dato momento, che definiscono vanno considerati in relazione al
la «parzialità per gradi» e loro carattere oggettivo e dinamico
la transitorietà di una conoscenza e, in questi termini, preso atto
e di una pratica (con le sue dell’impossibilità di esaurire
pratiche di progettazione) in l’oggetto cui si rivolgono, inseriti
movimento e sempre interne in
a una realtà fenomenica costituita c ––––––––––––––––––––
da molteplici livelli, e che muta ––––––––––––––– o ––––––––––––––
in continuazione. ––––––––––––––––––––– n –––––––––
–––––––––––––––––––––––––– c –––
La proposizione di semplicità –– a ––––––––––––––––––––––––––––
richiede necessariamente ––––––– t ––––––––––––––––––––––––
un lavoro di ridefinizione ––––––––––– e –––––––––––––––––––
del concetto e della categoria –––––––––––––––– n –––––––––
di «semplicità». ––––––––––––––––––––––– a ––––
––––––––––––––––––––––––– m ––––
A partire dal presupposto per e –––––––––––––––––––––––––––––
cui «il modello semplice (...) –––––– n ––––––––––––––––––––––––
indica la possibilità di accostarsi ––––––––––– t ––––––––––––––––––––
ai fenomeni in modo tale che ––––––––––––––– i
si presentino come calcolabili. di dati
La semplicità designa una che permettano di approssimare
situazione singolare nella quale in maniera sempre più adeguata
uno schema teorico risponde alla gli oggetti interessati dalla pratica
sua vocazione, che è quella di uno conoscitiva e progettuale e,
105
strumento: far parlare il reale». nel contempo, la pratica stessa
intesa nella sua oggettualità e
oggettività dinamica. Il lavoro
continuo di approssimazione trova
le sue attuazioni nei «processi di
approfondimento».

105. Stengers, 1985, p. 48


147 Questi, operando in stretta 4.4.

correlazione con i processi


di semplificazione e, assieme, Se i processi di semplificazione
entro «una perenne dinamicità e di approfondimento, nella
in cui intervengono dialetticamente loro oggettivazione e nelle
106
fattori soggettivi e oggettivi», loro determinazioni, hanno
seguono due direttrici: nella pratica il proprio piano
«quella dell’acquisizione di di riferimento privilegiato e
sempre nuovi dati (procurati da rispondono in particolare alle
sempre più complesse e raffinate esigenze degli agenti, i «processi
tecniche di osservazione) e quella di complessificazione», invece,
dell’approfondimento dei risultati possono riferirsi sia all’attività
antecedentemente ottenuti di un soggetto che opera in un
(approfondimento che [...] è certo ambiente, sia all’evoluzione
essenzialmente il frutto di un certo ambiente o di una
di un’elaborazione teorica, cioè parte di esso.
di un ampliamento di prospettiva,
di un nuovo inquadramento dei Questa classe di processi implica,
vecchi concetti, della messa in senso dinamico,
a fuoco di legami per l’innanzi l’introduzione
107
ignorati o appena intravisti)». l’emergenza
di nuovi elementi (oggetti,
strutture, competenze, funzioni,
proprietà, programmi ecc.) e
nuove relazioni che incidono sul
grado di complessità presente,
accrescendolo.

106. Geymonat, 2006, p. 95


107. Geymonat, 2006, p. 93
149 4.5. Seppur di pertinenza del
111
soggetto agente, le risultanti
A opporsi ai processi dei processi di riduzione (nelle
di semplificazione e loro oggettivazioni) si riflettono
approfondimento ci sono sia sulla pratica soggettiva sia
i «processi di riduzione» che, sull’ambiente nel quale tale pratica
come i primi, strettamente si trova a operare.
connessi alla pratica conoscitiva
e alla pratica progettuale, Un processo di riduzione che,
portano a una riduzione più o ad esempio, emerge come
meno significativa del grado di prodotto di un automatismo
112
complessità presente in una data elementare, può incidere sul
regione interessata dal punto grado di comprensione che
di vista soggettivo. un certo soggetto esprime
in relazione a un particolare
108
Una riduzione che, ad esempio, contesto in un determinato
può determinarsi dall’utilizzo di momento. Tale riduzione
modelli inadeguati, dall’adozione concorre a definire i modi
di criteri insufficienti e con i quali il soggetto opererà
o in un determinato momento
non pertinenti nella definizione nell’ambiente che lo coinvolge.
109
di percorsi e cammini,
dall’attuazione di procedure Le determinazioni di questi
e procedimenti inappropriati multipli processi di riduzione
rispetto alle esigenze di si rifletteranno sia sul piano
complessità presenti, particolare dell’agente–rete sia,
dall’esclusione – spesso in una certa misura, sul piano più
conseguente all’attuazione esteso e profondo dell’ambiente
in background di automatismi che lo comprende.
110
elementari – di condizioni,
elementi e relazioni invece
essenziali per sostenere le
pratiche in gioco.

108. Cfr. anche p. 25 111. Cfr. Appendice 3 p. 219


109. Cfr. anche pp. 141–145 112. Cfr. Appendice 4 p. 225
110. Cfr. Appendice 4 p. 225
150

Figure 11. #complexity #process


#simplification #complexification
153

Figura 12. #visualizzazione #pratica geografica


#scrittura visiva #schema grafico
155 5. Con schema grafico ci s’intende
riferire a un «modello operativo»
Sul piano metodologico, pratico la cui unità minima si costituisce
e operativo, per strumentare sulla base di una struttura
visualizzazioni e attraversamenti relazionale formata da un insieme
nella pratica geografica che finito di oggetti e da un insieme
interviene nei processi di di relazioni tra reti di oggetti.
113
semplificazione (e in particolare
il lavoro di descrizione), la scrittura Agendo in modo selettivo di volta
visiva adotta un linguaggio di in volta sui fattori da mantenere
pattern (una variante propriamente e su quelli da tralasciare e, di
grafica che fa riferimento ai design conseguenza, demarcando
pattern) e lo «schema grafico» intervalli di complessità, scopo di
come dispositivo–strumento tale dispositivo è di permettere,
privilegiato. nella pratica, di
\
Al momento, tre sono gli schemi osservare e
grafici in uso, così denominati: (
(a) «grafo», descrivere e
(b) «stringa», (
(c) «figura». articolare
/
(a) e (b) sono schemi grafici le questioni prese in esame.
strettamente elementari che, Lo schema grafico come modello
pur richiamandosi a certi rami operativo si configura in quanto:
della scienza (teoria dei grafi, (a) termine di relazione nella
logica, teoria degli insiemi, dimensione operativa tra una
semiotica generativa e pratica teorica e una certa teoria
sociosemiotica, informatica ecc.), (o insieme di teorie) e una
vanno prettamente considerati questione in oggetto;
in relazione all’edificio (b) rappresentazione ipotetica
teorico–pratico e all’impianto suscettibile di essere confermata,
concettuale cui si riferiscono, inficiata o falsificata, laddove tali
e allo stadio che lo caratterizza. criteri – anch’essi operativi – sono
(c) è invece lo schema sul quale interni al criterio più generale
si configura la dimensione di rettificazione che sottende ogni
propriamente estetica. modello operativo;

113. Cfr. anche pp. 141–145


157 (c) dispositivo–strumento (e) un impianto teorico–pratico
nell’applicazione pratica–operativa generale che ne permetta
di un’attività in corso che ha l’applicazione e l’interpretazione
il compito, tra gli altri, di rendere dei dati ricavati.
agevolmente accessibile,
visualizzabile, comprensibile, Vi sono poi quattro proprietà
attraversabile e generalizzabile comuni che caratterizzano
una certa questione in oggetto intrinsecamente e in modo
relativamente all’intervallo sistemico i modelli grafici:
demarcato, sia essa strettamente (a) l’organizzazione, cioè
particolare o sia essa una il complesso delle posizioni,
specifica variabile di un insieme delle disposizioni e delle relazioni
interconnesso di questioni, funzionali interne secondo
concorrendo a portare in prima una certa forma, che concorre
precisazione un’ipotesi in forma ad assicurare la loro coerenza
d’iscrizione che renda via via interna (configurazionale e
sempre più adeguatamente conto applicativa), l’unitarietà e la tenuta;
della questione interessata. (b) la località (o individualità)
che individua e identifica le parti
Ogni modello operativo in uso tra loro articolate, trattate sulla
si costituisce su un sistema base della propria specifica natura
che reticola e autonomia (per cui l’individualità
(a) un impianto minimo è da intendersi sempre come
concettuale e categoriale, semi–individuale);
all’interno del quale ogni concetto (c) la diversità, per posizione,
e ogni categoria è in rapporto funzione, quantità, qualità,
di reciprocità con ognuno degli variabilità ecc.;
elementi presenti e l’edificio nel (d) la relazionalità, in riferimento
suo complesso; alle interconnessioni e ai
(b) un insieme di proprietà; concatenamenti interni.
(c) un complesso di regole di
collegamento tra le parti del
modello e tra le parti del modello e
i procedimenti e le procedure
di configurazione dei cammini;
(d) un linguaggio;
159 Ne La formazione dello spirito Essi contribuiscono alla
114
scientifico, Gaston Bachelard formazione e alla formulazione
scriveva che rendere geometrica di concetti, categorie e princìpi e,
la rappresentazione, cioè nello stesso tempo, permettono
disegnare i fenomeni e ordinare di guidare il lavoro d’individuazione
in una serie i fatti decisivi di e visualizzazione delle correlazioni,
una esperienza, precisa il primo delle corrispondenze e delle
compito in cui si afferma lo spirito risultanti tra princìpi e oggetti e
scientifico. dati osservativi.

n–o–u–s fa propria questa Un atteggiamento che si estende


indicazione, estendendola alla anche nel piano particolare
117
pratica conoscitiva e progettuale dell’Atelier n–o–u–s,
nel suo complesso, trasferendola caratterizzando in modo profondo
e traducendola nei processi di la dimensione estetica degli
semplificazione, approfondimento oggetti grafici prodotti, là dove lo
e complessificazione attraversati spazio reticolare e morfogenetico
115
nel lavoro quotidiano. di pattern e la relativa coerenza
A questo proposito, è importante interna sono costantemente
precisare che nell’ottica n–o–u–s regolati da processi razionali e
116
questi dispositivi–strumenti dalle loro reciproche implicazioni.
hanno un ruolo sostanzialmente
operativo ed è bene rammentare Anche in questo caso, infatti,
che il rigore che essi assumono negli attraversamenti tra
nelle scienze è qui approssimato ricerca scientifica e forma
solo in superficie. estetica, è il concetto stesso
Pattern, di «configurazione» a essere
( il tema portante del lavoro di
grafi problematizzazione e termine di
( sintesi tra interazione, movimento
e geometria e complessità. Nuovamente,
sono (anche) dispositivi–strumenti anche sul piano di superficie
che qualificano in modo evidente (della dimensione estetica), non
la scrittura visiva, il linguaggio si tratta di operare in termini di
di pattern e gli schemi grafici rappresentazioni pure e semplici
che n–o–u–s costruisce, modella, ma individuare modi e regole per
modula nel proprio lavoro. modellare configurazioni.

114. Bachelard, 1938 117. Cfr. Appendice 1 p. 215


115. Cfr. anche pp. 141–149
116. Cfr. anche p. 189
161 Costruzioni e registrazioni grafiche
di punti, — linee — e superfici
che, combinandosi, si traducono
in mappe di bit 0 e 1 si danno sulla base
\ \
di di
/ /
trame, trame,
( (
testurizzazioni, testurizzazioni,
( (
mutamenti, mutamenti,
( (
deformazioni, deformazioni,
( (
interferenze, interferenze,
( (
risonanze, risonanze,
( (
sovrapposizioni, sovrapposizioni,
( (
riflessioni, riflessioni,
( (
irregolarità, irregolarità,
( (
scarti, scarti,
( (
ripetizioni ripetizioni
differenziate, differenziate,
( (
similarità, similarità,
( (
trasferimenti, trasferimenti,
( (
trasposizioni trasposizioni
( (
e successioni, e successioni,
163 regolate da (c) sugli spazi (di relazioni) della
un principio generativo operante percezione e sulle forme del
(a) sulle relazioni (in azione percepire nelle loro realizzazioni;
reciproca) e sul movimento (d) sul senso e sui percorsi
interno e interno–esterno nella della significazione nella mutua
topologia visiva e nella topografia manipolazione e modulazione,
dello spazio di relazioni, delle laddove il rapporto intrinseco
disposizioni e delle posizioni binario 0 1 si trasforma sul piano
degli elementi; dell’osservazione nel passaggio
(b) sulla tassellazione di piani da una relazione di tipo “o ... o”
intermedi nella determinazione a una relazione di tipo “e ... e”,
di strutture scritturali segniche e che produce una pluralità di
cromatiche; intervalli intermedi.

Nel lavoro di configurazione


sulle
delle configurazioni,
la sintassi ricopre un ruolo
primario, nello stesso tempo
fondante, costitutivo e
caratterizzante: essa è, con
le sue differenziazioni e le sue
connessioni, la complessità che
si precisa in primo luogo,
è il primo luogo della forma,
e il primo luogo in rapporto
al quale si attuano e si realizzano
i processi di significazione.
164

Figure 13. #process #project


#set of rules
165

Figura 13. #processo #progetto #sistema di regole


167 Progettare l’organicità (nella grafica) Una delle tesi di fondo qui
avanzate e sostenute è che questo
Uno degli aspetti salienti tipo di atteggiamento si debba
da dover considerare nella riflettere,
pratica progettuale che opera /
nella trasferire
sulla complessità e su /
oggetti grafici complessi è quello e tradurre
della «organicità». Dal punto anche là dove l’oggetto sul quale
di vista dell’organizzazione operare è un oggetto grafico.
dell’esperienza pratica e
progettuale, l’esigenza è di A proposito di leggi e totalità,
riuscire a garantire uno «sviluppo si rende necessaria una parentesi
118
nell’insieme», in rapporto al di principio.
parametro tempo e ai processi
irreversibili che lo avvolgono e Dal punto di vista conoscitivo
lo attraversano nel progresso delle (dell’agente che conosce,
sue trasformazioni. interno a una dimensione
storica particolare e in rapporto
In generale, operare in un’ottica alle condizioni materiali che
di totalità fluida che, nel rapporto caratterizzano tale dimensione e
dialettico che li tiene assieme, i suoi mezzi del
implichi per conoscere
\ in un dato momento), la «legge»,
unitarietà e ad esempio una legge fisica, è
molteplicità, da intendersi come la controparte
interi, epistemologica dell’esistenza
interazioni e di oggetti della realtà sul piano
119
crescita per parti, ontologico.
significa anzitutto cercare
di conoscere quali sono le leggi In relazione con una realtà che
che danno luogo all’organicità (in esiste oggettivamente, «la legge è
movimento) di un certo oggetto (in considerata non solo una relazione
movimento), studiando e attuando interna ai fenomeni, ma anche
interventi in grado di permettere una relazione genetica che
che la confluenza di tali percorsi produce il nuovo attraverso certi
120
produca un’organicità effettiva. processi irreversibili».

118. Alexander, 1987 119. Bitsakis, 1992, p. 255


120. Ibidem
169 I concetti e le leggi che fanno capo
alla conoscenza e al conoscere
(e al reticolo di teorie e modelli L’oggetto,
cui si riferiscono) hanno una \
controparte sul piano ontologico, inteso sempre
i cui elementi sono collocati sul nel suo
piano teorico e rappresentati da movimento e
reticoli dinamici di teorie e modelli. nelle sue
trasformazioni,
Tale rappresentazione, integrata /
nell’unità dialettica con la pratica, è la totalità,
è una condizione sufficiente per
la loro esistenza, ma niente affatto
necessaria: in questo senso, se ci mentre una particolare legge
sono elementi di realtà che non che compare in un certo processo
figurano in una certa teoria che conoscitivo è uno dei suoi aspetti:
dovrebbe spiegare quegli stessi la sua esistenza oggettiva è
elementi, quest’ultima è una un’approssimazione in senso
rappresentazione «incompleta» dinamico di un particolare oggetto
della realtà interessata. della realtà concreta.

Così, le leggi dell’epistemologia Di conseguenza,


esistono oggettivamente ma non (a) la legge, così intesa,
coincidono (e non vanno confuse) non è l’oggetto cui si riferisce,
con l’oggetto cui si riferiscono: e quest’ultimo presuppone
in un’ottica sistemica, riflettono un grado di complessità maggiore
dialetticamente tale oggetto. della legge stessa;
Lo approssimano (per gradi) (b) l’epistemologia non va
poiché sono esse stesse sovrapposta e confusa con
un’approssimazione della realtà l’ontologia, e viceversa.
che si definisce nel lavoro
conoscitivo sottoposto a quelle
che sono le condizioni materiali
(sociali, economiche, culturali,
tecniche ecc.) che caratterizzano
la dimensione storica in relazione
a una particolare fase.
171 Adottando come piano La sintetica esposizione
di riferimento Una nuova teoria di regole che segue è indirizzata
del disegno urbano (e la relativa in modo particolare a informare,
sperimentazione applicata) di semplicemente come traccia
Christopher Alexander e colleghi, di lavoro, un fare–progettuale e
sono state precisate, rimanendo un impianto concettuale che
il più possibile adiacenti alla si pongono in rapporto al primo
formulazione originaria seppur dei macro momenti di
121
tradotta nel contesto n–o–u–s realizzazione ma che, data
e in rapporto al campo della l’impossibilità di isolare in assoluto
progettazione grafica, una serie tra loro i momenti realizzativi,
di regole che, sistematizzate devono essere in grado di
in forma di modello sperimentale riflettersi, in una certa misura, sul
e ipotetico, permettano piano generale delle realizzazioni.
praticamente di indagare quale
tipo di processo sia in grado Nel quadro così inteso, n–o–u–s è
di restituire a una particolare sia sperimentatore sia fattore della
123
configurazione un carattere di sperimentazione.
unitarietà in senso dinamico.
È, nello stesso tempo,
Nella proposta di Alexander e un tavolo di lavoro
colleghi, la risposta è chiara e e un tavolo da lavoro.
immediata: tale carattere non
può che emergere ed esprimersi Ed è in tal senso che questo
dal «processo», un processo sistema di regole va considerato
che, nel suo realizzarsi, «abbia la (e misurato, comparato ed
creazione della unitarietà come eventualmente ritradotto altrove
suo scopo principale, e in cui ogni con altri mezzi, come del resto noi
incremento della costruzione, stessi abbiamo fatto).
non importa quanto piccolo,
122
sia dedicato a questo scopo».

121. Cfr. Appendice 1 p. 215, Grafo 1 p. 13 123. Cfr. anche p. 49


e anche p. 7
122. Alexander et al., 1987, p. 40
173

Figura 14. #impianto concettuale e teorico


#percorso #progettazione #cammino #sistema di regole
175 Quello di rendere visibili riferimenti unitaria» una certa configurazione
e nessi del/nel lavoro di ricerca grafica nei suoi momenti–rete,
e approfondimento è un include sia
criterio pratico–operativo di /
124
base necessario per attuare qualsiasi nuovo intervento di
125
concretamente nella condivisione complessificazione indirizzato a
una pratica che vuole misurarsi introdurre nuove strutture,
estendendo la riflessione e include sia
allargando la partecipazione, /
ponendo a verifica, nello stesso la correzione di errori e
tempo, il dialogo interdisciplinare, incongruenze presenti.
( Parlare di «struttura continua
le relazioni tra modi di progettare, di spazi di relazioni» con
( riferimento al concetto primo
la comparsa di correlazioni, della «spazializzazione», permette
( di fissare tre criteri operativi che
le connessioni graduali riguardano sia il processo di
che intercorrono tra oggetti progettazione considerato nella
di differente complessità, sua segmentazione, sia l’oggetto
( della progettazione nel suo
le relative traduzioni, configurarsi:
( (a) l’insieme è una condizione
le possibili generalizzazioni, oggettiva di configurazioni spaziali
( (grafiche, nel caso dell’oggetto
le peculiarità tra campi e gli aspetti della progettazione) che si realizza
di novità che si determinano nel dialogo costante tra piano
in questi processi comunicativi. profondo e piano di superficie;
(b) l’insieme è interno alla rete
Regola principale dei momenti ed è condizionato
secondo un certo grado dalle
Ogni nuovo atto di configurazione circostanze che caratterizzano
grafica deve creare intorno a ogni singolo momento–rete;
se stesso una struttura continua (c) la qualità dell’intero riflette
di spazi di relazioni. sempre il processo generativo
e progressivo da cui deriva,
Questa regola, che ha come (processo) teso alla costruzione
costante quella di «rendere di una rete policentrica.

124. Cfr. Grafo 1 p. 13, Grafo 5 p. 121, 125. Cfr. anche p. 147
Grafo 8 p. 203 e Appendice 2 p. 217
177 Regola 1 Poiché il procedere per
segmentazioni e differenziazioni
Processo di crescita graduale. corre il rischio di portare a
giustapposizioni, aggregazioni
Nelle parole di Alexander e e raggruppamenti elementari
colleghi, «questa regola definisce invece che a strutture relazionali
lo “sviluppo a t––r––a––t––t––i” tra loro coerenti, è necessario un
come condizione necessaria costante dialogo riflessivo, serrato
dell’unitarietà e tutto ciò che e rigoroso tra fare–progettuale e
si ottiene individuando processo in atto.
la piccola misura d’incrementi».
Tale condizione si rende Regola 2
essenziale poiché la totalità
è tendenzialmente troppo Ogni incremento configurazionale
complessa perché sia progettata deve concorrere a costituire spazi
esclusivamente per grandi di relazioni fortemente connessi.
partizioni. «La quota di crescita
deve essere sufficientemente Questo principio considera
piccola per dare spazio e gli spazi di relazioni progettati,
tempo allo sviluppo equilibrato relativi sia al cammino del fare–
127
dell’insieme». Il processo, progettuale sia all’oggetto della
in questo senso, deve prevedere progettazione, come «emergenze
una significativa scomposizione coscienti» policentriche che si
126
nello spazio delle fasi e costituiscono gradualmente sul
un’altrettanta significativa piano generativo, e che nella loro
differenziazione nell’attuazione interconnessione sostengono
dei «t––r––a––t––t––i», cosicché l’unitarietà.
passaggi e incrementi non siano Nella storia di ogni spazio di
mai troppo estesi, e distribuzione relazioni progettato si possono
e disposizioni delle componenti individuare certe regolarità:
garantiscano in modo continuativo (a) qualche incremento
equilibrio e coerenza. Lo «sviluppo suggerisce, anzitutto in termini
a t––r––a––t––t––i» si riflette di scenario, un nuovo possibile
dialogicamente e ricorsivamente spazio fortemente connesso;
tra il processo di progettazione e (b) uno o più incrementi additivi
il configurarsi dell’oggetto grafico determinano le linee principali
della progettazione. della struttura in formazione;

126. Deve prevedere una significativa 127. Cfr. Grafo 8 p. 203


scomposizione nello spazio delle fasi
del percorso in atto
179 (c) nuovi incrementi portano nelle sue attuazioni, considerando,
al completamento del tipo in rapporto al parametro tempo,
di spazio di relazioni interessato. sia la dimensione soggettiva
individuale sia (la dimensione)
In ottica relazionale, ogni azione del soggetto collettivo a cui un
incrementale prevede funzioni individuo aderisce.
e implicazioni simultanee e La pratica di visualizzazione
diverse, che si riflettono, nel loro è, così, non solo una pratica
configurarsi, sia internamente costante, ma anche la prima
a una certa unità sia pratica da trasferire e tradurre
esternamente, nel rapporto nella dimensione operativa.
tra questa e tutto il resto. Alla visualizzazione si lega il lavoro
di visione sugli scenari.
Regola 3
Regola 4
Ogni intervento in senso
progettuale deve essere prima Ogni tracciatura interna a un certo
sperimentato e poi prodotto spazio di relazioni complesso deve
come visualizzazione generare configurazioni interne più
decodificabile in profondità. piccole che possano concorrere
Deve essere caratterizzato da ad accrescere l’interazione tra
questa qualità cosicché possa gli spazi di relazioni presenti
essere condiviso anche con altri e a sostenere, nello stesso
sul piano della pratica. tempo, l’unitarietà dell’intero
nel suo complesso e nella sua
Procedimenti, procedure e azioni complessità.
devono rendersi visibili, potersi
verificare, poter essere trasmesse La tracciatura interna, in questo
nella dimensione interazionale in senso, è diretta a incrementare
atto. La visualizzazione, nel suo (a) il numero di strutture e il grado
precisarsi e nelle sue implicazioni, di connettività presenti;
deve prevedere un grado minimo (b) il numero d’interazioni;
comune che sia contestualmente il (c) l’indice dei possibili percorsi e
più esteso e profondo possibile. cammini corrispondenti;
Tale profondità (per articolazione (d) le estensioni tese in potenza
ed estensione) concorre a a costruire insiemi unitari
qualificare e sostenere la pratica progressivamente più grandi.
181 Regola 5 Trasversale alle regole qui
esposte, ve n’è una, più profonda,
Ogni che concerne la «località su
centro è un intero, reticolo»: ogni configurazione
le sue parti principali generale, limitatamente al piano
sono anch’esse interi, entro cui è inserita, comporta
ogni intero un complesso di regioni localizzate
è sempre parte di un intero in spazi di relazioni distinti e
più grande interagenti tra loro con intensità
che è di per sé un decrescenti con la distanza.
centro.
Un Una conseguenza di tale principio
centro è la «prossimità» (e il relativo
è uno spazio di relazioni «criterio di adiacenza») come
(di spazi di relazioni (a) una delle regole alla base del
fortemente connesso, lavoro di tracciatura procedurale e
che presuppone configurazione;
una propria particolare (b) una qualità dello spazio
autonomia interna e che configurato;
è in grado di produrre (c) una condizione da soddisfare
un sistema di con la costituzione di piani
centri intorno a sé. intermedi e livelli.

In sintesi, nel fare–progettuale e


nel lavoro di configurazione
è possibile tracciare e rintracciare
un processo «a tratti» che procede,
nella costruzione di una particolare
totalità, su una realtà preesistente
e che, sulla base dei princìpi di
reciproco condizionamento e
di prossimità e adiacenza,
si sviluppa in modo graduale
per fasi incrementali caratterizzate
da scomposizioni, differenziazioni
e connessioni.
184

Figure 15. #pattern #syntax


#configuration
185

Figura 15. #pattern #sintassi #configurazione


Per fare
187 Lo schema metodologico
precisato nel capitolo La condizione operativa d’ingresso
128
precedente ha trovato ha previsto che vi fosse
un suo percorso particolare una partecipazione solidale
di sperimentazione e verifica (tra dispositivi ed elementi grafici
129
con il progetto Dia—Log. e poster, tra poster e poster della
stessa serie, tra poster e poster
Lo sviluppo di questo progetto, di serie diverse e tra serie) che nel
i cui temi principali hanno dialogo (relazionale, sistematico,
riguardato aperto, dinamico) tra le parti
\ portasse a una configurazione
la dialogica, unitaria in tutti i suoi piani
( intermedi e nella sua totalità.
la visibilità
del fare–progettuale e Le pagine che seguono
( si occupano di rintracciare
l’organicità degli oggetti schematicamente e condividere
grafici progettati, i dispositivi in uso, i percorsi
/ attivati e attraversati, e i
ha portato a un impianto cammini130 concretizzati che
strutturato a intervalli, composto hanno caratterizzato Dia—Log,
di sette serie complessive, in pratica
ognuna delle quali costituita sulla e nella pratica.
base di quattro poster tra loro
relati e prodotti in riferimento Trattandosi di un esperimento
a un argomento relativo alla in cui chi lo ha condotto è
struttura concettuale in uso. stato esso stesso parte della
L’intervento quotidiano sui poster sperimentazione, questi schemi
e la tracciatura del progress non solo non hanno alcuna
del lavoro sono stati documentati pretesa di esaurire e chiudere
da un insieme di screenshot, il discorso cui si riferiscono ma,
con la funzione di registrare al contrario (esattamente come
proprio gli stati e gli stadi del IN—Pratica) intendono essere
processo in atto e degli oggetti espedienti per estendere nuovi
grafici (contribuendo a rendere approfondimenti e termini di
visibile così l’evoluzione del relazione nell’ottica di una pratica
progetto nella sua attuazione). allargata e collaborativa.
128. Cfr. anche pp. 195–197 130. Cfr. Appendice 2 p. 217, Grafo 8 p. 203
129. Cfr. www.dia–log.it e anche p. 199
189 Il lavoro di traduzione che si (b) vanno considerati come reti
definisce e configura nel rapporto stratificate, aperte e mobili di
tra una struttura concettuale, dispositivi, strumenti e modalità
un oggetto di lavoro, particolari che di volta in volta concorrono a
pratiche di progettazione e costituire e caratterizzare
procedimenti, un ambiente di il fare–progettuale posto in atto;
lavoro e uno specifico contesto, (c) nella loro gradualità spaziale,
fa leva su una cassetta degli si collocano negli intervalli che
attrezzi e su delle tecniche intercorrono tra Profondo e
che intervengono (come piani Superficie ove, per ragioni
intermedi) in questo processo di prossimità e sempre in una
(nella topografia relazionale del dia/logica reticolare di traduzioni
piano). La loro funzione, anzitutto di traduzioni, possono essere più
come spazi relati di mediazione, contigui col primo o col secondo.
è di accompagnare, sostenere
e, in una certa misura, guidare Questo tipo di approccio pone
gli scambi informativi tra una la dimensione logico–deduttiva
componente e l’altra durante lo e la dimensione empirica in un
sviluppo configurazionale. dialogo e in un’unità dialettica
costante. Cassetta degli attrezzi
Nella relazione tra Profondo e piano della tecnica collaborano
e Superficie, la particolare nel mediare i due fattori senza
disposizione e posizione chiudersi né all’uno né all’altro.
dell’insieme degli strumenti Proprio il carattere
(concettuali, categoriali e d’intermediazione che
operativi) e delle tecniche in uso caratterizza
(in una certa situazione) si precisa \
nella geografia del particolare dispositivi e tecniche
intervallo interessato. presuppone
Cassetta degli attrezzi e piano (a) un insieme di regole non rigide;
delle tecniche (b) significativi margini di
(a) hanno iscritto in sé i riflessi, modificazione e correzione per
strutturati e strutturanti, del adeguare entrambi al contesto
piano teorico e metodologico progettuale in cui si sta operando;
e, di rimando, partecipano (c) nuove problematiche e i termini
all’approfondimento delle teorie e in prima approssimazione di
delle metodologie131 in uso; possibili risposte.
131. Cfr. anche pp. 145–147
191 Uno degli aspetti portanti del Il cammino che con le sue
disegno progettuale di Dia—Log procedure si è definito nelle
ha riguardato la sperimentazione, tracce indicate dal percorso
come anticipato, del carattere di di progettazione132 registra e
organicità del trascrive l’insieme dei punti dello
nel processo spazio topologico demarcato nel
di progettazione. disegno progettuale, precisandone
la progressione dal punto di vista
Il lavoro di trasferimento, del progettista in azione.
traduzione e configurazione che Il cammino, in questo senso,
ha condotto alla sistematizzazione (a) è sempre interno a un certo
in situazione dei dispositivi e percorso (o insieme di percorsi)
delle tecniche, ha contribuito a ed è mediato da esso (essi);
spazializzare e a demarcare gli (b) presenta dei marcatori che
intervalli del piano, i momenti localizzano in modo puntuale i
e le relative fasi del percorso suoi punti in corrispondenza dei
progettuale. momenti, delle fasi e degli stadi
Nello stesso tempo, il lavoro del percorso nel quale è iscritto;
di precisazione del (c) descrive l’attraversamento
sul percorso specifico compiuto dal progettista
ha contribuito alla messa a e tale descrizione concorre a
sistema nella dimensione oggettivare la pratica attuata sul
operativa del contesto Dia—Log piano operativo.
della cassetta degli attrezzi e del Sia il cammino sia il percorso
piano della tecnica. sono sottoposti al movimento
processuale133 e condizionati da
È nel processo di riflessione che esso e, di conseguenza, sono
guida e organizza dispositivi inevitabilmente soggetti a un certo
e tecniche all’interno del grado di modificazione e a degli
disegno progettuale che scarti (relativamente al disegno
vanno ricavati, anzitutto e in iniziale) nello sviluppo in atto.
rapporto alle strutture e alle È questo un aspetto che rientra
proprietà intrinseche, i termini, nella dimensione dialogica (e più
le competenze e i programmi complessivamente dialettica) del
dei dispositivi e delle tecniche lavoro processuale, delle sue linee
trasferiti, tradotti e configurati sul di sviluppo, dei condizionamenti
piano operativo. interno–esterno cui è sottoposto.
132. Cfr. anche pp. 195–197
133. Cfr. Appendice 2 p. 217
193 Cassetta degli attrezzi

Elementi tematici Dispositivi di progetto Procedure


(A) (D) (G)

Le proprietà del Piano Vista Xerox


Concatenamento Screenshot Tracciatura
Oggetto Schema grafico per la Disegno
Edificio geografia dei poster Stratificazione
Paesaggio Individuazione
Mappa Selezione
Ripetizione differenziata Dispositivi grafici Comparazione
(E) Articolazione
Sintesi
Percorso Toner Addizione
(momenti e intervalli) Geometria Scomposizione
(B) Disegno Complessificazione
Bitmap Sottrazione
Definizione elemento Pattern Stampa dello schermo
tematico Colore ( shift 3)
Contestualizzazione Valutazione
Identificazione Verifica
Formulazione Strumenti
Implementazione (F)
Configurazione Oggetti della
Feedback Stampante progettazione
Chiusura Scanner (H)
Desktop publishing (ID)
Raster graphic editor (PS) Poster
Procedimenti Ink Serie
di progetto Acrilico
(C) Matita
Carta
Traduzione grafica Acetato
Visualizzazione Personal computer
Disposizione su reticolo Palette colore
Feedback intermedi
Analisi concept–oggetti
Analisi reticoli–oggetti
Sperimentazione
D 195
A E

G G

E
C

H
F B
Grafo 7.

C
197 Percorso in atto

Proposizione
elemento tematico
(A) Analisi
reticoli–oggetti

Definizione
elemento tematico
(B)

Corpus
Contestualizzazione Scenario Identificazione
(C, D)
(C)

Formulazione
Analisi
concept–
oggetto– Ipotesi
scenario

Concept (C, D, F, G)

Implementazione

(C, D, F, G)

Configurazione
(H)

Feedback generale
(H) Chiusura
(H)
199 Il cammino
Tracciatura e punteggiatura
della sequenza di eventi

Dia — Log Dia—Log

17 16

4 3

1 2

6
5

8 13 12

7 11

14 15

9 10

Dia—Log
Tool–kit —– walk 200

Identification
Selection

Zoom
 shift 3
Individuazione
Selezione
Personal
Screenshot
computer

Complexification
Layering Acetate
Selection Paper Drawing
Drawing Acrylic
Pencil
Xerox
Ink
Disegno Matita
Selezione Acrilico
Stratificazione Carta
Complessificazione Acetato Disegno

Layering Printer Typography

Font
Xerox Scanner

Tipografia
Stampante

Stratificazione

Color
Identification
Selection
Palette
Comparison
Subtraction
Colore

Individuazione
Selezione
E
Comparazione
Sottrazione F

G
201 Cassetta degli attrezzi —– cammino

Stampante Xerox
Toner
Printer

Selezione
Matita Tracciatura
Geometria Carta Disegno

ID
Xerox
Scanner
Ink
Drawing
Paper Tracing
Geometry Pencil Selection

Individuazione
Selezione
Scanner Stratificazione
Bitmap
PS
Xerox

Identification
Selection
Layering
Acrylic
Paper
Pencil Identification
Pattern Scanner Synthesis
Ink Individuazione Layering
ID Sintesi Subtraction
Matita Stratificazione Addition
Carta Sottrazione Complexification
Acrilico Addizione Breakdown
Complessificazione
Scomposizione
203

b.
Cammino
Cassetta degli attrezzi

Soggetto agente

di progettazione.
In sintesi

Percorso
Impianto teorico–pratico

L’oggetto di lavoro Dia–Log


Dia––Log

nella geografia del Piano particolare


Dia—Log Cassetta
degli attrezzi
Pratica Processo

Pratica
Ambiente

Processo
Soggetto agente
a.
Grafo 8.

Percorso
di progettazione.
Dia–Log come ambiente

Cammino
206

Figure 16. #configuration


#deep–surface
207

Figura 16. #configurazione #profondo–superficie


Per dire (epilogo)
209 Con IN—Pratica ci siamo
prefissati lo scopo di mostrare IN—Pratica è anche, in questo
alcuni dei lineamenti generali di senso, il tentativo di riprendere
una pratica riflessiva intenta a alcuni fili (del discorso) di quella
precisare una struttura concettuale incessante e curiosa ricerca che
in prima approssimazione. dovrebbe non solo caratterizzare
Riteniamo che un impianto teorico il campo134 particolare che ci
e concettuale sia un fattore coinvolge, ma muovere ognuno di
indispensabile e decisivo dei/nei noi, ogni giorno, in ogni situazione.
processi di progettazione.
Non stiamo inventando nulla: tra le
Riconosciamo l’importanza parole fissate non c’è niente che
dei risultati e siamo consapevoli non si possa facilmente ritrovare
che è anche su di essi che nelle molteplici e variegate
ci si misura quotidianamente. esperienze che hanno animato
Tuttavia, pezzi di storia della progettazione
riteniamo che il primato debba e della comunicazione. Abbiamo
spettare al processo (e alla qualità reso deliberatamente espliciti
del processo) che conduce a essi. questi riferimenti perché essi
stessi possano configurarsi come
Come progettisti grafici siamo termini di relazione e nodi di una
cresciuti professionalmente rete riflessiva in grado di essere
in un contesto culturale incentrato attiva, visibile, accessibile e
principalmente sul fare (e sul fare collaborativa.
dopo ogni fare–tanto–per–fare)
che ha tolto ogni diritto alla IN—Pratica è solo uno tra i tanti
ragione e alla riflessione, modi possibili per definire uno
ogni spazio alla sperimentazione spazio, e dare una possibilità
e alla domanda e all’errore, pratica al tentativo di argomentare
alla pratica e alla condivisione una domanda, ponendo le basi
nella pratica, al tempo necessario epistemologiche, metodologiche
della progettazione e alla cura e pratiche con cui indagare una
del progetto, al rigore della possibile risposta. Una risposta
critica e alla critica come che nelle sue realizzazioni si
approfondimento continuo, possa configurare anche come
alla responsabilità come fattore strumento per nuove emergenze
costitutivo del lavoro di ognuno. che si costituiscono socialmente.
134. Cfr. Grafo 1 p. 13 e anche p. 7 e p. 61
211 Con IN—Pratica abbiamo cercato Certi di non essere soli nella
di chiarire i nostri limiti e, nello ricerca che abbiamo qui tentato
stesso tempo, di approfondire e di presentare e descrivere,
strumentare i modi di una pratica, consideriamo questo debordare
perché tali limiti siano spinti un po’ un’esortazione a continuare con
più in là. Tutti i giorni. ancora più vigore il nostro lavoro.

IN—Pratica è solo un passaggio. Un libro di scrittura visiva,


un libro da scrivere.

Nel movimento delle cose.

«Un’altra falsissima idea che pure ha corso attualmente


è l’equivalenza che si stabilisce tra ispirazione,
esplorazione del subconscio e liberazione;
tra caso, automatismo e libertà.

Ora, questa ispirazione che consiste nell’ubbidire


ciecamente a ogni impulso è in realtà una schiavitù.
Il classico che scrive la sua tragedia osservando
un certo numero di regole che conosce è più libero
del poeta che scrive quel che gli passa per la testa ed
è schiavo di altre regole che ignora».135

135. Queneau, 1938


213

Merci.
Appendici
215 1. n–o–u–s

Nel lavoro di/su ricerca formale Atelier


Comunicazione visiva
ed espressiva, progetto e
Progettazione grafica
insegnamento–apprendimento, Direzione creativa e artistica
sono quattro i piani intermedi Metaprogettazione
Concept development
su/tra i quali si articola l’intervento
Sistemi d’identità visiva
di n–o–u–s. Brand design
Grafica editoriale
Illustrazione
Questi, costitutivi dell’edificio
Tipografia
n–o–u–s e caratterizzanti Packaging di prodotto
il programma in uso, sono investiti Contenuti editoriali
Allestimenti
da un interscambio riflessivo
e pratico–operativo continuo,
Insegnamento–Apprendimento
dimodoché ogni intervallo Formazione
particolare sia costantemente Corsi
Workshop tecnici
informato dagli altri e concorra
Laboratori tematici
a sostenere uno sviluppo Conferenze e incontri
complessivo unitario e coerente. Scritture

Mixed–Media
Diy
Installazioni site specific
Esposizioni
Grafo 9. Serigrafia

Ricerca
Mixed–Media

Nel nostro lavoro quotidiano sulla


progettazione, vi sono alcune linee di
Insegnamento–
Apprendimento

ricerca che, in modo particolare, intendiamo


approfondire, in un’ottica sempre
costantemente collaborativa, con l’obiettivo
di precisare oggetti grafici in grado di
sostenere l’autonomia delle persone.
n–o–u–s

Alcune linee di ricerca:


– progettazione grafica e afasia
– progettazione grafica, autismo,
Ricerca

AHF e sindrome di Asperger


– progettazione grafica, cecità e ipovisione
– progettazione grafica e cecità
Atelier

da disattenzione
Procedure 217

Piano della tecnica

Pratica

Piano pratico

Esperienza
2. Processo ( Percorso ( Cammino

Percorso

Cammino
Metodo

impianto teorico–pratico
Soggetto
agente
Piano metodologico

Procedimenti
Grafo 10.

Piano teorico
agente–rete umano.
impianto teorico–pratico e

Piano epistemologico
Rete di relazioni in atto tra processi,

Processo
Piano gnoseologico
219 3. L’agente–rete umano Come già rilevato, l’«essere
umano» che da concetto e
Il lavoro geografico di categoria prende corpo e si fa
visualizzazione dell’organizzazione soggetto storico, individuale e
umana dello spazio si colloca collettivo, è sempre un agente
nelle interrelazioni (varie, mutevoli, sociale e, come tale, opera
complesse) tra ambiente e società costantemente all’interno di
(con i suoi ambienti–contesti fasci di relazioni oggettive che
sociali), e nei sistemi dinamici che nei loro intervalli demarcano e
in-essi-e-tra-essi si configurano.136 costituiscono i piani particolari
È in tale complesso relazionale della dimensione sociale.
che la pratica geografica prova
a rintracciare e tracciare sul Il suo agire e la sua pratica sono
piano di superficie i nessi del sempre interni a reti dinamiche
reciproco condizionamento che di relazioni sociali oggettive e
costituiscono e caratterizzano immersi tra strutture situate,
l’unità dialettica che tiene strutturanti e generative.
assieme componente biologica
e componente culturale, Lì
relativamente ai processi di /
adattamento, stabilizzazione, il soggetto è già socializzato.
apprendimento, cambiamento Lì
e, più in generale, ai processi /
evolutivi dell’uomo. Se la incorpora, riflette e (in una certa
premessa è che l’essere umano misura) condiziona le disposizioni
sia un sistema complesso, allora proprie e gli effetti di campo delle
il modello che dobbiamo adottare stratificazioni in cui è inserito.
per gli attraversamenti del lavoro Lì
geografico a esso applicati deve /
essere in grado di garantire e si precisano storicamente
sostenere praticamente (anche) le posizioni e le traiettorie
la visualizzazione del carattere d’azione, e le esperienze trovano
dinamico tipico del sistema che una loro costruzione.
lo contraddistingue, là dove le due
componenti appena richiamate
non possono essere né ignorate
né tra loro isolate.
136. Cfr. anche pp. 85–111
221 Nello stesso tempo, il soggetto Sulla base di questo frame,
che agisce in modo reticolare nella individuiamo tre specifiche
dimensione sociale non smette componenti corrispondenti ai tre
mai di essere un organismo fattori prima indicati:
caratterizzato da particolari fattori (a) «comportamento»:137
situati di natura fisica, chimica e dimensione ecologica;
biologica, in rapporto mutuamente (b) «habitus»:138
condizionante (anche in termini dimensione sociale;
trasformativi) con l’ambiente nel (c) «atteggiamento»:139
quale si trova e l’insieme delle dimensione deliberata e
condizioni che lo precisano. programmata dell’agente–rete
umano.
Tuttavia,
per entrare nel merito di uno La relazione tra queste parti ci
degli obiettivi di IN—Pratica, permette di entrare nel merito
è necessario identificare dell’agente–rete umano in
un terzo fattore (intimamente quanto sistema complesso, di
connesso al discorso su pratica, definire l’oggetto del nostro
fare–progettuale e progettazione), lavoro di visualizzazione e, infine,
quello relativo all’azione di attraversare, per mezzo del
prettamente deliberata, modello operativo in uso, l’oggetto
programmata e riflessiva attuata nella pratica geografica.
da parte del soggetto.
In questa fase, reputiamo
essenziale mostrare in particolare
le tracce di una mappa che
permetta di rintracciare in prima
approssimazione elementi
dell’oggetto interessato secondo
la premessa di partenza e fissare
delle ipotesi di lavoro.

137. – 139. Cfr. Grafo 11 p. 223


138. Concetto e categoria di «habitus» molto devono
all’importante lavoro di Bourdieu
223

Grafo 11.

a. b.
Agente–rete umano Agente–rete umano
multidimensionale come sistema multidimensionale come sistema
ad anello chiuso. complesso.
Comportamento

Comportamento
Habitus

Habitus
Ambiente

Agente–rete umano
Atteggiamento

Atteggiamento
Comportamento

Habitus
Ambiente

Agente–rete umano

Oggetto
Atteggiamento

Esperienza

Cammino
Pratica

c.
Dimensione esperienziale
dell’agente–rete umano.
225 4. un grado che si precisa nel
rapporto tra
Automatismo (a) almeno un agente sociale
(con le sue disposizioni, la sua
Insieme di dispositivi e congegni, posizione, la sua autonomia, il suo
solitamente caratterizzati da ruolo, le sue competenze, il suo
una rilevante semplicità e/o programma, i suoi interessi ecc.);
rapidità di funzionamento, che (b) l’esecuzione di una serie di
rendono replicabile lo svolgimento operazioni da esso attuata;
di operazioni nelle forme (c) un dato intervallo;
minime dell’attività cosciente, (d) una situazione particolare
in un’economia delle funzioni presente in tale intervallo.
permanenti degli agenti. Il grado, nel suo determinarsi, è al
Si riferisce, nella fattispecie, contempo dimensionabile, aperto
alla esecuzione di operazioni. e dinamico e, così, rideterminabile.

Automatismo elementare Routine

Classe particolare di automatismi. Particolare configurazione di


Nel quadro delle attività condotte una sequenza di automatismi
dagli agenti umani, elementare e/o automatismi elementari
precisa il carattere prettamente nell’attuazione di operazioni
meccanico dell’automatismo che interdipendenti e, più in generale,
emerge da processi di riduzione140 interconnesse, di frequente
come una significativamente bassa esecuzione e/o regolari.
o assente attività vigile e cosciente
dell’agente nell’esecuzione di Nel rapporto di gradualità,
certe operazioni. Ciò implica un particolare automatismo
una riduzione della capacità interessato a un certo grado
di autonomia per quanto di profondità del piano può
riguarda gli agenti sociali, e una presentarsi come routine a un
sovrapposizione tra spazio semi– grado più superficiale dello stesso.
individuale e spazio di relazioni
(laddove il primo è, in realtà, solo
una componente del secondo).
Un automatismo elementare
si definisce sempre sulla base di
140. Cfr. anche p. 149
Bibliography
Bibliografia
226
Akrich, M., 1987–1992, La de–scrizione degli oggetti tecnici, in Mattozzi, A., a cura,
Il senso degli oggetti tecnici, Meltemi, Roma, 2006, pp. 53–80.
Alexander, C., 1964, Notes on the Synthesis of Form, Harvard University Press, Cambridge
(MA); trad. it. Note sulla sintesi della forma, Il Saggiatore, Milano, 1967.
Alexander, C., Ishikawa, S., Silverstein, M., A Pattern Language: Towns, Buildings,
Construction, Oxford University Press, New York, 1977.
Alexander, C., Neis, H., Anninou, A., King, I., 1987, A New Theory of Urban Design,
The Center for Environmental Structure; trad. it. Una nuova teoria del disegno urbano,
Gangemi Editore, Roma, 1997.
Alexander, C., The Nature of Order, (4 voll.), CES, Berkeley, 2002–2005.
Apostel, L., 1960, Matérialisme dialectique et méthode scientifique, in Le Socialisme, vol. 7,
n. 4, Bruxelles; trad. it. Materialismo dialettico e metodo scientifico, Einaudi, Torino, 1968.
Bachelard, G., 1934, Le Nouvel Esprit scientifique, PUF, Paris; trad. it. Il nuovo spirito
scientifico, Laterza, Bari, 1951–1978.
Bachelard, G., 1938, La Formation de l’esprit scientifique, Vrin, Paris; trad. it La formazione
dello spirito scientifico, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1995.
Bachelard, G., 1940, La Philosophie du non, PUF, Paris; trad. it. La filosofia del non, Armando,
Roma, 1998.
Bachelard, G., 1969, Le rationalisme appliqué, PUF, Paris; trad. it Il razionalismo applicato,
Edizioni Dedalo, Bari, 1975–1993.
Bachelard, G., 1972, Le matérialisme rationnel, PUF, Paris; trad. it Il materialismo razionale,
Edizioni Dedalo, Bari, 1975–1993.
Bachelard, G., L’esperienza dello spazio nella fisica contemporanea, Armando Siciliano
Editore, Messina, 2002.
Bateson, G., 1972, Steps to an Ecology of Mind, Chandler Publishing Company;
trad. it. Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano, 1977–2010.
Bateson, G., Donaldson, R. E. , 1991, A sacred Unity, Cornelia & Michael Bessie Book;
trad. it Una sacra unità, Adelphi, Milano, 1997.
Bellone, E., Spazio e tempo nella nuova scienza, NIS La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994.
Bertuglia, C. S., Vaio, F., Non linearità, caos, complessità. Le dinamiche dei sistemi naturali e
sociali, Bollati Boringhieri, Torino, 2003–2007.
Bitsakis, E., Basi della fisica moderna, Edizioni Dedalo, Bari, 1992.
Bocchi, G., Ceruti, M., a cura, La sfida della complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007.
Boghossian, P. A., 2006, Fear of Knowledge: Against Relativism and Constructivism, Oxford
University Press; trad. it Paura di conoscere. Contro il relativismo e il costruttivismo, Carocci,
Roma, 2006.
Bonfantini, M. A., La parzialità oggettiva, Edizioni U. C. T., Trento, 1980.
Bourdieu, P., 1979, La distinction, Les éditions de Minuit, Paris; trad. it. La distintizione, il
Mulino, Bologna, 1983–2001.
227 Bourdieu, P., 1980, Le sense pratique, Les Editions de Minuit, Paris; trad. it. Il senso pratico,
Armando, Roma, 2005.
Bourdieu, P., 1984, Homo academicus, Les Editions de Minuit, Paris; trad. it. Homo academicus,
Edizioni Dedalo, Bari, 2013.
Bourdieu, P., Wacquant, L. J. D., a cura, 1992, Résponses. Pout une anthropologie réflexive,
Seuil, Paris; trad. it. Risposte. Per una antropologia riflessiva, Bollati Boringhieri, Torino, 1992.
Bourdieu, P., 1994, Raison pratiques, Seuil, Paris; trad. it. Ragioni pratiche, Il Mulino, Bologna,
1995.
Bourdieu, P., 2001, Science de la science et réflexivité. Cours du Collège de France
2000–2001, Raison d’agir, Paris; trad. it. Il mestiere di scienziato. Corso al Collège de France
2000–2001, Feltrinelli, Milano, 2003.
Bovone, L., Tra riflessività e ascolto. L’attualità della sociologia, Armando, Roma, 2010.
Bovone, L., Rovati, G., L’ordine dell’interazione. La sociologia di Erving Goffman, Vita e
Pensiero, Milano, 1992.
Dal Pra, M., Minazzi, F., Ragione e storia, Rusconi, Milano, 1992.
Deleuze, G, 1968, Différence et répétition, PUF, Paris; trad. it. Differenza e ripetizione,
il Mulino, Bologna, 1971; Raffaello Cortina Editore, Milano, 1997.
Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei più celebri filosofi, Bompiani, Milano, 2005.
Engels, F., Dialettica della natura, Editori Riuniti, Roma, 1957.
Fabbri, P., La svolta semiotica, Laterza, Roma–Bari, 1998–2001.
Fabbri, T. M., a cura, L’organizzazione: concetti e metodi, Carocci, Roma, 2010.
Ferraris, M., Documentalità: ontologia del mondo sociale, Etica & Politica / Ethics & Politics,
IX, 2007, 2, pp. 240–329.
Ferraris, M., Documentalità, Editori Laterza, Roma–Bari, 2009.
Ferraris, M., Mundaneum, in Mattozzi, A, Volonté, P., Burtscher, A., Lupo, D., a cura, Biografie
di oggetti. Storie di cose, Bruno Mondadori, Milano, 2009.
Fiorani, E., Grammatica della comunicazione, Lupetti, Milano, 2006–2012.
Gandolfi, A., Formicai, imperi e cervelli, Bollati Boringhieri, Torino, 1999.
Garito, M. A., Anceschi, G., Botta, M, L’ambiente dell’apprendimento – Web Design e
processi cognitivi, McGraw–Hill Education, Milano, 2006.
Geymonat, L., et al., Storia del pensiero filosofico e scientifico, 9 voll., Garzanti, Milano,
1972–1976–1981.
Geymonat, L., Scienza e realismo, Feltrinelli, Milano, 1977.
Geymonat, L., Riflessioni critiche su Kuhn e Popper, Edizioni Dedalo, Bari, 1983.
Geymonat, L., Scienza e storia, Bertani Editore, Verona, 1985.
Geymonat, L., 1985, Lineamenti di filosofia della scienza, UTET Università, Torino, 2006.
Von Glasersfeld, E., 1985, Il complesso della semplicità, in Bocchi, G., Ceruti, M., a cura,
La sfida della complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007, pp. 79–87.
Goffman, E., 1959, The Presentation of Self in Everyday Life, University of Edinburgh;
trad. it. La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino, Bologna, 1969–1997.
Goffman, E., 1961, Encounters. Two Studies in the Sociology of Interaction, 228
Bobbs–Merrill, Indianapolis; trad. it. Espressione e identità. Gioco, ruoli, teatralità,
prima edizione da Mondadori, Milano, 1979; ora Il Mulino, Bologna, 2003–2011.
Goffman, E., 1974, Frame Analysis: An essay on the organization of experience, Harper & Raw,
New York; trad. it. Frame analysis. L’organizzazione dell’esperienza, Armando, Roma, 2001.
Fabbri Montesano, D., Munari, A., 1985, Il conoscere del sapere. Complessità e psicologia
culturale, in Bocchi, G., Ceruti, M., a cura, La sfida della complessità, Bruno Mondadori,
Milano, 2007, pp. 310–322.
Von Foerster, H., 1985, Cibernetica ed Epistemologia: storia e prospettive, in Bocchi, G.,
Ceruti, M., a cura, La sfida della complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007, pp. 88–116.
Greimas, A., 1970, Du sens, Seuil, Paris; trad. it. Del senso, Bompiani, Milano, 1974.
Greimas, A., 1983, Du sens II, Seuil, Paris; trad. it. Del senso II, Bompiani, Milano, 1984.
Greimas, A., Courtés, J., 1979, Sémiotique. Dictionnaire raisonné de la théorie du langage,
vol. 1, Hachette, Paris; trad. it. Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio,
Bruno Mondadori, Milano, 2007.
Il Verri, #43, newbasic, giugno 2010.
Le Moigne, J.–L., 1985, Progettazione della complessità e complessità della progettazione,
in Bocchi, G., Ceruti, M., a cura, La sfida della complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007,
pp. 60–78.
Higgins, P. M., 2007, Nets, Puzzles, and postmen. An Exploration of Mathematical
Connections, Oxford University Press; trad. it. La matematica dei social network, Edizioni
Dedalo, Bari, 2012.
Lakatos, I., 1978, The methodology of scientific research programmes, Philosophical Papers,
Volume I, Cambridge University Press; trad. it. La metodologia dei programmi di ricerca
scientifici, Il Saggiatore, Milano, 2001.
Latour, B., Science in Action, Harvard University Press, Cambridge (MA); trad. it. La scienza in
azione, Comunità, Milano, 2000.
Maldonado, T., La speranza progettuale, Einaudi, Torino, 1970.
Maldonado, T., Avanguardia e razionalità, Einaudi, Torino, 1974.
Mangano, D., Semiotica e design, Carocci, Roma, 2008–2012.
Marrone, G., Corpi sociali, Einaudi, Torino, 2001.
Mattozzi, A., a cura, Il senso degli oggetti tecnici, Meltemi, Roma, 2006.
Mattozzi, A., Percorsi di vita e articolazioni di senso: approccio biografico e metodologia
semiotica, in Mattozzi, A, Volonté, P., Burtscher, A., Lupo, D., a cura, Biografie di oggetti.
Storie di cose, Bruno Mondadori, Milano, 2009, pp. 103–123.
Melucci, A., a cura, Verso una sociologia riflessiva, Il Mulino, Bologna, 1998.
Minazzi, F., a cura, Ludovico Geymonat epistemologo, Mimesis Edizioni, Milano–Udine, 2010.
Morin, E., 1986, La Méthode 3. La connaissance de la Connainsance, Seuil, Paris;
trad. it. Il metodo 3. La conoscenza della conoscenza, Raffaello Cortins Editore, Milano, 2007.
229 Morin, E., 1985, Le vie della complessità, in Bocchi, G., Ceruti, M., a cura, La sfida della
complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007, pp. 25–36.
Munari, B., Design e comunicazione visiva, Laterza, Bari, 1968.
Nagel, E., 1961, The Structure of Science, Harcourt, Brace & World, Inc.; trad. it. La struttura
della scienza, Feltrinelli, Milano, 1968–1981.
Paolucci, G., Introduzione a Bourdieu, Editori Laterza, Bari, 2011.
Poincaré, J. H., 1902, Le science et l’hypothèse, Flammarion; trad. it. La scienza e l’ipotesi,
Edizioni Dedalo, Bari, 1989–2012.
Prigogine I., 1985, L’esplorazione della complessità, in Bocchi, G., Ceruti, M., a cura,
La sfida della complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007, pp. 155–169.
Prigogine I., Stengers, I., 1988, Entre le temps et l’eternité, Librairie Arthème Fayard, Paris;
trad. it. Tra il tempo e l’eternità, Bollati Boringhieri, Torino, 1989–2014.
Prigogine I., 1996, Le Fin des certitudes, Odile Jacbo, Paris; trad. it. La fine delle certezze,
Bollati Boringhieri, Torino, 1997–2014.
Queneau, R., Segni, cifre e lettere, Einaudi, Torino, 1981; estratto riportato anche in Calvino, I.,
Lezioni americane, Mondadori, Milano, p. 134, e in McLaughlin, M., Why Read the Classics?,
Mariner Books, Boston–New York, 2014, p. 251.
Redondi, P., Epistemologia e storia della scienza, Feltrinelli, Milano, 1978.
Rovelli, C., La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose,
Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014.
Stengers, I., 1985, Perché non può esserci un paradigma della complessità, in Bocchi, G.,
Ceruti, M., a cura, La sfida della complessità, Bruno Mondadori, Milano, 2007, pp. 37–59.
Ueno, N., 2000, Ecologie d’iscrizione, in Mattozzi, A., a cura, Il senso degli oggetti tecnici,
Meltemi, Roma, 2006, pp. 351–383.
Watzlawick, P., Helmick Beavin, J., Jackson, D. D., 1967, Pragmatics of Human
Communication, W. W. Norton & Co.; trad. it . Pragmatica della comunicazione umana,
Astrolabio, Roma, 1971.
Zinna, A., Le interfacce degli oggetti di scrittura, Meltemi, Roma, 2004.
(www)
Anceschi, G., Basic Design, fondamenta del design, New Basic Design a Venezia e Basic
Design a Ulm, La nozione di artefatto, Protagonismo del tempo, Confini: design e arte,
Progettare il contesto
ganceschiteoria.altervista.org
Carta del progetto grafico. Tesi per un dibattito sul progetto della comunicazione
www.aiap.it/documenti/8046/71
Lussu, G., Design della comunicazione, Treccani, 2010
www.treccani.it/enciclopedia/design–della–comunicazione_(XXI–Secolo)
New Basic Design
www.newbasicdesign.com
231

Figura 17. #n–o–u–s


232

Potrebbero piacerti anche