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Progettazione e
realizzazione di
materiale didattico
Donatella Persico Un approccio sistematico allo sviluppo di
Istituto per le Tecnologie
Didattiche - CNR, courseware, dall’ideazione alla validazione.
Genova

In questo lavoro affrontiamo le problema- bienti di apprendimento, ossia quegli am-


tiche connesse allo sviluppo di materiale di- bienti interattivi capaci di simulare situazio-
dattico, con particolare attenzione alle fasi di ni reali o artificiali in cui lo studente può au-
progettazione (ossia alle cosiddette fasi “al- tonomamente “costruire” la propria cono-
te” del ciclo di sviluppo) e a materiale che scenza. Anche i sistemi che utilizzano tec-
preveda l’uso di tecnologia. In generale, sarà niche di intelligenza artificiale per conferire
privilegiato il punto di vista di chi sviluppa flessibilità e adattività al sofware didattico
courseware a livello professionale, per la (indipendentemente dalla direttività della
formazione o l’addestramento, piuttosto che strategia) rientrano ai fini di questo lavoro
l’approccio da “bricolage” di chi realizza nella categoria del courseware. In tutti que-
una dispensa, degli appunti o anche un sti casi, comunque, a meno che gli obiettivi
software di supporto alle proprie lezioni. Ciò didattici che si intendono perseguire non sia-
non significa che questo secondo “tipo” di no estremamente limitati e specifici, il cour-
materiale non abbia una sua ragione di esi- seware non può essere progettato come un
stere e una sua dignità; ma soltanto che l’uso oggetto a sé stante, del tutto avulso dal suo
di un approccio sistematico allo sviluppo di contesto di utilizzo e indipendente dalle pos-
courseware si fa tanto più importante quanto sibili (ed eventualmente molteplici) modalità
più vasta è la portata (in termini di contenuti di inserimento in un progetto didattico glo-
e di popolazione obiettivo) dell’intervento bale. Di conseguenza, è probabile e addirit-
didattico che esso deve supportare. Una ulte- tura auspicabile che un courseware destinato
riore doverosa precisazione riguarda il signi- ad affrontare una porzione significativa di un
ficato con cui, in questo contesto, sarà utiliz- itinerario formativo venga progettato dai
zato il termine courseware. In generale, in- suoi autori come un sistema didattico com-
fatti, questo termine identifica un insieme di plesso, e sia corredato da materiali (docu-
materiali didattici comprendenti software, menti di progetto, manuali, dispense, guide)
progettati allo scopo di promuovere cono- che ne chiariscano le modalità d’uso agli oc-
scenze o capacità nell’ambito di un dato do- chi degli utenti e ne completino, se necessa-
minio. Sulla base di questa definizione assai rio, le funzionalità pedagogiche. Sulla base
generale, quindi, rientra nel courseware una di questa interpretazione del termine cour-
ampia categoria di prodotti: da quelli basati seware non vi è da stupirsi se le metodologie
su software didattico “direttivo” di tipo tuto- di sviluppo che prenderemo in esame si rife-
riale o “drill and practice” ai cosiddetti am- riscono in generale allo sviluppo di sistemi

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didattici, indipendentemente dal fatto che es- Nel 1984 [Ferraris et al, 1984a] propone-
si comprendano o meno del software. vano un modello per lo sviluppo di sistemi
Nel seguito di questo lavoro presenteremo didattici ispirato a quello cosiddetto “a ca-
quindi alcuni modelli di sviluppo di sistemi scata” per lo sviluppo di software, che pre-
formativi e alcuni strumenti e metodi speci- vede la definizione dei requisiti del sistema,
fici che possono essere utilmente adottati nel delle specifiche, il progetto, l’implementa-
corso di tale attività. Si noti però che se i zione, il controllo qualità e la manutenzione
modelli illustrati sono sufficientemente ge- del sistema stesso. Ciascuna di queste fasi
nerali da poter essere considerati indipen- del ciclo di vita del software (e del cour-
denti dalle caratteristiche del prodotto finale, seware) pone le sue radici sulla precedente e
i metodi e gli strumenti che verranno utiliz- prepara le basi per la successiva anche se
zati per illustrare le problematiche realizza- non sussistono rigidi vincoli di sequenza
tive sono spesso tali da prestarsi maggior- temporale tra di esse: nel corso dello svolgi-
mente alla produzione di un certo tipo di mento di una data fase può infatti eviden-
courseware piuttosto che un altro, e sono ziarsi la necessità di aggiustamenti o modifi-
quindi stati scelti in modo tale da coprire un che a livello delle fasi precedenti. Il control-
po’ tutta la gamma di prodotti che, nella no- lo qualità e la manutenzione poi richiedono
stra accezione, ricadono sotto la definizione per definizione uno o più passi indietro lun-
di courseware. go la “cascata” delle fasi precedenti, per cor-
reggere eventuali problemi di impostazione
LE FASI DI SVILUPPO DI UN o di realizzazione del sistema.
SISTEMA DIDATTICO Altri ricercatori [Romiszowsky, 1984,
Rowntree, 1986, Hannafin et al, 1988, Dick
Gli strumenti e i metodi per lo sviluppo di et al, 1990] hanno affrontato il problema di
courseware hanno subito nell’ultimo decen- definire un approccio sistematico allo svi-
nio profondi mutamenti, sotto la spinta delle luppo di sistemi didattici, di volta in volta
esigenze del mercato e dell’evoluzione/rivo- approfondendone alcuni aspetti, oppure pro-
luzione dell’hardware e del software. Per ponendo modelli generali diversi da quello
comprendere meglio la situazione attuale può citato, ma quasi sempre basati su una suddi-
essere utile ripercorrere alcune tappe fonda- visione del processo in fasi progettuali, fasi
mentali dello studio dei modelli di sviluppo realizzative e momenti finalizzati al control-
di courseware e analizzare i problemi che più lo qualità del prodotto. È quindi possibile
frequentemente si incontrano nella pratica e stabilire un denominatore comune tra i mo-
le soluzioni attualmente prospettate in ambi- delli proposti che può essere rappresentato
to di ricerca. In tal modo sarà possibile raffi- come in fig. 1 [Ferraris et al, 1985]. In que-
nare gli aspetti metodologici alla luce - tra sto modello, le attività di progetto compren-
l’altro - di diversi contesti di produzione. dono la definizione dei requisiti e delle spe-

Fig. 1
Definizione obiettivi, Un modello per lo svi-
luppo di courseware
contenuti, strategie Progettazione e
didattiche, etc codifica del software,
esigenze
stesura dispense,
progetto realizzazione materiale
vincoli didattico audio/video
valutazione
soggettiva,
realizzazione formativa,
sommativa

validazione
diffusione
indicazioni di revisione ed uso

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cifiche del sistema didattico, la realizzazione La definizione delle specifiche didattiche
comprende sia l’implementazione di softwa- comprende invece la precisazione degli sco-
re sia la produzione di materiale a stampa, pi dell’intervento, dei contenuti che esso af-
audiovisivo, o qualunque altro materiale si fronterà, la scelta delle strategie didattiche
ritenga opportuno, la validazione comprende adottabili e dei mezzi più adeguati per con-
tutte le misure volte a garantire la qualità del durre l’intervento. Tutte queste attività sono
prodotto, siano esse messe in atto nel corso strettamente correlate tra loro e vanno con-
dello sviluppo oppure a prodotto finito. Ma dotte tenendo presente i vincoli e le condi-
vediamo in dettaglio, fase per fase, di cosa si zioni al contorno identificati in precedenza.
tratta e quali attività e competenze esse com- Un altro aspetto che va considerato in questa
portano. fase è il cosiddetto rapporto costi benefici,
dove costi e benefici non sono intesi in ter-
Il progetto didattico mini puramente economici: i benefici sono
spesso valutabili in termini di rilevanza e
La definizione dei requisiti del sistema di- diffusione dei risultati ottenibili, mentre i
dattico richiede attività quali l’analisi del costi sono fortemente influenzati anche dai
problema che si intende affrontare, del con- tempi di realizzazione (per il software, ad
testo educativo in cui si intende intervenire e esempio, si valuta che il costo di un’ora di
l’analisi delle esigenze e dei vincoli che po- fruizione si aggiri intorno alle 200/400 ore
trebbero condizionare il successo dell’inter- di sviluppo). Per buona parte delle attività di
vento. Con “analisi del problema” si intende specifica, sono stati proposti strumenti con-
l’identificazione delle carenze dell’approc- cettuali ad hoc o “presi a prestito” da altri
cio corrente a cui si vuole far fronte. Ad ambiti lavorativi, il cui scopo è duplice: faci-
esempio, il “problema” puo’ risiedere nella litare sia lo svolgimento dell’attività sia lo
impreparazione dei docenti ad affrontare scambio di informazioni tra i diversi attori
specifici contenuti, oppure nella scarsa effi- del processo di sviluppo.
cacia dell’approccio corrente, nella mancan- Prendiamo ad esempio l’attività di struttu-
za di motivazione degli studenti, nella disu- razione dei contenuti, ossia la rappresenta-
niformità della loro preparazione di base, zione degli stessi in una forma tale da espli-
nella difficoltà intrinseca dei contenuti, nella citarne le varie componenti e i legami che
distanza fisica tra docenti e studenti, nel cat- sussistono tra di esse, con il livello di detta-
tivo rapporto numerico tra gli stessi, e molto glio richiesto dalle esigenze realizzative del
spesso, in una combinazione di fattori di courseware. Ebbene, numerose esperienze
questo tipo. L’analisi del contesto educativo dimostrano che l’adozione di un formalismo
comprende lo studio dell’ambito per il quale specifico (grafi [Mispelkamp H. et al, 1994],
il sistema didattico viene proposto (livello e gerarchie di apprendimento [Persico et al,
tipologia della popolazione obiettivo, esi- 1985], reti di Petri [Ferraris et al, 1984b], o
genze e caratteristiche del contesto, vincoli a altro) consente all’autore di dominare la
cui l’intervento innovativo dovrà sottostare). complessità dei contenuti in fase di analisi,
Per alcuni autori [Farquhar et al, 1994] que- ma ha anche altri significativi vantaggi: il
sta fase deve comprendere anche una analisi prodotto finale è facilmente leggibile, non
delle condizioni che potrebbero favorire od contiene le ambiguità tipiche del linguaggio
ostacolare l’”adozione” delle innovazioni naturale ed è gestibile con strumenti auto-
progettate, per evitare che il sistema didatti- matici, nelle fasi successive dello sviluppo.
co proposto venga rigettato a priori (a torto o Al di là di queste esperienze, va considerato
a ragione) in quanto troppo “rivoluzionario” che se un indice strutturato può essere una
rispetto al contesto. L’analisi delle esigenze rappresentazione sufficiente e adeguata in
e dei vincoli, infine, si intreccia con le atti- fase di progettazione di un libro, altrettanto
vità elencate in precedenza, contribuendo a non si verifica qualora si voglia progettare
chiarire le condizioni al contorno del proble- un software didattico. Infatti, la “sequenza-
ma da affrontare, anche in termini di risorse lizzazione” dei contenuti intrinseca dell’in-
disponibili (risorse umane, economiche, dice potrebbe inficiare la costruzione di un
tempi di realizzazione, etc) e di strumenti di- ambiente software che consenta percorsi al-
dattici già esistenti (non è raro, purtroppo, il tamente adattivi e ramificati, e in ultima ana-
caso in cui si investano energie e fondi igno- lisi la flessibilità di fruizione da parte degli
rando soluzioni già proposte da altri). studenti.

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Nel caso in cui si intenda produrre un e audiovisivo, che si scrivono i testi destinati
software che utilizzi metodologie e tecniche a studenti e docenti, le istruzioni per l’uso,
di intelligenza artificiale, i contenuti non co- etc. Tutte queste attività possono essere svol-
stituiscono la sola base di conoscenza neces- te in parallelo e in collaborazione tra più
saria a condurre il dialogo didattico. Per te- persone, tanto più che richiedono competen-
ner conto sia delle caratteristiche cognitive e ze diverse, che vanno dalla capacità di pro-
attitudinali dello studente sia delle possibili grammare, alla capacità di scrivere un testo
modalità di insegnamento della disciplina, con scopo educativo, a competenze grafiche
questi sistemi inglobano infatti tre categorie e di comunicazione didattica in generale.
di conoscenze distinte: sul dominio di conte- La suddivisione dei compiti tra i vari attori
nuti, sulle strategie didattiche e sullo studen- coinvolti nella fase di realizzazione del cour-
te. Sin dalla fase di definizione delle specifi- seware porta in modo naturale ad una scom-
che occorre quindi progettare questi tre mo- posizione in moduli del prodotto finale. Tale
duli e i relativi protocolli di comunicazione scomposizione offre notevoli vantaggi anche
utilizzando formalismi adeguati. Tali attività sul fronte della validazione del prodotto. In-
possono essere svolte in parallelo da gruppi fatti, in molti casi, è possibile procedere alla
di autori diversi, tanto più che le competenze valutazione della validità tecnica e dell’effi-
necessarie sono, in generale, ben differen- cacia didattica di singole componenti del
ziate (non sempre l’esperto dei contenuti è courseware. Per fare un esempio, la qualità
anche esperto di didattica e di ingegneria tecnica del software può, anzi deve, essere
della conoscenza 1). Nel seguito vedremo verificata dai suoi autori secondo i principi
quali strumenti possono agevolare gli autori informatici del “test topologico e funziona-
di tali basi di conoscenza sia nella loro co- le”2 . Successivamente esso può essere usato
struzione, sia nella integrazione dei rispettivi (sotto il diretto controllo degli autori) da un
prodotti. piccolo gruppo di studenti allo scopo di indi-
In fase di progetto didattico è già possibile viduare problemi di interfaccia e di progetta-
pianificare una serie di interventi volti alla zione. In alcuni casi è anche possibile che
verifica della qualità del courseware. Infatti, moduli autoconsistenti del materiale (per
una volta definiti gli obiettivi globali del esempio un singolo capitolo di dispense, una
courseware e quelli specifici delle sue com- particolare funzionalità del software) siano
ponenti principali, è opportuno stabilire cri- realizzati prima del resto e possano essere
teri e metodi per valutare il grado di conse- “provati” con un campione ridotto della po-
guimento di tali obiettivi. Effettuare questa polazione obiettivo. Questo consente di indi-
pianificazione prima di passare alla realizza- viduare precocemente difetti del materiale e
zione del materiale didattico vero e proprio, di minimizzare quindi i costi di riparazione.
incluso quello per la validazione, consente Ad esempio, la scelta di uno stile comunica- 1 Con il termine “in-
di legare direttamente le attività valutative ai tivo poco efficace nella realizzazione di un gegnere della cono-
“sapere” e “saper fare” che lo studente do- testo è un errore che può essere recuperato scenza” si identifica
vrebbe conseguire con la fruizione del cour- riscrivendo soltanto un capitolo campione l’esperto di metodolo-
seware. Questa precauzione, che può sem- piuttosto che l’intero testo. gie e formalismi di
rappresentazione della
brare inutile o banale, è tutt’altro che super- conoscenza, indipen-
flua. A conferma di ciò basta guardarsi at- La validazione dentemente dal domi-
torno e constatare quante volte in ambito nio.
scolastico e non le attività di verifica Come accennato sopra, la validazione costi- 2 Tali principi pre-
dell’apprendimento e validazione del pro- tuisce una fase dello sviluppo di courseware vedono, rispettivamen-
cesso didattico si sposino solo in parte con il soprattutto dal punto di vista concettuale, te, che tutti i percorsi
possibili all’interno del
processo stesso e i suoi obiettivi. anche se dal punto di vista temporale essa si
diagramma di flusso
distribuisce lungo tutto il processo, pur com- siano esercitati corret-
La realizzazione prendendo una consistente attività di speri- tamente almeno una
mentazione del prodotto finale. D’altro can- volta, e che tutte le fun-
In questa fase, il prodotto delle attività de- to, l’intero modello a cascata non va inter- zionalità previste in fa-
scritte in precedenza costituisce la base di pretato in maniera rigidamente sequenziale. se di specifica del
software siano eserci-
lavoro per chi dovrà tradurre il progetto di- Infatti le attività di validazione evidenziano,
tate con successo, sia
dattico in un insieme di materiali concreti. per definizione, carenze dell’approccio adot- con valori “limite” dei
Ad esempio, è qui che viene implementato il tato a cui in generale si pone rimedio risa- dati di ingresso sia con
software, che si produce il materiale grafico lendo la “cascata” fino al punto in cui si in- valori intermedi.

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dividua la causa del problema, eliminandola La valutazione
e ripercorrendo il ciclo fino in fondo com- A seconda delle finalità con cui viene effet-
presa la verifica del fatto che la correzione tuata, si parla in genere di valutazione for-
apportata abbia avuto successo. In generale, mativa o sommativa. Nel primo caso, lo sco-
recuperare un errore commesso in fase di po è ottenere informazioni sia puntuali sia
progetto costa quindi (in termini di tempi e generali che consentano di migliorare il pro-
di lavoro), ben più che porre rimedio a ca- dotto. Di conseguenza, la valutazione forma-
renze realizzative. Per lo stesso motivo, la tiva si effettua il più possibile nel corso dello
precocità della individuazione di eventuali sviluppo, piuttosto che al suo termine. La
inadeguatezze del sistema in corso di svilup- valutazione sommativa invece è finalizzata a
po è essenziale ai fini di minimizzare l’inve- raggiungere un giudizio globale sull’ogget-
stimento necessario a porvi rimedio. to, come potrebbe essere il parere di un
Ma veniamo ora ad una analisi un po’ più esperto imparziale che debba deciderne o
approfondita di quelli che sono i metodi di meno la distribuzione o l’uso in un determi-
validazione più diffusi. Tanto per comincia- nato ambito. È chiaro quindi che parlando di
re, occorre introdurre un po’ di terminolo- sviluppo di courseware l’interesse prevalente
gia3. Il processo di validazione (fig.2) gene- riguarda le metodologie di valutazione for-
ralmente comprende una prima attività di mativa. In ogni caso, tra i metodi di cui par-
controllo (o valutazione) che produce delle leremo, molti sono utilizzabili sia in un’otti-
informazioni (o dati) circa l’oggetto da vali- ca formativa sia in un’ottica sommativa.
dare. I dati così ottenuti devono essere ana- Un primo metodo di valutazione utilizza-
lizzati per produrre una interpretazione degli bile nel contesto dello sviluppo di coursewa-
stessi che funga da base per un processo re consiste nella valutazione soggettiva, os-
compensativo volto a correggere o migliora- sia nel sottoporre un primo prototipo del
re l’oggetto di partenza. Le tre attività tipi- prodotto, o addirittura i documenti prodotti
che della validazione sono dunque la valuta- in fase di progettazione, a degli esperti im-
zione, l’analisi dei dati e la compensazione. parziali, diversi dagli autori. In generale, in
questi casi, ci si rivolge ad esperti dei conte-
nuti che ne certifichino la correttezza da
Fig. 2
quel punto di vista, a docenti della disciplina
Validazione in esame che ne valutino, in base alla loro
CONTROLLO o esperienza, le potenzialità dal punto di vista
VALUTAZIONE della efficacia didattica, a degli esperti di
informatica e/o interfacce utente, a degli
esperti di tecnologie didattiche, etc, ciascu-
no per il suo ambito di competenze. La va-
lutazione soggettiva fornisce spesso utili
dati “feedback”4 anche prima che sia pronta una
versione utilizzabile del prodotto. Certa-
mente però, di per sé, non è sufficiente a ga-
rantirne la qualità finale. Anzi, in alcuni casi
può essere conveniente rimandare eventuali
ANALISI DEI DATI azioni compensative e attendere una confer-
ma sperimentale del parere degli esperti, uti-
3 Le accezioni dei lizzando se mai quest’ultimo come indica-
termini qui introdotti zione di aspetti “a rischio” da tener presente
sono abbastanza diffu- nelle successive attività di valutazione.
se ma non generalmen-
te accettate. In questo
Un secondo importante metodo di valuta-
contesto sono proposte dati zione sono le cosiddette “prove tutoriali”, o
soltanto ai fini di scio- interpretati anche “prove in casa”, ossia l’uso del cour-
gliere possibili ambi- seware con un campione ridotto (statistica-
guità. mente non significativo) della popolazione
4 O informazioni di obiettivo, in ambiente controllato (ossia in
ritorno, ma il termine
un ambiente in cui sia particolarmente age-
inglese è ormai molto
usato anche in italia- COMPENSAZIONE vole il rilevamento dei dati sull’uso, indi-
no! pendentemente dal fatto che esso sia o meno

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l’ambiente per cui il prodotto è stato proget- basa sull’osservazione delle dinamiche for-
tato). Questo tipo di sperimentazione si ef- mative e sullo studio di tutto ciò che avviene
fettua in generale sotto il controllo diretto durante il processo didattico, delle variabili
degli autori. I dati rilevati in queste prove in gioco e dei risultati ottenuti, senza cercare
devono essere analizzati tenendo conto delle di misurare i cambiamenti, ma piuttosto stu-
variabili ambientali non realistiche in cui so- diando il sistema nel suo complesso. Al con-
no state effettuate. Molto spesso per esem- trario, l’approccio quantitativo tende a privi-
pio, determinate informazioni positive non legiare i dati oggettivi e quantificabili. No-
possono essere considerate del tutto attendi- nostante spesso i sostenitori di un approccio
bili. Per contro, in generale, le lacune del siano anche detrattori dell’altro, i due modi
materiale che emergono in questa fase vanno di pensare sono tutt’altro che incompatibili,
prese molto sul serio, in quanto si sono veri- nel senso che, come spesso succede, un
ficate nonostante la presenza degli autori, buon compromesso tra i due orientamenti
nonostante le condizioni al contorno partico- può forse costare più fatica, ma spesso forni-
larmente favorevoli, etc. In ogni caso, le pro- sce un quadro più completo e attendibile.
ve tutoriali hanno il grande vantaggio di po- L’approccio qualitativo consente spesso di
ter essere effettuate con una prima bozza del comprendere meglio il processo didattico,
materiale a stampa, un prototipo anche im- cogliendo tra l’altro eventuali dinamiche im-
perfetto del software, consentendone una previste, mentre a quello quantitativo va ri-
prima sgrossatura che può risparmiare molto conosciuto soprattutto il vantaggio di una
lavoro successivo, per non parlare di even- maggior oggettività.
tuali effetti negativi su un numero elevato di
studenti. L’analisi dei dati
Il terzo metodo di valutazione è la speri- A seconda della natura dei dati disponibili
mentazione su scala pilota (o “prove sul (qualitativi o quantitativi, o entrambi) il
campo”), ossia l’uso di una versione com- compito di analizzare ed interpretare i dati è
pleta e autoconsistente del prodotto con un metodologicamente differente, ma comun-
campione significativo della popolazione que complesso, e decisamente critico. È in-
obiettivo. Questo tipo di esperimenti va ef- fatti noto come sulla base degli stessi dati,
fettuato in ambiente reale minimizzando le anche numerici, siano possibili le deduzioni
interferenze con le dinamiche del processo, più disparate. Ad esempio, supponiamo che
in quanto le informazioni che ne dovrebbero in una qualche fase della fruizione di un
emergere riguardano un po’ tutti gli aspetti courseware i risultati conseguiti dagli stu-
legati all’efficacia didattica del courseware: denti siano mediamente peggiori che nelle
piacevolezza e adeguatezza dell’approccio altre. Ciò può significare sia che il materiale
proposto, fattibilità in condizioni reali, tempi didattico relativo a quella fase è meno effica-
e risorse effettivamente necessari, etc. Alcu- ce, oppure meno chiaro, o meno interessan-
ni autori [Rowntree, 1986] distiguono tra le te, o più difficile, o ancora che qualche fatto-
“prove su scala pilota” e le “prove sul cam- re “esterno” ne ha disturbato la fruizione.
po”, differenziandole in base agli obiettivi, Sarà solo considerando i dati nella loro glo-
ma poichè nella pratica è spesso possibile balità che si potrà cercare di selezionare una
condurle in parallelo, nel corso di una unica o più interpretazioni ragionevoli sulla base
sperimentazione, la maggior parte degli au- delle quali stabilire il processo di compensa-
tori tende a confondere i due termini e ad zione più adeguato. Quanto ai metodi di ana-
utilizzarli come sinonimi. lisi, se nell’approccio quantitativo la statisti-
Nel seguito faremo riferimento a due ap- ca fornisce dei metodi abbastanza formaliz-
procci distinti alla valutazione di sistemi di- zati, in quello qualitativo si procede in gene-
dattici: l’approccio qualitativo e quello re in modo euristico. In entrambi i casi co-
quantitativo. [Rowntree, 1992] ne sintetizza munque, la rappresentazione dei dati e la lo-
efficacemente la differenza, in termini di ro interpretazione richiedono esperienza e
obiettivi : “Mentre nell’approccio quantitati- sensibilità, oltre a una buona dose di buon
vo, in sostanza, si cerca una risposta alla do- senso. Pur non esistendo metodi generali o
manda ‘In che misura gli obiettivi sono stati procedure comunque applicabili, la letteratu-
raggiunti?’, in quello qualitativo ci si chiede, ra tende a suggerire l’adozione di un approc-
più in generale ‘Cosa è successo?’” cio sistematico, basato su possibili modi di
In altre parole, l’approccio qualitativo si organizzare i propri dati, di rappresentarli

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(graficamente o meno), di identificare punte grammazione. Col tempo, per ciascuna delle
o ricorrenze, di cercare conferma alle pro- fasi del processo di sviluppo del courseware
prie interpretazioni e valutarne il grado di (progetto, realizzazione e validazione) sono
generalizzabilità [Riley, 1990]. stati studiati strumenti concettuali o metodo-
logici utilizzabili dagli attori del processo in
La compensazione una o più delle attività sopra menzionate. In
Il processo di compensazione segue logica- alcuni casi gli strumenti concettuali hanno
mente dalla interpretazione dei dati e dalle anche ispirato la realizzazione di strumenti
conclusioni tratte in fase di analisi. A segui- software che costituiscono di fatto dei veri e
to di qualunque modifica è opportuno verifi- propri “personal productivity tools” per la
care, con appositi esperimenti, che le modi- produzione di courseware. Numerosi esempi
fiche abbiano prodotto gli effetti desiderati. di questi strumenti sono riportati in letteratu-
Il compimento di questo ciclo funge ovvia- ra [Persico et al, 1985, Van Marcke, 1992,
mente da verifica della validità dell’intero Chioccariello et al, 1990, Schmidt, 1993].
processo. Nella stessa direzione si sono mossi anche
alcuni progetti di ricerca internazionali, fi-
Importanza della validazione nanziati nell’ambito del programma DELTA
I metodi di validazione appena descritti, sia della comunità Europea: il progetto OSCAR
pure schematicamente, forniscono informa- (Open System for Collaborative Authoring
zioni complementari o di conferma recipro- and Reuse, [Ulloa, 1994]) e il progetto DI-
ca, e di conseguenza non sono da utilizzarsi SCourse (Design and Interactive Specifica-
in maniera mutuamente esclusiva. Purtroppo tion of Courseware [Mispelkamp et al,
però un intervento di validazione svolto in 1994]). Obiettivo di questi progetti è la co-
maniera completa richiede un notevole inve- struzione di veri e propri sistemi integrati
stimento in termini di risorse umane ed eco- costituiti appunto da applicazioni capaci di
nomiche e può causare considerevoli dilata- supportare sia le attività di progettazione di
zioni dei tempi di sviluppo. Tale investimen- courseware sia quelle di realizzazione. Ciò
to viene spesso considerato inaccettabile dai che gli autori producono con l’ausilio di tali
produttori di courseware, e questo li porta a applicazioni entra così a far parte di una ba-
trascurare o minimizzare la fase di valida- se di conoscenze (Common Information
zione. Ma la causa di fondo di questa trascu- Space) comune all’intero progetto di svilup-
ratezza è, a parere dell’autrice, l’ignoranza o po, garantendo la coerenza e la sincronizza-
almeno la sottovalutazione dei vantaggi (a zione nell’operato dei vari attori del proces-
breve e lungo termine) che la validazione so. Per fare un esempio, qualora si desideri
può comportare. Tale ignoranza, nell’ambito sviluppare un sistema “intelligente” per l’ad-
professionale dei produttori di courseware, è destramento di tecnici nel campo dell’aero-
al tempo stesso causa ed effetto dell’esclu- nautica (settore di riferimento del progetto
sione di persone con competenze specifiche OSCAR), la piattaforma congiunta
dai gruppi che si dedicano allo sviluppo OSCAR+DISCourse consente all’esperto
(competenze, si noti, non così facili da repe- del dominio di produrre una rappresentazio-
rire). Per quanto riguarda il mercato del ne di contenuti, a un altro autore di definire
courseware, d’altro canto, la stessa carenza o scegliere da un archivio già esistente le op-
di informazioni fa sì che la richiesta non ten- portune strategie didattiche, a un terzo di
ga debitamente conto dell’importanza del progettare e costruire un opportuno modello
fatto che un prodotto sia stato validato. dello studente, a un quarto di realizzare delle
sequenze didattiche multimediali, il tutto
STRUMENTI PER LO SVILUPPO DI fruibile sotto forma di un unico sistema ca-
MATERIALE DIDATTICO pace di selezionare strategie e materiali di-
dattici sulla base del comportamento
All’inizio degli anni ‘80 gli strumenti per lo dell’utente/studente. La collaborazione tra i
sviluppo di courseware consistevano per lo vari attori del processo di sviluppo è control-
più nei cosiddetti “linguaggi autore” e “si- lata e gestita da una applicazione di “mana-
stemi autore”, sviluppati allo scopo di alle- gement” di progetto e realizzata tramite un
viare le fatiche di chi implementa software software per la comunicazione e di supporto
didattico, o addirittura di affrancarlo dalla alle decisioni.
necessità di conoscere un linguaggio di pro- Anche i sistemi di supporto alla realizzazio-

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ne hanno subito una notevole evoluzione. Iper- una attività estremamente costosa, soprattut-
testi, multimedia, sistemi per la realizzazione to dal punto di vista delle risorse umane e
di interfacce grafiche, sono solo alcune parole del tempo necessario. Di conseguenza, è più
chiave indicative sia di un notevole migliora- che mai fondamentale evitare che gruppi di
mento qualitativo (dal punto di vista tecnico) lavoro diversi “re-inventino la ruota” in cir-
del software sviluppabile, sia di una considere- costanze diverse. Al contrario, sarebbe au-
vole semplificazione del compito realizzativo. spicabile far sì che ogni progetto di sviluppo
In maniera del tutto analoga, anche la realizza- possa sfruttare e riutilizzare al meglio mate-
zione di materiale a stampa è diventata più riali ed esperienze altrui. È proprio in questa
semplice e veloce grazie alla sempre maggior direzione che sono orientate le ricerche sulla
diffusione e alle aumentate potenzialità dei si- cosiddetta “riusabilità del courseware”5. Il
stemi per l’editoria elettronica. Common Information Space a cui abbiamo
La validazione è, per ovvi motivi, la fase già accennato sopra consiste ad esempio in
più difficilmente automatizzabile. Gli stru- un archivio di materiale (tipicamente docu-
menti utilizzabili variano in base al metodo menti di progetto e realizzativi, nonchè ma-
e all’approccio che si intende utilizzare, e teriale didattico di tipo testuale o multime-
vengono di volta in volta messi a punto dai diale) “interrogabile” attraverso oppurtune
conduttori del processo. La valutazione sog- applicazioni di interfaccia utilizzando come
gettiva, ad esempio, può essere supportata chiavi di accesso i contenuti, le strategie di-
con questionari o con liste di aspetti da valu- dattiche, i media impiegati, e in generale le
tare. L’apprendimento da parte degli studenti caratteristiche fisiche e pedagogiche dell’og-
può essere verificato nel corso di interventi getto cercato. Ovviamente, la reperibilità è
sperimentali con test di apprendimento (au- condizione necessaria ma non sufficiente ad
tomatici o meno). Per verificare l’impatto ottenere la riusabilità del materiale. Una vol-
del courseware nel dominio “affettivo” (le ta identificato un insieme di materiali ai fini
opinioni, gli atteggiamenti, il gradimento) del riuso, sarà necessario adattarli al nuovo
possono essere usati questionari ad hoc. contesto didattico. Questa operazione di de-
L’osservazione delle dinamiche di apprendi- contestualizzazione ed inserimento di un og-
mento nel corso delle sperimentazioni è an- getto in un nuovo ambito può senza dubbio
che uno strumento fondamentale di verifica: essere facilitata da sofisticati strumenti di
può avvenire in maniera diretta (i valutatori editing, ma dipende anche dalle modalità
presenti sul luogo in cui l’apprendimento av- con cui tale oggetto è stato progettato. In al-
viene) oppure indiretta (i docenti possono tre parole, il courseware può essere progetta-
scrivere rapporti, insegnanti e studenti pos- to con criteri che favoriscano la riusabilità
sono essere intervistati o anche ripresi con dei vari prodotti del processo di sviluppo
un filmato da esaminare successivamente). [Persico et al, 1993].
Per valutare il software, si possono infine
mettere a punto delle “spie di percorso” che IL MODELLO A SPIRALE
consentano di riesaminare gli itinerari segui- APPLICATO AL COURSEWARE
ti dagli studenti nell’interazione col pro-
gramma. Se il modello a cascata per lo sviluppo di
La pianificazione della valutazione e la courseware si ispirava ad una metodologia,
predisposizione degli strumenti necessari so- allora generalmente accettata, di sviluppo di
no attività estremamente delicate in quanto software, è ragionevole chiedersi se l’evolu-
occorre prestare attenzione a numerosi fatto- zione avvenuta nel settore del software engi-
ri quali il rischio di interferenze del processo neering e i nuovi modelli proposti in questo
valutativo con quello da valutare, la diffi- ambito possono ancora adattarsi allo svilup-
coltà di formulare quesiti non ambigui e po di courseware. Prendiamo ad esempio in
adeguati ad appurare univocamente le infor- considerazione il metodo cosiddetto “a spi-
mazioni desiderate, che non favoriscano o rale”, orientato alla produzione rapida di
suggeriscano risposte insincere [Schofield, prototipi che possono essere sottoposti a va-
1978; Moore et al, 1973]. lidazione da parte dell’utente finale e conse-
Nonostante la notevole evoluzione degli guentemente modificati in modo estrema-
strumenti per lo sviluppo di courseware e la mente flessibile. L’esistenza di sistemi sofi-
5 Per ulteriori detta-
parziale automazione subita dal processo, la sticati per la produzione di ipermedia ha in gli vedi scheda a pagi-
produzione di materiale didattico è ancora qualche modo accorciato le distanze tra spe- na 14.

TD n.6 Primavera 1995 11


cifiche ed implementazione, consentendo di un certo peso e una buona diffusione nel
sviluppare “specifiche animate”, o addirittu- contesto per cui è stato progettato richiede
ra prototipi funzionanti, che rendono l’idea un approccio sistematico che preveda tra
del risultato atteso più di un tradizionale do- l’altro la collaborazione tra diversi attori,
cumento di specifica o di progetto. Contem- quale che sia la natura del materiale che si
poraneamente, la tendenza a riusare materia- intende sviluppare.
le sviluppato in altri contesti stimola talvolta Gestire lo sviluppo di courseware in modo
a percorrere il ciclo di vita del courseware tale da valorizzare al massimo le competen-
tenendo un occhio al risultanto finale, cer- ze di diversi autori e integrarne armonica-
cando di convergere su un progetto facil- mente i contributi favorisce il mantenimento
mente integrabile con quanto già disponibi- di un rapporto costi/benefici accettabile, evi-
le. tando ai singoli di scontrarsi con problemi
Alla luce di quanto sopra dunque, il mo- che esulano dalle loro competenze e incana-
dello a spirale può essere applicato allo svi- landone produttivamente fantasia e creati-
luppo di courseware, purché non venga inte- vità.
so come un modo di “saltare” le fasi di ana- Le attività tipiche delle fasi alte dello svi-
lisi e progetto del sistema didattico, per pas- luppo (analisi del contesto, identificazione e
sare direttamente alla sua implementazione, strutturazione dei contenuti, ideazione e
ma piuttosto come un modo per rendere lo scelta delle strategie didattiche più adeguate,
sviluppo più flessibile ed economico, inte- etc) sono estremamente complesse e delica-
grandolo più naturalmente con le attività di te, richiedono il contributo di competenze
valutazione. Sulla base dello stesso modello, didattiche, disciplinari e metodologiche e
si può procedere alla messa a punto di sin- sono difficilmente supportabili con sistemi
gole componenti del sistema, attraverso atti- automatici. Nonostante la difficoltà del com-
vità parallele di autori diversi. Si pensi alla pito, è proprio in questa direzione che si sta
realizzazione di un courseware basato su muovendo un consistente filone di ricerca in
materiale a stampa e su un ambiente softwa- Europa, con l’obiettivo di creare sistemi che
re. Una volta definiti requisiti e specifiche facilitino la collaborazione di attori diversi e
nel loro insieme, un gruppo di autori può af- li aiutino a svolgere anche attività afferenti
frontare la stesura di una dispensa per lo stu- alle fasi alte del ciclo di vita del courseware.
dente, magari a partire da un capitolo cam- Per quanto riguarda il software, in particola-
pione, mentre altri possono procedere alla re, una esigenza sempre più frequente è pro-
implementazione di un embrione del softwa- durre sistemi capaci di effettuare scelte stra-
re, eventualmente incompleto, ma in qualche tegico/didattiche a seconda del comporta-
modo “utilizzabile”. Il materiale così pro- mento e delle caratteristiche intellettuali
dotto può essere provato con un campione, dell’utente e degli obiettivi cognitivi. La rea-
anche numericamente ridotto, della popola- lizzazione di sistemi di questo tipo accentua
zione obiettivo, e messo a punto sulla base la complessità del processo di sviluppo e
del feedback così ricevuto. In quest’ottica, il comporta a maggior ragione la necessità di
modello a spirale altro non è che un riper- strumenti di supporto alle fasi di analisi e
correre la cascata del modello originario più progetto di moduli che sono dei veri e propri
volte, in parte per tutto il sistema, e talora sistemi esperti nella didattica dei contenuti,
per alcune sue componenti. nel dominio di contenuti da insegnare e nella
modellizzazione dinamica dell’utente. È
CONCLUSIONI chiaro che la realizzazione di un sistema di-
dattico di questa complessità non è impresa
Da quanto detto emerge chiaramente il fatto di tutti i giorni, e comporta investimenti in
che la produzione di materiale didattico, in risorse umane ed economiche decisamente
generale, richiede una molteplicità di com- significativi. Un’altra direzione in cui la ri-
petenze e un impiego di risorse tale da non cerca si sta muovendo è appunto quella di
potersi ridurre all’attività di un singolo indi- contenere i costi dello sviluppo di coursewa-
viduo. Ciò non significa ovviamente che non re grazie al principio del “riuso”. Anche il
sia possibile, per un insegnante, produrre ar- concetto di riuso è stato preso a prestito dal
tigianalmente una dispensa o un ipertesto mondo dell’ingegneria del software, e si ba-
per i propri studenti, ma semplicemente che sa sull’idea di progettare componenti di si-
lo sviluppo di courseware destinato ad avere stemi didattici così generali e astratti da po-

12 TD n.6 Primavera 1995


ter essere riutilizzati più volte in contesti di- rappresentazione dei contenuti) possono es-
versi. Tali componenti, siano essi porzioni sere immagazzinati in un database accessibi-
fisiche di courseware fruibili da uno studen- le a tutti gli attori del processo di sviluppo e
te, oppure semi-lavorati prodotti nelle fasi resi facilmente reperibili ai fini di essere uti-
alte del ciclo di vita (come ad esempio una lizzati più volte al prezzo di lievi modifiche.

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