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Lavoro Occasionale & la docenza

Il nuovo comma 1 dell’art. 14 del d.lgs. n. 81/2008, come modificato dall’art. 13 del d.l. 21
ottobre 2021 n. 146, convertito dalla legge 17 dicembre 2021 n. 215, ha introdotto l’obbligo
per i committenti che si avvalgono di lavoratori autonomi occasionali della preventiva
comunicazione circa il loro impiego.

La modifica introdotta merita considerazione per ragioni diverse, tutte rilevanti. Anzitutto
essa i molteplici profili su cui di comunicazione preventiva anche per i committenti che si
avvalgono di lavoratori autonomi occasionali, con l’obiettivo primario di permettere alle
autorità competenti di svolgere attività di monitoraggio e di contrasto a forme elusive di
impiego di lavoro autonomo occasionale.
L’ipotesi interpretativa della nota n. 29/2022, per quanto afferisce l’utilizzo del personale
docente,  dell'Ispettorato Nazioanle del Lavoro e del Ministero del Lavoro, per il tramite
della nota 27 gennaio 2022, n. 109,  ha evidenziato una serie di categorie di lavoratori
autonomi, oltre che di committenti, che rimangono esclusi dall’obbligo di comunicazione
preventiva in esame  e tra queste i  DOCENTI, pertanto  nessun obbligo di
comunicazione preventiva sorge in capo alle  SCUOLE, nel caso in cui come
committente si avvalga di prestazioni autonome occasionali per la Docenza.  
Chiarita la posizione nel merito del Ministero e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro,
diviene tuttavia necessario interrogarsi riguardo, alla effettiva ragionevolezza, su  quali In
pratica, sono rapporti di lavoro autonomo la cui attività è resa in via eccezionale,
episodica e comunque non ricorrente e non abituale, quindi non nell’esercizio di una
attività professionalmente organizzata (così come previsto dall’art. 5 del D.P.R. n.
633/1972).

La legislazione tributaria, ma anche quella civilistica, non dà una definizione di lavoro


autonomo tuttavia, in relazione alla caratteristica dell’attività autonoma occasionale,
che sussiste quando un soggetto svolge occasionalmente (e quindi non abitualmente)
una certa attività, a cioè di una sua disponibilità regolare, stabile e sistematica, il
reddito prodotto è di tipo occasionale, diverso cioè da quello di lavoro autonomo
abituale che richiede, viceversa, la regolarità, la stabilità e la sistematicità che
concretizzano |'abitualità,

Particolare attenzione quindi, bisogna dare al termine “occasionale”


Secondo la nostra interpretazione, che è confortata anche dal parere espresso dall’ordine
dei Dottori commercialisti  di Torino, qualora il  rapporto di lavoro è continuativo con un
committente, anche se per pochi giorni e con una retribuzione minima (per esempio 100
euro al mese  per due giornate lavorative al mese), il requisito della occasionalità viene
meno, in quanto si rientra in un caso di prestazione regolare e stabile, per quanto minima
a livello di impegno orario.
Resta comunque al proprio consulente valutare quanto evidenziato con la presente
nota

a cura dell'ufficio studi -  www.fidef.it

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