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Franco Fiori
Sept. 2017
La retroazione
Nel capitolo precedente abbiamo visto alcuni circuiti che permettono di am-
plificare i segnali analogici provenienti da sensori e trasduttori. Essi prendono
energia elettrica dall’alimentazione e la forniscono al carico, modulata secondo
il segnale di ingresso. La potenza del segnale d’ingresso, cioé l’infomazione ana-
logica da amplificare, é molto minore di quella fornita al carico.
Se ci si limita a osservare i segnali alla porta di ingresso e di uscita dell’amplifica-
tore, senza badare al funzionamento del circuito, si ha che il segnale di uscita é
una replica amplificata e traslata di quello d’ingresso, infatti
x0 (t) = Axin (t) + xof f , (1)
dove A é l’amplificazione e xof f é l’offset di uscita. Fintanto che l’amplificatore
opera in linearitá puó essere rappresentato mediante il circuito equivalente
mostrato in Fig. 1 dove Y11 (Y22 ) é l’ammettenza alla porta di ingresso (us-
i1 i2
1
2
iin io
iin Rout io
vin Rin +
_ Avvin vo
Rg Rout
vg vin Rin +
_ Avvin RL v o
dove
Rin
vin = vg , (3)
Rg + Rin
da cui si ottiene
vo Rin RL
= Av . (4)
vin Rg + Rin RL + Rout
In base a questa espressione, il guadagno dipende da tutti i parametri dell’amplifi-
catore e in particolare dalle resistenze d’ingresso e d’uscita e anche dalle re-
sistenze di sorgente Rg e RL . Volendo evitare questo inconveniente, si progetta
l’amplifica-tore in modo che il contributo dei partitori d’ingresso e di uscita sia
trascurabile, cioé con Rin Rg e Rout RL . A tale scopo sarebbe utile dis-
porre di amplificatori simili a quelli ideali, che presentano resistenze d’ingresso
e d’uscita di valore nullo o infinito. Le caratteristiche degli amplificatori ideali
3
Rin Rout
Av ∞ 0
Rm 0 0
Gm ∞ ∞
Ai 0 ∞
vin Avvin +
_
vo
iin Rmiin +
_
vo
iout
iin Aiiin
iout
vin Gmvin
confronto misura
xin + e xout
+ A
_
xf
b
Figure 9: Schema a blocchi dell’amplificatore retroazionato.
= xin − xf .
L’espressione del guadagno dell’amplificatore retroazionato, definito come
xo
Af = , (5)
xin
5
Per |T | → ∞, → 0.
Volendo valutare la variazione percentuale di Af dovuto a A si definisce la
sensibilitá di Af ad A come
∆Af
Af Af A ∆Af A ∂Af
SA = ∆A = = , (11)
A
Af ∆A Af ∂A
A 1
SA f = . (12)
1+T
v = vg − vf , (13)
Perció
vg = v + vf = (1 + βA)v , (14)
6
ig
xo
ve Rin A
vg
+
vf _ b
e essendo
v = Rin ig , (15)
si ottiene
Rin,f = Rin (1 + T ). (16)
Quindi, se |T | 1 si ha che Rin,f Rin . Il confronto di tensione permette di
ottenere una resistenza d’ingresso molto maggiore di quella dell’amplificatore di
base, perció esso é adatto per realizzare amplificatori di tensione o di transcon-
duttanza.
ie
xo
ve Rin A
ig vT
if =bxo b
Rout iT
xin= 0 + e
+ +
_ _ Ae
vT
xf
b
di tensione prova (vt ) collegato alla porta di uscita, che serve per valutare la
8
corrente indotta alla porta di uscita con xin = 0. Dall’analisi della rete si ha
che
−(A − vt )
it = , (20)
Rout
ed essendo
= −βvt , (21)
si ottiene
(1 + Aβ)vt
it = , (22)
Rout
per cui
vi Rout
Rout,f = = . (23)
it (1 + T )
Quindi per |T | 1 si ha Rout,f Rout . In conclusione, la misura di tensione
si utilizza negli amplificatori di tensione e in quelli di transresistenza.
iRo
xin= 0 + e
+ Ae Rout
_
vT iT
b
xf =biT
Ro,f
Figure 13: Misura di corrente all’uscita.
prova it che serve proprio per valutare la tensione indotta alla porta di uscita
per xin = 0, cioé la resistenza di uscita. Dall’analisi della rete si ha che
vt
it (1 + βA) = , (24)
Rout
perció
Rout,f = Rout (1 + T ). (25)
9
v o = A+ v + + A− v − , (26)
dove
- v + é la tensione all’ingresso non invertente,
- v − é la tensione all’ingresso invertente
- vo é la tensione di uscita,
- A+ é l’amplificazione dell’ingresso non invertente,
- A− é l’amplificazione dell’ingresso invertente.
Negli schemi elettrici lo si indica col simbolo riportato in Fig. 14, in cui sono pre-
senti i terminali dell’alimentazione positiva e negativa. Dato che l’amplificatore
VAL
- vo
v+
v-
-VAL
vd = v + − v − , (27)
v+ + v−
vcm = , (28)
2
componente di modo comune. Quindi la (26) puó essere riscritta
vd vd
vo = A+ vcm + + A− vcm − , (29)
2 2
10
da cui
vo = Acm vcm + Ad vd , (30)
dove
A+ − A−
Ad = , (31)
2
é l’amplificazione di modo differenziale e
Acm = A+ + A− , (32)
é quella di modo comune.
Gli amplificatori sono progettati in modo da ottenere guadagno differenziale
molto elevato (104 < Ad < 106 ) e guadagno di modo comune il piú basso
possibile (1 < Acm < 10).
In realtá queste proprietá si hanno solo se la tensione vd appartiene all’intervallo
d’ingresso indicato nella caratteristica statica mostrata in Fig. 15. Infatti, il
vo
VAL
saturazione
lineare
intervallo Ad vd
d'ingresso
saturazione
VAL
Figure 15: Caratteristica statica dell’amplificatore operazionale.
A d vd Rout
vd Rin
+
+
-
-
Acmvcm
- vo
A d vd Rout
vd Rin
+
-
- vo
Se |βAd1 | 1 allora
R1 + R2
Av f ' . (36)
R1
In realtá, l’analisi appena eseguita puó essere semplificata se si fa l’ipotesi |T |
1 fin dal principio. In tal caso, si ha che
vo = ve + R2 iR1 , (39)
12
A d vd Rout
io
vin vd Rin
+
-
vo
-
R2
vf R1
Af
id +
ve vd Rin
vo
-
id
R2
iR2
iR1
ve R1
e quindi
vo R1 + R2
Av,f = = , (40)
ve R1
che é proprio l’espressione ottenuta in precedenza.
Amplificatore invertente
L’opamp retroazionato mostrato in Fig. 20 permette di ottenere amplificazione
negativa, cioé il segnale di uscita é sfasato di 180◦ rispetto all’ingresso.
Anche in questo circuito, sotto l’ipotesi che |T | 1, si ha vd ' 0 e
13
vd Rin
- vo
id
R2
iR1 iR2
R1
ve
ve vo
=− , (41)
R1 R2
perció
vo R2
Av,f = =− . (42)
ve R1
É utile notare che grazie alla retroazione, l’ingresso invertente si trova a tensione
nulla pur non essendo collegato al nodo di riferimento con un corto circuito. In
base a questa proprietá si ha che qualsiasi resistore collegato tra l’ingresso inver-
tente e il nodo di riferimento (detto anche ’massa’) del circuito non é percorso
da corrente e perció non contribuisce alla relazione ingresso uscita del circuito.
Sfruttando questa proprietá si possono realizzare sommatori di tensione come
quello mostrato in Fig. 21 la cui relazione ingresso-uscita é
Rf Rf
vo = − v1 − v2 . (43)
R1 R2
In generale il sommatore puó essere come quello mostrato in Fig. 22 che
presenta n ingressi, la cui relazione ingressi-uscita puó essere scritta come
n
X vi
vo = −Rf . (44)
i=1
R i
R2
v1 R1
-
v2 R2
+
vo
Rf
v1 R1
-
v2 R2
+
vo
v3 R3
vn Rn
R2
v1 R1
-
+
vo
v2
R2
v1 R1
-
v2 R3
+
vo
R4
vo = A (v2 − v1 ) , (47)
Infine, per ottenere α > (γ + 1) si puó usare il circuito mostrato in Fig. 25, la
R2
v1 R1
-
Rx
+
vo
v2
si dimostra ha che
v1 R1
v2 R2
v3 R3
Rf
vn Rn
-
Rx
v1 R1
+
vo
Ry
v2 R2
v3 R3
vnk Rk