Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Introduzione.............................................................................… p. 3
d’armes”........................................................................... » 30
1
§. 3.1 Il duello tra procedura ed etichetta..……………………… » 114
Lumi................................................................................. » 140
Conclusione.................................................................................. » 163
Bibliografia.............................................................................…. » 168
2
INTRODUZIONE
gli eserciti e che nel Medioevo assunse una valenza giuridica, divenne,
dal Cinquecento fino al Settecento uno dei modi in cui una parte della
della nobiltà.
3
In tutta Europa le classi dei nobili tentarono a lungo e in ogni
collettività che viveva tra gli altri come un qualcosa a parte. Il duello,
distinguersi dalla massa, non solo per la nobiltà del sangue, ma anche
4
Fu così che dal XVI al XVII secolo, un periodo travagliato da
duello, inizialmente osteggiato dalle leggi, col passar del tempo andò
5
feudale o aristocratico, il duello, tuttavia, riuscì a tornare in auge e a
6
Per affrontare in modo organico una materia tanto complessa, il
apre con una carrellata sulle tipologie di duello nelle varie culture,
fine del periodo feudale. La nobiltà europea, per la quale far guerra era
ideologia.
7
ma l’aristocrazia europea continuò le sue guerre private fra famiglie e
comportamento sociale.
8
combattimento che avrebbe dovuto ormai essere una memoria del
rapporto tra duello onore e nobiltà nell’età dei Lumi, periodo che ne
dunque, il ruolo dei “secondi”, dell’arte della scherma per l’uso dello
9
stocco - successivamente sostituita dalla pistola - della psicologia del
loro seguiti e il duello non solo garantiva il rispetto da parte dei loro
10
salvaguardia del proprio onore ma per quello di tutta la loro classe.
incivile dall’età dei Lumi, ma il sistema d’onore che ne stava alla base
che continuò ad esercitare una forte attrazione anche per gli Illuministi
stessi.
11
CAPITOLO I
1
Gli studiosi di folklore, tuttavia, hanno rintracciato il motivo del duello nelle favole e
nella letteratura popolare. Citiamo, ad esempio, la storia leggendaria di Gilgamesh ed
Enkidu, re e uomo selvaggio dell’epica mesopotamica, che divennero amici dopo un
incontro di lotta vinto dal primo (G. S. KIRK, Myth, Cambridge, 1970, p. 136 - trad. it. Il
mito, Napoli, Liguori, 1980) e ancora, nelle saghe nordiche, l’orco Hrungir che, avendo
fatto una scommessa con Odino, su chi dei due avesse il cavallo più veloce, finì per
cavalcare col rivale nelle dimore degli dei, dove Thor si adirò nel vedere un intruso che
beveva. L’orco nordico, allora, sfidò il dio e morì durante l’incontro ( H. R. ELLIS
DAVIDSON, Gods and Myth of Northen Europe, Harmondsworth, 1964, p. 41).
12
«duel»2 e se, inizialmente, questa forma di combattimento fu
che smisero di prendere parte attiva nel duello per assumere una
secolo dei Lumi e, poi, dalla Rivoluzione francese, per tornare in auge
2
Fu Shakespeare uno tra i primi drammaturghi a parlare di «duellist» e a portare sulla
scena, con personaggi come Romeo o Tybalt, la rappresentazione di quegli scontri
individuali tanto diffusi anche nella realtà di un’epoca di trasformazione sociale sia da un
punto di vista della mobilità degli individui da una classe all’altra sia in quello del
mutamento della mentalità all’interno delle classi.
3
V. G. KIERNAN, Il duello. Onore e aristocrazia nella storia europea, Venezia, Marsilio
Editori, 1991, p. 10.
13
evidenziato che in diverse parti del mondo sono stati trovati modi
utilizzato il termine duello per definire una serie di gare non violente,
prescritte». Fra i Nuer della valle del Nilo, ad esempio, gli uomini
con bastoni di legno, mentre uomini che vivevano in aree fra loro
scontri mortali; alla fine del combattimento coloro i quali erano stati
4
L. T. HOBHOUSE, Morals in Evolutions, London, 1915, p. 95.
14
rivalità venivano risolte in modo incruento, nel senso che i due uomini
come avveniva tra quei duellanti europei che facevano fuoco sparando
nel senso che i due litiganti venivano tenuti lontano fino a quando non
Numerosi altri sono gli esempi che indicano l’uso del duello
come modalità per limitare il numero delle perdite, dai guerrieri della
5
C. S. COON, The Hunting Peoples, Harmondsworth, 1976, p. 274.
6
Ibidem, pp. 286 – 287.
7
D. LOCKWOOD, «I» the Aborigene, London, 1963, pp. 142 – 143.
8
R. T. HITT, Cannibal Valley, London, 1969, p. 25.
15
entusiastici applausi9. Le perdite, d’altra parte, potevano anche essere
9
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 29.
10
A. P. VAYDA, Maori Warfare, in P. BOHANNAN (a cura di), Law and Warfare: Studies in
the Anthropology of Conflict, New York, 1967, pp. 359 e 370 – 371.
16
caratteristiche di un duello di gruppo e come i consiglieri più vicini a
competitivi, al pugilato come alla lotta, alla corsa e alla guida dei
11
W. SCOTT, The Fair Maid of Perth, s.l. 1829.
12
M. W. WILLIAMS, Social Scandinavia in the Viking Age, New York, 1920, p. 330.
13
MARZIALE, Tutti gli Epigrammi, a cura di A. Gabrielli, Torino, Utet, 1957, epigrammi
29 e 32.
17
carri. Da qui, infatti, la prontezza stoica con cui ci si sottoponeva al
distinse, fin dalle origini, da quella del resto del mondo e l’istituzione
14
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 34.
15
Si possono, tuttavia, rintracciare delle forme analoghe di lotta in Giappone dove, ad
esempio vi era un tipo di lotta tra due uomini che gareggiavano esibendosi in un sapiente
spettacolo di hara – kiri, morte approvata e a volte sollecitata dall’opinione pubblica ( E.
DURKHEIM, Il suicidio, Torino, Utet, 1970, pp. 271 – 272 - tit. or. Le suicide, 1897) e pure
nell’antico Iran (J. S. CRITCHLEY, Feudalism, London, 1978, p. 40).
18
egualitarie, l’uomo di nobili origini, la cui legittimità era garantita
dalla spada, non poteva risolvere un’offesa con una rissa simbolica o
cruenta dell’aristocrazia16.
16
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 37.
19
all’immaginazione di quegli scrittori che hanno cercato di
fra vita e letteratura; la visione letteraria del duello, infatti, offre uno
che Bramble sia descritto dal nipote ad un amico come uno di quei
20
reputazione17; reputazione per la quale, molto spesso, si era pronti a
l’amico e gregario Sir Mulberry Hawk nel Nicholas Nickleby; alla fine
Corneille tema saliente del dramma francese del XVII secolo, quindi
fece il suo ingresso nel melodramma - tra gli esempi più famosi
17
T. SMOLLET, The Expedition of Humphry Clinker, London, 1771 (trad. it. La spedizione
di Humphry Clinker, Torino, Einaudi, 1987, pp. 23 e 281 e ss.).
18
C. DICKENS, Nicholas Nickleby, London, 1838 – 1839 (il racconto si trova nella trad. it.
Tutte le opere narrative, a cura di F. Rota, Milano, Mursia, 1965, cap. 50).
19
Il padre di Amleto, ad esempio, aveva vinto il regno di Norvegia battendosi da solo con
Fortebraccio. Cfr. W. SHAKESPEARE, Amleto, a cura di A. Serpieri, Feltrinelli, Milano,
1982, p. 31 e 33.
21
non c’è altra forma di giustizia possibile sulla terra, se non quella delle
armi»20.
20
J. SELDEN, Table Talk, a cura di R. Milward, London, 1689, p. 62.
22
davanti a delle signore21 e, di fatto, è assai raro incontrare nella
perché, quelle che facevano parte della classe che lo praticava, erano
era quella di codardia, per aver evitato di rispondere alle offese subite
scriverà:
virile23.
21
C. LEVER, A Rent in the Cloud, London, 1869, cap. 6.
22
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 18.
23
A. SMITH, The Wealth of Nations, London, 1904 – 1908, vol. II, p. 423 (Ia ed. 1776).
23
Anche al di fuori della letteratura i trattati sul duello,
duelli ebbero anche una certa importanza nella vita politica e civile
come nel caso delle scontro fra il duca di Buckingham, figura centrale
24
A. STEINMETZ, The Romance of Duelling in All Times and Countries, London, 1868,
vol. II, p. 174.
24
amante del duca. Il conte di Shrewbury venne ferito a morte e
duca di Buckingham, l’uomo più importante fra quanti gli sono vicini,
ma con tale vittoria egli mise in pericolo le sorti del suo paese in Asia
tra cui il duello; nel primi anni del XVII secolo su una rada del fiume
25
S. PEPYS, Diary, a cura di H. B. Wheatley, London, 1949, in data 17 – 18 gennaio 1667
- 1668 (tra. It. Diario (1600 – 1669), Milano, Bompiani, 1982).
25
Hudson di New York il vice presidente americano, colonnello Burr,
uno dei prezzi che l’élite si era imposta di pagare in cambio del diritto
26
Episodi riportati da V. G. KIERNAN, op. cit., p. 11.
26
sanzioni di quel codice, per salvarsi; farlo avrebbe significato abdicare
privilegi e di benefici.
mestiere della vecchia Europa che avevano il loro codice d’onore 27. In
27
J. POWIS, Aristocracy, Oxford, 1984, pp. 11 –12.
28
Lo studente tedesco che entra nelle confraternite è stato indicato come un esempio di
integrazione fra le nuove élites emergenti e i gruppi di potere pre – borghesi; altro
esempio è rappresentato dalla vita nei collegi inglesi. Sul punto si veda: E. HOBSBAWM, in
27
Il duello è un esempio significativo di come la storia morale
28
sua forma secolare e si sganciò completamente dall’idea che il suo
Lo spirito del duello moderno avrebbe poi oscillato fra l’ordalia per
30
Ibidem, p. 4.
29
affermò che le masse ottuse debbono sempre essere assoggettate alle
d’armes.
religione e della cultura dei propri sottomessi e non restò loro, per
31
A. BORREGO, Lo que ha sido, lo que es, y lo que puede ser el Partido Conservador,
Madrid, 1857, pp. 50 – 51.
30
dominante si andò formando un seguito composto da “nobili” a cui
della cavalleria, finirono per contagiare gli stessi reali che, intorno al
32
Ibidem, p. 40.
33
H. PIRENNE, Storia d’Europa dalle invasioni al XVI secolo, Firenze, Sansoni, 1985, pp.
156 e 159 (tit. orig. Histoire de l’Europe des invasions au XVI siècle, Paris – Bruxelles,
1939).
31
cerimoniale, con cui si riceveva il titolo di cavaliere 34. Come ebbe a
scrivere Bloch:
34
G. DUBY, The Diffusion of Cultural Patterns in Feudal Society, in «Past and Present», n.
39. 1968, p. 7.
35
M. BLOCH, La società feudale, Torino, Einaudi, 1965, pp. 206 – 207 (tit. orig. La société
féodales, 1939 – 1940).
36
Ibidem, p. 209.
32
riportato dal Powis secondo cui una lite nata durante un banchetto di
Spagna meridionale37.
37
J. POWIS, Aristocracy, Oxford, 1984, p. 59.
38
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 42.
33
considera che nel Sacro Romano Impero la Bolla Aurea del 1356
34
poteva accusare di «falso verdetto» uno dei suoi giudici, che in una
43
Si racconta che quando il vecchio Fulcher de Waldegrave, arrivato in Inghilterra a
seguito di Guglielmo il Conquistatore, fu chiamato in giudizio, suo figlio primogenito si
rifiutò di sostituirlo e al suo posto accettò di combattere il figlio minore. Questi vinse e
come premio ottenne l’assegnazione dell’eredità paterna; il primogenito, allora, per
l’umiliazione, si suicidò. E. SEARLE, Merchet in Medieval England, in «Past and Present»,
n. 82, 1979, p. 34.
35
una punizione che poteva anche essere la morte, visto che era stata
non altro per il fatto che quest’ultima era certamente più esperta
nell’uso delle armi. Tra le tante cause celebri che riguardarono questo
qualora Jean de Carogne avesse perso, lui e sua moglie sarebbero stati
44
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 43.
36
uccisi, tuttavia la faida si risolse a suo vantaggio e come premio
45
J. FROISSART, Chronicles of England, France, Spain, London, 1849, vol. II, cap. 46.
46
Miscellany of the Spalding Club, vol. II, Aberdeen, 1842, sez. XIV, pp. 381 – 390.
47
S. VON HERBERSTEIN, Description of Moscow and Muscovy 1557, a cura di B. Picard,
London, 1969, p. 51.
37
Quando, comunque, intorno al XII secolo, le norme del codice
48
C. D. DARLINGTON, The Evolution of Man and Society, London, 1969, p. 420.
49
Si veda J. WILLIAMS, voce Torture, in Encyclopaedia Britannica, Cambridge, 1991, vol.
XXVII.
38
proibire ufficialmente tutte le lotte con una legge approvata
50
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 47.
51
Il torneo nacque e si sviluppò in Francia. Inizialmente si trattò di una mischia simile ad
una rissa pericolosa e feroce, priva di qualsiasi regola; si pensi che in uno spettacolo del
1240 persero la vita tra i sessanta e gli ottanta cavalieri ( L. GAUTIER, La Chevalerie,
London, 1965, pp. 268 – 269. 272 e ss.); altre volte vi si ricorreva per definire
controversie fatali.
39
controproducente, in quanto riduceva le tattiche belliche a una carica
Briton, inoltre, «il cavaliere non si identificò mai del tutto con il
combattere per rendere omaggio alla bellezza delle loro dame, così
52
C. BRINTON, A History of Western Morals, London, 1959, p. 181.
40
guardate con comprensione né tantomeno con vera solidarietà53.
buon nome di una dama, ma anche per risolvere questioni irrisolte tra
fazioni feudali; fatto che indusse molti sovrani, primo tra tutti quello
53
D. HUIZINGA, L’autunno del Medioevo, Firenze, Sansoni, 1942, pp. 99 e ss. (Ia ed.
1919).
54
R. BARBER, Il mondo della cavalleria, Milano, SugarCo, 1986, pp. 212 – 215 (tit. orig.
The Knight and Chivalry, London, 1974).
41
contraria a questo fenomeno e considerò la morte in torneo
ricorreva alle armi cortesi, una spada non affilata, se, invece, era
55
Nonostante quanto sottolineato da Clemente V, durante il Concilio di Vienne, tra il
1313 e il 1313, Roma desiderava concentrare tutte le energie belliche contro il mondo
pagano, tuttavia l’istituzione del torneo non fu soppressa, probabilmente a causa della
necessità del bisogno che essa soddisfaceva. M. BLOCH, op. cit., p. 463.
56
A detta del Vale la giostra condivideva alcuni aspetti con il duello giudiziario. M. VALE,
War and Chivalry, London, 1981, p. 76.
42
dalla ritualità del gesto»57. Sebbene inizialmente questo pas d’armes si
57
M. KEEN, Chivalry, New Have, Conn, 1984, p. 201 e ss.
58
V. G. KIERNAN, op. cit., pp. 52 – 53.
43
La nascita del duello d’onore, quindi, si fa risalire agli albori del
del XVI secolo, come conseguenza delle tante guerre che erano state
scozzese Sir David Lindsay che offrì alla regina il vinto, la quale, a
59
C. MILLS, The History of Chivalry, London, 1825, vol. I, pp. 287 – 289.
60
Si racconta, infatti, che per tale motivo intorno al XVI secolo fu combattuto in Italia un
duello tra due fiorentini e due bretoni che ottenne la sanzione cardinalizia. Cfr. A.
STEINMETZ, The Romance of Duelling in All Times and Countries, London, 1868, vol. I,
p. 24.
44
cavalleresca la Chiesa non si dimostrò del tutto ostile, arrivando a
61
H. O. TAYLOR, The Mediaeval Mind, London, 1827, vol. I, pp. 544 – 545.
62
J. HUIZINGA, op. cit., p. 87.
45
continuò a lungo ad essere ritenuta portavoce di onore personale,
anni dopo, nel 1480, veniva considerato «il manuale del lettore inglese
in materia di onore»63.
che nella realtà nella letteratura fantastica il luogo dove far meglio
ingentilire sia il mondo che la figura dei cavalieri; gli scontri singoli
63
M. JAMES, English Politics and the Concept of Honour 1485 – 1642, in «Past and
Present», supp. n. 3, 1978, p. 2 e 10.
46
col favore del clero, contro i campioni mori e anche nella vita reale i
64
Si racconta che un duca di Sassonia del XV secolo, ormai sul letto di morte, continuava
a «giurare che avrebbe combattuto il Gran Turco all’ultimo sangue». Cfr. M. WARNER,
Joan of Arc, London, 1981, p. 178.
47
nobiliare, rappresentò una forma minore di trasgressione della legge e
65
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 10.
48
duello. I trattati sul duello, tuttavia, non furono dei capolavori, anzi, a
49
miliare nella costruzione di quell’individualismo che avrebbe
sebbene fossero stati gli italiani gli inventori di questo nuovo modo di
duellare, i Francesi, alla fine del XVI secolo, erano quelli che si
dignitosa.
69
DE BOURDEILLE SEIGNEUR DE BRANTOME P., Mémoires Contenans les anecdotes de la
cour de France…touschant les duels, in Oeuvres Complètes, Paris, 1823, vol. 6, p. 144 e
131.
50
Fatto certo era che l’insulto o l’aggressione erano motivi
morale del mondo»70, per altri esso non rappresentava altro che la
sviluppò tra quelle classi che si facevano portatrici dei valori della
70
N. COUNCIL, When Honour’s at the Stake: Ideas of Honour in Shakespeare’s Plays,
London, 1973, p. 29.
71
Montaigne, ad esempio, non vedeva alcun porto sicuro in «queste leggi d’onore che
così spesso si scontrano, turbandole, con quelle della ragione». Cfr. DE MONTAIGNE,
Saggi, 2. voll. Milano, Mondadori, 1904 – 1906, libro II, cap. 27.
51
modalità sociali in contrasto con l’insegnamento cristiano. Ma il
simile alla reputazione femminile per cui una dama senza pudore può
di questi codici?
72
W. T. H. JACKSON, Medieval Literature, New York, 1966, p. 82.
52
socialmente la nobiltà, sottomettendosi alla sovranità delle monarchie,
dovevano dividere con gli eserciti regolari. Essi, inoltre, per le regole
73
Contro questi nuovi nobili si levarono le voci di quanti considerarono tale l’usurpazione
«un disordine che fa gravemente torto a questa grande provincia dove su dieci che
passano per essere nobili e che occupano terre signorili non troverete uno che sia un
autentico gentilhomme de race». N. DU FAIL, Oeuvres facétieuses, 2. Voll. Paris, 1874,
vol. I, p. 269.
53
di classe, non potevano dedicarsi al commercio, considerata
74
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 65.
54
quell’unità che li aveva fino a quel momento tenuti uniti. La capacità
considerate inaccettabili76.
75
K. DEMETER, The German Officer – Corps in State and Society 1650 – 1945, London,
1965, p. 119.
76
La regina Elisabetta nel 1579 aveva bandito dalla corte Philip Sidney, che, in qualità di
semplice cavaliere, aveva osato pensare di potersi misurare con il conte di Oxford; il loro
duello fu proibito da un divieto del Consiglio, nel quale si espresse chiaramente il
concetto per cui «la rivoluzione sociale» stava oltrepassando ogni limite. Cfr. C. MORRIS,
Political Thought in England, Tyndale to Hooler, London, 1953, p. 63.
55
carattere militare, certificava la legittima discendenza della nobiltà
per l’uomo di nobili natali era più che naturale porsi al di sopra della
ribadire la sua solidarietà insistendo sul privilegio del duello che altro
56
o degli strati più alti della borghesia. Le motivazioni che inducevano
una serie di diritti, tra cui quelle di non pagare le tasse, ma anche nel
78
Ibidem, p. 70.
57
pertanto si prodigò per moltiplicare le regole necessarie all’ingresso di
58
esponendosi proprio alla prova più cruciale, ovvero quella del duello 79.
79
Non tutti, naturalmente, videro di buon occhio l’entrata di tali parvenus nelle fila della
loro classe sociale e soprattutto, gli avvocati, i nuovi ricchi emergenti, erano considerati
personaggi pericolosi in quanto in ogni disputa relativa alla proprietà la legge era a favore
del ricco, mentre la spada era a favore del forte e dell’ardito. Montaigne, da parte sua,
simpatizzava con i nobili preoccupati della nascita di un «quarto stato di avvocati,
venditori di parole e legulei» (DE MONTAIGNE, op. cit., libro I, cap. 22) e, in generale, i
nobili erano preoccupati del fatto che se uno di loro avesse sopportato l’affronto da parte
di un avvocato sarebbe stato «degradato di onore e nobiltà» mentre uno che avesse
vendicato l’onore avrebbe rischiato la pena capitale. Cfr. H. PIRENNE, op. cit., pp. 394 –
395.
80
G. HUPPERT, Il borghese – gentiluomo, Il Mulino, Bologna, 1978, p. 71 (tit. orig. Les
bourgeois gentilshommes, Chicago and London, 1977).
59
potevano aver sviluppato un cattivo rapporto con i contadini locali e
campestre e a guardare alla città, ai suoi teatri, alle taverne e alle case
ciò portò i borghesi, nel XVI secolo, ad ingaggiare dei nobili per
81
Il disprezzo per i gentilshommes si ritrova anche i Molière che fa parlare esplicitamente
di queste faccende il suo personaggio, Georges Dandin, presentato come un personaggio
ridicolo, un borghese che ha sposato la figlia di un gentilhomme e che paga il prezzo della
sua ambizione sociale; la sua nobile moglie, infatti, assistita dai genitori e dal suo amante
di nobile schiatta si fa zimbello del povero marito. Cfr. MOLIÈRE, Oeuvres complètes, 4.
voll. Paris, 1965, vol. III, pp. 279 – 286.
60
altamente offensivo e diffamante per tutto la classe, tanto che Luigi
che ormai non veniva più offerta dalla guerra dove, peraltro, il valore
del singolo era posto in secondo piano rispetto alla polvere da sparo e
82
N. A. BENETTON, Social Significance of the Duel in Seventeenth – century French
Drama, Baltimore, 1938, p. 79.
83
DE MONTAGINE, op. cit., libro II, cap. 16: «La gloria».
61
infondere un senso di fratellanza e di lealtà affettuosa oltre ad essere
infatti, vedere due capi ufficiali rivali sfidarsi a duello 84, e neppure
84
Carlyle, ad esempio, riporta che nel 1610, durante l’assedio di Juliers, nei Paesi Bassi,
Sir Hutton Cheek, comandante di un reparto d’assalto, insultò, insultò Sir Thomas Dutton
impartendogli ordini troppo bruschi. Dutton, allora, diede le dimissioni, rientrò in
Inghilterra e lamentò l’accaduto. La ritorsione che ne seguì fu una sfida a battersi e i due
si incontrarono sulla spiaggia di Calais. Secondo Carlyle ciascuno sferrò un attacco
mortale, con entrambe le armi, Dutton fu ferito e Cheek ucciso. Cfr. T. CARLYLE, Scottish
and Other Critical Miscellanies, London, 1915, p. 137.
85
G. G. LANGSAM, Martial Books and Tudor Verse, New York, 1951, pp. 68 – 68.
62
bagno di sangue. Anche i comandanti degli eserciti rivali a volte si
86
Si veda a proposito A. VALBUENA PRAT, La vida española de la edad de oro, Barcelona,
1943, pp. 59 e 68; C. BRADY, Spenser’s Irish Crisis, in «Past and Present», n. 11, 1986, p.
18.
87
D. HUIZINGA, op. cit., p. 146.
63
l’evolversi del duello moderno, che continuò a verificarsi con estrema
una – forma di barbarie gotica – che era divenuta parte del – carattere
nazionale88.
64
«le vendette portate a termine per causa di una violenza carnale»; e a
poteva essere vista come una forma di rifiuto del materialismo più
erano le più svariate, a volte anche assurde, come nel caso riportato da
dei due, ferito a morte, confessò di non aver mai letto il poeta di cui
89
J. BURCKHARDT, La civiltà del Rinascimento in Italia, Firenze, Sansoni, 1980, p. 401
(ed. orig. 1860).
90
N. MACHIAVELLI, Il Principe, Milano, Mondadori, 1986, cap. 17.
91
BRANTOME, op. cit., pp. 114 – 115.
65
futili, come la difesa della patria, o del suo primato rispetto ad
92
D. HUIZINGA, op. cit., p. 59 e ss.
93
In un testo anonimo del periodo di Giacomo I, si sosteneva che sarebbe stato meglio
prevedere due secondi per ciascun avversario, i quali avrebbero dovuto essere di rango
sociale adeguato, ovvero almeno «cavalieri o membri della gentry». Cfr. N. A. BENETTON,
op. cit., p. 20, nota 13.
66
abbandono di armature e di scudi, rappresentò un segnale importante
della serietà delle intenzioni che sottendevano il duello 94. Le armi che
classica il duello doveva svolgersi tra due soli uomini, per lungo
94
Nel suo Il Cortigiano, il Castiglione racconta che alcuni vigliacchi dei suoi tempi si
dilettavano di cavillare su questioni d’onore, ma poi preferivano scegliere armi non letali,
ricoprirsi di armature tali da resistere anche alle cannonate e comunque, durante il duello,
mantenersi sulla difensiva (B. CASTIGLIONE, Il Cortigiano, Milano, Garzanti, 1990, libro
II, cap. 80).
95
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 83.
96
DE MONTAIGNE, op. cit., libro II, cap. 27.
67
classe sociale: si arrivò, dunque, a ritenere corretta solo la
97
BRANTOME, op. cit., p. 189.
98
Ibidem, pp. 131 – 132.
68
In una società in continua trasformazione il duello continuò a
69
CAPITOLO II
tvepoyedinok100.
99
Per un approfondimento sulla nobiltà spagnola del ‘500, si veda: R. PUDDU, Il soldato
gentiluomo, Il Mulino, Bologna, 1982.
100
Cfr. V. G. KIERNAN, op. cit., p. 87.
70
evitare rischiosi tumulti o pericolose sedizioni, in quanto offrì
con il duello se non altro per rispetto a quella classe nobiliare della
101
BRANTOME, op. cit., p. 141.
102
Brantôme porta ad esempio Enrico III, e lo descrive come un monarca sempre pronto a
proclamare bandi e proibizioni ma sempre troppo accondiscendente nei confronti dei suoi
nobili che amava. Ibidem, p. 139.
103
Ibidem, pp. 127 – 129.
71
dimostrando, così, quanto poco «assolute» fossero le monarchie
europee dell’epoca.
maggior parte dei militari, infatti, erano dei mercenari stranieri poco
104
L’Alcibiade di Shakespeare fa appello al senato a nome di un compagno condannato
per una rissa, affermando che se si vogliono soldati audaci non ci si può aspettare che in
privato siano docili e tranquilli. SHAKESPEARE, Timon of Athens, atto III, scena V.
105
Nell’esercito francese, ad esempio, si cercò di applicare dei regolamenti che
impedissero, o che comunque evidenziassero, la poca disponibilità ad accettare il duello,
tuttavia non ebbero grande fortuna. FOURQUEVAUX, Instructions sur le faict de la guerre,
a cura di G. Dickinson, London, 1954, pp. LXXV e ss.
72
presenza di questi avventurieri negli eserciti europei facilitò la
tra il 1494 e il 1559, aveva assistito alle Guerre d’Italia, che avevano
106
La guerra dei Trent’anni (1618 – 1648), che coinvolse la maggior parte dei governi
europei, contribuì moltissimo alla diffusione di questa abitudine. Non tutti i sovrani,
naturalmente, la accettarono di buon grado e si racconta che Gustavo Adolfo di Svezia, da
rigido protestante quale era, classificò il duello come delitto capitale e, in una circostanza
in cui due alti ufficiali stavano per battersi, fece sapere loro che il sopravvissuto sarebbe
stato condannato a morte. Dopo di ciò la disputa venne abbandonata. A. BOSQUETT, The
Young Man of Honour’s «Vade Mecum», London, 1817, pp. 62 – 64.
107
Cfr. Infra, cap. I, p. 24.
73
senza avere una speciale autorizzazione, mentre in altre zone, poste
ma non la pistola108.
108
Questo, per lo meno, è quanto riporta l’intrepido viaggiatore MORYSON (in Itinerary,
s.l., 1617, parte I, libro II, cap. 3); a Firenze, invece, Benvenuto Cellini racconta come
bastasse che il sangue gli andasse alla testa per gettarsi nella rissa soffiando come un toro
inferocito (B. CELLINI, La vita, a cura di G. Davico Bonino, Torino, Einaudi, 1973) (Ia ed.
1728, pp. 34 - 35).
109
W. C. HAZLITT, The Venetian Republic, London, 1915, vol. II, pp. 590 e ss.
74
cavalleria, immersa in tutte le formalità dettate dai vari codici d’onore,
suggerisce Kiernan,
sobrietà spagnola, potrebbe aver ridotto lo spazio della lite e del duello
110
P. MOLMENTI, Storia di Venezia nella vita privata dalle origini alla caduta della
Repubblica, Trieste, Lint, 1978, vol. III; pp. 366 – 367 (Ia ed. 1904).
111
Prima dell’occupazione francese a Torino gli scontri avvenivano sul ponte di un fiume
che attraversava la città, poi, dopo l’arrivo degli invasori, il governatore mise fine a
questa consuetudine e permise che i combattimenti avvenissero solo sul parapetto e proibì
che chi finiva in acqua venisse recuperato. A. STEINMETZ, The Romance od Duelling in
All Times and Countries, London, 1868, vol. I, p. 183.
112
Un viaggiatore del XVIII secolo notò che erano state applicate alcune restrizioni,
tuttavia contò venti croci incise lungo le mura della città che segnalavano il luogo dove
erano caduti altrettanti duellanti. P. BRYDONE, A Tour through Sicily and Malta, London,
1773, vol. I, pp. 332 – 333.
75
lontane – sul Mediterraneo contro i turchi, in Italia contro i francese,
spagnolo113.
76
il toro e lo affronta in un combattimento singolo», poi, dopo che il
1547), istituì delle corti d’onore per decidere tra due contendenti chi
116
Mme D’AULNOY, Travels into Spain, London, 1930, p. 259 (Ia ed. 1690).
117
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 94.
77
il desiderio di ogni duellante e la vendetta non prevedeva più
rispettosi della legge, visto che nella pratica, poi, si dimostrò molto
118
MONTAIGNE, Saggi, cit., p. 344.
119
SULLY, DUC MAXMILIEN, Mémpires du duc de Sully, Paris, Etienne Ledoux, 1822 (in
inglese: Memoirs, London, 1956, vol. I, pp. 110 – 114).
120
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 96.
78
assorbite dalle guerre in terre straniere le quali, ormai, nel 1598, erano
giunte alla fine. Gli Stati generali, comunque, nel 1614, si riunirono
di pamphlet, fra cui i sermoni del vescovo Jean Camus che denunciava
121
J. M. HAYDENM, France and the Estates General of 1614, Cambridge, 1974, p. 108.
122
J. POWIS, op. cit., pp. 64 – 65.
79
quel paese che non avesse ucciso qualcuno in un duello»123. Il duello,
disprezzo nei confronti delle leggi sul duello. Fu così che il monarca
«fra due grandi» di cui Dio era il solo arbitro, allora dovesse essere
123
LORD HERBERT OF CHERBURY, Autobiography, a cura di Sidney Lee, London, 1906, p.
52.
124
J. SELDEN, Table Talk, a cura di R. Milward, London, 1887, pp. 60 – 61 (Ia ed. 1689).
125
A. L. ROWSE, The Elisabethan Renaissance, London, 1974, p. 229.
80
complessa e articolata»126: termini come «Onorevole» e «Vostro
palesi e il blu del sangue può avere tante sfumature. Oltre all’antico
126
N. COUNCIL, When Honour’s at the Stake: Ideas of Honour in Shakespeare’s Palys,
London, 1973, p. 31.
127
C. L. BARBER, The Idea of Honour in the English Drama 1591 – 1700, Göteborg, 1957,
p. 113.
128
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 101.
81
rese indispensabile ai nobili reclamare il diritto al duello, quale
evidenza che «a tutti i livelli, sia gli uomini che le donne, erano
posto di «duello», sia stata stampata per la prima volta nel 1611 e che
«la furia dei duelli s’impose allora più che in ogni altro periodo
precedente e futuro»131.
129
L. STONE, Family, 1979, p. 100; e anche La crisi dell’aristocrazia, Torino, Einaudi,
1972.
130
L. WITHINGTON, Elizabethan England, in W. HARRISON, A description of England, Lon-
don, 1876, pp. 227 – 228.
131
D. HUME, The History of England, ed. ridotta a cura di R. W. Kilcup, Chicago, 1975, p.
220.
82
Non tutta la vecchia aristocrazia, comunque, era pronta a
132
J. R. HALE, Sixteenth – century Explanations of War and Violence, in «Past and
Present», n. 51, 1971, pp. 11 – 12.
133
J. SELDEN, op. cit., p. 84.
83
nei confronti di chi lanciava una sfida o si prestava a fare da secondo;
134
Riportato da V. G. KIERNAN, op. cit., p. 106.
135
Anche i drammaturghi del tempo furono attratti dal tema del duello e, a tale proposito,
Baber, che compie un’attenta analisi del dramma del XVII secolo, evidenzia come gli
scrittori vi attingessero ampiamente sia per lavori tragici che per lavori comici,
84
dell’epoca, invece, quello che più degli altri riuscì a diffondere il suo
teatro degli anni che precedettero la guerra civile, il duello tornò alla
85
da un individualismo tutto concentrato sul rispetto di sé, tipico
eclatanti.
contro il duello non comparve che verso la fine della permanenza del
sovrano in quelle terre, ovvero intorno alla fine del XVI secolo.
fatto, era emblematico del clima che si respirava nel resto dell’Europa,
137
J. WORMALD, Bloodfeud: Kindred and Government in Early Modern Scotland, in «Past
and Present», n. 87, 1980, p. 85.
86
duello non prima del 1618 e lo si trattò come un argomento esotico
decreto del 1688 decise pene severe anche per le sfide, mentre i duelli,
dichiarati delitti capitali. Vennero addirittura stabiliti del premi per gli
138
K. DEMETER, The German Officer – Corps in State and Society 1650 – 1945, London,
1965, pp. 120 – 121.
87
sostituendo alla vecchia classe dei boiari, preferì, almeno in un primo
delle sue fila, e se Scott Fitzgerald scrisse che essa reagì con
88
con qualunque mezzo si inseriscono fra le antiche famiglie, falsificando
Ciò che non era riuscito ai monarchi restò più facile ai papi che,
89
nel 1592, la proscrizione dei beni e l’infamia perpetua. Tuttavia la
142
Furono soprattutto i gesuiti – come scrive Macaulay - a dimostrare clemenza verso
certi «peccatucci». T. B. MACALUAY, Miscellaneous Essays, London, Collins, s.d., vol. II,
p. 103.
143
J. HALL, Works, a cura di P. Hall, Oxford, 1937 – 1939, vol. XII, pp. 398 – 400 (Ia ed.
1658).
90
«disonorato per sempre» e affermò, invece, che «disubbidiva al
Verbo»144.
Tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, quindi, il duello
declinò dopo il 1642, in seguito alla guerra civile e alla salita al potere
dei puritani che espressero senza mezzi termini la loro ostilità nei
91
confronti del duello magistralmente espressa nelle parole di La
gravità delle offese: colpire un uomo, la più grave delle offese, veniva
146
LA ROCHEFOUCAULD, Massine, Milano, Rizzoli, 1978, n. 219.
147
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 123.
92
riuscendo a reprimere il duello, aveva reso uno dei più grandi servigi
fu adottata dalle altre nazioni straniere ma, col passare del tempo e
fatto che fossero due soli uomini a scontrarsi e che una volta terminato
«come una valvola di sfogo degli impulsi violenti di una classe da cui
modo per far rispettare l’ordine e per le classi sociali alte una forma di
148
VOLTAIRE, Il secolo di Luigi XIV, Torino, Einaudi, 1971, pp. 318, 328 – 329 (Ia ed.
1751).
149
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 125.
93
autodisciplina. Già prima della morte di Luigi XIV, d’altra parte, si
cavilli giuridici e solo uno era stato condannato a nove anni di lavori
duello restò in vigore ma, nella pratica, non fu mai fatta rispettare.
150
J. MCMANNERS, Morte e Illuminismo, Bologna, Il Mulino, 1984, pp. 505 – 512.
94
restaurata nel 1660: l’aristocrazia, uscita sconfitta e divisa dalle guerre
noto per aver ucciso una mezza dozzina di avversari e i cui membri
durò a lungo, perché molti degli associati furono a loro volta uccisi o
impiccati151.
seguito alla rivoluzione del 1688, seguita dalle ribellioni del 1715 e
nella pratica. Sotto Giorgio III (1760 – 1820) furono registrati cento
95
questo caso, sebbene i morti per duello dessero adito ad un processo
fatto che un uomo qualunque lanciass una sfida ad un pari del regno o
ad un nobile153.
152
A. STEINMETZ, op. cit., vol. I, p. 38.
153
Esemplare in questo senso il romanzo di T. SMOLLETT, La spedizione di Humphry
Clinker, Torino, Einaudi, 1987 (Ia ed. 1771) dove l’autore racconta di due casi
curiosamente contrastanti: uno di un uomo ritenuto troppo umile per poter lanciare una
sfida, l’altro di un uomo che si riteneva troppo importante per accettarla.
96
Quello che stava accadendo in Inghilterra si ripercosse anche in
scrisse:
...i duelli allora erano molto comuni in Scozia, poiché la gentry era
154
W. SCOTT, The Heart of Midlothian, cap. 11 (citato da V. G. KIERNAN, op. cit., p. 133).
97
continuato senza interruzione; il problema - come affermò un
dei documenti biografici relativi alla sua vita e ai duelli combattuti; gli
155
R. BELL, A Dictionary of the Law in Scotland, Edimburgh, 1807 – 1808, «Duelling».
156
J. BOSWELL, Vita di Samuel Johnson, Milano, Garzanti, 1982, vol. II, p. 1311 e ss. (Ia
ed. 1791, tit. orig. The Life of Samuel Johnson).
98
di agitazione fu invaso da una specie di depressione» 157. Il duello,
nessuno poteva ritenersi tale fino a quando «non aveva sentito l’odore
157
ID., The Ominous Years, Journal 1774 – 1776, a cura di Ryskamp e Pottle, London,
1963, pp. 11 – 25.
158
C. MAXWELL, Tirant lo Blanc, Valencia, 1940, p. 21.
159
E. MACLYSAGHT, Irish Life in the Seventeenth century: After Cromwell, London, 1939,
pp. 95 – 96.
160
Per un approfondimento :A. GAILEY, Irish Folk Drama, Cork, 1969.
99
dell’India sotto la dominazione inglese fu talmente simile a quella
come uno dei mali minori, dato che, avendo come presupposto quello
161
J. CAPPER, The Presidencies of India, London, 1835, p. 467.
162
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 139.
100
l’atteggiamento lassista nei confronti del duello riguardò soprattutto le
classi popolari; nel caso, infatti, di scontri tra membri della classe
101
comportamento di Caterina II (1762 – 1796) che mostrò nei suoi
163
Ibidem, p. 144.
102
Dal momento in cui, però, il duello venne considerato la legge
europee, dunque, riposero parte della loro fiducia nel carattere, ovvero
164
J. CONRAD, Il duello, Milano, Mursia, 1978, p. 72 (Ia ed. 1908, tit. orig. The Duel).
165
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 148.
103
Sebbene col passar del tempo le sottigliezze del punto d’onore
per quale motivo era davvero giustificato battersi a duello. Il fatto che,
in linea generale, gli scontri nascessero per motivi del tutto futili,
del Burton, però, non era tanto il desiderio di farsi giustizia e di far
campagna europei al duello, quanto una vita vissuta per lo più tra noia
166
Interessante, in tal senso, il parallelismo proposto da Stendhal fra duello e suicidio nel
caso di un dolore lancinante provocato da un amore disprezzato e sul senso di
autodenigrazione che ne deriva, come prima causa del suicidio: «Tu ti uccidi per
vendicare il tuo onore». Cfr. STENDHAL, L’amore, Milano, Mondadori, 1990, p.125 (Ia ed.
1822, tit. orig. De l’amour).
167
BURTON, The Anatomy of Melancholy, cit., pp. 161 – 162.
104
favore del duello: la vita metropolitana, infatti, offriva molte
certi di farla franca il duello divenne una forma di piacere, mentre per
quelli che non erano certi delle proprie abilità divenne una moda
feudali e un’offesa fatta a una persona del seguito era ritenuta fatta al
suscitato da una zuffa fra i loro cani a Hyde Park 168, mentre, in
168
R. BALDICK, The Duel: a History of Duelling, London, 1965, pp. 97 – 98.
105
arrivarono a battersi in pieno giorno su un quai parigino per un
gatto169.
169
A. STEINMETZ, op. cit., vol. I, p. 250.
170
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 155.
106
Sebbene il duello avesse molti estimatori tra i civili, certo è che
Irlanda del Nord nel 1808: all’epoca, dopo una lite svoltasi alla mensa
fatti molti sforzi e Lord Moira scrisse addirittura una lettera per
107
il paese era in guerra c e l’Irlanda travagliata dai disordini era un gesto
171
Il racconto è riportato da Kiernan, Ibidem, p. 159.
172
C. MAXWELL, op. cit., p. 49.
173
Ricordiamo che a proposito dell’onore delle donne nel Secondo Dialogo tra Orazio e
Cleomene di Mandeville, Orazio afferma che «l’onore delle donne, lo sapete, consiste
nella castità, una vera virtù quale la intendete, che non può essere praticata senza evidente
abnegazione». Cfr. B. MANDEVILLE, Ricerca sull’origine dell’onore e sull’utilità del
cristianesimo in guerra, a cura di A. Branchi, La Nuova Italia, Firenze, 1998, p. 67.
108
e così pure i padri e i parenti delle donne nubili potevano trovarsi
sostenne che
Ogni uomo che crede che il suo onore dipenda da quello della
174
V. G. KIERNAN, op. cit., pp. 163 – 165.
175
COMTE DE GRAMONT, Mémoirs, raccolta da A. Hamilton, London, 1902, p. 165, cap. 6.
109
per la presenza della Chiesa, la situazione era disperata e anche in
Francia non era delle migliori; in questi due paesi, quindi, il ricorso al
per lo più lusingate dall’idea che due uomini si battessero per loro;
vere e proprie di duelli non tanto per motivi legati all’amore quanto
110
pure, che Luigi XIV avesse accondisceso a quel duello per puro
divertimento176.
sangue177.
176
N. A. BENNETTON, op. cit., p. 107.
177
J. BRAND, Popular Antiquities of Great Britain, London, 1854, vol. II, p. 400.
111
esprimere quel malumore che ormai serpeggiava tra tutte le classi
Cleomene:
ritenuto un affronto. La pratica del duello, con ciò, divenne così diffusa
una sfida178.
178
B. MANDEVILLE, op. cit., p. 77.
112
maggiore che incontrarono i regnanti fu quella di abolire tale pratica
113
CAPITOLO III
DI ONORE E NOBILTÀ
179
C. BRINTON, A History of Western Morals, London, 1959, p. 283.
114
Anche nei casi in cui si faceva ricorso ad un duello per motivi
del tutto futili, esso veniva inscenato con una formalità che molto
115
il fatto che esso non sia portatore di significati, non implica che sia
esiste ma che non ha valore, non ha senso, non “parla” nella medesima
langue del mondo interno. [... ] È per questa ragione che il nobile, che
del proprio onore. Nel primo caso il contatto avveniva su un piano non
che nei paesi dove il duello era di moda erano anche più diffuse le
180
F. ERSPAMER, op. cit., p. 41.
181
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 175.
116
buone maniere e la «gentry più educata e cordiale, i ceti medi più
trattabili»182.
Il duello che si era venuto affermando nel corso del XVII secolo
costretti a rispettare tutta una serie di regole per non incappare nel
giudizio – nel caso lo scontro si fosse risolto con la morte di uno dei
182
STENDHAL, Vita di Napoleone, Milano, Bompiani, 1977, p. 6 (tit. orig. Vie de
Napoleon, 1837).
117
che tutto si svolgesse secondo l’adesione agli standard di
doveva ferire la vista di nessuno dei due 183; in alcuni casi, inoltre,
183
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 177.
118
potevano essere paragonati a degli avvocati che, anche durante lo
Riguardo alle armi, va detto che non vi era una grande varietà
tra cui scegliere, dato che l’arma doveva essere sempre «onorevole»;
184
Non tutti, naturalmente, erano disposti a battersi a duello e molti erano ben disposti a
tirarsi fuori da una situazione complicata, arrivando ad accogliere «le esili scuse
dell’altro» (Cfr. C. TENNANT, The Radical Laird: A Biography of George Kinloch 1775 –
1833, Kineton, 1970, p. 36). Si racconta anche di casi in cui gli stessi avversari avevano
concordato in precedenza di non mirare dritto, e di altri dove uno dei due, non
mantenendo fede all’accordo, puntò l’avversario con sgradevole precisione (Cfr. J.
GEDDES, Reflections on Duelling, and of the Most Effectual Means For Preventing It,
Edimburgh, 1790, p. 4).
119
stocco, si affermò come l’arma principale dei duelli. Vista, però, la
utilità nella pratica del combattimento. Col passare del tempo, però, lo
al duello fu uno degli sport più praticati dalla nobiltà; per questo
185
A. HUTTON, The Sword and the Centuries, London, 1901, p. 232.
120
in seguito la sostituzione della spada con la pistola anche se
dalla quasi totalità dei paesi, rappresentò uno dei motivi principali per
186
La maggior parte dei civili francesi la accettò solo verso la dine del XVIII secolo, gli
ufficiali dell’esercito francese e di altri eserciti europei, sempre più conservatori,
continuarono a preferire l’acciaio della sciabola e della spada; in Russia, diversamente,
dove mancava una tradizione aristocratica collegata alle armi, i racconti di duelli con la
spada non furono frequenti. Cfr. T. SMOLLET, Travels Through France and Italy, London,
1766, p. 140.
187
BRANTOME, op. cit., pp. 62 – 63.
121
bel paio di pistole, magari in un astuccio ben fatto, cominciò a essere
188
T. SMOLLETT, op. cit., p. 140.
122
entrambi reggere gli angoli opposti dello stesso fazzoletto. Scelta che
differenza della spada, però, che richiedeva ore di allenamento per far
189
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 185.
123
secondi. Il passaggio dalla spada alla polvere da sparo favorì tale
190
In Irlanda venne pubblicato, intorno al 1777, un codice conosciuto come «I ventisei
comandamenti» compilato dopo aver consultato i regolamenti di diversi paesi stranieri.
Ibidem, p. 186.
124
dichiarazioni di guerra venivano consegnate da un araldo, era il
secondo a recapitare una sfida: tra i tanti compiti del secondo vi era
categoricamente.
dovesse essere il segnale del via, oppure perché dovevano decidere chi
varianti come quella per cui i due si mettevano schiena contro schiena,
125
convenuto, si voltavano e sparavano191. La distanza tra i duellanti
possibilità che i colpi andassero a segno era molto bassa. La durata del
secondo poteva tirar via il suo uomo dal terreno e non permettergli di
andare oltre.
191
Ibidem, p. 188.
192
A. BOSQUETT, op. cit., note, vol. I.
126
d’animo del duellante: prima, infatti, quando lo scontro era affidato al
dello scontro si legava alle loro capacità, con l’avvento della pistola,
duellanti facessero parte di una stessa grande famiglia che non gradiva
127
L’uomo moribondo chiedeva perdono al Cielo, ma allo stesso tempo
Così come era avvenuto per le tecniche del duello, che aveva
193
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 193.
128
In tutta Europa l’aristocrazia stava ormai da tempo perdendo
letterario, non erano più in uso nelle principali corti e negli ambienti
129
più colpi e vivi, e dunque non era più giustificata una loro
utilizzazione194.
194
F. ERSPAMER, La biblioteca di Don Ferrante, cit., p. 17.
195
A tale proposito si legga la testimonianza di un contemporaneo: «Questi sono i famosi
maestri, riputati enciclopedie di sapere, autori di que’ celebrati volumi che tanto si
trovano lineati, postillati e trascritti, e che da’ librai son tenuti a parte come preziose
gioie; non certo a torto, poiché in tanto disertamento de’ libri si sono questi in tal credito
mantenuti che niun degli antichi comprasi a poco prezzo. A due zecchini va l’Urrea, il
Fausto a tre; altrettanto si è veduto vendere la Faustina, libretto di poche carte; e secondo
i diversi paesi, dove più e dove meno, quasi d’ognun di questi facilmente si tratta a
doppie... Dell’opera del Bernardi quattro doppie si stimano modesto prezzo, ed altrettanto
è stata valutata una edizion dell’Ariosto, sol per poche righe che in alcuni luoghi vi si
trovano con il titolo di Pareri in duello». Ibidem, p. 19.
196
Questi testi, tuttavia, torneranno in auge nel corso dell’Ottocento ad opera di quello
spirito romantico impegnato a riesumare i fantasmi della civiltà medioevale e cercare di
adattarne i valori cavalleresco – cortesi alla nuova epopea nazionale e borghese. Il più
classico esempio di questa tendenza fu l’opera di Walter Scott, non a caso un profondo
conoscitore dell’epica cinquecentesca italiana. Sulla scia del romanziere scozzese, invece,
si posero presto numerosi scrittori nostrani come Giovan Battista Bazzoni e Tommaso
Grossi per fare alcuni nomi, ma i risultati più persuasivi furono raggiunti dall’Ettore
Fieramosca (1833) di massimo D’Azeglio, il cui precipuo scopo, lo notò De Sanctis, fu
per l’appunto «presentare agl’Italiani una Italia militarmente fiduciosa in se stessa». Cfr.
F. DE SANCTIS, La scuola cattolico – liberale e il romanticismo a Napoli, a cura di C.
130
Grazie a Dio oggidì sono que’ libri sì fattamente decaduti in
atteggiavano a eredi; il duello non era altro che una pratica presa in
prestito per rendere più reale quella che in effetti non era altro che una
ad una classe nobile, coraggiosa, generosa, con uno spiccato senso del
dovere, e per nulla attratta dalla volgare ricerca della ricchezza 198 e il
131
definitivamente bollato come ridicolo o criminale dall’opinione
per vincere la noia e per dover dimostrare spregio per la vita, amavano
199
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 196.
132
anche cacciare e sfidarsi a corse di cavalli campestri come pure
di fronte nulla.
133
si risolveva in un’adesione a regole di condotta stereotipate. Come
d’onore202.
quale aderiva il gentiluomo, dunque, era una morale per certi aspetti
del suo narcisismo. I duelli, pertanto, molte volte, più che punire il
134
Il duello, senza dubbio, esercitando sull’individuo delle classi
ritenuta un premio [...] il potere che i pregiudizi, mai toccati dalla luce
203
A. BOSQUETT, op. cit., p. 23.
204
J. MORLEY, On Comprmise, London, 1933, p. 119 (Ia ed. 1874).
135
fedeltà dei loro seguiti; il duello non solo garantiva il rispetto da parte
dei loro sottomessi ma anche quello dei loro pari. Quando due
capace205.
cedimento perché ciò avrebbe minato a fondo tutto il corpo sociale. «Il
205
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 203.
136
distintivo supremo dell’aristocrazia», scrive Kiernan, «era il diritto dei
quelle stesse di ostilità che erano state alla base, ad esempio, della
guerra delle Due Rose e di tutte quelle guerre feudali che avevano
ad accettare le assurde regole del duello era una sorta di senso di colpa
206
Ibidem, p. 204.
137
schiavi delle piantagioni delle Indie Occidentali, le donne
giovani nobili, infatti, erano soliti vantarsi del numero dei duelli di cui
207
Ibidem, p. 205.
138
democratici che sarebbero stati la spina dorsale delle costituzioni
e della lotta per ottenerlo, si arrivò a dare importanza a tutto ciò che
esponga alla morte per la causa che ha prescelto «ciò lo santifica per
208
W. JAMES, op. cit., p. 353.
139
Nonostante tutto, però, è evidente che gli aristocratici vissero in
fuggire.
battersi a duello per salvare l’onore dei propri antenati era considerato
209
A. BOSQUETT, op. cit., pp. 44 – 45.
140
del tutto inutile dato che le genealogie erano, in ogni caso, destinate ad
alterarsi210.
duello, l’età dei lumi non poté, dunque, che disapprovarlo; massimi
fra nobili, titolati e non, e fra uomini qualunque 211. D’altra parte lo
due uomini.
210
MONSIUER BASNAGE, Dissertation historique sur les duels et les ordres de chevalerie,
Amsterdam, 1720, pp. 8 e 15.
211
G. A. KELLY, Duelling in Eighteenth – century France, in «The Eigtheenth – century:
Theory and Interpretation», 21/3, 1980, p. 244.
141
Le idee illuministe contro il duello, comunque, non ebbero
notevole stress psicologico. Uno dei segnali del ritiro dell’élite dalla
che recita «Egli non fece né concepì mai niente di comune», dove
del «vizio, del gioco, del duello e della rissa» 213, Diderot, fa del sul
212
Riportata da V. G. KIERNAN, op. cit., p. 212.
213
W. M. THACKERAY, The History of Henry Esmond, London, 1852, libro I, cap. II.
142
naso, ma talmente abituato a fare lo spaccone da non rendersi conto
il severo editto del 1723, non era stata ancora emessa una condanna a
214
D. DIDEROT, La Neveu de Rameau, a cura di A. Adam, Paris, 1967, pp. 92 – 93 (Ia ed.
1762 – 1763).
215
G. A. KELLY, op. cit., p. 24.
143
cominciò a prendere corpo; nel suo scritto l’Autore, parlando di
Adamo viene annunciato che non si tratta di una prova di forza fisica,
un inno a
216
J. BENTHAM, An Introduction to the Princiles of Morals and Legislation, a cura di J. H.
Burns e H. L. A. Hart, London, 1979, pp. 65, 106 – 107 nota 193 (Ia ed. 1789).
144
Il Figlio di Dio / Che ora si appresta al grande duello, non con le
seriamente che ritiene sia meglio stare lontani fino a che non saprà se
217
J. MILTON, Il Paradiso Perduto, Milano, Mondadori, 1990, libro XII, vv. 386 – 387; e
Il Paradiso Ritrovato, ivi, libro I, vv. 173 – 175.
218
G. FARQUHAR, Lo stratagemma dei Bellimbusti, in Teatro inglese della Restaurazione e
del Settecento, a cura di G. Baldini, Firenze, 1955, atto III, scena III (tit. orig. The
Beaux’Stratagem, 1707)
145
Il duello trovò spazio nell’opera ma anche nelle arti visive, così
disarmato e la sua spada è visibile a terra 219. Il duello, poi, fece la sua
219
A. P. OPPÉ, The Drawings of William Hogarth, London, 1948, p. 32.
220
Riportato da V. G. KIERNAN, op. cit., p. 216.
146
argomento tanto alla moda come quello del duello al centro delle
lavorare a corte avrebbe potuto avere su di lui, non mostrò mai alcuna
che era Dio che non voleva che si battesse, e, alla fine, non
propria farsa221.
come riporta Kelly, che la natura vuole l’uomo forte e che sfidare la
221
Similmente al personaggio di Molière, anche il cavaliere Danceny di Laclos, costretto
al duello con esito favorevole all’avversario, finisce per scappare all’estero, dove
effettivamente intende prendere i voti. Cfr. C. DE LACLOS, Le amicizie pericolose, Torino,
Einaudi, 1970, lettera 174 (Ia ed. 1782, tit. orig. Les liaisons dangereuses, Paris).
147
morte è un esercizio fortificante222, ma anche chi, facendo risalire il
tutti»224.
222
G. A. KELLY, op. cit., p. 239.
223
M. BASNAGE, op. cit., pp. 21 – 22.
224
Ibidem, pp. 15 – 16.
148
giustizia, ed essere bandito dalla società degli uomini225; Rousseau,
quell’arte226.
fornì agli scrittori satirici non pochi spunti comici. Uno dei bersagli
vivere all’altezza della propria posizione ma che, sul più bello, non
225
F. DE MONTESQUIEU, Lettere persiane, Milano, Feltrinelli, 1981, lettera 91 (tit. orig.
Lettres persanes, Paris, 1721).
226
J. J. ROUSSEAU, Le Confessioni, Torino, Einaudi, 1978, libro V.
149
di quella che competeva loro. Tipico esempio di questa “doppia”
un debito di gioco che uno dei due gli attribuisce. Quando arriva il
momento dello scontro, Sir Cully si pente di non aver fatto sapere la
227
SIR G. ETHEREGE, The Comicla Revenge, London, 1664, atto III, scena V.
150
dichiara «desidero l’onore della sua compagnia, Sir, domani mattina a
provocò una critica più severa nei confronti del duello, che sarebbe
«omicidi per principio», peggio dei banditi, ma il primo teme che, non
228
J. CROWNE, Sir Courtly Nice, s. l., 1660, atto IV, scena I.
151
ribattere l’Autore a Filatele, si dovrà trattare l’altro come fosse
pazzo229.
bando, dall’altro non gli negò una nobile origine in sentimenti sani
229
J. COLLIER, Of Duelling, in Essays upon Several Subjects, London, 1698, pp. 155 –
145.
230
Riportato da A. BOSQUETT, op. cit., pp. 74 – 75.
231
Riportato da V. G. KIERNAN, op. cit., p. 220.
232
La stessa ambiguità viene espressa da uno dei suoi personaggi, Jonathan Wild, che con
un discorso filosofico sull’onore, afferma che è un «peccato che una parola di così grande
utilità e virtù debba avere un’applicazione così incerta e diversa». Cfr. H. FIELDING,
Jonathan Wild il Grande, Milano, Bompiani, 1981, cap. 13 (Ia ed. 1743).
152
scrittori ad essere trascinato sul campo d’onore, non mostrò mai
alcuna simpatia per la pratica del duello 233 e nei Travels (Diari di
moderna pratica del duello» per cui «intere famiglie rovinate, donne e
che stabilisca che lo sfidante sia esiliato, che il corpo di chi muore sia
233
T. SMOLLETT, La spedizione di Humphry Clinker, cit., pp. 69 – 72.
234
ID., Travels Through France and Italy, London, 1907, pp. 138 – 140.
153
responsabile del «Governo dell’Ordine diffuso in tutto l’universo» e
i legami più sentiti» mentre «la solennità del duello» conferiva decoro
certa influenza e che sono i veri discendenti di quei modi antichi» 236.
235
MRS. A. M. FRASER, The Friendly Brothers of St. Patrick, in «Dublin Historical Re-
cord», n. 14, 1955 – 1958, pp. 34 e ss.
236
D. HUME, The History of England, cit., p. 40.
154
quando il filosofo, insieme ad Adam Smith e altri, fondarono nel 1754
l’elemento trainante della parte più avanzata della gentry237, che era
erano ancora molto legati ai valori del passato per potersene affrancare
237
N. P. PHILLIPSON, Edimburgh andScottish Enlightenment, in The University in Society,
a cura di L. Stone, Pricenton 1974, vol. II, p. 424.
155
proprio ambiente sociale e vittime di una teoria deterministica
238
V. G. KIERNAN, op. cit., p. 226.
239
Cfr. Infra, cap. II, p. 52.
156
un sintomo di vigliaccheria240. Una sera del 1772, Boswell racconta di
hanno deciso «di allontanare dalla loro società chi accetta di essere
240
J. BOSWELL, Vita di Samuel Johnson, cit., vol. I, p. 630.
241
Ibidem, vol. II, p. 1311.
242
S. JOHNSON, Journey to the Western Islands of Scotland, London, a cura di R. W.
Chapman, Oxford, 1924, p. 83 (Ia ed, 1775).
157
profondamente religiosi e che nonostante ciò giustificassero il duello,
pratica.
Nel XVIII secolo, comunque, il duello era uno dei pochi temi su
reverendo Jone:
243
SIR C. CLARK, War and Society in the Secenteenth Century, Cambridge, 1958, p. 39.
158
medico o di un religioso presente, anche se non nel caso in cui vengano
duello244.
alle classi alte che avevano sempre creduto che il ruolo della religione
fosse quello di dire alle classi povere cosa fare o non fare, e la sua
244
REV. H. JONE (a cura di), Moral Theology, Westminster, 1946, p. 403.
245
V. G. KIERNAN, op. cit., p.230, nota 59 dove l’Autore afferma che tale informazione gli
deriva dal dottor Olive Anderson.
246
Si narra, ad esempio, di un certo reverendo Allan che fu assolto dalla giuria, nonostante
le posizioni del giudice, per aver ucciso un uomo ad Hyde Park. Cfr. A. STEINMETZ, op.
cit., vol. II, pp. 17 – 18.
159
sentirsi contemporaneamente cristiani e gentiluomini, continuarono a
247
E. FITZGERALD (a cura di), op. cit., p. 192 (Gil Perez, atto III).
160
La letteratura, specchio della realtà, dimostrava chiaramente che
che dava alla gentry l’illusione di fare qualcosa per cui valesse la pena
una conseguenza e non una sua causa. Non a caso, infatti, i manuali
161
del duello e dell’onore apparivano più che altro come una crestomazia
rafforzare la frontiera che separava da tutto ciò che era altro. In tal
l’autodistruzione.
162
CONCLUSIONI
religiose non riuscissero il più delle volte a sortire alcun effetto nei
confronti del duello, in realtà molti furono coloro che per paura di
alternativa dignitosa.
163
propria bella; si trattava, infatti, di un eroe che si faceva spesso
civili l’intolleranza nei confronti del duello e di tutto ciò che esso
164
Durante il lungo periodo di conflitto inaugurato da Napoleone,
trovare sfogo nei duelli anche tra civili; alla fine delle guerre, poi,
quando i re tornarono alla luce del sole, essi guardarono con simpatia
ultima fase, prima di finire sommersa dalla plutocrazia della fine del
165
Il romanticismo, da parte sua, esprimendo un’intima
166
facendolo diventare un tema preferito da scrittori e da artisti che vi
logica formale, ovvero la lucida follia del duello, che esso riuscì a
167
BIBLIOGRAFIA
BARBER C. L., The Idea of Honour in the English Drama 1591 – 1700,
Göteborg, 1957.
1789).
168
Intellettuali e potere, a cura di C. Vivianti, Einaudi, Torino,
BORREGO A., Lo que ha sido, lo que es, y lo que puede ser el Partido
1817.
BRADY C., Spenser’s Irish Crisis, in «Past and Present», n. 11, 1986, p.
18.
BRAND J., Popular Antiquities of Great Britain, London, 1854, vol. II.
169
BRINTON C., A History of Western Morals, London, 1959:
BRYDONE P., A Tour through Sicily and Malta, London, 1773, vol. I.
1928.
170
COLLIER J., Of Duelling, in Essays upon Several Subjects, London,
1698.
1902.
DE BALZAC H., Gli scivani, Milano, Igiesse, 1964 (tit. orig. Les
Chouans, 1830).
171
DE MONTAIGNE, Saggi, 2. voll. Milano, Mondadori, 1904 – 1906 (tit.
1953.
DEMETER K., The German Officer – Corps in State and Society 1650 –
172
DUBY G., The Diffusion of Cultural Patterns in Feudal Society, in
1897).
mondsworth, 1964.
FIELDING H., Jonathan Wild il Grande, Milano, Bompiani, 1981 (Ia ed.
1743).
173
FROISSART J., Chronicles of England, France, Spain, London, 1849,
vol. II.
HALL J., Works, a cura di P. Hall, Oxford, 1937 – 1939, vol. XII (I a ed.
1658).
1974.
1983.
174
HUIZINGA D., L’autunno del Medioevo, Firenze, Sansoni, 1942 (Ia ed.
1919).
Chicago, 1975.
J. CONRAD, Il duello, Milano, Mursia, 1978 (Ia ed. 1908, tit. orig. The
Duel).
JAMES M., English Politics and the Concept of Honour 1485 – 1642, in
175
KELLY G. A., Duelling in Eighteenth – century France, in «The
244.
KIRK G. S., Myth, Cambridge, 1970 (trad. it. Il mito, Napoli, Liguori,
1980).
LANGSAM G. G., Martial Books and Tudor Verse, New York, 1951.
London, 1906.
176
MACLYSAGHT E., Irish Life in the Seventeenth century: After Crom-
Firenze, 1998.
1957.
Mme D’AULNOY, Travels into Spain, London, 1930 (Ia ed. 1690).
177
MOLMENTI P., Storia di Venezia nella vita privata dalle origini alla
caduta della Repubblica, Trieste, Lint, 1978, vol. III (Ia ed.
1904).
1953.
Bompiani, 1982).
1636.
178
PHILLIPSON N. P., Edimburgh andScottish Enlightenment, in The Uni-
424.
1979, p. 34.
179
SELDEN J., Table Talk, a cura di R. Milward, London, 1887 (Ia ed.
1689).
1982.
SIR CLARK C., War and Society in the Secenteenth Century, Cam-
bridge, 1958.
SMITH A., The Wealth of Nations, London, 1904 – 1908, vol. II (I a ed.
1776).
180
STEINMETZ A., The Romance of Duelling in All Times and Countries,
STENDHAL J., L’amore, Milano, Mondadori, 1990 (Ia ed. 1822, tit.
orig. De l’amour).
de Napoleon, 1837).
1943.
181
VAYDA A. P., Maori Warfare, in P. BOHANNAN (a cura di), Law and
1967.
VOLTAIRE, Il secolo di Luigi XIV, Torino, Einaudi, 1971 (Ia ed. 1751).
1920.
182
183