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Nel nostro sistema musicale europeo occidentale i suoni che usiamo per creare melodia e armonia
sono 12 divisi in altrettante case (che quando diventano sede della nota base di un modo si
chiamano keyalities) ognuna alla distanza di un semitono dalla precedente e dalla successiva (la più
piccola distanza fra due note contigue: vedi, per esempio, due tasti consecutivi del pianoforte, uno
bianco e uno nero o uno nero e uno bianco oppure due tasti bianchi nel caso, per esempio, della
distanza fra la casa E e la casa F)
I nomi di queste case, che individuano delle frequenze specifiche (che nel corso della storia sono
variabili), corrispondono storicamente ad alcune lettere dell'alfabeto che però non sono le stesse in
tutti i paesi:
Ogni modo può essere costruito collocando la sua nota base in una qualsiasi casa : cambiando casa
(o keyality) cambierà l'altezza della note base e quindi di tutto il brano ma l'identità del brano sarà
conservata (posso suonare il brano in qualsiasi keyality ponendo la sua nota base in qualsiasi casa
che, quindi, definisce la keyality).
Dirò, quindi, che il brano è suonato nella keyality in cui si trova la sua nota base: per esempio
"canto e suono Ciao sono maggiore nella keyality di D, oppure di C, oppure di Eb)
Per aiutarci a dare un nome ai modi e ai 7 suoni che li compongono utilizziamo le sillabe delle note
do-re-mi-fa-sol-la-ti
Queste sono state create per aiutarci a conservare e rievocare dentro di noi le relazioni fra i suoni
del modo.
Il modo maggiore, per esempio, ha come nota base la nota "do". Possiamo quindi scegliere che il
"do" di un brano nel modo maggiore sia associato al suono che si situa in una qualsiasi keyality:
"canto e suono Ciao sono in maggiore in D/do oppure in C/do oppure in Eb/do, in analogia con
l'esempio precedente). Questo sistema si chiama «Do mobile con "do" per il maggiore e "la" per il
minore».
Per trovare in quale casa stanno le altre note del modo maggiore dovrò sapere la distanza in termini
di semitoni fra le note.
In questa tabella ogni casella corrisponde, come nelle tabelle in alto, a una casa ipotetica: alcune
case ospiteranno le note del modo maggiore mentre altre resteranno vuote (conterranno, cioè, suoni
cromatici, o "fuori modo" ai quali, qui, non diamo nome). Aggiungo una casella finale per
evidenziare che "ti" e "do" (esattamente come "mi" e "fa") stanno alla distanza di una casella (cioè
di un semitono) invece che due caselle (cioè di un tono)
do re mi fa sol la ti do
A questo punto per poter capire dove stanno le note quando scelgo di mettere la nota "do" in una
specifica casa, conserverò lo stesso principio.
Vediamo , per esempio, come si costruisce un modo maggiore nel sistema inglese se scelgo di
mettere "do" nella casa D
Nell'ottocento, purtroppo (perché ha creato molta confusione) francesi e italiani hanno modificato
questo sistema e hanno iniziato ad usare, al posto delle lettere, i nomi delle note per individuare le
case, o altezze assolute, in cui abitano i suoni. In questo modo i nomi delle note non aiutano più a
ricordare e capire le relazioni esistenti all'interno del modo a meno che non si usi lo stesso sistema
"Do mobile" come vedremo sotto.
Nel sistema francese e italiano (Do fisso) la casa C ha preso il nome di "DO" (lo scriviamo in
maiuscolo così comprendiamo che ha una funzione diversa rispetto alla nota "do", che individua il
ruolo, o lavoro, di un suono all'interno del modo quando usiamo il "Do mobile").
Quindi si crea questa tabella:
Quindi: per tornare al nostro modo maggiore, se voglio costruirlo su uno strumento in cui i nomi
delle case sono scritti nel sistema franco-italiano, potrò sentirmi inizialmente disorientata ma posso
risolvere facilmente questo disorientamento se immagino la differenza fra caratteri maiuscoli e
minuscoli come nel prossimo esempio.
Vediamo la tabella di corrispondenza fra i tre sistemi e il modo maggiore costruito nella keyality di
D (Do fisso: RE)
Il nostro sistema musicale, però, prevede che le melodie, composte da successioni di suoni prodotti
uno dopo l'altro come quando cantiamo o suoniamo la melodia di un brano, siano sostenute da
gruppi di suoni (grappoli o famiglie: accordi o funzioni) che suonano insieme. La percezione del
modo maggiore, ad esempio, è data dalla collaborazione fra l'organizzazione orizzontale dei suoni
nella melodia, che conduce verso la nota base "do" e l'organizzazione verticale dei suoni negli
accordi o funzioni con i quali accompagnamo il brano. Se cambiassimo questi grappoli potremmo
percepire un modo diverso dal maggiore anche nel caso in cui la melodia non cambiasse.
E' possibile costruire un grappolo a partire da ogni nota di ogni modo, ma tendenzialmente ogni
modo ne usa tre come principali.
Nel modo maggiore queste famiglie sono quelle costruite sulla nota base "do" (I grado), su "sol"
(V7 grado cioè "quinto grado con la settima") e su "fa" (IV grado).
I grado o
Tonica V7 grado o
maggiore. Dominante del
Nota maggiore.
fondamentale: mi ti Nota
do fondamentale:
sol
sol
re
do fa
la IV grado o
SottoDominante
maggiore.
Nota fondamentale:
fa
Per accompagnare un brano di cui conosco la melodia devo conoscere anche le funzioni che,
momento dopo momento sostengono l'armonia. Non esiste sempre una sola soluzione per
accompagnare un brano ma esistono soluzioni più consuete e soluzioni meno consuete.
Per esempio, quando accompagno Ciao sono maggiore, uso per consuetudine queste funzioni:
Questo vuol dire che se accompagno Ciao sono maggiore in C/do (cioè mettendo il "do" nella casa
C, che coincide con la casa "DO" del Do fisso), avrò:
Quindi: se suono uno strumento come la chitarra o l'ukulele o il pianoforte, potrò suonare tutto
l'accordo (funzione) per accompagnare il brano.
Se suono, però, uno strumento sul quale sono capace di fare solo un suono o due
contemporaneamente, inizierò ad accompagnarlo con le note fondamentali di ogni funzione, così:
Questa linea appena individuata si chiama "linea di basso fondamentale" oppure "Voicing 0" oppure
"basso 0".
"do" e "sol" staranno rispettivamente sul tasto, piastra, chiave, etc C e G.
Vediamo cosa succede se voglio suonare la "linea di basso fondamentale" Ciao sono maggiore in
D/do
Ciao sono -giore e͜ ora ti di- rò ho una base che si do
mag- nota chiama
I I V7 I I I V7 I
D D A7 D D D A7 D
do do sol do do do sol do
Le note fondamentali delle funzioni I e V7, "do" e "sol", staranno stavolta sul tasto, piastra, chiave
"D" e "A".
E il brano sarà più acuto di un tono (perché fra la casa C e la D ci sono due semitoni, cioè un tono
intero).
Dal momento che gli accordi sono costituiti da più note, posso decidere di sostituire alla linea di
basso fondamentale, o di sovrapporre ad essa, un'altra linea di accompagnamento usando altre note
delle funzioni.
Generalmente si scelgono delle linee chiamate Voicing 1, 2 e 3 all'interno delle quali ci si sposta tra
due note vicine, come vediamo nello schema:
Quando ascolto l'accompagnamento suonato dalla chitarra, sento che, al cambiare dell'accordo,
passo dalle note di un accordo alle note di un altro percependo tutti i voicing contemporaneamente.
Quando accompagno con una nota per volta, scelgono un voicing oppure mi muovo da un voicing
all'altro.
Se suoniamo degli strumenti a barre o a fiato o qualsiasi strumento possiamo distribuirci i voicing e
creare tutti gli accordi suonando insieme.
Possiamo anche tenere in mano due battenti e suonare due voicing contemporaneamente...ma
occorre coordinazione ed allenamento.
In un altro file (vedi anche il disco rotante consegnato a lezione) vi indicherò la corrispondenza fra
le note dei voicing del modo maggiore e le lettere delle case dei suoni che potreste trovare sugli
strumenti.
Vediamo adesso come accompagnare "Sentiero" che è un brano armonizzato con 3 funzioni invece
che con due: I, IV e V7
Userò una tabella per mostrarvi, come per Ciao sono maggiore, la distribuzione ritmica del testo sul
tempo in relazione al movimento delle funzioni:
Ecco Sentiero in D con la sua linea di basso e le sue due voci
Là sulla mon- tagna tutti i prati fior; corro sul sen- tiero dai mille co- lor.
sono in
Tra faggi e a- beti corre- rò poi sulla vet- ta ripose- rò.
I I IV I I I V7 I
D D G D D D A7 D
do do fa do do do sol do
Sulla vetta poi se verrai me anche ci ripose- rem stesi sotto blu- uu.
con tu al cielo
Prendi il tone vieni con me Saliamo in- sieme sulla ta- gna
bas- mon-
IV I V7 I IV I V7 IV I
G D A7 D G D A7 G D
fa do sol do fa do sol fa do
In questo modo potete facilmente arricchire un accompagnamento di un brano nel modo maggiore
costruito sulle funzioni di I e V7 o di I, IV e V7
la-ti-do-re-mi-fa-sol-la
oppure la-ti-do-re-mi-fa-sol#(su)-la
La prima variante si chiama "modo minore naturale" e la seconda "modo minore armonico".
Il brano "Ciottolo" che abbiamo imparato a lezione è costruito in questa seconda variante
Ecco lo schema di distanze in termini di toni e semitoni del modo minore armonico:
la ti do re mi fa su la
Come già visto per il modo maggiore, anche nel modo minore, a questo punto, per poter capire
dove stanno le note quando scelgo di mettere la nota "la" in una specifica casa, conserverò lo stesso
principio.
Vediamo , per esempio, come si costruisce un modo minore nel sistema inglese se scelgo di mettere
"la" nella casa D
Nell'ottocento, purtroppo (perché ha creato molta confusione) francesi e italiani hanno modificato
questo sistema e hanno iniziato ad usare, al posto delle lettere, i nomi delle note per individuare le
case, o altezze assolute, in cui abitano i suoni. In questo modo i nomi delle note non aiutano più a
ricordare e capire le relazioni esistenti all'interno del modo a meno che non si usi lo stesso sistema
"Do mobile" come vedremo sotto.
Le tabelle dei sistemi corrispondono ai nomi che trovate sugli strumenti a barre e a volte su qualche
altro strumento: in alcuni casi possono essere presenti due sistemi (inglese e franco-italiano oppure
tedesco e franco-italiano; quasi mai inglese e tedesco insieme)
Quindi: per tornare al nostro modo minore, se voglio costruirlo su uno strumento in cui i nomi delle
case sono scritti nel sistema franco-italiano, potrò sentirmi inizialmente disorientata ma posso
risolvere facilmente questo disorientamento se immagino la differenza fra caratteri maiuscoli e
minuscoli come nel prossimo esempio.
Vediamo la tabella di corrispondenza fra i tre sistemi e il modo minore costruito nella keyality di D
(Do fisso o sistema franco-italiano: RE)
Vediamo la stessa tabella di corrispondenza se scegliamo di costruire il modo minore nella keyality
di F(FA):
la, re e mi sono, quindi, le note fondamentali dei gradi Im, IVm e V7.
Vediamo quali note compongono i grappoli costruiti su Im, IVm e V7
Im grado o
Tonica minore. V7 grado o
Nota Dominante del
fondamentale: minore.
la do su Nota
fondamentale:
mi
mi
ti
la re
fa IV grado o
SottoDominante
minore.
Nota fondamentale:
re
Per esempio, quando accompagno Ciottolo, uso per consuetudine queste funzioni:
Liscio vetro ciottolo nel blu, corri dietro non fermi più
come il avanti e in- ti
V7 V Im Im V7 V7 Im V7 Im
Questo vuol dire che se accompagno Ciottolo in C/la (cioè mettendo il "la" nella casa C, che
coincide con la casa "DO" del Do fisso), avrò:
Liscio vetro ciottolo nel blu, corri dietro non fermi più
come il avanti e in- ti
G7 G7 Cm Cm G7 G7 Cm G7 Cm
Quindi: se suono uno strumento come la chitarra o l'ukulele o il pianoforte, potrò suonare tutto
l'accordo (funzione) per accompagnare il brano.
Se suono, però, uno strumento sul quale sono capace di fare solo un suono o due
contemporaneamente, inizierò ad accompagnarlo con le note fondamentali di ogni funzione, così:
Liscio vetro ciottolo nel blu, corri dietro non fermi più
come il avanti e in- ti
G7 G7 Cm Cm G7 G7 Cm G7 Cm
mi mi la la mi mi la mi la
Questa linea appena individuata si chiama "linea di basso fondamentale" oppure "Voicing 0" oppure
"basso 0".
"la" e "mi" staranno rispettivamente sul tasto, piastra, chiave, etc C e G.
Vediamo cosa succede se voglio suonare la "linea di basso fondamentale" di "Ciottolo "in D/la
Liscio vetro ciottolo nel blu, corri dietro non fermi più
come il avanti e in- ti
A7 A7 Dm Dm A7 A7 Dm A7 Dm
mi mi la la mi mi la mi la
Le note fondamentali delle funzioni Im e V7, "la" e "mi", staranno stavolta sul tasto, piastra, chiave
"D" e "A".
E il brano sarà più acuto di un tono (perché fra la casa C e la D ci sono due semitoni, cioè un tono
intero).
Dal momento che gli accordi sono costituiti da più note, posso decidere di sostituire alla linea di
basso fondamentale, o di sovrapporre ad essa, un'altra linea di accompagnamento usando altre note
delle funzioni.
Anche nel modo minore si scelgono delle linee chiamate Voicing 1, 2 e 3 all'interno delle quali ci si
sposta tra due note vicine, come vediamo nello schema:
Voicing 3 → mi mi
Voicing 2 → do ti oppure re
Voicing 1 → la su oppure ti
Voicing 0 (linea di basso la mi
fondamentale) →
Voicing ↑ Funzioni → Im V7
Quando ascolto l'accompagnamento suonato dalla chitarra, sento che, al cambiare dell'accordo,
passo dalle note di un accordo alle note di un altro percependo tutti i voicing contemporaneamente.
Quando accompagno con una nota per volta, scelgono un voicing oppure mi muovo da un voicing
all'altro.
Se suoniamo degli strumenti a barre o a fiato o qualsiasi strumento possiamo distribuirci i voicing e
creare tutti gli accordi suonando insieme.
Possiamo anche tenere in mano due battenti e suonare due voicing contemporaneamente...ma
occorre coordinazione ed allenamento.
Vediamo adesso come possiamo accompagnare "Esplorando il mare", brano che è armonizzato con
3 (o 4) funzioni: Im, IVm e V7
Sotto il mare dondola vongo- la; Vedo le stelle rine rosse e blu
la ma- gialle
Guar- da com'e mar. Vie- ni: buttati con me.
bello il
Im Im Im Im IVm Im V7 V7
Dm Dm Dm Dm Gm Dm A7 A7
la la la la re la mi mi
E, come per il modo maggiore, vediamo come possiamo creare altre linee di accompagnamenti su
queste funzioni del modo minore:
Voicing 3 → mi mi fa fa
Voicing 2 → do ti oppure re re do
Voicing 1 → la su oppure ti la la
Voicing 0 (linea di la mi re fa
basso
fondamentale) →
Voicing ↑ Im V7 IVm VI
Funzioni →
Buon lavoro!