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The Extreme Self:

Welcome to Age of You

Margherita Dolfi
Saggio finale

Iconografia
Docente Valentina Manchia
Isia Urbino
The Extreme Self (2021) è una graphic no-
vel che si propone di mostrare come la
concezione tradizionale di individualità si
stia trasformando in qualcos’altro alla luce
delle accelerazioni nei cambiamenti cultu-
rali contemporanei.

Gli autori sono il critico culturale Shumon


Basar, lo scrittore e artista Douglas Cou-
pland e il curatore, critico e storico dell’arte
Hans Ulrich Obrist.

Questo libro raccoglie immagini di oltre 70


dei più importanti artisti del mondo; e co-
stituisce una riflessione più che mai attuale
sul modo in cui i rapidi cambiamenti tecno-
logici stanno alterando non solo le nostre
società ma anche le nostre identità.

The Age of Earthquakes: A Guide to the Ex-


treme Present, il prequel del 2015, era un
omaggio e una rilettura di The Medium is
the Massage di Marshall McLuhan.

Il progetto grafico è curato dallo studio bri-


tannico Daly & Lyon, la pubblicazione è ad
opera della casa editrice Verlag der Bu-
chhandlung di Walter e Franz Konig.

1_ [CONTESTO]
Come già la copertina lascia intuire,
gli elementi grafici e le immagini di
questo libro rimandano all’immagi-
nario digitale.

Le emoji, i meme, il design delle in-


terfacce, i commenti online: assem-
blati con un design grafico dinamico
e vario, costituiscono un vero e pro-
prio linguaggio, trasposto dai nuo-
vi media ad un supporto cartaceo
come quello del libro.

È possibile individuare facilmente


alcune dinamiche di coinvolgimen-
to dello spettatore. Potremmo forse
considerare le emoji in copertina e
all’interno del libro come degli at-
tori: esse ci guardano negli occhi
con il loro sguardo vacuo e ironi-
camente inquietante, si rivolgono a
noi in modo diretto, interpellando-
1_ [CONTESTO]
ci a stringere con esse un qualche
tipo di relazione. L’emoji dopo tutto
non è altro che un volto, una rappre-
sentazione dell’umano, riduttiva ma
comunque tale, e l’umano nell’emoji
riconosce se stesso.

2_ [LETTURA FIGURATIVA]
3_ [LETTURA PLASTICA]
Un’altra dinamica di coinvolgimento avviene a
livello testuale, gli autori hanno infatti operato
delle scelte precise per chiamare in causa lo
spettatore e per rendere la lettura attiva, inte-
rattiva. Una formula usata spessissimo nel cor-
so del libro è quella delle domande dirette, non
domande retoriche ma domande reali, capaci di
mettere in crisi il lettore e farlo interrogare nel
profondo su determinate questioni, interrom-
pendo il flusso di fruizione passiva.

Le scelte grafiche e curatoriali citate preceden-


temente costituiscono un tentativo di contami-
nare la forma del tradizionale prodotto libro con
il linguaggio e l’estetica di internet e delle tecno-
logie digitali; di avvicinare la modalità di lettura
di un libro alla modalità di navigazione online.

Tale contaminazione è espressa anche dalla


scelta dei font: da un lato un carattere come il
Times New Roman, comunemente associato
agli stampati, ai giornali; dall’altro di caratteri
non graziati, puliti, solitamente usati nell’inter-
face design.

Un altro elemento rilevante a livello plastico è


quello della carta: in copertina un materiale pla-
stificato, lucido, olografico, che ricorda la riflet-
tenza e la luminosità degli schermi dei dispo-
sitivi elettronici; all’interno del blocco libro una
carta opaca, piuttosto materica e porosa, che dà
alle immagini un effetto sfumato e granuloso.
Gli autori di The Age of Earthquakes e di
The Extreme Self si rifanno dichiarata-
mente al libro The Medium is the Mas-
sage, libro del 1967 scritto da Marshall
McLuhan e disegnato da Quentin Fiore.
Esso racchiude le complesse teorie di
McLuhan sui media elettrici in una forma vi-
siva estremamente semplice, che crea, se-
condo descrizione di Fiore, “un dialogo tra
computer e libro”.

In Understanding Media McLuhan insiste sul ruolo che


l’arte può giocare all’interno di un panorama mediale
caratterizzato da continui processi di rimediazione e da
continue variazioni di temperatura. In un quadro com-
plessivo in cui “l’incrocio o l’ibridazione dei media libera
un gran numero di forze ed energie nuove come accade
con la fissione o la fusione”, l’artista ha come compito,
scrive McLuhan, quello di “cercare di far assumere ai
media più antichi posizioni che permettano di prestare
attenzione ai nuovi” 1
1
Pinotti e Somaini, Cultura Visuale, Einaudi 2016

La serie di libri di Basar, Douglas e Obrist si


basa sulla stessa operazione di contamina-
zione tra media diversi: costituisce una sorta
di nuovo The Medium is the Massage ma ag-
giornato per il 21° secolo, alla luce delle ulte-
riori trasformazioni derivate dall’avvento del
mondo digitale.
The Extreme Self è dunque un esempio ec-
cellente di media - libro ibridato dai media
digitali, sia a livello formale che a livello con-
tenutistico.

3_ [LETTURA CON GLI STRUMENTI DELLA CULTURA VISUALE]


Quello di internet, dei social media
e dei siti di condivisione di file digi-
tali, è un sistema mediale gerarchi-
co, caratterizzato da una corsa verso
l’alta definizione da parte di industria
e marketing. In questo sistema cir-
colano però anche numerosissime
“immagini povere”, come scrive Hito
Steyerl nell’articolo In defense of the
poor image (2009):
“L’immagine povera è una copia in movimento.
La sua qualità è bassa, la sua risoluzione inferio-
re alla norma. Quanto più circola rapidamente,
tanto più si deteriora.”

Una delle implicazioni del digitale è


dunque la grande proliferazione di tali
immagini, che grazie alla compres-
sione in certi formati leggeri, possono
circolare molto più rapidamente e in
maggiore quantità.
Le immagini presenti in The Extreme
Self sono opere di grandi artisti e fo-
tografi, ma al tempo stesso rimanda-
no all’estetica effimera, low quality,
sfumata, che caratterizza un gran nu-
mero di immagini presenti sul web. In
questo contesto ricco di immagini co-
piate, manipolate, riproducibili, scari-
cabili, è logico che la distinzione tra
immagini artistiche e non artistiche
venga a mancare o quantomeno non
sia rilevante in questo tipo di analisi.
Un’altro aspetto da tener conto
del contesto a in cui si inserisce
il libro The Extreme Self, è come
il rapido sviluppo delle tecnolo-
gie legate ai dispositivi fotogra-
fici abbia ampliato velocemente
le opzioni dell’autorappresen-
tazione. Il selfie costituisce un
enorme fenomeno di massa e
la possibilità di correggere la
propria immagine permette alle
persone di gestire in autonomia
il proprio “edited self ”.

“La pratica dei selfies, e più in genera-


le l’utilizzo pervasivo dei social network
sui quali i selfies circolano, appartengo-
no di diritto alla storia della soggettività,
di cui costituiscono un capitolo rilevan-
te, in quanto ridefiniscono la configura-
zione generale dell’identità in direzione
di un networked self.” 1

Di fronte a una tale complessità


sociale e culturale, dunque, Ba-
sar, Coupland e Obrist tentano “ We should no longer think
coi loro libri di fornire una sorta
di guida al presente, per cerca-
in terms of technology shaping
re di capire come sta cambian- self-perception, but instead,
do il concetto di individualità of technology simulating the self,
in questi tempi “accelerati”, di
spiegare perché il “self ” sta di- and then replacing the self
ventando “ The Extreme Self ”. with the simulation”
Erkki Kurenniemi
Fonti e Bibliografia

The Extreme Self, Shumon Basar, Douglas Coupland, Hans Ulrich Obrist,
Verlag der Buchhandlung 2021

Pinotti e Somaini, Cultura Visuale, Einaudi 2016

Conferenza di Shumon Basar: https://www.youtube.com/watch?v=N5AGlomtmMw&t=196s

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