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Igiene generale: (formata dalla parola greca “Igea”, ossia la dea greca del benessere e della salute)
Inizialmente confuso e definita insieme al concetto di salute come “assenza di malattia e
malessere” era usata come branca dello studio medico per curare i pazienti e solo successivamente
viene coniata la definizione moderna di salute e igiene, concetti finalmente divisi, di “completo
benessere fisico, sociale e mentale” per la salute e di “scienza che promuove, mantiene e potenzia
lo stato di salute della comunità” per l’igiene; attualmente l’igiene è classificato come “scienza bio-
sanitaria che si occupa di potenziare i fattori utili alla salute e di allontanare o correggere i fattori
dannosi alla salute per conseguire ad uno stato di benessere fisico, mentale e sociale della
collettività”. Attualmente l’approccio più comune di vedere la salute e sanità umana è un approccio
definito “One Health”, che mira ad unificare la salute umana con il benestare ambientale ed
animale secondo un approccio di salute globale, descritto più avanti.
o Aspetto giuridico e istituzionale: la salute e l’igiene pubblica sono garantite nella Repubblica
Italiana dall’A.32 della Costituzione, che recita “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dello individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite
agli indigenti”, e dalle SSN, detto anche Servizio Sanitario Nazionale ed insieme di enti che
assicura al cittadino tutte le prestazioni di prevenzione, cura ospedaliera e assistenza
primaria a cui ha diritto, mentre a livello globale dall’OMS, detto anche WHO o World
Health Organization ed agenzia che si propone di raggiungere da parte di tutte le
popolazioni globali il livello di salute maggiore possibile; a livello di prevenzione e controllo
della salute ed igiene pubblica sono istituiti l’ECDC, detto anche CECMI o Centro Europeo di
Controllo Malattie Infettive, con la branca italiana SIMI, detto anche Sistema di Sorveglianza
Malattie Infettive.
OMS: è l’organismo di indirizzo e coordinamento in materia di salute all’interno del
sistema delle Nazioni Unite, attualmente capitanato da 195 nazioni ed in vigore dal
7/4/1948; presenta numerosi ruoli e funzioni tra cui fornire una guida sulle
questioni sanitarie globali, indirizzare la ricerca sanitaria, stabilire norme e standard
sull’igiene e salute pubblica, formulare scelte di politica sanitaria basate
sull’evidenza scientifica, garantire assistenza tecnica agli Stati Membri, monitorare
e valutare le tendenze in ambito sanitario, finanziare la ricerca medica e fornire
aiuti di emergenza in caso di calamità. Attraverso i propri programmi, l’OMS lavora
per migliorare in tutto il mondo la salute, la nutrizione, le condizioni abitative,
l’igiene e le condizioni di lavoro; a tale scopo esistono le varie strutture
organizzative regionali di controllo EURO, con sede a Copenaghen, AFRO, con sede
a Brazzaville, EMRO, con sede al Cairo, SEARO, con sede a New Delhi, AMRO, con
sede a Washington, e WPRO, con sede a Manila. Le strategie applicate dall’OMS
per arrivare ai suoi obbiettivi si basano sulle linee guida di rafforzare i processi di
partecipazione dei cittadini alla formulazione, implementazione e valutazione di
politiche che influiscono sulla promozione della salute, costruire ambienti che
supportano la promozione della salute tra cui scuole e contesti lavorativi,
sviluppare le abilità personali per meglio affrontare decisioni inerenti la salute
individuale e della comunità e riorientare i servizi sanitari sulla promozione della
salute, e non solo sulla cura.
SSN: è l’insieme di enti ed organi nazionali italiani che concorrono al
raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute dei cittadini nato per garantire
la tutela della salute, diritto fondamentale dell'individuo ed interesse della
collettività, nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana;
l’organizzazione si basa sui concetti di responsabilità pubblica della tutela della
salute e di universalità ed equità di accesso ai servizi sanitari per fornire una
globalità di copertura sanitaria, secondo il piano sanitario nazionale in base alle
necessità assistenziali di ciascuno, e, secondo quanto previsto dai livelli essenziali di
assistenza o in breve LEA, vari finanziamenti pubblici attraverso la fiscalità generale
e la "portabilità" dei diritti in tutto il territorio nazionale e la reciprocità di
assistenza con le altre regioni.
Gli enti costituenti il SSN sono divisi in nazionali, principalmente rappresentati dal
CSS, Consiglio Superiore di Sanità, ISS, Istituto Superiore di Sanità, INAIL, Istituto
Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, ASSR, Agenzia per i Servizi Sanitari
Regionali, IRCCS, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ARPA, Agenzia
Regionale per la Protezione dell’Ambiente IZS, Istituti Zooprofilattici Sperimentali, e
AIFA, Agenzia Italiana Farmaco, e regionali, rappresentati principalmente dalle ASL,
Aziende Sanitarie Locali, e AO, Agenzie Ospedaliere, tutte capitanate dal MSAL,
Ministero della Salute.
MSAL: l’organo amministrativo principale del SSN a cui sono attribuite le
funzioni statali per la tutela della salute; presenta quattro principali
funzioni tra cui il coordinamento del SSN tramite la predisposizione del
piano sanitario nazionale, la gestione della sanità veterinaria, la tutela della
salute nei luoghi di lavoro e l’igiene e sicurezza degli alimenti. Rappresenta
il punto di raccordo dello Stato Italiano con l’OMS e l’EMEA, Agenzia
Europea per la Valutazione dei Prodotti Medicinali. Attualmente il MSAL si
struttura in varie direzioni, coordinate da un segretario generale, tra cui la
direzione generale della prevenzione sanitaria, la direzione generale della
ricerca e dell’innovazione in sanità e la direzione generale dell’igiene e
della sicurezza degli alimenti.
ARPA: l’organo del SSN a cui sono attribuite le funzioni statali per la tutela
dell’ambiente; presenta cinque principali funzioni tra cui il controllo di fonti
e di fattori di inquinamento dell'aria, dell'acqua, del suolo ed
elettromagnetico, il monitoraggio delle diverse componenti ambientali del
clima, della qualità dell'aria, delle acque e della caratterizzazione del suolo,
il controllo e vigilanza del rispetto delle normative vigenti e delle
prescrizioni contenute nei provvedimenti emanati dalle Autorità
competenti in materie ambientali, il supporto tecnico-scientifico,
strumentale ed analitico agli enti titolari con funzioni di programmazione e
amministrazione attiva in campo ambientale, lo sviluppo di un sistema
informativo ambientale che sia di supporto agli Enti istituzionali e a
disposizione delle organizzazioni sociali interessate,
ASL e Dipartimento di prevenzione: gli organi del SSN a cui sono attribuite
le funzioni di assistenza sanitaria collettiva, di prevenzione e contenimento
delle malattie, di controllo e prevenzione delle malattie alimentari e di
tutela della salute collettiva e del patrimonio zootecnico da rischi
ambientali, alimentari e lavorativi; presentano varie principali funzioni tra
cui il controllo dell’igiene e sanità pubblica ed animale, la strutturazione del
SIAN, Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, il controllo dell’igiene
degli alimenti di origine animale, la prevenzione e sicurezza negli ambienti
di lavoro, l’organizzazione della medicina legale, la gestione del rischio
clinico e conseguente popolazione a rischio, l’organizzazione del
dipartimento di epidemiologia e promozione della salute e del
dipartimento dell’igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche.
Il piano sanitario nazionale è il principale strumento del SSN attraverso cui viene
programmata la sanità statale e vengono definiti gli obbiettivi da raggiungere
attraverso l’individuazione di strategie ed azioni per realizzare le prestazioni volute
del SSN, ha una durata triennale e viene predisposto dal governo vigente su
proposta del MSAL e varie ASL; attualmente nel piano sanitario sono riportati le
aree prioritarie di intervento, i livelli essenziali di assistenza sanitaria da assicurare
per il triennio di validità del piano, la quota capitaria di finanziamento per ciascun
anno di validità del piano, gli indirizzi finalizzati a orientare il SSN verso il
miglioramento continuo della qualità dell'assistenza, i progetti obiettivo da
realizzare anche mediante l'integrazione funzionale e operativa dei servizi sanitari e
dei servizi socio-assistenziali degli enti locali, le finalità generali e i settori principali
della ricerca biomedica e sanitaria, le esigenze relative alla formazione di base e gli
indirizzi relativi alla formazione continua del personale, le linee guida e i relativi
percorsi diagnostico-terapeutici allo scopo di favorire, lo sviluppo di modalità
sistematiche di revisione e valutazione della pratica clinica e assistenziale e di
assicurare l'applicazione dei livelli essenziali di assistenza, i criteri e gli indicatori per
la verifica dei livelli di assistenza assicurati in rapporto a quelli previsti
Il LEA sono le prestazioni e i servizi che l’SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini,
gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, con le risorse
pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale e le tasse; queste prestazioni
sono divise in prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e
assistenza ospedaliera.
Prevenzione collettiva e sanità pubblica: il primo servizio del Lea che
include le attività e prestazioni volte a tutelare la salute e la sicurezza della
comunità da rischi infettivi, ambientali, legati alle condizioni di lavoro e/o
correlati agli stili di vita; presenta sette aree di intervento, includendo
programmi ed attività volti a perseguire specifici obbiettivi di salute, tra cui
la sorveglianza e prevenzione di malattie infettive e parassitarie con
programmi vaccinali, la tutela della salute e sicurezza degli ambienti aperti
e confinati, la sorveglianza e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro, la tutela della salute animale ed igiene urbana veterinaria, la tutela
della sicurezza alimentare e della salute dei consumatori, la sorveglianza e
prevenzione delle malattie croniche con la promozione di stili di vita sani e
programmi organizzati di screening e l’organizzazione di attività mediche
legali per finalità pubbliche.
Assistenza distrettuale: il secondo servizio del LEA che include le attività e
prestazioni volte a tutelare la salute e la sicurezza della comunità effettuate
sul campo; presenta numerose tipologie di assistenza locale tra cui
l’assistenza sanitaria di base, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza
termale, l’assistenza specialistica ambulatoriale, l’assistenza notturna
continuata, l’assistenza emergenziale sanitaria territoriale coordinata dalla
centrale operativa 118, l’assistenza medica domiciliare, l’assistenza
sanitaria familiare, l’assistenza riabilitativa e relative strutture di
riabilitazione intensive o estensive, l’assistenza diagnostica terapeutica e
riabilitativa per persone con disturbi mentali, l’assistenza neuropsichiatrica
infantile e senile, l’assistenza al fine vita con cure palliative, e l’assistenza
diagnostica e terapeutica e riabilitativa contro le dipendenze a livello
individuale e collettivo. L’assistenza distrettuale è caratterizzata dal fatto di
svolgersi sul territorio, quindi non in regime di ricovero ospedaliero,
nell’ambito e sotto la responsabilità dei distretti, organismi costituiti
all’interno dell’ASL per la gestione di numerosi servizi in aree territoriali di
dimensioni limitate; il distretto è dotato, in genere, di autonomia nella
gestione delle risorse assegnate ed è diretto da un direttore di distretto.
Assistenza ospedaliera: il terzo servizio del LEA che include le attività e
prestazioni volte a tutelare la salute e la sicurezza della comunità effettuate
in ambito ospedaliero e di pronto soccorso; presenta 8 aree di attività tra
cui il pronto soccorso, il ricovero ordinario per malati acuti, la riabilitazione
e lungodegenza post acuzie, le attività trasfusionali, i trapianti di cellule,
tessuti e organi, i centri antiveleni o CAV, il Day surgery e il Day hospital.
ECDC: è il sistema di sorveglianza e di risposta alle malattie formato da una rete di
controllo delle malattie infettive e una rete di sorveglianza epidemiologica
implementato di un sistema di allarme e di reazione alle emergenze per prevenire e
curare sul nascere le epidemie; il sistema si basa sulle segnalazioni dei medici sparsi
nel territorio che sono analizzate giornalmente e mensilmente dalle ASL locali, o dai
servizi appositi e specializzati per malattie speciali, epatiti virali, malattie
sessualmente trasmesse, malattie resistenti agli antibiotici e malattie vaccinabili. Il
sistema informativo struttura le malattie in 5 livelli totali: il primo livello è occupato
dalle malattie la cui segnalazione viene inviata entro 12h dalla diagnosi a causa
dell’entità della malattia che potrebbe causare serie implicazioni alla salute
nazionale, internazionale e mondiale per la severità dei quadri clinici medi; il
secondo livello è occupato da malattie la cui segnalazione viene inviata entro 24h
dalla diagnosi a causa della frequenza ed infettività media che la malattia presenta;
il terzo livello è occupato da malattie la cui segnalazione viene inviata entro 48h
dalla diagnosi a causa della particolare entità della malattie e delle sue particolari
vie di trasmissione; il quarto livello è occupato da malattie la cui segnalazione viene
inviata entro 24h dalla diagnosi a causa della frequenza ed infettività media che la
malattia presenta ma che non devono essere normalmente segnalate al MSAL e ISS
se non in caso di epidemia e focolai; il quinto livello è occupato dalle malattie
emergenti che non fanno parte di nessun altro caso la cui segnalazione viene
inviata annualmente e che ricadono nel quarto livello se sviluppano focolai e
carattere epidemico. La modalità di notifica delle malattie, il cui tempo limite varia
da 12 ore nel primo caso a indefinito nel quinto caso, segue sempre la stessa
procedura di analisi dei dati raccolti dalle ASL, invio dei dati al MSAL e ISS ed in caso
necessario all’OMS, invio dai dati all’ISTAT e iniziazione della procedura di cura e
contenimento.
Prevenzione e cura delle malattie: l’intervento medico di prevenzione, controllo e cura delle
malattie si basa su tre livelli di intervento sanitario tipicamente chiamati primario, secondario e
terziario; la prevenzione si basa sul concetto di “prevenire è meglio che curare” in tutti i suoi stadi. .
Per farla breve la primaria diminuisce l’incidenza della malattia, la secondaria riduce la mortalità, la
terziaria riduce la cronicità recidività ed invalidità post-malattia.
o Prevenzione primaria: il primo step di protezione sanitaria. Prevede la protezione
preventiva, o prevenzione primaria, dell’ospite dalle malattie bloccando sul nascere
l’infezione e la comparsa di sintomi delle malattie cronico-degenerative che si prefissa di
curare, tramite programmi mirati a diminuire i fattori di rischio e aumentare i fattori
protettivi, inducendo comportamenti positivi, stili di vita sani e potenziando le immunità
naturali dell’organismo; la prevenzione primaria prevede l’attuazione di programmi per
evitare l’infezione di altri elementi sani della popolazione e di isolare i casi già infetti e le
sorgenti dal resto agendo sull’ambiente fisico e sociale e sui comportamenti abitudinari; la
prevenzione primaria prevede l’attuazione di programmi mirati a prevenire, monitorare e
di valutazione epidemiologica il fenomeno delle dipendenza, sia da droghe leggere che
pesanti. Spesso alcuni comportamenti e fattori protettivi esterni risultano essere
concomitanti se non produttori di fattori di rischio per altre malattie, e viceversa.
Fattore di rischio: indica un qualsiasi agente, sia biologico che ambientale che
antropico, che aumenta la probabilità di infezione o di morte in confronto ad una
popolazione priva di tale caratteristica; il fattore di rischio è un agente non casuale
ed indicatore di probabilità, associato alla già esistente probabilità che la malattia
già presenta, che non impone nessuna limitazione alla comparsa o alla prevenzione
della malattia associata in caso sia assente e tale che la sua presenza, da solo o in
concomitanza con altri fattori di rischio, aumenta il rischio di infezione,
complicanze e morte nel soggetto.
Fattore protettivo: indica un qualsiasi agente, sia biologico che ambientale che
antropico, che aumenta le probabilità di guarigione o di prevenzione in confronto
ad una popolazione priva di tale caratteristica; il fattore protettivo è un agente non
casuale ed indicatore di probabilità, associato alla già esistente probabilità che la
malattia già presenta, che non impone nessuna limitazione alla comparsa o alla
prevenzione della malattia associata in caso sia assente e tale che la sua presenza,
da solo o in concomitanza con altri fattori protettivi, diminuisce il rischio di
infezione, complicanze e morte nel soggetto.
Fattore relativo: indica un qualsiasi agente, sia biologico che ambientale che
antropico, che aumenta la probabilità si verifichi una malattia o guarigione
relativamente ai soggetti non esposti; tale ragionamento si basa sul rapporto tra
benefici e malefici che l’agente causa, per cui se esso è maggiore di 1 è un fattore di
rischio, mentre se è minore di 1 è un fattore protettivo e se risultasse neutro il
fattore non sarebbe rilevante alla malattia.
o Prevenzione secondaria: il secondo step di protezione sanitaria. Prevede la diagnosi
precoce e soppressione quanto possibile della malattia e dei sintomi per evitarne la
diffusione nella popolazione e lo sviluppo nell’organismo analizzato evitando quindi la
manifestazione dei sintomi e minimizzando il periodo contagioso dell’ospite; la prevenzione
secondaria è la principale forma di difesa contro tumori, sia benigni che maligni, e contro la
diffusione delle epidemie infettive; la prevenzione secondaria non è attuabile nella sua
forma completa nella maggior parte dei casi di malattia infettiva, a causa del loro periodo di
incubazione breve e della facilità di sviluppo di sintomi, per cui viene attuato lo screening
con lo scopo di trattare la malattia sia in fase preclinica che in fase sintomatica.
Trattamento del cancro e MCV: sono attuati nella prevenzione secondaria
attraverso la modificazione di fattori rischio ed abitudini malsane; il principale
motivo dell’attuazione della prevenzione secondaria e non primaria è la presenza
costante dello sviluppo della malattia nonostante le precauzioni, quindi viene
effettuato un controllo sulla “fase di incubazione” delle malattie per ritardare il più
possibile la loro comparsa e i loro sintomi associati. Nelle MCV i fattori rischio
controllati sono principalmente condizioni fisiche, sociali e abitudini, tra cui fumare,
l’obesità e relative ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia, la sedentarietà, lo
stress lavorativo e sociale, il diabete mellito e lo stile di vita generale; nei soggetti
che presentano malattie coronariche o altre malattie aterosclerotiche si usano
tecniche di soppressione dei sintomi per ritardare e ridurre la progressione della
malattia e per ridurre il rischio di ulteriori eventi ischemici non fatali e la morte
coronaria. Nella prevenzione e cura dei tumori i fattori rischio controllati sono
principalmente condizioni fisiche, sociali e abitudini, tra cui fumare, assunzione
eccessiva d’alcool, esposizione a radiazioni eccessive anche solari, sedentarietà, lo
stress lavorativo, l’esposizione ad agenti infettivi vari, l’obesità e relativa dieta
sbilanciata, l’inquinamento generale dell’ambiente di vita; nell’attuazione di tali
accortezze circa il 30-40% dei tipi di cancro è evitabile e/o curabile se avvistato con
diagnosi precoce.
Screening: indica un atto di natura clinico-diagnostico che ha come obiettivo la
scoperta e la guarigione dei casi di malattia prima che essi si manifestino
clinicamente; consiste nella diagnosi precoce delle malattie o di condizioni a rischio
seguita dall'immediato intervento terapeutico per interrompere o rallentarne il
decorso. Lo screening è attuato a livello della popolazione per individuare
preventivamente la presenza di malati e di fattori di rischio diffusi; la metodologia .
o Prevenzione terziaria: il terzo e ultimo step di protezione sanitaria. Prevede la cura totale
della malattia manifestata, dalla riduzione degli effetti negativi immediati e successivi della
malattia di ogni origine, compresi i sintomi e clinici ove e quando possibile, allo stop della
progressione della malattia con lo scopo di evitare a tutti i costi la cronicità della malattia
quando possibile; la prevenzione terziaria prevede il controllo dei sintomi delle malattie
croniche, impedendo la sua facile ricomparsa e la sua cura veloce nel caso sia impossibile la
prima, e la prevenzione della comparsa e ricomparsa delle malattie auto-fattori rischio
come infarti ed ictus; la prevenzione terziaria prevede anche la cura di malattie sociali e
cliniche, tramite miglioramenti dell’ambiente di vita e sulla qualità di vita del soggetto.
Fattori rischio non modificabili: molte malattie dipendono da fattori non
modificabili, tra cui età, sesso e propensione genetica. Alcuni fattori protettivi
possono coesistere con fattori di rischio di altre malattie o della stessa malattia. Le
condizioni sociali e mediche in cui vive il soggetto influenzano i fattori di rischio e i
fattori protettivi.
o PNP: piano nazionale della prevenzione: un organo coordinato dal Ministero della salute,
attua misure preventive per il controllo e cura di: rischio cardiovascolare, recidive degli
eventi cardiovascolari, complicanze del diabete, obesità, screening oncologici, vaccinazioni,
incidenti stradali, infortuni sul lavoro, incidenti domestici; particolare attenzione viene fatta
sulle malattie infettive di morbillo, rosolia, malattie invasive batteriche, infezioni
sessualmente trasmesse come HIV/AIDS, TBC e malattie emergenti varie, principalmente
tramite zoonosi.
Demografia sanitaria: (formata dalle parole greche “demos”, ossia popolo, e “grafia”, ossia
scrittura) Attualmente la demografia si definisce come lo “studio della struttura e sviluppo di una
popolazione nel tempo”. La forma di studio principale sono le piramidi d’età, rappresentazioni
grafiche della distribuzione della popolazione lungo la fascia d’età; attualmente una tendenza
standard dei paesi sviluppati è la stagnazione del numero totale di persone e l’invecchiamento
generale medio, mentre le parti del mondo meno tecnologicamente avanzate presentano una
crescita molto più elevata della popolazione. Altri indicatori dello stato demografico di una
popolazione sono la curva di lexis, indicante il numero di decessi totali ed evitabili, il potenziale
riproduttivo, indicante la capacità riproduttiva media della popolazione, e la mortalità, indicante la
percentuale di morti sulla popolazione per età e dipendente da fattori biologici e contesto
ambientale e sanitario; spesso in demografia si usano tali indici per definire la qualità della vita,
divisa in Daly, ossia l’attesa di vita corretta per disabilità che indica l’impatto di una malattia nella
popolazione riflettendo l’ammontare di vita in piena salute persa per qualsiasi causa, e Qaly, ossia
l’attesa di vita corretta per qualità che indica la lunghezza della vita in termini di anni guadagnati e
di qualità della vita durante l’anno, ed entrambe vengono intaccati dall’incidenza delle malattie,
ossia il numero di nuovi casi nel lasso di tempo, e dalla morbosità, ossia il numero di casi totali nel
tempo misurato attivi e non guariti.
o Rapporto salute-ambiente: solitamente complicato, con molte variabili modificabili e
immodificabili, tra cui sesso, propensione genetica, età, lavoro, ambiente sociale, ambiente
di vita, condizioni sanitarie pregresse ed attuali, stress emotivo e sociale, isolamento
psicologico e fisico, etc. In questa definizione l’ambiente è l’insieme dei fattori fisici ed
antropici che caratterizzano la zona di vita dell’organismo, tra cui ambiente
socioeconomico e inquinamento, e la salute di un individuo è la completa salute sociale,
economica, fisica e mentale dell’organismo. Nel rapporto l’azione dell’uomo porta
sicuramente a conseguenze gradite e sgradite, tra cui la comparsa di malattie
completamente antropiche, come la malattia di minamata a causa del mercurio emesso in
mare e il morbo di Itai-Itai, e la diffusione di malattie emergenti e riemergenti in tutto il
globo; da qui si sviluppa la dichiarazione di parma, che dichiara la connessione tra
comportamento umano e salute ambientale, comprende il suo valore e promuove la
valutazione e controllo di quei fattori di rischio ambientali che possono influenzare la salute
della popolazione; la strategia globale per aumentare la salute umana comprende il
miglioramento della salute ambientale, collegata alla salute fisica e psichica umana tramite
fattori difficilmente identificabili.
o Impatto umano: L’inquinamento prodotto dall’uomo presenta come effetti circa 7.000.000
di morti premature l’anno causate dall’avvelenamento ambientale esterno, un totale del
24% delle malattie e 23% delle morti naturali causate dall’inquinamento dell’ambiente
interno e un terzo delle malattie infantili sono dovute a fattori ambientali fuori controllo; gli
effetti si accentuano se prendiamo in considerazione tutte le complicanze alla salute degli
infanti e degli anziani che l’inquinamento ambientale causa e se si considerano anche tutte
le morti e i danni causati dal cambiamento climatico e dalle inondazioni e ondate di calore
da esso causate. Se l’ambiente non è sano, la nocività di esso aumenta per la salute umana
tramite inquinamento aereo e acustico, sostanze chimiche e radiazioni, condizioni di vita e
lavorative pessime; per prevenire malattie e danni alla salute l’OMS ha identificato
l’informazione sulla salute ambientale e la comunicazione del rischio e la gestione delle
risorse naturali come il principale metodo di prevenzione.
o One health: un metodo per condurre una solute collettiva e globale in grado di aumentare
sé stessa prevenendo molte malattie offrendo un nuovo modo di agire sulla salute umana
migliorando in contemporanea la salute ambientale e animale; l’approccio di base è basato
su un lavoro collaborativo, multidisciplinare, intersettoriale e coordinato per affrontare i
rischi potenziali o esistenti alla salute globale. L’ambiente si trova attualmente in uno stato
di degrado completo, presentando un’elevata potenzialità di danno nei confronti degli
esseri viventi; attualmente vi sono vari fattori ambientali, principalmente intaccanti il
benestare del suolo e dell’aria e tra cui si trovano i vari fattori demografici,
l’urbanizzazione, le abitazioni, i microorganismi e gli alimenti, che fanno parte del
complesso modello eziologico delle patologie attuali, principalmente di tipo cronico, contro
cui l’unica prevenzione possibile è primaria; le sostanze inquinanti nell’ambiente si
muovono trai i suoi componenti e si accumulano prima in vegetali e successivamente in
animali, trasformandosi numerose volte con la capacità di produrre composti più tossici e
pericolosi degli originari.
o Mutamenti climatici: i microorganismi, soprattutto patogeni e parassiti, si stanno
modificando per rispondere ai cambiamenti climatici che l’inquinamento sta causando; tali
mutamenti sono estremamente dannosi per la salute globale, sia essa umana o ambientale.
Per i soli mutamenti climatici si stima una media di 250.000 morti all’anno dovute a
malnutrizione, disidratazione e stress da caldo; i danni non sono solo alla salute fisica ma
anche socioeconomica, prevedendo un aumento tra i 2-4.000.000.000 di dollari a
infrastrutture e servizi secondari, quindi ignorando l’agricoltura e allevamento, i servizi
sanitari di base e l’acqua, ed un aumento esponenziale dei conflitti e delle migrazioni nel
globo tra il 2030-50. Sempre più patogeni di qualsiasi tipo stanno effettuando spillover, o
zoonosi, all’uomo a causa dei cambiamenti di habitat dei loro vettori o a causa di contatto
umano ravvicinato e costante; tra i principali effetti del cambiamento climatico si trovano
batteri e virus, che aumentano la loro diffusione e la loro capacità infettante, come il Covid-
19, il virus Zica e la malaria ed i funghi, che si sono adattati al cambiamento climatico
aumentando la loro resistenza alla temperatura media e sono riusciti a infettare con
colonie il corpo umano e il cibo, come la candida auris, che adesso riesce a sopravvivere e
combattere il sistema immunitario umano. Il cambiamento climatico non aumenta solo la
diffusione dei patogeni ma ne potenzia anche i sintomi da infezione, comportandosi come
un fattore di rischio, e aumentando la probabilità di sviluppare cronicità e conseguenze
secondarie; c’è anche da dire che con l’avvento di numerose pandemie, principalmente
grazie al lockdown del covid-19, l’inquinamento dovuto a Pm10, o polveri sottili, gas serra e
NO2 nell’atmosfera è diminuito drasticamente, tanto che si sospetta che se i livelli si fossero
mantenuti più a lungo si sarebbero prevenute circa 50-100.000 morti per inquinamento
secondo i calcoli di CICERO, il Center for International Climate and Environment Research.
Agenda 21: un accordo internazionale per la preservazione della salute ambientale
e per una transizione ecologica nella produzione industriale. Presenta 4 capitoli
principali: dimensioni sociali ed economiche: povertà̀ , sanità, ambiente, aspetti
demografici, produzione, ecc.; conservazione e gestione delle risorse: atmosfera,
foreste, deserti, montagne, acqua, prodotti chimici, rifiuti, ecc.; rafforzamento del
ruolo dei gruppi più̀ significativi: donne, giovani, Ong, agricoltori, sindacati.; metodi
di esecuzione: finanze, istituzioni. in particolare, l’articolo 28 dichiara la necessità di
comunicazione tra i vari strati della società e della produzione e della legge per
sviluppare strategie realistiche e funzionanti sullo sviluppo sostenibile;
precisamente dice questo: «Ogni autorità̀ locale deve aprire un dialogo con i propri
cittadini, con le associazioni e con le imprese private ed adottare una Agenda 21
Locale. Attraverso la consultazione e la costruzione di consenso, le autorità̀ locali
possono imparare dalla comunità̀ locale e dalle imprese e possono acquisire le
informazioni necessarie per la formulazione delle migliori strategie. Il processo di
consultazione può aumentare la consapevolezza delle famiglie sui temi dello
sviluppo sostenibile. I programmi, le politiche e le leggi assunte
dall'amministrazione locale potrebbero essere valutati e modificati sulla base dei
nuovi piani così adottati. Queste strategie potrebbero essere utilizzate anche per
supportare le proposte e per accedere a finanziamenti locali, regionali, nazionali e
internazionali».
Protocollo di Kyoto: un accordo internazionale per la preservazione della salute
ambientale e per una transizione ecologica nella produzione industriale. Presenta
solo un punto chiave: Impegno di gran parte dei paesi industrializzati a ridurre le
emissioni di alcuni gas ad effetto serra. Il protocollo si impone come strumento
sovranazionale per combattere i cambiamenti climatici, imponendo ai paesi
industrializzati di ridurre le emissioni di almeno il 5% dei valori del 1990 entro il
2012; non sto a precisare che non è servito a nulla.
COP26: Presenta 4 capitoli principali: azzerare le emissioni nette a livello globale
entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C per
accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone, ridurre la deforestazione,
accelerare la transizione verso i veicoli elettrici e incoraggiare gli investimenti nelle
rinnovabili; adattarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali per
proteggere e ripristinare gli ecosistemi, costruire difese, sistemi di allerta,
infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni,
mezzi di sussistenza e persino di vite umane; mobilitare i finanziamenti delle
istituzioni finanziarie internazionali per liberare le migliaia di miliardi di dollari che
la finanza pubblica e quella privata dovranno impiegare per raggiungere zero
emissioni nette globali; collaborare per finalizzare il “Libro delle Regole” di Parigi,
ossia le regole dettagliate necessarie per rendere pienamente operativo l’Accordo
di Parigi, ed accelerare le attività volte ad affrontare la crisi climatica rafforzando la
collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile
Inquinamento aereo: Ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta alla introduzione nella stessa
di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per
la salute umana o per la qualità dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o
compromettere gli usi legittimi dell’ambiente. La storia dell’inquinamento atmosferico risale alla
scoperta e utilizzo del fuoco, che con i suoi fumi inquinava l’area attorno al focolare; le prime
documentazioni dell’inquinamento e dei suoi effetti di carattere scientifico risale ai carotaggi dei
ghiacci del 1200 dove si evidenzia il passaggio dalla combustione del legno a quella del carbone, che
causa un alto tasso di inquinamento aereo nella Londra rinascimentale tale che il re si trova
costretto a controllare l’uso del minerale da parte dei fabbri per diminuire la fuliggine presente; i
primi veri studi scientifici risalgono al 1666 in cui viene pubblicato un articolo riguardante
l’inquinamento eccessivo a Londra e la necessità di piantare alberi per purificare l’aria dal fumo,
con vari aneddoti sullo scambio di inquinanti tra Inghilterra e Francia, sulla dislocazione delle
industrie inquinanti e sull’utilità dei camini alti; altri studi del 1700 e 1800 riportano altri articoli
sull’acidità delle piogge e degli effetti sulla salute delle emissioni delle fonderie e successivamente
dei motori, portando in un secondo momento di azioni per abbattere le emissioni di fumo dei
motori a vapore di circa il 95% e di richieste alle industrie di applicare strumenti idonei per
affrontare le emissioni inquinanti; nel 20° secolo le sostanze inquinanti emesse aumentano e
cambiano origine da carbone a petrolio e gas, aumentano anche però le regolamentazioni sulle
emissioni e aumenta la diluizione della zona inquinata e inquinante; si arriva poi ai giorni attuali e
alla storia contemporanea, con le varie conferenze, tra cui quella di Stoccolma e di Parigi, e le
agende ecologiche e i protocolli. L’inquinamento attuale è principalmente urbano, generato da
impianti di riscaldamento e dai trasporti risultando molto omogeneo su vaste aree e caratteristico
di determinate fasce orarie, ed industriale, generato dall’attività industriale risultando molto
eterogeneo, ad alta intensità e localizzato in piccole aree e caratteristico di cicli eterogenei;
l’inquinamento si divide in primario, se generato direttamente dalla fonte ed emesso
nell’atmosfera, e secondario, se derivato da reazioni successive all’emissione con trasformazione e
combinazione delle sostanze emesse.
o Mortalità: dall’inquinamento deriva una mortalità evitabile dovuta alla presenza di PM10 e
PM2.5, ossia le polvere sottili, biossido di azoto e ozono; la mortalità è diffusa in tutta
l’Europa occidentale e centrale, gli USA e la Cina, con attualmente in Italia circa 49.900
morti dovuti ai PM2.5, 10.640 morti dovuti all’NO 2 e circa 3.170 morti dovuti all’ozono.
o Inquinanti: si dividono in contaminanti generali, ossia una qualsiasi addizione all'ambiente
che ne causa una deviazione della composizione geochimica media indipendentemente
dalle specifiche proprietà chimiche o fisiche, e inquinanti, ossia un qualsiasi contaminante
responsabile di effetti nocivi all’ambiente, inteso in senso lato sia effetti squisitamente
antropici sia quelli ambientali e/o naturali, o una qualsiasi sostanza estranea alla normale
composizione dell’aria atmosferica o in concentrazioni superiori ai valori normali che,
alterando l’ambiente naturale dell’uomo, risulti nociva; le sostanze inquinanti si dividono a
loro volta in chimici, se di natura molecolare o minerale come N 2O3, SO2 e CO2, ozono,
idrocarburi, radon, aldeidi, fumi, nebbie, polveri sospese e sedimentabili ed aerosol, e non
chimiche, se di origine comportamentale come suoni e rumori. Le fonti d’origine delle
sostanze inquinanti sono varie e presentano un’emissione, ossia la quantità di agente
inquinante emessa a livello dell’origine con annesse velocità d’uscita, temperatura, altezza
del camino d’emissione e clima medio, ed immissione, ossia la quantità d’agente
inquinante a livello del suolo circostante; esse si dividono in naturali, ossia biologiche, come
l’attività di piante ed animali, e non biologiche, come l’attività vulcanica, l’erosione ed
incendi naturali, e in artificiali, ossia industriali.
o Effetti sulla salute: principalmente causa problemi respiratori, tra cui disturbi acuti artificiali
e un aumento, sia in potenza che in diffusione, delle malattie respiratorie e aumentata
possibilità di sviluppare bronchite cronica con relativa mortalità infantile e senile; i
principali segni degli effetti degli agenti inquinanti sono l’arrossamento mucose
congiuntivali e lacrimazione, irritazione mucosa nasale e tracheobronchiale, ipersecrezione
mucosa e difficoltà respiratoria che sono causati principalmente da ossidanti, aldeidi e
idrocarburi. Un grande inquinamento locale può portare a un’inversione termica del clima,
anche pesante se in quantità sufficienti, e d a una stabilità straordinaria del clima,
compresa l’assenza di vento e la presenza di nebbia grigia da smog; tali effetti si sono
verificati nelle grandi città industrializzate, come Londra e Donora, con gravi danni alle vie
respiratorie dei residenti e la morte di molti malati cronici di bronchite e di infanti, con
successiva evacuazione per evitare un’epidemia dovuta all’inquinamento presente; sono
presenti anche altri esempi nella storia che hanno portato a misure drastiche nella politica
ecologica globale, come Cernobyl e Pripyat che hanno emanato per mesi fumi radioattivi su
tutta l’Europa, i pozzi petroliferi del Kuwait che prendendo fuoco hanno bruciato ed
emesso nel mare ed aria 1.000.000 barili di petrolio e CO 2, Seveso e le sue industrie di
triclorofenolo, un componente per diserbanti, che incendiandosi hanno prodotto diossina,
Fukushima che distruggendosi ha liberato il suo nocciolo radioattivo e i relativi fumi tossici.
o Studi epidemiologici: vari studi nel tempo hanno dimostrato che l’inquinamento è un
fattore di rischio globale per tutte le complicazioni respiratorie: studi recenti indicano come
nelle città più inquinate, rispetto alle meno inquinate, il rischio di tumore polmonare
aumenti di 1.36 volte, mentre non vi erano evidenze legate ad inquinamento particellare
legato a concentrazioni superiori di PM2.5; è stato dimostrato che gli effetti delle sostanze
variano a seconda del sesso, con gli uomini maggiormente affetti nei luoghi inquinati da
PM10, ozono e anidride solforosa, mentre le donne nei luoghi inquinati da anidride
solforosa e nitrosa. Il vettore principale è il vento, e come tale la distribuzione delle
sostanze inquinanti dipende dalla dimensione, le particelle più gradi cadono da sole mentre
quelle piccole hanno bisogno della pioggia causando quindi le piogge acide, pioggia a PH
minore di 5.6, e dal gradiente termico, causando un’inversione termica quando la
temperatura del suolo diminuisce rispetto alla temperatura della troposfera bloccando lo
smog nella zona sottostante, dividendosi in da stasi, tipica delle zone calde e montuose
generando smog ossidante, e da radiazione, tipica delle zone fredde e piane generando
smog riducente.
Piogge acide: effetti su vegetazione, distruggendo il suolo su cui crescono e le
piante stesse a causa dell’accumulo di ossidi di azoto e quindi acidi nitrici nelle
foglie, acque dolci generali, modificandole il PH e uccidendone l’ecosistema
lentamente.
Particolato: diviso in PM10, particelle di 10 micrometri che contaminano le mucose
polmonari e tracheali, e PM2.5, particelle di 2.5 micrometri che entrano nel flusso
sanguigno, e causano problemi cronici cardiovascolari e respiratori, oltre al cancro
ai polmoni, sul lungo andare; i danni sono costanti a qualsiasi concentrazione,
anche se non è stato verificato un peggioramento ad alte concentrazioni.
Ozono: nonostante sia utile ed attualmente, con la diminuzione di emissioni di
sostanze anti-ozono si stia riprendendo il cappotto esterno alla Terra, esso è nocivo
per la salute in concentrazioni marcate causando problemi respiratori e
inasprimento delle patologie respiratorie preesistenti.
Inquinamento indoor: ogni modificazione dell’ambiente circostante, definito come la zona
confinata da barriere utile al fine di vita e di lavoro non industriale con enfasi su dimora, svago e
trasporto, dovuta alla introduzione nella stessa di una o più sostanze in quantità e con
caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità
dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambente;
a tal fine si definisce un ambiente confinato se è stato modificato con processi costruttivi per
modellare il preesistente ambiente, spesso con l’aggiunta di servizi ed arredi, ad un uso specifico e
con percorsi artificiali. L’inquinamento indoor dipende dalla tipologia di ambiente, estremamente
variabile in forma, uso e dimensioni, dal numero e variabilità degli utenti dell’ambiente e dalla
variabilità e quantità di sorgenti inquinanti.
o Mortalità: dall’inquinamento deriva una mortalità evitabile dovuta alla presenza di umidità
incontrollata, fumo di tabacco attivo e passivo, radon, allergeni non diluiti, monossido di
carbonio e benzene; la mortalità è diffusa in tutto il mondo con attribuibili circa il 31% delle
inabilità, il 13% dei casi d’asma e il 4.6% delle morti.
o Inquinanti: si dividono in chimici, se di origine molecolare come ossidi, ozono, IPA, PM10 e
PM2.5, fisici, se di origine ambientale come radon, illuminazione, rumore e clima, e
biologici, se di origine biologica come i patogeni e gli allergeni animali; gli inquinanti chimici
si dividono a loro volta, secondo la IARC o agenzia internazionale sulla ricerca sul cancro, in
A1, se carcinogeni sull’essere umano per dati scientifici ed epidemiologici, A2, se
carcinogeno sugli animali da esperimento ma non verificato sugli umani, A3, se carcinogeno
sugli animali da esperimento senza dati a favore di effetti negativi sull’uomo, A4, se non
classificabile come carcinogeno su animali o sull’essere umano secondo dati esistenti, e A5,
se non carcinogeno sull’essere umano per dati scientifici ed epidemiologici. Tutti gli agenti
inquinanti vengono classificati secondo il ACGHI in cancerogeni, mutageni, sensibilizzanti,
irritanti e innocui, e tutti quegli elementi possono essere assorbiti tramite la cute integra.
Gli inquinanti si dividono in VOC, composti organici volatili come idrocarburi leggeri e altri
loro derivati come formaldeide o metanale, aldeide emesso da tappezzerie, moquette e
resine per il legno e compreso tra i 10-50 ug/m 3 con picchi negli edifici prefabbricati e
appartamenti con mobiliatura recente, benzene, arene emesso dalla combustione
incompleta di carbone, gas o rifiuti e da vari prodotti di consumo, tra cui sigarette, e
materiali da costruzione e colle e compreso tra i 6-73 ug/m3, e IPA, di origine ed uso
sconosciuto e compresi tra i 10-20 ng/m3, aventi effetti che prevedono modificazione
neuropsicologiche ed irritazione nasale, degli occhi e dei polmoni con in casi estremi
infiammazione, edema polmonare, coma e morte; il radon è un gas privo di colore ed
odore, deriva dal decadimento dell’uranio e presenta livelli di radioattività variabili, è
diffuso in tutto il mondo sia nel terreno che nell’aria e causa cancro ai polmoni, in Italia
circa 4.000 all’anno sono dovuti al radon. Il fumo di tabacco, formato dal fumo della
sigaretta che brucia, o sidestream, e dal fumo esalato dal fumatore stesso, o mainstream, è
formato da tabacco bruciato, catrame, ossidi di carbonio, nicotina, particolato di carta,
formaldeide e altri minori componenti VOC, tra cui ammoniaca, fenoli e benzopirene, causa
malattie respiratorie acute e gravi casi di malattie croniche e tumori ai polmoni, trachea,
laringe, bocca e altri problemi cardiovascolari e asma, con principale enfasi sui bambini e
sui familiari di chi fuma, che assorbono fumo passivo costantemente, il fumo sidestream
che costituisce circa il 90% del fumo totale della sigaretta, e sviluppano malattie ischemiche
al cuore, tumori polmonari, asma, otite acuta, infezioni anche croniche e morte improvvisa
nei casi di lattanti mentre alle donne incinta presenta la possibilità elevata di abbassare il
peso medio di un feto che si trova già affetto da nicotina. Il monossido di carbonio è un gas
incolore, inodore e insapore più leggero dell’aria media che causa ipossia dovuta alla sua
reazione irreversibile naturalmente con l’emoglobina e causa anche se più del 5% della Hb
è legata cefalea, vomito, vertigini, sonnolenza invincibile, rilassamento muscolare, edema
polmonare, e se si raggiunge più del 50% dell’Hb legata coma e morte con effetti cronici
cardiovascolari, neurocomportamentali e perinatali, dovuti soprattutto al fumo passivo.
o Effetti sulla salute: causa principalmente un calo di performance nella produttività,
diminuisce l confort dell’ambiente e compromette in vari modi la salute dei soggetti
sensibili; i principali ambienti indoor inquinati sono le scuole, nei quali allergeni e le allergie
collegate aumentano fino al 22.6% in frequenza e presenza, la casa, nelle quali
l’inquinamento atmosferico fa velocemente intrusione e circola fumo passivo, e gli
ambienti lavorativi generali, stessi motivi precedenti; i principali segni dell’inquinamento
sono vari e passano dalla contaminazione di sangue ed urine a malessere generale ed a
seconda del segno osservato ed analizzato si trova un metabolita diverso da verificare, che
sono standardizzati secondo vari valori di riferimento, indicanti il livello medio di
pericolosità con un’esposizione di 8h giornaliera, che possono non valere per il soggetto in
questione. L’inquinamento presenta anche la SBS, o sindrome da edificio malato, se le
condizioni aeree interne all’edificio sono a livelli tali che la permanenza al suo interno
genera dei malesseri nella persona; il principale indicatore della sindrome è l’anidride
carbonica, che se permane a livelli troppo elevati indica un cattivo arieggiamento della
struttura. Dall’inquinamento indoor deriva anche la BRI, sindrome caratterizzata da tosse,
costrizione al petto, febbre, brividi e dolori muscolari; la BRI è clinicamente provata e le sue
cause sono molteplici, compresa una malattia non dovuta all’inquinamento, ma
generalmente i sintomi si accentuano in situazioni inquinate; nella maggior parte dei casi il
problema era la cattiva ventilazione dell’edificio, soprattutto negli edifici nuovi, il 30% di
essi, che presentano alte emissioni di benzene ed altri areni.
Benessere termico: deriva dalla condizione in cui il corpo deve spendere meno
energia per mantenere la sua temperatura di regime, trovandosi in omeotermia
con l’ambiente; ciò dipende dalla temperatura dell’aria, dall’umidità, dalla velocità
dei venti e dal calore radiante della zona. I benessere è indicato da un PMV, il voto
medio previsto per la sensazione di benessere termico, e da un PPD, la percentuale
prevista di insoddisfatti, con il voto migliore essere 0, con il 5% di insoddisfatti; è
considerato ottimale un voto tra -0.5-+0.5 con meno del 10% di insoddisfatti.
Qualità dell’aria: calcolata tramite la formula del cubo d’aria C=K/(m-q), con C la
quantità d’aria necessaria in un’ora per respirare comodamente, K la CO2 espirata
nell’ora, m il limite di CO2 possibile e tollerabile dal corpo e q la quantità presente
media nell’ora; con questa formula si possono calcolare le percentuali di
insoddisfatti della qualità aerea.
Patogeni e inquinanti biologici: sono principalmente acari, abitanti polveri e vestiti,
pareti, tubazioni e carta, con la sfortunata abilità di essere allergenici per molte
persone, con conseguenze anche di asma, congiuntivite ed eczema nei casi gravi;
miceti, abitanti di tutto l’ambiente inorganico della zona soprattutto se umido e
stagnante con la capacità di colonizzare tessuti e mucose del corpo o di espelle
spore allergeniche causando candida, polmonite, bronchite asmatiforme,
aspergilloma, ed altre malattie; virus e batteri dalle capacità già descritte