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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

"MEDITERRANEO"
AGRITURISTICO - FRAGAGNANO

PROGETTO PIANTE
OFFICINALIS

ALOE ARBORESCENS
ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
"MEDITERRANEO"
AGRITURISTICO - FRAGAGNANO

PROGETTO PIANTE OFFICINALIS

RICOSTITUENTE ANTIOSSIDANTE
A BASE DI ALOE ARBORESCENS

ALOE ARBORESCENS
L’Aloe è una pianta perenne classificata nella famiglia delle Liliaceae ed
attualmente inserita in quella delle Aloaceae, comprende una larga varietà,
circa 350 specie in tutto il pianeta, sempre verdi e con fogliame grasso; …le
piante si presentano sotto diverse forme sia per la presenza o meno di tronco
che le dimensioni e le forme delle foglie. Di frequente utilizzazione nel campo
erboristico e fitoterapico ci sono Aloe Barbadensis Miller (Aloe vera) e l’Aloe
arborescens Miller che sono le varietà più note e caratteristiche.

L’Aloe è stata conosciuta attraverso i millenni ed è passata alla storia nelle


culture e civiltà più diverse come pianta del mito e della magia, servendo
anche come pianta medicinale, ma senza un appoggio scientifico.
“L’utilizzazione dell’aloe a scopo terapeutico è stata descritta in vari giornali
medici dal II secolo d.C. fino al XVII sec., sebbene le analisi chimiche su
materiale organico fossero virtualmente sconosciute fino al XIX sec. Solo nel
1851 la sostanza viscosa, amara e scura, estratta dell’aloe, è stata
cristallizzata e identificata come Aloina”. …Dal 1930 in poi c’è una lunga lista
di studiosi che si dedicano alla pianta, sezionandola e analizzandola dentro e
fuori….Ognuno con un importante contributo per completare le conoscenze di
questa meraviglia della natura.

L’Aloe arborescens rispetto all’Aloe vera ha foglie più strette e filiformi con
cuticola esterna più spessa che permette una maggiore resistenza a
condizioni ambientali meno favorevoli per questa pianta (clima rigido). Questa
caratteristica morfologica determina una maggiore presenza di elementi
antrachinonici nella pianta, principalmente di aloine, responsabili sia di
effetto lassativo, ma anche citoprotettivo ed antitumorale, che si evidenzia
maggiormente nell’Aloe arborescens rispetto all’Aloe vera. Il contenuto di
gel è proporzionalmente minore rispetto alla varietà vera: questa situazione
meno favorevole a fini commerciali ( minore resa prodotto/ costo) ha
mantenuto finora l’Aloe arborescens ad un impiego più ridotto, sebbene le
sue proprietà fitoterapiche risultino essere sicuramente superiori a quelle
dell’Aloe vera, come la più recente bibliografia internazionale sta
dimostrando.

La pianta Aloe presenta una distribuzione qualitativa di principi attivi


abbastanza costante nelle diverse varietà. I risultati di recenti ricerche sulla
composizione chimica dell’Aloe indicano che è costituita da un ampio
ventaglio di composti, che possono essere compresi in tre grandi gruppi:

a) carboidrati, tra i quali spiccano i polisaccaridi definiti mannani


(acemannani) componenti del gel, con proprietà di immunomodulazione;

b) una numerosa famiglia di antrachinoni e sostanze fenoliche presenti nella


cuticola della foglia, ad azione lassativa e depurativa, ma anche
antitumorale, antinfiammatoria, analgesica e antimicrobica;

c) molecole di importanza nutrizionale e funzionale, come Sali minerali,


vitamine, aminoacidi, acidi organici, lipidi ed enzimi.

LA RICETTA dell’ALOE ARBORESCENS

impiegabile sia in abbinamento alle terapie convenzionali che da sola, l’Aloe


purifica l’organismo, eliminando le tossine e gli effetti collaterali che
questi tipi di cura producono, senza effetti collaterali significativi.

INGREDIENTI
• 300 grammi circa di foglie di Aloe Arborescens di pianta matura (5 anni),
due, tre, quattro o cinque, fino a raggiungere il peso di un minimo di 250 a
350 gr massimo,

• 500 grammi di miele biologico vergine, castagno o acacia,

• 40-50 ml (circa 6 cucchiai) di distillato alcolico da 40° a 50° gradi (grappa,


acquavite, cognac, ecc) equivalente di una tazzina da caffè.

PREPARAZIONE
Si staccano le foglie immediatamente vicino al fusto “scosciandole”, di notte
durante il ciclo notturno della pianta, si puliscono con uno straccio asciutto e
si tolgono con un coltello affilato possibili parti secche e le punte delle spine
laterali alle foglie; poi si pongono a pezzetti in un frullatore potente e si
aggiunge la grappa e poi il miele, si frulla fino ad ottenere una crema
omogenea.
. USO

Prendete da uno a tre cucchiai da minestra al giorno, dopo aver ben


agitato il composto, ciascuno mezz’ora prima dei pasti, fino ad esaurimento
del preparato (circa 15 giorni) Iniziate con cucchiai da dessert per 5
giorni, per maggiore cautela, per chi lo assume la prima volta, attenuando
così gli effetti collaterali che peraltro sono benefici (vedi qualche
arrossamento, evacuazioni morbide, orina fetida).

Dopo 5-10 giorni di interruzione si può ripetere la ricetta se necessario, Il


preparato può essere preso anche a scopo preventivo, ad esempio una
volta l’anno.

L’INTERRUZIONE PERCHE’?
Ogni assunzione di sostanze benefiche deve essere intervallata da un
periodo più o meno lungo. La scienza lo conferma con la terapia a
“singhiozzo” che evita all’organismo forme di assuefazione, rendendosi così
più efficace.

PRECAUZIONI E CONSIGLI relativi alla ricetta


La pianta dell’aloe deve avere, come minimo, 5 anni di età;
Raccogliere le foglie al buio;
Raccogliere dopo una settimana senza annaffiatura o pioggia;
Preparare la ricetta al buio, al mattino prima dell’alba o di notte (non alla luce
artificiale);
Eseguire i preparati subito dopo la raccolta;
Conservare le foglie e il preparato al fresco (non in frigo) ed all’ombra;
Conservare il preparato in una bottiglia scura ben chiusa;
Non filtrare;
Assumere al buio;
Ogni dose dura mediamente 15 giorni;

Mentre si assume il preparato, la condizione ideale è quella di attenersi a una


dieta priva di carne e derivati animali sostituiti da frutta, verdura e cereali.

Per evitare problemi di intolleranza, osservare su se stessi l’effetto di una


cucchiaiata di miele e provare a passare all’esterno dell’ascella un pezzetto di
foglia di aloe aperta a libro.

NB: Il motivo per cui si deve evitare la luce, solare e artificiale, sta nel fatto
che il principio attivo antitumorale a contatto con la luce perde il suo effetto.

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