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SAGGIO DI HUGO – GUIDA ALL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE 1867

L’occasione per scrivere questo saggio è l’esposizione universale del 1867. Alla metà dell’800 era
stata inventata l’esposizione universale. La prima fu a Londra. L’esposizione universale è un
momento di celebrazione della capacità tecnica, tecnologica, intellettuale e scientifica dell’Europa
in piena ascesa economica, politica, scientifica, intellettuale. Quindi, viene concepita come un
momento nel quale si esibiscono tutte le conquiste tecnologiche e scientifiche che tutti i paesi
espositori possono vantare. Cioè esiste anche oggi con l’EXPO, una cosa che prima in Inghilterra e
poi in Francia serve a costituire una vetrice della scienza e della tecnica europea; se c’è un modo
per rappresentare sulla scena pubblica l’idealità del progresso quella modalità è quella
dell’esposizione universale. L’Europa è il teatro preso in considerazione. Parigi nel 1867, alla vigilia
della guerra franco-prussiana, è una Parigi che ha uno statuto speciale, capitale di una delle grandi
potenze europee, ma che nello stesso tempo ha l’ambizione di essere la più importante città del
mondo, di essere il luogo simbolo della modernità. Questa simbolizzazione della modernità si
concretizza negli anni 60 e 70 dell’800 con un radicale rimodellamento dello spazio urbano perché
Napoleone III vuole una città moderna che tagli i ponti con la vecchia città antica e medievale e
incarica un grande architetto Hasbam e lo incarica di rimodellare gran parte del centro della città.
Il piano urbanistico prevede gran parte di distruzione del centro della città e la ricostruzione sulla
base di una pianta in cui dominano alberati che razionalizzano la forma della città. La forma di
Parigi di oggi si costituisce in questi anni. L’esposizione del 1867 è anche celebrativa di questa città
più moderna del mondo, che manterrà questo ruolo egemone nell’immaginario collettivo fino a
quando non si affermerà alla metà del XX secolo NY.
Victor Hugo è uno scrittore che incarna questa ideologia del progresso.
Al cuore del discorso c’è questa coppia Europa-Francia, che Hugo vede in perfetta simbiosi.
In questo brano possono essere evidenziati i seguenti nuclei tematici:
1.Fiducia nell’idea del progresso:
Idealizzare il progresso significava bnell’800 immaginare un mondo dove il tema della fame (con il
termine fame e non miseria si va al cuore del problema) è risolto una volta per tutte. Qui il
riferimento a un mondo senza fame, invece il mondo dove viveva Hugo era un mondo dove la
gente poteva anche morire di fame. Nel 1850 le componenti più svantaggiate e povere della
società rischiavano la fame. Dunque, il progresso significa risolvere una cosa che sembrava
‘attaccata’ alla condizione umana, cioè la fragilità della sua esistenza, cosa che le nostre ultime
generazioni per fortuna non hanno vissuto. Progresso significa emancipare gli uomini e le donne
dal bisogno primario, che è sfamarsi per sopravvivere. Questa è la nuova economia che inizia a
chiamarsi capitalismo. Questa è la promessa. Il futuro che il progresso annuncia non vedrà più la
presenza dei fratelli miserabili. Qui si unisce il tema della miseria e quello della civilizzazione e
della colonizzazione delle terre inesplorate. Lui immagina un’emigrazione europeo verso il mondo
che integrerà il mondo e con questa integrazione l’abbondanza di cibo nei paesi spopolati
eliminerà il problema della fame nei paesi sovrappopolati. La legge di Malthus verrà smentita.
(Secondo l’economista inglese Malthus per prevenire l’impoverimento della popolazione si doveva
controllare l’incremento demografico).
2.Giusnaturalismo e stato liberale:
la nuova nazione ‘Europa’ sarà fondata sui valori del giusnaturalismo e della laicità dello stato. In
tal senso, ad ogni cittadino saranno assicurati tutti i diritti naturali, tra cui la proprietà privata
(facendo riferimento a Locke). L’uguaglianza tra i cittadini sarà garantita attraverso l’abolizione
dell’ignoranza e l’istituzione dell’obbligatorietà e gratuità della scuola. Infine, sarà abolita la
servitù, considerata sino a quel momento come un’attività profondamente degradante nonostante
fosse retribuita. Lo stato liberale non interverrà se non per garantire la sicurezza e il rispetto dei
diritti dei cittadini.
3.Colonizzazione ed esportazione dei valori della Rivoluzione francese:
i valori derivanti dalla Rivoluzione francese saranno applicati anche alle altre nazioni del mondo
che saranno obiettivo dell’opera civilizzatrice e colonizzatrice degli ‘europei’.
4.Abolizione dei confini e liberalizzazione del mercato:
la nascita della nuova nazione Europa vedrà l’abolizione dei dazi e dei confini tra gli stati
precedentemente esistenti e l’unificazione del mercato grazie anche all’unificazione della moneta,
delle unità di misura e del codice giuridico.
Il fantasma è costituito dal nazionalismo francese. Suddetto nazionalismo è rappresentato dalla
metafora dell’embriogenesi: come l’embrione umano si forma a partire dalla testa così allo stesso
modo la nascente nazione si formerà a partire dalla testa che è rappresentata fisicamente dalla
città di Parigi (non a caso eletta capitale dell’Europa) e moralmente dai valori che emergono dalla
Rivoluzione francese e che per la superiorità che Hugo gli attribuisce, dovranno guidare la
nascente Europa e il mondo tutto.
Se Hugo parla di utopia dico qualcosa di vero, ma è un’attribuzione interpretativa al discorso di
Hugo. Se dicessi che Hugo parla del progresso attribuisco al suo discorso qualcosa che è contenuto
nel testo. L’esempio progresso-utopia dice qualcosa a proposito della distinzione tra il linguaggio e
il punto di vista dell’autore. Distinguiamo il punto di vista dell’interprete dal punto di vista di Victor
Hugo. Il nostro punto di vista è diverso non solo per ragioni morali e politiche, ma perché
sappiamo che quello che Hugo non vedeva o non voleva vedere tutta la violenza racchiusa
nell’esperienza che descrive come pacifica emigrazione di europei affamati. Parigi è uno dei posti
più ricchi e civilizzati.

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